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Autore: Spensieratezza    01/04/2018    6 recensioni
Sequel della storia "L'ultima riga delle favole." e quarta storia collegata al ciclo delle fiabe.
Questa storia racconta il dolcissimo legame tra Jared e suo fratello Dean. Una storia romantica e struggente, piena di sentimento.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Come nelle favole'
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“Questo è uno specchio fatato…ti farà vedere ogni persona che tu desideri davvero vedere. Prendilo, è il mio regalo per te, così quando sentirai la mancanza della tua famiglia, potrai vederli tutte le volte che vuoi.” Disse Jared con gentilezza.

La sua voce era come miele alle orecchie di Jensen. Adorava la sua voce e le parole che gli aveva appena sentito pronunciare.

“Mio dio, Jared…”

“Prendilo.” Disse Jared, dandogli lo specchio in mano.
 
Jensen prese lo specchio. Lo fissò intensamente e disse:

“Fammi vedere mio fratello.”

Jared restò per un attimo senza fiato. Non sapeva che Jensen avesse un fratello.

Per qualche secondo, entrambi trattennero il fiato, perché lo specchio gli rimandava l’immagine di Jared.
 
“Tu..no..com’è possibile…tu non sei…cosa…io non capisco..” disse Jensen senza fiato.

Jared però si riprese subito e gli prese la mano per calmarlo.

“Jensen, non hai specificato. Devi dire il nome, altrimenti lo specchio non funzionerà bene.”

Jensen si sentì un po’ più sollevato.

“V-va bene. Misha. Fammi vedere mio fratello Misha

 
 
Lo specchio gli rimandò l’immagine di suo fratello. Un ragazzo dai capelli corvini e dagli occhi di un azzurro cielo. Jared vide subito che era un bel ragazzo e se non fosse stato il fratello di Jensen, ne sarebbe stato geloso.

Qualcosa però accadde e il sorriso che era spuntato sul viso di Jensen per pochi istanti nel rivedere il fratello, si spense subito.

Misha sembrava stare male. Era pallido ma allo stesso tempo sembrava avere la febbre. Era a letto e si lamentava.

Jared si voltò verso Jensen che si era messo una mano sulla bocca, spaventato, non capendo cosa Misha avesse.
 
Misha tossiva e sembrava stare davvero male.

“Chissà cos’ha…e io non sono con lui…” si preoccupò Jensen.

Jared tirò un sospiro.

“Dovresti andare da lui.”

 
“Ma…”

“Jensen, vai, io so cosa vuol dire avere un fratello. Credimi. Devi andare.”

 
Jensen si era alzato lentamente.

“Come fai a credere che poi tornerò? Ti fidi così tanto di me?”

“Hai detto che mi ami, no?” sorrise tristemente Jared.
 
Jensen andò lentamente da lui e gli diede un dolce bacio.

“Vieni anche tu.”

“Cosa?” questo Jared non se lo aspettava proprio.

“Vieni con me. Vedrò cos’ha e se non ha niente di preoccupante, torneremo insieme qui. Tornerei comunque per te ma voglio..farlo con te.”

 
Quando arrivarono a casa di Jensen, i genitori non c’erano. C’era solo Misha ma era a letto.

“Fratello.” Disse Jensen andando subito da lui.

“Jensen…” gemette Misha, vedendolo entrare.

“Jensen dove sei stato?”

“Non ti preoccupare. Ora sono qui. Cos’hai? È tutto a posto? Niente di grave, spero.”

“Come…sapevi che stavo male?” chiese Misha tossendo di nuovo.

“Misha, smetti di farmi domande e dimmi cos’hai.”

Misha con gli occhi lucidi rispose:

“Consunzione.”
 
Il gelo invase la stanza. “No. Non è possibile.”


Tubercolosi… pensò Jared sgomento.
 
“NO.” gridò Jensen. “No. Non in questo secolo!! NON TU. CI DEVE ESSERE UNO SBAGLIO.”

“Nessuno sbaglio, Jensen…”

“Perché non me l’avete detto…oh mio dio…ma stai tranquillo, ti guariremo..la tubercolosi non è più una malattia incurabile…guarirai..ora ci penso io…” disse Jensen singhiozzando, accarezzandogli i capelli.

