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Autore: Master Chopper    30/05/2018    1 recensioni
[Versione corretta e completa di Stella d'Argento: www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2725875
Questa storia non presenta i personaggi originali dell'opera Fairy Tail, ma solo OC]
Nel continente di Tellius, il Regno di Alaustria è l'unico a possedere delle gilde dove i maghi possono prestare servizio i nome del bene e della pace. Un mago però, sembra non appartenere a nessuna gilda, in cerca di un ambizione che nemmeno lui conosce.
Il destino gli riserverà incontri importanti, vittorie, conquiste, sconfitte, perdite... ma al termine della fiaba, comincerà la leggenda?
Genere: Avventura, Demenziale, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Stella d'Argento:La Stella non si eclissa [REMASTERED] 

Note Autore: Attenzione, questo capitolo è stato rilasciato in contemporanea con il Capitolo Cinque. Assicuratevi di non leggere questo prima del precedente, dove è presente anche un sommario della storia.

Capitolo Sei: Sirena.

 

 

“ Quella colonna di magia proveniva da qui !” Esclamò Akiko, indicando il cimitero mentre con l’altra mano si tirava su parte dello yukata per correre più agilmente.

“ Non era un semplice incantesimo.” Puntualizzò Shark, il quale invece nuotava nel selciato, anticipando la maga del verde guizzando da una parte all’altra della strada.

“ Sì.” Da un portale generato nell’aria schizzò fuori Ryoko, e prima di toccare terra la ragazza evocò un altro teletrasporto per guadagnare velocità.

“ Era la Magia Unica di Corex.” Si disse preoccupata, quando finalmente i cancelli serrati del camposanto si stagliarono davanti a lei.

 

I tre maghi arrestarono la loro corsa, soffermandosi per qualche secondo a saggiare l’aria con tutti i sensi. Era vicina la mezzanotte nel villaggio di Agakure, perciò quell’esplosione di energia era rimbombata nel silenzio più totale, allertando la popolazione.

I cittadini sarebbero stati messi al sicuro, mentre i gendarmi più vicini li avrebbero raggiunti tra poco.

Eppure, non avevano altro tempo da perdere: il loro compagno di viaggio era scomparso senza dire nulla ed ora sembrava aver ingaggiato un altro scontro.

“ Santo cielo, che cosa succede ?!” Un’ombra si avvicinò ai cancelli nel momento stesso in cui stavano pensando di agire, interrompendoli. Un uomo anziano dal volto coperto da un cappuccio votivo e vestito in abiti cerimoniali, seppur umili, di colore nero.

Non appena li vide sussultò, ma nonostante lo shock si sbrigò ad aprire il passaggio senza esitare.

“ Se potete aiutarci, per favore, fatelo! Sembra che due maghi si stiano scontrando lì dentro.” Supplicò l’uomo addetto alla funzione funebre.

 

I tre maghi si scambiarono un’occhiata d’intesa: le loro supposizioni si erano rivelate esatte.

“ Forse la persona che aveva incaricato Raptor di distruggere la mia gilda ha mandato altri assassini.” Rifletté Akiko, portandosi una mano al mento con fare pensieroso.

“ Anche se non fosse …” La maga dei portali avanzò con sguardo fermo, nonostante un leggero tremore si fosse impossessato della sua mano.

“ Corex è ancora ferito dallo scontro di stamattina. Non si è riposato nemmeno un secondo, nemmeno mangiato, ed ora potrebbe aver esaurito tutta la sua energia magica.” Queste ultime parole vennero pronunciate con una punta d’ira, al che la ragazza sollevò lo sguardo verso Shark.

Il surfista non si smosse, ma anzi rimase fermo immobile ai cancelli.

“ Ryoko …” la maga delle piante esitò davanti allo sguardo feroce dell’amica rivolta all’albino, cercando di trovare la frase giusta per fermare l’altra.

