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Autore: Teddy_bear    27/04/2018    5 recensioni
In musica, un preludio (dal latino praeludium) è generalmente un brano piuttosto breve, di solito senza una forma codificata, collocato all'inizio dell'esecuzione di una composizione o di una sua parte. In anatomia, preludio, era il cuore di Shaoran. Ma Sakura sapeva benissimo ascoltare e salvare i cuori.
——————
AU fanfiction, dove Shaoran è un pianista con il cuore spezzato e Sakura è una studentessa di medicina, specializzanda in cardiologia.
[Se volete, per capirci meglio, ho pubblicato un’introduzione ed un trailer].
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Li Shaoran, Sakura Kinomoto, Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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SAKURA

 

 

Da: Shaoran 

A: Sakura

Ragazzina, va tutto bene? Sei sparita!

 

Da: Meiling

A: Sakura

Sakura, ma sei tornata a casa? Siamo preoccupati. 

 

Da: Tomoyo

A: Sakura

Ho capito tutto, non preoccuparti, ora avviso gli altri. Mandami un messaggio quando sei a casa. 

 

Da: Shaoran

A: Sakura

Sakura, mi sto preoccupando. 

 

Continuo a scorrere un messaggio dietro l’altro, leggendoli uno ad uno. Rispondo solo a Tomoyo dicendo che sono a casa sana e salva. Ho deciso di dirle che mi sentivo poco bene e che sarei andata via dalla sua festa prima, però penso che lei abbia capito che c’era sotto altro: qualcosa che neanche io so spiegarmi. Metto il pigiama velocemente e mi butto nel letto, immergendo il mio volto nel cuscino. Perché devo sentirmi così triste? Stavo bene, stava andando tutto bene, poi Hisato mi lascia. Poi incontro la nuova ragazza di Hisato che mi tira delle frecciatine dolorose. Poi tutti vogliono che io vada avanti. Poi cerco di andare avanti con la forza ed il sostegno delle persone al mio fianco. Poi Shaoran picchia Hisato. Poi Shaoran mi racconta la sua storia. Poi Shaoran bacia un’altra. Do una testata al cuscino, ripetendomi una serie di "stupida, stupida, stupida". Dovrei iniziare a costruire una corazza di distacco emotivo, solo per soffrire di meno. Mi giro supina, mentre sospiro. Attualmente i miei sentimenti sono così scomposti che non ci capisco più niente, tuttavia qualcosa fa male al mio petto. Il fatto di provare ancora dei sentimenti per Hisato, poi, amplifica tutto il mio dolore. 

Il mio cellulare squilla, ed io rispondo subito, non guardando chi sia la persona che mi cerca. 

“Pronto?”

“Sakura.”

La voce di Shaoran è ferma, decisa. Mi fa un poco rabbrividire, perché lo sento quasi… arrabbiato?

“Ciao.” dico solo, vaga. 

“Ti rendi conto del colpo che mi hai fatto prendere? Dove sei?” 

“A casa, mi sono sentita poco bene.” continuo restando sul vago. 

“Vengo da te.” dice, infine. 

“No! Sei pazzo?” scatto seduta, allarmata. 

“C’è a casa con te qualcuno?” chiede poi, mentre sento nella telefonata una porta che si chiude alla sue spalle. È uscito dalla casa di Tomoyo. 

“No.” nego, sincera. 

“Allora aspettami.” 

“Shaoran!” lo richiamo, ma lui riattacca, non prima di farmi sentire il suono di una portiera che si apre. 

Ma che cosa sta combinando?

 

***

 

Leggo il messaggio di Shaoran: mi dice che è arrivato. Mi dirigo in fretta all’ingresso di casa mia, accendo la luce ed apro la porta. Shaoran è davanti a me, amareggiato. Indossa solo la camicia ed i pantaloni, a quanto pare si è disfatto della giacca e della cravatta che aveva prima.

“Ragazzina, perché te ne sei andata?” mi domanda, mentre io mi metto a lato della porta per farlo passare. Guardo l’orologio appeso al muro: è mezzanotte e mezza. È passato così veloce, il tempo?

“Perché avevo mal di testa.” recupero dalla mia mente la prima scusa lampeggiante, nel mentre chiudo la porta di casa. Il mio amico assume un’espressione preoccupata, poi posa una mano sulla mia fronte. Ha sempre le mani fredde, gelate. 

