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Autore: _ Arya _    14/05/2018    3 recensioni
Killian Jones, 18 anni, è l'unico mago al mondo ad essere stato posseduto da un Obscurus per oltre 14 anni ed essere riuscito a liberarsene. Dopo aver trascorso l'infanzia nell'oscurità, la sua vita è lentamente tornata alla normalità.
È sull'Espresso diretto alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, insieme ad Emma Swan, la giovane e bellissima Salvatrice. Riusciranno, nonostante le loro differenze e divergenze ad unirsi come lo Yin e lo Yang per prepararsi ai tempi bui e la guerra che attende il mondo magico?
La trama segue in parte le vicende di Harry Potter e ci sono dettagli di Animali Fantastici e Dove Trovarli. Non serve necessariamente conoscere nei dettagli la saga per riuscire a seguire perché molte cose cercherò di spiegarle io.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Regina Mills
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Surrender



EMMA POV

-Si sta svegliando?
-Credo di sì. Dovremmo chiamare Whale... starà bene?
Iniziai man mano distinguere tutte le voci dei miei amici, mentre i miei sensi lentamente tornavano ad avere il controllo. Era al caldo, e qualcuno mi teneva la mano.
La partita... il bolide... quanto tempo era passato? Avevamo perso? La mia testa era così pesante che anche solo pensare mi risultava complicato, ma tutto sommato...
-Sto bene.
La voce non mi uscì molto naturale, ma almeno uscì. Rauca e spaventosamente bassa, ma almeno c'era. Tentai quindi di schiarirmi la gola, ed il passo successivo fu aprire gli occhi: fu meno doloroso di quanto immaginai, con le luci spente e il letto in penombra.
La mano era quella di Neal.
-Ehi... ci hai fatto prendere un colpo, sai? Mi sono spaventato a morte...
-Mi... mi dispiace. La partita? Abbiamo perso?
-Calma, signorina! Potete decisamente rimandare a dopo. Come ti senti?
Il dottor Whale si piazzò di fronte a me con un largo sorriso, e Neal fu costretto a mollare la presa. Era stato lui a prendermi al volo? Ricordavo vagamente qualcosa, e doveva essere abbastanza reale... perché se mi fossi spiaccicata a terra non sarei certo stata viva e vegeta.
-Non lo so... ho la testa pesante ma non sento nulla...
-Effetto degli antidolorifici. Ti va di rispondere ad un paio di domande stupide? Giusto per assicurarmi sia tutto a posto.
-Certo.
-Che giorno è oggi?
-Ma che ne so... è domenica... 8 novembre?
-Ottimo. Sai dove ti trovi?
-In infermeria. Dove sennò...
-Sai cosa ti è successo?
-Credo di essere caduta durante la partita. C'era quel bolide...
-D'accordo. Direi che ci siamo, dovrei averti sistemata in tempo. Ci vedi bene?
-Sì, sì...- all'inizio era stato tutto un po' confuso, ma ormai avevo messo a fuoco l'ambiente. Ora però era il suo turno di dirmi cosa diavolo fosse successo... e il braccio!
Con un movimento un po' troppo rapido che per un attimo mi fece vedere le stelle, mi voltai a sinistra, trovando il braccio completamente bloccato in una sorta di tutore.
-Piano signorina Swan. Sì, sei stata colpita alla testa da un bolide e sei precipitata dalla scopa. Hai subito un lieve trauma cranico, ma ne hai passate di peggio. Starai benissimo, devi solo dormire e cercare di riposare per 24 ore. Il braccio è rotto ma ti ho già fatto assumere una pozione per sistemare le ossa, dovrebbe essere perfettamente intatto già domani mattina. Potrò dimetterti per colazione, ma sarebbe bene che evitassi le lezioni e non facessi sforzi per un giorno. Chiaro?
-Sì...
-D'accordo. Ti ho lasciato un antidolorifico e dell'acqua sul comodino, se hai bisogno. I tuoi amici possono rimanere altri 15 minuti, poi filate via e lasciatela riposare!
