Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
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Autore: Crazy Chick Kelly_chan    21/04/2018    1 recensioni
[Storia ad OC scritta a quattro mani con Elsira: iscrizioni chiuse]
Una nuova generazione di sirene.
Nuovi nemici crudeli e spietati, nuovi poteri straordinari e viaggi per il mondo alla ricerca di oggetti magici, strani segreti e misteri da svelare.
Un’antica e minacciosa profezia che incombe e rischia di avverarsi con terribili conseguenze per gli Oceani e per il Mondo.
Tutto questo e molto altro ancora aspetta le nostre ragazze, come andrà a finire?
{ATTENZIONE: Questa non è una storia stile Mermaid Melody. Vi sono tematiche delicate, violenze fisiche e mentali al suo interno.}
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovi personaggi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Ship ship ship ship ship ship shiiiiip!!!!
Questo è forse uno dei capitoli più shipposi di questa serie… Questo e il successivo, che in origine dovevano essere un tutt'uno ma poi siamo state costrette a dividere (Elsi triste.) T_T Evviva le ship!!!
E godetevi il momento folle dell’inizio!

 

Jewel eyes

Jacksonville, Florida

«Here is the winner and still your Infernal Champion… Dark Nemesis!»
E con questo è tutto cari telespettatori! Il campione in carica ha mantenuto con successo il suo titolo e settimana prossima scopriremo insieme quali altre sfide lo attendono! Restate con noi!
«Uffa!» Sbuffò annoiata una ragazza, spegnendo la tv e gettando di malavoglia il telecomando sul divano. «Se nemmeno rivedere il match del mio fratellino mi aiuta, sono proprio messa male!» Pensò a voce alta Minikitty, preoccupata per le sue condizioni psicofisiche. Erano tornati in America solo da pochi giorni, “giusto il tempo di firmare il contratto temporaneo con quella federazione giapponese vicino a Niijima, una volta sbrigate tutte le pratiche, torneremo!” Così l’aveva rassicurata suo fratello, una volta saliti sull’aereo che li aveva ricondotti nella loro città natale. Solo che, come entrambi già sapevano, la firma di un contratto e tutto ciò che ne consegue non era certo una cosa da poco, dietro ci stava molto di più, considerato che il tutto comportava pure un momentaneo trasloco oltreoceano. Almeno, di questo il presidente della federazione era stato entusiasta: uno dei suoi atleti più promettenti avrebbe combattuto in Giappone per una federazione in rampa di lancio e nel mentre, un loro atleta sarebbe venuto a lavorare per lui; si trattava di uno scambio decisamente fruttuoso.
D’altra parte, tutta quell’attesa stava seriamente minando alla salute di una persona che rischiava di impazzire e diventare ancora più svalvolata. Minikitty sbuffò di nuovo: le mancava Niijima, l’albergo, le nottate passate a chiacchierare con Hazelle, le follie con Moni… Persino le discussioni con Tadashi! L’allegria e la spensieratezza delle ragazze, l’atmosfera che vi era in quel posto, le mancava tutto quanto. In quei giorni la ragazza, sull’orlo dell’esaurimento, era di umore instabile e sempre pronta ad esplodere per nulla, con sommo sgomento di chiunque la circondasse.
«Minikitty?» Il gemello entrò nel suo campo visivo e mentale, facendole prendere un colpo.
«Che vuoi fratellino?» Chiese, notando la faccia del gemello.
«Ecco… Ho appena finito di parlare via webcam con Julia… Ha detto che come torno deve dirmi una cosa importante, anzi di più… Sai cosa ti avevo detto in aereo, no? Ho l’impressione che le due cose siano collegate… Credo mi stia nascondendo un segreto… E la cosa sinceramente parlando non mi piace. Sai com’è… Sono il suo ragazzo e venire tagliato fuori non è che mi faccia molto cont…» Sua sorella si alzò in piedi con slancio, le sopracciglia aggrottate e le mani a pugno sui fianchi, gesto semplice che bastò a zittirlo.
«Beh… Senti da che pulpito!» Strillò, puntando minacciosa l’indice contro il fratello, per poi continuare: «Che stia nascondendo qualcosa lo sospetto pure io, ma anche tu caro fratellino i tuoi altarini ce li hai! E qualsiasi cosa ti stia nascondendo lei, non è di certo schifosa e vergognosa come la tua menzogna! Non crederti che non lo sappia sai… Sarò pazza ma non stupida, lei non mi ha detto nulla di quello che prova, ma io me ne sono accorta!» Continuò, infilzandolo con l’indice e fissandolo dritto negli occhi, identici ai propri.
«Ma… Di cosa…» Di nuovo, lo sguardo di lei lo zittì. «E non fare lo gnorri!» Gridò ancora, la voce che si era leggermente arrochita. «Io ho avuto delle ragazze, io qui, io lì…» Scimmiottò le parole del gemello con tono tronfio, per poi affermare con le braccia allargate platealmente: «Quando entrambi sappiamo benissimo che Julia è la prima ragazza in assoluto che ti degna della sua considerazione! Che prima di lei, nessuna ti si era mai avvicinata e che tu, da bravo orso asociale quale sei, non hai mai considerato nessuna e che lei è il tuo primo e voglio sperare unico amore!» Si interruppe un attimo, mentre il fratello la guardava imbarazzatissimo. «E tu le hai mentito su una cosa importantissima ed essenziale, ti spacci per quello che non sei perché ti vergognavi ad ammettere che alla tua età non hai mai avuto una ragazza quando…» Prese un bel respiro, la predica non era ancora finita: «NON C’È NULLA DI MALE! DOVRESTI VERGOGNARTI!» Gridò con tutto il fiato che aveva nei polmoni, le guance rosse e gli occhi lucidi dallo sforzo. «C’è da meravigliarsi che sia così ritrosa? Una ragazza insicura come lei… Farle credere che è l’ennesima fidanzata… Per che cosa, poi? Per farti grande ai suoi occhi? E cosa hai ottenuto? Credi che ti ritenga un grande? Ecco cosa hai ottenuto: che l’hai delusa, millantando avventure che magari sono esistite solo nella tua mente bacata, nella tua mente di uomo!» Nulla da ridire, la ragazza aveva ragione. «E io cretina che non le ho detto nulla, avrei dovuto farlo e subito anche! Ma questo compito spetta a te, non a me… Perché tu l’anima gemella al contrario mio ce l’hai! IO NO!» Si fermò, per riprendere fiato, mentre il fratello la guardava di sottecchi. Purtroppo le parole di Minikitty erano vere, anche lui stava nascondendo un segreto importante e avrebbe dovuto dirglielo, ma gli mancava sempre l’occasione. Se solo avesse immaginato che la sua ragazza era diversa dalla massa… Ma la paura di venire giudicato uno sfigato era troppa e aveva commesso quell’errore non certo irreparabile, ma che la metteva parecchio a disagio.
«E intanto io sono costretta qui, ad aspettare, aspettare e aspettare…» Cambiò argomento la ragazza, apparentemente calmatasi. Ma persino lui, nonostante in sentimenti non capiva nulla nemmeno a pagarlo, si accorse che c’era anche dell’altro a turbare quella pazza in miniatura. Decise perciò di chiedere, ansioso di accantonare l’argomento precedente: «Qual è il vero problema, Minikitty? Sarò anche “un orso asociale e un bruto insensibile che non capisce i sentimenti”.» Mimò le virgolette con le dita, guardandola. «Ma sono pur sempre il tuo gemello e non mi freghi.»
Vinta, Minikitty si decise a buttare fuori tutto lo stress accumulato in quei giorni, con voce più acuta del solito da tanto era esaurita: «Che problema c’è? C’è che qui mi annoio, ecco cosa c’è! Queste pratiche burocratiche del cavolo! Sono giorni che siamo piantati qui in attesa, sono stufa! Voglio tornare a Niijima dalle ragazze! Ecco qual è il vero problema! Sento odore di anima gemella, laggiù! E poi non sono tranquilla sapendo di mia cognata in terra straniera e per giunta in compagnia di quell’aspirante showman galletto! E non dovresti esserlo nemmeno tu!»
«Tu lo senti dappertutto l’odore di anima gemella…» Commentò lui, veritiero. Dovunque andassero, in ogni momento Minikitty pensava sempre a cercare una compagna.
«Sì ma stavolta è diverso… È… È… NON LO SO!» Latrò, presa dallo sconforto. «Mi sono trovata benissimo! Quelle ragazze mi vedono come un’amica, come una di loro… So solo che voglio tornarci! Partirei subito ma non posso lasciarti solo, dopotutto sei il mio dolce fratellino… Non posso lasciarti solo con le tue ragazze immaginarie.» Ribatté acida, incrociando le braccia.
«Dai andiamo… Ancora qualche giorno… Sopporta, poi staremo laggiù finché non termina questa sospetta “vacanza studio”.» Aggiunse Robert preoccupato, ripromettendosi di non prendersela quando lei gli avrebbe rivelato questo segreto. Di una cosa era certo: non era coinvolto nessun altro ragazzo e questo lo rassicurava, molto anche.
«Uffa! Spero che il tempo voli! E per quanto riguarda te, fratellino.» Riprese Minikitty, assottigliando gli occhi, minacciando il gemello con l’indice rivolto verso il proprio petto: «Se non glielo dici tu lo farò IO! E non mi prendo responsabilità! Quindi vedi di non continuare a portare avanti questa farsa vomitevole! Ah, uomini!» Scrollò la testa, la voce leggermente stridula a causa delle grida di poco prima. «E poi mi chiedono perché preferisco le donne!» Concluse secca, intrecciando le mani dietro alla testa e tornando nella sua stanza, lasciando così il gemello basito.

