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Autore: Angel Of Fire    06/04/2018    5 recensioni
Molto tempo dopo gli eventi di The Last Jedi, Rey si ritrova ad affrontare una situazione inaspettata.
Inspiegabilmente qualcosa sta turbando la tranquillità della sua vita e di colui che le è accanto.
E' forse giunto il momento di fare i conti con le conseguenze delle sue scelte?
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Post TLJ, Spoiler novelization TLJ, #reylo
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Parte 5

Parte Quinta



Sollevo le palpebre e una flebile lama di luce mi ferisce gli occhi. Ho la testa indolenzita, tento di massaggiarmi la spalla che non è messa meglio. Mi sento uno straccio. Mi sfugge qualche colpo di tosse, mentre mi rendo conto di essere sdraiata su una delle brande del Falcon e finalmente ricordo quello che è successo. Ben deve avermici adagiata dopo avermi spiccicato dalla parete contro la quale mi ha sbattuta usando la Forza.
Avrei dovuto immaginare che avrebbe reagito in modo violento a qualsiasi tentativo di avvicinamento, ma non lo ha fatto intenzionalmente. Non ho percepito il desiderio di farmi del male nei suoi intenti.
Sollevo di poco la testa e cerco di capire se si trova nei paraggi. Lo scorgo poco lontano, seduto sul pavimento freddo, con la testa nascosta tra le gambe, le mani tra i capelli, perso in chissà quali elucubrazioni mentali e sensi di colpa.

Sei uno stronzo...” riesco a malapena a mormorare, “ecco, quello che sei.”
Credevo che avessi smesso di godere nell'insultarmi,” reagisce indignato, senza sollevare lo sguardo nella mia direzione.
Cosa fai lì a terra come un disperato? Vieni qui,” lo esorto, sollevandomi sui gomiti, battendo con il palmo della mano il materasso per invitarlo a sedersi accanto a me.
Mi ignora. Devo insistere ancora un po' per costringerlo a muoversi.
Si alza svogliatamente e si avvicina titubante, come se avesse paura di farmi male con la sua sola presenza. Poi finalmente si siede, dandomi il fianco, evitando accuratamente il mio sguardo. Nasconde la testa tra le mani e si lascia sfuggire qualcosa. “Mi dispiace... Non volevo farti del male, ho solo... desiderato che smettessi di parlare e che mi lasciassi in pace...”
Con la mano gli accarezzo la coscia attraverso la stoffa ruvida dei pantaloni, nella speranza che comprenda che non ce l'ho con lui. “Lo so.
È da molto che non usi la Forza, è normale che tu non ne abbia il controllo.”
Inaspettatamente lo sento più calmo e ragionevole e mi scopro più tranquilla anch'io. Nonostante il bernoccolo in testa, sono sicura che non abbia fatto danni più seri. Ma mi rendo conto che, come quando eravamo nemici, non posso permettermi di abbassare la guardia con lui, neanche per un momento.
Mi sollevo a sedere sulla branda incrociando le gambe e le mani abbandonate in grembo, facendomi più vicina, ma evitando di toccarlo.

Adesso sei disposto ad ascoltare quello che ho da dirti?” Il mio tono è dolce e tranquillo, perché sono sicura che non otterrò nulla se mi mostrerò ostile o peggio, vendicativa.
Annuisce, evitando ancora i miei occhi e questo mi infastidisce, ma mi rendo conto che devo procedere un passo alla volta.

Ho capito da dove proviene la
sensazione strana che abbiamo percepito entrambi e quello che ne è venuto di conseguenza,” istintivamente mi viene da sorridere, ma mi trattengo, “se ritrovare la tua vera identità e ricordare tutto quello che è successo ti ha sconvolto così tanto... preparati, perché le rivelazioni scioccanti non sono ancora finite.”
Finalmente riesco ad attirare la sua attenzione, solleva la testa e si volta verso di me con un'evidente espressione interrogativa stampata in viso. Mi viene spontaneo prendergli una mano e stringergliela appena. Una lieve scarica elettrica mi solletica le dita, per lui è lo stesso e sospiro felice nel constatare che, nonostante tutto, certe cose non sono cambiate.

Quella leggera vibrazione nella Forza non proviene da me. E nemmeno da te...” aggiungo cauta.
Mi fissa con più intensità, assottigliando lo sguardo e aguzzando i sensi e, nei suoi occhi leggo chiaramente la paura dell'ignoto. Prima di sganciare la bomba mi auguro ardentemente che quello che sto per dire non sancisca la fine di tutto, ma che sia solo l'inizio di una nuova dimensione del nostro rapporto.

