“Dean!
DEAN! Fermati! Accidenti… o
almeno rallenta” urla Sam al maggiore cercando di tenere il
passo e
azzerare quei pochi metri che li separano; quando finalmente, dopo aver
attraversato tutto il bunker, Dean si ferma, Sam ha giusto il tempo
per riprendere fiato prima di guardarsi intorno e realizzare dove
sono finiti e soprattutto cosa c’è dietro la porta
che entrambi
stanno fissando.
“Ok Dean.. mi dici che succede?”
domanda il minore facendo finta di niente, nonostante dentro di
sé
sentiva crescere sempre di più l’ansia e il cuore
battere mano a
mano più forte.
“Sam, non le senti? Sono come.. non
lo so… grida! “ spiega nervoso, sul viso il chiaro
segno del
disagio che sente a udire quelle voci; il minore, ben consapevole di
cosa stesse parlando e soprattutto memore del piano, cerca in tutti i
modi di sviarlo dicendogli “Non sento niente…
forse sono solo i
ricordi che hai appena recuperato che si sono sovrapposti uno
all’altro e creano quelle che tu percepisci come
grida…”.
Dean, con l’espressione confusa e
allo stesso tempo incredula, si gira verso il minore e, insieme a
un’alzata di sopracciglia gli domanda “Si
può sapere cos’hai?”.
“In che senso scusa? Non capisco..”
“Sam, cosa stai cercando di fare?
Perchè ti stai comportando così?”
chiede, l’espressione sempre
più curiosa per lo strano comportamento dell’altro.
“Così come? Dean, sto solo cercando
di darti una mano….”.
“Sam. Fammi un favore… se vuoi
tenerti i tuoi piccoli segreti, non posso fermarti ma… non
..
trattami… come…
un’idiota…”
“Dean, che succede?” domanda Sam
preoccupato quando Dean, a pronunciare la frase, diminuisce sempre di
più il tono fino a sussurrare l’ultima parola,
guardando in giro
perplesso.
“Non saprei. Ho come un dejà vu…
abbiamo già avuto una conversazione simile.. ma non ricordo
esattamente il motivo… la mia testa in questo momento sembra
un
frullato di ricordi… ma sono sicuro di averla già
detta…” pensa ad alta voce, lo sguardo fisso
altrove, segno della
concentrazione nel recuperare quel ricordo così lontano.
“Sono sicuro che ti verrà in mente…
E giusto per chiarire, io non ho segreti con te Dean”.
“Allora perchè vuoi a tutti i costi
allontanarmi da qui, nonostante sappiamo entrambi che dietro a questa
porta c’è qualcosa che devo ricordare?!”
gli urla addosso
quando nello stesso istante realizza cosa sta succedendo, mettendo
insieme tutti gli indizi.
“Aspetta… credo di aver capito…
il tuo comportamento, quello di Cas prima di rientrare nella versione
2.0 del bunker… e poi quello che hanno detto i demoni quando
mi
hanno rapito…”.
Sam, capendo che Dean stava rimettendo
a posto tutti i pezzi, prova per l’ultima volta a far finta
di
niente, sperando in una rinuncia da parte dell’altro, anche
se in
cuor suo sa che, ora che il maggiore ha scoperto tutto, mai avrebbe
desistito a riacquistare quei maledetti ricordi.
“A che cosa ti riferisci Dean?”
domanda ma, appena l’altro punta i suoi occhi smeraldi
carichi di
consapevolezza e decisione, intuisce che niente l’avrebbe
fermato
ora.
“Ricordo quasi tutta la mia vita, ma
c’è ancora qualche dettaglio che mi
sfugge… ed ora ho finalmente
capito il perchè!!! Sai, non so se ve l’ho
raccontato, ma quando i
demoni mi hanno rapito, uno di loro mi ha detto una cosa ma, visto
com’ero ridotto, non ci ho fatto molto
caso…” spiega
velocemente al minore, il ricordo di quell’esperienza ancora
viva
nella sua memoria nonostante tutto; Sam, nel frattempo, più
sentiva
parlare l’altro, più percepiva la gola secca, la
saliva
impossibile da mandare giù nonostante tutti i suo tentativi.
“Dean… di cosa stai-”
“Mi disse ‘Sai mi aspettavo di
più dal famoso Dean Winchester, colui che
è riuscito a
resistere alle torture dell’Inferno per 30 anni e poi
è diventato
l’allievo prediletto di Alastair’... ed
ora ha tutto senso!
