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Autore: FlameOfLife    25/05/2018    5 recensioni
[Law x Kyoko(NuovoPersonaggio)]
Una pasticciona e combina guai di ragazza, dotata dei poteri di un Rogia (frutto Denki-Denki no mi), si ritroverà a navigare insieme alla ciurma di un chirurgo assai noto per i suoi modi sadici di agire.
Ce la farà la nostra cara protagonista ad uscire illesa dalle vendette organizzate al suo indirizzo?
Beh, se anche lei ricorre alle stesse armi, forse il Capitano dei Pirati Heart ha trovato pane per i suoi denti!
- - - - -
Una ff su un personaggio di mia invenzione e Law, con tanto di Pirati Heart e altri pg che appariranno verso metà storia.
Principalmente andrà più sulla comicità (almeno, spero vi faccia ridere :P), ma se ne vedranno anche delle belle!
Vi attende un mix di figuracce, vendette ed intrecci sentimentali.
Ah, ultima cosa prima di lasciarvi alla lettura: vi avverto che mi piace sperimentare, eheh
[Aggiornamenti lenti]
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bepo, Nuovo personaggio, Pirati Heart, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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LxK




Ad attacco ultimato, con un certo sforzo, mi ersi aiutata dal bastone dalle lame seghettate conficcato nel terreno, trattenendomi poi immobile senza quasi fiatare a guardare un determinato punto fra taluni alberi caduti.

In compagnia del silenzio assoluto, eccetto valeva per il rumore della corrente di risacca e dello scoppiettare delle fiamme, attendevo ansiosamente di percepire un qualsiasi movimento nemico. Dopo un lungo istante, non individuando nessuna figura ricollegabile ad Akainu emergere dal cumulo di trochi fra i quali era stato spedito, abbandonai la postura rigida per permettere al mio fisico spossato di riprendersi almeno in parte perché, se mai mi fossi distesa per sbaglio anche solo per un secondo, temevo seriamente che non mi sarei rialzata nuovamente.


“Forse ho esagerato troppo, nel richiamare il Locomovolt”

Per eseguire il colpo combinato assieme a Law, dovendo essere il più scattante possibile per poter cogliere di sorpresa l’avversario, avevo fatto affidamento alla tecnica più opportuna per tale scopo. Purtroppo, non essendo ancora pienamente in grado di padroneggiarla, ogni qualvolta che la utilizzo finisco con il corpo indebolito e prosciugato di tutto il potere e suddetto ci impiega almeno una decina di minuti per raccapezzare un minimo di elettricità; per non contare il fatto che, appena leggermente stabilizzatosi, per un’altra manciata di minuti si diverte a rifilare scosse a suo piacimento ad ogni persona o cosa che osa entrare in contatto con la sottoscritta.

Per lo meno, ne era valsa la pena. No? Ero conscia di non disporre ancora della forza e capacità necessarie per affrontare un Ammiraglio della Marina Militare e che, con il sostegno di Law nelle attuali prestazioni, non arrivavo ancora al loro livello. Tuttavia, dato il risultato conseguito, poteva significare una cosa soltanto…


Io: Ce l’abbiamo fatta?

Lo chiesi tra me e me in un sussurro, come se temessi nel dare voce a quella semplice e breve domanda posta con un tono misto ad incredulità, prima di ripetere quelle esatte parole con maggiore intonazione e decisione, urlando in tale modo al vento il nostro successo.

Io: Law, avevi ragione! Il tuo piano ha funzionato!



Io: Non temere, conta pure su di me

Law: Bene, perché sarai tu ad occuparti della parte più importante

Essendo l’unica tra i due ad utilizzare l’haki dell’armatura e, pertanto, a rappresentare un pericolo maggiore, era prevedibile. Di conseguenza, volendo fargli intendere che per me non vi erano problemi, annuii seria.

Io: Ti ascolto

Law: Mentre io lo terrò occupato, tu eviterai il conflitto restandotene in disparte. Agendo in questa maniera, probabilmente abbasserà la guardia e sarà a quel punto che tu, dopo aver visto la Room svanire, entrerai in scena

Io: Cosa dovrei fare?

