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Autore: cin75    10/04/2018    5 recensioni
Quanto può diventare umano un angelo, dopo aver provato un dolore profondo?
Castiel sta per scoprirlo.
RIFERIMENTI ALLA STAGIONE 13.
Genere: Angst, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Lucifero, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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"Dean, cosa facciamo?!” chiese Sam, mentre comunque spulciava tra i libri del bunker che aveva scaricato sul suo tablet, qualsiasi cosa potesse essere utile a rintracciare Castiel.

Dean , invece , non riusciva a stare fermo e continuava a fare avanti e indietro nella piccola camera di motel che avevo preso, quando erano giunti in quella dannata città per risolvere il caso che li aveva portati a quel punto. Non riusciva ad accettare il fatto che Lucifero potesse prendersi di nuovo Castiel. Prima come tramite, poi uccidendolo davanti ai loro occhi e ora….ora chissà che cosa aveva in mente per il povero angelo.

“Non lo so, Sammy. Non lo so. Ma dobbiamo trovare qualcosa anche perché se Lucifero ha trovato Castiel, ci metterà un secondo a trovare noi.” cercò di nascondere quell’amichevole preoccupazione, con quella preoccupazione che riguardava loro.

“Già!” convenne cupo il minore.

“Un incantesimo di tracciamento o qualcosa che ci possa aiutare perché Lucifero lo farà a pezzi e se la godrà a farlo. Sappiamo entrambi che cosa vuole da Castiel e sappiamo entrambi che Castiel non gli dirà mai dove trovare Jack.” affermò decisamente preoccupato.

“Ma Castiel, come noi, non sa dov’è effettivamente Jack!” gli fece presente il minore. “Non glielo potrebbe comunque dire.” convenne, poi.

“E credi che Lucifero gli crederebbe?!” ironizzò Dean. “E’ per questo che dobbiamo scoprire dove ha portato Castiel.” fece di nuovo.

 

“Posso dirvelo io!”

 

I due fratelli si guardarono sorpresi.

Un attimo dopo erano entrambi in piedi, pistola alla mano e ben puntata verso la porta della camera, oltre la quale quella voce si era palesata.

Pochi gesti e i due cacciatori sapevano perfettamente cosa dovevano fare.

Sam appena dietro la porta, mano alla maniglia, Dean poco distante, e poi con uno scatto veloce, non appena la porta fu aperta, l’estraneo si ritrovò con una canna di pistola puntata in piena fronte e una al centro della tempia.

“Fa’ solo un gesto sbagliato e la tua testa diventa marmellata, amico!” lo minacciò Dean premendogli la canna alla tempia.

Poi Sam, con una mano, afferrò lo sconosciuto e lo tirò all’interno della stanza.

“Chi sei?!” gli chiese mentre chiudeva la porta.

“A quanto pare , l’unico che può aiutarvi a ritrovare Castiel.” rispose con calma.

“Forse non hai capito quello che ti ha chiesto. Chi sei?” ripetè il maggiore con più astio.

E allora , l’altro, sembrò capire.

“Sono un angelo e dopo averlo saputo , ora, dovreste anche sapere che queste inutili armi non possono farmi niente!” replicò quasi con un tono saccente.

“No! Hai ragione. A meno che, queste inutili armi non siano caricate con proiettili ricavati da lame angeliche!” rispose con altrettanta arroganza, Sam.

Il cosiddetto angelo, deglutì a quella risposta e capì che il cacciatore non mentiva, dato che anche l’altro sorrideva e pareva decisamente fiducioso dell’arma che impugnava e che ancora aveva ferma al centro della fronte.

“Il mio nome è Paliel. Sono un angelo.”

“Va’ avanti!” fece Dean. “Che ci fai qui? Cosa vuoi da noi? Cosa sai di Castiel e perché dici di poterci aiutare?” lo investì di domande.

“Soprattutto perché un angelo vuole aiutarci a trovare l’angelo a cui il Paradiso dà ancora la caccia!?” si accodò Sam.

“Io sono l’angelo a guardia delle prigioni del Paradiso. Lucifero , un paio di giorni fa, si è presentato con Castiel, suo prigioniero e...”

“Cosa? ...aspetta!! Hai detto un paio di giorni?” chiese allarmato Dean e Paliel annuì soltanto.

“Lucifero ha preso Castiel solo qualche ora fa!” fece presente Sam.

“Dovreste sapere che non tutto scorre con il vostro stesso tempo!” convenne l’angelo.

I due fratelli si guardarono preoccupati.

Castiel...da giorni….nelle mani di Lucifero. La cosa non si metteva decisamente bene. Affatto!

“Ok! Perché sei qui?!” chiese Dean.