“Non sei calda.” afferma. Mi divincolo dal suo tocco, dopo un attimo di stordimento iniziale, non appena l’immagine di lui e Dora che si baciano appare davanti ai miei occhi. 

“Te l’ho detto: è solo mal di testa.” mi allontano, sedendomi sul divano in salotto. 

“Sei arrabbiata con me?” mi domanda, sospettoso. Nego con il capo. 

“Perché dovrei?”

“Mi sembri più distaccata.” a quel punto, a quella frase, non so cosa scatti nel mio cervello. Ma non ci vedo più, e sento rabbia. Dolore. Scontentezza. Non so che altro. Ah, sì. Fastidio. Tanto fastidio. Si insinua dentro di me, e le sue onde si agitano come un mare in tempesta. 

“Forse non sono solamente così espansiva come Dora.” mi guarda ad occhi spalancati, poi aggrotta le sopracciglia. 

Brava, Sakura, puoi ritirare il premio come ragazza più stupida dell’anno. 

Mi sono rincitrullita, è ufficiale. 

“Che cosa intendi?” scuoto il capo.

“Nulla, scusami.”

Ho esagerato, me ne rendo conto. 

“Sei andata via dalla festa di Daidouji perché hai visto me ed Abe baciarci?”

Quasi mi strozzo con la mia stessa saliva. Ma che cosa crede? Non è così. 

“No! Vi ho visti, ma non sono andata via per quello.”

Figuriamoci se mi metto a fare la gelosa, ora come ora. Gelosa di cosa, poi? In ballo non ci sentimenti che vanno oltre all’amicizia, e questo da ambedue le parti. 

Shaoran sospira, per poi mettersi seduto accanto a me. 

“È stata lei a baciarmi.”

Aggrotto le sopracciglia. 

“Ma scusami, tu di solito…”

“Non stavolta: ha iniziato lei.” mi interrompe. Ciò non toglie che lui abbia ricambiato. 

Ah, smettila, Sakura. Ti stai comportando come una bambina. 

“Non devi comunque darmi spiegazioni.”

“Lo so.” fa’. 

Annuisco. 

“Quindi pensi di iniziarci una relazione?” domando. Lui ride, ironico. 

“Assolutamente no.” 

Piego la testa di lato. 

“Allora perché non l’hai scansata?” sono confusa. 

“Diciamo che mi ha preso in un brutto momento.”

Continuo a non capire. 

“Non voglio farti soffrire.” dice, per poi prendermi tra le sue braccia. Non capisco a cosa si riferisca, ma non ha fatto nulla per rendermi sofferente, né stasera né mai, da quando lo conosco. 

“Sono talmente…” lascia la frase in sospeso. Una cosa di Shaoran l’ho imparata: ha bisogno dei suoi tempi per capire le cose e per agire di conseguenza. Non voglio rifiutare questo abbraccio, sebbene in questo momento non mi senta a mio agio come le altre volte. Non voglio sconvolgerlo ulteriormente. 

“Non voglio farti soffrire.” continua, e me lo ripete altre tre volte. 

“Tu sei così diversa.” mi sento immobile. Ho bisogno di staccarmi e riprendere fiato. 

“Non mi stai facendo soffrire.” dico, dopo un po’. Lui si stacca da me, prende il mio viso tra le sue mani. Con il suo dito indice percorre tutto il mio perimetro facciale, tracciandone i contorni. Continua questa sua corsa fino ad arrivare alla fine del braccio, dove mi prende ancora per i polsi, e me li bacia, come quel giorno alla tavola calda. 

“Perché?” chiedo, senza sapere esattamente come alludere. 

“Perché io ho bisogno di te.” sentenzia e mi fa trasalire. Scuoto il capo.

“No, non è vero.”

“Lo è.”

Mi guarda negli occhi, e poi posa il suo sguardo sulla mia intera figura, dall’alto verso il basso. Schiocca la lingua al palato. 

“Ti ho svegliata?” fa’ riferimento al mio pigiama. 

“No, avevo un po’ di cose per la testa e non riuscivo a dormire. Non preoccuparti.” 

“Che genere di cose?”

Faccio spallucce, non avendo voglia di parlarne. 

“Pensi ancora a lui?”

Chino il capo.

“Anche, sì. È normale, Shaoran.”

“Lo so.” 

Sospiro, e vengo di nuovo trascinata tra le sue braccia. Lo sento darmi un bacio tra i miei capelli, per poi respirarne il profumo. 

“Non farmi più preoccupare così.” 