Di tutta risposta, Shark sollevò il braccio destro dopo aver spalancato energicamente gli occhi.

 L’arto sembrò scomporsi in centinaia di tasselli, per poi illuminarsi di luce azzurra, e riprendere posizione formando un qualcosa di nuovo: sembrava il braccio di un mostro gigantesco, dalla pelle lucida e scura come quella di un’orca, con striature blu e dita affilate come artigli di carne.

 

Con un movimento secco, sferzò le unghie contro l’anziano, dilaniandolo in un sol colpo.

Le due ragazze sussultarono sorprese da tale brutalità, per poi accorgersi come il malcapitato non avesse nemmeno rilasciato uno spruzzo di sangue. Il suo corpo si irrigidì, e dopo esser caduto a terra senza vita iniziò a sgonfiarsi, rilasciando una nuvola di polvere violacea dalla bocca e dagli occhi.

Ben presto di lui non rimase nulla, se non la sagoma sul terreno fangoso.

“ Un’illusione… mi sembrava strano un essere umano che non emana odori.”  Commentò con fare distaccato Shark, per poi accorgersi delle occhiate impietrite che le ragazze gli stavano riservando.

“ Che c’è ?” Chiese, confuso.

“ Avresti potuto uccidere un innocente …” Ryoko schiuse le labbra, prima sigillate, mostrando un’espressione colma di rabbia al ragazzo.

“ Nah! Ero sicuro quasi del tutto che fosse qualcosa di brutto.”

“ Quasi! E se ti fossi sbagliato? Eh ?!”

“ Ryoko… se vuoi ti chiedo scusa, però davvero non capisco perché ti stai arrabbiando …” Shark non riusciva davvero a comprendere cosa trovasse di sbagliato l’altra. D’altronde conosceva quei tre con cui si era messo in viaggio da meno di qualche paio di ore, quindi non pretendeva troppo.

Eppure si ritrovò ugualmente colpito dalle vibrazioni negative che quella ragazza gli stava riservando.

“ Dai, non… è successo niente. Sta tranquilla.” Akiko scosse l’amica per una spalla, costringendola a guardarla negli occhi.

“ Però se non ci sbrighiamo potrebbe succedere qualcosa di brutto a Corex !”

 

E mentre il trio si addentrava a passo sempre più svelto nel cimitero, una figura umanoide emerse da una pozza di fango. Il liquame gli colò lungo il lineamenti del viso, e due occhi rossi brillarono quando schiuse le palpebre.

“ Ma bravo il nostro Shark Kraner… peccato che adesso si farà un altro gioco. Lo chiameremo Strega comanda colore.”

 

 

|||

 

 

Akiko, Ryoko e Shark giunsero nel piazzale del camposanto, dove un tempietto rosso a capanna sovrastava ormai i resti di lapidi di pietra e altari in legno ridotti a macerie. La cera delle candele, ancora calda, si era riversata nel fango, ed i fumi dell’incenso si sollevavano da terra misti alla polvere quando il vento li sollevava.

I ragazzi si aspettavano di trovare un combattimento ancora in corso, siccome i suoni si erano placati da pochi istanti, e per questo rimasero ancora più sorpresi quando trovarono ciò che c’era lì.

Un ragazzino dai capelli grigi, vestito con un gilet di pelle sbrindellato, stava sorreggendo sulle spalle il corpo svenuto e gravemente ferito di Corex. Sasha zoppicava, e si reggeva a malapena in piedi per via dei colpi e della stanchezza accumulata, ma si trascinava ugualmente in avanti.

Non sollevò nemmeno la testa quando la maga dei portali, notando il compagno, esclamò:

“ Corex !”

“ Lascialo stare immediatamente !” Minacciò Akiko, sollevando un braccio in direzione del misterioso ragazzo.

Nulla. Sasha non esitò, continuò a muoversi in avanti, verso di loro, curvo su se stesso e sputando per terra ogni tanto dei grumi di sangue.

