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Autore: il dolce bacio di Harry    20/05/2018    0 recensioni
Stephanie trema di paura al sol pensiero che lui, la sua unica ragione di vita possa andarsene e lasciarla senza un motivo preciso tanto da chiedersi cosa fare, dire e di conseguenza come agire.
Tom non facilita decisamente le cose, anzi...
Esce di casa in piena notte di fretta e furia e girovaga per la città senza una meta o una data destinazione.
Lei è lì ad attenderlo; non vede l'ora di riabbracciarlo e di riabbracciarlo piena di sogni, speranze ed aspettative di vita.
Cosa dovrà dirle Tom alla persona più importante della sua vita?
E perché si sente un emerito vigliacco a dover dire quelle fatidiche parole alla sua Steph?
E lei che da sempre lo segue e lo ama come reagirà ad una notizia inaspettata?
Quando ami ti perfori l'anima, è inutile.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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< Papà sto bene, adesso però mollami > sbotto esasperata dall’abbraccio di mio padre.
Per carità, ha tutte le ragioni del mondo visto che sua figlia stava per essere uccisa da uno squilibrato.
Brividi su brividi percorrono la mia schiena stretta nella morsa di ferro.
Phil e le sue manie.
E le sue vittime.


Giusto per non dimenticare.
Vero Stephanie? 
 
< Papà… > riprovo fallendo come sempre.
< Ascolta almeno oggi fatti abbracciare > mi sussurra a due centimetri inspirando a pieni polmoni quello che dovrebbe essere il mio profumo.
< Mamma mia come sei Steph! > urla Bill squittendo come una specie di topolino.
< Sentite io non so da abbracci e piantini vari > ribatto offesa.
‘Seh, come no’ stuzzica la mia solita rottura di ca… ehm la mia vocina interiore; la mia amabile, oserei dire, vocina interiore.
Bill mi guarda e annuisce prima di stuzzicarmi < ma se hai pianto giorno e notte quando ti sei lasciata con Tom >.
L’ha detto sul serio?
Non può, su…
Lo guardo allibita e interdetta, socchiudo gli occhi e rispondo di sasso < dettagli >.
Mio padre ride e esplica < quanto sei rustica figlia mia! E chi ti si prende se fai così? >.
Mio padre e Bill ridono tranne la sottoscritta.
Bhè, tante grazie.
Invece di riempirmi di coraggio mi infondono ulteriori sicurezze.
Grazie mille papà e grazie mille Bill.
Non doveva essere lui il prescelto per questa visita improvvisata  di oggi che mi avrebbe tirata su di morale?
Sicuramente; questo fa combriccola con mio padre e mi ricordano che la mia vita sentimentale in questo particolare periodo non è proprio rosea ma anzi.



Che gioia la vita!



< Sono contento che siate venuti a trovarmi anche perché sarei venuto io in questi giorni >.
< Bhè ringrazia Bill che ha guidato fino a qui > sorrido ed indico il biondo con fare sornione.
< E Tom? Come mai non è venuto? > domanda papà sedendosi sulla sedia in vimini e prendendo un bicchiere stracolmo di margarita che porge prontamente al mio amico.
< In realtà non gliel’ho nemmeno chiesto > dico indicando il bicchiere di margarita a mio padre che fa finta di non aver capito perché domanda < e perché scusa? >.
Mai una volta che si facciano gli affaracci proprio è?!

