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Autore: Kim WinterNight    16/04/2018    2 recensioni
In codesta composizione aulica (?) si narrano le appassionanti vicende concernenti i personaggi indicati nel primo capitolo intitolato "Presentazione della band" (quindi, se volete sapere di quali artisti si parla, entrate a leggere), i quali saranno per l'occasione riuniti in una super band a caso di cui non si può esattamente definire il genere né l'entità delle loro “canzoni”.
Il loro nome grind/hardcore è Death of Mortadella Roots, il quale spiega perfettamente la demenza in stato avanzato dei suddetti, nonché l'infermità mentale della sottoscritta.
Se volete sfatare questa mia convinzione, fatemi sapere cosa ne pensate e ditemi che non sono cerebralmente inetta.
All'interno della narrazione troverete vari personaggi originali, tra cui un componente della band.
Se non conoscete tutti gli artisti di cui scriverò, non preoccupatevi: nella Presentazione ho inserito dei link che vi permetteranno di ascoltarli e di farvi un'idea sul genere delle loro band originarie.
In ogni caso, la storia è accessibile a tutti e si può benissimo prendere come un'originale.
Insomma, buona lettura efpiani!
Genere: Comico, Demenziale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ReggaeFamily

Nella vecchia fattoria!




In una meravigliosa giornata di sole, un uomo dagli occhi e i capelli scuri, alto circa un metro e ottanta, sta dando un'occhiata al suo orto. Ha un sacco di spazio dove poter coltivare un sacco di verdure e spezie, ne è veramente contento.

Quella vita gli piace, sempre a contatto con la natura, lontano dal caos delle grandi città e dal frastuono che la gente fa quando lo riconosce per strada.

L'uomo è piuttosto famoso, e la cosa in un certo senso gli piace, anche se ci sono dei momenti in cui vuole soltanto rinchiudersi nella sua piccola proprietà in campagna e curare le sue piante e i suoi animali.

Sua moglie si affaccia alla porta della lavanderia e lo scruta, per poi uscire all'esterno sotto il sole battente con in mano una bacinella stracolma di panni bagnati e profumati. Si accosta ai fili per stendere il bucato e comincia a svolgere il suo lavoro.

Lui solleva il capo e la nota, così le rivolge un sorriso.

«Fa caldo, vero?» lo apostrofa lei.

«Molto. Qui tutto cresce sano e rigoglioso, sono contento. Tra qualche settimana potremo cominciare a mangiare un po' di lattuga» spiega il marito assorto.

È una scenetta idilliaca, ma sicuramente avrà vita breve come tutte le scenette idilliache che si rispettino.


I DOMR, tranne Dave Mustaine ovviamente, hanno deciso cosa fare, ora che si trovano in Nuova Zelanda senza motivo.

Perlopiù sono incazzati con Mustaine perché gli ha tirato proprio un brutto scherzo, ma per ora è meglio non pensarci e godersi quella vacanza improvvisata.

«Lien?»

Aurélien sospira e rivolge un'occhiataccia a Daron. Da quando il chitarrista ha saputo che quello è il diminutivo con cui Hakim lo chiama, non ha smesso di dargli il tormento e di prenderlo in giro.

«Piantala di importunarlo!» bofonchia quel colosso di un metro e novantatré comunemente conosciuto come Tim C.

«Che palle, e fatevela una risata!» sbotta il chitarrista.

Il gruppo si trova in viaggio su un taxi. Daron continua a sbirciare dal finestrino e cerca di capire dove si trovano, ma ancora non c'è nulla che gli risulti familiare.

«Sarà molto lungo il viaggio?» sussurra Carlo, pallido in volto. La strada che stanno percorrendo è tortuosa e presenta un numero infinito di curve, il che non fa che contorcere lo stomaco del percussionista.

«Un po' sì» risponde l'autista del mezzo.

Damian, seduto accanto a Carlo, si allunga per abbassare il finestrino e fare in modo che il ragazzo respiri meglio.

«Se vomiti in auto, ti lasciamo a metà strada, te lo giuro» gracchiò Fred, che si era accaparrato il posto accanto a quello del guidatore.

«Non siate stronzi, avanti!» cerca di mediare Kelsey, sospirando appena. Anche lui si sente un po' scombussolato per via delle curve, ma ovviamente non lo dà a vedere.

Jens invece non presta attenzione ai discorsi dei suoi amici, intanto com'è a scattare una miriade di foto durante tutto il tragitto. Joey, intanto, sonnecchia con la testa appoggiata al finestrino.

«Ancora una ventina di chilometri e ci siamo» annuncia il tassista, lanciando un'occhiata preoccupata al viso sempre più pallido di Carlo.

«Lo spero» borbotta quest'ultimo.

Tim C si sente stretto nel suo posto, non vede l'ora di scendere per potersi sgranchire le gambe e fumare una stecca di erba. Anche lui, come Daron, è già stato nel luogo in cui si stanno dirigendo. Gli piace molto, è contento che la situazione si sia infine risolta in questo modo.