“Jensen, và a prendergli un bicchiere d’acqua, guardo io MIsha.” Disse Jared.

Jensen era talmente sconvolto che andò in cucina senza protestare.
 


Jared appena Jensen si allontanò, mise una mano sulla fronte di Misha e sgranò gli occhi appena lo fece.


Mio dio…questo ragazzo ha pochi giorni di vita…forse ore…
 
Jensen tornò in stanza e Jared si allontanò subito da lui.

Jensen gli diede da bere personalmente dalle sue mani e poi riprese a singhiozzare ai piedi del letto e Jared provò una dolorosa morsa allo stomaco a vedere Jensen soffrire.

Non poteva sopportarlo. Avrebbe messo fine a quello stesso dolore in quel momento, se avesse potuto. Non poteva vedere il ragazzo che amava, soffrire.
 
“Jensen, c’è qualcosa che possiamo fare per aiutarlo.” Disse subito.

Jensen lo guardò con gli occhi colmi di speranza.

“Ma devo tornare al mio castello. Lì ho qualcosa di magico che potrebbe aiutarlo.”

“Vengo con te.”

“No, sarebbe inutile e stressante per te. Aspettami pure qui. Non è lontano. Tornerò presto.”

“La tua trasformazione…”

“Farò presto. Te lo prometto.” Disse Jared dandogli un bacio sulla guancia.

“Jared, io non…”

“Tockins, Lumiere. “ li chiamò Jared. “Jensen è sconvolto. Restate con lui e dategli il conforto di cui ha bisogno, fino a quando non sarò tornato.” Ordinò.

 
 
Jared non poteva lasciare che Jensen soffrisse per la perdita di suo fratello. Era per questo che…anche se gli faceva male, sacrificarsi era l’unica soluzione. Non sarebbe stata vita per Jared, continuare a vivere la sua vita vedendo Jensen infelice, sapendo che avrebbe potuto fare qualcosa per salvarlo e non l’ha fatto.

Era per questo che doveva donargli la sua rosa. Quella che manteneva la sua linfa vitale e lo teneva in vita.

Non poteva sapere per certo se avrebbe salvato Misha ma doveva provarci.

Lui aveva perso Dean, non avrebbe permesso che anche Jensen provasse lo stesso dolore.
 

 
Con grande sollievo di Jensen, Jared riuscì a tornare non troppo tardi e senza inconvenienti né incidenti. Quando tornò, lo abbracciò forte.

Sgranò gli occhi però, quando vide la rosa incantata tra le braccia di Jared che gliela porgeva.

“Che significa?” domandò.

“Devi darla a tuo fratello. Credo che il suo potere magico potrà guarirlo.”

“Jared, no…è tua. Io non posso…”

“Jensen, questa è un’emergenza. Lascia perdere le sciocchezze come il diritto di precedenza o le manie di possesso.”

“Ma ti succederà qualcosa se io…?”

A questo punto Jared sfoggiò il suo miglior sorriso e la sua risata più convincente.

“Ma no! Non mi succederà niente! Ne ho decine di rose così, hai visto la mia fontana? Posso attingere al loro potere in mille modi diversi. Modi che tu non puoi neanche immaginare. Hai visto quanti decenni sono rimasto in vita e tra l’altro sempre giovane? Come avrei potuto se avessi attinto da una sola rosa?” mentì.

Jensen si rilassò sentendo quelle parole e Jared pensò che era facile mentire. Quando lo fai per tante volte, diventa poi facile come respirare. Riesci a non far vedere neanche quanto sei turbato.

“Va bene…allora…cosa devo fare?” chiese Jensen confuso.

“Devi lasciare che lui la stringa. Deve assorbire la sua linfa vitale.” Disse Jared, mettendogliela accanto a lui nel letto e lasciando che la sua mano la stringesse.

Jensen era ancora perplesso quando vide Jared mettersi il cappotto e si allarmò.

“Jared, non possiamo lasciarlo così!” disse.

“Lo so, ma non preoccuparti. Vado solo io, tu rimani qui.”

“COSA?? NO!!”

Jared sospirò.

“Jensen, se mi trasformo qui, non ci vorrà molto prima che qualcuno ci veda…e poi ho bisogno delle mie cose…delle mie…rose…” si sentiva male a mentire così a Jensen ma era meglio così.

