Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
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Autore: Crazy Chick Kelly_chan    05/05/2018    3 recensioni
[Storia ad OC scritta a quattro mani con Elsira: iscrizioni chiuse]
Una nuova generazione di sirene.
Nuovi nemici crudeli e spietati, nuovi poteri straordinari e viaggi per il mondo alla ricerca di oggetti magici, strani segreti e misteri da svelare.
Un’antica e minacciosa profezia che incombe e rischia di avverarsi con terribili conseguenze per gli Oceani e per il Mondo.
Tutto questo e molto altro ancora aspetta le nostre ragazze, come andrà a finire?
{ATTENZIONE: Questa non è una storia stile Mermaid Melody. Vi sono tematiche delicate, violenze fisiche e mentali al suo interno.}
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovi personaggi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Attenzione: capitolo più lungo del solito.


 

Bad surprises

 

Pearl Piari - Niijima, Giappone

Un’adorabile, quanto tosta gattina bianca dal guscio di tartaruga stava per emergere dalla superficie del mare che bagnava le coste di Niijima. Il suo tenero musetto fece capolino dall’acqua. Guardandosi in giro con circospezione e accertatasi che nessuno la vedesse, nuotò sino a degli scogli, si issò su uno di essi e si sedette, assumendo subito la sua forma umana.
Restò per un tempo imprecisato a fissare l’orizzonte, mentre la brezza le smuoveva gentilmente i corti capelli dorati, persa in un sacco di pensieri e preoccupazioni. “La situazione negli oceani è più grave del previsto, accidenti! E io devo fare la spola tra il Palazzo Reale, la Terra e il mio tempio, non posso permettermi di lasciarlo incustodito troppo a lungo… Non deve rimanere sola, lei… Necessita della mia energia… Ma prima o poi verrà quel giorno, Madame Taki dice che avverrà prestissimo, speriamo! Voglio riabbracciarla, voglio di nuovo la sua compagnia!” Hikari odiava lasciarsi andare ai sentimentalismi, ma a volte era inevitabile. Le capitava spesso quando pensava a lei o ad una persona che aveva conosciuto qualche anno prima e che aveva catturato il suo interesse. Una persona speciale, con la quale aveva fissato un appuntamento qualche giorno prima, cui non intendeva rinunciare assolutamente. Dopotutto se la cosa si incastrava bene con i suoi impegni, perché no? “Diamine, pure io ho il diritto di godermi la vita ogni tanto!” E di godersela appieno, senza limitarsi solo ad ammirare tramonti dalla superficie dell’acqua. Bello, bellissimo spettacolo certo, ma la custode degli elementi voleva decisamente qualcosa di più di una vita di soli doveri. E per ora Hikari era sempre riuscita perfettamente ad incastrare doveri e svago. “Spero di riuscire a continuare su questa strada.”
«Oh, Hiro…» Si accorse di aver pronunciato ad alta voce il nome della persona a cui era dedicato il suo interesse e con cui aveva appuntamento, ma purtroppo per lei non era sola: due bambini che ad occhio e croce frequentavano le elementari e che si erano avventurati sugli scogli, la stavano fissando incuriositi. “NO!” Pensò la bionda, andando nel panico. ”E adesso?” Purtroppo c’era solo una cosa da fare. «Beh? Che cosa avete da guardare voi due?» Chiese secca, celando la vergogna dietro uno sguardo omicida.Balbettando delle scuse i due piccoli si eclissarono terrorizzati. Hikari sorrise: nonostante in forma umana fosse piccolina e gracile, sapeva farsi rispettare. Si alzò in piedi, diretta verso il centro, dove il ragazzo la stava aspettando.
 
A casa Wizmon, una Harmony in fibrillazione stava delirando, eccitata da ore ed ore.
«Calmati Moni! Altrimenti ti prenderà un infarto!» Le disse per l’ennesima volta Renée, spingendosi gli occhiali su per il naso.
«Ma ci pensi amica mia!» Replicò quella, mentre eseguiva una giravolta dietro l’altra, le braccia allargate che sferzavano l’aria mettendo a rischio sia la vita dei soprammobili che le guance di Renée, la quale la seguiva passo passo, in quanto era l’unico modo che aveva per parlare a quell’uragano antropomorfo.
«Questo è il provino finale! Quello finale! Se lo passo la mia strada nel mondo dello showbiz è spianata! Julia mi ha sempre portata con sé alle registrazioni, mi ha dato i contatti giusti, mi ha raccomandata, il mese prossimo io canterò al suo concerto ed Elizabeth mi ha notata più volte! Ho la vittoria in pugno!» La sua mano colpì un prezioso vaso contenente dei fiori, che sua nonna Letty aveva amorevolmente raccolto e che la morettina afferrò in tempo, prima che si frantumasse al suolo.
«Peccato che mamma non possa venire!» Si intristì un attimo al pensiero di Philomena, che aveva ricevuto un ordine dal regno che poteva tranquillamente svolgere dalla terraferma.
«Tranquilla, Moni! Ci sono io stavolta. Andremo insieme, io e te da sole!» La rassicurò, guadagnando un sorriso sul volto dell’amica. «E andrà tutto per il meglio, sì!»
 
Hiro e il piccolo Kurai, fiero vincitore del concorso dei talenti, erano arrivati con lieve ritardo all’appuntamento. Ma alla bionda non interessava, le bastava essere lì tutti e tre assieme.
Il ragazzo aveva proposto di andare a mangiare un boccone e ad Hikari non era parso vero, il cibo terrestre era molto più buono di quello marino. Senza nemmeno dargli modo di realizzarlo, aveva afferrato il suo braccio e l’aveva trascinato davanti alla gelateria, i cui prodotti soffici e colorati sembravano guardarli in modo tentatore.
Alla loro vista, Hikari perse tutto il proprio contegno. «Io voglio una cialda al triplo cioccolato con topping alla nutella, panna montata, zuccherini e granella di nocciole!>> Ordinò tutto d'un fiato, sotto gli occhi sbalorditi del gelataio, mentre Hiro prendeva un cono molto più contenuto.
I due ragazzi iniziarono a passeggiare, raccontandosi un po’ gli ultimi giorni, anche se lei dovette un po’ inventarsi qualcosa, scatenandole un piccolo senso di colpa. Si sedettero su una panca e iniziarono a mangiare il gelato in silenzio, ma ad un certo punto Hiro iniziò a ridere. «Cosa c’è?» Domandò lei allarmata. «C’è che sei buffa!» Sghignazzò lui, per poi zittirsi subito. Forse aveva osato troppo con quell’aggettivo, non voleva offenderla. Si affrettò ad aggiungere: «Hai preso un gelato più grosso di noi due messi insieme.» Non poté fare a meno di riprendere a ridere, sinceramente divertito dalla situazione: quella ragazza faceva tutta la sostenuta, ma di fronte ai dolci si esaltava come Kurai davanti alla sua pallina preferita.
Hikari arrossì leggermente, cosa che odiava all’inverosimile, cercando disperatamente un appiglio. «Oh beh…» Disse con finta noncuranza, cercando di darsi un contegno: con un sorriso birichino, affermò: «Almeno non ho il naso tutto sporco di panna, io!»
«Cosa? Io… Ma… Oddioooo!» Esclamò allarmato iniziando ad ispezionarsi la faccia.
«Come sei spassoso!» Adesso era Hikari a sbellicarsi dal ridere, mentre il ragazzo era rosso come un pomodoro per la vergogna.
«Bene!» Esclamò la bionda, alzandosi di scatto e regalando la punta del cono a Kurai. «Non avevi detto che volevi mostrarmi un posto speciale? Andiamo allora!»
Si misero in cammino uno a fianco all'altro, mentre le loro mani si sfioravano.
 
