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Autore: ladyzaphira    19/04/2018    5 recensioni
Sono passati all'incirca tre mesi da quando le tartarughe e il loro fratellino acquisito, Peter, si sono scontrati per la prima volta con i Kraang, nonché tre mesi da quando quest'ultimo ha ottenuto i suoi poteri.
Peter sta cominciando a crearsi una certa fama come vigilante mascherato tra la gratitudine di alcuni e lo scetticismo di altri mentre ancora vanno avanti con le ricerche degli scienziati, tra cui il padre di April, rapiti dai misteriosi cervelli alieni.
Ma altri pericoli mostrano all'orizzonte, pronti a minacciare non solo l'amichevole Spiderman di quartiere ma anche la tartarugosa sua famiglia!! Che dire? Tra pericolosi clan ninja, ingegneri pazzi, nuovi mutanti e molto altro i nostri eroi non avranno certo il tempo di annoiarsi ...
***
Lo so non sono mai stata granché con le intro, ma ecco finalmente il secondo capitolo della serie "A teenager Mutant Ninja Superhero", spero vi piaccia!! ^^
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Teenager Mutant Ninja Superhero'
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Era passata all’incirca una settimana dagli eventi del porto e la vita per i nostri cinque ninja sembrava aver ripreso un’andatura serena, anche da parte del Sensei.
 
Dopo diversi esercizi di riscaldamento e Kata, il maestro Splinter divise i ragazzi in coppie per il combattimento singolo senza armi.
Essendo dispari, decise di tenere momentaneamente fuori Leonardo.
 
La prima sfida fu tra Donnie e Peter che si concluse con la vittoria del secondo.
 
La seconda fu tra Mikey e Raph.
L’arancione prese a saltellare da una parte all’altra ridacchiando, neanche fosse un bambino, intorno al focoso che in un batter d’occhi prese ad innervosirsi.
“Vuoi piantarla!!??” sbottò infatti, correndo verso il fratello nel tentativo di atterrarlo.  
L’altro spiccò un balzo sopra la testa dell’avversario, schivando il suo tentativo di placcaggio con il risultato di farlo finire a sbattere contro una pila di scatole svuotate da poco, ancora ammucchiate al muro del dojo.
 
“Wow!! Gran bell’atterraggio Raph” si complimentò Mikey, con tanto di finto applauso “Se ti rialzi ti faccio fare un altro volo”
 
Il rosso si rialzò in piedi, barcollando comicamente alla cieca per via di una scatola che gli si era finita in testa.
“Razza di … testa di legno …” si tolse la scatola, gettandola via “Te la sei voluta!!”
 
Iniziò a colpirlo con una serie di pugni e calci ben calibrati che però Mikey, forte della sua maggiore agilità, schivò senza problemi.
“Bella mossa Raphie” canticchiò, utilizzando apposta quel nomignolo in quanto sapeva che lo avrebbe fatto arrabbiare ancora di più “Oh, e anche questa!! Questa!!” seguitò spostandosi di lato “Anche la presa del drago ti riesce bene, maaaa …”
Evitò l’ultimo pugno, per poi rifilare uno schiaffetto scherzoso dietro la nuca dell’altro.
“… sei ancora troppo lento di riflessi”  
 
Raphael socchiuse pericolosamente le iridi dorate, stringendo i pugni.
 
“Non mi piace” commentò a bassa voce Leo, cominciando a temere il tipo di piega che stava per prendere la situazione.
 
Anche Peter e Donnie si fecero nervosi.
 
Il focoso ninja dei Sai lanciò un grido infuriato, girandosi di scatto verso Mikey che si era distratto e colpendolo con un poderoso calcio.
“Ahio!!” il minore rotolo verso il muro, sbattendoci dolorosamente il guscio.
 
“Ti credi più forte di me?! EH?!” ruggì Raph tornando subito all’attacco, con gran paura degli spettatori.
 
“No” replicò Michelangelo, rialzandosi in tempo prima che venisse travolto dalla furia del maggiore “Ma tu ti dai decisamente troppe arie”
Schivò il pugno del focoso, approfittandone per afferragli il braccio.
Si abbassò, sdraiandosi sul guscio e, facendo leva con il piede, lanciò Raph dall’altra parte.
 