Niijima, Giappone

Tadashi si svegliò come suo solito molto presto, con l’intenzione di allenarsi. Quelle sessioni d’allenamento, e isolamento, mattiniere gli erano utili a liberare la mente e negli ultimi tempi erano diventate un bisogno sempre maggiore.
Si alzò dal letto e indossò in fretta un paio di pantaloncini a mezza gamba, dopodiché uscì di corsa dalla propria stanza e si diresse veloce fuori dall’albergo, per chiudersi la porta alle spalle e voltarsi verso l’Oceano.
Chiuse gli occhi e respirò.
L’aria sapeva di salmastro e, ancora fresca d’alba, gli attraversò il corpo. Si sentì rinascere. Il sangue iniziò a galoppare, trasportando adrenalina in ogni più piccola fibra del suo essere, facendolo sentire più vivo che mai.
Riaprì gli occhi e iniziò a correre verso la spiaggetta deserta che aveva scovato appena arrivato a Niijima, per potersi sgranchire un poco le ossa.

Nonostante quel giorno non ci fossero state lezioni a causa di un’assemblea, la scuola era aperta, poiché le attività dei vari club sarebbero comunque proseguite. Non tutti gli studenti erano però andati, molti club infatti erano quasi del tutto vuoti.
La gara di atletica sarebbe stata tra meno di un mese e Yumi, così come tutte le sue compagne di squadra, era decisa a vincere e dimostrare, proprio come faceva ai tempi delle medie, di rappresentare degnamente la sua scuola. Stava esercitandosi per la staffetta, mettendoci tutto l’impegno del mondo, ma proprio mentre stava per raggiungere la sua compagna, iniziò di colpo a sentirsi debole, stanca. Era una stanchezza diversa da quella data dal semplice dolore dell’acido lattico che invade le gambe e le fa sentire pesanti; era una sensazione più generalizzata, di quelle che prendono il controllo dell’intero corpo e fanno sentire come paralizzate.
Decise di ignorare tale segnale che reputò di semplice stanchezza, visto che mancava una manciata di metri al cambio con la compagna. Fece un ultimo sforzo e si impegnò con tutta se stessa a fare quei pochi passi che la separavano dalla schiena della ragazza di fronte a sé, pronta a scattare e con già la mano tesa verso di lei. D’improvviso però tutto si fece nero, il suo corpo divenne troppo pesante perché lei potesse continuare a muoverlo e cadde inesorabilmente a terra, tra le grida delle compagne e il fischietto del mister che cercava di ripristinare l’ordine. Yumi fece appena in tempo a vedere il viso preoccupato di una sua amica, che perse i sensi.
Percepì una mano sfiorarle delicatamente le ciocche verdi che le ricadevano sul volto. Aprì lentamente gli occhi per incontrare il viso sorridente di sua sorella, che si trovava a scuola a sbrigare alcune pratiche per il club di giardinaggio e si era precipitata subito in infermeria, non appena era stata informata del malore della sorella.
«Resha… Ma cosa…» Mormorò ancora intontita.
«Sei svenuta mentre ti allenavi. È colpa della battaglia dell’altro giorno, nessuna di noi si è ancora ripresa del tutto e tu non sei da meno… Hai preteso troppo da te, sforzandoti in quel modo.» La rimproverò con dolcezza la rossa. «Adesso prendi questa.» Le porse una barretta di cioccolato con un sorriso rassicurante in volto, per poi continuare la frase: «E poi andiamo a casa, ci facciamo un bagno caldo e ci riposiamo per bene!»
“Un programma decisamente allettante!” Pensò Yumi con un sorriso, mentre scartava la barretta e vi dava il primo morso.