«Quindi versi il latte caldo ma non bollente nel composto di uova amido di mais e vanillina e fai cuocere a fuoco dolcissimo girando lentamente finché non rassoda, vedi?» Nella cucina di casa Shell Hazelle stava mostrando a Yumi come fare una deliziosa e profumata crema pasticcera: Yumi, che amava cucinare tanto quanto ne era negata aveva chiesto alla sirena viola di darle lezioni di cucina cosa che la castana aveva accettato con entusiasmo.
«Cosa succede se le uova sono fredde e il latte troppo caldo?» Domandò interessata dai piccoli dettagli. «Succede che la crema impazzisce e fa i grumi:il sapore non cambia ma la consistenza è terribile! Ma non è il nostro caso!» Disse orgogliosamente estraendo la pentola dal fornello e rimestando per l’ultima volta.
«A vederlo così sembra facilissimo!» Piagnucolò la verde assaggiando una cucchiaiata della crema più buona del mondo. «E se la volessi al cioccolato? A Resha la crema gialla proprio non piace, non le va giù per niente!» Sorrise all’idea della faccia scandalizzata che faceva la maggiore ogni volta che quel dolce veniva menzionato. «Ci metti qualche cucchiaio di cacao amaro ed è fatta!»
Yumi sospirò. «Sai… Il giorno in cui ci siamo conosciute tutte avevo preparato una torta per voi ma… Non so come è bruciata quasi subito e il mio povero Maxime ha dovuto mangiarla… Lui è l’unico che riesce a mandar giù i miei fallimenti!» Intenerita dall’espressione mesta sul suo volto Zelle le mise una mano sulla spalla. «Anzitutto, sii fiera di avere un grazioso maschietto che apprezza la tua cucina! Cosa puoi volere di meglio?» Yumi ridacchiò. «E poi… Io che ci sto a fare qui?» Le disse amichevolmente strizzandole l’occhio. Una sensazione di benessere invase la più giovane. «Adesso mi insegni qualche ricetta per rendere più gustose le verdure?» Le due sirene si rimisero all’opera.
 
Resha, Aisu e Julia erano all’albergo e stavano suonando. A breve le bande delle varie scuole avrebbero tenuto una gara tra di loro e quindi era d’obbligo provare sino alla perfezione assoluta, cosa che, secondo la rossa erano ben lungi dal rappresentare. «My Heart Will Go On è la best song ever da suonare in gruppo.» Commentò Julia staccando le labbra dalla boccola del flauto «Non mi capita spesso ma adoro farlo! Non si smette mai di imparare!» Aggiunse osservando Resha che stava maledicendo l’ancia del sax che si era spezzata «Proprio sul più bello!» Aveva gridato frustrata l’angloindiana trattenendosi dal lanciare lontano lo strumento e giocandosi la possibilità di sapere se avrebbe potuto spiccare in qualche sport a tema «Peccato per Moni e Renée… Con arpa e violino sarebbe venuto meglio.» Disse Aisu risistemando lo spartito sul leggio e pensando alle due amiche e al provino della riccia.
«Va bene lo stesso!» Biascicò Resha mentre levigava una nuova ancia.Aggrottò le sopracciglia «Per oggi ovvio! La prossima volta vedremo! E ora rimettiamoci all’opera che la perfezione non si raggiunge da sola! E la tua presenza, Julia, non ci garantisce la vittoria! Mi maggiore, tempo quattro quarti, cominciamo!» La sua grinta coinvolse le altre due colleghe.
 
«Ecco il teatro! Ecco il teatro!» Trillò Moni con gli occhi luccicosi. «Andiamo!» Si diresse a passo di marcia verso l’edificio, ma all’ultimo si fermò, esitando sotto lo sguardo confuso di Renée. «Io…» Iniziò a mordersi la punta del dito indice. «Non posso… Ansiaaaaa!» Esplose scrollando la testa. Strinse con forza il braccio della sua amica, notando un particolare. «Da quando il tuo braccio è così molle?»
«È tutto il viaggio che me lo strizzi!» La mora si accigliò, parlando in tono sbrigativo. «Me lo hai spremuto in tutti i modi, è già un miracolo se è ancora attaccato, non ricordi?»
«Non lo so… Non ricordo!» Scosse la testa la rossa.
«Come sempre! Quando sei agitata fai le cose d’istinto e poi te ne scordi! E ora basta parole, al teatro ci aspettano… Voglio dire ti aspettano! È la tua occasione di brillare come la stella che sei!» Parlò con insolita enfasi, afferrandola per le spalle e spingendola all’interno del teatro.
Harmony riconobbe alcuni dei ragazzi che erano al provino con lei. Accennò un gesto di saluto che venne ricambiato, mentre Renée si accomodava sugli spalti con un sorriso sornione.
«Buongiorno ragazzi!» Elizabeth, con la sua solita andatura elegante e sinuosa, aveva appena fatto la sua comparsa. «Benvenuti al provino finale, vi informo che abbiamo un improvviso cambio di programma e quindi uno solo di voi passerà la selezione. Ma non temete, se venite scartati», sorrise rassicurante: «Terrò altri provini e sarete invitati. Detto questo, cominciamo! Numero uno sul palcoscenico per favore.» Sorrise dolcemente, incrociando lo sguardo di Moni che si sarebbe esibita per sesta. «Si alzi il sipario.»
 
«Aaaahhhhhhhhhh! Queste scarpe sono fantastiche! Ma se le prendo poi non avrò borsette e cappellini da abbinarci… Che disastrooooo!» Reana era uscita per comprare delle stoffe da utilizzare per i compiti che le erano stati affidati ma al suo solito si era distratta ad osservare le vetrine e adesso era nel dubbio più totale «Ma sono troppo belle! Blu e glitterate! Devo comprarle assolutamente!» Gridò decisa prima di dirigersi verso la porta ma dalla fretta inciampò e cadde per terra finendo lunga distesa dentro al negozio.
 
