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Autore: Teddy_bear    14/05/2018    5 recensioni
In musica, un preludio (dal latino praeludium) è generalmente un brano piuttosto breve, di solito senza una forma codificata, collocato all'inizio dell'esecuzione di una composizione o di una sua parte. In anatomia, preludio, era il cuore di Shaoran. Ma Sakura sapeva benissimo ascoltare e salvare i cuori.
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AU fanfiction, dove Shaoran è un pianista con il cuore spezzato e Sakura è una studentessa di medicina, specializzanda in cardiologia.
[Se volete, per capirci meglio, ho pubblicato un’introduzione ed un trailer].
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Li Shaoran, Sakura Kinomoto, Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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SAKURA

 

La casa di Tomoyo è pronta per stanotte: sono certa che sarà un bel Capodanno. Mio padre ha deciso di passarlo con mio fratello e Yukito, mentre io, invitata a casa di Tomoyo, lo passerò con gli altri della mia compagnia. L’idea mi agita, in un certo senso. Non ho ancora avuto modo di parlare con Shaoran di Hisato. Forse mi manca anche un po’ il coraggio, forse ho paura che si allontani se glielo dicessi, forse ho paura che qualcosa nel nostro rapporto, diventato a dir poco eccezionale, cambi e muti. Non lo so. Ma ogni volta che me lo trovo davanti, l’idea di dirgli che il mio ex ragazzo si è presentato di nuovo mi tormenta l’anima, non facendomi stare tranquilla per niente. Spero tanto che stasera vada tutto bene, quindi, in modo tale che, se trovassi un’occasione, un momento in cui posso stare sola con lui, glielo dico. Però, voglio specificare che non so ancora cosa fare, che non ho ancora deciso, e che non sono così tonta da agire in modo impulsivo. 

“Mostriciattolo, vai vestita così bene a casa di Tomoyo?” mi chiede mio fratello. Lo guardo dal riflesso dello specchio del salotto, e lo fulmino con lo sguardo. 

“Smettila di chiamarmi così.” gonfio le gote. Lui ridacchia, avvicinandosi. 

“Sakura.” mi richiama. 

“Cosa?”

Mi prende per una mano e mi fa sedere sul divano, sistemandosi accanto a me subito dopo. 

“Sai che non sono il tipo da questi discorsi.”

“Dove vuoi arrivare?”

Sospira. 

“Mi dispiace di aver reagito male, quando mi hai detto di Hisato. La verità è solo che non voglio tu stia male un’altra volta.” mi mette una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Sorrido. 

“Sakura, tu sei veramente speciale. E non lo dico perché sei mia sorella.”

Lo ringrazio.

“Sei l’unica donna della mia vita. Non voglio veramente che ti accada nulla, che tu pianga, che tu soffra. Non posso permettermelo.” 

“Touya…” tento di richiamarlo, perché ho capito il suo discorso. Ed è gentilissimo, a dirmi queste cose. 

“Cerca solo di stare attenta.” annuisco. Me lo stanno continuando a ripetere tutti, ed è quello che ho intenzione di fare. 

Lo abbraccio, e lo ringrazio un’altra volta. 

“Comunque con questo vestito non vai bene.” mi dice. Sento la sua voce rimbombare, visto che ho il mio orecchio premuto sul suo addome. 

“Perché no?”

“Perché voglio già uccidere Hisato, e non voglio andare in carcere per un duplice omicidio.” 

Ridacchio.

“È un modo orrendo per farmi un complimento, sai?” 

Sbuffa, scompigliandomi i capelli. Touya è antipatico, è vero. Mi prende sempre in giro, rompe le scatole, mi punzecchia, ma mi vuole bene. E questi sono i momenti in cui me lo dimostra. 

“Grazie, Touya.”

 

***

 

“Sei arrivata, finalmente!” 

Tomoyo mi accoglie in casa. Sono le otto di sera, ho fatto un po’ di ritardo per via del discorso con mio fratello che abbiamo prolungato più del previsto. Quando entro nella sua villa, noto che sono già tutti presenti: Meiling, Hanko, Eriol, Chiharu, Yamazaki, Rika e Shaoran. Ci sono veramente tutti, accidenti a me ed al mio essere una ritardataria cronica. 

“Ti stavamo aspettando per la cena. Stai bene?” mi domanda, Meiling. Annuisco. Il mio cellulare trilla e, quando vedo il nome di Hisato, ignoro il messaggio che ho appena ricevuto. 