“Io sono da secoli il guardiano delle prigioni del Paradiso, ma….”

“Questo ce lo hai già detto!” lo ammonì severamente, Sam

“...ma quelle prigioni sono fatte per la meditazione, l’illuminazione e la redenzione. Non sono fatte per il dolore, la tortura e il sangue.” fece afflitto. E ciò che disse non sembrò altro che spiegare quello che stava accadendo a Castiel.

Dean, mise a fuoco e poi puntò di nuovo la pistola con forza alla testa dell’angelo intruso mentre Sam lo teneva sotto tiro a distanza di qualche passo. “E’ vivo?!”

“Cosa?!”

“Castiel è ancora vivo?!” gridò rabbioso.

“Sì, sì...lui è vivo ma...”

“Ma cosa ?!” insistette Sam.

“Si è spento!” precisò poi.

I due fratelli si guardarono allarmati.

“Spento?!” ripetè Sam. “Che significa che si è …..spento?!”

“Lui ha spento la sua grazia, così che Lucifero non avesse più potere di sorta su di lui. Non potesse sapere niente da lui.” e detto questo, raccontò ai due cacciatori tutto quello che era successo e che forse stava per succedere a Castiel.

“Lucifero vuole sapere di Jack!” riflettè Dean e Paliel semplicemente, annuì. “E se mette le mani sulla sua grazia, mette le mani su tutto ciò che sa Cass!” fece ancora, mentre Paliel conveniva in silenzio e in accordo.
 

Quando Paliel finì il suo racconto, Sam e Dean non gli stavano nemmeno puntando più le pistole contro, tanta era la confusione a causa di quello che avevano sentito.

“Dio!!” sussurrò Sam.

“Figlio di puttana!” ringhiò invece , Dean.

“Lo so che molti dei miei fratelli non vedono di buon occhio Castiel e le sue scelte, il suo aver scelto...voi..sempre.” precisò con amarezza, mentre i due fratelli si sentirono quasi in colpa. “Ma nessuno, vi giuro..” e ora sembrava davvero sincero. “...nessuno di noi ha mai voluto o solo pensato di punirlo in un modo così….feroce. Le nostre punizioni sono fatte per portare alla pace dello spirito e non alla dannazione della grazia. E Castiel è e rimane comunque un valoroso guerriero e non merita ciò che gli sta facendo Lucifero.”

“Perchè...cioè dico…..come fa Lucifero a ritrovarsi seduto sul trono del Paradiso?!” chiese Sam.

“Un patto!” fu la risposa amara.

“Un patto? Il Paradiso ha fatto un patto con ….Lucifero?” domandò sarcastico Dean. “Sul serio?”

“Ai demoni basta un singolo atto di malvagità umana per ricrearsi, perché così ha disposto Lucifero. Le nostre schiere invece hanno un’origine ben diversa e sono ormai ridotte all’osso e Lucifero è stato accanto a nostro Padre mentre creava gli angeli. Lui sa come fare. Lui può…..”

“...aiutarvi a rinfoltire gli eserciti!”

“Sì!” ammise , forse in colpa, per quel patto.

“E’ davvero un incantesimo quello che serve per risvegliare Castiel e la sua grazia?!”

“Sì, ma non è semplice.”

“Non lo è mai per noi!” convenne Dean.

“Per risvegliare la sua grazia, Lucifero, per mezzo dell’incantesimo la deve estrarre dal tramite che la ospita e dopo averla sottoposta a ciò che rimane dell’incantesimo, potrà...leggerla...e poi potrà riporla in un nuovo tramite.” spiegò in breve.

“Ok!...no, aspetta. Non è ok! Come ...nuovo tramite!?” chiese ancora Dean, dopo quella spiegazione.

“Il tramite di Castiel, non sopporterà la potenza del luogo in cui si trova, si annienterà non appena la grazia di Castiel lo abbandonerà e quindi..”

“Quindi?!” lo anticipò , Sam.

“Castiel o meglio la sua grazia , la sua conoscenza , i suoi ricordi e tutto ciò che egli è, rimarranno in una sorta di stasi mistica, perché la sua essenza avrebbe bisogno di un nuovo tramite vivente e nessun vivente può mettere piede in Paradiso. Per dare un nuovo tramite a Castiel , Lucifero dovrebbe scendere sulla Terra e portarlo con lui e non credo che sia disposto a farlo, sapendo che voi lo state cercando e dopo tutto quello che ha fatto per ritornare in Paradiso. Quindi lascerà che la grazia di Castiel….”

“… si perda.” finì Sam. “Non possiamo permetterlo, Dean!” fece ancora.

“No, che non possiamo.” rispose comunque perplesso, il maggiore.

