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Autore: SPNlifestyle    05/04/2018    4 recensioni
Un giorno di 'pausa' dalla routine di ricerche sull'Oscurità può portare a un finale inaspettato?
Ambientato nell' 11 stagione.
Genere: Angst, Avventura, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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“Dean! DEAN! Fermati! Accidenti… o almeno rallenta” urla Sam al maggiore cercando di tenere il passo e azzerare quei pochi metri che li separano; quando finalmente, dopo aver attraversato tutto il bunker, Dean si ferma, Sam ha giusto il tempo per riprendere fiato prima di guardarsi intorno e realizzare dove sono finiti e soprattutto cosa c’è dietro la porta che entrambi stanno fissando.
“Ok Dean.. mi dici che succede?” domanda il minore facendo finta di niente, nonostante dentro di sé sentiva crescere sempre di più l’ansia e il cuore battere mano a mano più forte.
“Sam, non le senti? Sono come.. non lo so… grida! “ spiega nervoso, sul viso il chiaro segno del disagio che sente a udire quelle voci; il minore, ben consapevole di cosa stesse parlando e soprattutto memore del piano, cerca in tutti i modi di sviarlo dicendogli “Non sento niente… forse sono solo i ricordi che hai appena recuperato che si sono sovrapposti uno all’altro e creano quelle che tu percepisci come grida…”.
Dean, con l’espressione confusa e allo stesso tempo incredula, si gira verso il minore e, insieme a un’alzata di sopracciglia gli domanda “Si può sapere cos’hai?”.
“In che senso scusa? Non capisco..”
“Sam, cosa stai cercando di fare? Perchè ti stai comportando così?” chiede, l’espressione sempre più curiosa per lo strano comportamento dell’altro.
“Così come? Dean, sto solo cercando di darti una mano….”.
“Sam. Fammi un favore… se vuoi tenerti i tuoi piccoli segreti, non posso fermarti ma… non .. trattami… come… un’idiota…”
“Dean, che succede?” domanda Sam preoccupato quando Dean, a pronunciare la frase, diminuisce sempre di più il tono fino a sussurrare l’ultima parola, guardando in giro perplesso.
“Non saprei. Ho come un dejà vu… abbiamo già avuto una conversazione simile.. ma non ricordo esattamente il motivo… la mia testa in questo momento sembra un frullato di ricordi… ma sono sicuro di averla già detta…” pensa ad alta voce, lo sguardo fisso altrove, segno della concentrazione nel recuperare quel ricordo così lontano.
“Sono sicuro che ti verrà in mente… E giusto per chiarire, io non ho segreti con te Dean”.
“Allora perchè vuoi a tutti i costi allontanarmi da qui, nonostante sappiamo entrambi che dietro a questa porta c’è qualcosa che devo ricordare?!” gli urla addosso quando nello stesso istante realizza cosa sta succedendo, mettendo insieme tutti gli indizi.
“Aspetta… credo di aver capito… il tuo comportamento, quello di Cas prima di rientrare nella versione 2.0 del bunker… e poi quello che hanno detto i demoni quando mi hanno rapito…”.
Sam, capendo che Dean stava rimettendo a posto tutti i pezzi, prova per l’ultima volta a far finta di niente, sperando in una rinuncia da parte dell’altro, anche se in cuor suo sa che, ora che il maggiore ha scoperto tutto, mai avrebbe desistito a riacquistare quei maledetti ricordi.
“A che cosa ti riferisci Dean?” domanda ma, appena l’altro punta i suoi occhi smeraldi carichi di consapevolezza e decisione, intuisce che niente l’avrebbe fermato ora.
“Ricordo quasi tutta la mia vita, ma c’è ancora qualche dettaglio che mi sfugge… ed ora ho finalmente capito il perchè!!! Sai, non so se ve l’ho raccontato, ma quando i demoni mi hanno rapito, uno di loro mi ha detto una cosa ma, visto com’ero ridotto, non ci ho fatto molto caso…” spiega velocemente al minore, il ricordo di quell’esperienza ancora viva nella sua memoria nonostante tutto; Sam, nel frattempo, più sentiva parlare l’altro, più percepiva la gola secca, la saliva impossibile da mandare giù nonostante tutti i suo tentativi.
“Dean… di cosa stai-”
“Mi disse ‘Sai mi aspettavo di più dal famoso Dean Winchester, colui che è riuscito a resistere alle torture dell’Inferno per 30 anni e poi è diventato l’allievo prediletto di Alastair’... ed ora ha tutto senso! Ecco di cosa si trattava… del fottutissimo Inferno!” urla al ragazzone di fronte a lui, la mano sul viso per scacciare dalla mente quel ricordo così doloroso e la conseguente consapevolezza di ciò che è successo nel periodo ancora oscuro nella sua mente.
“Mi dispiace Dean… volevo evitarti ancora tutto quel dolore… pensavamo che non ricordando quel periodo, nulla sarebbe cambiato…ma dubito che a questo punto tu voglia rinunciare..”.
Preso un profondo respiro, Dean punta i suoi occhi in quelli multicolore del fratello, dicendogli poi, convinto più che mai “Sammy, capisco che sia te che Cas volete proteggermi da qualunque cosa ci sia oltre quella porta.. ma questo è il mio passato e, bello o brutto che sia, lo devo affrontare per poter andare avanti..” e vedendo ancora l’espressione preoccupata dell’altro aggiunge, mostrandogli un sorriso che lo tranquillizza subito “Non ti preoccupare! In ogni caso, so che avrò pronta qua fuori quella spina nel fianco del mio fratellino!”.
“Jerk”.
“Bitch”.
Pronto per entrare e fronteggiare qualunque cosa ci sia dietro quella porta, Dean si gira ancora verso il fratello e, quasi in un sussurro gli dice “Sam… ho bisogno di chiederti un favore… ”.
“Dimmi Dean..” e non sa neanche perchè, ma dentro di sé prova già una bruttissima sensazione.
“Aspettami qua fuori, per questa volta..” gli chiede, il tono della voce così basso da essere a malapena udibile, lo sguardo che vaga ovunque, eccetto che su quello dell’altro.
“Perchè!? Soprattutto in questa situazione dovresti aver-” ma non fa in tempo a finire che Dean lo interrompe dicendogli un “Per favore” così supplichevole che Sam si ammutolisce all’istante; ed è proprio nello stesso momento che capisce il perché di quella richiesta: il maggiore non vuole che il suo fratellino veda quello che gli è successo all’Inferno, delle torture e delle sofferenze, perchè nonostante non ricordi nulla, sa esattamente cosa dovrà affrontare una volta superata la soglia.
“Va bene. Ti aspetto qui … ma anche io ho una richiesta da farti… se hai bisogno di aiuto, non esitare neanche un istante a chiamarmi.. intesi?” e il suo sguardo è così determinato che il più grande accenna una piccola risata per poi rispondere “Sissignore”, e detto questo, abbassa la maniglia e, lanciando un'ultima occhiata fugace al fratello, entra all’interno della stanza.