Aisu aprì gli occhi ore dopo, al suono odioso del suo cellulare. Si tappò il volto portandosi pigra il lenzuolo a coprirle la testa, con l’irrealizzabile desiderio che il telefono si spegnesse da solo. Alla terza chiamata consecutiva, la custode della perla indaco si arrese e si portò il cellulare all’orecchio, mugolando con voce ancora impastata dal sonno: «Pronto?»
«Sveglia sveglia sveglia, bella addormentata! Il sole è alto da un pezzo e la colazione è quasi pronta!» La voce euforica apparteneva ad Hazelle, che probabilmente era già ai fornelli da chissà quanto. La mora continuò, con una risatina di sottofondo proveniente da Julia, che le era affianco: «Forza! Scendi dal letto, prima che mandi qualcuno di nostra conoscenza a prenderti di forza e buttarti di sotto!»
Aisu non comprese ciò che le due amiche intendessero e in quel momento non voleva nemmeno capirlo. Tutto ciò che desiderava era tornare a dormire. Quella era la sua mattinata libera e aveva tutta l’intenzione di passarla in camera sua, a dormire e dipingere.
«Non far freddare la colazione, che sennò la cara Zelle te la fa pagare...» Canticchiò Julia, stranamente tutta allegra. Delle altre risate le arrivarono mediante il ricevitore e, mentre lei era ancora impegnata a cercare di aprire gli occhi, udì un nuovo sollecito da parte della tedesca, prima che chiudesse la chiamata: «Muoviti!»
Aisu lasciò cadere svogliatamente il proprio braccio sul materasso, mentre dalle sue labbra usciva un lieve mugolio.
Un sospiro frustrato e la ragazza si alzò dal letto, dirigendosi nell’altra stanza per farsi un bel bagno, prima di iniziare una qualsiasi altra attività. Nel tragitto, mentre si spogliava, lanciò una breve occhiata di scuse alla tela bianca posta sul cavalletto, davanti alla finestra della camera, che pareva attendere solo lei. “Io e te ci vedremo prima di andare a letto stanotte, è una promessa.”
Si buttò a peso morto nella vasca colma di schiuma, rilassandosi all’istante e riuscendo finalmente a dimenticarsi dell’ennesimo incubo fatto quella notte. Completamente nel proprio mondo, iniziò a intonare la sua canzone preferita senza neanche accorgersene.

Nessuno l’ha vista sparire
la stella che un giorno ritroverò.
Ma se il mio cuore è triste,
la speranza non perderò.
Lo so.

La pioggia non posso fermare,
ma sempre più forte io canterò.
Cercando sette luci, tutto il mondo io girerò
e le troverò...

Tadashi rientrò in albergo completamente distrutto fisicamente. Si era davvero spaccato in due quella mattina e sperava vivamente che quel giorno i nemici li lasciassero tirare un respiro, altrimenti sarebbero stati guai. D’altronde, non era stato capace di fermarsi. Troppi pensieri per la testa.
Ancor prima di passare di camera sua per farsi un bagno, si diresse in cucina, guidato dal proprio stomaco che reclamava cibo da più di due ore ormai.
Leccandosi i baffi al sol profumo delle prelibatezze cucinate da Hazelle, venne fermato proprio da quest’ultima che, con una spatola poggiata sulla mano a intimazione di mollare il pancake che si stava portando alla bocca e uno sguardo serio in volto, ordinò: «Fermo lì.»
Tadashi osservò interrogativo la principessa dell’Antartico, la bocca già aperta, pronta a ricevere al suo interno il cibo delizioso.

Pioggia di smeraldo,
grido al vento un desiderio:
stella a cui appartengo, fatti vedere!

Destino che mi guida,
col tuo aiuto so,
che non mi arrenderò.

Più fortuna avrò.

«Oh, fortuna che sei arrivato! La colazione è pronta, ma potresti andare a chiamare Aisu? Temo si sia riaddormentata, sai com’è…» Esclamò Julia, entrando in cucina per portare altre pietanze sul tavolo del buffet della sala da pranzo e osservando con un sorriso divertito la scenetta tra i due.
Lui sbuffò, chiedendo: «Non potete andare voi?»
«Ci abbiamo provato, ma si ributta dentro al letto. Serve qualcuno che la porti giù a forza e tu sei di certo il più forte tra noi.» Rispose Hazelle, tentando di nascondere un sorriso furbo e liberando la sua mano.
«E va bene…» Mugolò il ragazzo, facendo per dirigersi al piano superiore, nella camera della principessa dell’Artico e recuperarla.
«Tadashi...» Lo richiamò la custode della perla viola. Lui si voltò con finta aria innocente in volto, parlando in falsetto e gli occhioni dolci: «Sì?»
Hazelle tese verso di lui il braccio con il palmo rivolto verso l’alto, dicendo con un largo sorriso: «I pancakes, prego.»
Il giovane sbuffò e, dopo aver dato un’ultima occhiata rammaricata al piatto che aveva in mano, lo poggiò sul palmo della cuoca, per poi girare i tacchi e dirigersi di sopra.

Ornata da pietre preziose,
la stella che cerco dove sarà?
Ma son sicura la fiducia sempre mi aiuterà
perché...

Sorride serena la Luna.
Promette che ancora mi salverà.
E il sole acceso
questa mia passione non spegnerà,
che forza mi dà...

«Non credi che abbiamo esagerato?» Chiese in un sorrisetto enigmatico Julia all’amica. Questa alzò un sopracciglio e la guardò appena, per tornare poi a osservare la direzione dove era sparito il ragazzo. «Ehi, io l’avevo avvertita che avrei mandato qualcuno di nostra conoscenza a buttarla giù dal letto, se non si fosse data una smossa.» Trattenne una risatina, compiaciuta dalle proprie azioni, mentre si accomodava con Julia a tavola e iniziavano a mangiare, scommettendo su come sarebbe potuta evolversi la storia tra i due.