“E’ per questo che sono qui. Io posso aiutarvi. Posso dirvi cosa fare e come farlo!”

“Parla!” fece autoritario Dean. “Cosa dobbiamo fare?!”

“Un incantesimo di inganno!”

“Sarebbe?!” domandò Sam.

“Dobbiamo fare in modo di simulare la grazia di Castiel quando Lucifero agirà su di lui. Non credo che lui conosca l’incantesimo principale o mi avrebbe scoperto e ucciso quando gli ho chiesto di scendere sulla Terra per trovare alcuni ingredienti.” riferì.

“E questo gioca a nostro favore?!” domandò Dean.

“Sì. L’incantesimo che voglio fare, simulerà l’espulsione della grazia di Castiel e una volta che Lucifero imprigionerà la finta grazia, io mi occuperò del corpo di Castiel. Lo porterò fino al portale e lì, dovrò affidarmi alla fortuna.”

“Perchè?!” fece stranito il minore.

“Lucifero ha messo di guardia al portale, un angelo di sua fiducia e...”

“Fammi indovinare. Rossa, capelli lunghi, faccia da angelo, cervello da demone.”

“Sì, è lei.”

“Jo!” esclamarono all’unisono i due cacciatori.

“Ok! Ma se tu non riuscissi a rimandarci indietro Castiel attraverso il portale, cosa possiamo fare noi da qui?!” gli chiese Sam.

“Dovete fare in modo che sia l’angelo di guardia al portale sulla terra ad aprirlo. Io sfrutterò quel momento e poi...andrà come andrà!”

I due fratelli si guardarono per un attimo perplessi. Sì, di solito i loro piani non andavano sempre - o mai - come volevano, ma non si erano mai messi in moto con un “andrà come andrà”

Comunque….

“Ok! Muoviamoci. Che ti serve per il tuo contro incantesimo?!” chiese Dean.

“Il sangue del legame, il sangue della famiglia, il sangue dell’origine.” elencò senza esitazione.

“Cosa significa?!” chiese Sam, un attimino incerto.

Paliel si fece loro vicino. Poggiò la mano sulla spalla di Dean che un tempo era segnata dall’impronta di Castiel. “Il sangue del legame.” disse. Poi si spostò e andò verso Sam e sul petto del ragazzo, poggiò l’altra mano. “Il sangue della famiglia” e poi indicò se stesso. “Il sangue dell’origine.”

Così, tutto ebbe inizio.

Il primo a lordare la ciotola rituale fu il sangue di Dean: il sangue che segnò l’inizio di quel legame fortissimo con gli esseri umani. Poi fu la volta di Sam: il sangue che indicava l’appartenenza ad una famiglia , di quella famiglia di cui oramai Castiel faceva parte. E poi, in ultimo, Paliel si segnò il palmo e anche il suo sangue si unì agli altri due: il sangue originario, degli angeli, di Castiel.

L’angelo pronunciò alcune parole in quello che sembrò essere enochiano e i tre elementi insieme iniziarono a brillare esattamente come brillava la grazia angelica. Versarono quel succo magico in una piccola ampolla e Paliel la ripose con cura nella sua casacca grigia.

“Dov’è il portale terreno più vicino?!” chiese Dean , mentre prendeva la sua roba, insieme a Sam.

“A circa un’ora da qui, c’è una cittadina. C’è un solo parco. Lì, un angelo fa la guardia al portale. Io ne userò un altro per non creare dubbi di sorta. Quando sarò di nuovo lassù, se io non riesco ad aprirlo dal Paradiso, fra due ore, voi dovrete aprilo da qui o Castiel sarà morto. E questa volta per sempre.” e andò via.

Sam e Dean, non attesero oltre.

Si infilarono nell’Impala e si avviarono verso il luogo che Paliel aveva loro indicato e quando vi arrivarono , circa un’ora dopo, come aveva detto il guardiano, un altro angelo faceva da guardia ad un anonimo quadrato di sabbia.

 

Quando Paliel tornò in Paradiso, Jo, come sempre era a guardia del portale.

“Lui ti aspetta. C’hai messo troppo. Ti consiglio di trovare una buona scusa per questo tuo ritardo. E’ abbastanza nervoso!”

Paliel , mostrò alcune sostanze e ammennicoli e poi con calma le rispose.

“Alcuni ...sono stati difficili da trovare!”

“D’accordo. Ma ora ti consiglio di darti una mossa.” e Paliel senza attendere oltre, obbedì.

Quando giunse nella cella dove Castiel era ancora in quella sorta di stasi, Lucifero sembrò quasi volerlo fulminare.

“Era ora!!! Nemmeno paparino c’ha messo tanto per decidere se farvi rimanere così stupidi!!” lo offese.