Le audizioni erano finite e la manager stava per comunicare il vincitore. «Difficile, è stato davvero arduo, ma alla fine passa la prova… La numero sei, Harmony Honopura! Complimenti tesoro!» La donna applaudì, accompagnata dall’urlo di gioia della rossa che aveva iniziato a danzare dappertutto e dai mormorii di delusione degli scartati ai quali Elizabeth aveva promesso un’altra opportunità. Si avvicinò alla vincitrice, leccandosi le labbra rosse e sorridendo. «Vieni nel mio ufficio, ti farò firmare il contratto.» Disse ad una Moni ancora in estasi.
«Complimenti amica mia!» Renée le era comparsa improvvisamente al fianco, abbracciandola stretta. «Che ti avevo detto? Andiamo adesso!» Incalzò, afferrando il braccio della sirena.
«Può venire anche lei?» Domandò Moni alla donna, che annuì dolcemente. «Ma certo cara, la tua amica deve venire assolutamente. È un momento importante dopotutto, no?» Disse guardando la mora. Indicò alle due ragazze la strada per il suo ufficetto. «Non solo per te, ma per tutti quanti. Me compresa, credimi!»
Una volta dentro, invitò le due a sedersi, mentre lei si dirigeva alla scrivania. Ma c’era qualcosa di strano nell’aria e Moni iniziò a sentirsi inquieta.
«Allora tesoro…» Elizabeth esordì con il suo solito sorriso dolce, porgendole il contratto. «Firma e splendi!»
La rossa fece quanto le venne chiesto, ma quando fece per posare la mina della penna sul documento iniziò a sudare freddo. Si sentiva a disagio, poiché l’espressione della donna era diventata un ghigno tremendo.
«Complimenti, stellina! Hai appena firmato…» Il ghigno si allargò sul suo viso in modo assolutamente innaturale. «La tua condanna!» Elizabeth iniziò a ridere sguaiatamente e mutare il proprio aspetto, trasformandosi in una creatura fatta di quello che sembrava sangue. Indossava un abito stile vittoriano, anch’esso costituito dal medesimo materiale vischioso, mentre delle corde di sangue legavano la custode della perla rosa alla sedia, stringendola sempre più forte ogni qualvolta tentasse un movimento.
«Ma che cosa…»
A peggiorare la situazione, un’altra risata si unì a quella della donna. Tremando, Moni si voltò e vide che veniva dalla sua migliore amica. «Renée! Ma cosa...» Ma quella la guardava inespressiva. «Tu… Tu sapevi… No, non è possibile! Aiutami ti prego!» Esclamò disperata alla sua amica, ma quella, sempre con occhi vacui, non le rispose. Anzi, iniziò a ribollire e deformarsi in modo surreale fino a squagliarsi in una pozza di sangue rosso vivo, mentre gli occhiali che era solita indossare caddero a terra.
«Renée!» Sconvolta, alla giovane sirena fu facile mettere insieme i pezzi e realizzare che la donna che si trovava davanti non era una manager in cerca di talenti, ma uno dei loro nemici, nonchè la donna che aveva aggredito Renée qualche giorno prima. E quella che era stata con lei sino a quel momento non era la vera Renée.
Iniziò ad agitarsi, mentre le corde iniziavano a farsi lievemente taglienti. «Parla mostro! Dov’è la mia amica! Se l’hai uccisa io… Io ti…» Ma le mancò l’aria e dovette zittirsi per non soffocare.
«Silenzio, sirenetta!» Tuonò la nemica. «Parlo io adesso, non tu.» Si inchinò elegantemente. «Sono Elizabeth, l’elementale del sangue, la più potente fra tutti. Quello che posso fare rispetto ai miei colleghi non lo immagini nemmeno.» Si sedette con noncuranza sul bordo della scrivania, giocherellando con una ciocca dei suoi capelli di sangue. «Voglio le perle e i vostri cuori puri… Specialmente il tuo… Consideralo un onore, bambolina!» Prese tra le mani il viso della ragazza, che rabbrividì schifata come la sua pelle venne a contatto con le dita viscide della nemica.
«Credevi, anzi credevate davvero che avrei lasciato andare Renée solo perché urlando ha attirato la servitù?» Schioccò la lingua. «Per me è stato un gioco da ragazzi prendermi quella vera e sostituirla con una copia che io medesima ho creato dal suo stesso sangue.» Scese dalla scrivania, con la sua solita grazia. «Comunque la tua amichetta sta bene, per ora… È ancora viva, ha ancora abbastanza sangue in corpo, se la porti in ospedale potrebbe salvarsi.» Con un gesto della mano fece comparire una specie di specchio fatto di sangue, al cui interno si poteva vedere Renée. Era priva di sensi, legata ad una parete da delle spire di sangue, mentre delle specie di viticci color cremisi erano piantati nella sua pelle. Moni trasalì sentendo gli occhi farsi lucidi.
«E potrai farlo, in cambio voglio solo la tua perla rosa. Niente di più, niente di meno. Scegli tesoro… La tua amica o la tua perla!»
 
«Ecco, adesso puoi aprire gli occhi!» Esclamò Hiro, lasciando la mano di Hikari. I due avevano fatto un pezzo di strada come se nulla fosse, ma ad un certo punto lui si era fermato, le aveva imposto di chiudere gli occhi e l’aveva guidata, mano nella mano. Aveva solo avvertito molti gradini e un corridoio buio, ma si era fidata del suo amico e si era lasciata portare nel suo posto speciale. E ora si trovavano sul tetto di un edificio abbandonato, dal quale si poteva ammirare una bellissima panoramica della città e del mare scintillante.
«Oh… Wow…» La custode era senza parole
«In realtà sono solito venirci di notte, a guardare le stelle, ma ho pensato che ti sarebbe piaciuto… Anche se siamo di giorno. Magari prima o poi…» Hikari lo guardò meglio, mentre parlava. Certo che Hiro era proprio carino, anche da imbarazzato. Con quei ribelli capelli blu scompigliati dal vento e i suoi vivaci occhi verdi che scintillavano. Non immaginava potesse avere un lato così. Si rese conto che c’erano molte cose che non sapeva di lui, chissà se le avrebbe mai scoperte. Purtroppo venivano da mondi all’opposto, lui era umano e lei una creatura centenaria, avrebbe vissuto per i secoli a venire mentre lui no. “Purtroppo per noi non c’è futuro, Hiro…” Tuttavia, la custode degli elementi era decisa a viversi il presente, nonostante la triste realtà.
«Hey Hikari… Tutto bene? Voglio dire… Perché sei così pensierosa?» Domandò lui, fissandola con i suoi occhioni verdi. La bionda trasalì un attimo, cosa inventarsi? Per sua fortuna, o meglio dire sfortuna, iniziò ad avvertire qualcosa di strano. Il suo istinto le diceva che c’era bisogno di lei.
«Scusa Hiro io… Non sto bene… Per niente… Io devo correre… Mi dispiace, ci vediamo! Il prossimo gelato lo offro io!» Lo congedò in fretta e furia, fuggendo via dall’edificio e lasciando soli ragazzo e cane.
«Ma… Io…» Mormorò lui, scivolando lungo la parete e prendendo il cane in braccio. “Cosa le ho detto di male? Si è offesa? Forse mi trova troppo poco interessante?” Pensò mestamente, accarezzando il batuffolo di cotone ambulante. Kurai gli premette il naso sul braccio, per consolarlo.
 