Proviene da nostro figlio.” Finalmente riesco a dirlo e mi sento sollevata. Adesso, qualunque cosa succeda, sono in pace con me stessa.
Nostro figlio?” Ripete, sgranando gli occhi, sollevando le sopracciglia in una meravigliosa manifestazione di stupore.
Nostro figlio,” confermo, sorridendo sincera. Mi fermo ad osservare la sua reazione con curiosità ma anche apprensione. I suoi lineamenti tesi sembrano sciogliersi e la sua espressione nervosa si fa più dolce. Istintivamente mi stringe la mano più forte.
Perdonami... ” sussurra con la sua voce profonda e calda ma non mi sfugge nel suo tono una leggera nota di dolore. “Sono un idiota.” Confessa lievemente in imbarazzo, sento che vorrebbe avvicinarsi ma si trattiene.
Per una volta hai detto una cosa sensata,” mi viene spontaneo reagire.
Non dovevamo essere
solo noi due?” Scherza con un'adorabile impertinenza che mi strappa una breve risata.
Beh... dobbiamo solo
espandere il concetto, ampliarlo leggermente,” spiego mimando il gesto con le mani. Inspiro profondamente per racimolare ancora un po' del coraggio che mi serve per provocarlo ulteriormente. “Lo so che questo non era esattamente nei nostri programmi a breve termine. Ma è successo. Perciò se avevi intenzione di svignartela e piantarmi in asso, caro il mio Ben Solo, adesso non potrai più evitare di assumerti le tue responsabilità. Non te lo permetterò.”
Il mio tono è ironico, ma quello che voglio fargli capire, non può essere più serio. Dal modo in cui accoglie le mie parole comprendo che ho colpito nel segno.

Non avevo intenzione di squagliarmela, né prima... e nemmeno adesso,” reagisce un po' risentito e la tenerezza che scatena dentro di me la sua espressione imbronciata e ancora leggermente stravolta, non ha confini. “Il condensatore era completamente morto, volevo solo evitare di passare la notte al buio, al freddo e con lo stomaco vuoto...” mi confida imbarazzato. “Perché hai pensato che volessi lasciarti?” Questa volta il suo tono è più duro, ma riesce lo stesso a disintegrare in me ogni più piccola briciola di risentimento nei suoi confronti.
Dal modo molto elegante con cui mi hai scaricata sulla collina, per esempio?” Lo provoco leggermente, ma in realtà il mio timore è che volesse riprendere la sua antica missione da dove l'aveva interrotta. Però mi rendo conto che se non riuscirò a dargli un minimo di fiducia, tutto quello che è stato compiuto per salvarlo sarà stato vano.
Ascoltami bene. Ti ho portato qui, perché era l'unico modo per tenerti al sicuro. Volevano che ti lasciassi morire... Hanno cercato di convincermi che fosse la cosa migliore. Ma io non potevo accettarlo. Così, ho fatto qualcosa di cui non avrei mai immaginato di essere capace. Ti ho curato la ferita con l'aiuto della Forza, non so nemmeno io come sia stato possibile, ho solo seguito l'istinto. Ma ha funzionato.
Quando hai ripreso conoscenza non ricordavi niente, né chi eri e nemmeno quello che è successo da quando tutto ha avuto inizio.
È stato allora che, nella mia incauta presunzione, ho sperato di poter risvegliare il Ben Solo che era stato schiacciato da Kylo Ren. Ho creduto di potergli dare un'esistenza serena e dignitosa, dopo tutto quello che ha dovuto sopportare, qui al sicuro e lontano da tutto il resto della galassia. Ma adesso... mi rendo conto, di aver agito in modo molto egoista.”
La mia animata confessione viene accolta freddamente.

Avresti dovuto dare ascolto ai tuoi amici. E lasciarmi morire... sarebbe stato meglio per me e per tutti,” mi comunica tagliente. Sgrano gli occhi incredula di quello che ho appena sentito.
Perché?” Ho solo la forza di sussurrare mentre sento le lacrime pungermi gli occhi.
Io non sono una brava persona, Rey. Non sono quello che credi. Tu volevi salvare Ben Solo, quello che speravi di trovare sepolto dentro Kylo Ren, ma ti sei innamorata di una tua illusione, non di quello che sono realmente.”
Oh!
È questo quello che pensi? Mi dispiace demolire drasticamente la tua tesi, ma ti amavo già dai tempi in cui tutti ti consideravano una causa persa,” sospiro esasperata, “credevo che avessi superato la fase del tutti mi odiano invece, a quanto pare, continui a crederci e soprattutto... ad avere paura,” lo provoco volutamente. A costo di passare tutta la notte svegli a sviscerare il problema voglio che finalmente si apra. Voglio che non ci siano più nubi ad oscurare il cielo. Voglio fare chiarezza nelle nostre vite, una volta per tutte.
Certo che ho paura,” ringhia mostrandomi i denti, mentre nei suoi occhi compare quella scintilla di rabbia che ha da sempre animato il suo sguardo, “la mia vita è stata scandita costantemente dalla paura. Avevo paura di deludere i miei genitori, che mi considerassero un mostro, avevo paura di non essere degno dell'ammirazione di Sonke, di non essere in grado di assolvere degnamente ai miei compiti, di non diventare mai forte quanto Vader...” mi vomita addosso ansimando e io capisco che questo è solo una piccola parte di qualcosa di più terribile, doloroso e angosciante. “Ho creduto che solo incutendo terrore, facendomi odiare, non avrei più avuto bisogno di farmi accettare da nessuno. La paura sa essere un efficace mezzo di persuasione...” finalmente si apre e io non posso fare a meno di deglutire con angoscia.
E adesso, di cosa hai paura ancora, Ben?”
Sospira ed esita, prima di parlare. “Non lo so. Forse di rovinare tutto, di non meritare il tuo amore, e farti... farvi del male, adesso che c'è anche
lui...” Lo dice rivolgendo un fugace sguardo al mio ventre e mi coglie un sussulto, come se i suoi occhi fossero davvero riusciti a toccarmi. La sua confessione invece mi lascia senza fiato.
Stai bene?” Mormora piano, con aria preoccupata, probabilmente temendo le conseguenze della botta che ho preso.
Sto bene,” confermo, sorridendogli appena. “Vuoi sentirlo?” gli chiedo prendendo la sua mano grande dalle dita affusolate e perfette, posandola sul mio ventre. “Chiudi gli occhi e ascolta... puoi percepire la sua energia, anche se è ancora così piccolo, è chiara e potente,” gli spiego mentre faccio lo stesso.
In questo istante così intimo tra noi, con la mia mano sulla sua, riesco a cogliere in modo ancora più vivido l'amore che ci lega a questa nuova vita. Ed è come se il legame si fosse ampliato, espanso, ed ora racchiudesse anche lui. E non poteva essere altrimenti visto che è frutto dell'unione di noi due. Anche se è ancora troppo piccolo per avere una vera e propria consapevolezza, l'impercettibile variazione nella Forza che ci restituisce, ci dà la prova che ci percepisce e si sente amato a sua volta.