< Boh, in realtà non lo so nemmeno io… Però questi giorni ho voluto lasciarlo tranquillo anche perché da dopo l’indicidente mi è stato sempre appresso e quindi… > tento di dire prima di essere interrotta da Bill < quindi che? Fatti capire >.
< Quindi un bel niente, ma volevo lasciarlo riposare, almeno si rilassa un pochetto che è stressato > sentenzio sporgendomi dalla sedia, prendendo il bicchiere ed assaggiandone il contenuto.
< Cavoli, proprio buono papi! > emetto rabbrividendo per il sale a contatto con le mie labbra.
< Ma quindi siete tornati insieme? > mi riporta alla realtà papà.
Scuoto animatamente la testa ed aspetto un’ altra domanda che subito arriva < come no? Ma se state sempre appiccicati?! Non sei a casa sua? Bhè vostra? >.
< Non c’entra nulla, non è che adesso se passiamo del tempo insieme significa per forza che dobbiamo ritornare insieme > emetto giudiziosa come non mai.
< Bhè sì > dice papà e poi domanda a Bill < tu che ne pensi invece? >.
< Di cosa? > chiede il biondo.
< Del fatto che sono scopa amici >.
< Non siamo quello che hai appena detto papà! > urlo incavolata.
continua il moro prima che io controbatta secca < non stavi chiedendo qualcosa a Bill? >.
< Ah si, esatto >.
< Allora? > chiedo portando una ciocca di capelli vicino al naso per sentirne il profumo dato dallo shampoo agli agrumi.
< Bill che pensi di loro due, di questa situazione? >.
< Mhh, è difficile capire come andranno le cose poi capirai, con due zucconi come loro > giudica il mio amico dandomi un buffetto sulla spalla e scusandosi subito dopo per via del mio gridolino.
< Ti ho fatta male? > chiede visibilmente preoccupato.
Scuoto la testa e rispondo per non farlo preoccupare ulteriormente < no, non malissimo ma sento ancora dolore >.
Eggià, è così.
I miei ematomi non sono spariti del tutto anzi…
Più passano i giorni e più sembrano aumentare di grandezza, anche se so non essere così effettivamente.
Li sto curando giorno dopo giorno e mi sto curando sperando di poter dimenticare questo brutto episodio prima del tempo.
Tra un paio di settimane ci sarà l’udienza che condannerà il mio aguzzino ad un tot di anni ma io non parteciperò.
Parlerò soltanto col giudice e la giuria in privato.
Io e l’altra ragazza.
Le due sopravvissute come ci chiamano in centrale.
< E l’altra ragazza come sta? > mi chiede mio padre riportandomi alla realtà.
Sorseggio il mio drink e rispondo < bene, anche per lei però è molto difficile da superare anche se è passato più tempo >.
Sbuffo e dico speranzosa < spero finisca presto questa tiritera che almeno volto pagina >.
I miei due interlocutori annuiscono mentre una macchina parcheggia sul vialetto di casa.
E mo’ chi sarà?
E se è Tom?

O d d i o, a casa mia, con mio padre?!
Sai la situazione imbarazzante che si potrebbe venire a creare?
Spero non sia lui, lo spero vivamente con tutta me stessa.

Vedo mio padre agitarsi cosa che mi tranquillizza agitandomi un pochino.
Perché è così agitato?
Se non è Tom chi è allora?
< Ehi, ciao Jane > sentenzia papà alzandosi dalla sedia per accogliere l’ospite in questione.
Aspetta Jane, mi sembra di aver già sentito questo nome.
O sbaglio?
Aspetta Jane…

Quella Jane?

< Ehmm, ciao > dice una donna spuntando davanti e salutando con la mano delicata.
Io e Bill salutiamo educati ma ancora non mi affretto a presentarmi perché voglio che lo faccia mio padre.
Alzo le spalle e mi schiarisco la voce aspettando.
< Jane, lei è mia figlia Stephanie e Steph lei è Jane la mia… compagna > sbotta papà rosso in viso.
Che dolce!
Era da tanto che non lo vedevo in imbarazzo.
Questa cosa mi fa capire che ci tiene molto a Jane.
Bella donna comunque.
Mai come mamma però’ rifletto tra me e me.
Ricaccio indietro sta cosa della gelosia e sorrido porgendole la mano che prontamente stringe.
< Non mi avevi detto che fosse così bella > giudica la donna sedendosi sulla sedia di fronte alla mia.
Sorrido imbarazzata mentre mio padre prende a dire < è veramente bellissima, una gemma ma io non c’entro nulla… ha preso tutto da sua madre >.
Tutti ridiamo alla battuta ed io sorseggio un altro goccio del mio drink.
< E lui? È il famoso? > chiede la rossa.
Guardo papà che mette le mani avanti < no, non è il famoso cara >.
< Che vuuol dire famoso? > domando curiosa.
Jane sta per rispondermi ma viene interrotta da mio padre che chiude la questione con un niente.