Quelli risposero in assenso, così Whale dopo avermi dato un'altra veloce occhiata si allontanò per lasciarci soli. Tutto sommato sarebbe potuta andarmi molto peggio: come lui aveva detto, avevo passato momenti molto più disastrosi.
-Allora. Abbiamo perso?
-No.- rispose prontamente Regina -E' stato dichiarato un pareggio. Quando sei caduta Jones si è ritirato, e con i due cercatori fuori gioco non si poteva andare avanti ovviamente.
-Si è... ritirato?
-Già. Ti ha portata giù e si è ritirato. Avresti dovuto vedere mia sorella, era verde dalla rabbia...
-Cosa? È stato lui a...
-Adesso è nell'ufficio del preside con Zelena. Emma, potrebbe essere stato lui a incantare quel bolide...- fece Neal in tono grave, e il resto della mia squadra rimase in silenzio.
Cosa? No, assolutamente no... non era possibile, non poteva essere stato lui. Non era stato lui, ne ero convinta. Non lo avrebbe mai fatto.
-Sciocchezze. Se fosse stato lui non si sarebbe ritirato!
-Beh, Emma...- intervenne David, che suonò leggermente a disagio -Non dico volesse ammazzarti, ma potrebbe averlo fatto per passare da “eroe”. Insomma, per togliersi di dosso l'etichetta di giocatore violento. Perché Merlin lo avrebbe convocato in ufficio, altrimenti?
-Non è stato Killian. Sarà stata Zelena.
E ne ero convinta al 99%, mentre nell'1% rimanente rientravano tante altre persone, ma non Killian. Era fuori questione, non riuscivo proprio a capire perché dovessero tutti accanirsi contro di lui! Per uno stramaledetto incidente, qualcosa che sarebbe potuto capitare capitare a tutti! Spostai lo sguardo anche sugli altri, e non riuscii a credere che nessuno di loro dicesse una parola! Erano davvero tutti dell'idea di David e Neal? Perfino Anna aveva le labbra strette...
-Quindi è questo che si dice in giro, adesso. Che è stato lui...
-Beh...
-Non mi importa. Non è stato lui.
-Come fai a saperlo per certo, Emma? Lo so che ti sta simpatico, però...
“Sì, così come a te sta antipatico perché hai notato che gli piaccio, Neal!” Pensai, pur senza dirlo. Era chiaro che il mio ex avrebbe usato la prima occasione per screditare il tipo che – in qualche modo – mi faceva la corte, e questa era più che perfetta. Le circostanze erano tutte contro di lui, ma ero la prima a sapere quanto queste potessero essere pura coincidenza... anche i miei amici avrebbero dovuto rendersene conto. Non erano state forse le circostanze che praticamente mi incastravano, a mettere la scuola contro di me almeno una volta l'anno?!
-Lo so e basta, discorso chiuso. Non voglio sentire più niente. Se è un pareggio dovremo rigiocare, giusto?
-Giusto- confermò Mary -Pare che le prossime tre partite rimarranno invariate, ma prima o subito dopo Natale rigiocheremo contro Serpeverde. Devono ancora decidere...
-Ok, bene. Scusate se me la sono presa con voi, ma non mi piace quando una persona viene accusata senza prove.
-Scusa Emma, hai ragione. A me è sembrato tanto carino l'altra volta, forse davvero non è stato lui...
-Grazie Anna.- sorrisi, e la più giovane della squadra ricambiò. Solo lei e Regina erano dalla mia parte, ma gli altri mi promisero almeno di non dare giudizi affrettati fino a che la situazione non fosse stata chiarita. Certo, però, stregare un bolide ed aizzarlo contro un solo giocatore non era tanto facile... possibile che Zelena ne fosse in grado? In fondo, però, di trucchetti illegali ne conosceva. O si era semplicemente fatta aiutare da qualche Serpeverde più grande, non era da escludere.
