Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Teddy_bear    05/05/2018    5 recensioni
In musica, un preludio (dal latino praeludium) è generalmente un brano piuttosto breve, di solito senza una forma codificata, collocato all'inizio dell'esecuzione di una composizione o di una sua parte. In anatomia, preludio, era il cuore di Shaoran. Ma Sakura sapeva benissimo ascoltare e salvare i cuori.
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AU fanfiction, dove Shaoran è un pianista con il cuore spezzato e Sakura è una studentessa di medicina, specializzanda in cardiologia.
[Se volete, per capirci meglio, ho pubblicato un’introduzione ed un trailer].
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Li Shaoran, Sakura Kinomoto, Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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SAKURA

 

È stato complesso mettersi d’accordo con le mie amiche per trovare un momento, affinché potessimo comperare i regali di Natale per i ragazzi. Qualsiasi giorno era un problema, ed ognuna di noi aveva magari qualche impegno, finché non abbiamo deciso per il weekend. Sia benedetto il sabato. Siamo esattamente al quindici di dicembre, e quindi le nostre tempistiche sono molto strette: dobbiamo trovare dei regali alla svelta. Ho proposto di andare in un negozio di scarpe ed abbigliamento, uno di quelli che vendono anche valigie, portafogli, portachiavi, zaini e via dicendo. In modo tale che, in un solo posto, potessimo comperare tutti i regali che ci mancano. 

“Ah, ragazze. Se va avanti così il tempo, nevicherà.” dice Meiling, mentre entra nel negozio. Fuori è nuvoloso e la temperatura è verso i zero gradi. Quindi, è possibile che nevichi, non ha torto. Veniamo accolti dall’aria calda del posto e da numerosi scaffali pieni di scarpe. Più avanti si può notare il reparto dei vestiti e quello degli accessori. Benissimo. In sottofondo c’è della musica natalizia che echeggia, e ci sono decorazioni ovunque. Faccio una piroetta, quando ci infiliamo nella zona maschile. 

“Come mai sei così su di giri?” domanda Rika, aggrottando le sopracciglia. Sorrido. 

“È perché manca poco a Natale.” le rammenta Chiharu. Annuisco energicamente.

“Allora, Tomoyo, vogliamo iniziare da Eriol?” chiedo, prendendo in mano una scarpa maschile molto carina. È uno stivaletto elegante, nero. 

“Per me va bene, come volete voi ragazze.” dice. 

“Sei tu che lo conosci bene.” protesta Meiling. Ridacchio. 

“Ma a Eriol importerà solo il vostro pensiero, non preoccupatevi. Tuttavia, le scarpe che ha in mano Sakura, penso rientrino nel suo stile e sicuramente gli piaceranno.” mi si illuminano gli occhi. Guardo il prezzo, ed è buono: possiamo permettercele. 

“Che numero porta?” chiede Chiharu. 

“Quarantacinque.” 

Cerco con gli occhi il numero, aiutandomi con il dito, mentre indico il bollino attaccato sulla scatola che riporta la misura. Trovato!

“Direi che sono perfette!” esclama Rika, una volta che prendo in mano la scatola. Concordiamo tutte. La scatola la passo nelle mani di Tomoyo. 

“Hanko, invece, Meiling?” domanda Chiharu, piegando la testa. In effetti, non ne ho la minima idea di cosa possa piacere al compagno di Meiling. 

“Regalategli un portafoglio.”

“Come la fai facile.” scherza Tomoyo, beccandosi un buffetto sul braccio da parte della ragazza. 

“Di che tipo?” domando. Intanto, usciamo dal reparto delle scarpe, e ci dirigiamo verso quello degli accessori. I nostri occhi vengono subito catturati dai portafogli: ce ne sono tantissimi, di diverse forme, colori e misure. 

“Quelli di pelle, li ama particolarmente. Oh, come questo!” ne trova uno e ce lo mostra. È marrone scuro, di pelle, abbastanza grande. La marca è segnata sul davanti, tramite una sorta di spilla. È raffinato. 

“Che bello!” 

“Anche il prezzo non è male.” ci dice quanto costa e ne discutiamo. Sì, possiamo farcela. 