Raggi di brillante
il mio sogno è importante,
mare che mi avvolge
non mi tradire.

Destino che mi guida,
col tuo aiuto so,
che non mi arrenderò.

Più fortuna avrò.

Tadashi arrivò a corsetta di fronte la camera della principessa dell’Artico. Posò la mano sulla maniglia e aprì l’uscio, parlando al contempo: «Aisu, sveglia! La colazione è pront…» S’interruppe, assumendo un’espressione perplessa, con la quale osservò la stanza vuota.
Un vago senso di preoccupazione stava per accendersi in lui, finché non sentì una voce provenire dal bagno della camera.

Pioggia di smeraldo,
grido al vento un desiderio:
stella a cui appartengo, fatti vedere!

Destino che mi guida,
col tuo aiuto so,
che non mi arrenderò!

Più fortuna avrò.

Si avvicinò con passo felpato, come ipnotizzato, incantato da quella voce che conosceva ma che allo stesso tempo gli sembrava di non aver mai udito.
Poggiò cauto l’orecchio all’uscio, continuando ad ascoltare la melodia, mentre brividi gli percorrevano per intero il corpo, facendo in modo che stare in piedi divenisse sempre più difficile man mano che la voce gli entrava dentro.
Chiuse gli occhi e si lasciò trasportare in un mondo a lui completamente sconosciuto, incapace di fare altro.

Raggi di brillante
il mio sogno è importante,
mare che mi avvolge
non mi tradire.

Destino che mi guida,
col tuo aiuto so,
che non mi arrenderò!

Più fortuna avrò.

Pioggia di smeraldo,
grido al vento un desiderio:
stella a cui appartengo, fatti vedere!

Destino che mi guida,
col tuo aiuto so,
che non mi arrenderò!

Più fortuna avrò!

Tadashi si riscosse quando udì il rumore inconfondibile che faceva l’acqua quando si usciva dalla vasca e, per evitare di venir scoperto e che Aisu fraintendesse la situazione, corse fuori dalla stanza, chiudendosi silenziosamente la porta alle spalle.
Fece qualche respiro profondo, in modo da calmarsi, chiudendo gli occhi e accasciandosi al muro. Si portò una mano ai capelli corvini e tirò un sospiro, mentre cercava di fare chiarezza nel miscuglio di emozioni che aveva provato nel sentire cantare la ragazza.
Erano strane. Non si era mai sentito così… Catturato, da una voce. Eppure di canti di sirene ne aveva uditi molti e anche Aisu l’aveva già sentita cantare durante i combattimenti, ma delle emozioni del genere non le aveva mai provate.
Scosse la testa, cercando di cacciare il tutto e tornare in sé. Non era davvero il momento di perdersi in pensieri da adolescenti smielati, quello. Erano nel bel mezzo di una guerra.
Quel pensiero lo fece riprendere completamente e voltare verso la stanza della ragazza. Bussò alla porta, chiedendo educatamente: «Aisu? Posso entrare?»
«No che non puoi, sono nuda!» La sentì gridare da dentro la stanza.
Gli scappò un sorriso, mentre si immaginava la custode della perla indaco coprirsi come poteva, alla bell’e meglio, come se lui avesse potuto vederla attraverso la porta. Scosse la testa, dopodiché disse: «Beh, vestiti. Ti aspetto per fare colazione. Avanti, muoviti e vieni giù!»
Andò poi in camera sua, si fece il bagno in meno di due minuti, per togliersi le tracce dell’allenamento mattutino di dosso, si vestì in ancor meno tempo e scese velocemente le scale, per andare a sedersi a tavola e fissare sofferente il banchetto prelibato che Hazelle aveva preparato quella mattina.
Diamine, se aveva fame.
Il suo stomaco glielo ricordò per l’ennesima volta, brontolando animamente, tant’è che Julia, sentendolo, andò a sederglisi di fronte e gli chiese perché non si fiondasse sul cibo squisito, come ogni mattina.
Tadashi abbassò lo sguardo sul piatto vuoto che aveva di fronte, per poi dire quasi sottovoce: «Sto aspettando Aisu… Le ho detto che l’avrei aspettata per mangiare…» Il suo stomaco si fece nuovamente sentire. “Mannaggia a me e alla mia lingua che parla prima di lasciarmi pensare… Ma pure a lei, quanto le ci vuole?”
Un largo sorriso prese il possesso del volto di Julia, che si alzò dicendo con tono furbo: «Ah ah… Capisco, capisco…» La ragazza si diresse con le mani unite dietro la schiena da Hazelle, pronta a dirle che aveva vinto la scommessa e che Tadashi aveva ceduto per primo.