Law: Utilizzando di nuovo le sfere elettriche, gli farai credere di volere ritentare con quella tecnica per danneggiarlo ulteriormente. In realtà, il tuo vero obiettivo consisterà nel privarlo momentaneamente della vista per concedermi, così, il tempo necessario per ricreare una Room grande abbastanza da non venire da lui notata

Aggrottai la fronte, pensosa.

“Ricorrere ad un escamotage per accecare Akainu? A che pro?”

Law: Quanto veloce riesci ad andare, sfruttando il tuo frutto del diavolo?

Io: Non quanto l’Ammiraglio Borsellino con la sua luce, ad esempio, ma me la so cavare bene a mia volta

Law: In tal caso, correrai in direzione delle corazzate della Marina dando l’impressione di volerne affondare una. Ad un mio segnale, preparerai uno dei tuoi migliori colpi da sferrare contro Akainu non appena ci avrò scambiati di posto

Finalmente, iniziai a comprendere dove volesse andare a parare con il suo piano e, a conti fatti, potevamo farcela. Restava soltanto un aspetto da chiarire.

Io: Come capirò quando sarà il momento?

Ci rifletté brevemente su, per poi indicarmi con un cenno del capo il mio coprigomito dopo averlo fissato assorto.

Law: Con quello. Te lo farò apparire nella mano, poco prima di effettuare lo Shambles tra di noi

Io: Mmh, d’accordo

Stetti per toglierlo e consegnarglielo, ma dovetti rimandare poiché Akainu si era avvicinato per separarci ancora.




Entusiasta, mi voltai per incrociare lo sguardo di Law e il prevedibile ghigno di vittoria che doveva essergli apparso in viso, eppure l’immagine che mi si parò davanti fu totalmente diversa da quella attesa per un festeggiamento comune. Al che, presa in contropiede, ci misi un attimo di troppo a realizzare ciò che effettivamente era capitato.

“Non può essere vero…”

L’orrenda immagine catturata dai miei occhi sgranati, continuava a venire respinta dalla mente. Quest’ultima, difatti, si stava rifiutando di credere che tutto quello non corrispondesse ad un brutto sogno, bensì alla semplice e disarmante realtà: Law, in piedi nel tratto esatto dove vi ero io qualche istante addietro antecedente lo scambio, aveva una grossa punta di magma indurito conficcata nel fianco destro, trapassandolo da parte a parte; Akainu doveva essere ricorso allo stesso trucco utilizzato con il mastino.

Riuscì a disfarsene poco prima che la Room si dissolvesse e, nell’abbasare lo sguardo sulla lesione, se possibile, spalancai maggiormente le palpebre mentre la gola mi si seccò.

Oppressione. In quel momento, provavo un devastante senso di oppressione il quale, senza porsi scrupoli, mi aveva assalita rendendomi complicata la respirazione ed il corpo pesante come un macigno. E, con ogni probabilità, fu pure l’artefice di uno strano scherzo alla vista, giacché assistetti alla scena a venire a rallentatore: prima Law che si tasta la ferita e scruta il palmo insanguinato; poi la Kikoku che, venuta a meno la presa attorno all’elsa, cade tra i granelli del litorale seguita a ruota dal legittimo proprietario, facendomi trasalire di rimando.


Io: Law…

Ogni singola cosa, attorno a me, perse di valore: il mare, la foresta, il cielo, il sole… tutto. Il paesaggio, che giusto qualche istante fa mi stava avvolgendo con i rispettivi colori, profumi e suoni, divenne improvvisamente un mondo sfuocato. L’unico elemento che riusciva a spiccare fra il nulla, era la persona accasciata a terra di schiena, nonché l’attuale centro dei miei pensieri e delle mie angosce.

Avevamo seguito il suo piano. Suo, non di una come me che si fa guidare più dalle emozioni, che dal cervello. Allora com’era possibile che, uno stratega del suo calibro, giacesse inerme in una pozza del suo stesso sangue? Perché la nostra mossa combinata non si era conclusa come da lui premeditato!?


Io: LAW!

