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Autore: Uptrand    11/06/2018    13 recensioni
La guerra contro i grigi è terminata vittoriosamente. Andiamo a vedere come sono cambiati gli equilibri di potere e come trascorrono le loro giornate gli uomini e donne della Noveria Corps.
Queste storie hanno lo scopo di far conoscere meglio i vari personaggi.
In altre raccolte "Dopoguerra 2" e "Dopoguerra 3" parlerò dei personaggi delle altre fazioni.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Azione, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dasha Weaver disegnata da Sara Frirry Beltrame

La porta degli appartamenti di casa Weaver, nel gigantesco complesso industriale di Caninea, sul pianeta Noveria, si aprì e Dasha Weaver ne uscì sorseggiando caffè caldo e amaro in una tazza. 
Le guardie sull'uscio scattarono sull'attenti, lei ci passò in mezzo senza degnarle di uno sguardo.
Era una pessima giornata per la “Signora di Noveria”, anche se era appena iniziata. 
Si semplicemente svegliata e le sue prime parole di quel giorno furono « Che giornata di merda. »
Era solo una sensazione ma a quel punto la giornata le parve rovinata. Il fatto che il tempo, fatto raro, quel giorno tendesse al sereno la scocciò ulteriormente. 
Entrava troppa luce, essendo dopo tutto pomeriggio sul pianeta. 
Noveria aveva un giorno da 52 ore. Per motivi pratici, si seguivano un calendario in cui un giorno era composto da 26 ore ma rispettando la regola delle 8 lavorative. Questo significava che un giorno su due, ci si alzava dal letto che sul pianeta era pomeriggio secondo il calendario solare. Tali giorni erano detti giorni di mezza giornata. 
Lei odiava ammetterlo anche con se stessa ma ogni tanto si faceva prendere dalla nostalgia. Le sue tre figlie adottive erano distanti su altri mondi, a modo proprio ognuna aveva deciso di prendere una strada diversa per il futuro. 
“ Più o meno, Diana per adesso pensa a divertirsi e a fare sesso con Henry. La mia...bambina...fa sesso. “
Bevve un lungo sorso di caffè, mentre qualsiasi rimasuglio di buonumore era brutalmente distrutto da questo pensiero. 
“ Come diavolo fanno i genitori tipici ad abituarsi a quest'idea? Mah...finirà che mi trasformerò in una patetica donna di famiglia. A volte mi chiedo se non ho perso il mio approccio, il mio stile... mi sto rammollendo. “
Entrò a passò deciso nella sala conferenza dove quindici individui di ogni sesso, razza e specie erano seduti attorno a un tavolo in attesa di lei. 
Erano il C.d.A. della Noveria Corps, la terza entità più autorevole all'interno della multiplanetaria. Al di sotto della presidentessa Dasha Weaver e del vice Isabella Noveria, ma al di sopra dei direttori locali. Questo diceva l'organigramma della compagnia. 
Lei sorrise diabolica, la divertivano per quanto erano corrotti. Il precedente C.d.A. era rimasto ucciso in un attacco che aveva quasi distrutto Caninea nella guerra contro i grigi. Si era trovata costretta a ricostruirlo, per farlo si era fatta mandare delle persone da ogni direttore. Aveva quindi selezionato le migliori tra di esse, utilizzando infine le capacità di lettura del corpo di Isabella per identificare i più corrotti.
Quindici individui assetati di potere, desiderosi di eliminarla e prenderne il posto. Avrebbero fatto di tutto per il denaro e potere. Per questo li aveva scelti, per guidare la Noveria Corps servivano ferocia, iniziativa e inventiva. I traditori avevano queste doti molto di più che gli onesti. 
Inoltre la divertiva misurarsi con quelle persone, sapeva che avrebbe dovuto lottare contro di loro per mantenere il suo ruolo. Questo la stimolava. 
Le sue prime parole a questo gruppo furono « Volete di più? Desiderate prender il mio posto? Provateci, impegnatevi quanto vi pare, accordatevi con i direttori e tra voi. Questi giochi di potere non mi interessano, perché sarò sempre io a determinarne il risultato. Ma attenti, sbagliate e siete morti. »
Erano passati due anni da quelle parole e tutti occupavano ancora i propri ruoli, il nuovo C.d.A. Aveva presto compreso perché nessuno dei direttori si era anche solo dimostrato interessato. Lavorare a stretto contatto con Dasha Weaver metteva in ombra chiunque. 
I direttori erano molto più rispettati di loro e la Weaver era solita dire che erano lì “solo per alleggerirle il lavoro. “ 
« Signori, problemi? » domandò Dasha sarcastica. Era una domanda retorica, sapeva che ogni giorno ve ne sarebbero stati.
« Considerando quello che sta succedendo su Thessia direi che è un eufemismo. Aver protetto quelle Ardat-Yakshi, dire che la Noveria Corps sta cercando una cura per tale sindrome genetica ha gettato la compagnia al centro di uno scandalo. Come se non bastasse Myr Vatis si è candidata al governo di Thessia, un'azione assolutamente senza senso. Non ha possibilità di vittoria. I risultati sono stati un enorme danno d'immagine, l'opinione pubblica divisa e confusa, siamo in rapporti a dir poco ostili con il governo di Thessia, di fatto abbiamo sfidato i Thatora. L'unico vantaggio in tutto questo è che le Ardat-Yakshi hanno raggiunto Rakhana come lei ha chiesto, qualsiasi cosa significhi visto che è la sola in questa sala che sa cosa succede in quel posto. » affermò Lial T'davo, un asari dall'epidermide color verde acqua.