Davanti casa Shell, Raito e un ragazzo dai capelli blu elettrico, sui quali spiccava uno scompigliato ciuffo biondo e occhi acquamarina, stavano aspettando pazientemente il ritorno delle sorelle. A dire il vero, era il tetide ad attendere, l’amico si trovava con lui per puro caso.
Avevano suonato alla porta, ma nessuno aveva aperto loro, perciò i ragazzi si erano seduti sul muretto in attesa.
Il giovane idol, grazie a Hikari, si era ripreso bene dall’attacco di Tsuchi avvenuto qualche giorno prima e, a parte alcuni lividi, non aveva riportato nulla di grave.
«Ma sì, Victor! Ti dico che ne vale la pena! Sono ragazze simpatiche alla fine, oltre che molto carine. Non a caso sono le future principesse! E sono pure tutte libere, tranne quella del Pacifico del Sud… Il suo ragazzo è un vero mastino con le mani lunghe! Però queste due sorelle sono due bei bocconcini… Specialmente la custode della perla arancione, ha un gran carisma!»
L’amico scese dal muretto, guardando il compare di dimostrava il suo interesse uguale a zero. «Sinceramente, le sirene non mi interessano e lo sai… Non voglio più saperne del mondo sottomarino…» Tono vago e sguardo incerto, di cui solo Raito conosceva il motivo. «E poi dovresti smetterla di flirtare con tutte. È vero che metti sempre in chiaro le cose, ma non penso sia giusto!»
Raito sollevò gli occhi al cielo: ci mancava pure la predica, contando pure che Victor un tempo adorava flirtare almeno quanto lui; insieme era imbattibili.
«E andiamo, cos'è questa morale… Siamo giovani, di bell’aspetto, abbiamo diritto a divertirci, no?»
Victor fece appena in tempo a lanciargli un'altra occhiata affatto convinta, che Raito si sbracciò con aria ammiccante verso le due ragazze che stavano venendo verso di loro: «Heyyyy, bamboline!»
Resha sbuffò, levando gli occhi al cielo: dopo una giornata pesante come quella, tutto ciò che voleva era infilarsi nella vasca da bagno e rilassarsi, non aveva certo voglia di sorbirsi quel tipo appiccicoso e vanitoso. Yumi ridacchiò nel vedere l’espressione della sorella, conscia dei pensieri che avevano attraversato la mente della rossa, per poi sgranare gli occhi nell’accorgersi che il loro ospite non era solo.
«Cosa vuoi, Raito?» Chiese Resha, con tono seccato.
«Hey bambolina! Io ti salvo la vita e tu mi attacchi così? Non è galante da parte tua, no!» Rispose con tono allegro lui, spostandosi una ciocca di capelli dal viso.
«Ma…» Esordì Yumi, sconcertata: non erano soli, c’era un estraneo, era davvero sicuro parlare di quelle cose?
Raito notò la sua espressione interrogativa e, con nonchalance, indicò l'amico alle sue spalle: «Tranquilla… Lui è Victor, il mio migliore amico. È un tritone blu, non correte rischi. Non sono uno sprovveduto io.» Aggiunse poi indicandosi, con tono orgoglioso e un occhiolino: «Credeteci o meno, non sono un traditore!»
«Non ne sarei sicura. Forse in ambito segreti, ma per il resto non ti credo!» Sbottò Resha, incrociando le braccia imbronciata e evitando di incontrare le sue iridi violacee. Non si fidava ancora del tutto neppure di lui, anche se comunque lo reputava più affidabile di Tadashi.
«Beh comunque…» Yumi si intromise, tendendo la mano al nuovo arrivato con un sorriso: «Io sono Yumi Shell e lei è mia sorella Resha!»
Victor si presentò a sua volta, ricambiando anche il sorriso.
“Oddio… Avrò un aspetto orribile dopo lo svenimento, con i capelli disordinati, il viso smorto e l’espressione stanca!” L’idea la mise in imbarazzo, facendola di colpo invadere il viso da un'onda di rossore. Per tentare di sviare l’attenzione, chiese: «Così sei un tritone dell’Atlantico del Nord?»
«Sì… Ma sono molti anni che vivo sulla Terra… Non ho più avuto occasione di tornare nel mio regno…» Rispose vago il blu, iniziando a sentirsi a disagio a causa degli occhi curiosi della ragazzina. Per fortuna l’amico gli venne in aiuto: «Comunque ero venuto per darvi questi!» Ammiccò Raito, porgendo alle ragazze due biglietti per il suo prossimo concerto, per poi aggiungere sincero: «Spero di vedervi!»
«Magari! Perché no!» Acconsentì Yumi, senza staccare gli occhi dal tritone del regno di Reana, il quale al contrario cercava di evitare gli sguardi di entrambe ragazze.
«Raito, è tardi…» Il blu prese l’amico per il braccio, sforzandosi di tirare un ultimo sorriso in direzione delle Shell: «Dobbiamo andare… È stato un piacere conoscervi principesse. Magari ci rivedremo.»
«Sì… A presto, buona serata!» Esclamò Yumi come in trance, prima di venire trascinata dentro casa da Resha: secondo la sua scaletta, avevano tardato anche troppo per colpa di quei due e il bagno caldo non si faceva di certo da solo.
«Però… Quel Victor non mi sembra così male sai?» Commentò la verde, lo sguardo ancora in trance mentre seguiva la sorella in camera da letto.
«Scherzi? Sarà anche carino ma non mi stupirei fosse uno sbruffone presuntuoso come Raito! Non lo sopporto proprio, lui e la sua spavalderia...» Replicò Resha, sciogliendosi i capelli e iniziando a pettinarsi.
«Però… Sarà anche sbruffone, ma ti ha salvato la vita. Saresti diventata uno spiedino se non fosse intervenuto. Si è fatto avanti per difenderti…» Disse Yumi sognante, sciogliendosi la chioma a sua volta e accettando il pettine che la sorella le offriva. «Secondo me ti piace e anche tu gli piaci, altrimenti non verrebbe sempre da te. Julia a parte, noialtre siamo tutte single, la scelta sarebbe ampia.»
La maggiore lasciò cadere la spazzola. «A me invece non potrà mai piacere un montato come lui, mai e poi mai! E non diventerò certo la sua ennesima conquista! Non sono un oggetto da collezione io. E nemmeno tu!» Sorrise e il suo tono si addolcì. «Tieniti alla larga da tipi come quelli, lo dico per te credimi.»
«Perché non potresti piacergli? Sei bella, intelligente, talentuosa...» Una punta di tristezza le velò gli occhi. «Magari sarai proprio tu a rimetterlo in riga, chissà!» Fantasticò, sdraiandosi sul letto della sorella.
«Tu sei pazza… Se vuole divertirsi e svuotarsi i “gemellini” vada altrove, io non sono quel tipo di ragazza.» Il tono non ammetteva repliche. «E quel Victor mi convince proprio poco… C’è qualcosa di sospetto in lui e se è amico di quello…»
“Vedi nemici ovunque ultimamente, sorellona…” Yumi tirò un sorriso. «Sì ma… Non ti nego che mi piacerebbe rivederlo. Non so, ha un qualcosa… Mi interesserebbe conoscerlo sai?» Gli occhi azzurri della custode della perla verde si illuminarono. «Potremmo uscire tutti e quattro! Magari una gita subacquea… Se non ti piace Raito fa nulla, ma se lo rivediamo voglio chiedergli di lui!»
«Mah, se ne sei sicura… Io però non intendo uscire con quel donnaiolo. Non sono una ragazza oggetto, non cadrò nella sua trappola. Non mi intorterò con un tizio senza cuore e sentimento.» La più grande scrollò le spalle. “Anche se devo l’essere viva a lui… E non l’ho nemmeno ringraziato… Lo farò, senz’altro… Sì, appena lo rivedo.”
«Terra chiama Resha! Hey sorellona, ci sei?» Yumi ridendo, agitò la mano sotto gli occhi della rossa, che si riscosse. «Stavo…» Un rumore di serratura dal piano di sotto interruppe entrambe.
«Ragazze, sono tornata! Vi ho portato una sorpresa, venite a vederla!» Esclamò Jade in tono allegro. Coi sorrisi sulle labbra, le due ragazze scesero al piano di sotto per raggiungere la madre.

