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Autore: GaTTaRa PaZZa    04/04/2018    2 recensioni
"Kathleen aveva il trucco e i capelli pronti. Beatrix glieli aveva legati in una coda alta, complicata, che ricadeva con un boccolo sul collo sottile. Il vestito se lo sarebbe messa all' ultimo minuto.
Lo guardò, tirato fuori dal suo baule, stirato con la magia, appeso al letto. Era enorme.
Dove avrebbe trovato il coraggio di metterselo? Ogni volta che lo guardava, arrossiva."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric Diggory, Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Mancavano dieci giorni al famigerato Ballo del Ceppo, e Kathleen non aveva ancora un partner.
D'altronde, nella sua Casa non c'era nessuno di interessante: aveva fatto una lista di tutti i ragazzi Serpeverde dal quarto anno in su, e dovette ammettere che la cosa era molto deprimente.

 

1.      Malfoy

 

2.      Tiger

 

3.      Goyle

 

4.      Zabini

 

5.      Seth

 

6.      Pucey

 

7.      Bletchley

 

8.      Higgs

 

9.      Stanford

 

10.   Wigghum

 

11.   Waller

 

12.   Carlsbury

 

13.   Mc.Gury

 

14.   Walsh

 

15.   Peterson

 

16.   Lloyd

 

17.   Bailey

 

18.   Shaw

 

19.   Marshall

 

20.   Hogan

 

