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Autore: Daistiny    17/04/2018    1 recensioni
Lei figlia di nessuno, figlia del deserto di Dalmasca, figlia delle sabbie e del vento... Il suo carattere e la sua bellezza superba degna del deserto la facevano subito distinguere per il suo nobile lignaggio.
Non si considerava nessuno, soltanto se stessa.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Al-Cid, Altro Personaggio, Ashe, Basch
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre il vento e la sabbia..'
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E LA NOTTE CHE MI CHIAMA 30

*Rabanastre presente parecchie ore dopo l'arrivo di Amaya ed Al-Cid nella capitale dalmasca*

Era notte fonda a Rabanastre e Amaya era uscita dal suo nascondiglio eludendo le sue due guardie, la ragazza era decisa a farsi un giro per le strade della città in cui era nata e cresciuta.
Rabanastre quella sera era così calma, diversa da come era di giorno, solo poche persone c'erano in giro per le sue strade, qualche taverna era ancora aperta e dentro si stava facendo ancora baldoria.

Amaya camminava per quelle strade impolverate della sabbia dal deserto, le antiche abitazioni dalle architetture orientaleggianti la facevano sentire la nostalgia per quel posto. Alla giovane cacciatrice si iniziava a ricordare le fughe notturne per la città, quando usciva dai canali fognari o da qualche passaggio segreto facendo sempre attenzione a non svegliare le guardie. Ormai per lei questo comportamento era diventato un vizio costante.

Poche volte era stata scoperta a sgattaiolare via da palazzo, suo padre che la rimproverava spesso, ma ciò non le avevano mai spento quel desiderio di assoluta libertà che covava dentro di lei da quando ne avesse memoria.
La gente di corte poteva parlare quanto voleva e spettegolare ancora e ancora, su la sua illegittimità come figlia del re, che aveva deciso di riconoscerla come sua figlia, visto la sua unica erede Ashe.

Dato che si trovava per la città, Amaya decise di fare anche un salto alla tomba di suo padre, spesso durante la guerra con l'impero la giovane era tornata più volte a Rabanastre per i vari affari e le era capito di far visita alla tomba della sua famiglia.

Nessuno si sarebbe mai aspettato un simile comportamento, visto il risentimento che la principessa mostrava verso la famiglia reale. Amaya era andata li solo per sfogarsi... come se urlare i suoi pensieri a delle persone morte avrebbe risolto qualcosa, sarebbe servito qualcosa se solo quelli che erano morti fossero stati in vita.

A grandi passi la giovane dalmasca si diresse presso la tomba della famiglia reale, ci vollero all'incirca quaranta minuti a piedi per arrivarci, il cimitero si trovava nella zona nord-ovest dei quartieri settentrionali. Una volta giunta a destinazione Amaya scavalco le mura della recinzione e si introdusse nel cimitero.
Quel luogo ad Amaya non era mai piaciuto, nemmeno quando era andata a far visita alla tomba di Noah ad Archades. La ragazza cercò nel buio quasi spettrale del cimitero un grosso monumento in marmo bianco e dagli arabeschi in oro.

Dopo un'altra ventina di minuti di ricerca, Amaya si trovò finalmente d'avanti al mausoleo della famiglia reale. Ogni volta che lo vide, Amaya non fu affatto entusiasta, la ragazza si avvicinò al cancello dove scassino con grande abilità la serratura, tolse i catenacci e il lucchetto, poi usando la magia accese una torcia che stava appesa ad una parete nel ingresso.

Con la torcia in mano, Amaya si appresto ascendere alcuni gradini del mausoleo che portavano ad una enorme cripta sotterranea completamente realizzata in marmo.
La cripta sotterranea era immersa nell'oscurità più nera, nel buio gli occhi di Amaya vedevano con chiarezza, poteva percepire la forte presenza del Mystes ristagnare di quella stanza, un Mystes freddo che lei conosceva molto bene, non disse nulla... si limito solo ad usare la magia per accendere il resto dei bracieri sorretti dalle statue, poste in circolo a torno a lei.

la cripta presentava sei colonne su cui erano state scolpite sei statue della dea, la stessa figura che si poteva riscontrare nelle quattro grandi statue della piazza grande che portava al palazzo reale.
Le statue somigliavano in modo impressionante ad Ondine, Amaya non disse nulla limitandosi solo ad osservarle, guardandosi in torno, tutto ora sembrava più visibile. La luce tremolante dei bracieri conferiva un aspetto spettrale a quel posto.

