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Autore: Shari Deschain    05/07/2009    2 recensioni
[I diari della famiglia Dracula - I figli del Vampiro] So di essere qui per svolgere una missione importante, ma stanotte è la prima volta che assaporo il dolce gusto dell’indipendenza, e non lascerò che lo spettro di Vlad rovini la mia felicità.
Genere: Horror, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Personaggi: Zsuzsanna Dracul
Tipologia: Flash Fiction
Lunghezza: 500 parole (Word)
Avvertimenti: Character Death, Lime
Spoiler! La storia è ambientata agli inizi del secondo libro della trilogia, ‘I figli del vampiro’, quindi spoiler per chi non ha letto il primo.
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Jeanne Kalogridis che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti nel libro, appartengono solo a me.
Note dell'Autore: Ho amato i primi due libri di questa serie, ma il terzo lo avrei volentieri dato alle fiamme, se non fosse che ho l’edizione ‘integrale’ che li comprende tutti e tre. Ad ogni modo adoro il personaggio di Zsuzsanna, ma scrivere di lei è stato più duro di quanto pensassi è__è
Fanfiction scritta per il contest [BMG] Due anni insieme - Special Contest di Writers Arena


Bloody wine



15 ottobre 1845



Al di fuori della vetrata la luna splende su Vienna, tingendola di un chiarore surreale.
So di essere qui per svolgere una missione importante, ma stanotte è la prima volta che assaporo il dolce gusto dell’indipendenza, e non lascerò che lo spettro di Vlad rovini la mia felicità. Inoltre, non sono sicura di riuscire a fare ciò che lui vuole. Arkady resta comunque il mio amato fratello.
«Siete pensierosa, mia signora.»
La voce roca del mio accompagnatore mi distrae, costringendomi a voltarmi e sorridere.
«Perdonatemi. D’ora in poi sarò una più graziosa compagnia, lo prometto.»
Ed è una promessa sincera, perché adesso è tempo di festeggiare e non di piangersi addosso.
«Allora possiamo cominciare brindando a voi, la donna più bella del mondo» ribatte l’uomo, facendo vacillare la coppa piena di vino. È già talmente ubriaco che potrebbe addormentarsi da un momento all’altro.
«Un brindisi, certo» rispondo, indulgente. Scivolo in basso, inginocchiandomi sul pavimento.
«Brindate pure dal mio calice. Io brinderò dal vostro»
Audace, maliziosa, peccatrice. Resta così poco della Zsuzsanna di un tempo.
Lui ride e mentre io gli abbasso i calzoni ed affondo la testa tra le sue gambe, beve e beve, e da sotto le ciglia riesco a vedere la sua mano tremare ed il vino versarsi sulla gola, colando sul panciotto.
A tale tentazione non riesco proprio a resistere e, con un candido volteggio, mi porto a cavalcioni delle sue ginocchia.
Il suo collo ha il sapore del vino e del sudore, quasi impazzisco nel passarci sopra la lingua. Sento il pulsare del sangue nelle grosse vene, quel caldo e gustoso battito di vita, e capisco che non riuscirò ad aspettare ancora.
Lo mordo con l’urgenza e la violenza dettate dall’eccitazione, e lui sussulta, forse per il dolore, forse per il piacere, forse per entrambi.
Mi accorgo a malapena della coppa che scivola via dalle sue mani, rotolando sui cuscini del divano, sporcandoli di un rosso molto più innocente di quello che colerà a breve.
Dopo qualche secondo mi costringo a staccarmi da lui, alzo il volto e gli sorrido di un sorriso rosso e soddisfatto.
«Il nostro brindisi» spiego.
L’uomo è troppo stordito, troppo ebbro di piacere e vino per rispondere. La morte gli sta già tendendo la mano, anche se il suo volto non esprime altro che estasi.
Ancora una volta provo una soddisfazione mista ad orgoglio per la mia capacità di uccidere senza dolore.
Rido e lui si sforza di ridere con me, senza capire, senza sapere.
Il sangue cola sempre più copioso, ed io raccolgo la coppa per riempirla adesso del mio vino.
Tengo fermo il calice contro il suo collo lacerato ed intanto lo bacio, succhio le sue labbra esangui, reclamando tutti i suoi respiri.
Sotto di me lui geme, un po’ piange e un po’ ride, ed intanto muore, stretto tra le mie braccia.
Sorridendo alzo al cielo il calice colmo di sangue, brindando a me stessa e alla mia libertà.
La mia festa è appena iniziata.

   
 
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