Mosso il primo passo dentro quello strano posto, Dean inizia a guardarsi in giro, non riuscendo a capire il motivo per cui il suo subconscio lo avesse condotto in quello che a prima vista sembrava un deposito di vecchi scatoloni, pieni di fascicoli e oggetti vecchi; prima di iniziare a insultarsi da solo per quella strana scelta, decide di concedersi qualche minuto e dare un’ occhiata in giro, alla ricerca di quel qualcosa che, come era accaduto anche in precedenza, facesse scattare tutto. Ed è proprio in quel momento che, per pura coincidenza, nota una linea nera per terra, troppo spessa e ben delineata per essere stata tracciata casualmente…abbassandosi e seguendo il contorno con il dito, percepisce sulla pelle uno spiffero e, osservando lo scaffale davanti a lui, capisce che c’ è qualcosa dietro.
Con gesti titubanti, Dean afferra l’estremità di ferro del ripiano e, con tutte le sue forze, lo tira verso di sè, lasciando così scoperta la camera nascosta: uno spazio abbastanza grande, in cui al centro c’è una sedia di legno, esattamente nel mezzo di una trappola per demoni; sorpreso, il ragazzo si avvicina lentamente, il braccio proteso verso quell’oggetto così inusuale ma allo stesso tempo familiare… quando manca neanche un centimetro per far sì che la sua mano toccasse la strana seggiola, ecco che un ricordo fa breccia prepotente nella sua mente, lasciandolo del tutto senza fiato, come successe la prima volta nella sua stanza.