Annuisco, stringendolo a mia volta, dopo un po’ di esitazione iniziale. Mi sento la guancia strana, quindi porto un dito indice su di essa, e constato che è bagnata.

Sto piangendo senza nessuna ragione. 

 

***

 

Quando apro gli occhi quella mattina e mi ritrovo sul divano, al posto che essere nel mio letto. Ci impiego un attimo prima di capire cosa ci faccio qui, poi la mia mente lo rammenta ed i ricordi della sera precedente si fanno subito vivi. 

“Buongiorno, Sakura.” scatto subito in piedi, notando Shaoran in cucina che mi saluta. 

“Io… cosa…” 

Devo respirare. 

“Ci siamo addormentati.” mi spiega, con tranquillità. Addormentati? Come, addormentati? Poi un lampo arriva al mio cervello: io e Shaoran ci siamo abbracciati, io mi sono accorta di star piangendo e lui mi ha accarezzato la testa per tutta la sera, probabilmente finché non ci siamo assopiti. Accidenti. 

“Hai dormito su di me tutta notte, è stato difficile divincolarmi stamattina per non svegliarti.” avvampo da capo a piedi, e decido di alzarmi. 

“Mi dispiace.” dico, e sono veramente dispiaciuta. Non era mia intenzione importunarlo così tanto. 

“Non ho mai dormito così bene, ragazzina. Non preoccuparti.” ridacchia.

Aggrotto le sopracciglia. 

“Sarà meglio che io vada. Ci vediamo in università domani?” chiede, incamminandosi verso la porta di ingresso. Annuisco impassibile, seguendolo. 

“Buona domenica.” chiudo la porta alle sue spalle. Porto una mano in fronte e faccio scorrere la mia schiena lungo la superficie di legno, per poi ritrovarmi seduta sul pavimento. 

Sto soffrendo per troppe cose insieme. Ed ora non riesco più a vedere le linee di confine che separano ogni sentimento diverso dall’altro. 

 

***

 

Il pesce ed il purè che ci sono nel mio piatto non sono stati nemmeno sfiorati: non ho fame, per niente. Continuo da ieri a chiederti come sta succedendo alla mia vita, perché così improvvisamente debba andare a rotoli, facendomi smarrire in luoghi che non conoscevo, e che nemmeno volevo conoscere. Non mi capisco più, ed è strano, perché sono sempre stata a conoscenza dei miei limiti e delle mie emozioni. Ora no. Ora è come se stessi facendo un viaggio di non ritorno, diretto chissà dove. Ed ho paura di perdere del tutto il mio cuore per strada. 

“Sakura!” 

Mi spavento, facendo un piccolo balzo sulla sedia. 

“Meiling, sei tu.” sospiro e porto una mano al mio cuore, che ora batte velocissimo per il colpo che mi sono presa. 

“Mangio con te, ti va? Tra poco arrivano anche Tomoyo e mio cugino.” si siede di fronte a me. La mensa dell’università oggi è stranamente meno piena del solito, ma meglio così. 

Aspetta, ha detto Shaoran?

“Tuo cugino non pranza al conservatorio?” domando, allontanando il piatto. Devo imparare ad evitare di prendere il cibo, quando so già che non mangerò niente. 

“No, voleva venire a pranzo qui.”

Annuisco, senza aggiungere altro. 

“Stai bene?”

“Sì, perché?”

Non proprio bene, okay, lo ammetto. Ma me la cavo. 

“Pensi ancora ad Hisato?”

“Non come prima, ho accettato la cosa, ed ora sto cercando di lasciarmi tutto alle spalle.” ammetto, sincera. E spero di riuscirci.

“Brava. Allora perché sei così giù di morale? Cosa ti preoccupa?” prende un boccone della sua zuppa. Faccio le spallucce. 

“Niente di che, cose in generale.” non saprei nemmeno cosa risponderle, perché non ne ho idea di cosa mi stia preoccupando. 

Meiling sospira, posando il cucchiaio dentro il suo piatto. 

“Sakura.” la guardo e sento un po’ di ansia all’interno del mio stomaco. 

“Io apprezzo tanto quello che stai facendo per Shaoran, ma veramente tantissimo.” inizia, e la cosa non promette niente di buono. 

“Lo so.” dico, cercando di fermare il suo discorso. 

“Però mio cugino è un po’ codardo, su certe cose. Purtroppo, non tutti per tornare a casa scelgono di fare la strada lunga, anche se sanno che il paesaggio è migliore e, non so, il percorso è senza buche.” 