Neal ovviamente fu il più riluttante, ma decisi di lasciar correre. Lo conoscevo, era il ragazzo più dolce del mondo e non riuscivo a biasimarlo per essere geloso. Una volta uscita da lì avrei dovuto parlargli seriamente, non era il caso di continuare con quella “pausa”, che creava soltanto problemi. Prima lo avrei fatto, prima saremmo tornati amici come una volta.
-Emma, ti va se rimango qui? Ti lascio dormire, chiederò a Whale...
-Grazie Neal ma non c'è bisogno. Se puoi farmi solo un favore... chiedi a Whale di portarmi qualcosa da mangiare? Che non sia quella disgustosa zuppa di cavolo e cipolla...
-Ma certo, va bene. Stasera invece rubo qualcosa dalla cena e te lo porto.
-Grazie!
A turno, Anna, Robin, Mary, David, Jeff, Neal e Regina mi salutarono promettendo di tornare a trovarmi, ed infine rimasi sola coi miei pensieri, troppo stanca anche per quelli. Una volta tanto avrei fatto la paziente modello e dopo aver messo qualcosa sotto i denti sarei tornata a dormire: mi sentivo come se fossi stata investita da un camion. Tuttavia Whale era un bravo medico e mi aveva rimesso in piedi in tante altre occasioni, quindi ero piuttosto convinta che l'indomani sarei andata a lezione... almeno Pozioni. Non avevo scritto quaranta centimetri di pergamena per mancare l'unica volta in cui avrei effettivamente potuto prendere un buon voto: ero un'esperta di Pozione Polisucco, anche nella prova pratica me la sarei sicuramente cavata.
E poi, volevo davvero parlare con Jones...

 

***


KILLIAN POV

Più aspettavo davanti all'ufficio del preside, più ero convinto che sarei stato espulso. Di nuovo. Stavolta non ne avevo nessuna colpa, ma come diavolo avrei fatto a dimostrarlo?! Non esisteva una specie di incantesimo che potesse risalire all'artefice della manomissione di quel bolide? In tal caso, forse non sarei stato qui... invece gli unici due ad essere convocati eravamo io e Zelena. Non ne avevo le prove ma ero quasi convinto che la colpevole fosse lei, pur non sapendo quando diavolo fosse riuscita a stregare il bolide.
Peter e Abigail lo sapevano? Se solo non ci fossimo allontanati, magari lo avrebbe confidato anche a me... e avrei potuto fare qualcosa in tempo. Tutto ciò a cui riuscivo a pensare era Emma, mi preoccupava molto più la sua salute della mia permanenza a Hogwarts. Non riuscivo ancora a togliermi dalla testa il suo corpo esanime e il volto coperto di sangue: erano passate tre ore ormai e non avevo avuto modo di sapere nulla. Stava bene? Era rinvenuta? Il Dottor Whale era riuscito a metterla in sesto oppure era troppo malconcia perché un paio di pozioni ed incantesimi potessero guarirla così velocemente?
Dopo averla portata a terra l'avevo posata sulla barella fluttuante ed era stata trasportata velocemente in infermeria. Poi, il preside in persona era venuto nello spogliatoio per chiedere a me e Zelena di raggiungerlo nel suo ufficio ufficio non appena ci fossimo cambiati. Così avevamo fatto, con gran disappunto del mio Capitano, ma prima di entrare avevamo dovuto attendere un'ora intera. Poi aveva chiamato soltanto Zelena, che era dentro da quasi due ore, e io non avevo idea di cosa stesse succedendo. La stanza doveva essere protetta da qualche incantesimo insonorizzante perché, nonostante i miei sforzi, non ero riuscito a sentire nulla.
Proprio quando valutai l'idea di sgattaiolare da lì per passare a vedere come stesse la bella Grifondoro, la porta si aprì e ne uscì una Zelena piuttosto inespressiva. Non mi degnò nemmeno di uno sguardo e si diresse subito verso l'uscita.