Analizzò i nomi rimasti: del suo anno si era salvato solo il povero Seth, l'unico ragazzo Serpeverde privo di arroganza e superiorità. Aveva capelli biondo scuro piuttosto corti, occhi verde prato sempre molto spenti ed era sempre molto tranquillo, estremamente riservato e silenzioso. Però sapeva essere molto dolce e gentile con lei.
"Mi sa che gli chiederò di andare al Ballo con me" pensò, tenendo seriamente in considerazione l' idea. Cerchiò il suo nome con un sorriso. Sì, Seth era l' unico bravo ragazzo del Dormitorio.
Del settimo anno aveva risparmiato Mark Wigghum, ma solo perché era abbastanza carino con quei capelli scuri e gli occhi azzurro cielo. Per il resto, era talmente fatto che non si teneva in piedi. Probabilmente non era nemmeno in grado di ballare, con quegli stuzzicadenti che si ritrovava al posto delle gambe. Però almeno non era un razzista idiota come gli altri... era semplicemente svagato. Troppo.
Poi c' era Waller al sesto anno; molto alto, biondo scuro ricciolo, occhi azzurro chiarissimo, molto amico di Wigghum. Anche lui aveva le abitudini di Mark, ma era un po' più sveglio. E molto più estroverso. Non era da buttare via, ma sospettava che a lui piacessero le ragazze più.. ehm, mature. E non avrebbe mai trovato il coraggio per invitarlo fuori.
Peter Lloyd aveva solo un anno in più, e l' unico suo pregio era il gusto in fatto di musica. Suonava divinamente la chitarra, e i suoi mini-concerti con Will Peterson in Sala Comune erano apprezzati da tutti. Se voleva invitarlo al ballo però, avrebbe dovuto solo snocciolare nomi di canzoni e cantanti e si sarebbe annoiata a morte...
Kathleen spinse la lista sotto Mille erbe e Funghi Magici, e si stiracchiò. Dunque, a Corvonero chi c'era di interessante?
Arthur e Stella sarebbero sicuramente andati insieme. Il timido Lex probabilmente avrebbe invitato Jinx, e il freddo Fred? No, non sarebbe mai uscita con Fred. Troppo, troppo disagio. Si sarebbe sentita stupida, insicura e fuori posto.
Una vocina nella sua mente le suggerì che sapeva benissimo con chi avrebbe voluto uscire: il Tassorosso Cedric Diggory.
No, non avrebbe mai avuto il coraggio di guardarlo in faccia. Dopo la figuraccia alla Coppa del Mondo... parlargli era stata un' impresa bella e buona.
E poi, si sussurrava che a lui piacesse Cho Chang.
Quella stramaledetta ragazza uguale a tutte le altre, fatte con lo stampino: belline, silenziose, molto femminili, tenere ed innocenti, tutta guance rosse e sguardi imbarazzati, brave a scuola e con praticamente un' aura di innocenza che sprizzava da tutte le parti.
Kathleen guardò il proprio riflesso sulla finestra, pensierosa.
Lei non era affatto una Cho Chang. Diffidente, spesso sull' aggressivo, amava lo scontro fisico più di quello magico, preferiva leggere libri che dedicarsi alle pozioni d' amore. Le piaceva starsene per conto suo, anche se apprezzava moltissimo la compagnia del suo gruppo di care amiche, non sentiva l' esigenza di farsi amare da tutta la scuola. Non era ridanciana e tenera, anzi, anche nello stile sbarazzino rimarcava la sua indifferenza alle apparenze.
Certo, anche lei sapeva essere decisamente imbarazzata e timida; le venivano le farfalle nello stomaco per qualsiasi cosa e poteva avere il rossore facile, ma questo solo con Cedric, e anche ai primi tempi con Anthony Strike. Tony... perché diamine dovevano litigare proprio prima di andare al ballo insieme? Non era giusto!
E tutto questo perché era stata gelosa di quella stramaledetta Wise... Wise..? Non ricordava neppure il suo cognome. Una tipa del terzo anno, Grifondoro. Niente di che, capelli castano chiaro, lunghi.... occhi blu... carina, ma molto anonima.
La sua ex, insomma. Che era venuta a chiedergli se andavano al ballo insieme. E lui aveva detto 'può darsi'. PUO' DARSI?! COME SI PERMETTEVA DI DIRE 'PUO' DARSI' DAL MOMENTO CHE ERANO FIDANZATI DA UN ANNO!? AVREBBE DOVUTO URLARE 'NO!'.
Kath si era ovviamente arrabbiata con lui per questo, e gli aveva detto di andare pure con quella Wise, lei si sarebbe trovata un altro cavaliere. Niente di più semplice... peccato che non ne aveva mai avuto uno di riserva.
Beh, doveva andare a cercare Seth, prima che qualcuna glielo rubasse.
Sospirando, si alzò in piedi diretta alla sala comune. Scese gli scalini di pietra, aprì il pesante portone che divideva il dormitorio delle ragazze dalla Sala Comune (le maniglie erano incantate perché riconoscessero esclusivamente mani femminili) ed entrò nella stanza. Un bel fuoco verde accesso crepitava nel caminetto, gente ciondolava nella sala senza alcuna meta precisa. Trovò Beatrix su una poltroncina che sorseggiava un tè; la massa di ricci neri era inconfondibile. Cassandra, più in là, chiacchierava svogliatamente con Isabel, e Pansy e il suo seguito di comari era lì a spettegolare come al solito. Pansy si stava laccando le unghie seduta su una seggiola della scrivania.
-Ehi Bea- salutò Kathleen, spostando con un colpo di bacchetta una poltrona smeraldina vicino a quella dell' amica.
-Ciao Kath. Vuoi un biscotto? Ho mandato Elisabeth a rendersi utile. È passata per la cucina e mi ha portato su un vassoio- replicò, con quella sua aria superba, rimasta ancora nonostante i suoi numerosi cambiamenti.
-Volentieri-. La ragazza afferrò un biscottino al burro dall' aria molto invitante, e si sedette. -Volevo chiederti una cosa- cominciò, puntando gli occhi tormalina su quelli ametista dell' interlocutrice.
-Sentiamo-
Kathleen si sentì un po' un' idiota. Odiava parlare di quel genere di cose, tantomeno con Beatrix, ma... doveva farlo. -Tu... tu con chi vai al Ballo?- domandò, cercando di mantenere un' espressione indifferente.
Sentì uno sguardo addosso, e girò gli occhi. Pansy aveva alzato la testa verso di lei, ma poi aveva ripreso subito con le sue unghie. Avrebbe dovuto parlare a voce più bassa...
Anche lei s' irrigidì improvvisamente, e poteva quasi scommettere di averla vista arrossire. -Ecco....- cominciò, pure imbarazzata. Abbassò il tono di voce in modo pressoché inudibile. -Con Oliver Baston- sussurrò, e poi riprese a bere il suo tè senza poterle più cavare una sola parola.
Kathleen dal canto suo strabuzzò gli occhi, ma per amor dell' amica, non commentò. Ma lui si era già diplomato da Hogwarts… possibile che venisse la notte della vigilia apposta per ballare con lei? Com’era possibile?  -Ehm, ok. Di Elisabeth si sa qualcosa?- cambiò argomento.
