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Autore: Teddy_bear    16/05/2018    5 recensioni
In musica, un preludio (dal latino praeludium) è generalmente un brano piuttosto breve, di solito senza una forma codificata, collocato all'inizio dell'esecuzione di una composizione o di una sua parte. In anatomia, preludio, era il cuore di Shaoran. Ma Sakura sapeva benissimo ascoltare e salvare i cuori.
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AU fanfiction, dove Shaoran è un pianista con il cuore spezzato e Sakura è una studentessa di medicina, specializzanda in cardiologia.
[Se volete, per capirci meglio, ho pubblicato un’introduzione ed un trailer].
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Li Shaoran, Sakura Kinomoto, Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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SAKURA

 

Il giorno dell’esame di patologia è arrivato. Le vacanze di Natale sono state tranquille, fino al giorno di Capodanno, dov’è successo quel pasticcio con Shaoran. Da allora, non l’ho più visto né sentito. Non l’ho più cercato, e nemmeno ho provato ad andare a casa sua per chiarire. Le sue parole mi hanno fatto male, lo ammetto, tuttavia mi sembra assurdo dover concludere un’amicizia così bella che si era formata a causa di un piccolo fraintendimento. Per quanto riguarda io ed Hisato, ora come ora, abbiamo buoni rapporti civili. Se capita di vedersi a tirocinio o in giro, parliamo tranquillamente, così come al telefono. Lui ha un certo riguardo, è vero, spesso e volentieri entra nell’argomento della nostra relazione, ma io cerco di restare sulle mie, perché non voglio ancora decidere cosa fare. La vera cosa che, attualmente, mi preoccupa è proprio il rapporto instabile con Shaoran. Devo fare qualcosa per sistemare con lui. 

“Signorina Kinomoto.” 

Alzo il capo, ritrovandomi davanti ai miei occhi l’assistente della mia insegnante. 

“Tocca a lei.” 

Prendo un respiro profondo, e la seguo, fino ad arrivare nella stanza dove si terrà l’esame. 

Spero che mi vada bene. 

 

***

 

Chiudo la porta alle mie spalle e respiro l’aria a pieni polmoni. Ce l’ho fatta. L’ho passato ed anche con un buon voto. Prendo il mio telefono, e chiamo subito mio padre, come sono solita fare dopo ogni esame. 

“Pronto?” mi risponde dopo poco. 

“Papà, ho finito.” sospiro. 

“Com’è andata?”

“Bene, molto bene!” esclamo, poi gli dico quanto ho preso, e sento le mie mani tremare un po’. Sono sempre agitata quando ho gli esami, e quando li finisco la mia reazione del nervoso accumulato è il tremore. Ormai ci sono abituata, solo che oggi mi sento diversa… sento anche la testa più leggera, quasi. Mi sento intontita e debole, ecco. 

“Allora stasera festeggiamo come si deve. Bravissima, Sakura. Sono fiero di te.”

Sorrido, mentre mi dirigo al di fuori, per evitare di disturbare gli altri. Una volta che sono di nuovo nel corridoio principale dell’università, decido di sedermi. 

“Non vedo l’ora, grazie mille, davvero.” 

Penso che mi prepari una torta, di solito lo fa sempre, quando passo un esame, e compera anche delle pizze. Sono impaziente. 

“Allora, ci vediamo stasera.”

Annuisco. 

“A stasera, un bacio.” chiudo la chiamata. Mi alzo da dove sono seduta, e devo risedermi subito, perché sento la testa girarmi. Ma cos’ho oggi, nella mia salute, che non va? Credo sia meglio che io mangi qualcosa. Guardo l’orologio, e constato che è mezzogiorno. Capita giusto giusto. Prendo la mia valigetta ventiquattr’ore e mi dirigo in mensa. 