Ci sarà da divertirsi e rilassarsi nonostante tutto.


Il rumore si sente in lontananza. L'uomo solleva il capo di scatto e scambia un'occhiata con sua moglie. Si tratta di una macchina, non c'è dubbio, ma loro in realtà non aspettano alcun ospite.

«Chi sarà mai?» domanda lui perplesso.

Lei si porta indietro qualche ciuffo di capelli castani, poi lega la folta chioma liscia in una coda di cavallo, con una molletta incastrata tra i denti. Scuote il capo.

Il marito si spazzola velocemente i pantaloni sporchi di terra e si avvia con passo lento verso il viale d'accesso alla loro proprietà. Non sa proprio cosa aspettarsi, ma rimane basito quando nota un furgoncino bianco fermarsi a pochi metri da lui.

Si tratta di un taxi, ma il sole impedisce al padrone di casa di appurare chi si trovi al suo interno.

Il primo a saltare giù è un ragazzo basso e tozzo dai lineamenti occidentali e gli occhi sgranati. Ha il viso pallido e cosparso di sudore, si tiene lo stomaco con entrambe le mani e barcolla pericolosamente verso il ciglio del vialetto. Poco dopo si china sull'erba e comincia a vomitare rumorosamente.

Un altro ragazzo fuoriesce dal taxi e lo segue in fretta. Il padrone di casa lo riconosce subito: si tratta di Damian Marley, figlio del noto artista giamaicano che ha fatto la storia del reggae.

Il giovane con i dreadlocks afferra il suo amico per le spalle e lo sostiene, mentre l'altro si svuota lo stomaco come se fosse in corso un esorcismo su di lui.

Una serie di altre persone scendono dall'auto, e quando infine balza giù anche Daron Malakian, il padrone di casa sgrana gli occhi e rimane immobile a fissarlo come se si trovasse di fronte a un fantasma.

«E tu che cazzo ci fai qui?!» è l'unica cosa che riesce a dire, spostando poi lo sguardo sui volti degli altri presenti.

Tim C, tutto contento, si avvicina a lui e lo travolge con un abbraccio, sovrastandolo di quasi quindici centimetri.

«Serj, fratello! Che bello essere qui! Ti abbiamo fatto una sorpresa, contento?»

Serj Tankian sbianca, mentre sua moglie Angela raggiunge i nuovi arrivati e li scandaglia con sguardo indagatore.

«Quel ragazzo non sta bene?» domanda la donna, indicando il corpo tremante di Carlo. Damian lo tiene tra le braccia e cerca di tranquillizzarlo.

Il giamaicano si volta verso Angela e le sorride. «Salve, signora Tankian. Potrebbe aiutarmi con Carlo? Soffre di mal d'auto e...»

Angela sorride con dolcezza e raggiunge i due ragazzi.

Jens sembra non essersi neanche accorto della presenza di altre persone, intento com'è a scattare foto in giro. Si mostra addirittura irritato quando Damian e Angela passano di fronte a lui con Carlo, finendo così in mezzo a uno dei suoi scatti.

«Sei proprio insensibile» lo accusa Kelsey, mollandogli una pacca sulla schiena.

Tim C sta ancora facendo le feste a Serj, mentre Daron trotterella attorno a loro.

Aurélien si guarda in giro con fare timido, Fred fuma una sigaretta e Joey raggiunge gli amici solo dopo aver pagato la corsa al tassista.

«Qui è un vero paradiso!» commenta il batterista; sembra un vero e proprio nano da giardino rispetto al resto della combriccola.

«Daron?» Serj richiama il suo amico in tono tremendamente serio.

«Sì?»

«Possiamo parlare un attimo?»

Il tono di Serj non ammette repliche, quindi il chitarrista non può che seguirlo mentre il padrone di casa si avvia nei pressi dell'orto.

«Piaciuta la sorpresa?» scherza Daron in tono allegro.

«Per niente. Questo cosa significa? E voi cosa ci fate qui?» sbotta l'altro, mantenendo comunque un volume di voce basso.

«Significa che volevamo fare una vacanza e abbiamo ben pensato di venire a trovarti!» esclama il più basso, guardandosi attorno pur di non incrociare lo sguardo dell'amico.

«Non dire stronzate.»

«Okay.» Allora Daron gli racconta la verità, gli dice cosa Dave Mustaine ha combinato e gli spiega che non sanno cosa fare. «Abbiamo il volo di ritorno fissato per dopodomani, ma nel frattempo siamo qui e... ho pensato di venire a trovarti.»

«E io dovrei ospitare tutti voi a casa mia?» sbraita Serj.

«Perché no?» Daron fa spallucce e gli sorride ammiccante. «Siamo dei bravi ragazzi, non distruggeremo la tua bella fattoria.»

Un brivido percorre la schiena del padrone di casa. Ha la certezza che accadrà tutto il contrario, ma cerca di non pensarci.

«Solo per due notti» aggiunge il chitarrista.