“Vince e mantiene il titolo di campione: Michelangelo!!” esultò l’arancione, saltando in piedi e dando le spalle al rosso.
Non si rese conto che anche Raphael si era già rialzato, più incazzato che mai, tanto da aver afferrato un vecchio tubo che giaceva abbandonato lì vicino, per poi avanzare ad ampie falcate verso di lui.
 
“MIKEY ATTENTO!!”
 
L’avvertimento di Donnie giunse un secondo troppo tardi.
 
“T-Tu … TU come osi INSULTARMI?!”
 
Raph saltò addosso al fratellino buttandolo a terra con un calcio.
Lo bloccò premendogli il ginocchio sul petto ed alzò il tubo, mirando alla testa dell’altro che, spaventato, chiuse gli occhi alzando le braccia per proteggersi.
Fortunatamente ci pensò Peter a bloccare il braccio del focoso sparando istintivamente una ragnatela mentre Leo e Donnie si precipitarono ad afferrare Mikey per le spalle, tirandolo fuori dalla sua portata.
“Accidenti Raph!! Hai perso la testa?!” ringhiò l’azzurro prima di mettersi, per sicurezza, in mezzo fra lui e il fratello minore.
“Nii-chan!! Stai bene?” domandò Peter spaventato.
“S-Sì, non preoccupatevi sto bene” grugnì l’interpellato, sbattendo le palpebre ancora sgomento per quanto appena accaduto.
 
Non era la prima volta che faceva arrabbiare Raph, ma non aveva mai reagito in maniera così violenta da voler arrivare …
… gli avrebbe davvero spaccato la testa?!
 
“A che cosa diavolo pensavi Raph?!” sibilò Donnie, altrettanto scioccato.
 
Raphael sussultò, scuotendo la testa, neanche si fosse svegliato da uno stato di trans, lanciando un’occhiata al filo di ragnatela con cui Peter lo stava ancora tenendo.
 
“P-Pete …?” balbettò Raph sbattendo le palpebre “Mikey? Oh Dio, mi dispiace i-io … io …” si portò una mano al volto, apparendo sinceramente scombussolato da ciò che era appena accaduto.
Il castano smise di tirare la ragnatela, permettendo al braccio del fratello di afflosciarsi lungo il fianco.
 
“Quanta rabbia, quanto astio che c’è in te, ragazzo mio” mormorò il maestro Splinter avvicinandosi al focoso.
Se era rimasto turbato da quella esplosione improvvisa, non lo diede a vedere.
“Ma la collera è come un mostro, pronto a divorarti se gli permetterai di farlo” seguitò saggiamente, poggiandogli una mano sulla spalla “Devi imparare che un guerriero forte e saggio sa sempre trovare l’equilibrio”
 
“M-Maestro Splinter” Raphael si guardò le mani leggermente tremanti, il senso di colpa che attanagliava il suo cuore “S-Scusatemi, ho … ho bisogno di una boccata d’aria!!”
 
Detto ciò fuggì via prima che qualcuno potesse fermarlo.
 
“Lo seguo io” affermò Peter e, dopo aver inforcato le lenti a goccia della sua maschera, scappò in direzione dell’uscita dove si era avviato il rosso.
 
Nella tana calò il silenzio per alcuni istanti.
 
“Accidenti, Raph” iniziò poi Mikey massaggiandosi la testa, a disagio “Mi dispiace, mi sa che ho esagerato” ammise “Se non lo avessi preso in giro …”
“Le tue parole risultano vere soltanto in parte Michelangelo” lo interruppe il Maestro Splinter sospirando “Effettivamente, conoscendo l’indole di tuo fratello avresti fatto bene ad evitare di provocarlo così apertamente” continuò “Tuttavia ciò non giustifica affatto il suo comportamento, tuo fratello deve imparare controllarsi”
 
“Più facile a dirsi che a farsi” commentò Leonardo mettendo le mani sui fianchi “Forse dovremmo andare anche noi con Peter”
 
“No, Leonardo” lo bloccò il Sensei “Ora come ora, Raphael ha bisogno di calmarsi e metabolizzare ciò che ha fatto, standogli tutti addosso peggioreremmo solo le cose perciò è meglio lasciare che sia solo Peter a tenerlo d’occhio …”
 
Nel frattempo, in superficie, più precisamente in una stazione di polizia nei pressi del loro stesso quartiere, il capitano George Stacy sedeva nel suo ufficio, massaggiandosi le tempie con fare frustrato dietro la scrivania.
L’uomo, sui quarant’anni, alto e dalla muscolatura ancora tonica e asciutta si passò poi una mano tra i corti capelli castano chiaro, con un primo accenno di grigio, sospirando. 
 