Ecco di cosa si trattava… del fottutissimo
Inferno!” urla al
ragazzone di fronte a lui, la mano sul viso per scacciare dalla mente
quel ricordo così doloroso e la conseguente consapevolezza
di ciò
che è successo nel periodo ancora oscuro nella sua mente.
“Mi dispiace Dean… volevo evitarti
ancora tutto quel dolore… pensavamo che non ricordando quel
periodo, nulla sarebbe cambiato…ma dubito che a questo punto
tu
voglia rinunciare..”.
Preso un profondo respiro, Dean punta i
suoi occhi in quelli multicolore del fratello, dicendogli poi,
convinto più che mai “Sammy, capisco che sia te
che Cas volete
proteggermi da qualunque cosa ci sia oltre quella porta.. ma questo
è
il mio passato e, bello o brutto che sia, lo devo affrontare per
poter andare avanti..” e vedendo ancora
l’espressione preoccupata
dell’altro aggiunge, mostrandogli un sorriso che lo
tranquillizza
subito “Non ti preoccupare! In ogni caso, so che
avrò pronta qua
fuori quella spina nel fianco del mio fratellino!”.
“Jerk”.
“Bitch”.
Pronto per entrare e fronteggiare
qualunque cosa ci sia dietro quella porta, Dean si gira ancora verso
il fratello e, quasi in un sussurro gli dice “Sam…
ho bisogno di
chiederti un favore… ”.
“Dimmi Dean..” e non sa neanche
perchè, ma dentro di sé prova già una
bruttissima sensazione.
“Aspettami qua fuori, per questa
volta..” gli chiede, il tono della voce così basso
da essere a
malapena udibile, lo sguardo che vaga ovunque, eccetto che su quello
dell’altro.
“Perchè!? Soprattutto in questa
situazione dovresti aver-” ma non fa in tempo a finire che
Dean lo
interrompe dicendogli un “Per favore”
così supplichevole che Sam
si ammutolisce all’istante; ed è proprio nello
stesso momento che
capisce il perché di quella richiesta: il maggiore non vuole
che il
suo fratellino veda quello che gli è successo
all’Inferno, delle
torture e delle sofferenze, perchè nonostante non ricordi
nulla, sa
esattamente cosa dovrà affrontare una volta superata la
soglia.
“Va bene. Ti aspetto qui … ma anche
io ho una richiesta da farti… se hai bisogno di aiuto, non
esitare
neanche un istante a chiamarmi.. intesi?” e il suo sguardo
è così
determinato che il più grande accenna una piccola risata per
poi
rispondere “Sissignore”, e detto questo, abbassa la
maniglia e,
lanciando un'ultima occhiata fugace al fratello, entra
all’interno
della stanza.
Mosso
il primo passo dentro quello
strano posto, Dean inizia a guardarsi in giro, non riuscendo a capire
il motivo per cui il suo subconscio lo avesse condotto in quello che
a prima vista sembrava un deposito di vecchi scatoloni, pieni di
fascicoli e oggetti vecchi; prima di iniziare a insultarsi da solo
per quella strana scelta, decide di concedersi qualche minuto e dare
un’ occhiata in giro, alla ricerca di quel qualcosa che, come
era
accaduto anche in precedenza, facesse scattare tutto. Ed è
proprio
in quel momento che, per pura coincidenza, nota una linea nera per
terra, troppo spessa e ben delineata per essere stata tracciata
casualmente…abbassandosi e seguendo il contorno con il dito,
percepisce sulla pelle uno spiffero e, osservando lo scaffale davanti
a lui, capisce che c’ è qualcosa dietro.
Con gesti titubanti,
Dean afferra l’estremità di ferro del ripiano e,
con tutte le sue
forze, lo tira verso di sè, lasciando così
scoperta la camera
nascosta: uno spazio abbastanza grande, in cui al centro
c’è una
sedia di legno, esattamente nel mezzo di una trappola per demoni;
sorpreso, il ragazzo si avvicina lentamente, il braccio proteso verso
quell’oggetto così inusuale ma allo stesso tempo
familiare…
quando manca neanche un centimetro per far sì che la sua
mano
toccasse la strana seggiola, ecco che un ricordo fa breccia
prepotente nella sua mente, lasciandolo del tutto senza fiato, come
successe la prima volta nella sua stanza.
Ricorda
perfettamente il giorno in cui gli hellhound vennero a
prenderlo…
ogni momento,immagine, parola è impressa nella sua mente
come un
segno indelebile.