Vedendolo girare la testa per liberarsi di un grumo di suddetto liquido rosso salitogli in bocca, finalmente la mia mente uscì dallo stato di shock ed impartì al corpo rigido di darsi una mossa a raggiungere Law.

Di conseguenza, mi avviai utilizzando la mia arma a mo’ di stampella. Però, ad un paio di metri di distanza, essendo comunque troppo scossa ed avendo la gamba che si rifiutava di collaborare oltre, incespicai sui miei stessi piedi e ruzzolai di faccia dritta nella sabbia. Grugnendo scocciata, mi sollevai in ginocchio e compii a gattoni l’ultimo tratto che mi separava dalla meta.

La paura provata addietro nell’asistere al salto di Law dalla scogliera, non era paragonabile a quella di adesso che, nel studiare da vicino il buco inferto al fianco spiccante dalla felpa di ormai diversa tonalità, mi fece portare istintivamente la mano mancina a coprirmi le labbra dischiuse.


Law: M-Maledizione… mi sono fatto fregare… proprio all’ultimo

La lieve tosse ed i primi spasmi che lo percorsero gli impedivano di parlare normalmente, perciò mi sedetti accanto per insinuargli con delicatezza la mano destra dietro al collo e, successivamente, avvolgere tale braccio attorno alle sue spalle per tenerlo sollevato di busto in modo da facilitarlo.

Law: Se solo… me ne fossi accorto in tempo… in ogni caso, ottimo lavoro

Era chiaro che si stesse complimentando del mio attacco, da come mi guardò ghignando compiaciuto. Normalmente, avrei ricambiato con un sorrisetto e un commento sulle sue, di abilità, ma non oggi. Non in una circostanza dove un simile complimento non lo meritavo affatto.

Volendo concludere la battaglia una volta per tutte, per far sì che le persone a me care potessero mettersi in salvo, mi ero focalizzata unicamente sul piano di Law che non tollerava margini di errore e ciò, a differenza di lui, non mi aveva fatto rendere conto del colpo che stava giungendo durante la corsa verso la nave militare. Un colpo indirizzato a me, eppure non ero io a riversare nelle conseguenti condizioni.


Io: Perché hai effettuato ugualmente lo scambio?

Law: Mi pare… di avertelo già detto

Io: Potevamo modificare l’azione e ritentare in un’altra maniera

Law: Non ne avevamo il tem-

Io: Ma non era così che doveva finire, dannazione! Tu non-

Mi astenni dal continuare mordendomi la lingua. Non era né il momento, né il luogo più adatto, per perderci dietro ad uno sciocco battibecco. Dovevo esclusivamente concentrarmi nel tenere Law cosciente per portarlo dai ragazzi, benché non avessi la ben che minima idea sul dove cominciare.

Fatto mente locale della nostra situazione, per prima cosa adagiai Law a terra con cautela. Dopo di che, rimossi ciò che rimaneva del mio indumento smanicato e lo appallottolai alla bell’e meglio per premerlo sulla ferita, in un disperato tentativo di tenere il sangue al suo diavolo di posto.


“Non può finire così. Non può finire così. Non può finire così!”

Law: Che stai facendo?

Io: Tampono. Non sarò un’esperta in medicina, però è sempre meglio che starsene con le mani in mano. Non credi?

Ad essere onesta, non nutrivo particolare fiducia in me stessa e il mio lato pessimista certo non facilitava molto. Non che fossi estranea a visioni di spargimenti di sangue o ferite gravi, tuttavia non era egual cosa se si faceva distinzione tra conoscenti e non. E, non essendo la più idonea a prestare soccorso, in quanto totale ignorante in materia, forse era sperare troppo di essere di un qualche appoggio.

Law: Non intendevo… questo

Io: Ci mancherebbe, sei un chirurgo! Persino io ci arriverei subito, sebbene non spicchi di intelligenza come te. Difatti, in passato, non hai perso occasione per rimarcarlo. Ricordi?

Sicuramente sì, dato che non era lui ad avere attualmente qualche problema nel mettere correttamente in moto il cervello; non gli diedi nemmeno l’opportunità di rispondere alla domanda.