Solo quando fu arrivato ad un passo da loro si fermò, ansimando pesantemente, per riprendere fiato. Dopo un lungo e preoccupane silenzio, durante il quale i tre maghi mantennero la guardia ben alzata, sollevò la testa.

Spalancò un sorriso sornione, mettendo anche in bella vista il volto ricoperto di lividi violacei e l’occhio nero e rigonfio. Sangue gli colava dalle labbra e dai denti, eppure quella sua espressione gioiosa, o anzi soddisfatta, rimaneva incontaminata.

“ Spero vi siate divertiti con lui. Però adesso ce lo riprendiamo noi, quindi ditegli addio.”

 

“ Shark Over ”

Avvenne immediatamente, e Shark venne rivestito dalla stessa magia di poco prima, con un cerchio magico di colore blu scuro ai suoi piedi. Mutando completamente forma, la sua mole aumentò, la schiena si allungò protraendosi in avanti ed il volto si fece più aerodinamico, a forma di freccia.

Quando una grossa pinna dorsale gli crebbe, seguita da una coda sinuosa ma muscolosa come il resto del corpo, schiuse la bocca rivelando una fila di denti grossi come un pugno.

Del suo aspetto originale rimaneva solo il colore dei suoi capelli, sottoforma di strisce tigrate sulla sua pelle liscia e bluastra.

 

Per la prima volta il surfista mostrava la sua magia principale, quella che propria la stessa mattina aveva rischiato di sfoderare prima di perdere il controllo.

“ Ti do due secondi per lasciarlo andare !” Sibilò con voce grottesca l’ibrido squalo-umano, sollevando un dito verso il ragazzo, ormai diventato un nano al suo confronto.

Sasha assottigliò lo sguardo, smorzando appena il sorriso.

“ Che bella magia.”

Il mago della trasformazione sollevò il pugno destro sopra la sua testa, ed un’ondata di energia si diramò ai suoi piedi, facendo vibrare appena il terreno.

“ Sono serio! Lascialo andare o io…”

“ Mi ammazzi? Dovrai farlo. È l’unico modo, o altrimenti Corex sparirà per sempre, voi lo avrete perso, e morirà prima dell’alba.”

Il ragazzo continuò.

“ Gli ho iniettato nel sangue un potente veleno, del quale nemmeno io conosco la cura. Solo eliminandomi potrebbe dissolversi, salvandolo da una morte certa nel giro di un’ora. Dovresti sbrigarti.”

Shark sussultò, non muovendo più il braccio, come se ne avesse perso il controllo.

 

Vide il volto immobile, ricoperto di sangue e fango di Corex, e quello sogghignante di Sasha.

- Ucciderlo ?- Sarebbe stato l’unico modo.

“ Avresti potuto uccidere un innocente …”

Ryoko lo aveva creduto un assassino. Ma lui non lo era… giusto?

 

 

|||

 

Cinque anni prima. Mare Antico, Sud di Portarea.

“ Ti ringrazio davvero per il tuo aiuto, ragazzo. Sei così giovane, eppure la tua magia servirebbe senz’altro a noi della guardia marittima.”

La voce del marinaio non suscitò nessuna reazione nel ragazzino seduto sulla polena dorata, il quale era ormai perso da ore con lo sguardo nell’orizzonte blu.

La nave oscillava, ma sfidava le onde con il suo vessillo del Regno di Alaustria in mostra sulla vela e sulle fiancate in legno scuro.

Il giovane portava i capelli bianchi irti sulla testa, contenuti da una bandana nera. La pelle abbronzata, con un fisico slanciato nonostante l’età, era coperta da una canotta a righe blu e bianche, con dei pantaloni larghi color panna.

 

Quando il marinaio comprese che non avrebbe ricevuto risposta scrollò le spalle, e si accese una sigaretta dando le spalle all’altro.

“ Mi hai detto che volevi viaggiare con noi per cercare una persona. La vuoi trovare proprio qui, per mare ?”