-No. Credo che abbia rifiutato Stanford proprio oggi, ma ancora niente- rispose, grata.
-Aha, aha. CASSIE!- chiamò, e quella arrivò con una faccia sospettosa. -Che c'è?- domandò, diretta, gli occhi verde prato socchiusi.
-Con chi vai al Ballo?- domandò Kath, diretta.
Lei fece spallucce. -Con Seth, penso- rivelò, senza un' ombra di imbarazzo.
Kathleen si sentì morire. E adesso??
-Cosa vuol dire 'penso'?- la rimbeccò Beatrix, aggrottando le sopracciglia.
-Devo ancora chiederglielo... oh, eccolo che arriva! SETH!- lo chiamò, risoluta.
Il biondo arrivò con la sua solita aria impassibile. -Sì?-
Cassandra gli sorrise, spigliata. -Andiamo al ballo insieme?- chiese, tranquilla.
-Ok, d' accordo- accettò, accennando un sorriso di rimando.
Kathleen gli lanciò un' occhiata assassina.
Lui la guardò confuso ed impaurito.
La ragazza si alzò dalla poltroncina, sospirando sonoramente. -Io vado- borbottò, uscendo dalla sala comune in tutta fretta.
Aveva appena svoltato l' angolo, quando inciampò in una sedia con i pattini, che sfrecciava da sola a una velocità totalmente esagerata. -Chi è l'idiota che ha incantato quella sedia?!- strillò, nervosa, massaggiandosi l' anca. Aveva preso una bella botta; le sarebbe sicuramente rimasto un livido.
Una risata melliflua ed altezzosa le fece girare la testa, gli occhi pronti a uccidere. -Carine quelle mutandine, Kathleen-. Draco Malfoy era appoggiato alla parete con quel solito sogghigno sbruffone. 'Totalmente da prendere a pesci in faccia!' pensò la ragazza, inferocita. Un flashback di Beatrix che spacca la faccia di Anthony a forza di trotate le esplose nella mente. Magari la prossima volta sarebbe riuscita a pescare un luccio, e riempire Draco di ceffoni.
Lei si sistemò la gonna, le guance rosse e un broncio sulle labbra. -Lo so che sono carine. A quanto pare tua madre è ingrassata, perché a lei non stavano più- replicò, perfida.
Ovviamente Narcissa non le dava le sue vecchie mutande, e nemmeno i suoi vecchi vestiti, ma pur di stuzzicare quell' idiota platinato, Kathleen si permise di mentire un po'.
-Non osare ripetere quello che hai detto su mia madre...- sibilò, tirando fuori la bacchetta.
-Ah, le madri. Il primo e unico vero amore di un uomo- sospirò, teatralmente. Si alzò dal pavimento gelato, spostandosi il ciuffo dagli occhi. -Non costringermi a prenderti a pugni di nuovo. Non è giornata. Sono già arrabbiata di mio, ora non metterci anche tu a peggiorarla ulteriormente-.
Lui fece spallucce, indifferente. -I tuoi problemi non m' interessano-.
-Lo so già da anni- replicò, sarcastica.
-Quel tono di accusa non serve a niente!-
Lei fece quei passi che li dividevano, puntandogli l' indice contro. -La vostra non è carità. La vostra è codardia. Avete paura di lasciarmi andare perché, se il Signore Oscuro ritornerà, vi verrà a massacrare quando scoprirà che non avete adempito al suo compito- sibilò, e poco mancava che parlasse in serpentese. -Oh, non sai quanto vorrei fuggire da quella vostra Villa solo per pura ripicca! Ma anch' io devo sopravvivere, e in qualche modo, voi Malfoy siete la fonte del mio sostentamento. Ma non temere, Draco, appena sarò maggiorenne vi schiaccerò tutti come insetti, fosse l'ultima cosa che faccio. Senza sensi di colpa e senza rimpianti, io non sono in debito con voi solo perché mi avete accudito- aggiunse, digrignando i denti. Senza voler sentire risposta, Kathleen se ne andò a testa alta, piena di dignità.
Voleva trovare un angolo isolato e tranquillo dove passare il tempo... forse la solita radura al limitare della Foresta. Lì poteva piangere senza essere vista da nessuno. O quasi, escludendo quella volta in seconda quando Elisabeth e la oramai prefetto Medea l'avevano scoperta. Ma era acqua passata.
Avrebbe anche dovuto cercare Kate e Stella per sapere i loro programmi per il Ballo. 'Forse dovrei fare un incantesimo a un ragazzo per costringerlo a uscire con me' pensò, mentre saliva le scalinate di pietra per raggiungere il portone principale.
'Ce ne saranno pure di carini in giro...'
E poi, mentre usciva in cortile, vide arrivare, illuminato dalla luce del sole, Henry Pudge.
Capelli scompigliati castano miele, occhi azzurri velati dagli occhiali squadrati, le labbra piene, le mani grandi sempre piene di anelli di legno, la sciarpa multicolor in barba al regolamento, il dreadlock.
Dopo Cedric Diggory, Henry Pudge era il preferito di Kathleen. Intelligente, Corvonero del sesto anno e Prefetto. Affascinante, grandi capacità retoriche, opinioni forti.
Parlavano raramente, ma ogni volta, Kath si sentiva più leggera e un po' invaghita. -C-ciao- lo salutò, quando fu abbastanza vicino.
-Ciao!- la salutò lui, fermandosi. La ragazza si stupì che non continuasse per la sua strada, come faceva sempre.
-Ehm, alla fine com'è andata con quell' interrogazione di Storia della Magia?-. Qualche giorno prima, lo aveva incrociato in Sala Grande a bersi una secchia di tè, esausto, a studiare. Erano in pochi, e lui aveva attaccato bottone.
Kathleen ne era rimasta lusingata. Pendeva dalle sue labbra, qualsiasi cosa lui dicesse.
-Oh bene dai, sono riuscito a dare quindici punti a Corvonero- sorrise. Che sorriso meraviglioso.
-Bene, bene-.
Un secondo di silenzio. Nessuno dei due sapeva bene che cosa dire.
-Che ridicolo tutto questo fermento per questo benedetto ballo... mi sembra di essere ad Ilvermorny!- commentò Kath, riferendosi alla più illustre scuola di magia e stregoneria americana.
-Totalmente d'accordo... finalmente una ragazza che la pensa al mio stesso modo!-.
-Eh già. Non so nemmeno se ci andrò. Tu che farai?- indagò, il cuore che iniziava a batterle forte. Forse, forse...
-Anch' io non so se andarci. Avevo chiesto a una mia amica di accompagnarmi, ma lei odia questo genere di eventi e mi ha piantato in asso-.
-Oh, mi spiace...- mentì Kathleen, sperando con tutta sé stessa di sentire le parole che voleva sentire.
Quella maledetta Johanne Sherley, che ronzava spesso attorno lui, usciva con quel bulletto di Marshall, quindi Henry non avrebbe potuto chiederle niente. Magari...
-Beh, se ti va, possiamo andare a passare una serata a lamentarci insieme, Kathleen-.
Lei probabilmente avrebbe potuto morire dalla gioia. -Ah beh, se proprio non trovi nessun' altra con cui lagnarti, ci sono- rispose, scoccandogli un sorrisone felice.
-Eccellente- e rispose con un sorriso da infarto.