Niente?


< Il famoso non mi sembra niente papi… >.
< No, ma veramente non importa > continua.
Lo guardo come un felino e continuo a domandare < che vuol dire veramente non importa? >.
< Steph, sul serio non è nulla > prova mio padre.
Questo lancia il sasso e poi ritira la mano.
Sì che non lo conosco.
Pff.
< Scusa come hai detto che ti chiami? > chiede Jane al biondo che subito si mette in mostra come solo lui sa fare < Bill, onorato di conoscere una bellissima donna come lei >.
Jane ride e domanda scettica < ma quindi non sei Tom? >.
Ah ecco dove dovevamo arrivare a parlare di Tom.
Quanto sono stupida, come ho fatto a non pensarci prima?
Era così evidente.
Jane era sicura che oggi avrebbe conosciuto Tom e invece...
Sorpresa!
< No > dico ridendo sommessamente.
< Mhh non ci sto capendo niente > sentenzia la rossa prima di assaggiare il drink fatto da mio padre.
< Allora ti spiego > prova a dire papà prima che lo interrompa < no, spiego io va >.
Mi lego i capelli e noto la donna deglutire impercettibilmente; poi spiego < lui è Bill, Tom è il fratello. 
È Tom il mio ex >.
< Ahhh, ora ci sono! > esclama.
Mio padre la guarda e le fa un occhiolino  prima che lei riprenda la parola < è che siete uguali, lasciamelo dire >.
< Si, uguali uguali > giudica papà mentre io chiedo < come fai a sapere che sono uguali? >.
< Mi ha fatto vedere una foto tuo padre, una vostra foto > mi spiega sorridendo.
< Cioè le hai fatto vedere una mia foto con Tom? Papà! > urlo rossa di vergogna quando mi porgono la foto in questione.

Io sulle gambe di Tom in giardino.


Felici, spensierati e penso anche ubriachi a vedere i nostri occhi.
Che belli che eravamo.
Io così radiosa mentre guardo Tom ridendo; Tom così innamorato mentre mi tocca una guancia con un ghiacciolo.

Sussulto mentre sento gli altri < che bella coppia >.
Ebbene si, che bella coppia… che eravamo.

Che eravamo.