Lo shell locket di Reana, l’unica sirena nei paraggi iniziò a brillare di luce propria ”Qualcuna è in pericolo...” Pensò allarmata «Harmony!» Urlò colpita da un flash «Posso aiutarla signorina?» Chiese gentilmente una commessa attirata dalle grida «Io... Sì, no cioè… Devo correre, non posso aspettare!» Si guardò in fretta attorno, senza vedere realmente cosa la circondava, con in testa il pensiero che doveva muoversi. «Tenetemi questa da parte, verrò a pagarla appena riesco!» Disse di fretta, cacciando la prima cosa che le capitò sotto tiro nelle mani della dipendente sbigottita. Si precipitò fuori dalla porta scorrevole così di fretta che perse per un attimo l’equilibrio e, nel recuperarlo per evitare di finire nuovamente faccia a terra, andò a sbattere contro un lampione. Non ebbe però tempo di preoccuparsene, perché il ciondolo iniziò a tirare in una direzione ben precisa. “Sarà meglio telefonare alle altre.” Pensò, mentre si lasciava condurre dalla conchiglia.
 
«Sì, la verdura così non è male…» Commentò Yumi assaggiando la torta salata che avevano preparato «Però sempre di verdura si tratta!» Aggiunse gonfiando le guance ma un messaggio sul suo cellulare impedì all’altra di replicare «È Reana! C’è un attacco, probabilmente al teatro dove Harmony si sta esibendo! Non c’è tempo da perdere!» Disse afferrando l’amica per il braccio. Frusta e terrina caddero a terra sparpagliando il contenuto sul pavimento, ma non c’era tempo di preoccuparsene, se Jade fosse rientrata prima avrebbero giustificato tutto più tardi «Chiamo mia sorella!» Esclamò la verde mentre correva a perdifiato assieme ad Hazelle.
 
«Direi che ci siamo quasi! Ancora un paio di volte!» Disse orgogliosa Resha, dopo l’ennesima prova del brano per il concorso e sistemando di nuovo lo spartito dall’inizio. Ma le altre non erano dello stesso avviso. «Basta mi sono stufata!» Esclamò Julia, che aveva le labbra secche e una strisciata argentea sul mento lasciatale dalla testata del flauto, mentre l’altra aggrottava le sopracciglia, serissima: «Mi sono stufata non esiste nel mio dizionario! E non dovrebbe nemmeno nel tuo! Cosa direbbero i tuoi fan nel sentirti parlare così?»
«Che anch’io sono umana alla fine! Essere famosa non mi rende più speciale degli altri anche io ho i miei limiti sai? Sono una persona come voi dopotutto! Non sono più utile o fantastica di una qualsiasi delle persone normali che passano per strada o dei nostri clienti! Anzi vi dirò chi sono le persone più utili alla comunità, una classe che spesso viene snobbata e derisa ossia…»
«Ragazze!» Aisu interruppe il diverbio, prima che sfociasse in una lite assurda. «C’è la tua tasca che vibra, Resha. Ti conviene vedere.» Le consigliò, mentre chiudeva lo spartito sul leggio: anche lei ne aveva avuto abbastanza per quel giorno e non intendeva rischiare una tendinite. La sua attenzione andò su Tadashi, sdraiato sul divano del salone dopo uno dei suoi allenamenti. Si stava rilassando ascoltando le loro prove, mentre gustava una coppa di gelato, che sicuramente aveva fregato dalla scorta che Zelle lasciava in cucina per ricompensarlo quando, parole della tedesca, “si comportava bene con Minikitty”. In quel momento Julia fece per riprenderlo, ma venne interrotta dalla voce di Resha: «Arriviamo subito!» La custode della perla arancione chiuse la chiamata, guardando le amiche più seria che mai. «Era Yumi! Al teatro, presto!» Non ebbero bisogno di dirsi nulla; i quattro mollarono tutto quello che avevano in mano e partirono in quarta. Fogli, strumenti e cibo giacquero abbandonati in salotto.
 
«Io… Non… Non posso…» Singhiozzò Harmony, chinando la testa in avanti e stringendo le labbra. Avrebbe voluto, desiderava più di ogni altra cosa al mondo poter salvare la sua Renée ed era pronta a sacrificare se stessa, ma non poteva consegnare ai nemici la sua perla. Il suo regno dipendeva da quella perla e, se fosse mai riuscita a portare in salvo Renée accettando quel baratto, sapeva che l’amica si sarebbe incolpata a vita.
Chiuse con forza gli occhi per un attimo, dopodiché rialzò lo sguardo, divenuto di fuoco, puntandolo sull’Elementale. «Non ti darò mai la mia perla!» L’adrenalina le galoppò in corpo, dandole la giusta dose di energia per trasformarsi in idol.
 
Reana era appena arrivata al teatro quando scorse una figura familiare correrle davanti. «Hikari! Ci sei anche tu?» Domandò ansimando. «Ovvio!» Disse quella con noncuranza, aggiungendo con tono malizioso mentre entrava in teatro con la blu. «Non poteva di certo mancare la vostra salvaculi preferita o sbaglio?» Appena varcata la soglia, Hikari le ordinò di trasformarsi subito e Reana non se lo fece ripetere due volte.
«Voce di perla blu!»
 
«Voce di perla rosa!»
L’energia sprigionata dalla principessa dell’Oceano Pacifico del Nord le permise di liberarsi dalla prigionia creata dall’Elementale del sangue, la quale sogghignò con il volto sorretto tra indice e pollice: «E così hai deciso di lottare, eh? Beh, bambolina, sappi che mi rendi il tutto solo più divertente.»
«Io fossi in te non scherzerei!» Le gridò contro la rossa, indicandola con la mano che impugnava il microfono. «Renée è quanto di più importante ho, sono pronta a tutto pur salvarla! Non sto scherzando!»
«E vediamo, come penseresti di fare ora che ti sei trasformata? Cantare?» Sogghignò l’altra, irrisoria. «Non lo avete ancora capito che cantare non serve a nulla contro di noi?»
Lo sguardo di Moni tremò un istante. “Anche se non posso cantare… Ci deve pur essere un modo per uscire di qui e andare a cercare Renée!”
Elizabeth la guardò con un sorriso vezzoso. «Sei così carina da impaurita, che ho deciso di concederti qualche istante per pensare alla tua mossa.» Si portò le mani di fronte al petto e generò delle manette con le quali le legò. «Hai un minuto di tempo nel quale hai la mia parola che non muoverò un dito.» Sorrise raggiante, come le stesse dando la notizia migliore del mondo, aggiungendo: «Dopodiché per te sarà la fine.»
Harmony si stava scervellando, nel tentativo di farsi venire in mente qualcosa. Si guardava attorno frenetica, non riuscendo a pensare razionalmente e con le gambe che iniziavano a tremarle. Stava andando nel panico, quando sentì la voce di Reana provenire dal palco del teatro.
 
Lo sguardo mio
è rapito ormai
da un cielo che ha
milioni di stelle
accese nel blu
che mi spingono
nell'oceano.
 
Di chi sarà
la voce che
tra venti e maree
mi chiede un aiuto.
Il grido di chi
ha bisogno di
una luce nel buio.
 
«Oh, ne è arrivata un’altra!» Sorrise estasiata Elizabeth, applaudendo delicatamente. Il suo sguardo si fece immediatamente malefico. «Altro sangue a mia disposizione.»
Un nuovo brivido attraversò la custode della perla rosa, ma stavolta le sue gambe furono più forti della paura, facendo correre Harmony dall’amica.
 