“Io dovevo….”

“Lascia perdere. Hai trovato tutto?!” chiese seccato.

“Sì, sissignore!” e senza dire altro, si mise all’opera.

O per lo meno, finse di farlo.

Aggiustò qualcosina qui e là, mischiò qualche ingrediente, recitò alcune parole in modo che Lucifero potesse sentirle e ricollegarle a parole legate alla magia angelica e quando si rese conto che quegli elementi che aveva mischiato stavano per fare il loro effetto, che stavano per emanare l’esplosione di luce voluta, emulando la grazia di Castiel, fece il passo finale e versò nella ciotola , l’ampolla con il sangue dei due fratelli mischiato al suo.

“Che cos’è quella? Sembra….grazia!” fece indicando l’ampolla che Paliel aveva creato con i cacciatori.

“Lo è. Grazia dell’angelo che compie l’incantesimo!” disse senza mostrare tentennamento.

“Procedi!” fece soddisfatto Lucifero, anche perché come risposta filava: una grazia per richiamare una grazia.

 

Un attimo dopo , il corpo di Castiel fu avvolto da quella luce che in tutto pareva una grazia lentamente espulsa da un tramite.

Lucifero, che sembrava decisamente compiaciuto, afferrò un’altra ampolla e fece in modo che quella luce mistica vi finisse all’interno, imprigionandola. Richiuse in fretta e poi , andò verso l’uscita della cella.

“Bene, bene. Vediamo che cosa dicono le ultime notizie!” ironizzò, alludendo al fatto che si avviava a leggere la grazia di Castiel e tutto ciò che in essa era racchiuso.

Paliel a quel punto azzardò.

“Mio signore Lucifero. Qui ci penso io. Vuoi che mandi da te, Jo?”

“Jo?, perché?” domandò scrutandolo con attenzione.

“So che almeno per il momento ti fidi di lei più di noi, quindi se dalla grazia di Castiel riesci a scoprire qualcosa su tuo figlio , è lei, l’angelo con cui puoi e vuoi decidere il tuo prossimo passo.” rispose senza sembrare troppo timoroso e al tempo stesso troppo insolente.

Lucifero sembrò pensarci un attimo. Guardo ciò che rimaneva di Castiel, l’angelo che stava iniziando a ripulire tutto e poi fissò l’ampolla luccicante di grazia tra le sue mani.

“Hai ragione. Ancora non mi fido di voi. Mandami Jo!” e andò via, prima di sentire il sottomesso “Come tu comandi!” di Paliel.

L’angelo non attese oltre. Sistemò alla meglio peggio il corpo di Castiel in un telo. Corse senza affannarsi troppo ad avvisare quella che ormai sembrava essere il braccio destro luciferino e poi, corse sul serio a prendere il corpo di Castiel per portarlo al portale.

 

Sulla Terra, in un desolato parco giochi, Sam e Dean, facevano la guardia all’angelo che a sua volta faceva la guardia al portale segreto e non appena iniziarono a vedere strani movimenti tra i granelli di sabbia, capirono.

“Ce l’ha fatta!” sussurrò Dean.

“Sta aprendo il portale!” convenne Sam.

“Sperando che sia lui!” azzardò il maggiore e Sam non disse niente. Non era da escludere.

Ma quando luce tipica del portale aperto, lasciò intravvedere la sagoma che ormai riconobbero essere quella di Paliel, i due cacciatori si fecero avanti e corsero preoccupati quando videro l’angelo sfilare via da quella luce un corpo avvolto in un telo bianco.

Sam corse più veloce, Dean, invece si sentì come se il gelo lo avesse appena investito.

Un ricordo. Un dolore. Un profondo senso di colpa.

Le gambe rallentarono all’improvviso fino quasi a fermarsi, poiché, l’ultima volta che aveva visto Castiel avvolto in un telo bianco, l’amico era morto e lui stesso lo aveva sistemato per un degno funerale da cacciatore.

Solo il severo avvertimento di fermarsi da parte dell’angelo a guardia del portale, riportò il maggiore dei fratelli al presente. Si passò velocemente una mano sul viso tirato, e raggiunse velocemente il fianco di Sam.

“Winchester!!!! Fermi. Non avvicinatevi!” li ammonì con austerità, puntando verso di loro la sua lama angelica.

“Ferma il tuo agire, Aniel!” si intromise Paliel, frapponendosi tra i fratelli terreni e quello angelico.

“Paliel? Cosa….”

“Fratello, il nostro patto con Lucifero sta prendendo pieghe che mai e poi mai dovrebbero avverarsi in Paradiso. E’ vero che ci ha promesso di darci altri fratelli, di renderci di nuovo forti, ma questo….” e così dicendo andò con decisione verso il telo che copriva Castiel e lo aprì con un gesto veloce. “….questo, questa ferocia non è e non può far parte del Paradiso. Non del Paradiso che noi rivogliamo, Aniel!!”