Il ragazzino non rispose, ma si alzò in piedi sulla sua pericolosa postazione, incrociando le braccia al petto.

 

 

Circa venti minuti dopo l’aria pareva esplodere al rombo delle cannonate, ed il mare si muoveva tumultuoso come se venisse agitato dalla mano di un gigante subacqueo.

Due navi pirata avevano assaltato la caravella da ricognizione del Regno, una da lontano a colpi di cannone, mentre l’altra l’aveva abbordata da poco con rampini d’arrembaggio.

I pirati del Mare Antico erano tra i più pericolosi dell’intero continente: sopravvivendo in acque abitate da mostri secolari, avevano imparato a sfruttare incantesimi d’invisibilità capaci di ricoprire le loro navi, mentre tramite cannoni di loro invenzione potevano colpire a grandi distanze ed in totale sicurezza.

La guardai marittima non era di certo impreparata, il suo equipaggio era formato prevalentemente da soldati addestrati al combattimento, eppure in quel giorno nuvoloso sembravano star soccombendo alla terribile imboscata.

 

Il ragazzino dai capelli bianchi evitò per un soffio la sciabola di un avversario, e con una ginocchiata nello stomaco lo costrinse in ginocchio. Poi, afferrandogli la testa con forza disumana, lo scaraventò nella nave nemica. Notando come i suoi alleati fossero in difficoltà, si apprestò a staccare gli arpioni dal ponte della nave, facendo così precipitare in mare un paio di pirati in bilico sulle corde.

“ Gettate i ponti !” Sentì gridare, e sollevando lo sguardo notò come i briganti di mare fossero sul punto di calare delle piattaforme di legno, sicuramente ben più pesanti e difficili da rimuovere.

“ Ragazzo, togliti da lì !” Lo ammonì il capitano, impiegato in un combattimento ravvicinato, poco prima che il ponte fosse sul punto di schiacciarlo. Il ragazzo però non si mosse, e la grossa asse di legno lo fece sparire.

I pirati, più esaltati di prima, si lanciarono in una corsa euforica lungo il ponte verso la nave da saccheggiare.

 

Purtroppo per loro, non si sarebbero mai aspettati che le braccia di un qualcuno che sembrava nuotare nella piattaforma di legno, falciassero le loro gambe, per poi schizzare direttamente sulla loro nave.

Una creatura dalle sembianze di uno squalo bipede piombò tra i corsari, e sbuffando fumo dalle piccole narici mulinò la coda in aria. Con un singolo gesto ribaltò il ponte, ed usandolo come mazza fracassò l’albero maestro, scagliando in mare anche un gruppo di nemici.

 

In mezz’ora tutti i pirati vennero recuperati, da entrambe le navi, ed incatenati sul ponte della nave Alaustriana. I soldati erano sopravvissuti, seppur feriti, e chi non si lasciava curare dal medico di bordo festeggiava sollevando le armi al cielo.

Persino il cielo tuonava, come se esultasse.

Il ragazzo stava venendo condotto dal capitano sulla seconda nave pirata, quella appena recuperata prima che andasse alla deriva.

“ Sei stato davvero grandioso! Non sapevo che i maghi potessero combattere anche corpo a corpo.”

Stavano stilando un inventario di ciò che i corsari possedevano, per poi recuperarli e riportarli sulla terra ferma. Quando scesero sottocoperta si ritrovarono in una stanza buia, pregna dell’odore salmastro e dal legno incrostato.

 

Quando l’uomo in comando accese la sua lampada ad olio, il chiarore rossastro si espanse nella stanza, illuminando figure cubiche e riflettendosi sull’acciaio. Quel posto era riempito da gabbie.