Dal destino non puoi scappare mai
ed il cuore mi dice di non arrendermi.
Proteggerò chi,
più puro sarà.
La paura non vincerà!
 
Appena varcata la soglia del piccolo ufficio, Moni unì la propria voce a quella di Reana. “In due, siamo più forti”, pensò. Se l’amica in quel momento era lì, significava che anche le altre principesse sarebbero state in grado di raggiungerle a breve. “Ce la possiamo fare, quantomeno a rallentarla in attesa delle altre!”
 
Torno nell'oceano più blu,
tra le onde a cui davo del tu.
Creature del male,
vi posso fermare ancora
e non vedervi più.
 
Torno nell’oceano più blu,
tra i ricordi che amo di più.
Con questa mia perla,
difenderò il mare ancora.
Cantiamo insieme e non molliamo mai...
 
«Tempo scaduto principessina!» Esclamò l’Elementale, a voce abbastanza alta perché la sentissero entrambe. Aprì le braccia, mandando in frantumi le manette che si era generata senza alcuna difficoltà e, con un ghigno mostruoso, sogghignò: «È ora che mi diverta anch’io.»
Elizabeth fece per creare dei viticci che, prolungandosi dal suo corpo, si diressero verso le due principesse sirene. Queste continuarono a cantare, contando sulla forza protettiva che la barriera che si generava dalle loro voci aveva dimostrato contro la lava di Phyro.
 
Un sole c'è nel cuore mio
che riscalderà chi mi sta vicino
e chi come me sa combattere
un attacco nemico.
 
Dal destino non puoi scappare mai
ed il freddo non riuscirà a confondermi.
 
Con loro sgomento, però, il sangue dell’Elementale attraversò la bolla senza alcuno sforzo, legandosi alle loro caviglie. Entrambe si ritrovarono presto a terra, con i prolungamenti dell’Elementale che si arrampicavano loro su per le gambe.
«Sì… Adoro quelle espressioni colme di terrore…» Sussurrò con tono dolce, mentre osservava i volti delle due giovani ragazze. Quando però fu arrivata alle loro ginocchia, percepì una sgradevole sensazione alla schiena. Si voltò, spalancando gli occhi incredula quando si incontrarono con quelli chiari della custode degli Elementi. Hikari le sorrise, con la mano poggiata al centro della schiena dal quale stava scaturendo il potere del ghiaccio, sogghignando: «Sai, anche questa tua espressione non è niente male.» Il volto dell’Elementale si deformò, in un impeto di ira furiosa. «Molto divertente.»
Fece per attaccare la custode, ma il potere di quest’ultima fu più veloce e lei si ritrovò imprigionata nel ghiaccio.
In quel momento, mentre i viticci si squagliavano al suolo lasciando le due giovani libere, entrarono nel teatro anche le altre principesse sirene, precedute da Tadashi, che spalancò la porta con un grido: «Harmony!»
Il moro rimase un attimo stupito da ciò che vide e si avvicinò all’Elementale, temporaneamente innocuo, con fare curioso e circospetto. Le altre, intanto, erano accorse da Harmony e Reana, seguite da Hikari.
«Come state ragazze?» Chiese Hazelle, mentre aiutava la rossa ad alzarsi. Nel mentre, Reana stava constatando con orrore le orribili macchie color cremisi che il sangue le aveva lasciato sulle scarpe.
«Ora bene… Grazie di essere arrivate…» Sussurrò la custode della perla rosa, ancora un poco scossa.
«Che cosa è successo qui?» La voce di Tadashi, ancora vicino al nemico, risuonò nel teatro, facendo voltare tutte verso di lui.
«Oh, ma tu guarda, c’è anche il ragazzino stavolta.» Esordì Hikari, lanciando una breve occhiata a giovane, che la guardò irritato: «Ci conosciamo?»
«Non c’è tempo, dobbiamo andare a salvare Renée!» Li interruppe Harmony, in preda alla preoccupazione per la sua amica. «Come facciamo Hikari?» Agli occhi confusi dei compagni, la riccia spiegò brevemente cosa fosse accaduto quel giorno: che il provino era una trappola, che la Renée con cui erano stati fino a quel momento era un’esca fatta di sangue e che colei che aveva architettato tutto era Elizabeth, l’Elementale del sangue.
«Renée dove è rinchiusa? Nel covo dei nemici?» Chiese Yumi. «Come facciamo a raggiungerlo?»
«Non potete. Non sappiamo dove sia il loro covo.» Rispose Hikari, la sua mente iniziava a lavorare. Resha la interruppe: «Ma non possiamo lasciare Renée nelle loro mani!»
«Mi lasci finire?» Fulminò la maggiore delle sorelle, dopodiché fece un sospiro per riportare calma alla propria voce e disse: «Stavo dicendo… Noi non sappiamo dove sia la base dei nemici, ma sappiamo per certo che è sott’acqua, quindi non è lì che si trova Renée.»
«Beh, quindi siamo al punto di partenza. Come facciamo a trovarla?» Chiese stufa l’americana.
«Elizabeth prima mi ha mostrato Renée. Era in una grotta.» Resha non riuscì a non commentare: «Bell’indizio. La terra è piena di grotte.»
Aisu si voltò verso la rossa. «Moni, hai notato nulla che possa aiutarci a rintracciare quel posto?»
«Io non…» Non riuscì a finire la frase, perché le mancavano le parole. Le altre, intanto, continuarono a commentare. «Non possiamo cercare in ogni singola grotta del pianeta.»
«Harmony…» Sussurrò la tedesca, mentre la custode della perla rosa si prendeva la testa tra le mani e si sforzava di ricordare. A un certo punto, un dettaglio le colpì la mente. «Era illuminata.»
«Come?» A chiedere delucidazioni era stata Yumi, verso la quale si voltò la ragazza, mentre spiegava gesticolando: «Era illuminata. La grotta, dico. Era piena di piccole chiazze di luce attorno alle pareti, erano come tanti puntini che illuminavano il posto e rendevano possibile vedere Renée.»
«Sei sicura che non fossero semplici torce o provenisse da una luce artificiale?» Chiese Julia, ma l’altra scosse la testa in segno negativo. «No, era proprio attaccata alle pareti. Pareva come se ci fosse un cielo stellato su quelle rocce.»
«Waitomo Glowworm Cave.» Esordì Tadashi, ancora meditabondo. Le altre lo guardarono confuse, allorché lui spiegò: «È l’unica grotta che mi viene in mente a poter mostrare una cosa del genere. È attraversabile solo in barca, ma molti cunicoli ospitano anche dell’aria. Si trova nell’Isola del Nord della Nuova Zelanda, a creare la luce sono delle larve di moscerini che emettono bioluminescenza per cacciare.»
«Come fai a conoscerla?» Chiese Resha, ricevendo come risposta una semplice alzata di spalle. «Ci sono stato.»
«Davvero? E quando?» Ribatté lei.
«Non è il momento.» Si intromise Hazelle, voltandosi poi verso il tritone. «Sei sicuro che sia quello il posto?»
«È l’unico che mi viene in mente.» Affermò lui, scrollando le spalle.
La voce di Hikari fece voltare tutti verso di lei: «Bene, allora il portale vi porterà nelle acque della caverna. Trovate Renée e richiamate un portale con questa gemma, vi ricondurrà in albergo.»
«Come facciamo ad evocare un portale?» Chiese Reana, ottenendo risposta da Aisu: «Io sono in grado di farlo, Noel mi ha insegnato quando sono venuta la prima volta a Niijima.»
«Perfetto allora, cosa stiamo aspettando? Muoviamoci!» Esclamò Julia, venendo appoggiata subito dalle altre. Ma bastò l’interrogativo di Tadashi a frenarle: «Con Elizabeth cosa facciamo?»
«Ci penso io a lei, voi andate.» Disse in un sospiro la Custode degli Elementi, pronunciando la formula per attivare il potere della gemma, che aprì il portale. “Lo faccio sempre, d’altronde.” Lanciò il gioiello alla norvegese, che lo prese al volo.
Moni si volse verso la bionda e la strinse di slancio in un abbraccio, sussurandole riconoscente: «Grazie mille Hikari.» Si infilò poi a corsa nel portale, non vedendo il rossore che aveva colorato le guance della Custode per via di quel gesto così spontaneo e, sinceramente, inaspettato.