“Castiel….” sussurrò il nome. “Ma cosa gli è successo?!” domandò mentre invece , Sam e Dean, corsero immediatamente accanto al corpo dell’amico ancora inerme. Ancora visibilmente martoriato.

“Lucifero. Questo è il suo modo di trattare chi non soddisfa le sue richieste. Sappiamo bene che è da tempo che Castiel ha deciso di raggiungere il bene Supremo con altri mezzi...” fece guardando i due cacciatori. “.. e per quanto noi non fossimo d’accordo, questo non giustifica arrivare a questo punto.”

“E’ morto?!” azzardò colpito, Aniel.

“No. Ha spento la sua grazia!”

“O Padre….” esclamò sconvolto. “Ma solo un angelo che ha….”

“Lo so, fratello. Lo so e credimi io ero presente al dolore che ha provato Castiel e nessuno merita una simile punizione. Quindi ti chiedo, ti supplico, lascia che i due Winchester lo portino via e cerchino di salvargli la vita così che Castiel, con il loro aiuto, provi di nuovo a salvare la nostra. Perché credimi, Aniel, credimi fratello, con Lucifero sul Trono del Paradiso, noi siamo tanto in pericolo quanto lo è chiunque in questo mondo.” e quella che sembrò essere una sincera supplica divenne una più che dovuta concessione.

Aniel abbassò lo sguardo. Pensieroso. Concentrato.

“Andate via! Presto!” fece poi ai due cacciatori.

“Ma noi...”

“Presto!” li ammonì ancora, Aniel. “Si stanno chiedendo perché il portale sia aperto. Prendete Castiel e andate via. Ci penserò io, qui!”

I due cacciatori fecero come venne loro detto.

Dean prese a spalla il corpo di Castiel, aiutato da Sam e raggiunsero velocemente l’Impala. Dean adagiò il corpo dell’amico sui sedili posteriori e poi senza perdere altro tempo , fece cenno a Paliel di seguirli.

“No, voi andate, presto!”

“Paliel, non puoi tornare lassù. Lucifero avrà già capito che quella grazia è finta e non ci metterà niente a capire che sei stato tu.” disse Sam, incoraggiandolo ad entrare in macchina.

“Non intendo tornare in Paradiso.” disse mentre vedeva Aniel e il portale sparire lentamente. “Ciò che intendo fare è mettere in allerta tutti i miei fratelli ancora sulla terra, voglio avvertirli di quanto sia pericoloso il patto che è stato stipulato con Lucifero. Voi, ora, andate e fate in modo che lui si riprenda. Abbiamo bisogno di Castiel...” e poi sorridendo loro. “...e anche di voi, per quanto siamo troppo orgogliosi per ammetterlo.”

“Come lo….riaccendiamo!?!” domandò Dean.

Già! Perché se Cas si era spento, ora, toccava loro ...riaccenderlo.

“Purtroppo non c’è un incantesimo. Castiel ha deciso di fare questo passo quando , con un sadico trucco, Lucifero gli ha fatto credere di avervi uccisi e lo ha fatto in un modo decisamente cruento. Per Castiel deve essere stato troppo. Fategli capire che siete vivi, fateglielo sentire.” li incoraggiò con forza.

“Come?!” chiese ancora Dean.

“Arrivate alla sua grazia!” e poi guardò di nuovo verso il portale. “Lo stanno riaprendo, presto, andate via!” e i due fratelli obbedirono e anche l’angelo iniziò la sua fuga.

 

Quando i due cacciatori arrivarono finalmente al bunker, di nuovo certi di essere al sicuro tra le sue protezioni, attrezzarono immediatamente una stanza in cui ricoverare Castiel. Sam recuperò una loro tuta perchè di certo l’amico non poteva restare con quello che aveva addosso. Dean corse all’infermeria del rifugio e prese aghi e filo da sutura, disinfettante e tutto ciò potesse servire per curare almeno le ferite fisiche di Castiel. Pensò che se Castiel non poteva guarirsi con la sua grazia, loro potevano almeno iniziare a farlo guarire nel modo...umano.

Prendendosi cura di lui.

L’ora successiva passò così, tra suturare il possibile e disinfettare ciò che rimaneva e poi, i due fratelli, si fermarono. E guardarono perplessi, l’amico angelo.

“Come arriviamo alla sua grazia, Dean?!” chiese sottovoce Sam, con l’espressione di uno che finalmente aveva trovato il coraggio di fare quella domanda.