< Cambiando discorso, tu come stai? > domanda la rossa facendo riferimento ai lividi ed ematomi vari.
< Bene dai, passerà > dico indicandomi le labbra e il corpo emaciato.
< Immagino sia stato traumatico >.
Ebbene sì, immagini bene vorrei rispondere limitandomi a confermare < sì, traumatico a dir poco; ancora oggi non so come sia potuto accadere >.
< Era un pazzo psicopatico > mi rincuora mio padre per non ricordarmi che in fondo la colpa è stata anche un po’ mia.
Ho aperto la porta pur essendo in ansia e pur sapendo di essere pedinata; l’ho lasciata aperta.
Ma soprattutto non ho detto niente di niente a nessuno per non farli spaventare.
Finendo col far peggio.
< Sì, appena ci sarà l’udienza vi saprò dire > dico arricciando il naso per qualche istante.
Poi volendo cambiare discorso domando < e voi due come vi siete conosciuti? >.
< Mentre facevo la spesa > dice Jane mentre mio padre se ne esce con  un < in chiesa >.
Io e Bill ridiamo in coro e scuotiamo la testa in sincrono manco a a farci apposta.
< Mr Williams! > urla Jane puntando un dito longilineo contro il signore che le sta a fianco.
< Oh, io la prima volta ti ho vista in chiesa bella mia > si scusa.
Li guardo intenerita.
Ammetto che appena ho saputo di questa loro frequentazione non l’ho presa bene per niente ma adesso che li vedo sono contenta; sul serio.
Mi sembrano affiatati e legati come non mai.
Quindi ben venga per entrambi.
< Mi ha colpito subito >.
< Mamma mia Stephanie tuo padre mi ha corteggiato per mesi, non ne potevo più > esplica la compagna sghignazzando per qualche secondo.
< Papà! Non ti facevo così perspicace > punzecchio tirandogli una nocciolina dalla ciotola.
< A voi donne piace essere corteggiate > ribatte sicuro e deciso come non mai.
< A me no > controbatto di sasso.
< E chi ti crede?! > domandano ironici papà e Bill prima che Bill spieghi < dai ammetti che prima di dire di sì a Tom ce ne hai messo del tempo è… >.
Scuoto la testa e lui chiude la frase con un < ammetti la verità miss mi faccio corteggiare per poi non presentarmi all’appuntamento all’ultimo secondo >.
< Che vuol dire? > domanda Jane curiosa e con gli occhi fuori dalle orbite.
< Proprio quello che ho appena detto ossia che l’ha paccato all’ultimo >.
< Non l’ho paccato > dico guardandolo per un attimo.
< Oh sì che lo hai paccato, ero a casa con lui e mi ricordo bene la sua espressione > sentenzia il biondo marcando bene la parola espressione.
< Non era mica colpa mia se era un deficiente > sbotto prima di finire < e comunque non l’ho paccato, l’avevo avvisato >.
Non l’ho paccato.
Seh, come no Stephanie.
Ricordo ancora quel pomeriggio afoso e i miei dilemmi sull’uscire o non uscire con uno che fondamentalmente non conoscevo e che avevo visto due o tre serate al massimo.
Non è che mi piacesse, badiamo bene.
Lo vedevo limonare a destra e a manca come un ossesso, cambiare ragazze, donne come bamboline e sta cosa mi irritava.
E non poco.
Quindi ricordo bene la sensazione dopo avergli dato buca.
Ero felice, raggiante come mai prima d’ora.
Perché avevo rifilato un due di picche a colui che si era presentato con un < Tom, ma puoi chiamarmi anche il Dio del sesso >.
‘No, mi dispiace ma ho un impegno che non ricordavo di avere’ ripete la mia voce riportandomi a quel pomeriggio come se il tempo non fosse mai passato.
E noi fossimo all’inizio della nostra conoscenza.
Esattamente tre anni fa.

Tre.


Ricordo il tuo sguardo e il disappunto nel vedermi la sera seguente a casa di Julia.
Mi hai squadrata e poi non mi hai calcolata più tutta la sera.
Facendomi sentire una merda.
Facendomi sentire piccola piccola.
Così piccola da star male.

