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Autore: vanessie    06/04/2018    2 recensioni
La storia sviluppa alcuni personaggi di mia invenzione presentati nella fanfiction "Sunlight's Ray".
Una vicenda ricca d'amicizia, amore e problemi della vita quotidiana con cui ogni adolescente si trova a fare i conti...narrati da una prospettiva femminile e maschile. Non mancherà un pizzico di fantasy e un richiamo ai personaggi originali della Meyer!
Per avere una migliore visione delle cose sarebbe meglio aver letto Sunlight's Ray 1-2-3, in caso contrario potete comunque avventurarvi in Following a Star!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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FOLLOWING A STAR

 

Capitolo 106

“Perché lo fai?”

 

 

POV Evelyn

Kevin ed io avevamo parlato dell’offerta di lavoro che aveva avuto dagli Stati Uniti. Era da parte di una clinica veterinaria importante. Sarebbe stato sciocco chiedergli di rifiutare una così bella opportunità per la sua futura carriera, solo per stare con me. Ci eravamo presi una pausa di riflessione, restando 5 giorni senza vederci. Amavo Kevin, adoravo tutto di lui, consideravo perfetta la nostra relazione, ma ero giunta all’amara conclusione che quando si ama non si può essere egoisti. Il mio desiderio era quello di chiedergli di restare a Dublino per stare con me, ma era la cosa giusta? No, purtroppo. Se lo amavo dovevo fare in modo che accettasse quel lavoro, dovevo lasciarlo libero di iniziare la sua vita adulta, dovevo dirgli con chiarezza che non volevo che restasse. La decisione che avevo preso mi spezzava il cuore, frantumandolo in mille pezzettini di un puzzle, che mai nessuno avrebbe saputo ricomporre. Nei precedenti 5 giorni avevo pianto, mi ero arrabbiata, mi ero confidata con le amiche, ma dovevo parlargli. Gli diedi appuntamento in un giardino pubblico di Dalkey. Arrivai in anticipo e lo aspettai seduta sull’erba, contando i minuti che mi separavano dalla nostra conversazione, che poi avrebbe dato avvio alla nostra definitiva rottura. Sapevo che avrei sofferto, sapevo che me ne sarei pentita, sapevo che stavo per far soffrire anche lui, ma mi sentivo come obbligata a prendere quella strada. Lo vidi camminare verso di me. Mi alzai e gli diedi l’ultimo abbraccio stringendolo forte.

“Dobbiamo parlarne, non ha senso rimandare” esordii “Sì, hai ragione” rispose. “Ci ho riflettuto molto bene in questi 5 giorni e credo che tu abbia già capito…che io…è meglio se ci scordiamo di amarci Kevin” dissi, sentendo già le lacrime pungermi forte gli occhi. “Cosa???” domandò incredulo “Non posso accettare che tu per me rinunci a questo lavoro, alla tua famiglia, agli amici, alle tue sorelle. Sarebbe ingiusto chiederti di restare in Irlanda. Sarebbe meschino ed egoista e io non sono così. Voglio che tu torni in America e che accetti quello che il destino ha in serbo per te. Ce lo siamo detti no? Amare non vuol dire tenere prigioniero, tarpare le ali dell’altro, amare significa libertà, significa anche perdersi se quella è la scelta migliore” affermai, lui scosse la testa “Non ho intenzione di farlo, sto qui, non vado da nessuna parte senza di te” rispose “Vorrei poterti dire che ti seguirò, che verrò a vivere negli Stati Uniti, che…staremo insieme per l’eternità ma…come posso lasciare Dublino? I miei genitori non hanno nessuno eccetto me e stanno invecchiando, come posso lasciarli qui da soli?” affermai con tristezza e voce rotta dal pianto. Lui abbassò gli occhi, lo stavo ferendo, ne ero consapevole. Ferivo la persona che più amavo al mondo, il ragazzo che con me aveva sempre avuto un comportamento eccellente, colui che mi faceva sentire amata, rispettata, compresa, ascoltata…mi sentivo una merda per questo, Kevin non se lo meritava affatto. Quando rialzò lo sguardo su di me, notai che aveva gli occhi lucidi. “Quindi mi stai lasciando?” mi chiese “Non chiedermelo Kevin…non ce la faccio a dirtelo, capisci che lo sto facendo contro la mia volontà?” “E allora perché lo fai?” chiese arrabbiato “Capisci che non ho scelta? Cosa dovrei fare?” risposi “No. Tu capisci che voglio stare con te? Che sei al primo posto, che tutto quanto viene dopo per me?” ribattè. Restai a guardarlo e gli feci una carezza sul viso. Le lacrime tornarono a tormentarmi “Kevin non c’è altra scelta” sussurrai, lui mi prese il viso tra le mani piangendo “Se questa è la tua decisione definitiva io…sono costretto ad accettarlo, ma voglio che tu sappia che ti amo ancora e che…non volevo che finisse così, non volevo perderti” disse “Lo so” “Non volevo Evy” ripeté.

