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Autore: Kimberly Anne    01/07/2009    20 recensioni
Attenzione: questa FF contiene un GROSSO SPOILER per chi non avesse letto il capitolo 42 di "Shugo Chara!". Se non l'avete fatto, quindi, vi sconsiglio anche solo la lettura dell'introduzione.
Ikuto ha appena detto ad Amu che potrebbero non rivedersi più, perché ha intenzione di andare a cercare suo padre. Amu rimarrà sconvolta e gli dirà di odiarlo e sfocerà in un monologo, finendo però solo per dirgli quanto in realtà lo ami.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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“D’ora in poi, noi due potremmo non rivederci più”.

Parole che non potevano essere vere. Non capivo, non riuscivo a capire. Perché? Perché così all’improvviso? Perché proprio adesso... proprio adesso che io...?

Serrai i pugni e abbassai lo sguardo, mentre gli occhi mi si facevano lucidi.

«Ti odio» sussurrai, a denti stretti.

In silenzio, lui incassò il colpo e il suo volto si oscurò. Probabilmente si  era aspettato una reazione del genere fin dall’inizio.

«Ti odio!» ripetei, alzando la voce, e mi scagliai contro di lui con l’intenzione di dargli uno schiaffo.

Non lo feci. La mia mano esitò e andò a stringere la stoffa sulla sua spalla, mentre appoggiavo la fronte sul suo petto e le lacrime cominciavano a scorrere.

«Sei... sei la persona che odio di più al mondo!» continuai, cercando di tenere a freno i singhiozzi «Mi confondi, giochi con i miei sentimenti senza mai mostrarmi i tuoi. Fai sempre tutto di testa tua, e non ti importa di quanto gli altri possano soffrire per questo, se lo ritieni giusto. Mi stai vicino un giorno e quello dopo sei già sparito. Per quanto mi sforzi, non riesco mai a capirti del tutto».

 

Non puoi, non puoi... Che coraggio hai, per lasciarmi qui da sola?

 

«Che cosa vuoi da me? Che resti qui ad aspettare, mentre tu sparisci di nuovo chissà dove? Non ti importa proprio niente di me? Dei miei sentimenti? Non ti importa di chi potrei innamorarmi mentre tu non ci sei? Eh? »

Ero furiosa, non ne volevo sapere più niente di lui. Voleva andarsene a cercare suo padre? Che facesse pure. Eppure, nonostante ne fossi così convinta, rimanevo lì a piangere, e non riuscivo a lasciarlo andare.

 

E’ davvero così divertente, distruggere le mie illusioni?

 

Sentii sulla testa il tocco della sua mano.

«Amu» sospirò solamente, e il suo mi parve quasi un tono di condiscendenza.

«Sta’ zitto» lo interruppi, brusca.

Non volevo sentire una sola parola di ciò che aveva da dire. Non una singola parola. Non un unico suono che potesse farmi cambiare idea.

­«Ora mi dirai che ho frainteso tutto, vero? Che per te io sono solo una bambina e che, se anche provassi qualcosa per me, sarebbe sbagliato, non è così? Tutto “per proteggermi” o per il tuo stupido orgoglio. Probabilmente ti giustificherai con te stesso dicendoti che è meglio che io non abbia a che fare con te. Ma è passato il tempo in cui cadevo in questi tuoi giochetti, Ikuto. Prendermi in giro in questo modo non ti servirà a nulla».

 

Se solo per una volta mi dicessi la verità... se per una volta mi lasciassi capire cosa stai pensando...

 

«Perché ormai ce l’hai fatta, sai» alzai lo sguardo con un mezzo sorriso, senza ancora riuscire a smettere di piangere «Alla fine... mi hai fatta innamorare di te!»

Percepii distintamente il suo corpo irrigidirsi, ma non m’importava. Dovevo finire quello che avevo iniziato.

«Quindi, per una volta, prenditi le tue responsabilità. Se adesso sto male, è colpa tua» mi tremava la voce «Avevi promesso che mi avresti protetta, ricordi? Una volta tanto, ci avevo creduto. Intendi partire comunque?» chiesi, combattiva.

 

Ancora una volta, mi volterai le spalle e te ne andrai, portato via dalla tua Luna incostante e bugiarda...

 

Non ce la facevo più, le gambe mi tremavano e il cuore batteva troppo forte. Non riuscivo neanche più a piangere.

Non mi interessava veramente una risposta. Volevo solo tornare indietro a quell’istante di felicità, prima che tutto si rovinasse così. Desideravo che lui non avesse mai pronunciato quelle parole. Perché era così difficile capire che aveva mandato in frantumi il mio unico, vero desiderio nel momento stesso in cui l’avevo scoperto?

«Amu» sospirò di nuovo Ikuto.

«Ho detto che non voglio ascoltarti»

«E invece lo farai». Il suo tono era perentorio, non riuscii ad oppormi.

Mi guardò negli occhi, asciugandomi le lacrime dal viso con il dorso della mano.

Sorrise.

«Sai... beh, non so bene come dirtelo, dopo tutte le cose carine che hai detto finora, però...»

Il suo sguardo vagò, incerto e imbarazzato, per qualche secondo, per poi posarsi nuovamente sui miei occhi.

Quando si avvicinò, il mio cuore prese a battere all’impazzata.

«Vedi, il fatto è che...»

 

In futuro, Ikuto mi disse che la sua intenzione era stata di sussurrarmi all’orecchio ciò che aveva da dire, ma non era riuscito proprio a resistere.

Così era volato via il mio primo bacio, rimastomi impresso nella mente per sempre, grazie al sussurro che l’aveva seguito, un attimo dopo.

 

«...io non ho mai detto che non ti avrei portata con me».

   
 
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