-Signor Jones, prego.
Non sembrava arrabbiato. O forse era semplicemente molto bravo a nasconderlo? Dopotutto non avevo mai visto Merlin arrabbiato. Comunque, senza dire una parola lo seguii dentro e mi sedetti immediatamente sulla sedia che mi indicò; lui prese posto sulla sua poltrona davanti alla scrivania, di fronte a me.
Non avevo molto da perdere ormai, quindi decisi di dar voce subito ai miei pensieri. Difficilmente sarei riuscito a concentrarmi, altrimenti.
-Mi scusi signore- mi schiarii la voce -Lei per caso sa come sta Emma?
-E' il motivo per cui ho tardato prima, tra l'altro me ne scuso, ero ad accertarmi delle sue condizioni. Posso assicurarti che la signorina Swan si riprenderà benissimo, ha solo bisogno di riposo.
Non riuscii proprio a trattenere un sospiro di sollievo... stava bene! Malconcia sicuramente, ma se tutto ciò che bastava era un po' di riposo!
-Ti vedo piuttosto preoccupato. Vi siete avvicinati ultimamente, non è vero?
-Beh... più o meno. Andiamo d'accordo. Abbiamo smesso di attaccarci in classe.
Non potevo di certo dire al preside che Emma Swan mi piacesse e volessi andare ben più che d'accordo con lei! Certo però non era una bugia, non eravamo ancora così vicini, non quanto io avrei voluto.
-Non sono stato io. Non lo avrei mai fatto.
-Lo so.
-Non so cosa sia successo, so che è strano, ma... cosa?
-Ho detto che lo so, signor Jones. So benissimo che non sei stato tu. La colpevole ha già ricevuto una punizione adeguata, te lo posso garantire.
-Oh. Ma... allora...
Non riuscivo a credere alle mie orecchie. Non ero neanche un sospettato? Non potei che ricordare le parole di mio nonno, che aveva definito Merlin “Un grande mago e un grand'uomo”: aveva proprio ragione. Non ero abituato ad essere trattato così quando tutto puntava contro di me; a Blackbeard non era importato affatto che si fosse trattato di un incidente e non aveva perso molto tempo prima di espellermi. A Merlin invece non interessava l'opinione che gli altri avevano di lui, ultimamente piuttosto bassa tra l'altro. Prendere le mie parti, di certo non andava a suo favore.
-Non è per accusarti di qualcosa che ti ho chiamato, tranquillo. Volevo solo chiederti... come va.
-Come... va?
-Esattamente. Non è facile convivere con una certa... fama. Succede qualcosa , e tutti sono contro di te. Dev'essere frustrante...
-Va tutto bene, signore.
-Avanti, ragazzo. Tuo nonno ed io siamo amici di vecchia data, ed oltretutto io tengo ai miei studenti. Voglio che vi sentiate liberi di esprimervi, quando c'è qualcosa che non va.
Voleva farmi da strizzacervelli adesso? Apprezzavo le sue intenzioni, ma non avevo voglia di parlare di quanto il mondo fosse ingiusto. Anche perché, adesso che sapevo che Emma stava bene, neanche mi importava più di tanto. Avrebbe potuto dichiarare pubblicamente che la colpevole fosse Zelena, ma ad un prossimo eventuale incidente avrebbero di nuovo puntato il dito contro di me. Che senso aveva rimuginarci sopra? Tanto valeva farsene una ragione e andare avanti.
-Non voglio costringerti a parlare. Voglio solo sappia che capirei se ti sentissi... perso. Non è facile iniziare il percorso quasi dalla fine, ma sei senza dubbio un mago molto talentuoso... e di buon cuore, permettimi di aggiungere.
Di buon cuore, non sapevo proprio dirlo. Il talento lo avevo, ma chi mi assicurava che non provenisse semplicemente dai residui di ciò che fino a pochi anni fa ero stato?