Ricorda perfettamente il giorno in cui gli hellhound vennero a prenderlo… ogni momento,immagine, parola è impressa nella sua mente come un segno indelebile.
Rammenta quando, allo scoccare della mezzanotte, aveva guardato il viso di Sam, bagnato dalle lacrime, impotente di fronte allo svolgersi degli eventi, e per il destino che il fratello avrebbe dovuto affrontare, tutto per salvarlo un anno prima.
E ancora ora, rivive i suoi ultimi istanti, quando i cani infernali lo attaccarono, squartando qualsiasi cosa trovassero sotto i loro artigli, mentre suo fratello pregava, urlava al demone di fermare quella tortura, ottenendo in cambio solo una risata gelida.
Nel momento in cui si era svegliato, rimase sorpreso nel vedersi in piedi accanto al suo corpo, mentre Sam lentamente si avvicinava, gli occhi pieni di lacrime alla vista del corpo martoriato del suo amato fratello.
‘Forse non finisci subito all’Inferno.. forse c’è ancora tempo per-’ prova a formulare la sua mente cercando di elaborare il tutto, quando all’improvviso percepisce su di sé qualcosa, simile a serpenti, che lentamente si stavano arrampicando su per tutto il suo corpo; volgendo lo sguardo verso il basso, si sorprende nel vedere delle catene scivolare gradualmente su di lui, raggiungendo poco dopo le spalle.
Un dolore acuto alla spalla lo sveglia da quella strana visione, facendolo gemere per la fitta improvvisa… mentre si gira verso l’origine di quello spasimo, rimane boccheggiante nel vedere la punta di un grosso amo squarciare la sua carne e la maglietta, sporgendo verso l’esterno.
Facendo grandi respiri per mantenere la calma, un altro dolore gli spezza il fiato, stavolta proveniente da delle catene che si erano attorcigliate intorno ai suoi polsi, stringendo sempre più stretto, fino a penetrare lentamente nella carne e facendo colare gocce di sangue denso lungo tutto il braccio; mentre il panico fa sempre più spazio nella mente e nel cuore di Dean, un altro uncino va ad
unirsi al primo, stavolta però sul fianco sinistro, ed è proprio quello che violentemente inizia a trascinare verso il basso, seguito da tutte le altre catene, il corpo teso del maggiore dei Winchester, ormai conscio di quello che da lì a poco avrebbe visto e soprattutto vissuto… e infatti, quando pochi attimi dopo riapre gli occhi, chiusi per istinto per la pressione dolorosa nei punti ricoperti ormai fiotti di sangue, si ritrova appeso in mezzo al nulla, mille catene che lo circondano mentre quelle presenti già sul suo corpo tirano in ogni direzione, intensificando quella sofferenza che stava provando.
Con la paura come unico sentimento nella sua mente, urla con tutte le sue forze il nome dell’unica persona che in quel momento potesse dargli forza e speranza…. “Saaaaaaaam!”.

“Saaaam!” urla ancora assorto dal quel ricordo così doloroso.
Il minore, fermo dall’altra parte della porta, si spaventa immediatamente a sentire quel grido provenire da Dean e, preoccupato per l’altro, prova a entrare; quando ogni suo tentativo sembra fallire, inizia a tirare delle forti spallate all’entrata di ferro, il cuore che pompa furioso il sangue, l'ansia che di secondo in secondo cresce sempre di più a sentire i gemiti soffocati del maggiore.
“Aeils! Aeils! Dove sei?! Cosa diavolo sta succedendo?” grida con lo sguardo verso l’alto, sperando nell’aiuto provvidenziale della ragazza.