***


Quando Kathleen tornò il Sala Comune, praticamente fluttuando anziché camminando, trovò Beatrix e Cassandra immerse in un’ animata discussione.
-Pensaci bene. Tu ai capelli, io alle mani, e Kath alla faccia. Tutte queste ragazze, dal quarto anno in su, hanno bisogno di sentirsi belle. E avranno sicuramente bisogno di un aiutino…-
-Quanto hai intenzione di tirar su? Perché per le acconciature, servono comunque delle pozioni da applicare ai capelli… chi vuole cambiare colore, chi li vuole ricci, mossi, lisci… e serve cash per gli ingredienti!-
-Per questo, i primi clienti dovremmo acconciarli senza bisogno di magia. Conosci qualche Incantesimo Esteta?-.
Kathleen, che era rimasta dietro le loro spalle tutto il tempo, si decise finalmente a dar loro una leggera pacca sulla testa di entrambe.
Le ragazze sussultarono, prese di sorpresa.
-Perché ho sentito il mio nome?-.
-Kathleen! Ecco il nostro uom… cioè, la nostra donna!- esclamò Beatrix con un sorrisone felino.
-Che sta succedendo?- domandò, socchiudendo gli occhi diffidente.
-Hai voglia di far soldi?- le chiese Cassandra inaspettatamente.
-C-cosa?-.
-Senti la nostra idea- s’ intromise Bea, sfregandosi le mani con una faccia da convinto venditore di aspirapolveri a manopola.
-Pensa. Ballo del Ceppo. Ragazze che vogliono sembrare bellissime. Beatrix che è brava con le acconciature. Io che so fare delle nail art pazzesche. E tu al trucco-.
-Pensa. 1 Galeone per un trattamento completo. Manicure, hair style, e make-up-.
-Se no, otto falci per una delle scelte. Sinceramente, conviene fare il tutto-in-uno-.
Kathleen assunse il suo solito sorrisetto laterale, espressione tipica di incredulo sarcasmo. –Penso siano capaci di truccarsi da sole, sapete-.
-Beh, oddio… guarda la Parkinson, che se ne va in giro con chili di ombretto grigio sulle palpebre senza sfumarlo né niente… fa un po’ pietà- sussurrò Beatrix, maliziosa.
Sapeva che per convincere Kathleen, bastava solamente insultare un po’ Pansy, e lei ci sarebbe stata.
-Okay. Proviamoci-. Assentì lei, per l’appunto.
Tutta quella storia le fece dimenticare per un secondo Henry Pudge, ma quando le due finirono di cianciare a accordare prezzi, Kathleen se ne proruppe nuovamente con la grande notizia. –Ah, non vi ho detto una cosa!- trillò, assumendo un’ espressione da idiota.
-Che è successo? Piton ti ha invitata al Ballo?- chiese Bea, punzecchiandola.
-Bleah! No. Henry Pudge, il Prefetto di Corvonero!-.
Le due si mostrarono indifferenti. La guardarono per mezzo secondo, e poi ripresero a confabulare.
-Ehi, scusate, perché non vi mostrate felici per me?!-.
Cassandra alzò la testa per guardarla di nuovo. –Senti, Kath, lo sappiamo tutti che vuoi andare con Diggory. Gli sbavi dietro da quest’ estate. Perché non glielo vai a chiedere?-
Al che, Kathleen s’ imporporò. –Che Diggory e Diggory! Io, sbavargli dietro?! Ti devo ricordare che sto ancora con Anthony?-.
Beatrix, al nome del tanto odiato Corvonero, inarcò le sopracciglia in modo irritato. –Oh beh, gran bella scelta, quell’ idiota di Strike. E poi, sbaglio o ti ha piantato in asso con quella marmocchia di Grifondoro? Giusto in tempo per il Ballo, ti ha dato un’ opportunità magnifica per scaricarlo e tu dovresti coglierla!-.
-Dai, Kath! Vai da Diggory! Pianta in asso quel tuo Prefetto e vai!- l’ incoraggiò Cassie, alzando il pollice in su.
-Ma forse vi state dimenticando della Chang… dicono che stiano insieme…- mormorò lei, sempre più rossa.
-Oh, quindi stai veramente tenendo in considerazione il mio consiglio!- gongolò Bea, sogghignando.
-Ma va! Era solo per dire…- mugugnò Kathleen, altezzosa.
La quiete che regnava in Sala fu spezzata da una fragorosa, irritante risata.
-Non ci posso credere! Quell’ impedito di un Potter non riesce neanche a trovarsi uno straccio di ragazza da portarsi a un ballo! Ahahahaha!-.
La voce di Draco Malfoy rimbombò per tutta la stanza, destando così l’ attenzione di Pansy, che se ne stava stranamente tranquilla a fare i compiti di Trasfigurazione. –Draco! Cos’ è successo?- chiese, lasciando la pergamena e la piuma sul tavolo per correre verso di lui.
Il platinato si mise le mani sui fianchi, ghignando. –Udite, udite. Quella Chang di Corvonero ha piantato in asso Potter- annunciò, dandosi aria d’ importanza. Ai suoi lati, Tiger e Goyle sghignazzarono.
-E che motivazione gli ha dato? ‘Non so cosa farmene di uno sgorbio con i capelli acconciati come se gli fosse esplosa una gobbiglia in testa?’- chiese Pansy, maligna.
-A quanto pare, perché ci va con Diggory. Ma lo sappiamo tutti che, semplicemente, Potter fa schifo!-. Ed indicò una serie di spille ammucchiate su un tavolino.
Qualche risolino ravvivò la Sala, accompagnato dall' accensione delle spillette 'Potter-fa-schifo' che qualche fedele ancora indossava con orgoglio.
Kathleen fece del suo meglio per non sembrare afflitta, ma le sue amiche si girarono immediatamente a guardarla con espressioni impietosite.
Lei fece una faccia da: ve l' avevo detto!, e continuò a fare finta di niente.