-C'è qualcosa che vorresti dirmi o chiedermi? Qualsiasi cosa?
Che senso aveva? Sapevo che non aveva le risposte, quindi a che scopo parlargliene?
-No, professore. Ma la ringrazio per l'interesse.
-D'accordo, Jones. Puoi andare... solo una cosa. La signorina Swan sta probabilmente dormendo, tuttavia puoi sempre portarle la cena, stasera. I toast al formaggio sono il suo punto debole, così come la cioccolata calda con un pizzico di cannella... beh, buona giornata.
-Ehm. Grazie. Buona giornata signore.
Trovavo curioso ed imbarazzante che il preside si interessasse alle faccende molto private degli studenti, ma in effetti... era un buon consiglio. Toast al formaggio e cioccolata calda. Perché no? Anche se certo, aveva dei gusti un po' strani la biondina...

***

Non riuscivo a crederci. Forse non avrei dovuto stupirmi, si trattava pur sempre di Emma Swan, ma lasciare l'infermeria il giorno stesso in cui era stata trasportata con un braccio rotto e un trauma cranico?! E minacciare il dottore di far rispondere lui per un eventuale brutto voto, poi, anche se effettivamente non aveva tutti i torti. Alla Dragoon per qualche motivo Emma non era molto simpatica, e non l'avrebbe mai giustificata per un infortunio a Quidditch; secondo lei le attività extracurriculari erano solo affari nostri. Saltare la prima grossa verifica non sarebbe stata una buona idea... soprattutto per lei.
Secondo Whale era tornata al suo dormitorio e non avendola vista a cena era probabile fosse così. Non avevo la minima idea di come farla uscire da lì, ma con l'aiuto dei fantasmi avevo almeno capito dove andare... tentare non nuoceva, ormai i toast e la cioccolata per lei li avevo rimediati.
Proprio come lo strambo fantasma di Grifondoro mi aveva spiegato, all'ingresso della sala comune della casa era posto un grosso quadro raffigurante un'elegante signora grassoccia.
-Ehm... salve.
-Parola d'ordine, caro?
-Veramente... non lo so. Non sono di Grifondoro.
-Allora mi dispiace, non posso farti entrare. Per quanto affascinante tu sia!
-Mh... grazie. Senta, non ha modo di... chiamare una ragazza che c'è dentro?
-La tua ragazza?
-Più o meno- dissi, per non perdere tempo in spiegazioni. La donna non sembrò tanto contenta, io invece non sapevo se essere lusingato o correre via a gambe levate: un quadro si era appena preso una cotta per me?!
-Non posso entrare, comunque, mi dispiace. Se è urgente ti conviene aspettare che qualche Grifondoro entri o esca e chiedere a lui.
Fantastico! I Grifondoro che mi avrebbero fatto un favore si contavano sulle dita della mia mano, ma dopo l'accaduto forse neanche quello! A dire il vero non ero nemmeno convinto che Emma stessa volesse parlare con me... il suo ragazzo poteva benissimo aver usato l'incidente per convincerla che il cattivo fossi io. Inoltre, era molto probabile che fosse già a letto, se voleva essere abbastanza in forma per le lezioni dell'indomani. Disturbarla era l'ultima cosa che volevo...
Proprio mentre rimuginavo sul da farsi la porta si aprì, e per non so quale grazia divina sbucò quella che era probabilmente l'unica persona che non mi reputava un mostro.
-Killian!
-Ciao ragazzina.
-Anna. Non mi pare così complicato! E poi ragazzina chiamaci... beh... qualcun altro!
-Ok, ok, non ti scaldare tesoro!- esclamai, non riuscendo a fare a meno di ridere: c'era poco da fare, mi piaceva quella ragazzina. E se non era fuggita a gambe levate, avevo ragione su di lei.
-Senti... per caso hai visto Emma?
-Sì, stava per andare a letto... è pazza! Uscire dall'infermeria dopo poche ore!
-Uhm, sta bene?