Rammenta quando, allo scoccare della mezzanotte,
aveva guardato il viso di Sam, bagnato dalle lacrime, impotente di
fronte allo svolgersi degli eventi, e per il destino che il fratello
avrebbe dovuto affrontare, tutto per salvarlo un anno prima.
E
ancora ora, rivive i suoi ultimi istanti, quando i cani infernali lo
attaccarono, squartando qualsiasi cosa trovassero sotto i loro
artigli, mentre suo fratello pregava, urlava al demone di fermare
quella tortura, ottenendo in cambio solo una risata gelida.
Nel
momento in cui si era svegliato, rimase sorpreso nel vedersi in piedi
accanto al suo corpo, mentre Sam lentamente si avvicinava, gli occhi
pieni di lacrime alla vista del corpo martoriato del suo amato
fratello.
‘Forse non finisci subito all’Inferno.. forse
c’è
ancora tempo per-’ prova a formulare la sua mente cercando di
elaborare il tutto, quando all’improvviso percepisce su di
sé
qualcosa, simile a serpenti, che lentamente si stavano arrampicando
su per tutto il suo corpo; volgendo lo sguardo verso il basso, si
sorprende nel vedere delle catene scivolare gradualmente su di lui,
raggiungendo poco dopo le spalle.
Un dolore acuto alla spalla lo
sveglia da quella strana visione, facendolo gemere per la fitta
improvvisa… mentre si gira verso l’origine di
quello spasimo,
rimane boccheggiante nel vedere la punta di un grosso amo squarciare
la sua carne e la maglietta, sporgendo verso l’esterno.
Facendo grandi respiri per mantenere
la calma, un altro dolore gli spezza il fiato, stavolta proveniente
da delle catene che si erano attorcigliate intorno ai suoi polsi,
stringendo sempre più stretto, fino a penetrare lentamente
nella
carne e facendo colare gocce di sangue denso lungo tutto il braccio;
mentre il panico fa sempre più spazio nella mente e nel
cuore di
Dean, un altro uncino va ad unirsi al primo,
stavolta però sul fianco sinistro, ed è proprio
quello che
violentemente inizia a trascinare verso il basso, seguito da tutte le
altre catene, il corpo teso del maggiore dei Winchester, ormai
conscio di quello che da lì a poco avrebbe visto e
soprattutto
vissuto… e infatti, quando pochi attimi dopo riapre gli
occhi,
chiusi per istinto per la pressione dolorosa nei punti ricoperti
ormai fiotti di sangue, si ritrova appeso in mezzo al nulla, mille
catene che lo circondano mentre quelle presenti già sul suo
corpo
tirano in ogni direzione, intensificando quella sofferenza che stava
provando.
Con la paura come unico sentimento
nella sua mente, urla con tutte le sue forze il nome
dell’unica
persona che in quel momento potesse dargli forza e
speranza….
“Saaaaaaaam!”.
“Saaaam!”
urla ancora assorto dal
quel ricordo così doloroso.
Il minore, fermo dall’altra parte
della porta, si spaventa immediatamente a sentire quel grido
provenire da Dean e, preoccupato per l’altro, prova a
entrare;
quando ogni suo tentativo sembra fallire, inizia a tirare delle forti
spallate all’entrata di ferro, il cuore che pompa furioso il
sangue, l'ansia che di secondo in secondo cresce sempre di
più a
sentire i gemiti soffocati del maggiore.
“Aeils! Aeils! Dove sei?! Cosa
diavolo sta succedendo?” grida con lo sguardo verso
l’alto,
sperando nell’aiuto provvidenziale della ragazza.
Nel
frattempo, all’esterno, Cas
continua a tener sotto controllo la situazione, sperando con tutto se
stesso che il piano che aveva ideato Sam funzionasse, senza
conseguenze a lungo termine; la sensitiva, percependo i dubbi
dell’angelo, prova a consolarlo dicendogli “Senti
occhi azzurri!
So quali sono le vostre intenzioni, tue e del tuo amico
spilungone…
ma come ho già detto a lui, non potete sapere se i ricordi
di Dean
relativi a questo ‘brutto periodo’ rimangano
sepolti o vengano
in qualche modo a galla.. l’unica cosa che ti posso dire
è che,
qualunque cosa succeda, dovete stare al suo fianco perché
questo
processo è difficile sotto ogni punto di vista… E
da quello che ho
chiaramente percepito dai tuoi pensieri, so che non abbandonerai mai
questo testone.. vero Castiel?” aggiunge dopo aver guardata
per un
istante l’amico alato.