Lo sento...” mi confida e questa volta colgo chiaramente una punta di emozione nella sua voce. Riapre gli occhi ma evita il mio sguardo. “Non credo di meritare tanto.”
Ritrae la mano in modo brusco e inaspettato e tutta la magia del momento va in frantumi.
La sua abilità di rovinare i momenti più intensi tra noi rasenta l'opera d'arte.
Ben Solo sei un idiota!” L'imprecazione mi esce spontanea e non posso fare a meno di esternarla.
Non riesci proprio a trattenerti eh?” Reagisce offeso.
Perché mai non dovresti meritare di essere felice? Hai scontato le tue colpe, hai rischiato la vita per salvarmi e fermare quell'essere immondo, sei stato sul punto di morire... Non credi di aver sofferto e pagato abbastanza?”
Rey, per un dannato momento cerca di essere razionale!” Si rivolta verso di me rabbioso, istintivamente indietreggio e ne ho quasi paura. “Io ho ucciso mio padre.” Lo scandisce per bene, come se volesse urlarlo a se stesso prima che a me, “con che coraggio potrò guardare negli occhi mio figlio? Che razza di esempio potrei mai essere per lui? Non c'è redenzione per quelli come me.” I suoi occhi sono due pozze nere di disperazione. Il dolore con il quale gli sento pronunciare quelle parole ferisce anche me.
Potrai insegnargli a non commettere i tuoi stessi errori, tanto per cominciare,” gli suggerisco, prima che il desiderio di malmenarlo si concretizzi sul serio.
Ti ostini a non capire. Kylo non se andrà mai, non può sparire come se non fosse mai esistito. Averlo messo da parte per qualche tempo non significa che se ne sia andato. Lo hai visto, prima, lo hai provato sulla tua pelle. È dentro di me, Rey. È parte di me, e distruggerà tutto prima o poi. Distruggerà tutto di nuovo.”
Sbagli a pensarla così, non eri in te quando hai ucciso tuo padre, eri sotto l'influenza di Sonke. È lui che te lo ha ordinato, ti ha plagiato. So che non potevi ribellarti, ti ha fatto credere che saresti diventato più potente. Ti ha illuso. So cosa significa averlo nella testa, l'ho sperimentato quando eravamo su Ares.
È qualcosa di terribile...”
Ma sei stata più forte.”
Solamente perché il mio cuore non era corrotto, e i miei sentimenti verso di te erano puri e potenti. Tu invece nutrivi del risentimento verso tuo padre, lo consideravi stupido e debole, pensavi che ti avesse abbandonato, e Snoke ha fatto leva sulle tue debolezze.”
Questa volta non riesco ad evitare di avvicinarmi a lui e sfiorargli la schiena ampia, incurvata sotto un peso che sembra insopportabile, immergere le dita tra i suoi capelli scuri e morbidi, scompigliandoli leggermente. Sapevo che prima o poi l'argomento
Han Solo sarebbe saltato fuori, e non mi resta che lasciarlo sfogare.
Mio padre
mi ha abbandonato, Rey.” Lo vedo sospirare con lo sguardo perso nel vuoto e scuotere la testa immerso in ricordi troppo dolorosi. “Non facevano altro... che litigare a causa mia. Avevano paura di me, del mio potere. Per loro ero un enigma, qualcosa di incomprensibile, una seccatura che li distraeva dalle loro questioni, e hanno preferito lavarsene le mani. Quando mia madre ha deciso di mandarmi da Luke, lui se n'è andato... Non è stato capace di opporsi e difendermi.” Si volta verso di me e mi fissa con uno sguardo infinitamente triste che mi stringe il cuore. “Io volevo solo essere un pilota, come mio padre. Ma nessuno mi ha dato ascolto.”
Inspiro profondamente. “Nessun genitore è perfetto, ma loro ti amavano. Hanno solo cercato di aiutarti, sbagliando, ma hanno tentato. È sicuramente meglio che essere venduti per una bevuta...” mio malgrado la mia affermazione nasconde una punta di gelosia che ovviamente a lui non sfugge.