“Ho solo parlato con mio fratello e mi sono persa.” spiego. 

“Be’, ora possiamo metterci a tavola!” esclama, Tomoyo. 

Sospiro di sollievo, quando l’attenzione che prima era su di me scompare poco a poco. Mi dirigo verso la sala da pranzo, cercando di sorreggermi nei miei tacchi. Anche se non sono troppo alti, faccio fatica a camminare lo stesso. 

“Sakura.” 

Shaoran, che è rimasto un poco più indietro, mi richiama. Mi volto subito verso di lui.

“Sì?”

“Sei sicura di star bene?” 

Ammetto che, in questi giorni, sono stata assente. Non solo con lui, ma con tutti. Voglio dire, il mio ex ragazzo è tornato irruente nella mia vita, mi ha colto alla sprovvista ed impreparata, ed è normale che il mio pensiero vada lì, a lui e a cosa fare abbastanza spesso. Apro la bocca, intenzionata a dirgli tutto, quando la mia parte codarda sovrasta le corde vocali, facendo pronunciare loro due lettere. 

“Sì.” 

Sono una stupida. 

Il mio amico sembra non crederci molto, infatti mi si avvicina, e prende il mio viso tra le sue mani. 

Devi dirglielo, Sakura. Devi. Perché mi faccio tutte queste paranoie a dirlo a lui? So, ne sono certa, sarebbe il primo a consolarmi, a tentare di curare i miei timori ed il mio dolore. Ma non ce la faccio. Vorrei che il tempo si fermasse così: con le sue mani su di me, ed i suoi pollici che mi accarezzano le gote. Ma non si può. 

“Questa sera sei meravigliosa.” sentenzia, guardandomi in viso. Deglutisco, tesa. Tomoyo ci richiama, come se fosse un po’ una madre, dicendoci di venire a tavola, altrimenti si fredda. Sospiriamo entrambi, e lui fa scivolare le sue mani dalle mie guance alle mie spalle, per poi correre lungo le mie braccia, in una maratona che termina quando non lo sento più toccarmi nemmeno le punte delle mie dita. 

“Andiamo.” dico. 

A tavola, io e Shaoran, ci ritroviamo seduti vicini. La padrona di casa ha fatto preparare dei piatti a dir poco squisiti, e la cena prosegue tranquilla. 

“Come va con il progetto che avete in comune tu e Tomoyo, Eriol?” domanda Rika, iniziando a mangiare i suoi tortellini in brodo. Mi interesso alla conversazione, focalizzando l’attenzione su di loro, e non su Shaoran che, ora, sta sistemando il ciondolo della mia collana. Quando, per farlo, le sue mani fredde toccando la mia nuca, un brivido invade la mia colonna vertebrale. 

Che cosa mi sta succedendo, stasera?

“Molto bene, siamo a buon punto.” risponde il ragazzo interpellato. Il respiro torna nei miei polmoni, quando il pianista stacca le mani da me e prende un pezzo di pane. Sia benedetto il cielo. 

“Danjuro si sta occupando della parte finanziaria.” 

A quel nome vedo Shaoran scattare sulla sedia e tossire forte. Aggrotto le sopracciglia e Meiling, seduta accanto a lui, gli da delle pacche sulla schiena. 

“Stai meglio?” gli domanda, dopo un po’. Lui alza il pollice, e porta il bicchiere d’acqua alla bocca, svuotandolo quasi del tutto. 

“È tutto okay?” chiedo, impensierita. Si volta verso di me e mi fa cenno di sì. Sospiro di sollievo. 

“Tu invece, Rika? Come vanno i tuoi studi?” 

La mia amica risponde che va tutto per il verso giusto: ha dato da poco un esame ed ha preso il massimo dei voti, non potrei essere più felice per lei. Anche Meiling ci racconta di sè, e di come vanno i preparativi per il matrimonio. Lei e il suo compagno sposeranno tra febbraio e marzo, come avevano deciso. Chiharu e Yamazaki, invece, si laureeranno entrambi tra poco, a distanza di una settimana l’una dall’altro e pensavano di andare a vivere insieme: non riesco a non pensare alla loro dolcezza.

“Sakura, sei tu, però, quella ad avere più novità.” fa’, ad un certo punto, Yamazaki. Aggrotto le sopracciglia. Sento i palmi delle mie mani sudare leggermente, e devo sfregarmeli sul mio vestito verde smeraldo. 