La principessa guardò le tombe della famiglia reale, ad una a una. Quei nomi a lei così vicini e pure così lontani nel tempo. Aveva chiamato quei nomi per tanti anni, Vales, Alan.. Verdin.. la lista era lunga.

Poi si soffermò su Eleonore, la regina, quella che per quasi un decennio della sua vita Amaya aveva chiamato "madre", colei che era l'esatto ritratto di sua sorella Ashe. Era stata lei stessa ad annunciarne la malattia e poi la morte... a palazzo tutti erano spaventati da quel suo oscuro potere.
Raminas quella volta non disse nulla, si ricordò Amaya... aveva solamente nove anni.

Lo sguardo di Amaya si soffermò poi su la tomba del principe Rasler, sulla lapide era incisa una frase che fece gelare il sangue ad Amaya. "Qui giace la tua anima forte che il fato ti ha strappato a me... Possa il tuo cuore trovare la pace."

Amaya conosceva bene quale sorte era toccata al povero principe, se solo fosse vissuto alcune cose si sarebbero potute evitare pensò la ragazza.
Della persona di Rasler, di quando egli era vivo, Amaya non conosceva quasi nulla... però quando Rarsler aveva saputo della vera natura della ragazza. il principe l'aveva spesso osservata con grande curiosità. Amaya si ricordava, quando era ancora la principessa Ondine , i rari momenti in cui lei e Rasler si erano scambiati qualche parola.

Già allora Amaya notava la breve vita del principe, percepiva la sua "essenza" affievolirsi di giorno in giorno a differenza di altri. Era così che Amaya capiva che sarebbe morto... ma nessuno l'aveva ascoltata.

Verso Rasler, Amaya provava solo una gran pena diversamente da Raminas verso cui provava un odio viscerale quasi quanto quello per sua sorella Ashe, per tanto ad un certo punto la ragazza spostò il suo sguardo, sulla lapide dell'uomo che un tempo aveva chiamato "padre".
Amaya fissava nel silenzio più assoluto quella lapide, notava alcuni fiori freschi posati vicino il suo sepolcro, la ragazza poteva immaginare chi li aveva potuti portare.

-C'è stato un tempo in cui vi ho chiamato padre... ma voi, per me non siete niente. Siete solo l'uomo che mi ha cresciuto nella menzogna... è trovo inutile ripetere sempre questo discorso. La rabbia non mi abbandona, per quanto io possa cercare di capire e farmene una ragione, non riesco a perdonarvi.
Sapete per ironia della sorte, ho finito con l'apprezzare di più l'uomo che vi ha tolto la vita... non ve l'avevo detto? Se voi foste ancora vivo mi piacerebbe vedere la vostra espressione contrariata... ma per quello penso che ci penserà Ashelia.- Disse Amaya guardando la tomba di Raminas.

Ad un tratto le fiamme dei bracieri tremolarono per un breve istante, quel tanto che bastò ad Amaya di alzare lo sguardo e girarsi alle spalle, verso le scale che davano sull'entrata.
Sul volto della principessa dalmasca comparve un espressione di rabbia, mentre i suoi occhi diventarono gialli , color dell'oro. Amaya l'avrebbe riconosciuto ovunque quella presenza a lei tanto famigliare, già in passato l'aveva "avvertita" al fianco del dottor Cid nei laboratori Draklor o accanto allo stesso Vayne, lo aveva visto tante volte rimanendo silenziosa nell'osservarlo e lui aveva fatto lo stesso con lei.

E come quella volta, anche lì nella cripta della famiglia reale quella "presenza" simile in tutto a Venat si stava manifestando. Aleggiava appena, sembrava quasi un fantasma, ma Amaya non sembra scomporsi minimamente anzi teneva la testa alta e gli occhi puntati su di lui.

-Elbereth...- così la chiamò la misteriosa voce.

-Non ti arrendi vero Gerun? ora che avete perso la crisalide vi siete ricordati della mia stirpe... è davvero così profondo il tuo odio per questi huma? ... per "quanto insignificanti " tu li definisca non riesci a digerire il fatto che non ti abbiano assecondato... ciò non ti giustifica a presentarti qui, innanzi a me con la tua folle idea.- disse Amaya guardando negli occhi l'Occuria che gli era appena apparso difronte.

- Il folle era Venat... e tu! Con il potere che ti ritrovi potresti riprenderti ciò che ti appartiene, rivendica il tuo posto Elbereth... essi non potranno mai capirti, essi temono ciò che non comprendono e ciò che sfugge al loro controllo.- disse Gerun.

