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Autore: heliodor    07/06/2018    3 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Prima della partenza
 
Quando Bryce uscì dallo studio di suo padre, era sconvolta.
Prima di richiudersi la porta alle spalle, suo padre aveva detto: "Quello che ti ho detto non deve uscire da questa stanza."
Bryce non si era voltata. "Chi mi crederebbe? Persino io faccio fatica a pensarci."
"In ogni caso, ti prego di non farne parola con nessuno" aveva detto il re.
Bryce aveva annuito e poi era uscita.
Appena fuori dal palazzo si era diretta al porto.
La nave di Donorin era ancora attraccata al suo posto. Non era stato difficile parlare con il comandante.
"Sei di nuovo qui" aveva detto vedendola salire a bordo.
"Ho ancora bisogno dei tuoi servigi" aveva detto Bryce.
Donorin aveva allargato le braccia. "Vuoi ancora un passaggio verso il continente vecchio?"
"Io e altre persone."
"Quante?"
"Quattro o cinque, oltre me. Insieme a cavalli, provviste ed equipaggiamento."
"Ti costerà molto."
"Posso pagarti. Ti renderò ricco."
Donorin annuì. "Mi accontento di essere libero di andarmene, per il momento. Quando vuoi partire?"
"Dopodomani" aveva detto Bryce.
"Il re non ha ancora revocato il blocco. Se provo a lasciare il porto le navi da guerra mi inseguiranno e affonderanno."
"Non succederà. Tra due giorni arriveranno le navi di Taloras. È una flotta grande, con centinaia di vascelli. Se vogliono attraccare e rifornirsi, il re dovrà revocare il blocco e lasciar partire le navi straniere."
Donorin aveva annuito. "L'accordo si farà solo se mi porterai metà della cifra che ti chiederò oggi stesso e l'altra metà al momento dell'imbarco."
"D'accordo" aveva detto Bryce.
"Allora portami i soldi e io ti dirò quando venire con i tuoi amici."
Bryce era tornata al palazzo di Valonde per recuperare i suoi averi, quindi era andata nel quartiere del mercato e aveva fatto degli acquisti. Non poteva pagare quella roba usando i soldi che aveva preso o non ne avrebbe avuti abbastanza da dare a Donorin, così acquistò la merce a credito, promettendo di pagarla al più presto o addebitandola alla corona.
Nessuno dei commercianti osò rifiutare di farle credito e furono più che contenti di mettersi a sua disposizione.
Bryce ordinò che tutto venisse portato al molo e imbarcato sulla nave di Donorin.
Il giorno dopo aveva parlato del suo piano a Elvana e gli altri, convincendoli a seguirla in quella impresa.
Peccato che Vyncent, da testardo qual era, avesse rifiutato. Possibile che non capisse quanto fosse importante quella missione?
Valutò se fosse il caso di dirgli quello che aveva appreso da suo padre, ma rinunciò. Non poteva più fidarsi di Vyncent.
Non poteva fidarsi di nessuno, a pensarci bene.
Se quello che suo padre diceva era vero...
L'unica che potesse confermare quelle parole era sua madre.
Il giorno prima della partenza decise di farle visita.
Forse era l'ultima volta che la vedeva, ma non poteva darlo a vedere. Se avesse intuito cosa stava per fare...
La trovò nei giardini che riposava sotto un gazebo.
Dopo il funerale di Razyan aveva passato quasi tutto il suo tempo andandosene in giro per il palazzo.
Nessuno osava disturbarla e il re era troppo impegnato con i preparativi della guerra per badare a lei.
Bryce si sentì in colpa.
Sua madre stava soffrendo e lei non aveva pensato di darle un po' di conforto in quel momento.
"Come stai?" le chiese avvicinandosi.
Marget sollevò gli occhi verso di lei. "Non sapevo che fossi a palazzo."
"Ogni tanto torno per dare una mano" mentì. Sedette davanti alla madre.
"Andew lo sa che sei qui?"
"Non sono ancora andato da lui." E non ci andrò, si disse. Non abbiamo molto altro da dirci.
Marget guardò altrove, lo sguardo perso nel vuoto. "Tra poco la stagione fredda finirà. Dicono che nel continente vecchio ora è la stagione secca."
Bryce annuì. "Le loro stagioni sono diverse dalle nostre. C'è un grande deserto che divide in due il continente e foreste sulla parte orientale."
Marget chiuse gli occhi. Quando li riaprì erano umidi. "Partirai anche tu?"
Inutile mentire, pensò Bryce. "Devo" disse. "Ho giurato di servire il circolo."
"Tutti noi lo abbiamo fatto, ma non siamo obbligati a partire."
"Sento di doverlo fare."
"Lo so" disse la regina.
Seguì un lungo silenzio che Bryce interruppe con un sospiro. "Devo farti una domanda e spero tu sia sincera."