È questo che non riesco a capire, avresti dovuto odiare i tuoi genitori con tutta te stessa per averti costretta a sopravvivere da sola in un un deserto, invece hai continuato a sperare che un giorno si sarebbero ricordati di te... Perché?”
Gli sorrido e la mia mano si sposta ad accarezzargli la guancia sfregiata dalla cicatrice che io stessa gli ho procurato, se sono riuscita a rendermi conto di quello che sto per dire, è solo grazie a lui. “Continuavo a ripetermi che sarebbero tornati. Me lo sono ripetuto per giorni, mesi, anni... E mi sono autoconvinta che mi avessero lasciato lì per una valida ragione. Ricordavo una voce che mi gridava
Tornerò a prenderti, tesoro. Ma in realtà quella voce in cui confidavo, con la quale mi addormentavo tutte le notti, da sola, al freddo, tra i morsi della fame... non era altro che la mia. E sei stato tu a farmelo capire, costringendomi a guardare oltre quella barriera che mi ero costruita per difendermi dalla realtà. Ho guardato oltre quel muro e ho scoperto quello che avevo sempre saputo.
Il loro abbandono però mi ha resa forte, mi ha resa quella che sono. Mi ha insegnato a contare su me stessa prima che su chiunque altro. Allora, dentro di me, ho cercato la forza di perdonarli... e mi sono sentita finalmente libera,” gli confido con le lacrime agli occhi e la voce spezzata dall'emozione. “Ed è questo che dovresti fare anche tu. Dovresti perdonare tuo padre, tua madre, e Luke... e tutti quelli che ti hanno fatto soffrire, che ti hanno tolto qualcosa. È l'unico modo per guardare al tuo passato come una tappa dolorosa ma necessaria, senza rinnegarlo.
È l'unico modo per perdonare te stesso e accettare quello che sei.”
Detto così sembra facile...” mi sussurra poco convinto ma, per la prima volta, riesco a leggere chiaramente nel suo sguardo, nella profondità dei suoi occhi scuri, il desiderio di andare oltre il dolore, oltre la rabbia e la disillusione.
Non devi farlo adesso, né domani, o dopodomani. Devi prenderti del tempo... tutto il tempo che sarà necessario. Ti aiuterò, se me lo permetterai... Non sei più solo...”
Il modo disperato e possessivo con cui improvvisamente mi abbraccia mi lascia senza fiato, mi coglie di sorpresa e, per un istante, mi lascia frastornata. Mi stringe a sé con una dolcezza e una tenerezza disarmanti, di cui non lo ritenevo capace.
Ricambio stringendolo con forza e, per la prima volta, da quando siamo qui, lo sento veramente mio.

Restiamo così, uniti a respirare piano, per un tempo che mi sembra infinito.

Adesso voglio che tu mi dica una cosa,” gli sussurro sciogliendomi a malincuore da quella calda stretta in cui mi sono rifugiata, fissandolo negli occhi, “e sai che posso capire se non sarai totalmente sincero. Quindi ti prego di esserlo.”
Annuisce corrugando la fronte, con una punta di preoccupazione nello sguardo.

Qual è il vero motivo che ti ha spinto a distruggere Snoke?” Gli poso due dita sulla bocca impedendogli di dare una risposta affrettata. “No... non dire che lo hai fatto per salvare me, perché non ti crederò. Tu avevi in mente di farlo da prima che iniziasse il nostro legame...”
Mi scosta delicatamente le dita dalla bocca e mi fissa in un modo sottilmente diabolico, “Perché era la cosa giusta.”
Quelle poche parole che fluiscono decise dalla sua bocca sono la conferma che volevo, che stavo aspettando. “Allora non sei quel mostro che pensi ancora di essere. Non lo sei mai stato,” sussurro, mentre le lacrime mi rigano le guance, e mi è impossibile fermarle. Nello stesso istante sento qualcosa frantumasi, sgretolarsi per sempre, come se le pareti di una prigione invisibile si fossero sbriciolate lasciando entrare un raggio di luce, la luce della speranza e della libertà.
Ci fissiamo in silenzio, ognuno perso nelle sensazioni che l'altro emana e il tempo sembra rallentare, fermarsi. Qualcosa dentro di me scatta e mi spinge ad addolcire il mio sguardo, a mutare espressione.
Con un gesto molto sensuale mi sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio pensando intensamente di voler fare di nuovo l'amore con lui e lascio che il mio desiderio si espanda, lo penetri, lo invada.
Ti voglio,” mi sussurra con un tono profondo e caldo che riesce a farmi vibrare l'anima. “Qui, adesso...” e a me sfugge un sospiro.