-Più o meno. Insomma, lei dice di sì ma sai com'è fatta. O forse no, non so quanto la conosci. Vuoi che le riferisca qualcosa?
-Se non ti dispiacerebbe potresti dirle che vorrei parlarle? Domani magari, non voglio disturbarla adesso.
-Certo. Aspettami qui!
-Va bene, grazie rag... Anna.
-Bravo, impari in fretta!
Detto questo sparì di nuovo dentro ed il quadro si chiuse alle sue spalle. Sentivo gli occhi della donna dipinta fissi su di me, il che era un po' inquietante! Non poteva essere una bella e giovane fanciulla? Magari sarei stato al gioco e avrei flirtato un po'...
Per fortuna il dipinto si riaprì, ma per poco non feci un salto per la sorpresa. Invece della vivace quattordicenne mi trovai davanti proprio Emma: indossava un morbido pigiama bordeaux con lo stemma della sua casa al centro del maglione, e una treccia disordinata le scivolava lungo il braccio sinistro tenuto al collo da un tutore.
-Pare tu abbia visto un fantasma, Jones.
-Swan. È solo che non mi aspettavo... insomma. Non volevo disturbarti, so che stavi andando a dormire. Come stai?
-Non è un problema. Sto bene, grazie...
Restammo qualche istante a guardarci come incantati, tanto che nemmeno mi resi conto di quando la piccoletta ci passò accanto per sgattaiolare fuori dalla sala.
Nonostante il braccio stretto nel tutore e il cerotto sulla fronte, la ragazza aveva un aspetto... sano. Ed in quel morbido pigiama sembrava in qualche modo più tenera e indifesa.
-Ti va di... uhm, parlare... più in là?- fece incerta, accennando ad un corridoio alla sua destra -Ti direi di entrare ma penso mi ucciderebbero...
-Certo. Solo se te la senti però, se vuoi riposare...
Non sembrò neanche sentirmi e si affrettò nella direzione che mi aveva indicato, costringendomi a seguirla. Percorremmo il corridoio per diversi metri, in modo da allontanarci dalle scale per poter rimanere indisturbati. Se non altro il fatto che non avesse paura di rimanere da sola con me, era sicuramente un segno positivo.
-Qui dovrebbe andar bene- constatò, poggiandosi con le spalle al muro; -Anna ha detto che... dovevi dirmi qualcosa.
-Ah... oh, sì! Ti ho portato la cena, immaginavo potessi aver fame!- sorrisi, porgendole la busta di plastica che avevo in tasca – ovviamente stregata per non portarmela in giro come un babbeo.
Quella la afferrò curiosa e la aprì, e fui davvero felice di vederla rimanere a bocca aperta quando ne scoprì il contenuto! A quanto pare il preside ci aveva visto giusto.
-Grazie! Come facevi a saperlo? Te lo ha detto Regina?
-No, ho i miei metodi... forse ti leggo nel pensiero!
-Sì, come no...- fece con una leggera risata -Però grazie, ne avevo voglia. Sarei scesa a cena ma non volevo... attirare l'attenzione.
-Certo splendore, capisco. È per questo che ci ho pensato io.- capivo perfettamente, ma era anche ovvio! Poche persone si sarebbero presentate tranquille a cena, dopo aver preso una botta in testa ed essere precipitate in aria per un paio di decine di metri!
-Quindi...
-Allora...
-Vai prima tu.
-No Swan, prima le signore.
Imbarazzante. Ed il fatto che la situazione si fosse fatta imbarazzante, rendeva le cose per me ancor più... imbarazzanti. Da quando in qua mi comportavo da perfetto ritardato con una ragazza? Non mi riconoscevo più... che razza di incantesimo mi aveva lanciato? Era decisamente colpa dei suoi occhi, così penetranti e... bellissimi. Due smeraldi.
-Non ti facevo tanto cavaliere- ironizzò, ma dal suo tono fu chiaro che fosse un tentativo di smorzare l'imbarazzo.