Waitomo Glowworm Cave, Nuova Zelanda

“Accidenti che fisico…” Ritrovandosi nelle acque sotterranee, le ragazze si erano erano trasformate in sirene e come loro anche Tadashi, che vedevano in forma di tritone per la prima volta. Il giovane, sentendosi osservato, si volse verso la custode della perla blu con un sopracciglio alzato. «Perché mi stai fissando così?»
L’altra si riscosse. «Eh? Ah, no non è nulla!» Mosse le mani come per enfatizzare le proprie parole, ma l’altro la ignorò completamente, attento invece alle parole di Resha: «E ora da che parte andiamo? Qualcuna di voi ne ha un’idea?»
Mentre le altre cercavano di osservarsi attorno per capire dove si trovassero, Tadashi si concentrò. Dopo pochi istanti, indicò una direzione. «Da quella parte c’è un vago odore di sangue, direi essere la direzione giusta visto il potere di quell’Elementale.»
«Hai… Appena annusato l’acqua?» Chiese perplessa Julia.
«Davvero hai sentito l’odore del sangue?» Proseguì Yumi, venendo poi appoggiata da Moni, che tentò di individuare anche lei l’odore. «Io non sento nulla…»
«Ma cosa sei, un cane?» Domandò Aisu, ricevendo un piccolo pugno privo di forza sulla testa dal diretto interessato. «Non sono un cane, sono un purosangue…» Si voltò verso le altre e proseguì, iniziando a nuotare nella direzione che aveva indicato loro poco prima. «I miei sensi sono molto più sviluppati dei vostri, soprattutto quando siamo sott’acqua. Muoviamoci ora.»

Pearl Piari - Niijima, Giappone

“Questo è il massimo che posso fare, per ora…” Hikari aveva il respiro spezzato, a causa dell’enorme dispendio di energia che le era costato intrappolare l’Elementale del sangue, seppur solo temporaneamente. “Questa creatura è a un livello troppo alto, non mi sorprende che sia rimasta illesa dalla Antica Guerra.” La ragazza si guardò le mani. “Nemmeno io riesco ad avere un effetto duraturo contro di lei… Non posso farcela da sola.” Le strinse in pugni, chiudendo gli occhi frustrata. “Se solo lei fosse ancora qui, saprebbe cosa fare!”
Risollevò le palpebre e si accorse che era tornata nella sua forma base. Si concentrò per far schiarire il proprio guscio, in modo da non cedere al potere che più la infastidiva in quei momenti e riprendere controllo di sé. “È arrivato il momento che quelle ragazzine si mettano davvero sotto e crescano. C’è bisogno di loro, non si può più aspettare.”
Creò un portale e lo oltrepassò, arrivando al proprio Tempio. Lì, iniziò i preparativi.