Nel frattempo, all’esterno, Cas continua a tener sotto controllo la situazione, sperando con tutto se stesso che il piano che aveva ideato Sam funzionasse, senza conseguenze a lungo termine; la sensitiva, percependo i dubbi dell’angelo, prova a consolarlo dicendogli “Senti occhi azzurri! So quali sono le vostre intenzioni, tue e del tuo amico spilungone… ma come ho già detto a lui, non potete sapere se i ricordi di Dean relativi a questo ‘brutto periodo’ rimangano sepolti o vengano in qualche modo a galla.. l’unica cosa che ti posso dire è che, qualunque cosa succeda, dovete stare al suo fianco perché questo processo è difficile sotto ogni punto di vista… E da quello che ho chiaramente percepito dai tuoi pensieri, so che non abbandonerai mai questo testone.. vero Castiel?” aggiunge dopo aver guardata per un istante l’amico alato. 
“Hai ragione… non lo abbandonerò, qualunque cosa succeda… posso chiederti, se è possibile, come sta andando lì dentro?” chiede titubante, indicando l’intreccio di mani tra i tre ragazzi.
“Certo… li sto lasciando la loro privacy ma una piccola occhiata possiamo darla, giusto?! Sarà il nostro piccolo segre-” ma non termina neanche la frase che il corpo di Dean inizia a muoversi agitato sul letto, la testa che si volta da un lato all’altro di scatto, le mani lungo i fianchi chiusi a pugno.
“Aeils che sta succedendo?! Perchè Dean si comporta così?” domanda spaventato Cas mentre con tre grandi passi raggiunge il fianco della sedia dove è seduta la ragazza.
“Per favore, devi stare in silenzio ora! Sto cercando di capirlo… qualunque cosa sia successa, sto facendo più fatica a mantenere il contatto tra loro… quindi mi serve più concentrazione..”.

_____________________________

Sam! Sam che diavolo sta succedendo lì dentro?!”


“Eccoti finalmente! Non lo so!! Non sono riuscito a fermarlo dal ricordare quel periodo e ora, non so perchè, sono bloccato fuori dalla stanza! Non era mai successo! Riesci a farmi entrare?” le spiega, nella voce la preoccupazione per il fratello.

Non riesco Sam! E’ questo il punto! Mi sta bloccando fuori! E’ come se si fosse creato una sorta di stanza impenetrabile, in cui neanche io riesco ad entrare! Ma non è questo il problema principale… il suo corpo qua all’esterno sta iniziando ad agitarsi e io sto facendo sempre più fatica a mantenere il contatto tra voi!”


“Che significa? Potrebbe succedere qualcosa?”

Non lo so… non mi è mai capitata una situazione del genere! Ma non voglio scoprirlo… io cerco di resistere più che posso… tu devi riuscire in qualche modo a calmarlo! Sam, lascio tutto nelle tue mani… “

E detto questo, la voce di Aeils scompare, lasciando il minore in preda ai suoi pensieri: sapeva che era una pessima idea lasciar ricordare quel maledetto periodo a Dean, ma che alternative ha avuto? Non ha mai visto nessuno più testardo di suo fratello quando si puntava su qualcosa e, il discorso che avevano avuto minuti prima, era una chiara dimostrazione...ma ora non ha tempo per pensare a tutto questo! Suo fratello ha bisogno di lui e, in un modo o nell’altro doveva riuscire a tranquillizzarlo, così da uscire tutti incolumi da quell’esperienza assurda.
Mentre tutto questo si stava svolgendo al di fuori della massiccia porta in ferro, Dean all’interno della stanza stava rivivendo il viale dei ricordi dell’Inferno, 40 anni di torture senza fine, fisiche e psicologiche… ed è proprio in quel momento che ricorda uno dei momenti peggiori di quel terribile soggiorno: l’istante in cui ha ceduto e ha detto ‘Sì’.

Un’altra giornata di torture era appena terminata… il suo corpo, o almeno quello che ne era rimasto, era tornato in perfetto stato, pronto per una nuova sessione con il prossimo demone che aveva voglia di divertirsi.
Sapeva esattamente quanto era passato dal momento in cui aveva messo piede in quel lurido posto: 30 anni precisi, esattamente quel giorno… come faceva a saperlo? Molto semplice: ogni giorno era scandito dall’arrivo di Alastair, il torturatore per eccellenza dell’Inferno e, ogni singola volta in cui lo vedeva, gli domandava la stessa identica cosa, volta dopo volta.