“Hai ragione… non lo abbandonerò,
qualunque cosa succeda… posso chiederti, se è
possibile, come sta
andando lì dentro?” chiede titubante, indicando
l’intreccio di
mani tra i tre ragazzi.
“Certo… li sto lasciando la loro
privacy ma una piccola occhiata possiamo darla, giusto?!
Sarà il
nostro piccolo segre-” ma non termina neanche la frase che il
corpo
di Dean inizia a muoversi agitato sul letto, la testa che si volta da
un lato all’altro di scatto, le mani lungo i fianchi chiusi a
pugno.
“Aeils che sta succedendo?! Perchè
Dean si comporta così?” domanda spaventato Cas
mentre con tre
grandi passi raggiunge il fianco della sedia dove è seduta
la
ragazza.
“Per favore, devi stare in silenzio
ora! Sto cercando di capirlo… qualunque cosa sia successa,
sto
facendo più fatica a mantenere il contatto tra
loro… quindi mi
serve più concentrazione..”.
_____________________________
“Sam! Sam che diavolo sta succedendo lì dentro?!”
“Eccoti finalmente! Non lo so!! Non
sono riuscito a fermarlo dal ricordare quel periodo e ora, non so
perchè, sono bloccato fuori dalla stanza! Non era mai
successo!
Riesci a farmi entrare?” le spiega, nella voce la
preoccupazione
per il fratello.
“Non riesco Sam! E’ questo il punto! Mi sta bloccando fuori! E’ come se si fosse creato una sorta di stanza impenetrabile, in cui neanche io riesco ad entrare! Ma non è questo il problema principale… il suo corpo qua all’esterno sta iniziando ad agitarsi e io sto facendo sempre più fatica a mantenere il contatto tra voi!”
“Che significa? Potrebbe succedere
qualcosa?”
“Non lo so… non mi è mai capitata una situazione del genere! Ma non voglio scoprirlo… io cerco di resistere più che posso… tu devi riuscire in qualche modo a calmarlo! Sam, lascio tutto nelle tue mani… “
E detto
questo, la voce di Aeils
scompare, lasciando il minore in preda ai suoi pensieri: sapeva che
era una pessima idea lasciar ricordare quel maledetto periodo a Dean,
ma che alternative ha avuto? Non ha mai visto nessuno più
testardo
di suo fratello quando si puntava su qualcosa e, il discorso che
avevano avuto minuti prima, era una chiara dimostrazione...ma
ora non ha tempo per pensare a tutto questo! Suo fratello ha bisogno
di lui e, in un modo o nell’altro doveva riuscire a
tranquillizzarlo, così da uscire tutti incolumi da
quell’esperienza
assurda.
Mentre tutto questo si stava svolgendo
al di fuori della massiccia porta in ferro, Dean all’interno
della
stanza stava rivivendo il viale dei ricordi dell’Inferno, 40
anni
di torture senza fine, fisiche e psicologiche… ed
è proprio in
quel momento che ricorda uno dei momenti peggiori di quel terribile
soggiorno: l’istante in cui ha ceduto e ha detto
‘Sì’.
Un’altra
giornata di torture era
appena terminata… il suo corpo, o almeno quello che ne era
rimasto,
era tornato in perfetto stato, pronto per una nuova sessione con il
prossimo demone che aveva voglia di divertirsi.
Sapeva esattamente quanto era
passato dal momento in cui aveva messo piede in quel lurido posto: 30
anni precisi, esattamente quel giorno… come faceva a
saperlo? Molto
semplice: ogni giorno era scandito dall’arrivo di Alastair,
il
torturatore per eccellenza dell’Inferno e, ogni singola volta
in
cui lo vedeva, gli domandava la stessa identica cosa, volta dopo
volta.
“Allora Dean… come siamo andati
oggi? Sei pronto ad accettare la mia offerta?” gli chiedeva
sempre
con un sorriso gelido in volto, così perverso che avrebbe
spaventato
persino Lucifero stesso.
“Sai che ti dico Alastair
…Fottiti! Prenditi la tua offerta e ficcatela lì
dove non batte
sole! La mia risposta non cambia!” gli urlava addosso,
determinato
più che mai a non cedere, nonostante nella sua voce si
sentiva
chiaramente dolore e paura.