Aisu scese dalle scale e andò direttamente in cucina, per prendere qualcosa da mangiare. Era abituata a fare colazione lì quando faceva tardi, così non mangiava da sola e poteva intrattenersi nel vedere Hazelle che cucinava, la cui maestria ai fornelli poteva essere considerata un vero spettacolo. Sperava solo che fosse un desiderio realizzabile. Dopo la discussione di qualche giorno precedente avevano fatto pace, le altre avevano capito le motivazioni sue e di Resha, ma nonostante ciò la custode della perla indaco percepiva un vago senso di disagio quando si trovava con Tadashi o le ragazze. Aveva come la sensazione che qualcosa fosse irrimediabilmente cambiato, anche se non era in grado di dire se in positivo o negativo.
Quella mattina, non appena varcò la soglia della stanza e si diresse dall’amica tedesca, questa, anziché accoglierla con una tazza di caffelatte fumante come suo solito, la fulminò con lo sguardo e le intimò: «Va subito a mangiare di là!»
Lo sguardo di Aisu si fece all’istante amareggiato, ma non fece in tempo a proferire parola che Julia la spinse per le spalle nella sala da pranzo e, giunte sulla soglia, le disse con un sorriso raggiante: «Zelle è solo scocciata perché ha appena perso una scommessa, stamani ti toccherà mangiare in sala.»
«Ehm… Okay…» Sospirò per nulla convinta Aisu, mentre si avvicinava al tavolo del buffet, prendeva un piatto e lo riempiva. «Julia, tu hai già…» Si voltò e si interruppe, non vedendo l’amica. «Mangiato…» La custode della perla indaco tirò un sospiro, preparandosi a fare colazione in solitudine. “La discussione dell’altro giorno ha davvero minato così a fondo il nostro rapporto?” Quella faccenda la stava preoccupando seriamente. “Ho già perso Eiji, non ho alcuna intenzione di perdere anche loro.” Ritrovato il coraggio, posò il piatto con la colazione e fece dietrofront, con tutta l’intenzione di andare a chiedere scusa alle due amiche. Il suo percorso venne però interrotto dopo nemmeno due passi, quando si vide comparire una tazza con del cappuccino fumante sotto gli occhi. «È bollente, che ustiona la lingua. Esattamente come piace a te.»
Aisu spostò il proprio sguardo al fianco e vide Tadashi, che le stava sorridendo in un modo che non aveva mai visto. Era… Gentile. Stranamente gentile. Inquietantemente gentile. “Che sta architettando?” Scosse energicamente la testa al termine di tale pensiero, riproponendosi di tentare di avere fiducia nel tritone, come si era ripromessa, a discapito di tutti i dubbi che potevano attraversarle la mente per via dell'esperienza con il gemello.
«Grazie…» Sussurrò confusa, prendendo in mano la tazza e portandosela appena alle labbra. Il gustoso liquido bollente le invase la bocca, facendo saltare di gioia le sue papille gustative. La ragazza spalancò appena gli occhi, pensando: “Non ci credo, è pure dolce al punto giusto! Solo Eiji riusciva a farlo così perfetto!”
Alzò lo sguardo e vide due smeraldi brillanti osservarla e delle labbra distese in un sorriso morbido come il burro. Quegli occhi le fecero per un istante venire in mente la sua canzone, lasciandola incantata, ma scosse la testa e si diresse a passo veloce verso uno dei tavoli vuoti, sentendosi improvvisamente a disagio.
Fece appena in tempo a sedersi, che si ritrovò Tadashi al fianco che le posizionò il piatto che aveva riempito con il resto della sua colazione poco prima e che aveva lasciato sul tavolo del buffet. Aisu lo ringraziò in un sussurro, cercando in tutti i modi di evitare quegli occhi color smeraldo.
«Posso unirmi a te?» Gli chiese con voce dolce lui. Lei annuì e si portò nuovamente la tazza di cappuccino bollente alle labbra, sorseggiandola e cercando di terminare così la secchezza che le invadeva la bocca, mentre il ragazzo le si sedette accanto e iniziò a mangiare una quantità di cibo incredibile.
Lei gli lanciò una breve occhiata, non potendo fare a meno di pensare come avrebbe fatto a pranzare se divorava tutta quella roba solo la mattina.
«Con l’allenamento si bruciano molte calorie e alla fine viene fame, inoltre sono sempre stato una buona forchetta.» Rispose lui, sorridendole furbo e intuendo la sua muta domanda. Lei, scontrosa e imbarazzata per essere stata scoperta con tanta facilità, si voltò dall’altra parte e sussurrò solo: «Non ho detto niente…»
Dalla cucina, Julia osservava con un sorriso i due scambiarsi frecciatine che pian piano si trasformarono sempre più in battute, risate e sguardi sempre più rilassati. Hazelle le arrivò a fianco e osservò la scena con lei per qualche secondo in silenzio, finché l’americana non le avvolse le spalle teneramente e le chiese: «Still mad?»
L’amica rise e fece cenno negativo con il capo, osservando la custode della pietra indaco far cadere per sbaglio un biscotto dal tavolo e il tritone dell’Oceano Indiano prenderlo al volo, grazie ai riflessi incredibili, per poi porgerlo alla ragazza che aveva di fronte con un sorriso unico disegnato in volto, sfotterla il secondo dopo e ritrovarsi una fetta di torta in faccia quello successivo.
Tadashi si ripulì il viso, sussurrando: «Me lo sono meritato…»
«Sì, infatti.» Sogghignò Aisu, trattenendo a stento una risata per la faccia alla panna di lui. «E vedi di impar…» Non riuscì a finire la frase, che Tadashi l’aveva sollevata per le gambe e l’aveva caricata sulla propria spalla come fosse stata un sacco di patate, proclamando divertito: «E ora vedo di far imparare a una principessa le buone maniere.»
I due uscirono dalla sala e poi dall’albergo, seguiti da Julia e Hazelle, le quali non si sarebbero perse lo spettacolo per nulla al mondo, facendo già fatica a non ridere per le ingiurie in norvegese che Aisu stava gridando al ragazzo.
Tadashi arrivò nella spiaggia che sfruttava per gli allenamenti mattutini e, dopo aver controllato che nessuno li potesse vedere, si rivolse alla ragazza stesa a pancia in giù sulla sua spalla: «Pronta?» Non attese risposta e si tuffò in acqua.
Riemersero entrambi fino le spalle, con lui che rideva come un matto e Aisu che faceva di tutto per non ridere.
«Dovresti davvero vedere la tua espressione, principessa!» La schernì lui, per poi ritrovarsi il secondo dopo sott’acqua a giocare con la custode della pietra indaco come fossero dei bambini.
Dagli scogli, Julia e Hazelle stavano guardando la superficie del mare in silenzio, entrambe con le mani dietro la schiena ed espressioni maliziose in volto.
«Io volevo solo che Aisu capisse che di Tada’ non dobbiamo preoccuparci, ma… Ora vogliamo scommettere su chi darà il primo bacio all’altro?» Chiese con ottimismo la castana. L’altra sorrise complice, dopodiché tornarono all’albergo, lasciando soli i due.