Dasha aveva ascoltato in silenzio quel resoconto, velate accuse per com'era stata gestita la situazione. « Avete anche qualche soluzione da propormi? Non credo di pagarvi per sentire le vostre banali lagne. » disse con un mezzo sorriso in volto, ricordando a tutti perché sul lavoro sapeva essere una vera stronza. 
« Cercare accordi, crearsi un'apertura per un ritiro “onorevole” e salvare i rapporti con il governo asari e i Thatora. » propose Tarnar Femore, un salarian. Era appassionato di cruciverba. 
« Come ci vedono le altre razze? » chiese freddamente lei. 
« Non comprendono il comportamento delle asari, l'opinione pubblica è neutrale verso di noi perché non si interessa alla vicenda o positiva, perché ritiene che stiamo facendo la cosa giusta. Il nostro indice di gradimento è in salita. Solo presso le asari sta calando, la motivazione principale è che ci siamo impicciati di qualcosa che era affar loro. » spiegò Alfonso Hayer, un uomo di quarantanni. Un tempo lavorava nelle assicurazioni.  
« Considerando l'importanza strategica del mercato asari, è un problema non trascurabile. » affermò Visia Brulus, una turian col vizio del gioco.
« Invece è esattamente quello che faremo. » commentò Dasha.
« Presidentessa? » chiese Mirana Gadeava, asari ma del classico blu. Era interessata al sesso, lo condivideva con chi capitava. 
« Le cause perse, le lotte per le minoranze, la difesa dei diritti di qualche sparuto gruppo di idioti disperso nel culo di questa galassia è qualcosa che la gente ama. Noi non faremo niente, tanto più il governo centrale e quelli locali ci criticheranno, tanto più l'opinione pubblica delle altre specie si metterà dalla nostra parte. Preparate dei comunicati stampa, toni pacati, chiederemo semplicemente scusa ma affermeremo di essere nel giusto. Se nonostante questo ci dovessero “schiaffeggiare sulla guancia destra, porgeremo anche l'altra”. Non possono toglierci niente di quello che possediamo, possono solo fare tanto rumore. Se ci provassero avremmo tutte le ragioni per trascinare in tribunale il governo stesso, con una causa miliardaria. Stiamo fermi e la tempesta passerà da sola. » 
Molti annuirono o sospirarono d'angoscia, “incrociare le armi” con il governo di Thessia non piacevano a nessuno dei presenti. Solo alla Weaver quell'idea non faceva né caldo ne freddo. 
Ma erano stati scelti perché avevano un'anima nera.
« Il problema è che ci manca una figura abbastanza forte sul posto, Myr non è sufficentemente popolare. Serve un simbolo più forte o un rafforzamento della sua figura. » commentò Vipius Tremogatus, un turian. Quando era indipendente guadagnava facendo fallire le aziende. 
« Organizziamo un finto attentato. Inventiamoci un gruppo di esaltati contrari alla cura. » propose Agnese Atwood, una donna umana con la passione dei gioielli, come mostravano le sue dita.
« Un gruppo? Troppo complicato. Meglio azione singola, opera di folle, più facile da spiegare. Un gesto di qualche ex-militare asari. Suggerisco di cercare tra asari i cui parenti siano stati uccisi da una Ardat-Yakshi, movente perfettamente plausibile. » consigliò Limip Liluse, una salarian. Sempre scattante, attenta ai dettagli ed ex-avvocato della malavita. 
« Mantenere il segreto sarà essenziale. » commentò Canius Petaso, turian, il suo passatempo era cercare di convincere Visia a fare sesso con lui. 
« Divisione N sa come fare, potremmo anche non cercare personale esterno. Ex-assasini non mancano tra le sue file. Trovare un tiratore scelto o un esperto in esplosivi non sarà un problema. » commentò Caamma Teerrel, una quarian con un'espressione arrabbia. Non aveva mai dimostrato di possederne altre.
« Questi sono aspetti che dovremmo far decidere al direttore Vatis, conosce la situazione meglio di noi. Far sparire ogni prova sarà un suo compito. Affidiamoci alle sua capacità...se lei è d'accordo presidente? » disse Opiter Hablianus, un turian con una protesi al posto della mano destra. 
« Mi piace, ma non diremo niente a Myr. Informate di questa decisione solo il suo capo della sicurezza e ditele di metterla in pratica. Si è più credibili, se davvero non si sa niente. Sarà informata solo dopo.»
« Così facendo il direttore Vatis potrebbe rimanere ferita o peggio? » chiese Jostarth Furajii, una salarian coinvolta in alcuni accidentali disastri ambientali. Nessuno aveva mai provato niente al riguardo. 
Dasha sorrise in maniera raggelante « In tal caso piangeremo in diretta galattica la morte di questa grande personalità che ha combattuto per una così nobile causa. »
Tutti sorrisero a quella scelta, un eroe morto era uno scudo perfetto da ogni accusa. 