“Vedremo, vedremo… a domani
Dean! Non vedo l’ora di sentire le tue urla riecheggiare per
tutto
l’Inferno” e con un risata che ti faceva venire i
brividi, se ne
andava, lasciando il maggiore dei fratelli appeso alle sue catene, a
riprendere quei pochi attimi di respiro prima di una nuova sessione.
Durante la sua permanenza in quel
terribile posto aveva compreso in poco tempo come veniva portata
avanti la baracca: ogni giorno un nuovo aguzzino si presentava nella
sua cella - i luoghi variavano a seconda del torturatore - e, per
l’intera ‘giornata’ si divertiva a
infierire su lui, senza
alcuna pietà… ognuno aveva la sua tecnica:
c’era chi, con un
solo coltello, non lasciava niente se non un singolo organo ancora
pulsante… oppure l’appassionato di veleni, che si
divertiva a
veder contorcere le proprie vittime sotto gli effetti di quella lenta
tortura… oppure ancora, quello che neanche appoggiava un
singolo
dito sulla pelle candida del cacciatore, pronta a una nuova tortura,
aggiungendo sempre alla fine ‘I miglior torturatori sono
quelli che
non si sporcano le mani’ … molti altri riempivano
quei giorni
lenti di Dean ma ormai il ragazzo aveva iniziato a temere sempre di
più il finale del ciclo di torture, dettate
dall’arrivo di
Alastair; appena iniziava, Dean avrebbe voluto poter morire o anche
svenire, per dare un attimo di sollievo al suo corpo o alla sua mente
ma non era possibile… ed era questo il problema
dell’Inferno:
nonostante la tortura fosse insopportabile, alla tua anima -
perché
era quello il problema, il fatto di essere solo un anima… -
non era
permessa né la morte, né uno svenimento per
riprendere fiato…
potevano strapparti anche il cuore dal tuo petto, tu rimanevi
lì a
fissarlo battere e battere ancora, senza poter far nulla se non
restare impotente di fronte al tuo aguzzino.
Era questo che aveva dovuto
sopportare Dean per 30 anni, torture e sofferenza senza
limiti… ed
è proprio in quel particolare giorno,
l’anniversario del suo
arrivo, che mandò al diavolo tutti i suoi buoni propositi di
resistere per Sam, per Bobby.
“Allora Dean...come siamo andati
oggi? Sei pronto ad accettare la mia offerta? Tu scendi dalla ruota,
mettendo qualcun altro al tuo posto e inizia a torturare…
allora,
accetti?” gli chiese e, dallo sguardo che gli
regalò in quel
momento, Alastair aveva già capito quale fosse la sua
risposta.
“Sì… Accetto”.
“Noooooo”
urla al vuoto, le
immagini di quel terribile momento impresse a fuoco nella sua mente.
Sam, che intanto stava cercando in
tutti i modi di entrare in quella sorta di camera blindata, a sentire
l’urlo dell’altro gli gela il sangue nelle vene:
non aveva idea a
che punto Dean fosse con i ricordi, ma doveva intervenire in fretta,
prima che potesse succedere qualcosa di terribile, come annunciato da
Aeils.
“DEAN! DEEEEAN! Ti prego, ascoltami!
Concentrati solo sulle mie parole… ti supplico”
gli urla
dall’altro lato della porta, inginocchiato a terra, per la
disperazione, con i pugni che colpiscono più volte senza
fermarsi su
quella barriera solida e allo stesso tempo psicologica.
Dean nel frattempo stava continuando a
ricordare altri momenti della sua permanenza all’Inferno
quando,
come in un sogno, sente una voce che riconosce come quella del
fratello: è come un eco lontano, sovrastato dalle milioni di
grida
che lo circondano… prova a concentrarsi solo su quel suono,
per
capire cosa gli stesse dicendo e resistere a tutto quel dolore che
sta provando.
E come a rispondere alla sua richiesta,
il tono diventa sempre più forte, fino a quando il maggiore
riesce a
comprendere ogni singola parola dell’altro.
“Sam..” sussurra, la voce intrisa
di disperazione, mentre prova ad aggrapparsi in tutti i modi a quel
suono così familiare.