“Io voglio avere tutti e due sotto il mio sguardo!!” disse Jensen agitato.

Jared gli prese le mani e gli parlò piano.

“Resta per stanotte…e forse anche domani…poi fammi sapere se Misha starà meglio..e in quel caso verrò a riprenderti. Ok?”

“Prometti che è solo per due giorni.”

Jared gli diede un bacio sulla fronte, trattenendo a stento le lacrime e poi gli diede un bacio sulla bocca, ma non fece alcuna promessa.

 
 




 Jensen ignaro di tutto, ma con una strana morsa allo stomaco, stava salendo sulla sedia della cucina per prendere dello zenzero e della cannella.

Le forze però, stranamente erano deboli e Jensen preda di un mancamento, girò la testa senza guardare e andò a sbattere dritto con la testa alla trave.

“AHHH.”

Il colpo lo fece cadere anche dalla sedia e finì disteso sul pavimento.

Perse i sensi.

sognò.
 
 “Un bacio, fratello.”


Jared lo guardò senza capire.

“Un bacio dall’unica persona..che io abbia mai amato….non odiarmi, fratello.”
 
Gli prese il viso e gli diede un bacio disperato. Senza lingua. Era un bacio disperato, colmo d’amore, ma la tristezza che entrambi provavano era tale che non poteva essere un bacio passionale con tanto di lingua. Ebbe comunque il suo effetto.


Quando si staccò dopo pochi secondi da lui, Dean sembrava già quasi svenuto.

Jared non voleva che Dean se ne andasse senza saperlo.

“DEAN, DEAN, GUARDAMI. TI AMO ANCH’IO!!” Disse, prendendogli il viso.

Dean era semicosciente, aveva gli occhi semi chiusi.

“TI AMO ANCH’IOOOOO.” Gridò Jared singhiozzando.
 
Jensen rinvenne da quella visione pochi secondi dopo…o minuti..non lo sapeva…

“Mio dio!” esclamò.

Tockins e Lumiere erano attorno a lui con dei sali. Non avevano potuto ovviamente trasportarlo per ovvie ragioni.

“Jensen?” lo chiamarono.

“Sono io, sono io suo fratello!!”

“Jensen? Calmati, Misha sta bene” disse Tockins.

“No, JARED!”

Loro lo guardarono senza capire.

Jensen li guardò. Non poteva spiegare tutto subito. Era agitato e aveva una brutta sensazione.

“Jared, io..devo andare subito da lui. Devo vederlo. Parlargli. Aspetta un momento!” disse, rendendosi conto che aveva ancora il suo specchio con lui.



“Fammi vedere mio fratello.” Disse.

“Ma…” protestarono loro.

“Schhhh.”

Lo specchio ubbidì e gli mandò l’immagine di Jared accasciato a terra che si contorceva dal dolore.

Jensen era pallido come un cencio.

“NO. NOOOO!” Gridò, prendendo il cappotto e uscendo di casa.
 

 
 
 
Jensen si diresse a prendere uno dei suoi cavalli che tenevano alla fattoria e tornò spedito verso il castello. Tockins e Lumiere erano dentro una sacca da viaggio che si era portato con sé.

Mentre il cavallo correva, Jensen cercava inutilmente di non pensare a quello che aveva appena scoperto.

Diosanto! È mio fratello! Noi abbiamo…io ho…però non siamo davvero fratelli. Non più. Non abbiamo più lo stesso dna, adesso….

Ma io lo amavo anche prima… non potè fare a meno di pensare.
 
Jensen stava cercando di distrarsi da quelle immagini…da quei…ricordi.

La sua adolescenza con Jared, era stata come….come il tempo delle mele.

I batticuori…le palpitazioni. L’innamoramento.


Come ho potuto dimenticare tutto...? 

Un innamoramento mai dichiarato che si era portato dentro per tutta la vita….fino alla sua morte.
 
“No, non ho tempo per questo.” Disse Jensen strizzando gli occhi. Ricordare di nuovo tutto quanto era bello, ma non poteva permettersi di farsi distrarre da quel flusso di ricordi ininterrotti. Doveva concentrarsi su Jared. Non poteva permettersi distrazioni.

Doveva farlo per lui.
 