Io: E vogliamo parlare dei casini che combino uno dietro l’altro ed il fatto di cacciarmi spesso in guai più grossi di me? Anziché salvarti la vita, potrei benissimo ucciderti per errore

Law: Cosa-

Io: In fin dei conti, la sfiga non lo ribadisce spesso di avere un debole per la mia persona? Posso scommetterci che rappresento uno dei suoi bersagli preferiti. Sai, dovrei sì puntare dei Berry, così guadagnerei e altro che One Piece! Diventerei la Regina dei Pirati e alle nuove generazioni lascerei uno scrigno bello colmo di soldi e sfiga!

Senza realmente volerlo, mi scappò da ridere. Eppure non c’era nulla da ridere, ne era un esempio la mia risatina isterica come il fatto di non riuscire a smettere di parlare a vanvera.

Quando mi fui calmata, esaminai al di sotto dello straccetto nero per appurare la gravità dello squarcio e, com’era facilmente prevedibile, il mio intervento non stava sortendo l’effetto sperato. Con dita tremanti, mi rimisi nella precedente posizione e proseguii l’operato. Davvero doveva concludersi qui, la nostra avventura per mare?


Law: Hotaru-ya

Io: N-Non è detta l’ultima parola, finché uno non smette di lottare

Law: Hotaru-ya

Io: Tu preoccupati solo di resistere, mentre io… mentre io penserò a… vedrai. Io ti-

Law: Kyoko!

Impreparata al suo alzare inaspettatamente la voce quel tanto che potè, sobbalzai sul posto dallo spavento. Ammutolita di colpo, sbattei ripetutamente le palpebre, per poi fissarlo stranita ed incredula nell’aver realizzato un particolare dettaglio appena verificatosi.

“Mi ha chiamata per nome?”

Era la prima volta che usava il mio nome senza storpiarlo in qualche modo, abbandonando il mio cognome utilizzato agli inizi e il suo caro nomignolo affibiatomi mesi addietro per il quale pareva provare un certo affetto, il che lo reputai decisamente un comportamento strano.

Feci per prendere di nuovo la parola per chiedergli cosa gli fosse preso, quando qualcosa di piccolo e leggero mi cadde su un polso. Me lo portai all’altezza del seno, analizzando perplessa prima la limpida gocciolina d’acqua su di esso, poi il cielo azzurro coperto in parte dal fumo prodotto dalla foresta in fiamme e privo di nubi.


Io: Da dove proviene questa pioggia?

Law: Non si tratta di nulla del genere

Io: Come sarebbe a dire?

Non fu necessaria alcuna spiegazione, poiché la mia vista divenuta annebbiata all’improvviso fu più che sufficiente. Mi sfiorai una delle guance, intercettando così la scia umida delle lacrime.

Io: Oh…

“Da quando sto piangendo? Non me ne ero resa conto”

Mi affrettai nel darmi un contegno, ripulendomi con la spallina della canotta e cacciando indietro le lacrime per richiamare la concentrazione su ciò che era in corso.

Law: Perché ti ostini… a continuare? Sai bene che-

Io: Guai a te se ti azzardi a terminare la frase!

Lo minacciai, incapace di trattenermi oltre. Sapevo che raramente sbagliava nel suo campo, così come sapevo che non l’avrebbe fatto neppure quando sarebbe stato lui nei panni del paziente. Ciò nonostante, non volevo sentire ragioni, perché era tassativamente esclusa la conclusione peggiore dei fatti.

Law: Sbaglio o, ultimamente, hai preso il vizio… di interrompermi mentre parlo?

Io: Tsk, solo ultimamente?

Al mio tono giocoso, se possibile il suo ghigno crebbe giusto poco prima di chiudere gli occhi e riposarsi un secondo a mio parere di troppo. Lo scossi piano, arrivando poi a tirargli uno schiaffetto sulla guancia che gli fece rialzare le palpebre nell’immediato; tirai mentalmente un sospiro di sollievo.