Allora Dean… come siamo andati oggi? Sei pronto ad accettare la mia offerta?” gli chiedeva sempre con un sorriso gelido in volto, così perverso che avrebbe spaventato persino Lucifero stesso.
Sai che ti dico Alastair …Fottiti! Prenditi la tua offerta e ficcatela lì dove non batte sole! La mia risposta non cambia!” gli urlava addosso, determinato più che mai a non cedere, nonostante nella sua voce si sentiva chiaramente dolore e paura.
Vedremo, vedremo… a domani Dean! Non vedo l’ora di sentire le tue urla riecheggiare per tutto l’Inferno” e con un risata che ti faceva venire i brividi, se ne andava, lasciando il maggiore dei fratelli appeso alle sue catene, a riprendere quei pochi attimi di respiro prima di una nuova sessione.
Durante la sua permanenza in quel terribile posto aveva compreso in poco tempo come veniva portata avanti la baracca: ogni giorno un nuovo aguzzino si presentava nella sua cella - i luoghi variavano a seconda del torturatore - e, per l’intera ‘giornata’ si divertiva a infierire su lui, senza alcuna pietà… ognuno aveva la sua tecnica: c’era chi, con un solo coltello, non lasciava niente se non un singolo organo ancora pulsante… oppure l’appassionato di veleni, che si divertiva a veder contorcere le proprie vittime sotto gli effetti di quella lenta tortura… oppure ancora, quello che neanche appoggiava un singolo dito sulla pelle candida del cacciatore, pronta a una nuova tortura, aggiungendo sempre alla fine ‘I miglior torturatori sono quelli che non si sporcano le mani’ … molti altri riempivano quei giorni lenti di Dean ma ormai il ragazzo aveva iniziato a temere sempre di più il finale del ciclo di torture, dettate dall’arrivo di Alastair; appena iniziava, Dean avrebbe voluto poter morire o anche svenire, per dare un attimo di sollievo al suo corpo o alla sua mente ma non era possibile… ed era questo il problema dell’Inferno: nonostante la tortura fosse insopportabile, alla tua anima - perché era quello il problema, il fatto di essere solo un anima… - non era permessa né la morte, né uno svenimento per riprendere fiato… potevano strapparti anche il cuore dal tuo petto, tu rimanevi lì a fissarlo battere e battere ancora, senza poter far nulla se non restare impotente di fronte al tuo aguzzino.
Era questo che aveva dovuto sopportare Dean per 30 anni, torture e sofferenza senza limiti… ed è proprio in quel particolare giorno, l’anniversario del suo arrivo, che mandò al diavolo tutti i suoi buoni propositi di resistere per Sam, per Bobby.

Allora Dean...come siamo andati oggi? Sei pronto ad accettare la mia offerta? Tu scendi dalla ruota, mettendo qualcun altro al tuo posto e inizia a torturare… allora, accetti?” gli chiese e, dallo sguardo che gli regalò in quel momento, Alastair aveva già capito quale fosse la sua risposta.
Sì… Accetto”.