Waitomo Glowworm Cave, Nuova Zelanda

«Hey segugio, quanto manca?» Chiese la custode della perla viola, a fianco al tritone. Erano passati già un paio di minuti da quando avevano iniziato a seguirlo e, oltre al nervosismo lampante di Moni, anche le altre volevano arrivare in fretta da Renée.
«Zelle, se mi chiami un’altra volta in quel modo, giuro che ti becchi un nocchino.» Ringhiò Tadashi, voltandosi verso l’amica. Lei non si scompose. «Gelato alla vaniglia.» Il tritone si serrò le labbra con forza, mordendosene l’interno, mentre sul volto dell’altra si andava a dipingere un breve sorriso vittorioso. Julia li osservò un attimo, pensando un poco divertita: “Zelle sta imparando davvero bene da Minikitty. Se continua così, Tadashi non avrà più un attimo di respiro.”
Il tritone stava per aprire bocca, ma venne preceduto da Yumi, che aveva lo sguardo rivolto verso la superficie: «Guardate, si iniziano a vedere delle luci.»
«Siamo quasi arrivati», asserì il giovane. «Iniziamo a salire, tra poco dovrebbero apparire le prime sporgenze di roccia.»
Una volta con le teste fuori dall’acqua, le ragazze rimasero catturate qualche momento dalla bellezza che le stava circondando: nessuna di loro aveva mai visto uno spettacolo del genere. Era veramente come trovarsi sotto un cielo stellato. Sulle pareti rocciose si trovavano centinaia, migliaia di piccole creature, simili a lucciole, che regalavano alla grotta bagliori che variavano dal verde al blu.
«Ragazze, una smossa.» La voce del tritone riportò le sette principesse alla realtà, Moni per prima, Julia per ultima. Mentre continuavano a nuotare, la custode della perla gialla non riusciva a staccare gli occhi dalla meraviglia che le circondava. “Non avevo la minima idea che esistesse una cosa del genere… E proprio nel mio regno! Come potevo non saperne nulla? Che razza di principessa sono?” I dubbi tornarono a martellarle la mente. “Sono certa che la prima scelta di Coco conosca tutti questi posti meravigliosi, mentre io…”
«Julia, stai rimanendo indietro.» La incitò la voce di Resha, distogliendola dai suoi pensieri. L’americana fece un breve cenno con la testa e aumentò l’andatura.
Passarono pochi altri minuti di nuotata, dopodiché anche le altre ragazza riuscirono a sentire l’odore di sangue. Tadashi e Reana furono costretti a tapparsi il naso con una mano, l’uno per l’odore fattosi troppo forte per i suoi sensi, l’altra perché decisamente non era abituata a miasmi del genere.
Pochi istanti e, dopo l’ennesima svolta, Moni passò avanti a tutti con un potente colpo di coda. «Renée!» Il suo grido disperato rimbombò sulle pareti, mentre lei si issava sulla roccia e andava a corsa verso l’amica. Venne presto seguita dalle compagne, che una a una salirono sulla piccola penisola dove si trovava la mora.
Moni tentò di liberare l’amica dai vari viticci di sangue che la intrappolavano, ma quelli erano più duri del metallo più resistente. E la cosa che la preoccupava da morire era che Renée non aprisse gli occhi. “Per non parlare del suo volto, è tanto pallido che pare avere la pelle trasparente!” Stava per farsi prendere dal panico, le lacrime le pungevano dietro gli occhi, quando la mano di Yumi le sfiorò gentile la spalla. La principessa del Pacifico del Nord la guardò e, sorprendendosi, riuscì a trovare la calma in quelle iridi.
«Facendoci prendere dal panico non risolviamo nulla, cerchiamo di riflettere bene su come possiamo liberare Renée.» Propose Resha, venendo appoggiata dalla sorella: «Insieme troveremo un modo.»
Si misero dunque tutte e sette a pensare, fino a quando Zelle schioccò le dita, proponendo: «E se provassimo a cantare?»
«Le nostre canzoni non hanno mai avuto granché successo…» Le smontò l’entusiasmo l’americana, trovandosi d’accordo con Harmony: «Con Elizabeth poi, paiono davvero inutili. Il suo sangue riesce a passare anche la barriera di luce che le nostre voci creano.» Reana fece un paio di brevi saltelli sul posto, in volto un’espressione disgustata: «Per l’amor del cielo, non mi ci far ripensare!»
«E se provassimo a unire le perle?» Propose Resha. «L’energia sprigionata l’ultima volta ci ha insegnato una nuova canzone, che era praticamente quello di cui pensavamo avere bisogno. Magari stavolta se pensiamo intensamente a un modo di liberare Renée da quel sangue, funziona.»
«Tentar non nuoce.» Accolse subito l’idea Aisu, prendendo il proprio shell locket e porgendolo verso Renée, la sua perla indaco ben visibile. Le altre la imitarono nel giro di pochi istanti e le sette perle iniziarono a brillare di luce propria, mentre ogni principessa pregava la propria di sciogliere la prigione nella quale era rinchiusa l’umana.
La luce color arcobaleno divenne tanto potente che anche Tadashi, ancora in acqua, fu costretto a pararsi gli occhi per evitare di venir accecato. Quando li riaprì, vide che Renée era libera.
Moni si fiondò subito sull’amica, abbracciandola e chiamandola con voce dolce. Con suo enorme sollievo, Renée riuscì ad aprire gli occhi, anche se pareva costarle una fatica immane. Il cuore le parve esplodere nel petto per la gioia, mentre accarezzava dolcemente la guancia pallida dell’amica. Notò che voleva provare a dirle qualcosa, ma lei la fermò: Dovette trattenersi molto per non scoppiare a piangere, ma la sua voce non poté fare a meno di tremare un poco, causa il nodo alla gola che le si era creato.
A interrompere il momento idilliaco delle due, fu la domanda di Reana rivolta al tritone che le stava osservando con il mento poggiato sul palmo della mano, ancora immerso in acqua fino ai pettorali. «Che cosa stai facendo ancora lì, te?»
«Sei parole: io non ho la forma idol.» Ribatté lui, contando i termini con le dita delle mani. Le ragazze si guardarono un istante, realizzando solo in quel momento che si erano trasformate quasi in automatico appena uscite dall’acqua. Ormai era una cosa che scattava d’istinto il trasformarsi quando erano in un certo livello di allerta, quasi fosse un sesto senso involontario.
«E con ciò?» Domandò Resha, un sopracciglio alzato in modo saccente, tornando a guardare il tritone. Aisu distolse lo sguardo, occupandosi di tirar fuori la gemma datale da Hikari poche ore  prima; ci era arrivata da sola, avendo un fratello mezzosangue.
Alle altre, Tadashi rispose guardando la principessa della perla arancione con aria di sufficienza: «E con ciò, divento direttamente umano. Senza vestiti. Completamente nudo. È più chiaro così?»
«Sì. È decisamente meglio che tu resti in acqua.» Sentenziò secca Julia, che come le altre scostò lo sguardo, osservando le pareti illuminate della grotta come fossero la cosa più bella del mondo. Ancora una volta le iniziarono a turbinare nella mente mille dubbi sul suo volere di essere principessa, ma la voce di Aisu la fece tornare al mondo reale ancora una volta.
«E come torni all’hotel?» Chiese la norvegese, per poi sussurrare le parole magiche sfiorando con le labbra la gemma e aprendo il portale.
«Mmmh… A nuoto, direi?» Suggerì Tadashi, passandosi una mano sul collo.
«A nuoto?» Gridarono all'unisono le principesse, inorridite. Yumi aggiunse: «Ma saranno più di 10000km!»
«Tranquille, ora voi dovete muovervi a portare Renée in ospedale.» Mentre Harmony e Renée varcavano il portale, precedute da Resha e Reana e seguite da Julia e Yumi, il giovane lanciò un’occhiata significativa ad Hazelle: «Sarò in hotel domani per pranzo.»
«Afferrato, ragazzone.» Gli sorrise complice la tedesca, per aggiungere prima di attraversare il passaggio con un sorriso, seguita a ruota da Aisu. «Ti farò i tuoi piatti preferiti, vedi di non farmeli sciupare!»
Non appena vide il portale svanire, Tadashi si reimmerse e iniziò la sua lunga nuotata verso l’albergo.

Pearl Piari - Niijima, Giappone

L’ambulanza era partita, portandosi via una Renée molto debole, seppur cosciente, e una Moni che non osava schiodarsi dal suo fianco. I paramedici le avevano concesso di seguire l’amica, vista la situazione di emergenza, in attesa dei genitori della ragazza, per poter compilare le varie scartoffie con i dati della mora. Mentre parlava, Harmony non aveva mollato la mano della sua amica né spostato lo sguardo dal suo, per l’intero tragitto.
«Si riprenderà?» Domandò Yumi, mordendosi il labbro preoccupata mentre osservava il mezzo di trasporto allontanarsi. «Certo che sì!» Asserì sua sorella, prendendola sottobraccio. Prese la sorella sottobraccio e aggiunse: «Rientriamo in albergo adesso, non serve a nulla stare qui fuori. Ci telefonerà, lo ha promesso.»
Una volta varcata la soglia dell’hotel assieme alle amiche, che vennero accolte da uno sculettante Sirio, si voltò verso la custode della perla gialla. «Hey Julia… Ma ti sei imbambolata?» L’americana aveva lo sguardo e la testa da tutt’altra parte. «Julia!» Gridò a voce più alta, sporgendosi verso di lei, preoccupata: «Si può sapere cos’hai? È da quando siamo entrate nella grotta che sei assente.»
«E soprattutto hai ignorato il tuo fragolone preferito.» Aggiunse Aisu, prendendo in braccio il cagnolino. Sirio le premette il naso sulla guancia, provocandole un sorriso. È proprio adorabile! Chissà come si svolgerebbe un incontro tra lui e la mia Crystal.”
«What? Ah… No, niente!» Julia agitò le mani davanti al petto. «Pensavo alla grotta e beh… Se fosse stata una circostanza diversa, visto che eravamo in zona mi sarebbe piaciuto portarvi ad Apia, dalla mia amica samoana. È molto simpatica e mi sarebbe piaciuto presentarvela…» Sperò vivamente che quella mezza verità funzionasse.
«Ma non pensi che le sarebbero venuti dei sospetti a vederci arrivare in sette e senza preavviso?» Si domandò Reana, che come Aisu aveva afferrato il cane lei aveva preso in braccio Sunset.
«Beh ecco… Io...» Iniziò la principessa del Pacifico del Sud, ma Meru e Philomena interruppero la conversazione. Preoccupate dall’aria stravolta delle ragazze, chiesero loro informazioni. L’espressione delle due adulte nell’apprendere l’accaduto divenne grave e seria.
«Sarà meglio avvertire subito i sovrani. I nemici adesso conoscono il vostro aspetto umano, questo è molto grave.» Sentenziò la sirena blu. «Non c’è tempo da perdere. Li avvertirò io personalmente.» Si offrì la più grande, mentre nella stanza calava il silenzio.
«Ragazze, restate a cena?» Chiese Hazelle, per smorzare l’atmosfera di tensione. Nonostante nessuna avesse particolarmente fame, la proposta venne accolta volentieri.
 