Law: Temo che il numero di vendette… sia incrementato

Io: E tu sappi che, come sempre, risponderò con le tue stesse armi

Una scintilla animò i suoi occhi grigi, lievemente spenti rispetto al bagliore naturale.

Io: Ce ne andremo entrambi da qui, te lo prometto

Akainu: Nessuno di voi se ne andrà via da quest’isola. Non vivi, s’intende

Quella voce ebbe il potere di farmi impallidire come un cadavere ed irrigidire come una statua nel medesimo istante. Nel voltarmi con un groppo in gola, vidi il nostro incubo camminare tranquillamente verso di me e Law: a parte i vestiti rovinati all’altezza del busto e degli arti superiori, e del sangue scorrergli da una ferita abbastanza profonda in fronte e da alcune più superificiali sparse per il corpo, si era rialzato come se nulla fosse.

Fruttato o no, come poteva un individuo riprendersi così velocemente da una scarica elettrica di tale potenza e dall’impatto forte subìto? Quella era una visione dettata dal caldo e dalla paura, doveva esserlo.


Akainu: E’ giunta la vostra ora

Dovevo fare qualcosa. Non potevo permettergli di avvicinarsi a Law, altrimenti per lui sarebbe stata sì la sua fine. Ricordandomi del mio bastone abbandonato lontano quand’ero caduta, mi protesi ad afferrare la Nodachi posta vicino al fianco opposto di lui.

Akainu: Cosa speri di fare, ridotta in quello stato?

Non avevamo possibilità di vittoria. Non più, per lo meno… comunque sia, avrei opposto resistenza fino alle fine. Pertanto, non curandomi di lui, mi inginocchiai ed impugnai l’elsa della spada con una forza tale da sentire la cordicella ocra solcarmi la pelle dei palmi, rendendo la lama nera grazie all’ambizione.

Akainu: Ammirevole. Adesso puoi morire una volta per tutte, figlia del demonio!

Incrementando l’andatura, mi si lanciò contro con il suo stramaledetto braccio ricoperto di magma, mentre io posizionai l’arma di Law in avanti.

Ace: Enkai... Hibashira!

Un forte getto d’aria calda ci circondò con prepotenza, scostandomi i capelli tutti su un lato. Passato l’attimo durante il quale non ero riuscita a tenere gli occhi aperti per capire cosa stesse succedendo, osservai disorientata l’immensa colonna di fuoco che mi separava da Akainu, indietreggiato per via di tale intrusione.

A seguire, nel mio campo visivo, apparve mio fratello con il tatuaggio del sorridente Jolly Roger di Barbabianca -di cui ne andava particolarmente fiero- in bella mostra sulla sua possente schiena dalle bende ormai scioltesi. Sulla difensiva, tenne lo sguardo incatenato sulla sagoma scura del nemico al di là del fuoco.


Ace: Come sta? E’ ancora vivo?

Io: Ace? Cosa…?

La sua presenza tra noi, mi lasciò a corto di parole.

Ace: Mi ha dato uno strappo Marco. Quando ci siamo accorti del fumo, è venuto in perlustrazione per assicurarsi che steste bene. Notando la foresta in fiamme e le vostre ferite, è tornado indietro per avvisarci che vi serviva una mano

Flettendo il capo per divergere l’attenzione verso l’alto, intravidi la figura di un volatile azzurro assai famigliare; eccosi spiegato il perché Ace fosse atterrato dal cielo e, tale realizzazione, contribuì ad agitarmi in maggior misura.

Io: Se vi siete allontanati entrambi, i ragazzi-

Ace: Non temere, in pochi minuti sarà di nuovo da loro e a breve qualcuno verrà per occuparsi di voi due

Questo mi tranquillizzò. Almeno loro, per adesso, erano fuori pericolo e presto Law avrebbe ricevuto le cure necessarie. Dovevamo giusto resistere, tutti quanti noi.

Chiusi gli occhi prendendo un lungo respiro, mi preparai a ricevere la fitta di dolore che mi avrebbe attraversato la gamba malsana nell’alzarmi ancora per lottare assieme ad Ace, quando questo se ne uscì con una frase inattesa.