Dean lo guardò, indeciso, confuso.

“Non ne ho la più pallida idea, Sammy.” ammise sconsolato.

“Forse….”

“Forse?!” lo anticipò il maggiore.

“Forse Paliel intendeva che dobbiamo letteralmente parlare con lui, fargli capire e fargli sentire che siamo vivi , che Lucifero non ci ha uccisi e che quello che ha visto era una sorta di inganno o allucinazione.”

“Non lo so...possiamo provarci. Ma...”

“Ma , cosa?!”

“Se vuoi...inizia tu. Io...io ho davvero bisogno di una birra o...di qualcosa di più forte!” affermò decisamente sfinito. “E devo...devo lavarmi. Io devo….” balbettò incerto mostrando le sue mani sporche del sangue di Castiel.

Sam non osò fermarlo. Capì lo stato d’animo del maggiore.

“Ok! Ma io...io non so che….cosa dovrei dirgli?” chiese sperando in aiuto.

“Ehi!! Tu hai avuto l’idea. Io ti ho detto di sì. Ora , la palla, è di nuovo tua!!” e uscì dalla stanza.

Sam stava per rispondergli e anche male, ma se avesse avuto ragione, se fosse bastato parlare con Castiel per raggiungere la sua grazia , non voleva rischiare che offese ed epiteti vari fossero la prima cosa che questa potesse sentire.

Così, il giovane , prese una sedia e si sedette accanto al letto dove giaceva Castiel.

“Castiel, amico...se puoi...se puoi sentirmi...sono io, sono Sam e sono vivo e lo è anche Dean. Io non so che cosa possa averti mostrato Lucifero, ma credimi, nessuno più di me, può comprendere quanto può essere stato assurdo e sadico qualunque cosa lui ti abbia voluto far credere. Ciò che hai visto è stato un trucco, un’illusione o una visione, non so, ma niente di ciò che hai visto è vero, perché te lo ripeto, Castiel...io sono qui. Sono vivo e ti sto pregando di credermi. Ritorna indietro, Castiel. Riaccendi la tua grazia. Torna a combattere. Fa’ qualsiasi cosa tu debba fare per ritornare ad essere il nostro Castiel. Non puoi andartene così, non dopo il modo in cui ti abbiamo perso e ritrovato. Non dopo tutto quello che abbiamo passato….per favore, Castiel. Per favore, ascoltami. Credimi. Per favore...” disse Sam, passandosi una mano sul viso sperando così di portare via almeno un po’ della tensione che sentiva.

La prima notte passò così.

 

Il giorno dopo fu il turno di Dean stare di guardia a Castiel. Dopo quello che era successo, non avevano avuto modo nemmeno di riposare e dato che la prima notte era toccata a Sam, ora , il maggiore gli aveva letteralmente ordinato di farsi una doccia, mangiare qualcosa e farsi almeno otto ore di sonno filato. Ci sarebbe stato lui con Castiel, gli avrebbe parlato lui e se qualcosa fosse cambiata, lo avrebbe di certo chiamato.

Dean si chiuse la porta alle spalle, quando Sam uscì dalla stanza. Per un po’, il maggiore, restò fermo accanto alla porta , schiena alla porta.

Guardò quel corpo inerme e come gli successe poco distante dal portale, anche in quel momento ebbe come un dejà-vu: Castiel immobile. Sa che l’amico non è morto, ma Castiel è comunque così immobile che lo sembra. Come lo era sotto quel telo bianco, mesi prima.

Si avvicinò piano e quasi con timore mandò giù un sorso di birra. Gli serviva bere qualcosa che non fosse stata acqua.

“Ok!” fu la prima cosa che gli venne fuori. Poi prese coraggio e si sedette accanto al letto. “Ascolta Cas...so che sei lì dentro da qualche parte e so...so che puoi sentirmi, tu devi sentirmi!!” sembrò ordinare. “Io e Sam abbiamo rischiato tanto per salvarti , per non parlare del tuo amico Paliel...sì, lo so che la maggior parte delle volte non faccio che ripeterti che gli angeli sono tutti una manica di stronzi egocentrici e megalomani, ma lui...Paliel...lui sembra….no, lui è un tipo a posto. Un tipo forte. E beh!!!, lasciamelo dire, amico, ha rischiato decisamente il suo culo piumato per tirarti fuori dal Paradiso. Ora è in giro per comunicare la lieta novella che Lucifero è e rimane un grandissimo stronzo traditore...” ironizzò. “..e quindi tu, tu gli devi almeno un misero tentativo di rimettere in piedi il tuo di culo angelico. Andiamo!! Paliel ti ha salvato perché è convinto che tu possa aiutare ancora il Paradiso ad essere il….Paradiso, non puoi….non puoi deluderlo, Cas.” sembrò quasi rimproverarlo.

