“Ti senti meglio?” continuava a ripetermi Shuya, mentre io mi accarezzavo la nuca cercando di capire se quello che avevo visto era reale o solo un sogno ad occhi aperti.
Annuii, stropicciandomi gli occhi.
“Urumi” mi disse “sono salito nella camera della sorella di Kayako”
“Saeko?” chiesi ancora un po’ scombussolata.
“Sì”
Aprii gli occhi. Nella mano destra Shuya reggeva quella che sembrava essere una vecchia videocassetta. Un lungo e orizzontale adesivo bianco, appiccicato sul lato del nastro recava la scritta: “Sesso E Desiderio Vol.48”.
Sussultai “E’ un porno? Ma sei idiota! Noi entriamo
qui per indagare e tu vai a frugare nelle camere altrui alla ricerca di porno”
stavo per esplodere in un vortice di ira funesta.
“Ma cosa stai pensando Urumi? Appena ho visto questo nastro mi sono subito
insospettito, visto che solitamente voi donne non amate questo genere di film. Dunque
l’ho inserito nel videoregistratore in soggiorno e…”
“E?”
“Non è un porno. O meglio non come
lo pensi tu”
“Cioè?”
“E’ difficile spiegarlo a parole. Vieni!”
Mi sollevò con un solo braccio. Sentivo un lieve dolore sulla schiena,
ma tuttavia decisi di seguire quel ragazzo un poco strano.
Il soggiorno era di quanto più lussuoso e sporco contemporaneamente mi sia capitato di vedere: ampissimo con divani impolverati e ragnatele che univano in modo artistico e disordinatamente delirante i vari scaffali della grande libreria che si ergeva sopra il televisore con registratore incorporato. Shuya si inginocchiò davanti allo schermo e io feci lo stesso.
Vidi le sue dita abbandonare la videocassetta nella bocca della macchina grigia.
Play.
Un solo, unico pianosequenza di circa quarantacinque minuti. La camera di Kayako. Precisamente il letto, posto davanti alla finestra, su cui Kayako stende nuda e piangente. Si avvicina qualcuno. Lo si capisce dalle ombre che si estendono sulle pareti. Una mano. Forse l’uomo che la ucciderà. E invece mi accorsi che si trattava di una donna, nuda.
Sussultai. Quella donna è Sakeo. Nella videocassetta si
avvicina al letto e sale delicatamente e in modo seducente sul corpo della
sorella, che cerca di trattenere lacrime e urla.
Sakeo le lecca il capezzolo e con una mano cerca di masturbare Kayako, che non
riesce a provare piacere in quella inquietante relazione morbosa.
“Oh Mio Dio…” commentai angosciata.
“ Già…” replicò Shuya “Penso che Sakeo obbligasse Kayako in
giochi erotici come questo”
“Pazzesco…”
“C’erano ben quarantotto videocassette come queste in quella stanza”
“Ah davv…” neanche il tempo di completare la mia sorpresa frase che notai
qualcosa sullo schermo
“Guarda” indicai la finestra.
Takeo era dietro il vetro e scattava fotografie alle due sorelle che
amoreggiavano. Incrocai lo sguardo di Shuya. Entrambi eravamo sconvolti.
Probabilmente la leggenda urbana della famiglia Fukamoto prese avvio con Takeo,
che spiando le sorelle scattò fotografie delle loro effusioni amorose e le
divulgò in tutta Kobe. Ma perché? Forse perché Sakeo in realtà era innamorata
di Kayako e per questo la obbligava a partecipare alle sue perversioni. Forse
Takeo lo sapeva, così come sapeva che Kayako in realtà avesse trovato un altro
uomo da amare, il misterioso individuo dal volto strappato.
Ma cosa c’entrava dunque, Takeo in tutto questo? Era veramente il fidanzato di Kayako o serviva da copertura? Takeo era innamorato di Kayako e forse agì in questo modo perché sconvolto dalla relazione di Kayako per quell’uomo e dalle effusioni con la sorella. Forse era il suo modo di vendicarsi di fronte al rifiuto amoroso di Kayako.
Scattai in piedi e dissi a Shuya “Andiamo a casa mia. Troviamo il cadavere e poi andiamo al konbini di Sakeo. Dobbiamo scoprire chi ha ammazzato Kayako”