< Non ci credo Stephanie! > squittisce la rossa ridendo ma dandomi un cinque tipo come a dire ‘brava, così si fa’.
Sto per dire qualcosa ma il telefono del mio amico inizia a trillare più volte prima di squillare.
< Aspetta, cosa? > domanda il biondo premendo il telefono più vicino.
< Sono con Steph ecco perché non mi trovi a casa zuccone! >.
< È Tom > mimo con la bocca agli altri presenti.
Oh parli del diavolo e gli spuntano le corna!
Proprio vero sto detto.
Da morire proprio.
< Siamo in giro, torniamo stasera quindi arrangiati per cena > dice tutto d’un fiato prima di gesticolare con le mani un ‘che palle’.
Sbuffa diverse volte e poi lo mette in guardia < non andare a casa mia a cianfrusare tra i miei piatti, sta a casa tua >.
Rido e gli faccio segno per capire che vuole.
< Rompe ecco quello che vuole > giudica il gemello coprendo l’altoparlante in modo che il fratello non possa sentire non riuscendo nell’intento visto che si sente una voce urlare dall’altro capo del telefono un < stronzo! Ti ho sentito >.
Sbuffa ancora, poi mi porge il telefono scocciato.
Non faccio in tempo a salutarlo che subito < ti sei messa la crema? E i lividi? E gli ematomi? E lo stick per le labbra? E la compressa? >.
< Se, se, se… blablabla > dico roteando gli occhi.
Tutti i giorni è sempre questa; lui che mi chiama assicurandosi che io abbia fatto tutto quello che devo fare per curarmi.
Ogni quarantacinque minuti a distanza di tre ore per l’esattezza.
Il biondo prende il telefono mentre sto ancora parlando ed urla un sonoro < basta, sei un rompipalle su, ciao Tomi! >.
< Sai quanto si arrabbierà? > chiedo sorniona.
< Oh, certo ma pazienza > mi risponde tirandomi un occhiolino.
< Si preoccupa è?! > domanda Jane; poi chiede vergognosa < e tra voi due desumo tutto bene quindi >.
Le mostro un pollice tipo a dire esatto e rispondo alla sua prossima domanda < no, non siamo tornati insieme; diciamo che siamo amici ecco… è molto per me se devo essere sincera >.
< Ti si legge dagli occhi che per te è importante >.
< Chi? > chiedo.
< Tom, lui è la persona più importante della tua vita Stephanie e si vede > riflette ad alta voce la nuova compagna di mio padre.
Compagna.
Che strano.
Che strano dire la nuova compagna di mio padre è?!
Annuisco più e più volte, poi guardo mio padre e domando < quindi? Che mi raccontate di bello? >.
< Mha niente di niente, solita vita e solita routine >.
< Una cosa possiamo dirtela > dichiara Jane prima che io faccia un breve cenno come a dire continua < quest’estate pensavamo di venire a Los Angeles per qualche giorno >.
< No, ma non è ancora detto > esplica mia padre facendo rabbuiare la donna al suo fianco.
< Non ci sono problemi, vero Steph? > mi chiede Bill ed io mi affretto a reggere la sua teoria < assolutamente, per noi sarà un vero piacere >.
< Ah, allora ok… > sentenzia mio padre prima di domandarmi < sei sicura che vada tutto bene? >.
Annuisco e gli sorrido incoraggiandolo < certo, perché non dovrei essere sicura? >.
Mio padre mi manda un bacio volante e mima un grazie.
< E tu andrai in vacanza? > chiede la rossa costringendomi a guardarla.
< Bhe, sinceramente non saprei, ma non credo anche perché non saprei con chi andare >.
< Scusa e i ragazzi? > chiede papà indicando Bill.
< Gli altri partono per il tour, giusto Bill? > domando al mio amico che conferma la cosa.
< Starò da sola a riflettere e a rilassarmi > asserisco sicura.
< E Julia? >.
< Julia non lo sa ancora ma forse vuole seguire i ragazzi > confesso guardando il mio amico visto che lui è all’oscuro di tutto.
< Cosa?! > strilla facendomi indietreggiare.