“Ora manca Yamazaki.” sentenzia Rika. 

“Io non ho la minima idea di cosa potete regalargli, ragazze.” fa’, la morosa dell’interessato. Chino il capo, riflettendoci. Cosa potremmo regalargli?

“Se stessimo sul classico? Tipo una felpa?” propongo. 

Chiharu annuisce.

“Per me va bene. Purché non gliela prendiate grigio scuro. Detesta quel colore.” ammette. Ridacchio.

Ci spostiamo nella zona dei vestiti per ragazzi, trovando delle felpe. 

“Con la cerniera o senza?” domanda Tomoyo, facendone scorrere un po’ sullo stand. 

“Senza.” 

Ci guardiamo un po’ in giro e passano alcuni minuti, prima che Chiharu esclama di averne trovata una perfetta. Ci avviciniamo: è blu scuro, con il cappuccio. Molto semplice, ma trovo che vada bene. 

“Direi che è la migliore.” afferma, Meiling. 

“Allora, possiamo andare a pagare?” domanda Tomoyo. Annuisco, e ci dirigiamo verso la cassa.

“Buongiorno.” sorride, la commessa. Posiamo gli oggetti sul bancone e, lei, dopo aver svolto le solite mansioni, ci dice il prezzo. Ci mettiamo un pochino, prima di dividere la somma in modo equo. Soprattutto io, che sono un disastro in matematica. Una volta finito di pagare, questa ci chiede se vogliamo che ci incarti i regali.

“Sì, grazie.” le risponde Rika. Una volta che gli oggetti sono stati impacchettati con della carta da regalo argentata, siamo pronte per uscire dal negozio. 

“Buon Natale!” esclamo. 

Prima di chiudere la porta sento la commessa augurarci altrettanto, sorridente. 

“Bene, ragazze. Anche questa è fatta. Io ho finito tutti i regali.” sospiro, mentre ci incamminiamo per strada. 

“Hai già finito?” fa’, Meiling, un po’ sbigottita. Annuisco. 

“Meglio essere previdenti.” rispondo. 

“A me ne manca solo uno.” dice, Chiharu. 

Andiamo avanti a discutere dei regali, quando Tomoyo ci ferma.

“Ci prendiamo una cioccolata calda? Che ne dite?”

 

***

 

“Grazie.” dico, quando il cameriere posa la cioccolata calda davanti ai miei occhi. Lui sorride, poi si allontana. Prendo la bustina di zucchero posata sul piattino, intenzionata a dolcificare la mia bevanda. 

“Pensavo, il giorno di Natale, potremmo vederci per scambiarci i regali verso mattina, per una colazione. Potremmo farla alla villa di Hanko.” propone Meiling.

“Per me andrebbe più che bene.” sorrido.

“Inviterò tutti, chiaramente. Quindi voi, mio cugino, Yamazaki ed Eriol.” 

Annuisco. 

“È una bellissima idea!” concordano anche le altre. All’improvviso, la bustina di zucchero con cui stavo zuccherando la mia cioccolata calda, cade nella tazza. 

“Accidenti.” dico, cercando di prenderla. Una risata generale si scatena nel mio gruppo, e rido anch’io.

“Sei sempre la solita, Sakura.” gonfio le gote, alla presa in giro di Chiharu. Poi ridacchio, alzando le spalle. Sì, sono proprio imbranata. 

“Comunque, cosa facciamo stasera? Ci vediamo, vero?” chiede Tomoyo.

“Dici tutti noi?” piego la testa di lato, confusa. Inizio a sorseggiare un po’ della mia cioccolata calda, che sta cominciando a farsi più tiepida. 

“Sì, tutti noi. Ah, ho un’idea!”

“Che idea?” chiede Rika.

“Andiamo a pattinare sul ghiaccio.” sorride, Tomoyo. Io mi strozzo con la cioccolata. 

Pattinare sul ghiaccio?

 

***

 

Appena entro in casa, vengo accolta dal mio gatto che si strofina sulle mie gambe. 

“Kero-chan, piccolo.” dico, accarezzandolo. 