“Noooooo” urla al vuoto, le immagini di quel terribile momento impresse a fuoco nella sua mente.
Sam, che intanto stava cercando in tutti i modi di entrare in quella sorta di camera blindata, a sentire l’urlo dell’altro gli gela il sangue nelle vene: non aveva idea a che punto Dean fosse con i ricordi, ma doveva intervenire in fretta, prima che potesse succedere qualcosa di terribile, come annunciato da Aeils.
“DEAN! DEEEEAN! Ti prego, ascoltami! Concentrati solo sulle mie parole… ti supplico” gli urla dall’altro lato della porta, inginocchiato a terra, per la disperazione, con i pugni che colpiscono più volte senza fermarsi su quella barriera solida e allo stesso tempo psicologica.
Dean nel frattempo stava continuando a ricordare altri momenti della sua permanenza all’Inferno quando, come in un sogno, sente una voce che riconosce come quella del fratello: è come un eco lontano, sovrastato dalle milioni di grida che lo circondano… prova a concentrarsi solo su quel suono, per capire cosa gli stesse dicendo e resistere a tutto quel dolore che sta provando.
E come a rispondere alla sua richiesta, il tono diventa sempre più forte, fino a quando il maggiore riesce a comprendere ogni singola parola dell’altro.
“Sam..” sussurra, la voce intrisa di disperazione, mentre prova ad aggrapparsi in tutti i modi a quel suono così familiare.
Sam, sentendo pronunciare il suo nome, gioisce sorpreso, sperando che quelle sue parole e soprattutto quelle future potessero raggiungere il fratello “Sì, Dean.. sono qui… ascoltami per favore e concentrati solo su quello che ti dico… ricordi quando eravamo piccoli e ci siamo fermati in quel motel così assurdo, con le pareti colore giallo senape? Papà è andato a caccia per più di una settimana e tu come sempre ti sei occupato di me, nonostante i miei mille lamenti… Ricordi però quella sera che ci siamo seduti insieme sul divano, uno accanto all’altra a guardare la tele? Abbiamo passato ore a guardare i cartoni, soprattutto Scooby Doo e in quel momento, vedendoti al mio fianco ridere e scherzare con me, sapevo che avrei potuto sempre contare sulla tua presenza.. quindi ti prego, lascia che sia io ad aiutarti questa volta…” finisce quel discorso così lungo, le lacrime che lente lasciano traccia sul suo giovane viso, cadendo a terra.
Dean nel frattempo ha ascoltato ogni singola parola e, più sentiva, più le grida e il dolore diventavano ovattati, fino a scomparire del tutto… i ricordi continuavano incessanti nella sua mente ma l’unica cosa che udiva in quel momento è la voce del fratello, sola ancora di salvezza nei momenti più bui.
“Sam…” sussurra quando, ormai sopraffatto dalla stanchezza di tutta quella situazione, si lascia completamente andare, finendo sdraiato sul pavimento freddo della cella; nello stesso identico istante che il corpo tocca terra, la porta d’entrata si sblocca per poi aprirsi lentamente, come ad invitare il ragazzo al di fuori ad entrare. Ed è infatti quello che fa Sam non appena vede uno spiraglio di luce provenire dalla stanza: si butta subito all’interno, cercando nel frattempo Dean con lo sguardo e, quando lo vede disteso a terra privo di sensi, corre al suo fianco; l’ansia è forte mentre lo accoglie tra le sue braccia, la mano che si posa tremante su capelli biondo cenere sudati, accarezzandoli lentamente, quasi con il timore di rompere qualcosa se solo avesse fatto più pressione.
“Aeils… Aeils mi senti?” chiede guardando in alto, la voce incrinata dalla preoccupazione mentre senza accorgersi stringeva a sé il fratello in modo protettivo.

Sono qui Sam… la situazione qui fuori sembra essersi risolta.... come sta Dean?”

“Non lo so… è svenuto… penso sia finita ormai.. ti prego, tiraci fuori di qui..”

Ok va bene”

E detto questo, una luce avvolge i due fratelli, catapultandoli nel mondo esterno.
Appena Sam riapre gli occhi, posa lo sguardo sul maggiore, sdraiato sul divano, il respiro lento, il volto per la prima volta rilassato dopo tutta quella storia, nonostante fosse ricoperto di sudore dovuto all’agitazione degli ultimi ricordi.
“Sam… cosa è successo?” domanda Cas un pò titubante, mentre sorregge per le spalle la ragazza, privata di energie per mantenere il difficile contatto tra le loro menti.
“Non lo so Cas… dovremo chiederglielo a lui quando si sveglia… per ora portiamolo al bunker e lasciamolo riposare..” poi, girandosi verso la sensitiva che lo stava guardando attenta aggiunge “Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto… siamo in debito con te… per quanto riguarda il pa-”.
“Non ti preoccupare per quello… so cosa fate e so qual’è la vostra vita… l’ho letto nelle vostre menti.. facciamo così: se avrò bisogno di voi in futuro, vi chiamerò e salderemo così il nostro debito. Cosa dici?” conclude, sul volto la stanchezza di tutta quella esperienza.
“Va bene… Grazie ancora Aeils! Cas, puoi aiutarmi a trasportarlo in macchina?” e senza aspettare un attimo, i due ragazzi si posizionano al fianco del maggiore, portando rispettivamente un braccio per uno intorno al collo in modo da sorreggere il peso non poco leggero di Dean; una volta sdraiato nei sedili anteriori, Cas e Sam si mettono in quelli davanti, con il minore dei fratelli alla guida, partendo alla volta del bunker, salutando nel frattempo Aeils, che li segue con lo sguardo fino alla fine della via dall’ingresso della casa.