Sam, sentendo pronunciare il suo nome,
gioisce sorpreso, sperando che quelle sue parole e soprattutto quelle
future potessero raggiungere il fratello “Sì,
Dean.. sono qui…
ascoltami per favore e concentrati solo su quello che ti
dico…
ricordi quando eravamo piccoli e ci siamo fermati in quel motel
così
assurdo, con le pareti colore giallo senape? Papà
è andato a caccia
per più di una settimana e tu come sempre ti sei occupato di
me,
nonostante i miei mille lamenti… Ricordi però
quella sera che ci
siamo seduti insieme sul divano, uno accanto all’altra a
guardare
la tele? Abbiamo passato ore a guardare i cartoni, soprattutto Scooby
Doo e in quel momento, vedendoti al mio fianco ridere e scherzare con
me, sapevo che avrei potuto sempre contare sulla tua presenza..
quindi ti prego, lascia che sia io ad aiutarti questa
volta…”
finisce quel discorso così lungo, le lacrime che lente
lasciano
traccia sul suo giovane viso, cadendo a terra.
Dean nel frattempo ha ascoltato ogni
singola parola e, più sentiva, più le grida e il
dolore diventavano
ovattati, fino a scomparire del tutto… i ricordi
continuavano
incessanti nella sua mente ma l’unica cosa che udiva in quel
momento è la voce del fratello, sola ancora di salvezza nei
momenti
più bui.
“Sam…” sussurra quando, ormai
sopraffatto dalla stanchezza di tutta quella situazione, si lascia
completamente andare, finendo sdraiato sul pavimento freddo della
cella; nello stesso identico istante che il corpo tocca terra, la
porta d’entrata si sblocca per poi aprirsi lentamente, come
ad
invitare il ragazzo al di fuori ad entrare. Ed è infatti
quello che
fa Sam non appena vede uno spiraglio di luce provenire dalla stanza:
si butta subito all’interno, cercando nel frattempo Dean con
lo
sguardo e, quando lo vede disteso a terra privo di sensi, corre al
suo fianco; l’ansia è forte mentre lo accoglie tra
le sue
braccia, la mano che si posa tremante su capelli biondo cenere
sudati, accarezzandoli lentamente, quasi con il timore di rompere
qualcosa se solo avesse fatto più pressione.
“Aeils… Aeils mi senti?” chiede
guardando in alto, la voce incrinata dalla preoccupazione mentre
senza accorgersi stringeva a sé il fratello in modo
protettivo.
“Sono qui Sam… la situazione qui fuori sembra essersi risolta.... come sta Dean?”
“Non lo so… è svenuto… penso sia finita ormai.. ti prego, tiraci fuori di qui..”
“Ok va bene”
E detto
questo, una luce avvolge i due
fratelli, catapultandoli nel mondo esterno.
Appena Sam riapre gli occhi, posa lo
sguardo sul maggiore, sdraiato sul divano, il respiro lento, il volto
per la prima volta rilassato dopo tutta quella storia, nonostante
fosse ricoperto di sudore dovuto all’agitazione degli ultimi
ricordi.
“Sam… cosa è successo?”
domanda
Cas un pò titubante, mentre sorregge per le spalle la
ragazza,
privata di energie per mantenere il difficile contatto tra le loro
menti.
“Non lo so Cas… dovremo
chiederglielo a lui quando si sveglia… per ora portiamolo al
bunker
e lasciamolo riposare..” poi, girandosi verso la sensitiva
che lo
stava guardando attenta aggiunge “Ti ringrazio per tutto
quello che
hai fatto… siamo in debito con te… per quanto
riguarda il pa-”.
“Non ti preoccupare per quello… so
cosa fate e so qual’è la vostra vita…
l’ho letto nelle vostre
menti.. facciamo così: se avrò bisogno di voi in
futuro, vi
chiamerò e salderemo così il nostro debito. Cosa
dici?” conclude,
sul volto la stanchezza di tutta quella esperienza.
“Va bene… Grazie ancora Aeils! Cas,
puoi aiutarmi a trasportarlo in macchina?” e senza aspettare
un
attimo, i due ragazzi si posizionano al fianco del maggiore, portando
rispettivamente un braccio per uno intorno al collo in modo da
sorreggere il peso non poco leggero di Dean; una volta sdraiato nei
sedili anteriori, Cas e Sam si mettono in quelli davanti, con il
minore dei fratelli alla guida, partendo alla volta del bunker,
salutando nel frattempo Aeils, che li segue con lo sguardo fino alla
fine della via dall’ingresso della casa.