« Non teme che il direttore Vatis possa avere da ridere, una volta informata della cosa? » domandò Vico Soden, un uomo di colore ed ex spia dell'Alleanza. Aveva il vizio di abbandonare il proprio datore di lavoro, per chiunque pagasse meglio.  
Dasha fece un gesto con la mano, come a liquidare l'argomento « Myr mi deluderebbe, se mi dicesse qualcosa da diverso di “ Eccellente piano, presidente. “ » 
La riunione proseguì senza particolari problemi, a metà mattinata venne annunciata come al solito una pausa. Tutti si alzarono, lasciando la stanza. Solo Dasha rimase. 
Ruotò la sedia. Un olofinestra trasmetteva sulla parete, in tempo reale, quello che avveniva all'esterno. Per una volta il meteo del pianeta sembrava fare il bravo. C'era il sole e non la classica tempesta di neve. 
Dasha, in quei momenti non sapeva mai bene che fare, tutte le persone a lei care erano distanti. 
Si sarebbe sparata a un piede piuttosto che ammetterlo, ma si sentiva sola e ogni tanto questo la faceva star male. 
Era ricca, ma negli ultimi sei mesi la sua vita si era divisa tra i suoi alloggi spesso vuoti e il lavoro. 
Sembrava ridicolo ma per lei era diventato problematico muoversi su Noveria, al di fuori di Caninea. “Non posso entrare in un bar, senza che le guardie facciano uscire tutti. Se prendermi un caffè solleva un casino, mi passa anche la voglia. Che mi debba trovare un hobby? Non saprei a cosa dedicarmi.” 
Qualcuno bussò alla porta, lei si voltò e vide la Naomi fare capolino. 
« Ciao! » le scappò. Un po' troppo cordiale e allegra, al punto che anche il comandate di Divisione N inarcò un sopracciglio. 
« Problemi? » chiese col solito tono gelido. 
« Olivia è qui, pare che voglia discutete con te. » spiegò lei osservandola sospettosa. Conosceva la Weaver da anni. 
« Esatto. » si limitò a dire Dasha, odiandosi. Olivia era per lei l'incarnazione stessa del concetto di problema. Come se non bastasse la ex consigliera Tevos, “dannata bastarda”, aveva dato a lei il comando della neonata forza militare multispecie I.D.G., assegnandole come QG Noveria.
In pratica lei era obbligata a condividere lo stesso piante con Olivia. 
Quindi perché si sentiva allegra all'idea di incontrarla? Perché la sensazione di noia spariva? Non è che si divertisse a ogni loro incontro, trasformandolo in un confronto di arguzia e forza di volontà. 
Non succedeva e lei non si divertiva... “Perché cavolo mi sento così allegra è impaziente?” pensò, quasi scocciata con se stessa. 

 
*****
 « Cosa stai combinando su Rakhana? » chiese la rossa.
« Lo sai benissimo, i rapporti che invio all'ammiraglio delle forze I.D.G. non credo vadano a un'altra persona. »
« Ah,ah, certo...studi sull'eezo 19 e tecnologia dei razziatori. Non ci credo neanche per un'istante che sia tutto lì. »
« Hai accesso alla struttura, come anche gli s.p.e.t.t.r.i. del Consiglio. Sapete tutto quello che accade. » obiettò la Weaver. Il tono lievemente strafottente che aveva usato fece venir voglia ad Olivia di tirarle un pugno. 
« Non ho dimenticato le tua parole a quella festa ad Armali, due anni fa, “Indovina cos'ho in mente. “ »
Dasha non riuscì a trattenere un sorriso « Quella era una semplice battuta. »
« Col cavolo! »
« Quindi? Hai una risposta? » 
« Non ancora, ma ti assicurò che l'avrò prima che qualsiasi cosa tu stia elaborando riesca. »
Si fissarono qualche istante in silenzio, in una muta sfida. 
Olivia riprese quindi la parola « Per l'altra questione, la realizzazione di armamenti anti-eezo 19?»
Entrambe le donne volevano una cosa, impedire la realizzazione di biotici a eezo 19. Vi erano troppi interessi al riguardo, nonostante i divieti del Consiglio. 
L'unico modo era dimostrare che l'eezo 19 non era così eccezionale. Il modo migliore era presentare armi capaci di neutralizzare qualsiasi tipo di vantaggio potesse dare. 
« I tecnici mi danno una stima i cinque anni, per ottenere qualcosa di veramente commerciabile. Però, da un lato siamo a un punto morto. » commentò Dasha.
« Perché? » chiese sorpresa Olivia. 
« L'armamento conta fino a un certo punto, dopo dipende dalle doti del soldato. Entrambe sappiamo, mi è costato accettarlo, che la via più facile per raggiungere il nostro scopo è che Isabella perda in un combattimento dimostrativo. La sconfitta del primo e più potente biotico a 19 non potrebbe non avere conseguenze. »
« Ma...? »
« Dai test fatti per adesso, anche senza poteri Isabella vince. »
La notizia non sconvolse Olivia,  pensare che fosse l'energia biotica a rendere il phantom pericoloso era un errore che molti avevano pagato con la vita. Lei era letale di per se. « Se Isabella vince, anche senza usare i suoi poteri, il pubblico penserà sempre e comunque che sono stati quelli a farla vincere. Ogni nostro sforzo alla fine sarebbe vanificato. »
« Già . » ammise la Weaver. 