Shark immediatamente, per colpa di una sua vecchia abitudine della quale avrebbe fatto volentieri a meno, ebbe un brivido riconoscendo il bagliore che emettono le squame azzurre, e gli occhi dai riflessi abissali di una creatura delle onde. All’accensione di quella luce decine di figure nelle gabbie presero a dimenarsi freneticamente, nel trambusto che le catene emettevano scontrandosi sulle grate e sul pavimento.

Dalla vita in su erano donne, svestite e con solo i loro lunghissimi capelli mossi a coprire la pelle, mentre più in basso il loro corpo prendeva le sembianze di una coda di pesce gigantesca, decorata con squame dai più brillanti colori.

Mentre le creature ancora si ritraevano, il marinaio tirò un sospiro di disgusto, posando la lanterna ai suoi piedi.

“ Contrabbando di squame di sirene. C’era da aspettarselo, è proprio tipico di questi pirati bastardi del Mare Antico.”

Nessuno lì lo stava ascoltando. Le sirene perché non comprendevano il linguaggio umano, e Shark perché tutto ciò che i suoi sensi percepivano era lo sguardo terrorizzato ed i gemiti di agitazione di quelle prigioniere.

Mosse il primo passo in avanti, rischiando di cadere per terra tanta era l’alienazione in quel momento. Passò una mano sulle prime sbarre, facendo ritrarre le sirene più vicine, e lì vi si accovacciò. Con espressione confusa scrutò i volti delle creature marine.

LemsExi Emonxi Idxi Anerisxi Ecxi Iovxi Idxi Art ?” Mormorò, assumendo d’improvviso un tono più leggero, che ricordava appena il trillo di un campanello, se non che trascinava le parole con fare raschiato, somigliante al fragore delle onde.

Le sirene parvero sorprese, riconoscendo quel linguaggio, il proprio. Eppure, nonostante iniziarono ad avvicinarsi al ragazzo affranto, tutto ciò che fecero fu scuotere la testa.

Una lacrima solcò la pelle resa ruvida dalla salsedine di Shark Kraner, senza che il ragazzo battesse anche una sola volta le palpebre.

 

 

|||

 

 

Tornando al presente, con le parole di Sasha che avevano appena infranto il muro della realtà del mago, esso pensò che la parola uccidere non avesse mai avuto peso per lui.

Ricordava ancora come quel giorno fosse riuscito a staccare la testa di venti pirati prima che i marinai lo fermassero, e come da allora gli fosse stato proibito di entrare a far parte di una gilda.

- Esmel… per cosa sto uccidendo invece, adesso ?-

Abbassò il pugno, e lentamente la trasformazione dello Shark Over si dissolse come la fiamma di una candela al vento.

L’albino si infilò le mani nelle tasche dei bermuda, e a capo chino, si voltò.

“ Hai ragione Ryoko: non posso semplicemente uccidere chiunque mi si pari davanti, se non per i miei ideali.”

Persino il Devil Slayer del Sangue rimase spiazzato da quella reazione, ma mai quanto la maga dei portali, che spalancò gli occhi notando l’espressione ormai indifferente del surfista.

“ E salvare Corex non è nei miei obbiettivi principali, per il momento. Scusate.”

Artigliandosi il viso con la sua mano ricoperta di cicatrici, ricoprì a stento una smorfia di tristezza, per poi ritornare impassibile con il simbolico gesto di sciacquarsi via i cattivi pensieri dalla testa.

- Non posso continuare così, non posso permettermi di distrarmi. Scusate davvero… ma ogni secondo che perdo facendo altro, lei potrebbe… potrebbe essere…-

 

“ Sarei davvero felice di conoscere la persona che stai cercando con così tanta dedizione, Shark.”

Una voce calda, seppur debole, procurò istantaneamente la pelle d’oca al ragazzo, costringendolo a voltarsi. Non era stato il Devil Slayer a parlare, perché questi era troppo impegnato a guardare ciò che portava sulla schiena con espressione agghiacciata.

Corex Claymore aveva appena schiuso i suoi occhi azzurri, e con un flebile sorriso, fissava il mago dello Shark Over con sincera stima e rispetto.