 

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Ci avvicinammo per scambiare un ultimo bacio, un bacio d’addio. Le nostre bocche aderirono l’una all’altra, assaporando anche le nostre lacrime. E quel bacio ebbe un sapore diverso dal solito: amaro, malinconico, consapevole che non ce ne sarebbero stati altri in seguito. “Scusami Kevin, non me lo perdonerò mai ciò che ti sto facendo” aggiunsi, lui asciugò le lacrime che erano prepotentemente uscite dai suoi occhioni. “Perdonami se ci riesci” continuai a dire “Devo andare ora, grazie per quello che sei stata per me in questi anni e…in bocca al lupo per il tuo futuro Evelyn” disse voltandomi le spalle e andandosene, facendomi sprofondare nel baratro della più totale tristezza, nello sconforto, nel delirio di aver appena troncato una relazione stupenda con un ragazzo che tutt’ora amavo. Dopo qualche passo si fermò e si girò verso di me “Se la vita ti offre un sogno che supera qualsiasi tua aspettativa, non è giusto lamentarsi perché alla fine si conclude” affermò, per poi lasciarmi lì e sparire per sempre dalla mia vita.

 

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Non lo seguii nonostante volessi farlo con tutta me stessa, non sarebbe stato coerente con ciò che prima gli avevo detto, avrebbe reso le cose ancor più insopportabili sia per me, che per lui (video dell’addio tra Kevin e Evelyn https://www.youtube.com/watch?v=1po4DQ2TdYQ ).

Tornai a casa di corsa, mi fiondai in camera buttandomi sul letto a piangere e non cercai di controllare le mie emozioni. Il pianto sfociò in un dolore insopportabile, capace di straziarmi, di farmi sentire sola, vuota, persa…avevo rinunciato a Kevin pur essendo conscia del fatto che non avrei amato mai più nessuno allo stesso modo. La mia era stata una consapevole rinuncia alla vera felicità, al vero amore…rinuncia ad un sogno che non poteva esistere nella realtà. Restai sul letto completamente esausta quando le lacrime finirono del tutto. Mi sentivo la mente alienata, persa, estraniata da qualsiasi cosa. Osservai la sveglia sul mio comodino, erano le 19 e tra poco i miei genitori sarebbero tornati a casa. Non avevo né fame, né sete, né sonno, né avevo voglia di parlare con loro di ciò che era successo. Restai immobile a fissare il soffitto bianco della mia stanza. Non so quanto tempo era passato, ma sentii qualcuno bussare alla mia porta. Mamma fece capolino e cambiò espressione appena mi vide. Dovevo essere uno straccio, di sicuro avevo gli occhi gonfi e arrossati dal troppo piangere, il viso sconvolto. “Evelyn tesoro, che succede?” mi chiese “Non voglio parlarne” “Mi fai preoccupare, dimmi chi o che cosa ti fa stare così!” esclamò. Non risposi, ricominciai a piangere, appoggiando il mento sulla sua spalla. Mamma mi accarezzò la testa, abbracciandomi “È successo qualcosa con qualche amica?” provò a dire “No” “Con Kevin?” “Sì” “Oh amore, dimmi che ti ha fatto!” “Lui non ha fatto nulla, la colpa è mia. L’ho lasciato, ho fatto sì che partisse per gli Stati Uniti” ammisi. Mia madre provò a consolarmi, a dire qualsiasi cosa, ma ciò che sentivo dentro peggiorò sempre più.