-Mi fai così stupida, Gerun? Hai forse dimenticato chi sono... e cosa posso fare se solo lo desiderassi, nemmeno i vostri "poteri" uniti son ben che minimamente paragonabili ai miei.-Disse Amaya mentre i suoi occhi dall'ametista passarono al giallo oro, ancora una volta.

-Una del tuo rango, a cui spetta ogni onore...si ritrova sbeffeggiata da quelli che tu chiami "amici", mentre quella che tu chiami "sorella" si prende ogni onore... mentre tu... o "Regina di stelle"... "sei regina del nulla", ne degli huma, ne di noi Occuria che siamo il tuo popolo.- Le disse l'Occuria ricordano ad Amaya la sua natura.

-"Che pretese ha Gerun sulla Storia, seduto sul suo trono immortale preso in prestito dal tempo?"... questo non ti ricorda qualcosa...?- disse Amaya, zittendo l'Occuria.

-Tu come tutti gli altri non hai alcuna pretesa... il trono immortale su cui risiedi non è "tuo".. lo hai solo preso in prestito da me... Venat non era stupido, credi che io non rammenti queste cose Gerun... pensavi veramente che quando sarei rinata sotto altra forma, avrei dimenticato tutto? Non ho mai dimenticato.. Non ti permetterò di agire liberamente come hai sempre fatto, sappilo.- lo sfidò Amaya.

-E come? diventando di nuovo la "la luce di Dalmasca"... di un regno di cui non ti importa nulla.-la schernì il signore degli occuria.

-Non.. per Dalmasca, ma per la mia stirpe. Non la userete per i vostri scopi, come avete fatto con la negalite... siete caduti così in basso. Non permetterò a nessuno di voi di mettere le mani su di loro.- ribatte la ragazza.

-Elbereth...prima o poi dovrete scegliere se loro o noi.- disse Gerun svanendo nel nulla.

Quella era già la seconda volta che Gerun le rivolgeva quella frase.







Ragazzi lo so.. avevo detto che di questa storia non avrei pubblicato nulla se non per alcuni mesi. La storia sta decisamente prendendo una piega inaspettata.
E non sapete da quanto tempo volevo pubblicare questo capitolo che... sconvolge tutta la storia a cui fino ad esso vi ho abituato a leggere. Lo avreste mai detto?
Nemmeno io mi aspettavo che la storia assumesse queste pieghe... eppure ci sono ancora tanti misteri e segreti da svelare. Cose che se rivelate potrebbero sconvolgere le sorti di Ivalice.
In questo capitolo.. "E la notte che mi chiama", si scopre un segreto di Amaya che non sa nessuno dei personaggi coinvolti, eccetto la nostra protagonista.
Sinceramente questo capitolo presenta una componente a metà strada tra un thriller e un horror, perchè Amaya si avventura in un cimitero. Più precisamente nella cripta reale... posso dirvi che Amaya non ama posti del genere (A meno che non siano delle antiche rovine... quelle le ama).
L'entrata in scena di Gerun fantastica... nei capitoli precedenti ha fatto anche una piccola comparsa... appena intuibile, vediamo se avete capito a quale capitolo mi riferisco.
Io sono stra felice di sapere che recentemente un'altra mia storia si stata letta moltissimo. Vi sto parlando di "Tutti i segreti di una vita" storia che diciamo non sto proseguendo al momento ma ho intenzione di finirla.
Di recente su Manga.it la storia ha toccato le 112.113 visualizzazioni e io che mi ero fermata alle 4500 di alcuni mesi fa. Non so spiegare questo aumento improvviso di visualizzazioni... e dire che la storia non è tra le mie favorite come genere (alcune cose della storia come il passato del personaggio di Misao... lo amo ma il resto no...) non capisco nemmeno come mai piaccia. 💖💖💖💖💖
Gente io vi lasciò a questo splendido capitolo e vi aspetto alla prossima ciao. P.S.: Il capitolo è più tosto corto e sono dispiaciuta, ma da qui in poi tutti i prossimi capitoli cercherò di farli più lunghi, minimo 8000 parole... perchè mi sto rendendo conto che se no il capitoli risulteranno almeno 100, quando sono in realtà 77-80. Lo so non è una long-fic, ma è un romanzo, ma ho tante cose da dire e da raccontare che non avete idea.

Daistiny
   
 
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