“Bentornata.” mio padre mi accoglie. È seduto sul divano del salotto, con in mano un libro.

“Ciao!”

“Come stai?”

“Bene, io e le ragazze abbiamo finito di comperare i regali.” mi butto sul divano, stendendomi di fronte a lui.

“Anch’io ho finito di fare acquisti oggi.” alzo il capo di poco per guardarlo e sorrido. 

“Ti sei divertito?”

Annuisce. 

“Stasera io ed il mio gruppo andiamo a pattinare sul ghiaccio, alla pista che hanno messo in città.” sentenzio, mentre guardo il soffitto bianco del mio salotto. Sarà un disastro, già lo sento. Cadrò tante di quelle volte che probabilmente mi si formeranno molti lividi. Inoltre, non mi piace la sensazione di essere su una lastra ghiacciata, per via del… sì, insomma, mi da una sensazione di vuoto. 

“Ma dai, che bello!”

Storto la bocca, non convinta. 

“Cadrò tantissimo.” protesto, mettendomi le mani in faccia. Lo sento ridere. 

“Quando impari, però, diventa un gioco da ragazzi. Come andare in bicicletta.” annuisco. So che ha ragione. 

Mi sistemo meglio sul divano, e decido di cambiare argomento.

“Anche tu stasera esci, vero?”

“Sì, ho una cena con alcuni dei miei colleghi.” mi dice. Sorrido. 

“Ti conviene portare un ombrello. Credo che nevicherà.” dico, mentre guardo fuori dalla finestra. 

“Ti ricordi cosa ti dicevo quando eri piccola?” chiude il libro, e mi rivolge tutta la sua attenzione. Mi siedo, alzandomi con il busto.

“Mh, rammentamelo.”

“Riguardo la prima neve. Ti dicevo che, la prima volta che avrebbe nevicato a dicembre, sarebbe stato perché il cielo si è commosso per un miracolo di Natale.” annuisco. Ora me lo ricordo. Quando ero piccola e nevicava, papà mi diceva quelle parole. Il miracolo variava ogni anno e, anche se a volte non era così grande come si potrebbe pensare, in realtà per me contava tanto. Come quella volta che persi un ciondolo a cui ero molto affezionata: l’avevo cercato per giorni invano, finché non lo ritrovai proprio durante la prima neve. Ecco, quell’anno fu il mio miracolo di Natale. Con il passare del tempo, purtroppo, questa personale credenza si perse un po’, infatti, se oggi non me l’avesse ricordata, non ci avrei nemmeno fatto caso. 

“Credi che quest’anno possano accadere dei miracoli?” domando. 

Lui alza le spalle e mi sorride, poi mi scompiglia i capelli. 

“Magari sì.” è la sua risposta. 

Nel mio cuore un po’ di bambina, spero che lui abbia ragione.

 

***

 

Puoi, farcela, Sakura. Non guardare troppo a terra. Puoi farcela. Posso farcela… posso…

“Ah!” esclamo, cadendo di nuovo a terra. Accidenti, che male ogni volta. Appena messi i pattini e appena salita sulla pista, assieme ai miei amici, io ero già con il fondoschiena a terra. 

“Sakura, ti sei fatta male?” Tomoyo mi si avvicina con fare preoccupato. Nego con il capo.

“Non più di tanto.” mento. 

“Ragazzi! Anche voi qui?” una voce ci distrae. Mi volto subito verso dove proviene e, se non fossi già a terra, cadrei di nuovo per la sorpresa. 

Cosa ci fa qui Dora?

“Dora, ciao!” dice, Meiling. La ragazza in questione le si avvicina. Mostra una grande grazia nel pattinaggio, ed anche una certa bravura. Io, invece, sono ancora con il sedere a terra. Fantastico. 

“Sakura, vuoi una mano?” mi domanda, una volta che arriva verso di me. Annuisco e, un po’ impacciata, accetto il suo aiuto. Sono di nuovo in piedi e decido di tenermi alla ringhiera della pista. 

“Come fai ad essere così brava?”

“Io pratico pattinaggio da molto tempo.” mi sorride. Ah, ecco. C’era il motivo. 

“I miei complimenti.” mi sento imbarazzata. 