Ace: Ci penserò io a tenere occupato Akainu. Tu non muoverti da qui

Io: Aspetta, che intenzioni avresti?

Nonostante la richiesta di delucidazioni in merito, mio fratello avanzò deciso di qualche passo senza replicare. Essendo prima riuscito nell’intento di bloccare l’Ammiraglio in tempo, attirò a sé il fuoco derivato dal suo attacco e quello che stava divampando la vegetazione alle nostre spalle, lasciando al passaggio fumo e ceneri.

Akainu: Vedo che ve la state prendendo comoda, nel mostrarvi uno alla volta. Beh, per lo meno, ora ho la possibilità di eliminare entrambi i figli di Gold Roger

Al sentire pronunciare tale nome, in preda alla rabbia Ace serrò i pugni e fissò in cagnesco Akainu.

Ace: Stai per scontrarti con Ace “Pugno di Fuoco”, non con il “Figlio del Re dei Pirati”!

Sottolineato ciò, partì da solo alla carica senza pensarci su ulteriormente. Ed io me ne rimasi ferma dov’ero, esattamente come da lui ordinato, a seguirlo con lo sguardo mentre preparava con fretta il suo primo attacco.

Appena veniva tirato in ballo nostro padre, indipendentemente dalla persona da essa menzionato e dal discorso tenuto, mio fratello diventava irascibile ed imprevedibile. Il che non era affatto piacevole, soprattutto se rischiava di non mantenere la mente lucida in un momento simile al nostro corrente.


“Mi raccomando, sii prudente”

Percependo del peso nel muovere una mano per ripararmi gli occhi da una folata di vento, rammentai quale arma stessi impugnando ed il perché, tant’è che mi voltai di scatto dimenticandomi temporaneamente dello scontro.

In un gesto automatico, gli agguantai il braccio per tastare il polso.

Altrettanto, feci al collo dopo aver scostato il colletto della felpa.

Le stesse dita vennero poi posizionate sotto le vie respiratorie nasali.

Come ultimo controllo, accostai l’orecchio destro al suo petto.

Con lentezza, mi raddrizzai di schiena per ammirare quel volto disteso in un’espressione neutra, le palpebre di nuovo abbassate.

I miei sforzi nel percepire un qualsiasi segno di vita da parte sua, si erano rivelati inutili. Passando da quelli più seri e professionali, a quelli più banali, l’esito era rimasto sempre lo stesso: il cuore di Trafalgar Law si era fermato.








Angolo autrice ^^:

*Enkai... Hibashira = "Colonna di fuoco". Attacco utilizzato da Ace per la prima volta a Banaro, ep 325

Ebbene sì, ritorno con un nuovo capitolo la cui fine lascia alquanto a desiderare. Ma, ehi, dove sarebbe il divertimento altrimenti? u.u
Poi, dettagli che io pensi solo a ridere nell'immaginarmi Kyoko versione Pikachu per via della tecnica a lui rubata (Locomovolt) XD

Mi soffermo giusto su due cosette:
- colpo inferto a Law = forse potrebbe non convincervi appieno -visto l'effetto del manga e com'è finita con Ace-, eppure ho voluto tenere questa scena in versione "soft Marineford", poiché pensata anni addietro dalla me piccina e, non so, è come se mi ci fossi "affezionata"
- Law chiama Kyoko con il suo nome = per chi se lo ricorda ancora, in un capitolo passato, era già successo ciò. Tuttavia, Kyoko ne è ignara, perché stava bellamente ronfando da ubriaca sul letto del caro Capitano. Inizialmente, volevo far sì che accadesse in un momento intimo tra loro però, nel descrivere la scena dove lei inizia a smarrirsi per la paura di perderlo, e considerando i personaggi della mia storia, l'ho trovato giusto metterlo qui

E... basta, posso dileguarmi. Ci si sente alla prossima ;)

See ya!
Flame

P.S. Il 31° capitolo lo dedico a coloro che hanno recensito il precedente.
Arigatou: kiara 96, Incantatrice_Violeta e Princess_Yaoi

angelica234, spero che questo nuovo aggiornamento abbia soddisfatto un po' la tua curiosità :)
  
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