Non vorrà mica dire quello che penso io, vero?

“Che novità?” lo interroga, Shaoran. Ti prego, no. No. No. Guardo verso di Yamazaki, pregandolo con lo sguardo di evitare l’argomento. 

“Hisato si è rifatto vivo. È intenzionato a riprendersi Sakura ed a tornarci assieme.” dice, bevendo un sorso di vino. 

La seconda portata arriva di fronte a noi, ma io sento lo stomaco chiudersi. Chiharu, di fianco a lui, gli tira una gomitata che fa dire un sonoro "ahia!" al ragazzo. 

“Seriamente? Ma guarda, non ne sapevo nulla.” Shaoran si volta verso di me, ed io mi sento mortificata. Tento di dire qualcosa, ma ho solo in gola tutte le parole. Meiling, gentilissima, tenta di tamponare la situazione parlando di altro. E gli altri sembrano aver capito, visto che le danno corda. Il resto della cena, da parte mia e del pianista di fianco a me, procede in silenzio. E continuiamo così, ad evitarci senza un motivo apparente, per quasi tutta la sera.

 

***

 

Manca poco alla mezzanotte, forse mezz’ora, o forse qualcosa di più, o meno. Non lo so, non sto controllando l’ora, e sto partecipando pochissimo alle conversazioni altrui, sebbene Tomoyo continui a provarci a parlarmi di un po’ di tutto. È Meiling, poi, a scuotermi, a farmi risvegliare come da uno stato di trance. 

“Ti devo parlare.” mi dice, prendendomi per un braccio. Ci allontaniamo dal salotto della padrona di casa, dove c’era della musica pop in sottofondo e si stava chiacchierando in linea generale. Quando siamo nella camera di Tomoyo, ci sediamo sul letto di questa. La mia amica prende un respiro profondo, a capo chino. I suoi capelli neri le coprono il volto. 

“Shaoran ci è rimasto male per via di Hisato, l’avrai notato sicuramente.”

Annuisco. 

“Ti ricordi quando mio cugino l’ha preso a pugni?”

“Come dimenticarlo.” affermo, amareggiata. 

“Non ha mai voluto dirti cosa Hisato avesse detto quel giorno, giusto?” mi domanda. Confermo.

“Hisato ha detto cose poco belle su di te. Ha detto che sei spesso infantile, sbadata e stupida. Ha detto che non ti accorgi mai di nulla, nemmeno se ce l’hai ad un palmo dal naso. Ha detto che sei molto chiusa a livello fisico e… insomma, hai capito.” 

Porto una mano alla bocca, mentre sento gli occhi farsi lucidi. 

“Shaoran non te lo voleva dire per proteggerti. Io ho deciso di dirtelo per lo stesso motivo: per proteggerti.” 

Capisco quello che intende, infatti non mi sento per niente arrabbiata con lei. Sono solo triste; triste perché non credevo che lui pensasse queste cose di me, triste perché ho cercato di dare il massimo in ogni cosa e non è mai bastato, triste perché Shaoran sembra non volermi più parlare, triste perché mi sento maledettamente sbagliata. 

“Non è tutto oro quello che luccica, Sakura.”

“Lo so.” riesco a proferire, asciugandomi gli occhi. 

“Cerca di guardarti di più attorno.”

“Che cosa..?”

“Per esempio, smettila di fare finta di nulla e vai a parlare con Shaoran. Lo trovi in giardino.” dice. Si alza, e se ne va, lasciandomi da sola, seduta sul letto di Tomoyo. 

 

***

 

Ho trovato Shaoran quasi subito ma, prima di raggiungerlo, ho preso il conto di quanto respiri profondi ho dovuto fare. Ho contato tutti i passi, per arrivare da lui. Erano trentacinque, trentacinque volte in cui volevo fare marcia indietro, sconsigliando a me stessa di parlarci, trentacinque volte in cui mi sono detta di farcela, di affrontarlo, trentacinque volte in cui mi mancava l’aria. Ed io, è davanti a me, e non ricordo più come si respira. 

“Ciao.” bofonchio.

Lui, seduto su un muretto, alza lo sguardo verso di me.

“Possiamo parlare?” domando. Lui annuisce. Mi siede accanto a lui, e sento il mio cuore ronzarmi nelle mie orecchie, facendomi sentire ancora più agitata. 