“Vuoi che ti insegni?”

Scuoto il capo energicamente. 

“Ci hanno già provato gli altri. Preferisco stare qui.” ammetto. Dora alza le spalle.

“Come vuoi.”

“Ti ringrazio, comunque.” sospiro. 

“Ah! Sai, alla fine, ho preso il regalo per Shaoran.” cambia discorso. La sento più allegra nella voce. Mi mordo l’interno della guancia destra. 

“Che cosa gli hai preso?” sono curiosa. Cosa potrebbe avergli comperato?

“Un profumo maschile. Mi è piaciuto molto.” annuisco. Per fortuna, gli ha comperato qualcosa di totalmente diverso da quello che ho acquistato io. 

“Sono sicura lo apprezzerà.” 

Mi sorride e mi ringrazia, poi mi pone una domanda. 

“Ma dov’è stasera?” 

“Non credo che venga. Lui non sopporta molto il freddo.” 

Meiling ed Hanko mi hanno spiegato che Shaoran non sarebbe venuto, per via della sua poca tolleranza verso questo clima. Inoltre, lui tende a vestirti sempre troppo leggero, anche se il tempo fuori è gelido. Per questo, l’altra volta si è ammalato. 

“Peccato.” sentenzia, mogia. Poi si allontana, lasciandomi da sola, attaccata a quella ringhiera, con lo sguardo verso gli altri che, anche se non con la stessa grazia di Dora -tranne Tomoyo ed Eriol, che sembrano appena usciti da delle olimpiadi- riescono, perlomeno, a reggersi in piedi. 

Sospiro. 

“Ragazzina.” 

Spalanco gli occhi e mi volto ma, nel mentre lo faccio, non so per quale volere della sorte, sto di nuovo per cadere. Shaoran mi afferra al volo per il braccio, come quel giorno che ci siamo scontrati, ed io mi ritrovo ad essere stabile, in piedi, un’altra volta, con il suo sorriso ed i suoi occhi davanti al mio volto. 

Ha già i pattini ai piedi, e non accenna ad un minimo spostamento. Questa cosa è impossibile. 

“Ciao. Credevo che tu stasera non venissi.” ammetto, ricomponendomi del tutto. Lo vedo alzare le spalle, mentre non accenna a volermi lasciare il braccio. 

“Ho cambiato idea.” fa’, un po’ vago. Sorrido. 

“Mi fa piacere.” ammetto. 

“Shaoran!” Dora si precipita verso di lui, accompagnata dagli altri. Lo sento chiaramente sbuffare.

“Buonasera.” saluta generalmente la nostra cerchia di amici e, solo allora, stacca la sua mano dal mio braccio.

“Shaoran, come mai sei qui? Che cosa ti ha fatto cambiare idea?” Meiling è stupita, lo posso sentire bene dal suo tono di voce. Il pianista sorride sghembo. 

“Immaginavo.” gli risponde, l’altra. Mi volto a guardarla, aggrottando le sopracciglia. Poco a poco, si allontanano tutti, dopo aver scambiato quattro chiacchiere con noi. Tutti, tranne Dora. 

“Pattiniamo insieme?” 

Lui scuote la testa, dicendo successivamente di no e che, questa sera, ha altri programmi. Dora assottiglia gli occhi, come arrabbiata, per poi andare verso Meiling. La vedo agitarsi, ma non sento cosa dice. L’altra ha un’espressione imbarazzata sul viso.

“Quante volte sei già caduta?” mi domanda, ridacchiando un po’. Rivolgo nuovamente la mia attenzione a lui e gonfio le gote. Muovo le braccia con fare protestante ma, nel mentre lo faccio, sto di nuovo per cadere. E, Shaoran, ancora una volta, mi prende al volo. 

“Okay, tante.” ammetto, infine. Lui rotea gli occhi, poi mi sistema una ciocca di capelli meglio sotto al mio cappellino di lana. 

“Ti fideresti di me?” mi chiede. 

“Mi fido.” 

Shaoran mi prende le mani, poi scivola indietro con i pattini. Io cerco di seguirlo con i movimenti, ma sono più le volte che sono prossima a cadere che quelle dove riesco ad imparare come si fa. 