_____________________________
Sono
passati due giorni da quel momento
quando Dean riapre gli occhi nella sua stanza del bunker; confuso, si
guarda intorno per capire cosa stesse succedendo e, quando si volta
verso sinistra, scorge nella penombra la figura di Sam, piegato sulla
scrivania a leggere quello che da lontano sembra un fascicolo dei Men
of Letters.
“Sam..” lo chiama prima di iniziare
a tossire per la gola secca; in un momento, Sam gli è
accanto,
dandogli immediatamente in mano un bicchiere di acqua, pronto per lui
sul comodino.
“Oddio Dean! Sei sveglio!” gli urla
addosso prima di abbracciarlo, la testa nell’incavo della
spalla
del maggiore per nascondere le lacrime di gioia che ribelli hanno
lasciato gli occhi del minore.
“Sei vai avanti a stringermi così mi
sa che svengo per asfissia! Si può sapere perchè
sei così
contento? E cosa è successo?” domanda subito il
maggiore, mentre
ricambia l’abbraccio del fratello nonostante le parole dette
perchè
entrambi hanno bisogno di sentire il contatto con l’altro.
“Cosa ti ricordi?” domanda Sam,
allontanandosi lentamente dall’altro in modo da dargli un
attimo di
respiro; ma prima che Dean potesse aprire bocca aggiunge
“Aspetta,
sarà meglio chiamare Cas… almeno non devi
ripetere tutta la storia
due volte”.
Quando
anche l’angelo si unisce ai
festeggiamenti per il risveglio di Dean, scambiando con
quest’ultimo
un abbraccio soffocante, si spostano tutti insieme
all’ingresso del
bunker, sul grande tavolo della libreria, per esser più
comodi e
soprattutto per mangiare qualcosa visto le rumorose proteste dello
stomaco di Dean.
“Ok Dean.. cosa è successo quando
sei entrato nella cella? La porta si è chiusa e
nè io nè Aeils
siamo riusciti a entrare….” spiega velocemente Sam
al fratello in
quanto aveva già detto all'angelo cosa era successo.
Dean alza un secondo gli occhi dal
panino che stava per addentare e, deciso a dare un chiarimento a
tutta la storia così da metterci definitivamente una pietra
sopra,
lo riappoggia nel piatto e dice “Non sono molto
sicuro… appena
entrato ho scoperto la camera nascosta, dove c’è
la trappola per
demoni e la sedia… mi sono avvicinato giusto qualche passo
quando,
come era accaduto tutte le volte prima, tutti i ricordi
dell’Inferno
mi hanno inondato la mente, lasciandomi senza fiato… anche
se erano
in qualche modo diversi dagli altri…”.
“In che senso?” domanda stavolta
Cas, cercando di spronare l’amico a continuare; Dean si era
perso
così tanto nei ricordi di quel momento che aveva interrotto
la
spiegazione guardando il vuoto. “Dean?”.
“Sì, sì, ci sono… diversi
nel
senso che erano molto più intensi… era come
essere tornato laggiù
… non riuscivo a fermarli e più andavano avanti,
e più
diventavano reali… finchè non ho sentito la tua
voce Sammy..”
spiega fissando poi il fratello, che ricambia lo sguardo con
un'espressione tra il sorpreso e il confuso.
“La mia voce? ”
“Sì Sam… inizialmente era come un
eco lontano ma piano piano si è fatta sempre più
forte… mi sono
concentrato solo sul tuo racconto e in quel momento, tutto quello che
avevo intorno ha cessato di esistere… non ricordo
altro”.
Terminato il racconto, sia Cas che il
minore fissano Dean che nel frattempo ha ricominciato a mangiare il
panino lasciato lì qualche minuto prima: erano contenti che
quella
storia fosse finita e che a quanto pare, grazie all’aiuto
inconsapevole di Sam, il maggiore era riuscito a recuperare i ricordi
del periodo peggiore della sua vita senza ulteriori danni… o
almeno
così sembrava ai loro occhi.
“Quindi ora ricordi tutto? Va tutto
bene? “ domanda incerto Sam, scambiandosi prima un'occhiata
fugace
con Cas.
“A parte la fame, direi di sì… a
proposito: perché diavolo ho così
fame?”.
“Dean” inizia l’angelo con la sua
classica intonazione che, alle orecchie degli altri, sembrava
nascondesse un intera frase in in un unico nome “credo sia
dovuto
al fatto che hai dormito per due giorni consecutivi… io e
tuo
fratello ci siamo preoccupati, pensavamo non ti svegliassi
più”.