Castello della Regina dei Mari

Seduta accanto ad una finestra nella stanza della regina, Seira fissava con sguardo inespressivo la donna bionda che si contorceva e urlava in preda al dolore, colei che riteneva in parte responsabile della morte dell’uomo che amava. “Dannazione, è la regina eppure si era spaventata come una pivella di fronte all’attacco nemico. Se si fosse difesa con i suoi poteri, invece di esplodere in uno dei suoi soliti pianti per la paura, a quest’ora Takeshi sarebbe stato ancora al mio fianco, anziché seppellito in fretta e furia nel cimitero dell’Oceano Indiano.” Da quando era tornata non aveva ancora parlato, rispondeva a monosillabi e, nonostante la situazione, non riusciva a celare le occhiate di disprezzo nei confronti dei sovrani, ai quali non erano sfuggite.
“Anni fa ha lasciato che venissi imprigionata e se non fosse stato per Karen, Noel e Coco venute a motivarla, nessuno avrebbe mosso il culo per salvarmi… Adesso ha lasciato morire Takeshi… Che regina è mai questa?” Pensò amaramente, stringendo il ciondolo a forma di cuore. Lo aveva regalato alla guardia anni addietro, ma ora le era tornato tra le mani e, dal giorno dell’attacco, non era più riuscita a separarsene.
Aveva odiato Luchia perché era morto per colpa sua e aveva odiato le sue colleghe per aver messo la sua sofferenza in secondo piano. “Va bene che la regina ha bisogno di supporto, ma anche io non sono da meno. Perché tutto deve ruotare sempre intorno a Luchia? Non è giusto, regina o meno.” «Seira…» Hippo in forma umana fece la sua comparsa, strappandola dai suoi pensieri. «Luchia vorrebbe parlarti… Ha bisogno che canti assieme alle altre, la nostra regina è dispiaciuta e dice che…» Seira scattò d’istinto, il nodo alla lingua si sciolse e tutta la sua rabbia si riversò sul biondino: «Lei cosa? Sai che me ne faccio delle scuse e dei “mi dispiace?” Te lo dico io: niente me ne faccio, niente! E anche Takeshi non se fa nulla! Le sue scuse non serviranno a riportarlo indietro! Sparisci, lasciami stare! Tu e tutti voi!» Urlò aspra, sedendosi di nuovo e tornando a guardare fuori per evitare di incrociare lo sguardo azzurro di colei in cui Sara confidava tanto. «Ho chiuso, sono stanca! Non voglio più essere una consigliera, non voglio più essere una sirena!» “Ma nemmeno ‘solo Seira’… Ma allora chi sono?” Pensò, distrutta, portandosi le mani nei capelli.
«Come preferisci…» Il biondo si congedò, la sirena arancio sentì che parlava con le altre e un momento dopo Noel e Coco la raggiunsero. Provarono laddove Hippo aveva fallito, riuscendo nell’intento, perché di fronte alla dolcezza di Noel e la sicurezza di Coco non riuscì a fare altrimenti, nonostante avrebbe voluto dir loro cose non adatte a una persona della sua classe sociale.
Si accostò freddamente al letto di Luchia, che stringeva la mano del re mentre Hikari la illuminava di una luce candida. La sua energia non riusciva a guarirla del tutto, perché il suo caso era troppo grave, ma la aiutava a sopportare meglio i dolori.
«Seira… Mia piccola… Seira… Mi… Mi dispiace…» La voce della regina era fioca. Una fitta terribile le deformò il viso pallido. La minore non ebbe alcun tipo di reazione. «Hai ragione… Sono stata una stupida e una codarda… I sette mari meriterebbero una regina migliore di me…» Sussurrò debolmente, chiudendo gli occhi.
«Non dire sciocchezze!» Gridò Hanon, terrorizzata da quelle parole che suonavano come le ultime. Non doveva e non voleva che finisse così. «Guarirai e vinceremo la guerra!» Cercava di convincere tutti, ma specialmente se stessa.
«Hanon…» Mormorò Luchia, sorridendo appena alla sua migliore amica. Poi tornò a rivolgersi alla più giovane. «Capisco se mi odi, me lo merito… Tutto! Io stessa mi detesto per non aver avuto il coraggio di difendermi… Odiami, disprezzami, scegli la vita dei tuoi sogni una volta finito tutto, ti capirò… Ma non dimenticare il tuo compito, non dimenticare l’amicizia, anzi la fratellanza che ci unisce, tutti noi! Se non vuoi cantare per me, canta per le altre ragazze, fallo per loro…»
In seguito, non seppe mai dire cosa la convinse ad unire la voce a quella delle colleghe.

Niijima, Giappone

«Stai facendo un ottimo lavoro sai? Sono veramente soddisfatta!» Una figura di donna immersa nell’ombra osservava un’altra figura femminile, che sorrideva con aria compiaciuta. «La vittoria è mia, ce l’ho in pugno! Manca poco finalmente!» Dopo aver pronunciato queste parole, le due sparirono nell’oscurità.