Marget fece un cenno di assenso. "Riguarda Joyce?"
"Ho parlato con papà."
Gli occhi di Marget si riempirono di lacrime. "È stata tutta colpa mia. Non avrei dovuto permetterlo. Non mi sarei dovuta fidare di lei."
"Papà dice che l'hai fatto per salvarla."
"È quello che mi sono detta per quasi sedici anni" rispose la regina. "Ma la verità è che volevamo salvare tutti, noi compresi. È stato un atto di puro egoismo."
"Non potevate sapere."
"E non è servito a niente" proseguì Marget ignorandola. "Tutti questi anni, i segreti, i sotterfugi... tutto è andato perso. Alla fine la guerra è scoppiata lo stesso e Valonde è sull'orlo della disfatta."
"Non devi dire così." Bryce sentì la rabbia crescerle dentro. "Farò tutto quello che posso per..."
"Per riportarla indietro? A meno che tu non voglia andare ad affrontare Malag da sola..."
Marget fissò Bryce per un lungo istante e impallidì.
"Non commetterai questa pazzia, vero?"
Bryce distolse lo sguardo.
"Non farlo, ti prego. Sei tutto ciò che resta a Valonde. Se perdessimo anche te..."
"Stai di nuovo anteponendo il bene di un tuo figlio a quello di tutto il regno." Non voleva darle l'impressione di rimproverarla, ma le parole le uscirono con quel tono esatto.
Marget ebbe un singulto. "Tutto ciò che abbiamo fatto è stato per assicurarvi un futuro sicuro, di pace."
"E come hai detto non è servito" disse Bryce alzandosi. "È venuto il momento di passare all'azione. Finora abbiamo sempre aspettato che fosse Malag a fare la prima mossa. Dobbiamo coglierlo di sorpresa. Non si aspetta un attacco dopo averci feriti e menomati, per questo dobbiamo approfittarne."
"Allora hai deciso d andare?"
Bryce annuì.
Marget annuì solenne. "Sapevo che prima o poi avrei dovuto lasciarti andare, ma non mi aspettavo che fosse così presto. Ero sicura che avrei avuto il tempo di invecchiare e veder crescere qualcuno dei miei nipoti."
"Sono una veterana di guerra. E non andrò sola in questa battaglia." Avrò un'armata di ben quattro streghe e stregoni, di cui tre non avevano mai visto una battaglia fino a qualche giorno prima, pensò. La cosa la divertì ma evitò di mostrare un sorriso a sua madre in quel momento. Sarebbe stato inopportuno.
Invece aggiunse: "Troverò Joyce e la salverò. E allo stesso tempo ucciderò Malag. E stavolta farò in modo che resti morto per sempre."
 
Come si era aspettata, il molo era deserto e silenzioso a quell'ora. Il sole non era ancora spuntato da dietro le colline e in giro si vedevano solo poche persone, per lo più operai e negozianti che andavano ad aprire le loro botteghe.
Nessuno badò molto a loro.
Erano solo cinque figure vestite con i mantelli di altrettanti circoli.
Bryce indossava quello azzurro e oro di Valonde.
Elvana quello grigio e verde di Nightanatois.
Bardhian il nero e platino di Malinor.
Bato il verde e rosso di Dorwine.
Djana quello arancio e argento di Nulbaram.
Elvana aveva trovato un nome originale per il loro gruppo.
"La Piccola Alleanza" aveva detto poco prima di uscire quella mattina.
"Cosa?" aveva fatto Bryce.
"Il nome del nostro gruppo" aveva risposto Elvana. "Credo si adatti alla perfezione. Siamo tutti di circoli diversi e pesino di continenti diversi. Credo che in tutta la storia non si sia mai vista una simile" esitò. "Unione di forze."
Bryce le rivolse un'occhiataccia. "Stavi per dire accozzaglia per caso?"
Elvana scrollò le spalle. "Un termine vale l'altro."
Bardhian arrivò alla testa degli altri due allievi. Sembrava averne preso la guida.
"In fondo sono il più esperto e il più anziano" aveva detto col solito tono tronfio.
Bryce notò che l'assenza di Vyncent lo aveva reso più audace e determinato. E spavaldo.
Quanto rimpiangeva il fatto di non essere riuscita a convincere Vyncent a seguirli.
"È strano" aveva detto Elvana la sera prima. "Non è da lui, per quanto sia un Londolin."
"Vorrei tanto sapere che cosa gli passa per la testa."
"Sembra quasi che non gli importi di Joyce. Forse ha paura di incontrare Malag?"
Vyncent non ha paura, si disse Bryce. Voleva solo evitare che fosse lei a partire per il continente vecchio. Aveva giocato le sue carte e aveva perso. Sperava di convincerla a desistere, ma Bryce gli aveva dimostrato di voler andare fino in fondo.