***


Il Gran Giorno era arrivato.
Kathleen aveva il trucco e i capelli pronti. Beatrix glieli aveva legati con una coda alta, complicata, che ricadeva con un boccolo sul collo sottile. Il vestito se lo sarebbe messa all' ultimo minuto.
Lo guardò, tirato fuori dal suo baule, stirato con la magia, appeso al letto. Era enorme.
Lungo, ingombrante, di un rosso acceso, avrebbe sicuramente dato nell'occhio. Era composto da un bustino stretto restringente, senza spalline, e una gonna larga lunga fino ai piedi, a pieghe larghe, con del raso sotto in modo che sembrasse più sfarzosa, più grossa, vaporosa.
Dove avrebbe trovato il coraggio di metterselo? Ogni volta che lo guardava, arrossiva.
Evangeline non aiutava a rendere le cose migliori.
Al Ballo, ovviamente, non ci veniva, e si divertiva ad irritare le sue compagne di stanza con il suo freddo cinismo sarcastico.
Se ne stava lì, sdraiata sul letto, ad accarezzare Nosferatu, nella sua eterea indifferenza.
Kathleen cercò di ignorarla, per quanto potesse. Fece un gran sospiro, e se lo provò. Per la prima volta. Se lo infilò dall' alto, e si perse nel trovare il buco dove infilare il collo, incastrandosi con le braccia. -Eva, se non stai facendo niente, aiutami con questo dannato coso!- sibilò, e lei, ridacchiando, con uno schiocco di dita le mise a posto il vestito e allacciò la cerniera. -Voilà-.
-Grazie-, borbottò l' altra, imbarazzata. E così, decise di voltarsi verso lo specchio.
Beh, non era così male come si aspettasse. Si passò le mani sulla vita, lisciando il tessuto, cercando scrupolosamente ogni difetto.
Era così impegnata a controllarsi, che non sentì Elisabeth entrare.
-Wow, Kath, sei una favola!- commentò, e sobbalzando, la ragazza si girò.
...E si sentì una schifezza.
Elisabeth era bellissima, con un vestito molto particolare color latte&menta, a malapena truccata, quando Kathleen aveva mascara, le sopracciglia rifatte, rossetto, la matita, l' ombretto, e chi più ne ha più ne metta.
-Nasconditi, Eli- borbottò, nervosa.
-Cosa c'è?- domandò, con aria innocente.
-Sei stupenda. Richard cadrà ai tuoi piedi-.
-E' mio amico, Kathleen, e non lo voglio ai miei piedi!- ribatté, risoluta. Poi sorrise. -Piuttosto pensa a Henry-.
Giusto. Henry.
-Qualcuno disse che quelli del settimo anno porteranno del Whisky Incendiario e altro alcool, vero?- chiese, toccandosi i capelli legati con evidente nervosismo.
-Sì... ma ti devo ricordare che non hai 17 anni?-.
-Poco importa. Il mio accompagnatore ce li ha- rispose, con aria furba.
Elisabeth alzò gli occhi al cielo. -Le altre sono pronte. È ora di andare. Ciao Eva- salutò, prendendo Kathleen per la mano e trascinandola fuori dal dormitorio.
E così vide Pansy nel suo abito rosa pallido, le sue scagnozze avvolte in viola e verde, vide ragazze che si complimentavano e ragazzi che le fissavano di sottecchi.
-Dov'è Beatrix?- chiese Elisabeth a Cassandra, che stava parlando con Seth in tutta tranquillità, stupenda nel suo vestito azzurro cielo e blu oceano.
-Non lo so, se l' è defilata prima che chiunque altro uscisse...- rispose, pensierosa. Poi assunse un'espressione molto maliziosa. -Avrà altri piani con Ba... con il suo accompagnatore-.
Kathleen storse la bocca. Avrebbe dovuto fare come Bea; si sentiva addosso gli sguardi di tutti i suoi compagni, squadrarla, analizzarla. Si guardò intorno, a disagio, ma con una certa aggressività. Guardò Pansy con aria di sufficienza, e poi prese Elisabeth a braccetto. -Dato che usciamo con ragazzi di altre casate, ci conviene andare adesso, o non li troveremo mai- disse, e prima di varcare la soglia, sciolse i capelli dall' acconciatura di Beatrix, e i capelli mossi le caddero sulle spalle.
A quel punto Elisabeth sorrise, ridacchiando tra sé.
-Che c'è da ridere?- le domandò appunto Kath, con un misto di soddisfazione e inadeguatezza.
-Dovevi vedere la faccia da carlino di Pansy quando sei uscita!-. E una luce sfrontata le brillava negli occhi. Era evidentemente di buon umore.
Kathleen non rispose, e continuò a salire le scale in silenzio. L'agitazione le stava ribollendo nello stomaco. Avrebbe voluto scappare, tornare indietro all' ultimo secondo, ma mentre rimuginava su come effettuare questa sua fantasia, si trovò in Sala Grande.
Era talmente affollata di gente che non riusciva a vedere niente dopo mezzo metro; allungò il collo, alla ricerca di Henry, la morsa allo stomaco sempre più forte. Le si stavano friggendo le budella.
Anche Elisabeth si guardava intorno, ma non sembrava particolarmente nervosa. -Li vedi?- domandò, a voce abbastanza alta, per superare l' irritante brusio di voci di centinaia di studenti.
-No... perché non hanno inventato un richiamo per esemplari di Richards e Henries... un fischietto, o non so...- brontolò, superando un gruppetto di ragazze nella loro stessa situazione.
-Liz! Liz!-. Un bel moro in completo elegante scuro agitava le braccia, intrappolato nel vortice di coppiette e gruppetti assortiti.
Elisabeth guardò l' amica con un' espressione incerta. -Ehm... non vorrei lasciarti sola... vieni ad aspettare Henry con noi, va bene?-
-No, non voglio mica disturbare la vostra intimità...-.
Ma prima che le due arrivassero ad un accordo, Richard era già lì, con in mano due calici pieni di un qualche liquido bollicinoso. -Champagne per le signore? Ah, siano ringraziate le uscite ad Hosgmeade! Ciao Kathleen! Che sorpresa vederti a un evento mondano! Liz, per caso le hai fatto un Imperius?-.
Elisabeth guardò torva il suo bicchiere. -E questo ancora non ti è stato confiscato? Come mai?-.
-Ehy, sono un Corvonero per un motivo!- rispose, con un sorrisetto. -Comunque, tu chi stai aspettando?- chiese il ragazzo a Kathleen, incuriosito.
-Beh, ehm, ecco... sai, Henry Pudge... tu per caso l' hai visto in Sala Comune? Non lo vedo qui in mezzo...-.
Lui parve stupito. -Mmh, sì, sembrava un po' agitato però... e non era neanche vestito da cerimonia...-.
-Ah, ottimo- mugugnò Kath, incupita, e cominciò a bere a lunghe sorsate.
-Ma sì, vedrai che è solo lento a prepararsi...- cercò di consolarla Elisabeth, evidentemente a disagio.
L' amica stette zitta, continuando a ruotare gli occhi per la stanza, alla ricerca delle sue amiche. Chissà se erano tutte lì? Ognuna con il proprio cavaliere? Per un secondo, provò a immaginarsi Arthur coi capelli laccati e tirato tutto a lucido, e quasi si strozzò dalle risate. Non lo aveva neanche mai visto con la cravatta annodata!
Proprio in quel momento però, la Serpeverde sentì una mano sulla sua spalla, che la fece sobbalzare e quasi rovesciare lo champagne per terra.
-Ciao Kathleen-. Henry era, effettivamente, l' Henry di sempre, con dei pantaloni larghi arancioni e una felpa a pattern colorati.
A quella visione, Kath si lasciò sfuggire il suo tipico sorriso laterale. –Sempre a rompere le regole, eh? L' abito da cerimonia non ti stava nel baule?- lo prese in giro.
-No, è che... beh, stai benissimo, tra parentesi...- disse, evidentemente desiderando di essere ovunque tranne che lì, in quella situazione.
-G-grazie...- borbottò lei, mentre guardava Elisabeth e Richard dileguarsi fra la massa.
-Beh, quello che volevo dire... mi spiace moltissimo, davvero, ma... non potevo avvisarti prima perché è successo all' improvviso...-.
E Kathleen si sentì gelare il sangue. S' irrigidì, gli occhi improvvisamente freddi. -Sì?-, disse semplicemente, con durezza.
-Non sarò al Ballo stasera, vedi, devo fare compagnia a Julie, la mia amica di cui ti dicevo...-.
"Oh, certamente non poteva dirmelo prima. E che evento improvviso! Stronzo! Poteva semplicemente avvisarmi questo pomeriggio se non aveva voglia di venire! Io gli ammazzo la famiglia!". La furia omicida della ragazza le si leggeva dagli anfratti abissali dei suoi occhi, gelidi come le acque da cui prendevano il colore. -Okay-.
"Grazie per avermi avvertito, avevo proprio voglia di agghindarmi senza motivo e dover tornare in dormitorio dopo, oh, neanche cinque minuti, in questo stramaledetto vestito, rifiutata davanti a tutti! Ottimo!".
-Kathleen, davvero, non potevo prevederlo. È che, sai... ehm, si è ingelosita e abbiamo litigato. E beh... si è dichiarata... e ci siamo messi insieme. Uhm, parlo di mezz' ora fa, veramente, è tutto appena successo. Quindi, ecco, sarebbe scorretto passare la serata con te- spiegò, tornando alla sua tipica aria seria e professionale.
Ottimo. Questo la fece sentire ancora peggio. Tanto valeva che la prendesse a mazzate con una clava chiodata. -Certo, capisco. Ora, corri da lei. Io penso andrò al bancone del rinfresco...- "...ad ammazzarmi di alcool".
E prima di sentire anche solo un' altra parola, si girò e si mescolò fra la gente, a testa bassa, occhi infuocati e labbra strette.
Ma invece di dirigersi verso il bancone, uscì a prendere una boccata d' aria. Si sedette sulle scalinate, al freddo, a guardare il cielo stellato. Braccia incrociate, livida, la pelle d' oca e una voglia irrefrenabile di strapparsi di dosso quel ridicolo vestito.