 


Angolo delle autrici:

Alloraaaaa… Questo è stato un capitolo da ship estrema non trovate? Sembra ancora più lungo a causa della canzone ma ogni tanto queste poverette devono canticchiare, sennò non sarebbe Mermaid Melody! Ci voleva un po’ di sano shipping, per compensare l’addio alla ship più amata! Questi due nuovi piccioncini sono deliziosiiiiiii! E sembrano aver ritrovato un punto d’incontro, per fortuna! E sempre in tema ship entra in campo il best friend di Raito ossia un tritone blu! Victor Sysh appartiene a kioccolat, che invitiamo cortesemente a recensire o farti sentire per mp, grazie! Anche un capitolo alla volta, non è necessario che te li tracanni tutti di botto, fai con calma basta ti fai sentire, ci piacerebbe sapere la tua opinione! Sappiamo che sei attiva ^_^ Già rischiamo di perdere un membro del team, non vogliamo perderne due...
E perché il tritone blu sembra non voler avere nulla a che vedere con la sua natura marina? Abbiamo un nuovo personaggio con un passato scabroso? Restate con noi e lo saprete!
E finalmente c’è Minikitty e due figure di donna che tramano… Ma cosa tramano? Non ve lo diciamoooo
! Per quanto riguarda Luchia: soffri pure con comodo ci raccomandiamo!
 

Apriamo una piccola parentesi nella quale approfittiamo di dirvi che la storia verrà pubblicata anche su wattpad, con il profilo di Elsira! Cliccate qui per iniziare a leggerla e aggiungerla ai vostri elenchi di lettura, vi aspettiamo anche su questa nuova (per noi) piattaforma! <3
Il racconto verrà aggiornato ogni lunedì e giovedì, fino a quando non sarà in pari con questo su efp, dopodiché i due verranno aggiornati in contemporanea.

 

E dedichiamo il capitolo a Sirio, il cane di Kelly che delizia i lettori nel racconto, poiché oggi è il suo compleanno (14 anni) e ieri ha fatto una visita particolare, un ecocardio e oltre ad essere in ottima salute è stato anche dolcissimo e bravissimo, sì è proprio un cane speciale <3 Auguri Fragolone <3 Ti adoriamo tutti! Tanti baci sul tuo nasone nero, tante tirate alle pieghine di ciccina sul collo e tante palpate alle tue belle coscette cicciose <3

E ora alle note singole

 

L’angolo di Kelly:

AUGURI SIRIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO <3 TI VOGLIO BENE TI ADORO TI MANGIO DI BACI <3

Ooook!Ho vinto una scommessa con Hazelle!No va bene, è Julia che l’ha vinta ma essendo ispirata da me...Beh lasciamo stare e analizziamo il capitolo!Tenerelli Aisu e Tadashi eh?E si, non dubitatene, un ragazzo di 23 anni può essere più che giocherellone, diffidate dagli stereotipi che vedono gli adulti seriosi e noiosi!Anche a noi grandi(e lo dico da vecchia decrepita)piacciono i giochi e i pigiama party!Ok off topic vergognoso a parte, beh!Zelle e Julia hanno fatto un’altra scommessa, chi ha puntato su chi e chi la vincerà?SHIIIIIIP!E poi che dite, Resha sarà tranquilla dalla presenza di Victor nella vita di sua sorella?Vi ricordo che, anche se non lo da a vedere per lei la sua sorellina è tutto, lo potete vedere chiaramente nel missing moment a loro dedicato, leggetelo assieme a tutti gli altri MM di questa fanfic!Perché ne arriveranno altri, anche nella seconda serie c’è molto di cui parlare!Benissimo, vi alsciamo con l’attesa del prossimo capitolo in cui vedremo chi trama nell’ombra!Ci sarà un altro pochino di sano shipping che non guasta mai e un bel colpo di scena!Ricordatevi che qui nulla è quello che sembra!e con questo alla prossima!Vado ad Apia dai miei cuccetti(di cui detengo ogni diritto e chi osa sfruttarne l’immagine per una fanfic ad OC verrà seriamente castagnato xP)che me li voglio stritolare tutti!
 

 
Sirio: E io dove sono?Perché compaio così poco?Bello, è il mio compleanno e manco appaio...Vabbè comunque siccome sono il cane perfetto vi regalo il mio nasone nero da baciare e una sculettata!Ciaooooooooooooooooooooooooo <3 E godetevi la mia foto <3
 


L’angolo di Elsira:

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Mhmhmhmmh… Aisu e Tada’.... COME SE AVESSI DAVVERO INTENZIONE DI FAR AVERE UN HAPPY ENDING A QUEI DUE!!! AH. Ma vedremo come andrà a finire. Per ora non stanno insieme, è solo lui che ha questa piccola cottarella, mentre lei deve ancora fare chiarezza su troppe cose, prima di potersi impegnare in una relazione… E pure Tada’ ha i suoi demoni che deve ancora affrontare e non è assolutamente pronto. Vedremo come si svilupperà la storia~ Anyway, Zelle è la migliore <3
Parlando d’altro: MINIKITTY *-* Mi manca troppo, voglio farla tornare anch’io dalle ragazze T-T Stupidi tempi burocratici… -.-
E vogliamo parlare delle sorelle e dei due ragazzi? Un tritone e un tetide… E’ già un miracolo che riescano ad andare d’accordo tra loro, vedremo come si comporteranno con le due donzelle! Anche se mi pare che Resha abbia messo le cose ben in chiaro xD
Sinceramente, vi dirò, io stessa mi sto pure un po’ seccando di fare una Aisu angosciante a questo modo… Vorrei potervela mostrare per com’è realmente, ma d’altra parte mi rendo conto che non è possibile per lei in questo momento del racconto. Quindi non mi resta che attendere. E approfittare di questo suo momento di crisi per farla riflettere su alcune cose… Vi dico questo perché ci tengo che sappiate che l’indole di Aisu non è oscura, di norma non sarebbe così catastrofica e sfiduciata nel prossimo, anzi, in realtà sarebbe una ragazza piuttosto ottimista e allegra, ma il fatto che le abbiano strappato via metà del suo cuore (aka Eiji) la rende così.
Bene, ora si torna a lavorare sui capitoli futuri, che di lavoro da fare ce n’è ancora taaaaaaanto e le ship di questa storia non sono ancora nemmeno a metà!
Bye bye!
 


E godetevi Minikitty arrabbiata con le mani a pugno sui fianchi (come piace tanto ad Elsi e fa spaventare tanto Tadashi~)!
Disegnata da Kelly e colorata con Clip Studio Paint! Si nota la differenza eh?​

 

 




E il festeggiato più fragoloso del mondo, cioè Sirio!

 
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Minikitty by Kelly
Kelly & Elsira chibi by Ziggyssia ©FARBERS
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