"Avete portato tutto?" aveva detto Elvana indicando gli zaini a terra.
Bardhian aveva raccolto il suo. "Abbiamo tutto quello che Bryce ci ha detto di portare. Forse anche qualcosa di più."
"Il resto lo troveremo sulla nave" aveva detto Bryce. "Insieme a dei cavalli."
"Porteremo i cavalli con noi?" aveva chiesto Bardhian sorpreso.
"Donorin ha detto di poterlo fare."
"Ci sono ottimi cavalli a Malinor. Mio padre ci darà i migliori."
"Abbiamo già i migliori" aveva detto Elvana con tono aspro.
"Ma accetteremo tutto l'aiuto che ci verrà dato" aveva aggiunto Bryce.
Avevano lasciato il circolo passando per un'entrata poco sorvegliata e si erano avviati verso il porto.
Nessuno aveva cercato di fermarli.
"Di fatto stiamo disertando" disse Bato guardandosi attorno.
"In teoria, il re sa della nostra partenza" disse Elvana. "Quindi abbiamo il suo tacito accordo, no?"
Era una mera illusione, pensò Bryce. Suo padre sapeva e non approvava, quindi di fatto stavano violando parecchie regole del circolo.
Avrebbero dovuto informare Erix e il decano Khone delle loro intenzioni. Se avessero lasciato Valonde senza dirlo a nessuno, avrebbero potuto accusarli di diserzione e tradimento.
"Qual è la pena per la diserzione?" chiese Djana rompendo un lungo silenzio.
"La morte" rispose Bardhian. "O Krikor. Ma non temete. Una volta giunti a Malinor ci metteremo sotto la protezione di mio padre. Lui non permetterà che ci venga fatto del male."
A meno che non sia Malag a volerci fare del male, pensò Bryce. In quel caso sarà più difficile che riesca a mantenere la promessa. Inoltre c'era un'altra questione che non la faceva stare tranquilla.
Elvana guardò Bardhian. "Come pensavo, sei più stupido di quanto credessi. Mi conforta solo sapere che tuo padre non lo sia altrettanto per essere diventato re di Malinor."
Bardhian arrossì e Bryce lo vide stringere i pugni. "Come osi? Non puoi parlarmi in questo modo."
"Io parlo come mi pare" disse Elvana.
Bardhian agitò minaccioso un pugno. "Stai forse mettendo in dubbio il fatto che mio padre prenda le mie difese e quelle dei miei alleati?"
"Almeno non hai detto amici" disse Elvana con tono sprezzante. "Quello mi avrebbe offesa sul serio."
"Io... io..." fece Bardhian trattenendosi a stento.
"Quello che sta cercando di dire Elvana" disse Djana con tono calmo. "È che il re di Malinor sarebbe avventato a rischiare di rompere l'alleanza con Valonde e i suoi alleati dando rifugio a cinque disertori. Forse potrebbe fare un'eccezione per suo figlio, ma per quanto riguarda gli altri quattro..."
"Non esiterebbe un istante a sbatterci nei sotterranei in attesa di consegnarci all'alleanza una volta sbarcata nel continente vecchio" proseguì Elvana al suo posto.
"Mio padre..." iniziò a dire Bardhian, ma sul suo viso si leggeva tutta l'incertezza che doveva averlo assalito. "Non farebbe mai..."
"Tuo padre non farebbe mai qualcosa che possa danneggiare il suo regno" disse Bryce. "Com'è giusto che sia."
"Voi non lo conoscete bene quanto me" disse Bardhian riprendendosi.
"Non ne dubito, ma non possiamo correre questo rischio" disse Bryce.
Ormai avevano raggiunto il molo dove era ormeggiata la nave di Donorin. Vedeva la sagoma imponente del veliero innalzarsi di qualche spanna sopra le altre.
Una figura umana sostava vicino alla passerella,
Bryce impiegò solo pochi istanti a riconoscerla ed ebbe un tuffo al cuore. "Vyncent" esclamò vedendolo avvicinarsi con passo lento.
Lui si guardò attorno. "Ce ne avete messo del tempo. Vi stavo aspettando da un bel pezzo."
"Se speri di fermarci..." fece Bryce minacciosa.
"In verità, ho deciso di unirmi a voi, se non vi spiace."
Solo allora notò lo zaino ai suoi piedi. "Vuoi venire con noi?"
Vyncent annuì.
"Cos'è che ti ha fatto cambiare idea?"
"Credo di amare tua sorella alla follia" rispose lui.
Bryce non si sentì ferita. Per qualche ragione non riusciva a credere alle sue parole. Tuttavia, non se la sentì di rifiutare quell'offerta insperata. Non desiderava altro che lui l'accompagnasse e non voleva rischiare di perderlo di nuovo.