“ Prometto che se dovessi restare con me, fino al giorno in cui fonderemo la Gilda, avrai tutto l’aiuto ed il tempo a disposizione che vorrai per cercarla.”

E con tali parole, dal suo corpo ferito e martoriato divampò un’esplosione di energia magica, la quale fece arretrare Sasha di qualche passo. Il mago albino sorprendentemente atterrò sui suoi piedi, nonostante le ferite di notevole importanza alle giunture, ed imperterrito incanalò tutta la sua potenza nelle mani.

 

Continuando a sorridere gentilmente, assottigliò lo sguardo con un’espressione divertita, una sfida appena lanciata al suo amico.

“ Dai! Dammi tutta la fiducia di cui disponi !” Urlò a pieni polmoni, travolgendo Shark con una scarica di emozioni forti, confuse ma sicuramente vitali.

Il mago soprannominato Squalo si lasciò scappare un sospiro a mezza voce, quasi un singhiozzo, per poi ricambiare il sorriso sornione. Con gli occhi lucidi ricominciò la trasformazione, tornando la bestia di poco prima.

- Sì… anche Esmel sarebbe felice di vedere che non sono più solo.-

“ E mi dovrei fidare di una mezza calzetta che non mi ha ancora mai battuto ?” Domandò mentre scagliava il primo pugno verso Sasha, grazie al quale lo sollevò da terra con forza micidiale.

“ Ti ho detto di darmi fiducia !” Ripeté con vigore Corex, generando una Soul Wave, per poi abbatterla sul nemico e rispedirlo di schiena a terra.

“ Davverooo ?!” Urlò l’altro cercando di sovrastare la voce del mago, mentre incrociava sopra la testa le braccia, espandendo le pinne acuminate a forma di falci.

“ Sììì !!” Fu l’ultima parola della Stella d’Argento, prima di generare anch’egli due Soul Wave a forma di croce, colpendo Sasha all’unisono con l’amico.

“ Shark Chop ”

“ Soul Shockwave ”

 

L’intero cimitero tremò in ogni suo angolo, mentre zolle di terra esplodevano, ed esplosioni illuminavano a giorno l’area circostante. Magia dell’Anima e forza sovrumana dovuta ad un incantesimo di trasformazione: queste due forze erano riuscite a modificare la geografia del luogo in un singolo attacco.

 

Il Devil Slayer del Sangue, sovrastato da quella potenza combinata, non poté far altro che strillare disperato a pieni polmoni, sentendosi annientare da un colpo che disintegrò all’istante le sue scaglie rinforzate da demone.

Quando il sisma si arrestò, il suo corpo giaceva sul letto di un cratere profondo qualche metro, inerme, e con entrambe le pupille, prima rosse, ormai di un colore lattiginoso e, senza dubbio, meno feroce.

 

 

|||

 

 

All’interno di una sala costruita in mattoni spessi, scuri come l’onice e ricoperti di polvere, quattro ombre si stagliavano al centro di una conca. Alle loro spalle, dietro i troni sui quali sedevano i quattro padroni, la luna rossa cremisi splendeva oltre un’ampia balconata, adornata con un principio di vetrate colorate, andate ormai in frantumi e distrutte dalle intemperie.

L’altare, epicentro della sala, conteneva una grossa Lachrima collegata a numerosi tubi, i quali incanalavano energia magica e la pompavano nelle piastrelle del pavimento. Il manufatto magico splendeva di riflessi elettrici, emanando leggeri sbuffi di vapore e scintille di corrente.

Ad altezze differenti, su ciascun trono si illuminarono due luci rossastre, le quali lampeggiarono in quanto in realtà si trattavano di occhi aperti per la prima volta dopo parecchio tempo. Tre figure si mossero rilasciando polvere dalle loro membra, la quale venne catturata da un alito di vento e fluttuò verso la balconata.