« Non puoi chiederle di perdere? Volontariamente? » 
Dasha fece una smorfia « Le posso chiedere di non vincere, ma non di perdere. Ci ho pensato, ma vi sono due problemi: 1) non so se sarebbe disposta a perdere volutamente, nemmeno se glielo chiedo io. 2) Temo che il pubblico si accorgerebbe della finzione. In tal caso i nostri problemi aumenterebbero in modo sensibile. »
Olivia sospirò dalla frustrazione, le preoccupazione della Weaver erano fondate. 
« Proverò a cercare tra gli ufficiali qualche candidato adatto. » e aggiunse « Mal che vada potrei affrontarla io? » 
La proposta riuscì a meravigliare Dasha, l'idea non era stupida e Olivia era uno dei migliori soldati in circolazione « Mi stai dicendo che potrei dover tifare per te...contro Isabella? Ho mal di testa solo a pensarci. » 
Dopo quell'ultima frase l'incontro ebbe fine.

 
***** 

Mancava un'ora buona a l'ora di pranzo e il C.d.A. si era riunito. 
« Non pensate che rimuovere Olivia W. Shepard sarebbe un vantaggio per noi? Potessimo mettere qualcuno di meno...onesto... non sarebbe male. » dichiarò Vico. Non faceva sul serio, lo si capiva ma era un argomento accattivante. 
« Fosse per me, farei ritrasmettere nei telegiornali la sua storia di come ha avuto un aborto e sofferto di depressione per mesi. » propose Lial.
« Perché? La gente si metterebbe sicuramente dalla parte di lei. » rispose Weller Bebb, un esperto di  leggi. 
« Ma non sarebbe un'accusa, ma solo un ricordare un evento passato. Sono convinto che con la giusta spinta “miss onesta” potrebbe crollare nuovamente. » commentò l'asari.
« Interessante. » ammise Sasany Moraios, un asari di colore viola abbastanza sicura di se da rivolgere a Dasha occhiate maliziose. Il sesso era un mezzo come un altro per raggiungere certi scopi.  
« Fate...silenzio. » era stato appena mormorato, ma con tale decisione che i presenti si bloccarono nella posizione che avevano in quel momento. 
Non avevano idea di cosa fosse successo, tranne che Dasha Weaver era nervosa o addirittura arrabbiata. 
« Nessuno di voi farà niente, non ne saresti minimamente capaci, neanche la più piccola mossa contro l'ammiraglio degli I.D.G. Ora, se avete finito di fantasticare, andiamo avanti. » disse ma nella sua mente “Perché cazzo sono intervenuta? L'idea non era male. Se crollasse psicologicamente non potrei certo esserne incolpata.”
Le ore passarono, il pranzo anche che come gli altri giorni fu solitario. 
Al pomeriggio non vi erano riunioni, Dasha si metteva nel suo ufficio a sbrigare il lavoro. Firmare e leggere documenti.
Sospirò e si guardò in giro, le mancava Isabella. Adesso che l'altra donna aveva un lavoro capitava che si assentasse. 
« Che palle! » borbottò e si mise a girovagare su extranet. 
Senza un motivo apparente, andò a controllare il rendimento scolastico di Trish. Tutto bene, sulla pagine virtuale non erano segnate note o altro. 
Un'inserzione a lato attirò la sua curiosità, aprì la pagine e ne lesse il contenuto. 
« Che assurdità! Come se nella vita servisse a qualcosa. » dichiarò ma non sapendo bene a chi. Era sola e di certo non aveva bisogno di esternare ad alta voce le proprie idee per convincersi. 
« Un test...» mormorò incuriosita, aprendo la pagina.

Quel pomeriggio...

Dasha si stava godendo la tranquillità del pomeriggio e la forzata solitudine.
Il lavoro poteva aspettare.
Datapad in mano, sdraiata sul divano e snack a portata. 
Il campanello di casa suonò, quasi spaventandola e lasciandola perplessa. Poche persone potevano suonare a quella porta. Andò ad aprire.
« Che vuoi? » disse bruscamente, non si era aspettata Olivia. 
« Mi serve un favore. »
« No! » e fece per chiudere la porta, ma l'altra mise il piede in mezzo. 
« Senti, non impazzisco neanch'io a chiedertelo ma francamente sei abbastanza in debito con me da non poterti rifiutare. »
« Io...in debito con te? »
« Vuoi che facciamo il conto da quando, purtroppo, ci conosciamo? » 
Vi fu un attimo di silenzio « Entra. » disse infine, senza nascondere un certo disappunto. Per quanto criminale, la Weaver non era una donna tale da non riconoscere dei debiti e non pagarli. 
Olivia si guardò in giro incuriosita « È la prima volta che entro a casa tua. » 
« Che gioia, se non accadeva ero più contenta. » 
« Non so, mi aspettavo qualcosa...da ricchi...invece è normale. » dichiarò osservando l'ambiente che la circondava. Esso era moderno, pulito e luminoso. 