 

Guardò intorno e poi tornò a guardare l’angelo. “Non puoi abbandonare lui e tutti i tuoi fratelli. Non puoi abbandonare...” e si ritrovò a prendere fiato, a prendere, forse, coraggio. “...non puoi abbandonare me e Sam. Non….me!” ammise affranto. “Ne abbiamo passate tante insieme Cas. Non puoi mollarmi di nuovo. Ho bisogno di te e lo sai. Sammy è mio fratello. Lui….lui mi sta vicino e cerca di rialzarmi quando i sensi di colpa mi spezzano la schiena, ma tu...tu, Cas, tu sei quello che mi sbatte in faccia la verità e mi dice di risollevarmi e darmi una mossa.” gli confessò, certo che nessuno lo stesse sentendo in quel momento così intimo.

Poi, il suo sguardo divenne all’improvviso amareggiato e triste. “ Sai?!...Portarti a spalla fino alla macchina , l’altro giorno, mi ha ricordato di quando ho dovuto portarti in quella casa dopo che Lucifero ti uccise mesi fa. Ti prego Castiel, ti prego….non farmelo fare di nuovo. Non voglio ergere un’altra pira funebre. Per favore, non farmelo fare di nuovo, stupido angelo.” e sconfitto da quella che forse sarebbe potuta essere una triste possibilità, Dean, appoggiò i gomiti alle ginocchia e la testa tra le mani e in quella posizione forse di sconfitta forse di preghiera, non fece altro che chiedere all’amico di ritornare da lui. Da lui e Sam. Dalla sua famiglia.

E così passò anche la seconda notte e le altre tre successive.

Parole, racconti, emozioni.

 

Una mattina, quando Sam raggiunse il fratello nella stanza di Castiel, rimase basito da quello che vide. Dean si era appisolato sulla sedia, la testa reclinata appena da un lato. Castiel invece…..

Castiel era sveglio o per lo meno, aveva gli occhi aperti.

Sam con pochi passi, si avvicinò al maggiore.

“Dean….Dean….” lo richiamò , scuotendolo.

“Che...che c’è?!” biascicò assonato , il biondo.

“E’ sveglio….Castiel è sveglio!” disse indicando l’amico a letto.

Dean scattò in piedi e si avvicinò a letto e così fece anche Sam, ma più cautamente.

“Castiel? Cas???” lo richiamò Dean, cercando di richiamare anche lo sguardo che Castiel teneva fisso nel vuoto.

“Castiel, amico. Riesci a sentirci?!” si fece avanti anche Sam.

Solo in quel momento Castiel sembrò muovere appena gli occhi. Li spostò a destra e poi a sinistra verso dove si trovavano i due fratelli in ansia, ma non appena li vide, i suoi occhi stralunarono. Il suo sguardo divenne addolorato , sofferente e in un sofferto e rauco “Noooo!basta!!!” l’angelo girò il capo in modo da non avere più la visuale di quelli che credeva fossero solo l’ennesima allucinazione causata da Lucifero. Muovendo le mani e le braccia a stento, come a voler allontanare quella che credeva essere un’ennesima tortura

“Castiel, no! Siamo noi. Sono Sam!”

“Andiamo, amico. Guardaci!! forza. Guarda noi. Siamo qui. Siamo vivi. Non siamo un trucchetto sadico di Lucifero!” lo incoraggiò Dean che preso da improvviso sconforto azzardò anche un severo: “Castiel!!!”

A quel richiamo, l’angelo, si ritrovò a deglutire. Poche volte Dean lo aveva chiamato così e in quelle poche volte, c’era sempre una profonda preoccupazione a guidare quel richiamo.

Castiel si voltò con cautela verso i due e quando Sam fece cenno di volerlo aiutare, forse a sistemarsi meglio, forse a mettersi seduto, l’angelo mise le mani avanti e negò l’aiuto.

“Castiel ...siamo noi!” ripetè con decisione Sam.

“Andiamo moccioso angelico , non fare i capricci e convinciti!” fu invece l’incoraggiamento da parte del maggiore.

Con un enorme sforzo, Castiel, riuscì a mettersi seduto sul bordo del letto anche se il dolore sull’addome, dove Lucifero aveva più e più volte infierito era decisamente presente.

“Voi non potete….”

“Castiel...” lo richiamò Sam.

“Voi siete morti. Lucifero vi ha ucciso!!” quasi ringhiò, credendo di parlare a delle visioni e voler essere loro superiore.

“Cas, no!!” replicò Dean.