 

Improvvisamente Sasha apparve in groppa alla Lacrhima, sussultando e boccheggiando in cerca d’aria.

Con uno spasmo, mentre riprendeva fiato, cadde per terra. Il sangue che grondava dal suo corpo si riversò sul pavimento scuro, sporcando anche la sfera magica.

Passò qualche secondo prima che potesse sollevare lo sguardo, ancora perso nei suoi pensieri, verso le quattro figure che ormai lo circondavano.

“ Quattro Stelle …” Sussurrò soltanto, troppo concentrato a trovare un appoggio per rimettersi in piedi.

Un essere umano dal petto nudo, illuminato dalla luna rossa in tutta la sua scultorea forma fisica, prese parola per primo.

“ Generale Sasha.” Salutò, mentre un rivolo di polvere gli colava dalle labbra cineree.

 

In quel momento sui quattro troni, ora vuoti, si illuminarono i ricami a forma di lettera K in oro, emettendo una luce rossa che rivestì la sala. L’atmosfera spettrale tuttavia non turbò il Devil Slayer del Sangue, che si issò sui propri piedi ancora intorpidito dal dolore.

“ Se Padre Einsof vi ha riportato in vita adesso, miei ufficiali… è perché dovete impedire che Corex Claymore fugga da questa fortezza.”

Un gigante sdentato e con la voce incredibilmente stridula si chinò per raggiungere il suo superiore. Anche in quella posizione lo superava di un metro circa.

“ Quindi è già qui ?” Cantilenò la sua domanda, ricevendo come risposta un pugno sulla spalla dall’uomo.

“ Che cazzo di domande fai? Le cimici ti hanno mangiato quel cervello di cartone che ti ritrovi, Acrux ?!” Il colpo non lo smosse minimamente, ma emise un’onda d’urto che scosse tutta la polvere dai muri della sala.

“ Oooh, scusa Gacrux. È vero, è ovvio che sia qui se dobbiamo impedirgli di fuggire.” Fece il gigante, con tono dispiaciuto, per poi raddrizzare la schiena e lanciare un’occhiata folle all’altro, spalancando una bocca sdentata e piena di bava.

“ Però non mi piacciono le persone che mi correggono, quindi ora ti mangio vivo.”

“ No, per l’amor del cielo! Non rovinate anche un momento bello come questi primi secondi da rinato.” Mugugnò un ragazzo, rimproverandoli, mentre si massaggiava il collo. Vestiva una camicia ornata da rose nere lungo i fianchi, e la lama di un fioretto spuntava dal suo costato.

“ Ben detto, Mimosa.” Esclamò sorridendo un anziano e magro uomo, vestito con un frac elegante ed un cilindro calato sul viso. Sulla sua spalla era appoggiato un bambolotto dalle sembianze di un bambino occhialuto, vestito con una giacchetta azzurra ed un cappello, simile al suo, ma con una grossa spilla a forma di lettera K.

“ Dopotutto Delta, se tu dovessi lottare contro tutti loro, sono sicuro che  finiresti per annientarli in un solo colpo.” Sorrise l’uomo alla bambola, che si voltò verso di lui spalancando la bocca in un sorriso entusiasta, proprio da bambino.

“ Cosa? Davvero dottore ?”

“ Scherzetto.” Rispose l’uomo, lisciandosi il pizzetto ad uncino, mentre il bambino giocattolo sussultava sconvolto da quel dispetto micidiale.

 

L’aria nella sala si fece più pesante, e l’anziano comprese che gli altri quattro presenti ora lo stavano squadrando con freddi occhi spietati.

“ Sta zitto, Dottor Rebus… sei solo uno stupido umano addetto alla manutenzione delle Quattro Stelle.” Sibilò tagliente Sasha, al che l’uomo rabbrividì, ammutolendosi di colpo con grande dispiacere del bambino meccanico.