“Non così, sei troppo tesa.” 

Stringo le sue mani di più.

“Sakura, guardami.” alzo gli occhi verso di lui. 

“Non si rompe il ghiaccio. Non c’è niente sotto di esso. Non c’è il vuoto.” mi spiega, dolcemente. Sento il cuore scoppiare. Spalanco la bocca, mentre mi sento colpita ed affondata. Lui… lui ha capito. Mi sento pizzicare gli occhi, come se una delle mie paure fosse appena stata messa in piazza, anche se so che non è così. So che l’ha compresa solo lui, eppure non ci posso fare niente. Mi sento una sciocca, e credo che anche lui penserà che lo sono. 

“Scusami. So che pensi che sono un disastro.” chino il capo, con colpevolezza. Lui si avvicina a me, cauto. 

“No.” nega “In questo momento sto pensando a tutto, tranne che tu sia un disastro.” conclude, con fermezza. 

Sorrido, un po’ rincuorata. 

“Ci riproviamo?” 

Annuisco energicamente, tenendomi ben salda sulle sue mani, come se fosse l’unica mia ancora di salvezza. 

Alla fine, anche se non divento un asso, imparo a non cadere più.

 

***

 

“Ci voleva un the caldo.” affermo, stringendolo tra le mie mani. Abbiamo finito tutti di pattinare almeno una mezz’oretta fa. Dopo esserci stancati, ci siamo decisi a bere qualcosa di caldo, prendendo le bevande da un carretto che le vende qua vicino. Gli altri ragazzi sono poco più avanti rispetto a me ed al pianista, che abbiamo deciso di fermarci un attimo per parlare. 

“Puoi dirlo forte.” mi risponde Shaoran, quasi bevendo il suo the tutto d’un sorso. Sorrido, mentre constato quanto è refrattario al freddo. 

“Potevi stare a casa, se non tolleri così la bassa temperatura.” lo rimprovero, un po’ preoccupata. 

“No, no. Assolutamente.” è categorico nella sua risposta. Osservo un po’ il liquido nel mio bicchiere, mentre rifletto se sia giusto o meno fargli quella domanda. 

“Shaoran… per Natale torni in Cina?” 

Lui aggrotta le sopracciglia, come confuso. 

“Perché dovrei?”

“Per tua madre.” rispondo, un po’ titubante. Lo sento sospirare. 

“La vado a trovare durante le vacanze. Mi sono messo d’accordo così anche con il centro di recupero dove risiede, ma il giorno di Natale resterò qui.” 

Annuisco, comprensiva. 

“Invece, le tue sorelle?”

“Loro abitano qui vicino, Sakura. Sono tutte sposate. Infatti, la vigilia di Natale la passeremo tutti assieme.” 

Oh. 

“Non lo sapevo!” esclamo, sorpresa. Lui scuote il capo, come a dirmi che non c’è problema. Finiamo il nostro the, e buttiamo i bicchieri di carta in un cestino. 

“Mi fa piacere che passerai la vigilia con la tua famiglia.” dico. Shaoran mi sorride e si avvicina a me. Sorrido, quando lo percepisco stringermi tra le sue braccia. 

“Grazie, Sakura.” 

Sento i miei occhi farsi più lucidi, e decido di abbracciarlo con più forza. 

“Grazie a te.” è la mia risposta. 

D’improvviso, avverto le mie dita farsi più bagnate, come se delle goccioline si fossero posate sopra di esse. Guardo verso l’orizzonte, per cercare di capirci meglio. 

“Sta nevicando.” mi sussurra il pianista. 

Alzo di poco il capo, puntando gli occhi al cielo. 

“È vero.” 

Ho compreso tutto. 

Quest’anno, è stato questo, è stato lui, il miracolo di Natale. 

 

 

ANGOLO AUTRICE: nuovo capitolo tutto per voi! Spero tantissimo che vi piaccia. Il prossimo, sarà ambientato nel giorno di Natale e… e succederà qualcosa. Ditemi cosa ne pensate! Grazie di tutto. Bacioni x.
   
 
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