“Oh, capisco … non volevo farvi
preoccupare..”
“Non ti preoccupare Dean!
L’importante è che tu stia bene e che abbia
riacquistato tutti i
ricordi, giusto?” gli dice Sam, sul viso un sorriso
ricambiato
immediatamente dal maggiore.
“Hai ragione.. hai ragione Sammy”
sussurra mentre lentamente l’incurvatura delle sue labbra
diminuisce sempre di più, lasciando spazio ad un'espressione
pensierosa e confusa.
“A che stai pensando?” gli chiede
Cas, notando quel cambiamento improvviso.
“Mi domandavo… perchè secondo voi
Amara mi ha aiutato? Anche se ammettiamo, ha fatto un lavoro di merda
visto l’ ‘a-bi-bone’ con i miei
ricordi…”.
Dopo un attimo di silenzio è Sam a
parlare per primo “Io non penso che la sua scelta sia stata
casuale
… Ha deciso di lasciare in te solo i ricordi migliori, per
non
farti pesare le esperienze passate che in qualche modo ti hanno
lasciato un segno, per così dire. E’ stato il suo
modo per
proteggerti Dean”.
“Non capisco. Se quel che dici è
vero, perchè lasciarmi la caccia? Non fa parte anche quella
delle
cose che, come dici te, ‘hanno lasciato un
segno’?” domanda
incerto, mimando le virgolette nelle ultime parole; Sam ci pensa
qualche secondo e alla fine gli risponde “Per assicurarsi che
tu
fossi al sicuro da tutto quello che si nasconde nel buio. E poi credo
perchè, nonostante le brutte esperienze che abbiamo passato
combattendo creature di ogni genere, è stato proprio grazie
alla
caccia se siamo riusciti a fare del bene! E credo proprio che voleva
lasciarti proprio quella sensazione”.
I tre rimangono in silenzio dopo la
spiegazione di Sam, tutti con la stessa idea nella mente: Amara o
l’Oscurità sembra tenere in particolar modo alla
vita di Dean,
spingendola addirittura ad uscire allo scoperto per salvarlo;
perchè
si è legata particolarmente a lui e soprattutto, potevano
usare la
cosa a loro vantaggio? .
“Bhe direi che la nostra piccola
pausa, se così possiamo chiamarla, dalla ricerca
dell’Oscurità è
finita! Direi di rimetterci al lavoro! Vado a fare rifornimenti:
è
finita la birra e già che ci sono prendo una crostata,
così riesco
a rimanere concentrato… Sam dove sono le chiavi di
Baby?” chiede
Dean ma, mentre pronuncia la domanda, il minore si gira verso Cas,
gli occhi grandi e spaventati come un cerbiatto con i fari puntati
dritti sul muso.
“Sam… dov’è Baby?”
domanda di
nuovo lento, il tono così minaccioso che Sam fa qualche
passo
indietro allontanandosi dall’altro con le mani alzate, in
modo da
arrestare un eventuale attacco a sopresa.
“Dean, è complicato. E’ successo
tutto così in fretta in questi giorni… e-eravamo
davvero
preoccupati per te che non mi è venuto neanche in mente!
“.
“SAM! Hai abbandonato Baby! Come hai
potuto fare una cosa del genere! Povera, povera… da sola in
qualche
assurdo deposito!”.
Sam, vedendo la reazione del fratello,
inizia a correre verso la sua stanza, senza voltarsi, sentendo dietro
di sè i passi pesanti ma anche lenti del fratello
“SAM! Appena ti
prendo te la faccio pagare!”.
Cas nel frattempo guarda la scena
divertito, sollevato nel vedere battibeccare i suoi due amici:
è
vero, i problemi sarebbero arrivati presto e la questione di Amara
era tutt’altro che risolta, ma l’importante
è che per ora si
stanno godendo quel piccolo momento di pace.
Un solo pensiero vaga nella sua mente
‘Speriamo solo che Dean non uccida Sam! Ci manca
giusto un altra
missione di salvataggio’ mentre nel bunker si
sentono ancora
riecheggiare le urla dei ragazzi.
Hello
everybody!
Eccoci giunti all'epilogo di questa storia! Vorrei ringraziare di cuore
tutti coloro che sono arrivati fino a qui! Grazie mille <3.
Un grazie in particolare a coloro che mi hanno accompagnato con le loro
recensioni per tutto il percorso - Balto97 , Cin75, Biota e
TeamFreeWill - ... GRAZIE!
-Eli-