L'arredamento era stato attentamente curato, studiato per usare al meglio gli spazi. I migliori arredatori d'interni avevano lavorato per soddisfare i gusti della loro cliente. 
Per quanto ricca, Dasha odiava l'inutile e il superfluo. 
« Come mura d'oro o qualche stronzata simile? » commentò la padrona di casa. 
« Appunto! Come a volte si vede nelle case dei ricchi in televisione.»
« Se sono ricca più dei ricchi è per che non faccio simili stronzate. Ora che vuoi? » 
Olivia gli porse un datapad « Dovresti dare un'occhiata a questo. » disse lei con un sorriso complice. 
Lei lo fece  e … « La tua dichiarazione dei redditi? » chiese esterrefatta.
« Avrei un problemino... » affermò, ricevendo in cambio lo sguardo più incredulo che la Weaver potesse rivolgerle. 
Dopo una decina di minuti le aveva fatto un resoconto della situazione. 
« Vi siete persi i contributi degli I.D.G. degli ultimi due anni? Sul serio? »
« Ehi! Non abbiamo fatto niente, è stato qualcuno dell'amministrazione. » 
« Magnifico, ma che vuoi da me? » 
« C'è un indagine in corso, però avrei davvero bisogno che quei soldi saltino fuori al più presto. Non è che tu...potresti darci un'occhiata? » 
« Prego? »
« Ci sai fare con questo genere di cose. »
« Assumi un ragioniere. »
« Oh senti! Vuoi farti adulare o cosa? Ho bisogno di qualcuno che mi dia una risposta immediata, non chissà quando. » 
« Non so nemmeno perché lo faccio. » borbottò la Weaver, dirigendosi verso il proprio ufficio con la dichiarazione di lei in mano. 
Non sapendo che fare Olivia si sedette sul divano, sentendo qualcosa sotto al sedere lo prese in mano e vide un datapad. 
“ Ma che...? Un test di matematica? Se sono ancora a questo punto, le figlie di Dasha sono indietro negli studi” pensò fra se. 
Così, senza pensarci, incominciò a svolgerle. A suo tempo aveva avuto il massimo dei voti in matematica, come in qualsiasi materia. Motivo per cui aveva sempre avuto problemi con i compagni di scuola, causa l'invidia. 
Una ventina di minuti dopo poteva dire di aver finito.
« Che stai facendo? » la domanda che le era stata rivolta conteneva una tale nota di sorpresa da spiazzarla. Per un attimo si guardò confusa in giro, non capendo cosa potesse aver fatto. Poi guardò il datapad e solo allora si concentrò sui particolari dello schermo. 
In alto, l'utente registrato a quella pagina era segnato come D.W. 
Le cadde la mandibola dallo stupore. 
Dasha le strappò letteralmente il datapad di mano, urlando « Fuori! » 
Olivia scatto in piedi mentre prendeva in mano, quasi nello stomaco, il proprio datapad. 
Indietreggiò incerta, verso l'uscita ma sempre guardando Dasha. Era allibita da quello che vedeva e non di certo perché la Weaver era arrabbiata, a quello oramai non ci faceva caso tanto era normale, ma da quello che aveva intuito. 
Le stava letteralmente ringhiando addosso, le urlava di uscire, la minacciava con una mano indicandole nel contempo l'uscita ma era sicura di una cosa, tutta quella rabbia era solo apparente. 
Dasha Weaver era imbarazzata, proprio questo la lasciava incapace di reagire.
Era una situazione talmente imprevista e nuova che non sapeva come affrontarla. 
In men che non si dica si trovò a fissare la porta di casa Weaver dall'esterno.
Rimanendo interdetta e sentendosi leggermente in colpa. 

Dentro casa, Dasha fissò con rabbia crescente il datapad al punto da avere gli occhi lucidi. 
Lo fracassò lanciandolo al suolo.
« Non mi serve, non mi è mai servito. Non le darò l'occasione di ridere di me! Sono stata una stupida! » dichiarò, facendo respiri profondi e lenti. 
Aveva ottenuto tutto quello che una persona avrebbe potuto chiedere. Non aveva bisogno di fare quello stupido test, quell'idea era stata solo un capriccio senza pretese. 
Iscriversi a un corso di studio online? Che idea sciocca era stata. 
Mettersi alla prova? Non aveva bisogno di provare niente a nessuno.
Studiare e imparare, provare quelle cose che le erano state tolte quando qualcuno aveva fatto di lei una cavia per neo-Cerberus? Una sciocca visione romantica. 
Non aveva mai avuto bisogno di un titolo di studio, non lo aveva mai nemmeno desiderato. 
« È stato solo un momento di debolezza. » mormorò, sentiva la necessità di una boccata d'aria. 
Si alzò scattante e nervosa, aprì un armadio, prese una bomboletta spray fra le cinque presenti e si spruzzò il contenuto sui capelli. Si guardò allo specchio, emise un sospiro di frustrazione « Sembro la sorella di Olivia! » 
Si era spruzzata una colorazione istantanea per capelli, questa le aveva fatto diventare i capelli di un bel colore ramato. 