È Kylo o Ben che lo vuole?” Lo stuzzico maliziosa mordendomi il labbro.
Entrambi...” mi spiazza, come è il suo solito, “mercante di rottami.”
Sorrido tra i denti, ma mi e quasi mancato sentirmi chiamare così.

Serpente assassino...” sibilo velenosa, arricciando il naso.
Non provocarmi...” il suo tono calmo ma sottilmente tagliente, mi smuove qualcosa al basso ventre.
È proprio quello che ho intenzione di fare,” lo affronto decisa, mentre inizio a slacciargli la camicia. Mi blocca le mani e mi fissa come non lo ha mai fatto prima. Il suo sguardo è ipnotico e riesce a paralizzarmi i sensi.
Ti costringerò ad implorarmi di non smettere, lo sai, vero?” Quella velata minaccia mi dà il colpo di grazia.
Si avvicina lento, ansimando leggermente, fino a cancellare ogni distanza tra i nostri visi. Le sue labbra mi sfiorano delicate, gustano la mia bocca prima dolcemente poi sempre più fameliche prendendomi in un bacio impetuoso che ha il sapore vagamente salato delle lacrime.
Un desiderio cocente simile a magma mi invade le vene.
È incredibile come il legame che abbiamo ritrovato ci porti a percepire le sensazioni in modo reciproco amplificando il desiderio, intensificando il piacere.
Lentamente, inframezzando baci e carezze, ci alziamo e ci liberiamo dei nostri vestiti che finiscono svogliatamente a terra o scaraventati da qualche parte, fino a quando non rimane più nulla ad impedire di unirci.
Nudi nel corpo e nell'anima, uno di fronte all'altra, restiamo in piedi a fronteggiarci. Ben mi fissa negli occhi con un calore che non gli ho mai visto, solleva una mano e mi sfiora una guancia e poi, affondando le dita tra i miei capelli mi attira di nuovo a sé. Avvicina la bocca carnosa ed umida alla mia e non riesce a trattenersi dal baciarmi avidamente. Nella flebile luce della stanza, lentamente, tutto intorno a noi scompare. Resta solo il suo viso, il suo odore, le sue braccia forti che mi sollevano come fossi una piuma e mi conducono verso la branda dove delicatamente mi adagia. Senza staccarsi dai miei occhi, si spinge sopra di me ricoprendomi, scaldandomi, avvolgendomi completamente.
Affamato come un felino che sta per assaporare la sua preda si insinua tra le mie gambe, mi bacia dappertutto, ed è semplicemente meravigliosa la sensazione delle sue labbra tiepide e morbide che mi esplorano e assaggiano ovunque in modo irresistibile.
Sento l'eccitazione crescere sempre di più e il desiderio di accoglierlo dentro di me diviene irrefrenabile, quasi doloroso.
Dolcemente lo afferro per i capelli facendolo desistere da quella piacevole tortura e lo attiro verso il mio viso. Sapientemente lui torna sulla mia bocca prendendola questa volta in un bacio ancora più intenso ed esigente. Immersi in un turbinio di sensazioni frenetiche ed inebrianti scivola dentro di me per fondersi totalmente con il mio corpo.
Una lieve scarica elettrica si genera dal nostro contatto e le luci soffuse del dormitorio per un attimo sono intermittenti ed infine si spengono.
È la prima volta che facciamo l'amore dopo esserci riaperti alla Forza e ogni sensazione ha un sapore diverso, più intenso. È come se le nostre percezioni fossero amplificate, centuplicate. Ma soprattutto condivise.
Ben inizia a muoversi lentamente, quasi a voler ritardare e prolungare all'infinito il nostro piacere, come se avessimo tutto il tempo dell'universo e nulla avesse più importanza.
Incoraggio i suoi movimenti gemendo e perdendomi a tratti nel suo sguardo caldo, profondo come l'oscurità nella quale ora siamo piacevolmente immersi.
La branda è stretta e non ci consente chissà quale libertà di movimenti, ma non ci importa.
L'espressione di Ben è indescrivibile e ad ogni sferzata di piacere che gli procura il nostro intimo contatto socchiude le labbra. Quelle labbra così carnose e sensuali che mi hanno fatta morire tante volte, adesso sembrano chiamarmi.
Mi sporgo per baciarlo, in completa balia del mio desiderio e del suo.
I suoi movimenti iniziarono a farsi sempre più rapidi ed intensi, tanto da riuscire a portarmi quasi al culmine dell'eccitazione, gli avvolgo le braccia intorno al collo e lo imprigiono tra le mie gambe per sentirlo ancora più in profondità ma lui inaspettatamente si ferma. Mi fissa per qualche istante con un'espressione indecifrabile, languida per l'eccitazione, infinitamente carica d'amore.
Non percepisco nulla di oscuro nel suo cuore, solo il desiderio di donarsi totalmente e incondizionatamente a me. Gli sorrido estasiata ma un po' frustrata per quella interruzione che mi fa sentire come se mi mancasse l'ossigeno da respirare. Tutto quello che mi circonda sparisce, ogni suono diventa ovattato, desidero solo lasciarmi andare definitivamente ai movimenti del suo corpo e al piacere che mi provoca. Lo anelo, ne ho bisogno disperatamente o rischio di impazzire. “Ben...” mi sfugge e non so se l'ho sussurrato o l'ho urlato, “ti prego...” lo imploro.
Misericordiosamente lui accoglie la mia supplica e le sue spinte riprendono sempre più intense, profonde, sempre più veloci fino a quando l'estasi del piacere si impadronisce totalmente dei miei sensi e dei suoi, esplodendo in una vibrazione reciproca, incontrollabile e incontenibile, irradiandosi dal corpo all'anima mentre i nostri cuori impazziti battono all'unisono, i nostri respiri caldi e irregolari si fondono insieme.