“Gwendolyn, non ci posso credere” esordì, alzando le iridi color rame verso la figlia seduta davanti a lui “Che cosa diavolo avevi in testa?!”
 
“Io …”
“Dove hai preso il taglierino?!”
“Papà”
“Ho tutti questi uomini ai miei ordini, eppure non riesco ad evitare che mia figlia faccia cose sconsiderate come portare un taglierino a scuola!!”
“Papà, se solo mi lasciassi spiega- …”
“Devo farti passare una notte al fresco Gwen?! Questo ti aiuterebbe a superare la fase di ribellione che stai attraversando …?!”
“PAPA’!!”
“… Perché è questo che fanno sai?! E’ questo che fanno alle ragazzine che puntano taglierini alle loro compagne i cui padri NON SONO capitani di polizia, le mettono in galera!!”
 
Gwen sbuffò frustrata prima di alzarsi senza troppe cerimonie dalla sedia ed avviarsi verso la porta sotto lo sguardo corrucciato di Mr. Stacy che la bloccò, afferrandola per un braccio.
“Dove credi di andare signorina?! Non ho ancora finito!!”
 
“Credevo che dovessimo parlare, beh questo non è parlare!!” ribatté la bionda strattonando il braccio fuori dalla presa paterna “Questo sei tu che dai di matto” disse “Dai di matto DA SOLO, allora”
 
“Non ti permettere …”
 
“Sai che cos’è che mi dà sui nervi, papà?” lo interruppe la giovane “Sì, ho portato un taglierino a scuola e SI’!! L’ho puntato contro un’altra ragazza, ma sai una cosa?! Scommetto che non ti è passato neanche per l’anticamera del cervello di chiedermi il PERCHE’!!” continuò alzando pericolosamente il tono “Forse qualcuno mi ha aggredita, ci hai pensato papà??!! Forse qualcuno ha cercato di farmi del male, non me lo hai chiesto!!”
 
Il capitano assottigliò le palpebre, seguitando a fissare la figlia con durezza ma restò in silenzio, lasciandole così la possibilità di continuare.
 
Gwen lo notò e prese un profondo respiro, spostandosi una chiocca bionda dietro l’orecchio.
“Ho estratto il taglierino perché quella maledetta oca, quella bulletta da strapazzo …” spiegò, quasi ringhiando al ricordo di quanto accaduto poche ore prima “… Ha aggredito la mia amica April SENZA alcun motivo” sbottò “Gli si è avvicinata e ha cominciato a tirarla per i capelli e insultarla, così, tanto per fare!! Perché lei e quelle altre oche delle sue amiche ne potessero ridere”
Fece una breve pausa per riprendere fiato.
“Nessuno stava facendo niente papà, NESSUNO!!” ricominciò Gwen, i cui occhi stavano cominciando a diventare lucidi “Né gli insegnati, né gli altri studenti, e lei avrebbe continuato a ferirla se … se io non l’avessi fermata”
 
“Gwen …”
 
“No, papà!! Anche ora che ti ho spiegato, prova a dirmi che ho sbagliato a fare quello che ho fatto” ribatté Gwen stremata “GUARDAMI NEGLI OCCHI e dimmi che ho sbagliato!!”
Il capitano sospirò pesantemente, strofinandosi la nuca.
“Ascolta Gwen, capisco che lo hai fatto per difendere la tua amica ma non puoi puntare taglierini, coltelli o quant’altro contro gli altri compagni” cercò di spiegarle “Se la situazione ti fosse sfuggita di mano qualcuno avrebbe potuto farsi DAVVERO molto male, lo capisci?”
La ragazza annuì, di controvoglia, infilando le mani nelle tasche degli jeans neri che indossava.
 
“Non puoi sempre lasciare che la rabbia prenda il sopravvento” seguitò saggiamente il capitano Stacy.
 