Aveva messo quegli spray tempo fa in quell'armadio, insieme a tutto il resto. Non ricordava nemmeno che colorazioni aveva scelto, al momento si era limitata a prendere la prima bomboletta che le era capitata in mano. 
Prese un ID della Noveria Corps, anche quello creato tempo fa, si cambiò d'abiti e come nel più classico dei film premette un pulsane per svelare un passaggio segreto dal salotto. 
« Andiamo a cazzeggiare in santa pace! Niente Divisione N e altri rompipalle attorno.»
*****

« Vogliamo Dasha, fatela entrare! » gridò un uomo, un operaio, dal proprio tavolo.
Rumorosi colpi di tosse fecero voltare il barista, verso la donna dai capelli rossicci che lentamente stava assaggiando il wisky.
« Tutto bene? » chiese lui gentilmente
« Si, grazie. » per un attimo pensò di essere stata scoperta. Si voltò verso chi aveva parlato, ma l'attenzione di tutti era rivolta al piccolo palco del locale. 
Quando la donna apparve, lei aggrottò la fronte incredula. Una “Dasha” con un sexy vestito da lavoro, era apparsa incominciando subito a muoversi seducente attorno a un palo e a spogliarsi. 
« Appena assunta? » domandò il barista. 
« Si. » disse, senza smettere di guardare il palco. « Non temete di avere problemi con questa parodia? » 
L'uomo ridacchio « No, se po dovessimo averne credo sarebbe per le puttane che per far contenti i clienti imitano la Weaver. » 
“Ma vah!” e incuriosita chiese « È così popolare? »
«  È una donna piacente, potente, pericolosa ed è il capo di tutti. Molto uomini non potrebbero pensare a qualcosa di più sexy neanche volendo. Immaginarsi di fottersi il capo è una delle fantasie più vecchie dell'universo, sopratutto quando è una donna. »
Lei annuì e chiese « In ogni caso è sempre il capo, viene davvero accetto tutto quanto senza problemi? » 
« La Weaver non ha mai dato l'impressione di offendersi per queste cose, in ogni caso le basterebbe comunicarlo e toglieremo tutto. Con molto dispiacere dei nostri clienti e suoi dipendenti. » 
Annuì e sorrise a quella risposta, il barista aveva ragione. Non le importava francamente niente, anzi, era quasi piacevole sapere di essere sexy per molti. Non era male per la sua autostima. Lei non si era mai soffermata a pensare su come la vedessero i suoi dipendenti da quel punto di vista. 
Quindi il barista le rivolse una profonda occhiata « Mai pensato di imitarla anche tu? Credo che piaceresti molto ai clienti nei panni della Weaver. Non ti andrebbe un secondo lavoro? »
A quella proposta dovette trattenersi dal ridere, le stava offrendo di imitare se stessa per far eccitare i suoi dipendenti. Non aveva mai pensato di trovarsi coinvolta in una discussione tanto assurda. 
In modo piuttosto pesante un biondo si sedette accanto a lei, aveva decisamente un fisico atletico. 
Lui non la degnò di uno sguardo e rivolgendosi al barista « Matt, qualcosa di adatto a scacciare i pensieri. »
« Ok amico, preoccupato per la finale di questa sera? » 
« Quale partita? » domandò lei incuriosita. I due la fissarono un attimo interdetti. 
« Scusala amico, lei è appena stata assunta. Non ha ancora scelto una squadra per tifare. Donna, questo che hai davanti è il miglior giocatore di hockey di tutta Noveria: Garret Watton. Il capitano della squadra della cupola abitativa 47, ovvero questa, e favorita nella finale che si giocherà oggi. »
« Già, beh, ha fatto lui tutte le presentazioni. Dove sei stata assunta? » chiese Garret.
« Sicurezza. » rispose, quello era quanto riportato sull'ID falso che aveva con se. 
Watton annuì sorpreso « Divisione N? Devi essere tosta per farne parte, in effetti hai l'aria in gamba. Io sono un caposquadra “blu”, lavoro a Caninea nello scarico e carico merci. Dirigo una trentina di uomini e in più piloto una di quelle enormi gru che vedi negli hangar. » 
« Un lavoro eccitante? »
« Non è male, se penso che se sbaglio tonnellate di merce potrebbero cadere uccidendo molte persone e causando un danno rilevante per la Noveria Corps. » 
« Spero non sia mai successo! » 
« Fortunatamente mai. » 
Dasha si tranquillizzò, l'ultima cosa di cui pensava di aver bisogno al momento era scoprire di non essere stata informata di un disastro simile. 
« È un grande lavoratore il nostro Garret, ed è forse l'unica brava persona su tutto il pianeta. I.D.G. a parte. » 
Dasha sorrise « Una brava persona su Noveria? “ Non ci sono...”»
« … Santi su Noveria” » disse il barista, finendo la frase insieme a lei e sembrando che l'avessero detta in coro. « Fidati, lui lo è. Ha anche ripreso a studiare. »
« Perché? » 
« Un giorno non mi dispiacerebbe entrare in dirigenza, fare il lavoro del mio capo. » 
« Studiare ti dovrebbe servire? Sai, credo che se ti informi sul presidente Weaver vedrai che lei non è neanche diplomata. Non ha nessun titolo di studio.» 