«Non saprei dove farvi dormire» prova a giustificarsi il cantante dei System Of A Down.

«Non è vero, c'è un sacco di spazio! Andiamo, non fare l'orso, anche Angie sarà contenta di averci per un po' tra i piedi, ne sono certo!»

Serj sospira e scuote il capo. «E va bene, ma ho già paura.»

«Andrà tutto bene!» Daron gli molla una pacca sulla spalla e corre a vedere come sta Carlo, contento come non mai di aver ottenuto ciò che voleva.


Ovviamente Serj aveva ragione: i ragazzi non fanno che combinare un gran casino a casa sua, specialmente certi elementi come Tim C, Daron, Joey e Fred, che non perdono certo occasione per ubriacarsi.

La tragedia peggiore avviene il mattino seguente, ed è Jens a causarla. Si è ubriacato anche lui, ha trascorso tutta la notte a bere con gli amici, ma a un certo punto – verso le sette e mezza del mattino – ha dichiarato che aveva caldo e sonno, e che avrebbe dormito in giardino.

Nessuno ci ha badato più di tanto sul momento, visto che gli unici a essere ancora svegli erano Daron e Tim C, intenti a disputare un violento torneo di scacchi e a bestemmiare in tutte le lingue che conoscono e non conoscono. Ovviamente, essendo ubriachi, non fanno niente che abbia un senso logico, e finiscono per imbrogliare e spostare i pezzi a caso sulla scacchiera del povero Serj.

Quest'ultimo si alza poco dopo e si prepara per uscire a dar da mangiare ai suoi animali. Il sistema di irrigazione dell'orto va in automatico grazie a un timer, perciò gli lascia più tempo per dedicarsi ad altro.

Non appena mette piede fuori dalla casa, però, ha come la sensazione che qualcosa non vada. Gira attorno alla struttura e si dirige verso l'orto, visto che deve passare di lì per poter raggiungere il granaio.

Sbianca letteralmente e rischia di svenire quando nota una figura longilinea che dorme beatamente sdraiata proprio in mezzo al suo orto.

Mentre si sta avvicinando per capire di chi si tratti esattamente, Jens si mette a sedere di botto, poi si piega di lato e vomita sulle piccole e innocenti piante di lattuga che lo circondano.

«Fottuto stronzo, alzati subito dai miei pomodori!» grida Serj, talmente forte che in poco tempo anche qualcun altro si riversa all'esterno.

Carlo e Aurélien raggiungono il cantante armeno, e poco dopo anche Angela compare, tutta stralunata e trafelata.

«Guardate cosa sta facendo quel coglione! Io lo ammazzo!» continua a gridare Serj.

«Oddio!» Angela si mette le mani in testa. «Che disastro!»

«Serj, per favore, calmati... respira, ehm... lo so che è difficile, pensa che una volta Tim C ha vomitato sulle mie piantine di marijuana e ho dovuto buttare via tutto...» prova a rassicurarlo Damian, posando con cautela una mano sul suo braccio.

Carlo si rivolge ad Angela: «Come si fa? Signora Tankian, mi dispiace... io... ho provato a convincerli che non fosse il caso di venire qui, ma...».

Lei scuote il capo e gli scompiglia i capelli. Carlo sembra proprio un bambino, è sempre molto premuroso con tutti e tenta in ogni modo di accollarsi responsabilità che non sono sue.

Jens, ancora fuori di testa, sorride beato a Serj e comincia a blaterare: «Ah, hai visto? Amico, te le ho annaffiate, ah ah! Sono un mito, cazzo, un fottuto mito!».

Serj vorrebbe spaccargli la faccia a furia di colpirlo, ma tenta comunque di calmarsi e si scrolla Damian di dosso, rientrando in silenzio in casa.

Passa accanto ai due fittizi giocatori di scacchi, i quali si sono addormentati con la faccia sul tavolo. Decide che andrà a fare una doccia fredda, ha bisogno di qualcosa che gli permetta di tranquillizzarsi.

Sapevo che non avrei dovuto permettere a questi idioti di stare a casa mia, pensa affranto.

E forse avrebbe dovuto ascoltare se stesso anziché dare retta a Daron.


Tutta colpa di Dave Mustaine...



Oddio, scusatemi cari lettori!!!!

Quanto tempo è passato dall'ultimo aggiornamento? Almeno mezzo anno ç_ç

Be', ora sono qui e spero ci siate anche voi :D

Avete visto che sfacelo è successo? Oddio, povero Serj... non lo invidio per niente, accidenti a Daron e all'idea che ha avuto di andare a trovare il suo amico nella sua casa in Nuova Zelanda!

Ho messo su quest'idea perché Serj abita davvero là, quindi ecco qui che non potevo evitare che l'intera band si accampasse da lui... ahi ahi, sono proprio cattiva eh X'D

Bene, spero di aggiornare nuovamente entro tempi decenti, intanto aspetto i vostri commenti e vi ringrazio per la pazienza che avete nell'attendere ogni volta i miei capitoli!

Alla prossima ♥

  
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