“Sto arrivando Jared. Sto arrivando da te. Scusami se ti ho lasciato da solo. Non lo farò più, non sarai mai più solo. Non ti lascerò mai più da solo.” Promise ad alta voce mentre trottava con il suo cavallo.
 
 
 
 

 


“Ma l’hai fatto..” disse Misha, avvicinandosi a lui nella notte. Portava un mantello coperto da un cappuccio.

Dean, che aveva rivissuto tutto da capo, era in groppa al cavallo, poggiando la testa contro la sua chioma, sfinito. “Hai lasciato lui adesso e ancora prima, hai lasciato me.”

“Misha..perdonami..” disse Jensen, cominciando a piangere e allargando le braccia.
 
Misha lasciò che Jensen lo abbracciasse, addolcendosi.
 
 
 
 



*
Cambiò un altro ricordo e Jensen rivide il sé stesso e Jared del passato, parlare con la fata.
Tu…”disse Jared sconvolto nel ritrovarsi dopo tanti anni la fata.

“Io.” Disse la fata, che era illuminata da un alone luminescente e indossava un lungo vestito azzurro.

Jensen restò a guardarla senza fiato, attonito. Finora credeva che le fate esistessero solo nella fantasia…certo Jared gli aveva detto…ma un conto era saperlo, un conto vederlo.

“Tutti questi anni che ti ho chiamato…non mi hai mai risposto…”

“Non era il momento adatto.”

“E lo è ora??”

“Direi di sì.” Disse la fata tranquilla. “Innanzitutto le mie congratulazioni, Jensen, non sapevo la tua storia. A noi fate non è dato sapere delle reincarnazioni degli uomini ma ammetto che la vostra storia mi ha molto…”

“Attenta.” La minacciò Jared calmo ma ferreo, mettendosi davanti Jensen con fare protettivo. Sapeva che era una fata, ma la storia tra loro due era singolare e non aveva intenzione di stare a guardare se una persona avesse offeso il suo amore di essere un peccatore incestuoso, neanche ad una fata.

“Colpito.”  Disse la fata sorridendo calma. “La tenacia con cui difendi la tua dolce metà è commovente.” Disse lei. Non c’era sarcasmo nella sua voce.

 
 
“La magia che ha risucchiato la negatività dal tuo corpo, che era anche quella che ti trasformava in bestia, ha risucchiato assieme a quella, anche il siero che ti ha dato la possibilità di renderti immune da essa.”
…Jared non può più nascondersi senza poteri e sarà solo questione di tempo prima che capiscano che era lui la Bestia. Già in questo momento sono in atto numerosi sospetti e indagini che stanno portando delle persone qui vicino…”

Jared tremò. “Mi attaccheranno? Finirò in carcere? Mi uccideranno? Cosa….”

“Non essere così drammatico, Jared! Ricordi? Hai fatto piazza pulita delle armi e le hai fatte sparire tutte. Non potranno farti del male e anche se qualcuno di loro ne avrà nascosta qualcuna in giro, ci vorrà tempo se vorranno provare anche solo a fare qualcosa e nel frattempo noi…”

“Cosa? “ chiese Jared. “Jensen, mi processeranno per quello che ho fatto, ne sono sicuro. Ho tenuto sotto scacco l’umanità intera!!”

“E allora vorrà dire che daremo scacco matto al re. Jared, riconosceranno le tue attenuanti, parlerò io con il giudice se ce ne sarà bisogno..” disse Jensen.

“Non credo ce ne sia il bisogno.” Disse la fata.

Jared e Jensen si girarono verso di lei.

“Credo che sia giunta l’ora di dare al karma maiunagioia di Jared, una più che giusta evoluzione. Ha pagato con la sofferenza e l’attesa quello che ha fatto, è riuscito a riscattarsi con l’amore e non avrebbe senso aggiungere altra sofferenza.”

“Tu…puoi risparmiarci questo?” chiese Jensen speranzoso.

“Certamente. Non solo. Posso fare in modo che l’età dell’oro che Jared ha portato, possa durare ancora per molti anni. Diciamo centinaia di anni. “

Jared e Jensen erano sbalorditi. Questo…sarebbe durato tutta la loro vita?

“Faresti questo…per noi?” chiese Jared con le lacrime agli occhi.