Lui si fece serio « Male non mi farà, se poi dovessi dare delle motivazioni più personali posso dire che non mi piace sentirmi ignorante in mezzo agli altri. Odio quando succede. » 
Quelle parole ricordarono a Dasha alcuni episodi del recente passato, le sue figlie studiavano e  ad alcune loro domande aveva dovuto ammettere la propria ignoranza. 
Odiava riconoscerlo, ma quegli episodi si stavano facendo sempre più frequenti. Per qualche istante aveva provato vergogna per se stessa. Almeno così credeva.
Osservandolo meglio era sicura che fosse angustiato da qualcosa. « Preoccupazione per la partita? » 
« Più o meno. So che è strano, ma voglio chiedertelo, hai qualche aggancio sicuro nella sicurezza? Qualcuno di abbastanza in alto. »
« In alto quanto? » chiese incuriosita.
« Almeno da parlare con il comandante Takara. »
« Molto in alto, già che ci sei potresti chiedere un incontro con la Weaver? » propose sarcastica.
« Quello sarebbe ancora meglio. » annunciò con sguardo preoccupato.
« Faresti meglio a dirmi tutto. » 
In quell'istante Garret pensò di aver fatto un errore, ma il fatto che la partita si sarebbe giocata tra qualche ora l'aveva fatto cadere nel panico. Si guardò in giro quasi spaventato e disse « Non posso. »
Lei si alzò « Matt, quanto vuoi per una camera? » 
« Dipende dall'uso? » disse il barista avvicinandosi. 
« Mi voglio scopare il tuo amico, è da un po' che non faccio sesso decente. Consideralo del “sesso di buon auspicio”. »
Lui strabuzzò un attimo gli occhi, quindi allargò le braccia e con un sorriso complice « Tutto gratis. »  
« Andiamo! » disse lei e si avviò.
Garret guardò incredulo il suo bicchiere di wisky, fece per potarselo alla bocca ma Matt lo bloccò « Basta alcool. Quella, credi a me, è una mangiatrice di uomini. Ricorda solo di tenere qualche energia per la partita. » disse amicante.
Seccato si alzò, chiedendosi di quanto poteva essere peggiorata la sua posizione a domandare a quella donna. 
Si chiusero in camera e fu lei a chiedere per prima « Quindi? » 
« Ho avuto ordine dal presidente Weaver di truccare l'incontro, facendo perdere apposta la mia squadra. » 
Lo sguardo della donna fu di pura meraviglia, mai avrebbe sospettato quella risposta.
« Sorpresa? » disse lui, non potendo indovinare i reali motivi di quello stupore. 
“Cosa diavolo significa?” pensò tra se Dasha. 

Hockey era uno sport amato su Noveria, pur partecipando solo squadre amatoriali la gente ne era infervorata. Anche la gestione del torneo era tale, affidata a chi era interessato. 
La Noveria Corps si limitava a gestire il palazzetto del ghiaccio dove giocavano e le scommesse. 
Gli incontri però erano sempre avvenuti con la massima onestà, imbrogliare i suoi dipendenti non era una linea di condotta che la Weaver approvasse. 
C'era tutto il resto della galassia su cui poterlo fare. 
Quella sera la folla era eccitata, era la finale dell'attuale torneo. 
Poi un brusio percorse gli spettatori, dalla cabina VIP Dasha Weaver assisteva ad una partita per la prima volta. Molti rimasero sorpresi e incuriositi per la sua presenza. 
Nessuno fece caso a una figura più minuta, seduta leggermente all'indietro. 
Era un'asari dalla cute verde acqua.  
« Spero di assistere a una bella e onesta partita. » commentò la Weaver.
« È anche la mia speranza, presidente. » dichiarò Lial T'davo, cercando di nascondere il nervosismo.
« Spero non sia un problema, se prima di inizio partita ho provveduto a sbrogliare quel giro di bugie che avevi diffuso a mio nome. »
Lei provò come la sensazione che le avessero strappato a forza tutta l'aria dai polmoni, poté solo rimanere a bocca aperta. Il terrore la immobilizzava. 
« Ho mandato in giro alcune persone a riferire un messaggio da parte mia, a spiegare che non ero solo coinvolta in certe affermazioni ma anche contrariata da esse. Fortunatamente è stato tutto chiarito all'istante. »
L'asari poteva sentire le gocce di sudore nate dal terrore bagnarle la schiena. 
