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Autore: Mary Kilary Tenei    11/04/2018    1 recensioni
April O'Neil è una ragazza di 16 anni che alla fine della sua vacanza in Italia decide di portarsi dietro la sua miglior amica Mary Kilary Tenei, che per colpa di uno sconosciuto si ritrova orfana .
Riuscirà April a farla trovare l'amore e l'affetto che ha perso ?
Che cosa si cela dietro al cognome Tenei?
-Spesso ignoriamo quello che il mondo ci dona, non ci accontentiamo più delle più piccole cose come una volta. Non si usa più conoscersi come una volta, non si ha più la stessa fiducia per l'umanità che una volta esisteva, non si usa più essere liberi come una volta, liberi di essere chi si è davvero, liberi di vivere e di doversi nascondersi. Questo è il mio sogno trovare la libertà per me, te e per tutti-
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Il mattino era sorto da poco, il sole quel giorno aveva deciso di far la sua comparsa in cielo dopo quattro giorni di pioggia, ma l’umore del cielo non era compatibile con quello delle due ragazze che erano sedute sul letto della rossa che teneva in mano la spazzola e la passava sui capelli dell’amica che passava a sua volta la mano sulla testa di Rocky che era sdraiato sulle sue gambe, Mary fissava il vuoto mentre l’amica gli faceva una treccia, April voleva tanto parlare ma temeva che ogni cosa diceva collegasse ad un avvenimento successo in famiglia, come quello che stava facendo in quel momento, ricordava che spesso la madre o la sorella di lei si divertivano a pettinarle ed a scherzare con loro facendo conciature immaginabili. Ad April piaceva quel calore famigliare che gli regalavano quella famiglia e le piaceva star lì, ma ora non poteva più farlo, perché qualcuno aveva deciso di rumare la loro vita e di peggiorare quella della sua miglior amica, più di quanto non fosse già << April >> la chiamò in un sussurro Mary, April quasi sobbalzò nel sentire finalmente la sua voce << s-s-si dimmi? >> chiese lei accennando un piccolo sorriso, Mary gli indicò l’orologio erano le 10.00 ed April aveva un appuntamento con i suoi amici a quell’ora ma non se la sentiva di lasciarla da sola << posso farne a meno tranquilla >> disse April riprendendo a pettinarla, Mary abbassò la testa << gomenasai >> disse Mary prendendo a tremare e a singhiozzare, April subito l’abbracciò stringendola a sé accarezzandole la nuca << shh... va tutto bene, non ti devi scusare Mary. Non è colpa tua >> sussurrò dolcemente l’amica facendo appoggiare la testa sul suo petto. 
Dopo un po’ la ragazza si addormentò stringendo a sé la mano dell’amica che la fissava tristemente mentre dormiva, April prese con la mano libera il suo telefono cercando il più possibile di non svegliare la propria amica, andò a cercare il suo nome e lo chiamò << Pronto April? >> chiese la voce familiare al telefono<< Donnie ciao, volevo avvertirvi che non vengo oggi agli allenamenti >> rispose con tristezza la rossa guardando l’amica che dormiva tranquilla ma con lo sguardo di una che stava facendo un incubo << cosa? Perché? Stai male? O forse devi studiare, perché in quel caso posso darti una mano… >> << Donnie non vengo perché non me la sento >> disse la ragazza interrompendo il mutante che non smetteva di parlare<< è per la tua amica? >> domandò preoccupato Donnie, la rossa sospirò e annuì come se potesse vederla << si, ha pianto di nuovo e non me la sento di lasciarla da sola oggi >> rispose lei sentendo poi la propria mano venire stretta << capisco, vuoi un po’ di compagnia? >> domanda Donnie preoccupato, April strinse a sua vola mano << no Donnie, ma grazie per il pensiero. >> disse la rossa guardando altrove immaginandosi di aver davanti a sé il mutante dalla maschera viola << d’accordo… se hai bisogno chiamami pure >> disse lui sospirando un po’ << si grazie Don, ci sentiamo >> rispose lei chiudendo la chiamata e posando il cellulare sul comodino, si tolse le scarpe che in precedenza aveva messo e si sdraiò vicino a lei e la fissò un po’ finché anche lei non si addormentò.
 
Fissò il suo giornalino per un sacco di tempo, era sulla stessa pagina da un sacco di tempo e i suoi fratelli si chiesero cosa gli passasse per la testa ma per evitare i suoi soliti attacchi di rabbia decisero di non parlargli, almeno finché non arrivò Casey che si buttò letteralmente sul divano << ehy amico come va? >> domandò lui fissando Raph che lo stava ignorando, anzi manco l’aveva sentito entrare e la cosa preoccupò un po’ i presenti di quella casa << Raph? >> lo chiamò Casey, ma niente, allora gli posò la mano e quel tocco gli bastò per farlo riprendere << c-c-cosa? >> domandò guardandosi introno << tutto bene? >> domanda l’amico leggermente preoccupato, Raph annuisce e posa il giornalino << andiamo? >> chiese poi Casey, Raph annui e si alzò dal divano prendendo i Sai uscendo dal rifugio con il suo amico umano. 
 