 

POV Kevin

Presi l’aereo la mattina successiva a quel maledetto martedì. Quello in cui Evelyn aveva fatto la sua scelta, ossia quella di voler restare al fianco dei suoi genitori in Irlanda. Sapevo che Connor e Shannon stavano invecchiando e non avevano nessuno eccetto Evelyn, ma sebbene fossi da sempre stato consapevole di questo, avevo comunque immaginato il mio futuro con lei…avevo creduto di poterla avere al mio fianco, di poterla sposare, di vederla come la madre dei miei figli…

La notte scorsa avevo chiuso gli occhi per appena tre ore, incapace di dormire, rimuginando sulla fine di quella storia d’amore, piangendo, rendendomi conto che non avrei mai più potuto rivedere il suo viso da bambola. Evelyn non era più mia, quel noi non esisteva. La hostess si avvicinò per chiedermi se andava tutto bene, solo in quel momento mi resi conto di avere il viso bagnato di lacrime. Infilai gli occhiali da sole per mascherare il mio dolore, approfittando del fatto che la luce del sole penetrava dai finestrini dell’aereo.

Ero triste, malinconico, affranto. Presi in mano il telefono e riguardai alcune nostre foto, tanto per farmi ancora più male e poi altre foto in cui c’era solo lei. Non erano neppure trascorse 24 ore e già quella vita senza Evelyn mi sembrava insopportabile. Forse dovevo solo tornare negli Stati Uniti e dimenticarla…ricominciare di nuovo tutto dal principio, illudendomi di poter trovare qualcuna in grado di farmi innamorare…già…proprio una cosa da nulla. Più le sue foto mi scorrevano davanti agli occhi e più mi veniva voglia di piangere, di alzarmi in piedi e iniziare a spaccare tutto, di correre veloce e lontano. Che razza di merda la mia vita: ogni volta che mi innamoravo succedeva qualcosa che rompeva l’idillio, era accaduto con Megan e ora con Evy.

 

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Il volo fu lunghissimo e noioso, avevo preso un volo diretto Dublino-Seattle e lì avrei trovato Nicole ad aspettarmi, dato che viveva proprio a Seattle, dove aveva trovato lavoro nella redazione del Seattle Times, il quotidiano locale. Nicole era la sola con cui volevo parlare in quel momento, lei sapeva sempre capirmi senza troppe spiegazioni, lei era la sola che avevo necessità di abbracciare e di sentire vicina. Il pilota annunciò l’atterraggio, allacciai la cintura di sicurezza e mi ripresi dai miei pensieri. L’aereo toccò terra, scesi seguendo la fila dei passeggeri per recuperare i bagagli. Avevo ben tre valigie con le mie cose, più la custodia con la chitarra e il bagaglio a mano. Le vidi comparire una alla volta, intervallate dai bagagli di qualcun altro. Caricai tutto su uno dei carrellini dell’aeroporto e mi diressi all’uscita.

 

NOTE:

Ciao, la pausa di riflessione porta Evelyn a prendere la scelta migliore per la carriera di Kevin, ossia quella di lasciare che lui parta per l'America e accetti il suo primo lavoro di veterinario. La sua non è stata una decisione semplice, è di sicuro la via più dolorosa per la loro relazione, poichè entrambi sono consapevoli del fatto che una storia a distanza è impossibile. Evelyn arriva a questa conclusione ripensando a quanto Kevin le aveva detto qualche capitolo fa, quando lui le racconta della sofferenza per l'anniversario di morte di Megan. Le aveva spiegato cosa provasse per lei dopo dopo aver amato Megan, dicendole che: Amare non vuol dire tenere prigioniero, tarpare le ali dell’altro, amare significa libertà, significa anche perdersi se quella è la scelta migliore.

Forse non vi aspettavate quest'esito, forse in questo istante state pensando che non vi piace l'idea di questa separazione, ma come ogni volta ripeto che qualche colpo di scena è necessario e che comunque la fanfiction è già scritta, dunque ogni cosa andrà come deve andare! Vi aspetto venerdì,

Vanessie

 

P.S: Vi consiglio di guardare il video dell’addio tra Kevin e Evelyn https://www.youtube.com/watch?v=1po4DQ2TdYQ

   
 
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