 

***

 

Una volta arrivata di fronte ai tavoli, con il vassoio alla mano, mi guardo in giro, alla ricerca di un posto. Quando vedo Shaoran, intento a mangiarsi un trancio di pizza, decido di sedermi di fronte a lui, anche per parlare. Se non fosse che Dora, sbucata quasi dal nulla, mi ruba l’unico posto libero a tavolo dove lui sedeva. Sospiro. Non riesco a muovermi, e resto lì, in piedi, con il mio vassoio a guardare quei due. Passano pochi secondi, poi Shaoran, come richiamato dal mio sguardo insistente su egli, alza gli occhi verso di me. Credo di aver sentito la terra mancarmi sotto il piedi, perché mi sembra di cadere nel vuoto. Scuoto il capo, e decido di sedermi ad un tavolo poco distante da loro, che è quasi completamente libero, se non per una persona che sta mangiando in solitudine. Mi siedo e poso il vassoio sul tavolo. La mia vista si annebbia, e devo sfregare gli occhi. Sento anche le mie orecchie farsi più ovattate. Decido di bere un bicchiere d’acqua e di iniziare subito a mangiare il mio piatto di pasta. 

“Sakura, ciao, amica mia.” Meiling mi travolge, sedendosi subito di fronte a me. 

“Ciao, Meiling.” sorrido.

“Hai avuto l’esame, oggi, giusto? Com’è andata?” 

Le rispondo che sono stata soddisfatta e che mi ha dato un buon voto l’insegnante, che io ho accettato senza indugi. 

“Alla faccia, complimenti.” dice, la mora davanti a me.

“Tu stai bene?” 

Meiling annuisce, poi si volta, verso il cugino.

“Hai parlato con lui?”

“No.”

“Perché?!” alza la voce. 

“Lo stavo per fare, poi si è seduta Dora che…” 

“Abe, basta!” sobbalzo. Shaoran ha alzato la voce di molto, tanto da far voltare le persone dei tavoli nel perimetro vicino a lui, nella sua direzione. 

“Non voglio avere una relazione con te, non voglio che tu continui a fraintendere tutto.” abbassa un po’ il tono, ma arriva alle mie orecchie lo stesso. Meiling si porta una mano alla bocca, visibilmente stupita. Non mi sfugge però, il sorriso che tenta di coprire. Perché sta sorridendo?

“Ma noi ci siamo baciati.” la risposta dell’altra è molto più sottile e delicata, molto più leggera. Ho dovuto tendere le orecchie al massimo, per percepire le

parole. 

“Tu mi hai baciato. Non voglio stare insieme a te, non è di te che sono innamorato. E ora, se vuoi scusarmi.” dice, e si alza, mettendo il vassoio nell’apposito posto. 

Non è lei che ama. Nel senso che non ama nessuno? O nel senso che si è innamorato di un’altra nel mentre non ci siamo sentiti e visti? O magari è una frase gettata lì, a caso. Non lo so. Torno a fissare il mio vassoio, mentre lui sembra dirigersi verso la nostra direzione. Meiling sembra esplodere di gioia da tutti i pori. Ad un tratto, inizio a vedere come dei puntini colorati nella pasta, tendenti al blu, come se avessi fissato il sole per troppo tempo, e le mie orecchie si tappano, molto più di prima. Sento le forze abbandonarmi, e piano piano sento come una forza tirarmi verso l’esterno del tavolo.

“Sakura!” la voce di Shaoran, così alta, mi arriva subito. L’ultima cosa che sento, prima del buio, sono due braccia che mi permettono di non cadere a terra, sul pavimento della mensa. 

 

***

 

Quando metto a fuoco ciò che mi circonda, la prima cosa che noto è che sono nell’infermeria della mia università. Sono sdraiata su un letto e circondata da pareti bianche. Mi stropiccio gli occhi, e il medico mi sorride.  

“Come si sente?” domanda. 

Mi guardo in giro, un po’ spaesata. 

“Sono svenuta?”

“Sì, ha avuto un calo di zuccheri.” mi spiega. Sospiro. Cavolo, non ci voleva. Ultimamente, per la tensione dei fatti accaduti, ho avuto spesso dei giramenti di testa, ma nulla di più. Mai ero arrivata allo svenimento, fino ad ora. 

“Ha saltato qualche pasto?”

Annuisco. 

“Cerchi di non farlo più, altrimenti le forze l’abbandonano.”