“…”
 
“Ti scuserai con quelle ragazze” riprese il padre, ammorbidendo il tono mentre le accarezzava teneramente i capelli “Ok?”
“… Ok” borbottò l’altra, guardandosi cupamente i piedi.
 
“Per quanto riguarda April invece” Il capitano Stacy abbozzò un sorriso “Spero almeno che la tua sospensione di quattro giorni sia davvero servita ad aiutarla”

Gwen sorrise leggermente.
 
Tornado alla fuga di Raphael …
… Peter non ebbe troppi problemi a venirgli dietro, tuttavia non cercò di fermarlo, consapevole del fatto che provarci avrebbe solo peggiorato le cose.
Pertanto si limitò a seguirlo a dovuta distanza, tenendolo d’occhio così da essere sicuro che non si cacciasse in ulteriori guai.
 
Passò all’incirca un quarto d’ora prima che la corsa del focoso accennasse, quantomeno, a rallentare fino a concludersi sul bordo di un tetto di anonima palazzina.
 
“Che cosa c’è che non va in me?!” ringhiò Raph.
 
Sembrava più calmo in quel momento, ma ugualmente amareggiato.
 
“Raph …” esclamò Peter atterrando poco lontano dalla tartaruga.
Prese un paio di respiri profondi per recuperare fiato, certo che ne avevano fatta di strada!!
“Cosa sei venuto a fare Pete?” sibilò il focoso voltandosi.
“Non … non c’è niente che non va in te, Raph” provò di farsi timidamente avanti il ragazzo, ignorando la domanda “Ti sei solo lasciato un po’ prendere la mano”
 
“Vallo a dire a Mikey” ribatté l’altro.
“Mikey non è così scemo da non sapere che non gli conviene prenderti in giro durante gli allenamenti, direi che anche lui si è lasciato prendere la mano” disse Peter “Inoltre, conoscendolo, scommetto che è quello che più di tutti alla tana si starà preoccupato per te …”
 
Raphael scosse lentamente il capo, sospirando, e si sedette per terra, il guscio appoggiato contro il cornicione.
 
“Raph, credimi, so cosa significa lasciarsi prendere dalla collera” riprese il castano prendendo posto accanto a lui “Leo vi ha raccontato che cosa mi è successo con Carradine, cosa … cosa stavo quasi per fare” abbassò gli occhi, rabbrividendo al ricordo.
Ogni volta che ci ripensava provava un profondo senso d’angoscia e vergogna di sé stesso.
“Perché mi hai seguito, Pete?”
“Perché volevo fare per te ciò che Leo ha fatto per me quella sera” rispose sinceramente Peter “Non si può uscire da questo genere di situazioni da SOLI Raph”
“Credi che non abbia visto la tua espressione spaventata? O quelle degli altri? O di MIKEY?!” sbottò il ninja dei Sai coprendosi gli occhi con una mano.
 
L’espressione terrorizzata di Michelangelo, il suo fratellino …
… non sapeva se sarebbe più stato in grado di scordarla.
 
“Dio, avevate paura di me!!”
 
“NON è di TE che avevamo paura!!” replicò Peter risoluto “Ci hai spaventati è vero, e io in particolare mi sono agitato perché devo ancora abituarmi al senso di ragno (hai idea di che significhi avere una voce nella testa che praticamente URLA ogni qualvolta ci sia anche solo l’illusione del pericolo?) ma è stato per il gesto in sé, non per te …”
 
Restarono in silenzio per qualche momento.
 
“… Non potremmo mai avere paura di te Raph” mormorò Peter, appoggiandosi contro il maggiore.

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Eccomi con il quinto capitolo!!! ^^
Dedicato, come avevo anticipato, ad un paio di teste calde.
Raph non è il solo ad aver bisogno di imparare a controllare la rabbia eh? Perché anche la nostra Gwen Stacy non è certo da meno (guai a comportarsi da bulli davanti a lei!!), inoltre abbiamo conosciuto suo padre, il commissario Stacy.
Che dire poi del momento tra Raph e Peter?! Personalmente ho adorato scriverlo, spero che lo abbiate adorato anche voi nel leggerlo ^^
Ci vediamo al prossimo capitolo con *rullo di tamburi* CASEY JONES!!

 
  
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