 



Jared aprì gli occhi e si ritrovò in un’aula sconosciuta. Guardò di fronte a sé e vide una…scuola?

Si accorse di essere per terra  e si affrettò ad alzarsi. Per fortuna sembrava fosse il tempo dell'intervallo.

Si accorse anche di essere solo!

“Jensen!! Jensen!!”

Ma…la sua voce…cos’aveva? Sembrava…diversa!

Si guardò nello specchio della porta e quasi gridò.

“Mio dio!”

Giovane. Era di nuovo…un ragazzo.

Naturalmente prima non era di certo vecchio…la maledizione della fata lo aveva reso eternamente un ventiduenne, ma… ora sembrava ancora più giovane!


Quanto? 16 ? 17 anni? si chiese.


“Jensen.” disse orripilato.

 Jensen non c’era quando lui aveva 17 anni.



Cos’aveva fatto la fata? L’aveva forse castigato un’altra volta, riportandolo al suo tempo, ma senza Jensen? No, non poteva sopportarlo. Se forse lui era lì, c’era anche Jensen. Forse era di nuovo Dean, era di nuovo suo fratello. Non importava quale forma avesse, l’importante era che non l’avesse perso.


“Ti senti bene? Guarda che qui prendono in giro chi parla da solo.” Disse un ragazzo dai capelli corvini e gli occhi celesti.

Jared lo guardò a occhi sgranati.

“Misha??” chiese sbigottito, facendo una smorfia plateale.


“Sai, di solito non dicono il mio nome con tanto disgusto.” Disse il ragazzo ridendo della cosa e mangiando patatine.

“Ok, senti, sono partito con il piede sbagliato..e forse la cosa ti sembrerà un po’ strana, ma..conosci per caso un ragazzo di nome Jensen? Dean..non ricordo bene il suo nome..” disse Jared sudando.

“Mmmm…” disse il ragazzo guardandolo con sospetto.

“Sì, lui. Lo conosci??” chiese Jared con ansia.

“Tu mi prendi in giro.”

“Cosa?? No, ti assicuro di no!!”

“Ok, senti, a parte il fatto che siete entrati insieme oggi e vi siete anche presentati alla classe come nuovi alunni, mi dici perché diavolo vuoi sapere di mio fratello?” 

Jared spalancò la bocca nuovamente.

Tu..ti fai di crac. “ disse Misha con un sorrisino. “Ne ho frequentati talmente tanti di tipi così, da saperli riconoscere.” Concluse con un sorriso divertito.

 
 
 
Eccoti qui, Jensen, questo bel ragazzo chiede di te. Mi raccomando, fa attenzione. Si fa di crac.” Disse Misha facendogli l’occhiolino e allontanandosi.

“Jensen, tu…mi riconosci, vero? Dimmi che mi riconosci.” Disse Jared. Non si era accorto che per l’ansia aveva afferrato Jensen per la felpa.

“Calmati.” Disse l’altro.

Jared deglutì.

“P-perdonami.” Disse Jared.

Jensen si avvicinò di più a lui e gli sussurrò:

“Mantieni la calma fino a quando non finiscono le lezioni e fa finta di non conoscermi, ok? Poi parliamo.”

 
 
“In sostanza ha creato questo mondo perfetto per noi..una sorta di oasi felice..ma dire creato dà il senso di un’illusione, qualcosa di non reale e invece questo è realissimo. È il nostro mondo ma ha subito una..mutazione, ecco. Non so bene come spiegarlo.” Disse Jensen.

“Perché noi siamo…ringiovaniti?” chiese Jared. “Perché andiamo di nuovo al liceo??”

“Perché questa era una cosa che tu desideravi.” Spiegò la fata.

Che cosa?? Io non l’ho mai desiderata! Odiavo la scuola!” protestò Jared.

“Sì, ma tu stesso mi hai detto che sarebbe stato forse più piacevole se avessi avuto me al tuo fianco, ricordi? Avresti voluto un mondo in cui non fossi tuo fratello ma semplicemente il tuo compagno di classe, per essere libero di innamorarti di me senza alcuna vergogna..”