< Eh.. > provo a spiegare mentre il biondo parte alla carica < che vuol dire che vuole venire con noi? >.
< Quello che ho appena detto Billi >.
Riprendo a parlare visto che il mio amico non parla < non è detto, vorrebbe perché la lontananza la farebbe star male ma ancora non è sicura >.
< Quali sono i motivi? > chiede papà.
< Chi è Julia? > domanda Jane ridendo con una mano davanti la bocca con fare disinvolto.
Mi gratto delicatamente l’angolo della bocca che prude attenta a non farmi del male per via delle varie ferite e poi rispondo ad ogni domanda < allora Julia è la mia migliore amica che è fidanzata con Georg il bassista della band e invece per rispondere alla tua domanda papà… è facile ha paura delle reazioni delle fans >.
< Mamma mia ci credo > sbotta Bill facendo tintinnare il bracciale a contatto col bicchiere di vetro lucido.
 < Ascoltami bene Bill, questa cosa non deve uscire da qui… i ragazzi non devono saperlo né tantomeno Georg perché nemmeno lui lo sa, sia chiaro? > intimo accusatoria guardandolo intensamente.
< Posso chiederti una cosa? > domanda Jane sorseggiando quello che dovrebbe essere un secondo margarita.
Bene, è bella e beve proprio come me.
Mi piace devo essere obiettiva.
Schiocco la lingua e sento la sua richiesta prima di confutare < bhè riguardo la tua domanda su come dev’essere vivere ed avere una relazione con un ragazzo famoso posso dirti che non è difficile ma qualcosa di più.
È una cosa che non si può spiegare se non la vivi >.
Poi continuo < non sto dicendo che è brutto assolutamente però è… strano direi anche perché non sai mai il resto del mondo come prenderà la cosa etc >.
< Da quanto tempo vi conoscete tutti quanti? > domanda.
Rifletto e rispondo cercando l’appoggio del mio amico < credo tre anni con i ragazzi, con Julia è una vita visto che la conosco da quando andavo a scuola >.
< Quindi ricapitolando: i ragazzi sono Bill, Tom, Georg? > chiede tenendo il numero con la mano destra.
< Più Gustav > asserisco aggiungendo l’ultimo membro.
< Certo che dev’essere bello essere in una band, no? > domanda retorica al biondo che annuisce sorridendo apertamente.
< Sì, te lo posso assicurare; so certi aneddoti > giudico ridacchiando da bambina.
< Che aneddoti? >.
< Cose varie riguardanti i tour, soprattutto su di te Billi >.
Vedo il mio amico sbiancare e poi chiedere < sulle fans immagino >.
Rido e scuoto le spalle prima di spiegare a mio padre e a Jane < praticamente tutte le fans vogliono Bill, è il loro sogno in pratica >.
< Nahh, macchè… > prova a teorizzare Bill finendo col ridere perché sa di aver detto una castroneria grossa quanto una casa.
< E vivete tutti a Los Angeles immagino > enfatizza la rossa aumentando il tono di voce.
Annuiamo e mi affretto a spiegare < io ci vivo da soli tre anni, Julia e i ragazzi da più tempo >.
Poi continuo < diciamo che mi sono trasferita in seguito, dopo averli conosciuti e aver capito che mi avrebbero stravolto la vita >.
< Ti piace? > domanda Jane.
< Allora se devo essere sincera all’inizio ero terrorizzata; troppo caotica e troppo dispersiva > emetto prima di continuare < infatti non ci volevo nemmeno venire >.
< E poi? Come ti sei convinta? >.
< Semplice: mio fratello che ha una forza di persuasione enorme! > urla Bill euforico come sempre.
Annuisco e spiego < bhè, siccome avevo capito che tra me e Tom c’era qualcosa di speciale ho voluto provarci e anche se con mille dubbi e insicurezze non ti nego che è stata la decisione più giusta che abbia mai potuto prendere in tutta la mia vita.
La amo, ormai è casa mia >.
< Che gemma di ragazza di tua figlia oh > schietta la Jane tirando un buffetto a mio padre e provocando una risata dalla sottoscritta.