Conclusa l’introduzione di quei quattro bizzarri esseri, decisamente non più umani, il Devil Slayer del Sangue posò le mani sulla Lachrima gigante, scrutando il suo riflesso con un sorriso malsano.

“ Mettiamo in moto la tua tomba, caro Corex …”

 

 

|||

 

 

A qualche chilometro di distanza dal villaggio di Agakure, un trio solcava i cieli notturni a grande velocità, sfrecciando nell’aria pregna del tipico odore che precede una fitta pioggia.

Un ragazzo ed una ragazza per l’esattezza, sorretti dalle braccia di una terza persona, dal volto coperto da un cappuccio, ma riconoscibile senza dubbio per l’ampio paio di ali candide che le permettevano di volare a quella velocità. Sulla schiena ricadeva una cascata di capelli biondi, i quali rilucevano di luce propria nel buio.

“ E pensare che fino a tre giorni fa volevi solo prendermi a pugni in un bar di Baskerville…” Sospirò, forse cinico, il ragazzo. Portava un capelli nero dalla fascia a scacchi calato sul volto. Se lo aggiustò facendoci scorrere l’indice sulla tesa, e svelando il tatuaggio di una stella sotto l’occhio destro.

“ E ora invece ti porto con me in una missione di vitale importanza per le sorti del Regno ?” Concluse la frase la ragazza dai capelli color miele lì accanto, rivelando un’espressione seria e composta.

“ Già. Posso sapere cosa ti ha attratto di me? Il talento nel gioco d’azzardo? La bellezza? Il carisma ?”

“ La magia, senza dubbio. E forse anche perché dopo aver cercato di spillarmi tutti quei soldi mi piacerebbe sentirti implorare di fronte ad un nemico.”

“ Come vuoi tu, Lilian …”

 

 I tre maghi erano diretti verso una misteriosa e gigantesca costruzione nera che si stagliava tra le colline rigogliose della Pianura di Sachaer, la quale emetteva una luce spettrale dalle vetrate sulla sommità.

 

 

 

 

 

Quattro Stelle: È una cellula dell’organizzazione che porta come stemma una K rossa. I suoi quattro componenti sono sotto il comando di Sasha Boundon, nonostante il merito della loro risurrezione sia dovuto a Padre Einsof. Infatti, ognuno di essi è in realtà un essere umano dalla grande forza, morto e riportato in vita per essere potenziato maggiormente tramite la magia. I loro nomi in codice sono Acrux, Gacrux, Mimosa e Delta, come le quattro stelle principali che compongono la costellazione della Croce del Sud (Delta è l’abbreviazione di Delta Crucis).

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autore:

Welcome back! Questo capitolo è la trasposizione, divisa in due parti, dell’originale battaglia contro Sasha ed introduzione alla mini-saga delle Quattro Stelle, nella Stella d’Argento originale. Come potrete notare leggendo la versione del 2014, qui lo scontro è stato prolungato per inserire maggiori dettagli, nonché una leggera introspezione sul personaggio di Shark Kraner.

Due degli individui apparsi alla fine sono già apparsi nel prologo, i loro nomi sono Lilian Babic’ (menzionata nello scorso capitolo) e Nael Naikara, mentre la terza è Aira Ander. I rispettivi creatori sono _maya_chan_ , Black Shade e Chii_chan Hetalia.

Nel prossimo capitolo (che giuro di portare senza dubbio non tra un anno lol) vedremo l’inizio dei primi combattimenti seri, in stile shonen come è sempre piaciuto a me, all’interno della Fortezza dei Ronin.

Alla prossima!

P.S: Per coloro appassionati di Danganronpa: sto scrivendo una fan fiction sul rispettivo fandom qui su EFP. Non contiene pesanti spoiler sulla serie, ma se proprio volete andare sul sicuro vi basterà guardare la prima stagione dell’anime. Il prossimo capitolo verrà rilasciato a breve, se non vi dispiace mi piacerebbe che ci faceste un salto per darmi quattro pareri.

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3744611

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