-Lo sono sempre stato!
-Ok, ascolta. Volevo dirti che... so quello che hai fatto.
Che cosa? Fu come un pugno nello stomaco, non erano quelle le parole che mi aspettavo. A dire il vero non sapevo cosa aspettarmi, ma non quello. Quindi pensava davvero fossi stato io?
-Non guardarmi con quella faccia da cucciolo bastonato! Lo so che non sei stato tu. Intendo dire che so che mi hai... salvata, invece di prendere il boccino che ti è praticamente passato tra le dita. Regina me lo ha detto. So anche che ti sei ritirato, e non eri costretto a farlo...
-Cosa posso dirti, Swan?- borbottai sorpreso e rincuorato, passandomi una mano tra i capelli -Ti ho detto che volevo batterti lealmente, e non sarebbe stato così. Quindi...
Ci guardammo ancora, come incapaci di distogliere lo sguardo l'uno da quello dell'altra. Era meravigliosa, bella da togliere il fiato... forse a renderla ancora più affascinante era quello sguardo che sembrava un misto di gratitudine, rispetto e...
E fece l'ultima cosa che mi sarei aspettato: mi baciò.
Nonostante l'enorme sconcerto non trascorse che un millesimo di secondo prima che ricambiassi, prima che baciassi quelle labbra che bramavo da quel primo settembre sul treno. E furono ancora più dolci di quanto avessi fantasticato, ancora più calde e morbide di quanto apparissero.
E soprattutto, la sensazione che mi trasmisero fu indescrivibile. Se l'abbraccio nella Stanza della Necessità era paragonabile al tocco di un angelo, quel bacio andava ben oltre... Ed il tutto si intensificò ancora di più quando i nostri corpi si unirono: se quello era il paradiso non mi interessava di essere morto. Sarei morto altri dieci, venti, mille volte pur di poter vivere di quella sensazione per sempre.
Volevo che Emma fosse la ragazza che avrei baciato per il resto della mia vita, perché ero certo che tanta passione e tanta magia non potessero essere replicabili. Fu lei stessa a stringermi più forte per far aderire ulteriormente il mio corpo contro il suo, e solo in quel momento realizzai di dovermi fermare. Per lei.
-Swan... il braccio...- non volevo farle del male. Non mi sarei mai perdonato.
-Ah... sì... lascia perdere...- sussurrò sulle mie labbra, e prima di darmi modo di replicare riprese il bacio esattamente come lo avevamo interrotto. Sentii il tutore scivolarle via, mentre mi stringeva a sé ancora più forte. A quel punto non potei che fare lo stesso, lasciando che i sensi e l'istinto prendessero nuovamente il sopravvento.
Non mi ero mai sentito più completo, più vivo, più... felice. Non solo l'oscurità con cui ero abituato a convivere era evaporata, ma neanche ricordavo più cosa fosse. E se non fosse stato il nostro istinto di esseri umani bisognosi di respirare, a fermarci, probabilmente non l'avremmo mai fatto.
Ci separammo all'unisono, entrambi col fiatone, entrambi con le mani ancora sull'altro. Una delle mie era tra i suoi soffici capelli, che nella foga si erano sciolti facendo scivolare l'elastico chissà dove.
E i suoi occhi... Dio, i suoi occhi che sorridevano più della luce del sole, con le guance arrossate a far loro da cornice. E anch'io le sorridevo di rimando, come potevo non farlo?
-E' stato...
-Sì...- confermò, senza smettere di guardarmi.
-Il braccio? Mi dispiace...
-Sto bene. Sto benissimo.


EMMA POV

Com'era possibile? Come avevano potuto i dolori sparire grazie ad un... bacio?
E come poteva un bacio essere un'esperienza così mistica? Surreale?