“Ti ha strappato il cuore….” sibilò guardando Sam che stralunò gli occhi a quell’affermazione. “Ti ha tagliato la gola e il pugnale sporco del tuo sangue lo ha usato per torturare me!” fece , poi, guardando il maggiore. “Voi siete morti….e io...io non so come Lucifero sia riuscito a risvegliarmi, ma non mi lascerò confondere da voi...” ma non riuscì a finire, perché Dean, con un passo, oltrepassò Sam e si inginocchiò davanti alle gambe di Castiel.

“Dannazione, stupido angelo!” ringhiò furioso.

Era il momento dei fatti. Di parole ne era state dette fin troppe!!!!

Senza preavviso, gli prese la mano e se la portò sul petto. “Lo senti?? lo senti il mio cuore, figlio di puttana? Batte. Sta battendo perché sono vivo!!Non sono un’allucinazione. Sam non lo è!!” lo rimproverò severamente e in quel mentre anche Sam, si accovacciò così da arrivare all’altezza dell’angelo che subiva quel rimprovero quasi con paura.

“Castiel...siamo noi.” lo rassicurò anche il minore. “Ok! Facciamo una cosa...” e imitando il gesto del maggiore, ma con molta più calma, prese l’altra mano dell’angelo e se la portò alla testa. “So che puoi farlo….leggi la mia mente.” lo invitò. “ Un’allucinazione non ha ricordi, non ne può avere perché non esiste.” e non appena la mano di Castiel si poggiò cautamente sulla fronte del giovane cacciatore, l’angelo chiuse gli occhi e respirò a fondo. Un attimo dopo, il suo viso sembrò rasserenarsi, tranquillizzarsi. Riaprì gli occhi e sorrise appena.

Poi tornò serio e poggiò lo sguardo sul maggiore dei due fratelli. Una tacita richiesta.

“Ok! Basta che questa cosa non mi renda stitico!” scherzò, lasciandosi comunque toccare la fronte. E di nuovo Castiel sembrò avere conferma di ciò che i due fratelli stavano così tenacemente cercando di convincerlo.

Quando, anche questa volta, l’angelo, tornò a guardarli, sul suo viso c’era davvero un sorriso, sollevato.

“Siete voi! Siete vivi!”

“Sì, Castiel!!

“Era ora che lo capissi, stupido angelo.” convenne anche Dean.

“Dean...” lo richiamò Castiel, serio in viso e con quel suo solito modo di piegare appena la testa di lato.

“Sì?”

“Smettila di chiamarmi ...stupido angelo!!” lo rimproverò.

Dean alzò le sopracciglia, sorpreso da quel monito. Castiel sospirò ormai sereno. Sam, sorrise di cuore, decisamente sollevato.

“Bentornato , Castiel!” gli disse battendogli una calorosa pacca sulla spalla. “Vado a preparare qualcosa da mettere sotto i denti!” esclamò avviandosi verso l’uscita, insieme a Dean, così che l’angelo potesse riposare ancora.

Castiel fece per alzarsi e seguirli, ma era davvero ancora troppo debole e la stanza gli girò vorticosamente attorno. Non fece comunque in tempo a cadere sul pavimento, perché le braccia di Dean, lo stavano sostenendo.

“Credo di essere ancora troppo debole!” asserì con tono mortificato.

“Tu dici, genio?!” ironizzò Dean, aiutandolo a rimettersi a letto. “Ti abbiamo solo ricucito, ma il resto, amico, devi farlo tu. E vedi di farlo per bene, ok?, perché ci servi al cento per cento, di nuovo!!”

L’angelo mugugnò appena quando si ritrovò con la schiena poggiata alla spalliera del letto. Poi vide l’amico cacciatore che stava per uscire dalla sua camera e seguire Sam che era andato già via, una volta assicuratosi che l’angelo stesse bene.

“Grazie...” sussurrò.

“Cosa?!” chiese con indifferenza Dean.

“Grazie, Dean!” e il cacciatore lo guardò quasi stupito.

“Di cosa?!” e questa volta lo era davvero.

“Dean….quello che hai fatto...che avete fatto tu e Sam...è qualcosa….qualcosa di incredibile. Riportarmi indietro. Risvegliare la mia grazia. Io… io davvero non so come...” gli spiegò con stupore.

“Cas...” lo fermò Dean. “Abbiamo fatto quello che andava fatto. E poi...”

“E poi?” e questa volta era l’angelo a sembrare curioso.

“Diciamo che ci siamo rifatti per tutte le volte che a riportarci indietro sei stato tu…..” fece serio e poi vedendo lo sguardo amareggiato dell’amico: “..stupido angelo!”

E questo bastò a far sorridere di nuovo Castiel e forse a cancellare il dolore e la sofferenza che le sue lacrime avevano causato.

   
 
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