_____________________________

Sono passati due giorni da quel momento quando Dean riapre gli occhi nella sua stanza del bunker; confuso, si guarda intorno per capire cosa stesse succedendo e, quando si volta verso sinistra, scorge nella penombra la figura di Sam, piegato sulla scrivania a leggere quello che da lontano sembra un fascicolo dei Men of Letters.
“Sam..” lo chiama prima di iniziare a tossire per la gola secca; in un momento, Sam gli è accanto, dandogli immediatamente in mano un bicchiere di acqua, pronto per lui sul comodino.
“Oddio Dean! Sei sveglio!” gli urla addosso prima di abbracciarlo, la testa nell’incavo della spalla del maggiore per nascondere le lacrime di gioia che ribelli hanno lasciato gli occhi del minore.
“Sei vai avanti a stringermi così mi sa che svengo per asfissia! Si può sapere perchè sei così contento? E cosa è successo?” domanda subito il maggiore, mentre ricambia l’abbraccio del fratello nonostante le parole dette perchè entrambi hanno bisogno di sentire il contatto con l’altro.
“Cosa ti ricordi?” domanda Sam, allontanandosi lentamente dall’altro in modo da dargli un attimo di respiro; ma prima che Dean potesse aprire bocca aggiunge “Aspetta, sarà meglio chiamare Cas… almeno non devi ripetere tutta la storia due volte”.