Un buffetto.

Come quelli che tiravo io al mio T o m.


Sempre, ogni giorno.
Per farlo arrabbiare, per farlo esplodere.
Per scherzare, per chiedere semplicemente un suo sguardo


È veramente strano; così come è strana la conversazione odierna.
Si passa da un argomento all’altro senza mai fermarsi con la voglia di conoscersi.
Quindi siccome si gira e gira parlando del più e del meno domando < e tu invece hai sempre abitato qui? >.
La rossa mi guarda scuotendo la testa < no, abitavo a dieci chilometri da qui ma poi dopo essermi sposata ci siamo trasferiti qui e siccome mi è piaciuta fin da subito ho deciso di restarci anche dopo che mio marito è scomparso >.
< Mi dispiace > boccheggio dispiaciuta.
Fa un gesto con la mano come a dire ‘purtroppo è la vita’.
Ed ha ragione.
La vita è così imprevedibile da farmi quasi paura alle volte.
Sono sincera.
 
 

Ma ci si rialza, sempre.




< L’importante è andare avanti > confida la rossa come se mi leggesse nel pensiero prima di guardare mio padre che la guarda teneramente.
< Papà non potevi trovare una donna così saggia al tuo fianco >.
< Ragazzi stavo pensando che questa sera potete fermarvi a dormire qui, che ne dite? > domanda mio padre ripresosi dallo stato catatonico in cui era caduto precedentemente.
Rifletto e poi quasi in sincrono con Bill rispondo < no, è meglio tornare a casa anche perché poi domani abbiamo un’intervista e devo riposarmi più che posso >.
< Andrai con loro? >.
< No, non mi va e poi in questo stato dove voglio andare?! > esplico indicandomi con un gesto fulmineo.
< Misà che sei una tipa riservata, non è vero Steph..? > chiede Jane prima di richiedermi preoccupata < posso chiamarti Steph o preferisci Stephanie? >.
< Steph va più che bene > le dico strizzandole l’occhio destro.
Prendo il mio bicchiere e dopo un sorso di quello che una volta avrebbe dovuto essere un margarita confido < sì, sono molto riservata; cerco sempre di stare alla larga da paparazzi e mondo dello spettacolo >.
< Ti ricordi quella volta? > domanda il biondo facendomi subito capire di che episodi si tratti.
< Oh cielo! Come dimenticare il mio pomeriggio perseguitata dai paparazzi? > esclamo alzando la voce.
Poi proseguo < praticamente ero con Bill a fare delle commissioni… > prima di essere interrotta da Bill che precisa perfettivo < shopping non commissioni >.
Roteo gli occhi come a dire ‘che palle che sei’ e poi seria dico < seh, shopping hai ragione… comunque stavo dicendo che eravamo a fare shopping e non ci siamo resi conto di essere inseguiti da dei paparazzi fino a che non mi sono rovesciata il frappè che stavo allegramente bevendo.
Il giorno dopo manco a dirlo ero su tutti i giornali con una faccia spaventosa >.
Che scena!
I miei interlocutori ridono a crepapelle ed io ammetto < da quella volta ho deciso che la vita mondana non fa per me, quindi ho sempre evitato feste, eventi etc… >.
< Bhè col passare del tempo sei solo peggiorata figlia mia >.
< Papà!! > urlo portando una mano davanti alla bocca per l’oscenità appena sentita.
< Da piccola eri un casino, sempre sporca, sempre per terra > ride mentre prende il suo portafoglio.
Tremo mentre vedo una foto che presumo avere diversi anni.
Magari quasi quanto i miei.
< Non lo fare, ti prego > supplico non ottenendo il risultato sperato perché mio padre porge il cimelio alla sua compagna che scoppia a ridere involontariamente.
Cerco di afferrare la foto ma inciampo sui miei stessi piedi mentre la foto passa in mano al mio amico che inizia a ridere a più non posso sfottendomi come il suo solito.
< Sono orrenda papi, che cavolo > mi lamento mettendo su un finto broncio mentre mi avvicino ai piedi di mio padre.
< Guardami Steph > mi chiama Bill.
Mio padre mi fa il solletico e proprio mentre sto ridendo come una dannata mi giro verso Bill che prontamente scatta una foto.
Io, papà e… Jane.
Li guardo scoppiando a ridere per la mia faccia; guardo Bill che mi sorride e capisco che sono questi i momenti che mi fanno stare bene.








Che mi rendono felice e la solita Stephanie.


 

P.s
Ehmm!! Come dire… dopo un anno e più eccomi di nuovo qui.
In un solo giorno ho partorito il capitolo in questione talmente mi ha preso voglia di scrivere e scrivere…
Spero di rendere felice qualcuna/o; le recensioni o un piccolo pensiero sono sempre più che graditi.
Un bacione enorme.
  
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