Il momento in cui tutto si quieta e il piacere si placa è quello che preferisco.
Lo stringo forte, accarezzandogli la schiena come adoro fare da sempre, dopo averlo amato. Ben è completamente abbandonato su di me, il viso nascosto nell'incavo del mio collo, il suo fiato caldo a solleticarmi l'orecchio, ma stranamente non è pesante né opprimente. Mi piace sentirmi avvolta dal calore del suo corpo. Gioco con le ciocche morbide dei suoi capelli e desidero che questo momento non abbia mai fine.
Restiamo ancora uniti e abbracciati fino a quando il sonno prende il sopravvento sui nostri sensi.


Mi sveglio di soprassalto sbattendo le palpebre e ansimando, mi rendo conto che è ancora notte fonda. Le deboli luci del dormitorio si sono riaccese. Sono stesa supina schiacciata contro la parete della cuccetta e Ben mi dorme accanto sdraiato su un fianco, con la mano sotto al cuscino. Sulla branda del Falcon stiamo eccessivamente stretti e lui praticamente sta quasi sul ciglio del materasso.
Lo osservo curiosa mentre dorme, nella flebile luce della cabina e mi sfugge un sorriso. Quel suo adorabile broncio infantile mi suscita una tenerezza infinita: quando è profondamente addormentato sembra così innocuo, sereno. Ma nello stesso tempo un pensiero doloroso mi scuote, so che la strada che abbiamo intrapreso è solo all'inizio, inevitabilmente in salita e non sarà affatto facile da affrontare. Ma adesso non ho più paura.
Lentamente mi giro sul fianco e lo osservo ancora un po' compiaciuta e felice, studio i suoi lineamenti come se volessi imprimerli per sempre nella mia mente. Il mio sguardo si posa incautamente sulla sua meravigliosa bocca carnosa e non posso fare a meno di cedere al suo richiamo insistente. La assaggio appena, temendo di interrompere il suo sonno e il brivido che mi suscita mi scuote fin nel profondo.

Come hai osato svegliarmi... Lo sai che potrei ucciderti per questo?” Lo pronuncia con gli occhi ancora chiusi.
Trattengo a stento una risata e poso nuovamente le mie labbra sulle sue, questa volta mordicchiandogliele brutalmente. “Non ne saresti mai capace,” gli faccio notare sorniona.
Apre gli occhi, scuote un paio di volte le palpebre e poi mi fissa imbronciato. “Stai pericolosamente abusando della mia pazienza, mercante di rottami.” Mi avverte dolcemente e io resto piacevolmente impressionata da quanto impegno ci stia mettendo nell'apparire minaccioso.

Che c'è, perché non dormi?” Mi chiede, questa volta con un tono un po' spazientito e serio.
Non ci riesco” gli confesso sospirando, “Sono ancora eccitata e scossa da quello che è successo.”
Uhm capisco... alla prima posso rimediare,” mi provoca senza ritegno e io non posso fare a meno di scoppiare in una sana risata.
Posso farti una domanda, visto che siamo in vena di confidenze?” Se ne esce sogghignando e io sgrano gli occhi per la sorpresa.
Mi meraviglio di te, Kylo Ren, non riesci più a prendere ciò che vuoi?” Lo canzono brutalmente.
Non scherzare,” reagisce serio e io subito mi inquieto.
Certo che puoi,” lo rassicuro, ma temo di non essere stata abbastanza convincente nel mascherare la mia preoccupazione.
Davvero hai avuto una storia con quel pallone gonfiato di Dameron?” Mi spiazza ridacchiando e io mi sciolgo da ogni tipo di tensione mollandogli un pizzicotto sul braccio che lo coglie impreparato.
Ahi!” Protesta vivamente arricciando le labbra e strizzando gli occhi.
Non posso fare a meno di recriminare, “Non ti permetto di infangare la sua memoria... sei un bastardo.”

Temo di sì,”ammette impertinente e a me sfugge un risatina sarcastica.
Ecco perché mi sono chiusa alla Forza, non sai che sollievo è stato non averti più nella mia testa.”
Uhm... Sarà divertente scoprire tante altre belle cose di te, signorina nessuno” mi provoca sensuale.
Credi davvero che te lo lascerò fare? Non scoprirai niente che non voglia farti sapere,” uccido drasticamente ogni suo intento.
Questo lo vedremo...” sibila velenoso, assottigliando lo sguardo.