Piego la testa di lato.

“Che stai cercando di dirmi?”

China il capo, mordendosi il labbro inferiore, come combattuta su quello che deve dirmi. 

“Shaoran ha avuto cose spiacevoli nella sua vita, quindi assume sempre questa barriera: non voglio soffrire e non voglio far soffrire. Per questo motivo, continua ad avere avventure con le ragazze ed a non innamorarsene.” mi spiega. 

“Questo lo avevo intuito.”

“Lo so, soltanto che ora le cose sono cambiate, ma lui non lo vuole ammettere.”

Le cose sono cambiate? Eh?

“Cosa intendi con…”

Meiling mi fa segno di tacere portandosi il dito indice alle labbra e, poco dopo, Tomoyo e Shaoran si siedono con noi, per pranzare. Ora capisco. Aggrotto le sopracciglia quando la mia amica si sistema accanto a Meiling e non a me. 

“Non hai mangiato nulla?” mi chiede Shaoran, indicando il mio vassoio. Scuoto il capo. 

“Non ho fame.” 

“Qualcosa la devi mangiare comunque, Sakura.” sentenzia, con un tono di voce deciso. Mi mordo l’interno della guancia.

“Sakura Kinomoto!” mi sento chiamare ed alzo lo sguardo verso la direzione dove sento la voce. Sorrido, cortese, quando vedo la persona che mi ha cercata. 

“Danjuro Mori!” esclamo a mia volta, con gentilezza. Il ragazzo in questione posa il suo vassoio a capotavola, proprio vicino a me, prendendo una sedia da un altro tavolo. 

“Ti ha dato qualcuno il permesso di sederti qui?”

Sento tirare un piccolo calcio a Shaoran da sotto il tavolo e Meiling, l’artefice di questo gesto, assottiglia gli occhi. 

“Perdonalo, è sempre così scortese.” gli dice. Danjuro alza le spalle, bofonchiando che non importa. 

“Stamattina mi sono visto con Hanko.” spiega a Meiling, la quale annuisce. 

“Io ed Eriol lo stiamo aiutando a scegliere l’abito da sposo.” la ragazza emette un versetto di apprezzamento. Sorrido alla scena. 

“In ogni caso, sono qui per un altro motivo.” dice questo, voltandosi verso di me. 

“Settimana prossima il comitato studentesco dell’università organizza un rinfresco. Diciamo che gli studenti servono bevande e stuzzichini, in cambio di denaro, il quale andrà in beneficenza per i bambini bisognosi. Vorresti esserci, Sakura?” domanda, un po’ timido. Apro la bocca per parlare, ma non so cosa dire. Sono un po’ sorpresa, non me lo aspettavo. 

“È sabato pomeriggio.” specifica, ricordandosi dopo di dirmi il giorno. Valuto mentalmente tutte le opzioni ed il fatto che sia per una buona causa, mi fa superare ogni barriera dov’era possibile una mia negazione alla proposta. 

“Volentieri.” 

“Vengo anch’io.” mi volto verso Shaoran, aggrottando le sopracciglia. 

Come dice?

“Insomma… è una cosa libera, no? Più siamo, meglio è.” gesticola. 

“Non hai di meglio da fare con qualcuna?” lo stuzzica Danjuro, ed io mi faccio piccola sulla sedia, delusa da questa provocazione. Bene, perfetto. Altra sensazione che non comprendo. 

“Direi di no. E poi, non sono io quello che ci sta provando spudoratamente con qualcuno che non ci sta, con dei mezzi a dir poco… come posso chiamarli, subdoli, forse?” Shaoran continua, non tirandosi indietro a quella sfida. Sembra che stiano parlando tra di loro, e l’argomento principale mi è sfuggito. Veramente, non lo capisco. 

Cosa mi sono persa?

“Va bene, basta così.” dice Meiling, spazientita. Io ho l’impulso di alzarmi dalla sedia e di andarmene, se non fosse che Shaoran mi ferma per un braccio, facendomi restare seduta. 

“A questa festa di beneficenza tieni conto anche di me.” dice a Danjuro, facendogli l’occhiolino. Poi mima con il labiale a suo cugino una cosa, che non mi sfugge dagli occhi: "non ti lascio solo".

“Mori, posso chiederti un favore?” interviene Tomoyo, ad un certo punto. Ottiene un cenno affermativo in risposta. 

“Potrei cucire delle divise? Per i maschi e per le femmine?”

Il ragazzo alza le spalle. 