“Mi dispiace di non averti detto prima di Hisato, dico davvero. Ci ho provato, un sacco di volte, ma non ci sono riuscita mai. Non so perché.” gli spiego, e mi torturo le mani.

“Io, Sakura, ti ho confidato tutto, di me. Sono stato sempre chiaro, sincero, trasparente. Sei sempre stata la prima, a sapere ogni cosa. Ora io, invece, mi scopro essere l’ultimo a cui pensi quando hai un problema. E, come se non bastasse, mi hai fatto affezionare in un modo sviscerale, a te.” ribatte. 

La mia vista inizia ad appannarsi. Ultimamente, piango così spesso che mi sempre di avere due anni, non ventisei. 

“Non l’ho fatto con cattiveria. Credimi, sei stato il primo a cui ho pensato, ma non ce la facevo mai a dirtelo.” la mia voce si spezza. Perdere Shaoran sarebbe come un fulmine che mi colpisce, uccidendomi all’istante, bruciandomi ogni parte della mia pelle. 

“Lo ami ancora?”

Schiocco la lingua al palato. 

“Io… non lo so.” ammetto. Lo sento sbuffare una risata molto sarcastica. 

“Non lo sai.” ripete. 

“No.”

“Quindi vuoi dargli un’altra possibilità?” mi interroga, guardandomi in faccia. 

“Io… non…” i suoi occhi mi fanno tremare, così devio il suo sguardo, trovando interessanti le mie scarpe nere, che vedo in modo molto sfocato. Una lacrima scende sulla mia guancia, ed io mi affretto ad asciugarla. 

“Non puoi davvero essere così stupida.”

Anche lui pensa che io sia stupida? Concorda con Hisato? Sento come un macigno di mattoni cadermi sulla schiena, che mi fa sprofondare nel terreno, sempre più giù, fino a che il mio addome non si muove più, finché gli occhi non mi si chiudono ed io non percepisco più nulla. 

“Non puoi davvero credere che lui sia cambiato!” esclama, arrabbiato. 

“Lui ha detto di amarmi e…” sto sulla difensiva. 

“E cosa, Sakura?! Cosa? Wow, ha detto che ti ama. Incredibile! Nessuno l’ha mai fatto!” alza il tono di voce. Mi sento piccola piccola. 

“Perché mi stai dicendo queste cose?” chiedo in modo fievole. 

“Perché?! Perché ti sto proteggendo! Perché ci tengo a te! Perché mi da fastidio l’idea che lui sia tornato proprio adesso, e perché mi dava fastidio vederlo anche prima! Perché non lo sopporto e non sopporto vederti piangere. Non sopporto chi non sa apprezzarti, chi non sa quello che vuole! Quelli come lui sono il motivo per il quale io odio così tanto le persone, Sakura. Perché io… io…” la sua voce fa degli alti e bassi impressionanti, poi si blocca. Scuote il capo, e si alza, mettendosi di fronte a me. 

“A me dispiace non avertelo detto, ma questa è una scenata di…” non so neanche cosa sto per dire. 

“Di cosa? Di gelosia?” mi incinta. Chino il capo, delusa dal suo tono. 

“Io non mi innamoro, soprattutto di quelle infantili e disattente come te.” 

Non può averlo davvero detto. Tengo la testa verso il basso, sforzandomi di non crollare proprio davanti a lui.

“Sei una bambina, Sakura. Cresci.” 

“Non puoi pensarlo seriamente.” do voce alle mie paranoie, mentre mi ripeto che è solo arrabbiato, che il fatto di non essermi confidata con lui, di essere l’ultimo ad averlo saputo, lo ha ferito. 

Lui non mi risponde, inizia ad incamminarsi, e fa per andarsene. 

“Shaoran!” lo richiamo. La mia voce è tesa, ma meno rotta di prima. Lui non si ferma, procede. Solo quando lo vedo sparire, diretto chissà dove, inizio a piangere in modo sonoro. 

Sento dentro casa di Tomoyo urli e grida di felicità, probabilmente è mezzanotte. Prendo il telefono e controllo. Proprio così, è appena iniziato il nuovo anno, nel peggiore dei modi. 

 

 

ANGOLO AUTRICE: et voilà, il capitolo di Capodanno. Ditemi cosa ne pensate, se vi ha deluso, se vi è piaciuto… insomma, queste cose :)) come sempre, a me sembra che non sia sto granché. Hahah. Grazie di tutto! Alla prossima! Bacioni x.
   
 
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