Avevo creduto che nulla potesse superare la sensazione che avevo provato stretta nel suo abbraccio, ma, dio, non avevo potuto sbagliarmi di più! Neanche riuscivo a descrivere come mi fossi sentita per quei minuti, che potevano tranquillamente essere state ore... anche se troppo brevi. Quando lo avevo stretto, quando le mie labbra si erano unite alle sue, avevo sentito di non volerlo più lasciar andare. Era come se fosse giusto così, come se fossimo i pezzi di un puzzle finalmente ricomposto...
Inoltre la testa aveva smesso completamente di girare e farmi male... a dire il vero stavo benissimo. Mi sentivo viva, nel pieno delle mie forze. E più riflettevo gli occhi nei suoi zaffiri, più difficile diventava spegnere il sorriso di... felicità.
Non aiutava il fatto che fossi ancora accaldata, che il mio corpo ancora desiderasse il suo... che le mani fossero ancora sulle sue spalle larghe, e le sue a cingermi in vita.
Purtroppo furono le voci che si alzarono ad interrompere quel magico contatto, segno che i primi studenti stessero già rientrando dalla cena.
-Allora... ti lascio andare a mangiare e riposare.
-Ah sì. Giusto. Oddio...
La busta era ovviamente per terra, ma per qualche miracolo divino la cioccolata non era sparsa sul pavimento... oppure Killian me l'aveva semplicemente portata in un bicchiere ben sigillato.
Prima che potessi chinarmi a raccoglierla fu lui a farlo per me, per porgermela nuovamente tra le mani. Il tutto senza mai interrompere il contatto visivo. Mi sentivo come ipnotizzata... che fosse così anche per lui?
-Ti accompagno. Prima che i tuoi amici tornino e non ti trovino...
-Non sto con Neal. Non più.- dissi: era chiaro che con quel “tuoi amici” intendesse più un “prima che il tuo ragazzo mi spacchi la faccia”. Sembrò piacevolmente sorpreso da quell'affermazione, anche se non del tutto veritiera. Ma in fondo eravamo in pausa e io avevo già pianificato di rompere definitivamente... non avevo motivo di sentirmi in colpa, né di far sentire in colpa Killian.
Ed ora ero ancora più convinta della mia decisione, perché sapevo non sarei mai riuscita a stare con qualcuno che mi facesse provare sensazioni meno intense di quelle appena vissute. La lucidità che stava tornando mi gridavo di essere pazza ed irrazionale, ma in fondo lo sapevo. Sapevo che non sarebbe stato così facile, ma a quello avrei pensato l'indomani. Adesso volevo soltanto andare al letto con il ricordo di quelle labbra calde e morbide sulle mie.
-Buonanotte Swan. A domani.
-Buonanotte Killian.




 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Sono tornata da Parigi un paio di giorni fa e sono ancora in depressione post convention... strano, eh? xD Quest'anno niente Colin, ma è stato bello lo stesso *_* Ancora devo sistemare le foto, ma vi posterò qualcosina!
Intanto sono riuscita a sistemare il capitolo e vedo che non ho quasi nulla di arretrato... quindi entro domani recupero! :D
Spero che questo vi sia piaciuto. Emma sta abbastanza bene e non ha dubitato di Killian neanche per un istante, ed è stata l'unica. Sapeva che non le avrebbe mai potuto fare una cosa simile.
Lui invece è stato convocato dal preside, ma si è preoccupato per nulla. Merlin ha capito subito che la colpevole fosse Zelena e ha voluto soltanto parlarci e lasciarlo sfogare, se avesse voluto. Ma quando ha saputo che Emma stava bene ha lasciato da parte tutte le preoccupazioni... e ha avuto un consiglio utile xD
E finalmente, dopo 15 capitoli, è arrivato il bacio tanto agoniato da entrambi! E' stato ancora meglio di come se lo erano immaginato, non volevano che finisse... e si sono dati la buonanotte serenamente, senza pentimenti e consapevoli che le cose adesso cambieranno... si spera in positivo!
In settimana proverò a postare anche l'altra, vediamo! 
Intanto vi mando un abbraccio e alla prossima!
   
 
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