***


Erano passati diversi minuti, eppure s' era intestardita a restare lì seduta, nonostante tremasse senza sosta dal primo secondo in cui era uscita dal castello.
Non voleva entrare. Non voleva vedere tutti divertirsi, ballare, le coppiette che si baciavano, un trionfo di ragazze con le guance rosse e di ragazzi incerti su come agire. Gli sguardi sfuggevoli, il rito del gioco ancora pudico d' inchiodare le proprie pupille su quelle dell'altra. Sapeva esattamente cosa significasse l' esaltazione del primo appuntamento, del primo ragazzo, del primo bacio... sapeva che l' intera Hogwarts era stracolma di ormoni in fermento, e ne voleva restare assolutamente fuori.
Stava per l' appunto facendo questi pensieri, quando sentì dei risolini e fruscii di vesti che strascicavano il pavimento. -Se lo venisse a sapere...- mormorò la voce femminile, con un tono sorridente.
-Non è mai venuta a sapere nemmeno delle altre volte, figurati se scoprirà mai qualcosa, è così ingenua...-.
Kathleen riconobbe quella voce in mezzo secondo. Era Anthony.
Buttò giù la seconda cicuta della serata; si sentì morire dentro un' altro po', e percepì un blocco di ghiaccio formarsi nel cervello, pesante e anestetizzante.
Rimase dov'era, immobile. Non era nascosta né niente, ma il punto dov'era seduta non era illuminato dalla luce lunare. E poi, sembrava che i due fossero abbastanza distratti per notare qualsiasi altra cosa che non fosse l' incavo delle loro bocche.
-Ti amo- tubò Wise, appena ebbe il tempo di respirare.
-Anch'io-.
A quel punto, Kathleen scoppiò a ridere di gusto, applaudendo a piene mani. S' alzò in piedi, una rabbia assassina che le vibrava nel corpo, e puntò gli occhi infernali sugli innamorati sbalorditi. -Ammiro le tue capacità recitative, Anthony- annunciò, con un'aria tutta divertita, come se la cosa non la riguardasse minimamente. Sembrava stesse per risponderle, ma Kath fu più veloce. -No, risparmiati qualsiasi sillaba ti stia ronzando per la testa. Non voglio parlare con te, ma con la cara Wise-. Scoccò un ironico sorriso compassionevole alla titubante ragazzina, fissandola nei grandi, vacui occhi blu da mucca spaventata dal tuono. -I tuoi genitori non potevano darti un nome meno azzeccato, bimba mia. Credi davvero che questo porco sia capace di un'elevatezza di sentimento come l'amore? Andiamo, guardalo. È la cosa più mediocre che io abbia mai visto. Non lasciarti prendere in giro anche tu da questo idiota, per favore. Ti giuro che mi farebbe sentire male vedere che anche altre finiscano per illudersi alle sue stronzate come ho fatto io-.
Wise non le rispose, e nemmeno Anthony trovò qualcosa da dire.
-Quanto a te, dio mio, non so proprio cos'ho visto in te. Ah, già... niente. Stavo con te solo perché tutte le mie amiche avevano qualcuno, e io no. E, tra parentesi, quei capelli spettinati non ti fanno sembrare più figo, mi spiace. Sembra che tu abbia passato troppo in tempo in guferia e che un allocco abbia deciso di nidificare sulla tua testa... no, stai zitto, fammi finire il mio discorso e poi me ne vado e vi lascio alla vostra intimità. Oh, giusto, ovviamente hai la mia benedizione per procedere, dato che, naturalmente, tra noi è ufficialmente tutto finito. Dunque, cara Wise, ricordati che l'unica cosa che vuole da te, oltre al tuo bel faccino, è quella umida cavità che hai in mezzo alle gambe. Arrivederci e buona serata!-.
Se ne andò camminando molto velocemente, la mascella rigida e una soddisfazione violenta che non aveva mai provato.
Si diresse immediatamente verso i banconi del rinfresco piazzati in Sala Grande, sicura che lì, da qualche parte, i ragazzi del settimo anno avevano corretto qualche bibita con un bel po' di whisky. C'era una fila di gente relativamente piccola, rispetto alla massa di persone che s' affaccendava in pista da ballo. In mezzo a loro, intravide Waller. Gli fece un cenno, mimando con le labbra: alcool.
Il ragazzo sorrise, avvicinandosi con fare complice. -Guarda cos'abbiamo qui, una minorenne che vuole bere!-.
-Andiamo, lo so che tu e Wigghum avete mischiato qualche superalcolico nelle caraffe. Qual è quella giusta?-. Kathleen non era dell' umore per perdere tempo con chiacchiere inutili e battutine a cui avrebbe dovuto ridere.
-Evviva la schiettezza... vieni, è seminascosta dietro quei dolci bulgari dall' aria pessima che non mangerà mai nessuno... ma non spargere la voce, altrimenti tutti gli alcolici spariranno in mezzo secondo!-. Waller versò due bei bicchieroni pieni, e la ragazza se lo scolò in un battibaleno, schioccando le labbra con fare disgustato. -UGH! È fortissimo!- si lamentò, guardando il bicchiere con una smorfia. -Che principiante...- commentò l' altro, scuotendo la testa con aria di superiorità.
Ciò fece immediatamente offendere Kathleen. -Versamene un altro, per favore-. Lo disse con aria di sfida, il mento alzato, spavalda.
-Assolutamente no. Non voglio marmocchie vomitanti in giro per Hogwarts. Dov'è il tuo accompagnatore? Dovrei dirgli che la sua ballerina sta cercando di ubriacarsi per dimenticare quanto è brutto di faccia?-.
Questa volta la ragazza non poté fare a meno di ridacchiare. -Avercene uno! Ho piantato il mio ragazzo cinque minuti fa, e il mio ballerino mi ha mollato in asso prima che la serata iniziasse-. La buttò lì, con aria ironica, ma un po' di amarezza trapelò comunque dalla sua voce. Ciò probabilmente spinse Waller a riempirle di nuovo il bicchiere, commentando: -Brutta storia, vecchia! Anch' io sono da solo. Cioè. Avevo i miei amici, ma come puoi notare, la gran parte di loro se l' è defilata con qualche ragazza-.
-Brutta storia, vecchio!-. E si scolò il secondo bicchiere, ed il blocco di ghiaccio che aveva in testa si fece più pesante e più saldo.
Aveva voglia di raggiungere le ragazze e sfogarsi, raccontare tutto quello ch' era successo. Aveva voglia di ballare, di lasciarsi inondare dalla musica senza pensare. Aveva voglia di essere cinta dalle braccia di un uomo e di sentirne l'odore di menta del dopobarba. Non voleva tornare in camera e sottostare allo sguardo inquisitorio di Evangeline, per carità. E non voleva restare lì in piedi, con un bicchiere vuoto, in compagnia di gente con cui non si sentiva a suo agio.
-E se ballassimo una canzone? Non ti stai annoiando anche tu?- si sentì dire Kathleen. Poi strabuzzò gli occhi. Cosa? L' aveva detto davvero?! Non si era accorta nemmeno di aver aperto bocca! Lanciò un' occhiata furtiva e imbarazzata a Waller, che sorrideva strafottente.
-Il ballare non è il mio forte, e fidati, non vuoi essere messa in ridicolo davanti a tutti-.
Kathleen fece spallucce e si versò un altro bicchiere. Un qualche demone le diceva di continuare a bere. Di sbronzarsi fino a dimenticarsi chi fosse. Ingoiò del cibo a caso, per togliersi dalla bocca il saporaccio di alcol, e proprio mentre si versava il terzo (e si promise, l'ultimo) bicchiere, delle dita le batterono sulla testa.