"Mi fa piacere sentirtelo dire" disse deglutendo a fatica. "Per un attimo avevo creduto il contrario."
"Sono ancora convinto che sia una follia" disse lui indicando la nave. "Ma non posso farvi andare da soli. Non me lo perdonerei mai."
"È gigantesca" disse Bato. "Non è una nave consueta. Guardate la linea dello scafo e il modo in cui è stato rinforzato."
"Basta che tenga il mare" disse Elvana avviandosi verso la passerella di legno.
Un attimo prima che vi mettesse piede, una voce alle loro spalle disse: "Dove andate così di fretta?"
Bryce si voltò di scatto e vide una ventina di figure apparire sul molo. Alcune si erano celate nell'invisibilità, ma altre erano sopraggiunte dai vicoli. Dovevano aver atteso il loro arrivo nascondendosi tra le ombre.
Tra di esse c'era Erix. "Che cosa state facendo qui?"
Bryce notò subito la sua espressione arrabbiata e delusa al tempo stesso. Col tempo aveva imparato a riconoscere il suo umore dalle piccole smorfie del suo viso.
Elvana guardò Vyncent. "Era questo il tuo piano? Fingere di unirti a noi per rallentarci dopo aver raccontato in giro cosa stavamo per fare?"
"Io non c'entro niente" disse Vyncent.
A Bryce sembrò sincero. Guardò Erix.
"Ti ho fatto una domanda, Bryce" disse Erix.
Bryce avanzò verso di lei. "Vado sul continente vecchio per affrontare Malag" disse ad alta voce. "E loro vengono con me."
"Il fatto che tu abbia coinvolto altri nella tua follia non depone a tuo favore" disse Erix.
"Non li ho coinvolti. Erano gli unici ad avere abbastanza coraggio da seguirmi e lo hanno fatto" rispose Bryce con tono orgoglioso.
"Ci vuole saggezza per scendere in battaglia. Non bastano il coraggio e l'avventatezza."
"Con la saggezza abbiamo permesso a Malag di colpirci in casa nostra. Per ben due volte" rispose Bryce. "È giunto il momento di ricambiare la sua visita."
Erix indicò la nave. "Se salite lì sopra, sarete considerati dei disertori. Vi aspetta l'esilio a Krikor. O la morte, se saremo magnanimi."
"Ce ne faremo una ragione."
Khone, l'anziano decano del circolo, uscì dall'ombra dove doveva essersi nascosto per tutto quel tempo. "Bryce, non buttare all'aria tutto quello che abbiamo costruito fino a oggi. Tua madre ha già perso quattro figli e non sopporterebbe di perderne un'altra."
"I miei fratelli sono morti o dispersi per colpa delle azioni di questo circolo e dell'Alleanza" disse Bryce con tono sprezzante. "Dovete essere voi a renderne conto a mia madre. Non abbandonerò mia sorella nelle mani di Malag. Mi avete chiesto di combatterlo. Mi avete addestrato per tutta la vita a questo unico scopo. E ora che mi accingo a fare l'unica cosa nella quale sono davvero brava, me lo volete impedire?"
"Ne ho abbastanza" disse Erix con tono spazientito. "Salite su quella nave e la prossima volta che ci vedremo sarà dopo avervi imprigionati."
Bryce si voltò e raggiunse la passerella.
"Bryce" gridò Erix. "Pensaci bene."
Bryce chiuse gli occhi e proseguì.
Donorin li attendeva sul ponte, gli occhi fissi sul molo dove soldati e stregoni si stavano dispiegando. "Se colpiscono la nave l'affonderanno."
"Non lo faranno" disse Bryce sicura.
"Come fai a dirlo?" chiese l'uomo.
"Chiamalo intuito" rispose Bryce. "In ogni caso, ti consiglio di partire subito."
Donorin annuì e diede degli ordini secchi. I marinai cominciarono a sciamare per il ponte slegando vele e sciogliendo nodi.
In pochi minuti la nave iniziò a muoversi e allontanarsi dal molto di pietra.
Guardò Erix e incrociò il suo sguardo.
La strega fece un cenno con la mano alle streghe e agli stregoni sul molo. Frecce vennero incoccate negli archi e dardi magici brillarono nei palmi.
Bryce continuò a fissare con sguardo fiero Erix.
Khone si avvicinò alla strega sul molo e le disse qualcosa.
Erix reagì con stupore e scosse la testa. Guardò la nave che in quel momento si stava allontanando con sguardo furioso. Infine disse qualcosa a Khone e si allontanò con passo veloce.
Rimasto solo, il decano guardò la nave.
Bryce cercò di cogliere qualcosa nel suo sguardo, ma da quella distanza non ci riuscì.
Quando si voltò Vyncent era al suo fianco.
"Dimmi che sto facendo la cosa giusta."
Lui la guardò negli occhi. "Tu non immagini quanto."

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