Non c’era cosa più brutta del buio, il sentirsi risucchiati, trascinati all’interno di essa, sentirsi bloccati, il vedere che ad ogni passo che si faceva era come se non ci si fosse spostato nemmeno di mezzo millimetro e vedere solo buio, rinunciando alla possibilità di rivedere la luce, ma lei non demordeva e continuava a correre senza sosta alla ricerca di quella luce nonostante tutto quel buio che la risucchiava << no lasciami !! >> urlò una voce femminile che rimbombò per tutta quella stanza, la ragazza si guardò intorno cercando di capire dove proveniva la voce e quando fece un passo per cercare la proprietaria di essa, le passò davanti agli occhi una figura femminile colma di luce, i lunghi capelli castani più scuri dei suoi, gli occhi marroni colmi di lacrime, la pelle leggermente abbronzata ricoperta di tagli e di chiazze scarlatte che cadevano a terra ad ogni suo passo, Mary guardò la ragazza allontanarsi << o-o-onee-san!! >> urlò lei cercando di seguirla, ma poi cadde a terra ed in automatico lo sfondo cambiò e il buio sparì dando posto ad una stanza fredda e semibuia, Mary rotolò giù per le scale arrivando in fretta al pavimento bagnato di qualcosa, eppure lì mentre cadeva giù per le scale gli parve di non aver visto nessuna finestra che potesse essere aperta per far entrare l’acqua in quel posto; un forte odore di carne andata a male mischiata con l’odore della candeggina gli profanò le narici obbligandola a portare la mano bagnata sul naso, quando lo fece sentì qualcosa di fluido cadergli sul mento, si guardò la mano e notò che era ricoperta di un liquido rosso che gocciolava a terra dove il pavimento ne era ricoperto della stessa sostanza << M..Mary >> la chiamò in un sussurro un’altra voce femminile, Mary iniziò a tremare dalla paura e lentamente , a scatti si girò verso colei che aveva pronunciato il suo nome e la vide, sua madre sdraiata in quel lago rosso che le usciva dal corpo, corpo che con brevi e frequenti scosse si alzava mettendosi seduta a terra con la testa bassa << Ma..ry …>> la chiamò, lentamente iniziò ad alzare la testa << s..scappa >> sussurrò infine per poi guardarla completamente e scattare verso di lei attaccandola .
 
<< NOOOOOOOOOOO !!! >> urlò a squarcia gola Mary svegliandosi in un bagno di sudore, il cuore batteva molto forte che si potevano udire benissimo anche senza il stetoscopio, il suo respiro era accelerato a malapena riusciva a prendere vere e proprie boccate d’aria, il suo corpo tremava forte e nonostante la stanza fosse calda aveva freddo. Di colpo la porta della stanza si aprì ed entrò la sua amica April che nel sentirla urlare si era spaventata ed era corsa subito in stanza, la rossa notando il suo stato si sedette vicino a lei e l’abbracciò forte a se mentre l’amica non poté far altro che stringere la sua maglia gialla bagnandola delle sue lacrime, April le accarezzò dolcemente la testa canticchiando una piccola canzone che alle due ragazze piaceva tanto ascoltare prima di andare a dormire, dopo un po’ sembrò funzionare e Mary di calmò un po’ continuando a stare attaccata all’amica << shhh ci sono io qui >> sussurrò dolcemente l’amica cullandola un po’, dopo la ragazza si allontanò e cercò di riprendersi tirando su col naso, fortunatamente Rock aveva in bocca i fazzoletti per la sua padrona che ne prese uno per soffiarsi il naso, Mary accarezzò la testa del suo cane che ne fu compiaciuto del gesto della padrona << va meglio ? >> chiese April guardandola dolcemente, Mary annuì soltanto << gomenasai >> sussurrò lei guardando in basso come per il vergognarsi di se stessa di essere diventata un problema per l’amica e suo padre << Mary, ti ho già detto che non ti devi scusare. Non stai facendo nulla di male, stai solo ancora elaborando il…bè hai capito no? >> fece lei guardandola dolcemente, ma la castana non accennava di smuovere lo sguardo dalle coperte come se esse fossero più interessanti di qualsiasi altra cosa, avrebbe davvero voluto che in quel viso spuntasse di nuovo un sorriso, che ritornasse la vecchia Mary che nonostante il mondo le avesse già portato via una persona, nonostante quello che i ragazzi della sua età gli facevano redendogli la vita un po’ difficile, lei sorrideva, lo faceva sempre, ad ogni caduta, ad ogni dolore, ferita lei sorrideva perché trovava sempre la positività nelle cose, ma quello che le era successo poche settimane fa era stato il culmine, aveva iniziato la sua vita con una amorosa famiglia allegra, così tanto da far invidia persino April, ed ora si trovava da sola, a piangere ogni giorno, ogni notte. April temeva quando l’amica cadeva nel sonno, temeva che rivivesse quel momento e quello che le era successo negli anni precedenti e che ora tutto quel dolore che aveva provato ora le schiacciava il cuore, senza dargli la possibilità di ricominciare, senza darle la possibilità di vivere. April pensò che l’amica non avrebbe più trovato più la forza di andare a avanti e che sarebbe rimasta in quello stato per sempre.
Ma si sa come si dice, la speranza è l’ultima a morire.


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