Io e Poe non abbiamo avuto nessuna storia, l'avrò baciato un paio di volte. La mia vera prima volta è stata con te, te lo sei dimenticato? Ed è stata un mezzo disastro. E comunque quel pallone gonfiato era il miglior pilota della Resistenza,” gli ricordo con una leggera punta di soddisfazione e malinconia.
Della Resistenza, forse... non certo della galassia,” ironizza e a me non sfugge il suo sottile riferimento. Mi sollevo leggermente e non riesco a trattenere un sospiro.
Hai ragione...” mi esce spontaneo, sperando di non aver riaperto una ferita.
Lui si gira goffamente nello spazio angusto della branda mettendosi supino. “Il migliore, era mio padre...” ripete, con una leggera punta di tristezza nella voce, e lo sguardo malinconico puntato verso il soffitto.
Dentro di me esulto nel sentirgli nominare di nuovo Han Solo, in un tono profondamente diverso, privo di rancore. La strada che ha intrapreso è di certo lunga e difficoltosa, ma la sua reazione mi dimostra che non ha nessuna intenzione di abbandonarla. E di questo non posso che esserne felice.
Gli poso una mano sul petto caldo, ancora leggermente impelato di sudore e lo accarezzo leggermente. Restiamo in silenzio per qualche istante a goderci la calma e la pace della notte.
Poi d'improvviso lui si solleva sui gomiti e mi rivolge uno sguardo impertinente. “Vado a vedere se riesco a rimediare qualche vecchia razione dalla stiva. Se dobbiamo proprio passare la notte in bianco è meglio farlo a stomaco pieno.”
Si alza e muove alcuni passi nella stanza completamente nudo, si china per recuperare i calzoni e io lo maledico con tutte le mie forze. Lentamente si riveste e io mi mordo il labbro in uno sfogo frustrato.
È una vera ingiustizia nascondere quei meravigliosi glutei tondi e sodi sotto tutta quella stoffa. Ammiro le sue spalle possenti e i suoi muscoli tesi fino a quando non sparisce dietro la porta automatica.
Mi riapproprio di tutto lo spazio della branda, avvolgendomi nella coperta calda, stiracchiandomi per bene.


* * *


Sembri un Rantor a digiuno da un mese.” Ben mi schernisce impietoso rifilandomi un'occhiata disgustata nel vedermi divorare la mia razione con voracità.
Sono terribilmente affamata,” mugugno in risposta con la bocca piena, “e poi queste vecchie razioni sono deliziose,” aggiungo, leccando con dovizia tutto il piatto.
Sono terribili, vorrai dire,” mi corregge con un espressione schifata.
Mi fermo prima di dare un morso al mio boccone, “Oh il principino ha il palato delicato, se avessi sofferto la fame nel deserto di Jakku, non saresti così schizzinoso, te lo posso assicurare,” reagisco sconcertata.

Ho passato tre quarti della mia vita con il caro zio Luke e sei anni sotto Snoke, è andata di gran lunga meglio a te, credimi.”
Scusami...” mormoro appena, sentendomi un idiota.
Lui non demorde e riprende a provocarmi. “Di questo passo diventerai tonda come un Hutt.”
Non posso evitare di incenerirlo con gli occhi. “
È a causa tua se lo diventerò,” gli ricordo scuotendo la testa, dando fondo anche all'ultimo boccone.
Perché deve essere sempre colpa mia?” Si finge indignato.
Gli lancio un'occhiata truce dal mio sgabello sbilenco e lui ricambia il mio sguardo arricciando il naso. Sorseggia tranquillo il suo surrogato di caffè in piedi, poggiato con il sedere sul piano attrezzato con indosso solo i pantaloni e io non riesco a concepire come faccia a non congelarsi, d'istinto mi stringo ancora di più nella coperta calda che ho trafugato dal letto.

Mi passi un po' di caffè?” Chiedo facendo gli occhi dolci, visto che ce l'ha proprio di fianco.
Non si muove dal suo posto e già questo mi infastidisce, ma in compenso una tazza fumante sospesa a mezz'aria inizia a fluttuare verso di me. La afferro al volo e gli rivolgo un'occhiata inferocita. Lui fa finta di nulla ma lo intravvedo sghignazzare di gusto.

Ben!” Lo rimprovero, aggrottando la fronte.
Che ho fatto di male?” Reagisce con un'insopportabile aria innocente da cucciolo di lupo mannaro. “L'hai detto tu che devo riprendere il controllo dei miei poteri... sto solo facendo esercizio.” Ha pure il coraggio di giustificarsi.
Sospiro scuotendo il capo, sorseggiando il mio delizioso surrogato, inalandone l'aroma, già scoraggiata da quello che mi attende. Sarà dura, lo so. Ma ce la posso fare.