-Sapevo che ti avrei trovata qui-.
Era Elisabeth, la voce un po' preoccupata, un po' ironica.
-Eli cara. Che fine ha fatto il tuo Richie?- le domandò l' amica, ignorando lo sguardo scettico e pure un po' esasperato della Serpeverde.
-Proprio qui, Kathie, dietro di te- le rispose lui, mentre alzava un bicchiere accennando un brindisi silenzioso. Fece toccare il proprio drink con quello della ragazza, e ne sorseggiò un po'. Lei lo imitò.
-Scusami sai, non ti avevo visto... penso di essere leggermente brilla- commentò, chiudendo gli occhi. Eh sì, se li teneva chiusi, tutto cominciava a girare in modo piuttosto nauseante.
-Quanti te ne sei fatti fuori di questi?-.
-Uhm... tre con questo-.
Richard e Waller si lanciarono un' occhiata del tipo: 'che pivella!'.
-Beh, basta così allora...- sospirò Elisabeth, per poi prendere l' amica per il polso e trascinarla fuori dal raggio uditorio dei ragazzi. -Che ti prende, Kath? E dove hai lasciato Pudge?-.
Kathleen cominciò a ridere, piano, ma di gusto. -M' ha scaricata, Eli. Era venuto a parlarmi solo per dirmi che non avrebbe passato la serata con me, ma con la sua nuova ragazza che ha ben pensato di trovarsi oggi-.
La mora apparve sbalordita. -Mi spiace... ma tu stai ancora con Anthony, vero? Quindi il fatto che anche lui si sia fidanzato non dovrebbe affliggerti più di tanto...-.
-Ci eravamo "presi una pausa", come ben sai. Adesso l'ho beccato a pomiciare con la cara Wise, e dunque, beh, diciamo che abbiamo ufficialmente rotto- le confessò la Serpeverde, la quale non aspettava altro che raccontare a qualcuno l'accaduto. Quando notò la compagna rabbuiarsi, però, aggiunse: -Mi raccomando non dirlo a Bea, o quella lo sotterra vivo nella foresta! Aveva ragione, dovevo proprio mollarlo prima, già...-.
-E farebbe anche bene! Mi spiace davvero, Kathleen, che sia finita così...-.
Eccola. Empatica come al suo solito; Kath vedeva la sua espressione rabbuiarsi, e non intendeva lasciare che accadesse. -E chissenefrega! Non ho mica bisogno di un uomo per sentirmi completa. Tu vai e passa una bella serata con Richie!- esclamò, con un sorriso a trentadue denti, evidentemente forzato. Detto questo, ingurgitò il resto dell'alcool e s' infilò fra la folla, in modo da non farsi trovare dall' amica. Non voleva rovinarle la festa con i suoi problemi; ne avrebbero parlato il giorno seguente, in dormitorio, con Cassandra e Beatrix. Sgusciò tra la massa di gente il più fluidamente possibile, ma rimase intrappolata in un ammasso di ragazzi imbambolati in un punto. -Volete spostarvi? Che cavolo state lì impalati a fa... oh, c'è Barbie Parigina con quel bel vestito di seta attillato, d'accordo...- commentò acidamente Kathleen, ferma a guardare la campionessa Fleur Delacour danzare con Roger Davies. Effettivamente era difficile non notarla; i capelli e il vestito si confondevano in un monocromatico argento luminoso. Non aveva mai visto in vita sua una ragazza brillare più di Fleur in quel momento; ma forse, non aveva controllato abbastanza bene, perché ce ne dovevano essere molte altre in quella sala che splendevano in quel modo, e ben pochi che, però, si sforzavano di notarlo.
"Devo sedermi, mi gira la testa...". S' allontanò dal manipolo di ammiratori in cerca di uno spiraglio libero dove sedersi; i ballerini vorticavano ancor più ferocemente nella sua testa che sulla pista, sentiva salirle la nausea.