Renée aprì gli occhi a fatica. Si sentiva pesante, legnosa nei movimenti e oppressa da qualcosa nella zona addominale. Con calma, riuscì a mettere a fuoco quello che la circondava e si rese conto che si trovava in una stanza di ospedale, attaccata a varie flebo. Il peso che percepiva veniva dalla sua migliore amica, che sonnecchiava al suo capezzale, con la testa appoggiata sul suo fianco.
L’orologio appeso alla parete le segnalava che erano passate le dieci di sera. Da ciò capì che Moni avrebbe trascorso la notte con lei e niente e nessuno l’avrebbe schiodata dalla stanza.
La mora fremeva dalla voglia di sapere cosa fosse successo, poiché lei ricordava solo di essere svenuta e di essere stata portata in una strana grotta dove aveva di nuovo perso conoscenza, ma non se la sentiva di svegliare la rossa, aveva un’espressione troppo tenera. La guardò con occhi colmi di affetto, prima di decidere di tornare a dormire. Mise una mano sulla testa dell’amica e chiuse gli occhi con un sospiro. Le spiegazioni potevano aspettare ancora qualche ora.
 
Hiro stava fissando in apatia il soffitto, sdraiato sul letto. Non riusciva a prendere sonno, cosa aveva sbagliato con Hikari da spingerla a mollarlo lì? Non riusciva a togliersi il momento dalla testa, proprio no.
La suoneria del cellulare si insinuò prepotente nelle sue orecchie. Svogliatamente lo prese e, nel leggere il messaggio, sorrise.

Scusami per oggi. Troppo gelato! La prossima volta andrà meglio!
Ci sentiamo prestissimo! Salutami Kurai!
Dolce notte, Hikari ☺

Ps: in caso te lo chieda, adesso sto bene!

“Dolce notte anche a te…”
Adesso sì che poteva dormire tranquillo.
 


Angolo delle autrici:

Ebbene! Vi siete goduti le ‘brutte sorprese’? Come dice Elizabeth… Sul serio pensavate che sarebbe bastato così poco per evitare il rapimento a Renée? Una nemica come lei avrebbe fatto fuori il personale della villa senza il minimo problema, non basta certo questo a fermarla! Ammettetelo, nessuno di voi pensava che quella che è stata in compagnia di Harmony tutti questi giorni in realtà era una copia eh? Eddai, ditelo ditelo ditelo, non ve lo aspettavate! Così come non sospettavate che la dolce talent scout vestita di rosso fosse in realtà l’elementale del sangue, la più potente e spietata del gruppo, colei che da sola vale più degli altri e che sarebbe potente quanto il capo stesso!

Ringraziamo Mistero95 per questa bella donnina sanguinaria e chiediamo scusa a Ziggyssia, noi adoriamo tantissimo Renée, purtroppo erano esigenze di copione ma sapremo farci perdonare!

Poi cosa abbiamo avuto: un momento Hikahiro, altra ship che merita i suoi spazi, la custode degli elementi ha tutto il diritto di avere una cottarella alla fine, poi Hiro fa tenerezza così impacciato, fortuna adesso è tranquillo! Julia continua a non essere sicura di voler regnare un oceano perché la sua vita terrestre le piace, gli attacchi non c’entrano nulla. Poi cos’altro abbiamo dimenticato? Ah sì, scappa Tadashi! Come Minikitty si accorgerà che hai rubato le scorte di gelato succederà il finimondo, non ti credere… Lei e Hazelle hanno contato le coppette una ad una, mi sa che non la scampi stavolta xD Poverello!

 

Dedichiamo il capitolo a Shiori Lily Chiara, che recensisce e ci segue sempre e soprattutto perché è fan di Renée, a questo proposito ci scusiamo per quello che le abbiamo fatto ma come vedi adesso sta meglio! Non garantiamo la sua sicurezza per il futuro (lol) ma questo discorso vale per ogni singolo personaggio del racconto! Grazie ancora di tutto e continua a restare con noi!

E ora alle note singole~

 
 
 

L’angolo di Kelly:

 

Eccoci qui!
Sorpresi eh?Lo sappiamo che non immaginavate una cosa simile e invece ecco qua!Lallallero, siamo tremendamente birichine xP E decisamente ehm...s*****e, mi sento in colpa povera Renée
Scusate se vi propongo una Julia così diciamo lamentosa ma è colpa del periodo, ne ho passato uno complicato e dubbi che ho avuto li ho ritorti sul mio personaggio anche se penso che questo dia un tocco di realismo alla vicenda, alla fine sono state catapultate tutte in una situazione che cambierà per sempre le loro esistenze!Qualche incertezza è d’obbligo!
Una nota di merito alla HikaHiro, fidatevi e shippateli, non ve ne pentirete, questi due tenerelli meritano!No tranquilli non disconoscerò mai i miei Cuccetti che prima o poi conoscerete e speriamo amerete, quello non esiste al mondo, però diciamo che con loro c’è seria concorrenza!Ah ovviamente le Waitomo Gloworm Caves non potevano non essere splendide essendo del mio adorato Pacifico del Sud, voglio andarci pure io sperando non mi cadano i vermi in testa!

 
Sirio:  Non sono adorabile mentre arrivo tutto sculettante?Per fortuna c’è Aisu che mi apprezza, beh che ne dite, firmate la petizione per farmi conoscere quella gnoccona di Crystal?Vi prego!Continuo a sculettare e sculettando vi aspetto al prossimo capitolo!Ciaoooooooo <3
 


L’angolo di Elsira:

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Checcariniiiiiiiiiiiiiiiiiii *-* Sì, beh… Io ho un debole per la HikaHiro. Sono una delle coppie che mi viene così dannatamente spontaneo shippare… Che poi ovviamente, come dice anche Hikari, non potranno avere un lieto fine, MA CHISSENEFREGA!!! Io li adoro lo stesso.
Per il resto, non ho molto da dire… Se non che quelle grotte esistono veramente e che sono uno spettacolo, a me piacerebbe un sacco visitarle.
Il prossimo capitolo si può dire che è di passaggio, ma poi ce ne saranno alcuni moooolto interessanti e che metteranno ognuna delle ragazze davvero alla prova. Curiosi di saperne di più? Allora continuate a seguirci!!

 





 

HikaHiro. HikaHiro everywhere.

HikaHiro
 
   
 
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