« Bell'idea, devo ammetterlo. Usare lo sport oltre sia per fare soldi che per creare del malcontento verso di me. Quando si tratta di sport, è incredibile cosa possono fare le persone se qualcosa intralcia la loro passione. Avrebbe fatto trapelare che gli incontri erano truccati, per giunta facendo il mio nome. Ovviamente i giocatori coinvolti si sentivano obbligati a farlo, visto che per loro era un ordine del presidente. Non avevano motivo di dubitare, a ordinarglielo era un membro del C.d.A. Dopotutto io non mi sono interessata a questo sport, neanche la sicurezza, non c'era pericolo che ne venissi informata. Alcuni scherzi del destino sono proprio incredibili, avrei anch'io degli aneddoti da raccontare al riguardo. Certo, era solo l'inizio di un piano per crearsi un proprio seguito, ma potenzialmente era valido e anche molto ben gestito. Non avevo proprio pensato che la passione del hockey sarebbe potuta essere usata contro di me. Le faccio i miei sinceri complimenti. »
L'asari riuscì a deglutire a vuoto « I... »
« Eviti spiegazioni inutili, non servirebbero e spero che lei si ricordi le mie parole di due anni fa “Ma attenti, sbagliate e siete morti.” Lei ha sbagliato. Qui su Noveria, agire contro il presidente della Noveria Corps è come rendersi responsabile di lesa maestà o di un colpo di stato. Come disse una volta il direttore Osmin “La Noveria Corps è quasi uno stato. “ Ma voglio essere generosa, la compagnia si è presa il suo denaro come risarcimento. Le do queste ultime ore, prima del nuovo giorno, per abbandonare il pianeta. » disse questo, senza neanche voltarsi.
Se lo avesse fatto, la sua interlocutrice avrebbe visto sulla sul volto di lei un sorriso di autocompiacimento. 
L'asari si alzò è corse via, terrorizzata. Non poteva credere che fosse successo veramente. 
Dasha non ci fece neanche caso, guardava la sua prima partita di hockey cercando di capirci qualcosa. 
« Chissà se potrei formare una squadra professionista? » mormorò tra se, domandandosi se le sarebbe stata di una qualche utilità. 
Il giorno dopo, alla riunione del C.d.A.  mancava una persona.
Dasha diede la seguente comunicazione « Lial T'davo ha tentato e sbagliato. È stata trovata morta impiccata nel suo alloggio. È stato un suicidio. Se ne sentite il bisogno, possiamo tenere un minuto di silenzio in sua memoria. » 
Un istante di silenzio a cui seguì il rumore di risate allegre e feroci. 
Risa a cui si unì la stessa Dasha. 
« Mi ha sorpreso presidente, non credevo avesse senso dell'umorismo. » affermò divertita Agnese.
« Sento il bisogno di andare in bagno, se volete possiamo tenere un minuto di silenzio anche su questo. » disse Vipius sollevando altre brevi risate. 
« Contenta di avervi divertito, adesso al lavoro. » dichiarò Dasha, liquidando la situazione. 
Dall'inizio sapeva cosa sarebbe successo, compresa la reazione di quelle persone. 
Non per niente aveva già scelto chi l'avrebbe sostituita riempiendo il vuoto nel C.d.A.,  il suo successore era già in viaggio. 
Quegli individui erano l'esempio perfetto di quell'egoismo su cui faceva leva per assicurarsi la lealtà delle persone. 
Ma nel loro caso era un sentimento talmente estremo da finire per danneggiare se stesso, era conscia che privando Lial del suo denaro l'avrebbe spinta al suicidio. 
Era il crimine perfetto e non aveva nemmeno il bisogno di nasconderlo. 
Gli individui seduti a quel tavolo erano dei mostri, qualsiasi cosa avessero ottenuto avrebbero sempre puntato ad avere di più. Niente poteva soddisfarli. 
Proprio questo li rendeva miopi.
Rientrando a casa Dasha trovò un pacchetto per lei, vi lesse il biglietto allegato:
A me non servono più, tienili pure, in ogni caso ho copiato i file. Non ho detto a nessuno cosa ho visto, è stato un incidente e non volevo curiosare. Buono studio. Non è un gesto di gentilezza nei tuoi confronti, puoi andare all'inferno per me, però con questo mi sdebito per l'aiuto che mi hai dato. Con le tue indicazioni abbiamo trovato i contributi persi.  
Saluti.
Olivia W. Shepard.
p.s. Avevo la media del dieci, scommetto che non riuscirai nemmeno ad avere quella del sette. Se hai bisogno di aiuto chiedi pure, intanto sappiamo chi è la più intelligente...adesso.
 
Lei aprì il pacco, vi trovò sei datapad, al loro interno appunti scolastici di Olivia quando andava a scuola. Contenevano tutte le materie che aveva studiato per diversi anni.
La vena sulla fronte di Dasha pulsava ferocemente « Brutta stronzetta scopa turian...stai vedere... » e si mise seduta a leggere.

*****

Olivia per poco non si strozzò col boccone, mentre era intenta a cenare. Non era riuscita a trattenere una risatina mentre mangiava. 
« Allora tesoro, è tutta la sera che hai un'espressione divertita. Io e i ragazzi siamo curiosi. » disse il consorte turian dall'altro capo del tavolo. 
« Ecco...diciamo che ho fatto un piccolo scherzo. » rispose lei. 
« A chi? » chiese Dante, il bambino umano che avevano adottato. 
« Questo è un segreto tesoro. » 
« Perché l'avresti fatto? » domandò Decunia, la bambina turian sempre adottata dalla coppia. 
« Direi a fin di bene, per motivare una certa persona. » 
« E in cosa consisterebbe? » chiese il marito Arturus.
« Niente di particolare, credo di aver fatto prendere una decisione a una persona che forse non avrebbe mai presa. » disse divertita, immaginando la reazione di Dasha a quella frase volutamente provocatoria. 
Alla fine, non riuscendo a trattenersi, rise di gusto.
   
 
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