 -Permesso...- niente, la gente iniziava a scorrere verso il centro, che stava accadendo? La musica classica si era fermata... si girò a guardare, e la borsetta le cadde distrattamente di mano. -Oh, merda- imprecò, e si chinò a raccoglierla, scomoda in tutti quei veli rossi inutili. Alzò lo sguardo dal pavimento e notò dei pantaloni neri esattamente a due centimetri di distanza da lei. Imbarazzata, si rizzò in piedi con uno 'scusa' mugolato, per poi trovarsi difronte Cedric Diggory.
"Merda. Merda. Merda".
-Ehm, tutto okay, Shadow?-.
Santo cielo quant' era bello. La ragazza lo fissò dritto negli occhi grigio perla. Erano capaci di distruggere qualsiasi difesa costruita con tanta cura e devozione, tutto l' autoconvincimento e la forza che la Serpeverde aveva passato a tessere in quella serata stavano per sgomitolarsi miseramente in quello sguardo imbarazzato.
-Uh, uhm, salve, Ce, ehm, Diggory, scusa, non volevo metterti a disagio... c'è un casino, non so dove sto andando e, eh... mi era caduta la borsa dalla distrazione, non volevo...- biascicò, sguardo basso. Ecco il sangue ribollirle le guance e le orecchie. Ecco la voce tremula e insicura.
Si sentì improvvisamente le lacrime agli occhi. -Beh, se proprio vuoi saperlo, non c'è niente che sia okay- sbottò, ripuntando le foreste dei suoi occhi dritto verso quel cielo plumbeo incastonato in dei lineamenti perfetti. Questa volta aveva un tono di voce sicuro, sfrontato, quasi superbo. -Oggi è stata la serata peggiore degli ultimi tempi. Il mio ragazzo se la fa con un’altra. L’ho piantato. Il mio cavaliere mi ha abbandonata ancora prima che cominciasse la serata e adesso sono ubriaca e non me ne frega niente di dire tutto quello che penso-.
Evidentemente lo spirito di prefetto del Tassorosso prevalse sull' imbarazzo generale di una conoscente che gli butta addosso le sue deprimenti esperienze. -Ubriaca? Ma non sei minorenne? Pensavo che gli insegnanti controllassero che cosa viene servito al rinfresco...- osservò, evidentemente sorpreso dalla noncuranza della sfera docenti.
-Io penso che oggi non vedano, non parlino e non sentano, caro mio... dove hai mollato la Chang?-. "O forse" pensò, "sono tutti più ciucchi di noi studenti messi insieme".
-Oh, ha detto che aveva bisogno del bagno, ma in realtà penso l' abbiano rapita le amiche per sapere qualche dettaglio- sospirò, leggermente
compiaciuto, leggermente imbarazzato.
-Oooh, anche io voglio sapere qualche dettaglio... state insieme ufficialmente, innanzitutto?- chiese Kathleen, cercando di nascondere in una finta malizia un bisogno assetato di risposte.
-Ehm, no, però siamo usciti più volte prima, sai, ehm, una volta anche da Madama Piediburro ed ecco...-. Cedric voleva evidentemente morire piuttosto che addentrarsi più a lungo nel discorso.
-Vi siete già baciati, ho capito... non voglio sapere se avete fatto altro, tranquillo. Posto disgustosamente lezioso e sdolcinato, decisamente rivoltante, non il mio genere di uscita romantica, ma immagino che alle bamboline standard sia questo quello che piace, no?- lo provocò Kathleen. Era l'alcool che le stava dando tutto quel coraggio per sfogarsi? Era la disperazione, la tristezza imbottigliata? Nonostante tutto, si sentiva così libera a dire esattamente quello che pensava! Non c'era sensazione migliore nell’ universo!
-Cosa intendi dire, scusa?-. Si era offeso. Quanta nobiltà d' animo. -E poi, non abbiamo ancora fatto niente...-.
-Via quella faccia, questo cavalleresco difendere la tua donna è molto tenero, ma parliamoci francamente-. Kathleen schioccò le nocche, segno di nervosismo, ma quel crac sonoro le diede talmente soddisfazione che non poté non continuare il suo non premeditato monologo. -Lei ti fa stare bene, vero? Oh, la classica ragazza semplice, dolce, acqua e sapone e romantica. Quello che un uomo pensa di aver bisogno. Ma ascoltami, Cedric. A lungo andare non funzionerà. Non ti farà più stare bene, no, perché tu diventerai di sua proprietà. E lei non capisce, e forse nemmeno tu adesso, che le persone non appartengono a nessuno. Non puoi controllare le persone, non puoi appropriarti di qualcun altro. L' unica caratteristica che accomuna il genere umano, beh, è la varietà. Siamo animali vari, e imprevedibili. Ciò che ci rende unici, ugualmente diversi, è la nostra imprevedibilità. E prima o poi tu farai qualcosa che le dà fastidio, e viceversa, ma vi comporterete in modo di compiacere l'altro. E questo non ha senso. Dovrebbe essere questo il prezzo per l’amore? Barattare la libertà? Io non ci sto. Non dare mai la responsabilità di qualcosa di così serio nelle mani di qualcun altro. Cedric... mi piaci. Molto. Da quando ti ho visto tentare inutilmente di montare su una tenda alla Coppa del Mondo, tutto impacciato. Dalle provocazioni reciproche di quelle giornate. Dalle bruciature del drago alla prima prova che ti ho aiutato a medicare, preoccupata da morire che potessero essere molto peggio... Non ci conosciamo molto, è vero, abbiamo avuto solo episodi sporadici insieme e probabilmente sono stata più irritante che altro. E poi, non sono per nulla diversa da tutte le altre ragazze di Hogwarts, infatuate del bel campione Tremaghi. Ma ho la conferma, adesso, che so come funzionano le persone. Con tutta la magia del mondo, non decifreremo mai perfettamente come funziona un cervello umano... ma io so capire, te lo prometto, capisco come nessuno, Cedric. Vedo la tua ragazza che si avvicina... e me ne vado. Ma riflettici su-.
Cedric provò a fermarla toccandole un braccio (senza afferrarlo, da vero galantuomo), ma lei gli lanciò uno sguardo triste che poi si focalizzò su un punto dietro di lui.
Il ragazzo si girò; stava tornando Cho con le sue ancelle, e quando si voltò di nuovo verso Kathleen, intravide solo la cascata di luminosi capelli nero inchiostro.

  
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