Quando anche l’angelo si unisce ai festeggiamenti per il risveglio di Dean, scambiando con quest’ultimo un abbraccio soffocante, si spostano tutti insieme all’ingresso del bunker, sul grande tavolo della libreria, per esser più comodi e soprattutto per mangiare qualcosa visto le rumorose proteste dello stomaco di Dean.
“Ok Dean.. cosa è successo quando sei entrato nella cella? La porta si è chiusa e nè io nè Aeils siamo riusciti a entrare….” spiega velocemente Sam al fratello in quanto aveva già detto all'angelo cosa era successo.
Dean alza un secondo gli occhi dal panino che stava per addentare e, deciso a dare un chiarimento a tutta la storia così da metterci definitivamente una pietra sopra, lo riappoggia nel piatto e dice “Non sono molto sicuro… appena entrato ho scoperto la camera nascosta, dove c’è la trappola per demoni e la sedia… mi sono avvicinato giusto qualche passo quando, come era accaduto tutte le volte prima, tutti i ricordi dell’Inferno mi hanno inondato la mente, lasciandomi senza fiato… anche se erano in qualche modo diversi dagli altri…”.
“In che senso?” domanda stavolta Cas, cercando di spronare l’amico a continuare; Dean si era perso così tanto nei ricordi di quel momento che aveva interrotto la spiegazione guardando il vuoto. “Dean?”.
“Sì, sì, ci sono… diversi nel senso che erano molto più intensi… era come essere tornato laggiù … non riuscivo a fermarli e più andavano avanti, e più diventavano reali… finchè non ho sentito la tua voce Sammy..” spiega fissando poi il fratello, che ricambia lo sguardo con un'espressione tra il sorpreso e il confuso.
“La mia voce? ”
“Sì Sam… inizialmente era come un eco lontano ma piano piano si è fatta sempre più forte… mi sono concentrato solo sul tuo racconto e in quel momento, tutto quello che avevo intorno ha cessato di esistere… non ricordo altro”.
Terminato il racconto, sia Cas che il minore fissano Dean che nel frattempo ha ricominciato a mangiare il panino lasciato lì qualche minuto prima: erano contenti che quella storia fosse finita e che a quanto pare, grazie all’aiuto inconsapevole di Sam, il maggiore era riuscito a recuperare i ricordi del periodo peggiore della sua vita senza ulteriori danni… o almeno così sembrava ai loro occhi.
“Quindi ora ricordi tutto? Va tutto bene? “ domanda incerto Sam, scambiandosi prima un'occhiata fugace con Cas.
“A parte la fame, direi di sì… a proposito: perché diavolo ho così fame?”.
“Dean” inizia l’angelo con la sua classica intonazione che, alle orecchie degli altri, sembrava nascondesse un intera frase in in un unico nome “credo sia dovuto al fatto che hai dormito per due giorni consecutivi… io e tuo fratello ci siamo preoccupati, pensavamo non ti svegliassi più”.
“Oh, capisco … non volevo farvi preoccupare..”
“Non ti preoccupare Dean! L’importante è che tu stia bene e che abbia riacquistato tutti i ricordi, giusto?” gli dice Sam, sul viso un sorriso ricambiato immediatamente dal maggiore.
“Hai ragione.. hai ragione Sammy” sussurra mentre lentamente l’incurvatura delle sue labbra diminuisce sempre di più, lasciando spazio ad un'espressione pensierosa e confusa.
“A che stai pensando?” gli chiede Cas, notando quel cambiamento improvviso.
“Mi domandavo… perchè secondo voi Amara mi ha aiutato? Anche se ammettiamo, ha fatto un lavoro di merda visto l’ ‘a-bi-bone’ con i miei ricordi…”.
Dopo un attimo di silenzio è Sam a parlare per primo “Io non penso che la sua scelta sia stata casuale … Ha deciso di lasciare in te solo i ricordi migliori, per non farti pesare le esperienze passate che in qualche modo ti hanno lasciato un segno, per così dire. E’ stato il suo modo per proteggerti Dean”.
“Non capisco. Se quel che dici è vero, perchè lasciarmi la caccia? Non fa parte anche quella delle cose che, come dici te, ‘hanno lasciato un segno’?” domanda incerto, mimando le virgolette nelle ultime parole; Sam ci pensa qualche secondo e alla fine gli risponde “Per assicurarsi che tu fossi al sicuro da tutto quello che si nasconde nel buio. E poi credo perchè, nonostante le brutte esperienze che abbiamo passato combattendo creature di ogni genere, è stato proprio grazie alla caccia se siamo riusciti a fare del bene! E credo proprio che voleva lasciarti proprio quella sensazione”.
I tre rimangono in silenzio dopo la spiegazione di Sam, tutti con la stessa idea nella mente: Amara o l’Oscurità sembra tenere in particolar modo alla vita di Dean, spingendola addirittura ad uscire allo scoperto per salvarlo; perchè si è legata particolarmente a lui e soprattutto, potevano usare la cosa a loro vantaggio? .
“Bhe direi che la nostra piccola pausa, se così possiamo chiamarla, dalla ricerca dell’Oscurità è finita! Direi di rimetterci al lavoro! Vado a fare rifornimenti: è finita la birra e già che ci sono prendo una crostata, così riesco a rimanere concentrato… Sam dove sono le chiavi di Baby?” chiede Dean ma, mentre pronuncia la domanda, il minore si gira verso Cas, gli occhi grandi e spaventati come un cerbiatto con i fari puntati dritti sul muso.
“Sam… dov’è Baby?” domanda di nuovo lento, il tono così minaccioso che Sam fa qualche passo indietro allontanandosi dall’altro con le mani alzate, in modo da arrestare un eventuale attacco a sopresa.
“Dean, è complicato. E’ successo tutto così in fretta in questi giorni… e-eravamo davvero preoccupati per te che non mi è venuto neanche in mente! “.
“SAM! Hai abbandonato Baby! Come hai potuto fare una cosa del genere! Povera, povera… da sola in qualche assurdo deposito!”.
Sam, vedendo la reazione del fratello, inizia a correre verso la sua stanza, senza voltarsi, sentendo dietro di sè i passi pesanti ma anche lenti del fratello “SAM! Appena ti prendo te la faccio pagare!”.
Cas nel frattempo guarda la scena divertito, sollevato nel vedere battibeccare i suoi due amici: è vero, i problemi sarebbero arrivati presto e la questione di Amara era tutt’altro che risolta, ma l’importante è che per ora si stanno godendo quel piccolo momento di pace.
Un solo pensiero vaga nella sua mente ‘Speriamo solo che Dean non uccida Sam! Ci manca giusto un altra missione di salvataggio’ mentre nel bunker si sentono ancora riecheggiare le urla dei ragazzi.


Hello everybody! 
Eccoci giunti all'epilogo di questa storia! Vorrei ringraziare di cuore tutti coloro che sono arrivati fino a qui! Grazie mille <3.
Un grazie in particolare a coloro che mi hanno accompagnato con le loro recensioni per tutto il percorso - Balto97 , Cin75, Biota e TeamFreeWill - ... GRAZIE!

Bene.. allora alla prossima storia!!
-Eli-




   
 
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