“Non vedo dove sia il problema, se non è troppa mole di lavoro e pensi di farcela.” Tomoyo annuisce vigorosamente.

“Che meraviglia!” esclama poi, portandosi le mani ai lati del viso. 

Roteo gli occhi: non cambierà mai. 

“Oh.” all’improvviso si rabbuia. 

“Che succede?”

“Avrò bisogno di tutte le misure che mi mancano!”

“Le misure..?” inizia Shaoran, perplesso. 

“Ecco, ad esempio le tue misure devo saperle. Altrimenti come posso cucire una bella divisa?” ridacchia. 

Mi porto una mano in fronte: si prospetta una settimana lunga. 

 

***

 

“Wow, complimenti, Li. Hai un bel fisico.” dice Tomoyo, chiudendo il suo metro da sarta, dopo avergli misurato le spalle. Riporta il tutto su un blocco note, dove ha scritto le misure di ogni persona, per poi posarlo sulla scrivania di camera sua. L’unico che gli mancava era proprio Shaoran, il quale ci ha messo un po’ prima di accettare la cosa. Tipico di lui. 

“Ce la farai a farle tutte?” domando, quando noto che saranno almeno una ventina di studenti se non di più. 

“Mi aiuterà Eriol.” 

Annuisco. 

“Hai un’idea di come crearle?”

“Certo.”

“E come le farai?” domanda Shaoran, curioso. 

“Questa è una sorpresa.” fa’ l’occhiolino.

Sento un cellulare squillare, ma so che non è il mio.

“Scusatemi.” Shaoran ci dice, allontanandosi di poco. 

“Meiling, che c’è?” inizia. 

“Come sarebbe a dire che viene anche lei? No, ti ho detto che non… Ah, sì, certo. Sei sempre la solita.” 

Più lo sento parlare, più mi sento confusa. Ed anche la mia amica Tomoyo non sembra essere da meno, vedendo le sue sopracciglia aggrottate. 

“Non la voglio più vedere, come te le devo spiegare? Come sarebbe a dire che è stato Mori ad invitarla?” 

Ma di chi sta parlando? Chi ha invitato Danjuro che Shaoran non vuole vedere?

“Eriol le confeziona la divisa? Ma se lo può scordare! Non la voglio più vedere, Meiling. No, non ti sto dando colpe. Ah, vorrei strozzare quell’idiota in questo momento.” continua, alzando un po’ la voce. 

“Ne parliamo a casa, sì. Dopo vengo da te. Ciao.” termina la chiamata, e si passa una mano sul volto, con fare sconvolto. 

“Che succede?” domando, preoccupata. 

“Niente, Dora Abe verrà al rinfresco di sabato.” sbuffa, seccato. 

“E non sei contento?” formulo. Dopotutto, l’ha baciata. 

Tomoyo dice che torna subito, e lascia la stanza. Shaoran scuote il capo energicamente. 

“L’ha invitata Mori, l’ha fatto per giocare a suo favore.”

“Che intendi dire?”

“Che quello ci prova con te, Sakura.” mi butta addosso. 

E sento la terra mancarmi sotto i piedi. 

Shaoran si siede sul letto di Tomoyo, portandosi le mani al viso, visibilmente nervoso.

“Cosa ti turba tanto? Dora non ti piace?” domando. 

“No, ragazzina, per niente. È…” si ferma, per poi alzare lo sguardo su di me “complicato.” conclude. 

“Non le vuoi dare una possibilità?”

Non capisco perché mi sento tesa nel chiederglielo. 

Lui scuote il capo, alzandosi dal letto. 

“Be’, ora è meglio che io vada.”

“Ma… Shaoran.” mi alzo, per raggiungerlo, arrivando proprio di fronte a lui. Dopo un po’ di esitazione, mi prende tra le sue braccia, per poi dirmi che deve andare, ed io ricambio forte la sua stretta, perché no, non voglio che se ne vada. 

Non ci sto capendo niente, è vero. Ed ora, in questo abbraccio, in questo mio momento di follia dove il mio cervello non ha ancora connesso che lui deve tornare a casa, non so se sento il peso del mondo addosso o se il mondo addosso non mi pesa più.

 
ANGOLO AUTRICE: ecco, nuovo capitolo appena scritto :)) io spero davvero di far capire come si sentono i personaggi, soprattutto Shaoran e Sakura. Fatemi sapere se fosse così o meno! Grazie di tutto. Bacioni x.
   
 
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