“Va bene.” ha ragione: sono stata una stupida. È che lo stomaco mi si chiude spesso, e mi passa la fame, quando sono tesa o c’è qualcosa che mi preoccupa. Il dottore mi dice di riposarmi ancora un po’, poi esce dalla stanza. Entrano subito dopo Tomoyo, Meiling e Shaoran, visibilmente preoccupati. 

“Sakura, come stai?” Tomoyo è la prima a parlare. Le faccio cenno che sto bene, e lei mi abbraccia. 

“Ci hai fatto prendere un colpo.”

“Scusatemi.” 

“Vuoi bere qualcosa? Andiamo a prenderti un the zuccherato?” mi chiede, Meiling, accarezzandomi la testa. 

“Magari sì, grazie.”

La mia amica sorride e prende Tomoyo per un braccio, trascinandola fuori dalla stanza. Una volta chiusa la porta, Shaoran si siede sul letto, davanti a me. 

“Grazie, per avermi sorretta.” ricordo nitidamente le sue mani sulle mie braccia, e di non essere crollata come un sacco di patate a terra proprio per merito loro. Il pianista schiocca la lingua al palato, poi inizia a parlare. 

“Scusami, per quello che ti ho detto a Capodanno, non lo pensavo veramente. È che io, sai…” gesticola. Gli faccio segno di non preoccuparsi.

“Scusami tu. Ho sbagliato a non dirti subito di Hisato.” 

“Quindi è tutto come prima?”

“Certo, Shaoran.”

Lui sorride di poco, poi mi prende una mano tra le sue, e mi da un bacio su di essa. 

“Mi hai fatto preoccupare terribilmente.” sospira. 

“Sto bene.”

Mi guarda negli occhi, e mi accarezza una guancia con la sua mano, per poi portarmi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. 

“Io non penso nulla di quello che ti ho detto. Anzi, Sakura, sono stato molto infantile ed immaturo, me ne rendo conto. Tu sei la persona migliore che io conosca, e l’unica cosa che temo è che tu…” tenta, iniziando un discorso, poi si ferma, prende un respiro profondo “è che tu soffra. Io non posso permettere a niente ed a nessuno di farti soffrire.” conclude, stringendomi di più la mano. 

“Anch’io non voglio che tu soffra.”

“Se stai bene tu, io non posso soffrire.” mi dice. 

“Ho sentito, prima, la discussione con Dora…” cambio argomento, lui si siede meglio sul letto accanto a me, e mi prende entrambe le mani tra le sue, intrecciando le nostre dita. 

“Sì.” bofonchia, soltanto. 

“L’hai rifiutata.”

Lo vedo annuire. Sento come il cuore farsi più leggero, senza alcun apparente motivo.

“Ho riflettuto molto, da Capodanno, e sono giunto ad una conclusione, che non voglio più negare. Quindi l’ho rifiutata perché io…”

“Sakura! Santo cielo!” Hisato entra nell’infermeria, con un’espressione incredibilmente impensierita ad incorniciargli il volto. Il pianista vicino a me sbuffa sonoramente, allontanando le nostre mani.

“Come stai?” mi domanda, Hisato. 

“Meglio, ho avuto un mancamento, ma ora va meglio.” rispondo. Proferisce di stare attenta, e mi raccomanda di mangiare. Poi, come se fosse appena stato colpito in faccia da una secchiata d’acqua, si volta verso il mio amico.

“Li.” dice con astio. 

“Miura.” ricambia, l’altro. 

Guardo le parti opposte al mio letto, destra e sinistra, dove sono rispettivamente Hisato e Shaoran. 

“Ci puoi lasciare soli?” gli fa questa richiesta, il mio ex ragazzo. 

Shaoran assottiglia gli occhi, poi risponde, e sento un tuffo al cuore. 

“No. Sono preoccupato per lei molto più di te.”

ANGOLO AUTRICE: ecco, questo capitolo è un po’ di passaggio, non è niente di che, ed avete ragione se pensate che sia corto o deludente. Posso dirvi che nel prossimo, Sakura parlerà di sua madre a Shaoran, ed anche Shaoran si racconterà di più. Ditemi cosa ne pensate! Bacioni x.
   
 
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