“Continuo a non capire..noi saremmo tornati indietro nel tempo ma in un mondo parallelo, quindi? Che ne è dei ricordi delle persone? Dei ricordi della tua famiglia? Misha…”

“Misha sa tutto. Quella di prima è stata una piccola messinscena.” Spiegò Jensen, lasciando Jared sbalordito.

“Lui..sa tutto?”

“Sì, è un mio regalo. Lui ricorda, inoltre gli ho spiegato ogni cosa. La storia della reincarnazione di Jensen..e tutto il resto. I genitori di Jensen hanno la memoria cancellata e un po’..revisionata. Come tutti gli abitanti della popolazione qui. Penseranno che hanno ancora dei figli adolescenti, ma è possibile che tra qualche anno il muro che ho alzato su di loro, si disgregherà. Sarà allora che tornerò e dovrete dirmi se desiderate che lo rialzi di nuovo o se preferite che, con garbo e dolcezza, spiegheremo loro tutto quanto.”

 
 
 




Jensen stava lì a riguardare tutta la scena, stavolta da spettatore.

“Non c’era bisogno che mi facessi vedere questo. Ricordavo perfettamente.” Disse Jensen.

“Non sembrava.. e comunque non l’ho fatto per questo.” disse Misha.
Jensen si voltò verso l’amico/fratello, con gli occhi brillanti di ferimento.
 
“E per cosa, allora, per punirmi?? Non ne ho bisogno, sai, non ho bisogno che tu mi ricorda che ferisco tutte le persone a cui voglio bene, non ne ho bisogno!”

“Jensen..Jensen, io volevo solo ricordarti il legame che avevamo..” disse, toccandogli le spalle.

Jensen lo guardò serio e provato.

“E farti sapere che era reale. Tutto reale. Niente  è stato immaginato, ma tutto vissuto.”

“Quello che ha detto Jared..è vero che noi facciamo parte di un quinto mondo?”

Misha annuì.

“E…tu?” chiese Jensen, accarezzandogli una guancia con le dita.
 


“Io non sono tuo fratello, nel vostro mondo.”
Jensen lo guardò stupito.

“Ma volevo farti sapere, che, anche se per poco tempo, ho amato esserlo.” Disse Misha.
 
Queste parole fecero emozionare Jensen, che prese a piangere nuovamente, subito dopo lo abbracciò stretto, continuando ancora a versare lacrime che gli rigavano il viso, a occhi chiusi.

Voleva bene a Misha. Aveva amato Jared, ma aveva amato anche Misha come fratello.
 
Tu sei  un fratello per me.” disse Jensen.

Misha trattenne il fiato, non credeva che Jensen si rendeva conto che gliel’aveva già detto in un altro mondo.

“Ora chiudi gli occhi, Jensen..ti porto da Jared, ora.” Disse, accarezzandogli la fronte piano.

Jensen chiuse gli occhi e poco dopo, svanirono entrambi.






















Note dell'autrice: 

eccomi ragazziiiii xd ringrazio chi è riuscito ad arrivare fino alla fine! Scusatemi per i ricordi in corsivo, ma erano indispensabili! Il legame con Misha è stato messo tanto in sordina e un capitolo conclusivo parlando solo di lui e Jensen, volevo che ci stava, lo desideravo e spero che anche a voi sia piaciuto questo tributo, soprattutto sapendo cosa succede nel sequel successivo! Eh si, ho cominciato a scrivere "il quinto mondo" prima di finire questo, questa saga si differenzia proprio da tutte le altre. Non l'avevo mai fatto xd Spero che vi sia piaciuta questa storia, questa e anche "l'ultima riga delle favole" l'avevo pensata da un anno e ci tenevo davvero tanto perchè volevo dare risalto al legame tra Dean e Jared, che era stato anch'esso messo in sordina dalla sua reincarnazione, ovvero Jensen. Ce la sto mettendo tutta per rendere questa saga appassionante e per farvi emozionare almeno quanto emoziona me, spero di riuscirci ancora di più con "il quinto mondo" credo non ci sia altro da dire, non voglio fare un pippone come negli altri miei capitoli finali delle mie storie, dico solo, grazie a tutti ^_^ in particolare a chi mi ha recensito <3

ps la frase "sei un fratello per me", avete notato l'allusione di quando lo disse dean a castiel? "sei COME un fratello per me" aveva detto <33
   
 
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