Dì la verità, non mi hai detto nulla del mio passato perché temevi che avrei ripreso la mia missione da dove l'ho interrotta...” mi provoca brutalmente con un diabolico sorrisino sghembo e, per la priva volta, riesce ad ammutolirmi. “Sorpresa eh? Non ho bisogno di entrarti nella testa per sapere che lo hai pensato, ormai ti conosco abbastanza,” sghignazza, riuscendo a diventarmi antipatico.
Attento a te,” lo scruto di sottecchi, “ho detto che non ti avrei colpito a tradimento. Non che non avrei cercato di fermarti,” meglio mettere le cose in chiaro da subito, prima che la conversazione possa degenerare.
Sei una rompiscatole.” Protesta, arricciando il naso e assottigliando lo sguardo.
E tu sei un adorabile stronzo!”
Tranquilla, non mi è mai importato nulla dei tuoi amici. E non me ne importa tanto meno adesso... Se se ne staranno debitamente alla larga da me.” Le sue parole, seppur velatamente minacciose, mi rincuorano e non posso fare a meno di tirare un sospiro di sollievo.
Finalmente si decide a staccare il sedere dal ripiano e si avvicina lentamente camminando a piedi nudi, posa la tazza vuota sul tavolo a poca distanza dalla mia mano e si china su di me per assaggiare appena le mie labbra in un bacio leggero, al sapore di caffè. Lo ricambio anche se mi sento ancora indignata.
Si solleva e mi riserva un'occhiata sorniona. “Domani, per prima cosa dobbiamo procurarci i pezzi per un condensatore secondario. Non ho intenzione di passare un'altra nottata su questo rottame. Reclamo il mio letto!” Sentenzia imperioso e il suo tono non ammette obiezioni.
Sospiro felice mentre lo vedo imboccare il corridoio che porta agli alloggi, un senso di pace invade i miei sensi e finalmente posso guardare al futuro con occhi nuovi, con la speranza nel cuore. Sono consapevole che il percorso che abbiamo intrapreso non sarà privo di ostacoli, ma quale profondo legame non lo è?
Scendo dallo sgabello e, ancora scalza, mi dirigo verso il portello di ingresso, sento Ben armeggiare nel bagno e, senza farmi sentire sguscio fuori dal Falcon. Sento la necessità di respirare aria fresca, scrutare e interrogare le stelle. Cammino in mezzo all'erba bagnata dall'umidità della notte stringendomi alla mia coperta e un brivido intenso mi scuote.
Raggiungo un gruppo di grosse pietre e mi siedo su una di esse, chiudo gli occhi e inspiro profondamente l'aria frizzante, ma inaspettatamente qualcosa mi impedisce di lasciarmi andare, mi distrae. Mi sento stranamente osservata.
Istintivamente mi volto verso il bosco e intravvedo un bagliore azzurrognolo luminescente. Mi sforzo di metterlo a fuoco e mi accorgo che qualcosa sta prendendo forma nel buio. Anzi
qualcuno.
Luke, il mio maestro, mi rivolge uno sguardo sereno e carico di ammirazione. Il mio cuore sussulta e mi sento sollevata nel percepirlo finalmente in pace con se stesso.
Inaspettatamente lo vedo voltarsi verso qualcos'altro che si sta materializzando accanto a lui, è un altro fantasma di Forza, un uomo più giovane con i capelli castani mossi, lunghi fino alle spalle, ed un viso vagamente familiare. Scorgo una cicatrice che gli sfiora l'occhio destro, sorride prima a Luke e poi si volta verso di me. Anakin... non avrei mai creduto di poterlo vedere.
È incredibile quanto Ben gli somigli, sia nell'aspetto che nelle espressioni del viso.
Entrambi ora mi guardano sereni e fiduciosi, ed io non posso fare a meno di sorridere.
Dopo tutto quello che è accaduto ho finalmente compreso una cosa: il futuro non è univoco ma è mutevole. Quello che avevo creduto di vedere tra me e Ben era solo uno dei tanti possibili. Era una mia interpretazione. Il destino lo plasmiamo noi stessi, con le nostre azioni e le nostre scelte. A volte però sono le scelte altrui ad influenzarci, a distruggerci e a trasformarci in qualcosa che non avremmo mai voluto essere. Ma, abbiamo sempre la possibilità di cambiare le cose, di credere di poter diventare delle persone migliori.
Nessuno è mai veramente perduto.
Annuisco decisa, mentalmente non posso fare a meno di ringraziarli dal profondo del cuore, prima di tornare a rifugiarmi tra le braccia di Ben.




F I N E



Angolino dell'autrice:

Eccoci giunti alla fine. Scrivere questa prima Reyo è stata un'impresa diffcile ma anche molto stimolante e divertente. Non ho molto da dire se non che ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite e in modo particolare ringrazio chi ha voluto farmi sapere cosa ne pensava con una recensione. Ci ho impiegato ben tre mesi a scrivere questa mini long, che inizialmente doveva essere solo una shot, ma poi i personaggi mi hanno preso la mano e hanno preteso che raccontassi molto di più su di loro. Non è colpa mia, prendetevela con quei due ragazzacci che mi hanno sconvolto l'esistenza, mannaggia a loro, e spero vivamente che nel prossimo film non facciano una brutta fine Y.Y
Non so se questa mini long avrà un seguito. Ci sto pensando ma, boh... tutto dipenderà dal tempo e dall'ispirazione.
Grazie a tutti e... CHE LA FORZA SIA CON VOIH! XD



  
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