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Autore: Therry_1984    13/06/2018    4 recensioni
Marzo 2015, Shinjuku. Ryo (detective di polizia) e Kaori (infermiera) sono fidanzati da quasi dieci anni. Il loro rapporto andrà in crisi quando un uomo che desidera vendetta (poichè il defunto padre poliziotto di Ryo ha ucciso il proprio, rapinatore di banca, moltissimi anni prima) ha progettato un piano astuto per fare soffrire Ryo cercando di separarlo da chi ama, cioè la sua fidanzata. Il malvivente architetterà l'omicidio della fidanzata di Mick, collega infermiere di Kaori ma innamorato di lei, cercando di far ricadere la colpa su di lui. Saeko, collega poliziotta di Ryo e innamorata di lui, ne approfitterà per allontanare i due fidanzati in modo squallido ed al di fuori di ogni morale, spingendosi oltre ogni limite. Nella storia sono presenti anche Hideyuki ed Umibozu (rispettivamente gestore della struttura per anziani dove lavora Kaori e coordinatore infermieristico). Ma c'è un altro personaggio in pista che mira al cuore di Kaori: Patrick Darcy, il suo avvocato. Come andrà a finire? Buona lettura a tutti.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: City Hunter, Altro contesto
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Cap. 20 - L'IRA DI HIDEYUKI (Seguito Cap. 18)

1 Aprile, ore 14:00
Ryo - Hideyuki - Umibozu


Dopo aver dormito quel tanto che serviva per essere di nuovo presentabile, Ryo decise di recarsi per un consiglio dal suo migliore amico, quello che sempre l'aveva consigliato bene con la sua saggezza e con i suoi modi di fare ragionevoli, cioè Hideyuki, il fratellastro di Kaori, a cui la donna era molto legata.

L'uomo gli aveva dato la conferma telefonica di essere a casa e che da lui ci sarebbe stato anche Umibozu. Suonò sapendo che l'amico l'avrebbe accolto come solo lui sapeva fare.

- Ah, eccoti. Entra pure. Ci stiamo prendendo un caffè con Umibozu. Mentre decidiamo il da farsi. Mi sembrava strano che non ti fossi ancora fatto sentire. - Gli disse facendolo entrare in casa.

Attraversarono il salotto, sempre ben ordinato, dalla donna di servizio dell'amico ed entrarono in cucina.

Lì seduto, Hayato Ijuin, conosciuto come Umibozu, era già al quindicesimo pasticcino e sembrava si volesse finire tutto il vassoio prima di "togliere le tende".

- Vi conoscete già, vero? - Chiese Ryo ad Hideyuki. - Lui è il capo di Kaori. - I due si strinsero la mano.

Ma quando Ryo udì il nome di Kaori, si sentì come pugnalato allo stomaco. La prima pugnalata di una lunga serie. Si chiese quanto la donna avesse detto al fratello dei fatti appena avvenuti, ma presto l'avrebbe imparato. Hideyuki si mise a fare un caffè anche a lui, mentre Ryo si sedette di fronte al pelato dagli occhiali scuri. Fu il Makimura a parlare per primo:

- Come ci siamo arrivati a questa situazione lo sappiamo... ma mi sfugge qualche dettaglio. Kaori mi ha parlato, ha detto che ti sei comportato male col suo collega, cioè col nostro collega. Mi racconti come sono andate le cose? - Chiese a Ryo mentre gli porgeva il caffè caldo fumante.

Di quello che era successo veramente ne era al corrente poichè la sorella l'aveva informato di ogni particolare, ma voleva sentire la versione di Ryo se era simile alla sua. E in quel caso, se ucciderlo con le sue stesse mani.

Ryo cominciò a grattarsi la testa e poi disse, come quasi fosse una cosa comica:

- Vuoi la parte in cui sono stato preso dalla gelosia ed ho scaraventato Mick sul cofano di un'auto ammanettandolo... o quella in cui ho scoperto dell'omicidio della sua fidanzata? - Ironizzò il poliziotto.

Umibozu, che non conosceva molto Ryo ma aveva saputo da Hideyuki che tipo fosse e lavorando con Kaori qualche cosa in quei mesi si era fatta sfuggire su di lui, chiese:

- Una versione concisa, diretta e soprattutto veritiera. Per colpa di questo casino devo assumere due nuovi infermieri nel giro di due o tre giorni al massimo e la cosa non mi piace per niente. Mick e Kaori sono molto bravi, è stato un trauma sapere quello che è successo e sapere che sono nel mirino della polizia mi addolora tantissimo. Io lo so che entrambi sono estranei a questa vicenda. - Concluse l'uomo.

Sull'ultima frase detta dal responsabile infermieristico di Kaori, Ryo non aveva proferito parola. Nessun cenno del capo, nessuna emozione, nessuna espressione.

Hideyuki stava asciugando un piattino dinnanzi al lavello però non aveva smesso di guardare Ryo in tralice per studiarne le reazioni. Sapeva cosa si erano detti lui e Kaori e voleva constatare se nel frattempo lui, magari ripensandoci, si era schierato totalmente dalla parte della donna e non si era fatto prendere dai suoi soliti dubbi.

Dopo che Ryo la sera prima aveva lasciato l'appartamento di Kaori, la donna gli aveva telefonato raccontandogli cosa era successo fra di loro e, mentre Kaori ribadiva più volte il concetto che Ryo l'aveva abbandonata anteponendo la sua carriera e prendendo le distanze, Hideyuki l'aveva rassicurata sul fatto che tutto ciò fosse assolutamente impossibile e che probabilmente lei aveva capito male.

Invece Hideyuki si dovette ricredere sul fatto che Kaori aveva assolutamente ragione. Mentre Ryo faceva un riassunto verbale dei fatti accaduti, li stava raccontando come se nè lui nè Kaori fossero i protagonisti di questa vicenda. Va bene che Umibozu gli aveva detto di fare un racconto conciso, ma più il poliziotto parlava e più Hideyuki poteva notare con quanto distacco emotivo Ryo parlava di ciò che era avvenuto.

Come se la cosa non lo riguardasse minimamente. Dovette ammettere, Hideyuki. Ripensando poi anche alle parole che gli aveva detto Kaori sul fatto che tutta questa vicenda sarebbe stato un piatto succulento per la sua eterna rivale in amore, la collega di Ryo, che Kaori non sopportava.

I tre fecero qualche commento generico sulla vicenda finchè Umibozu disse:

- Questa storia è veramente la più assurda che io abbia mai sentito ma sono sicuro che sia Kaori che Mick sono puliti e che sicuramente è una macchinazione di qualcuno per metterli nei guai. -

Ma a quel punto Ryo non riuscì a non dire niente, il suo intervento fin da subito, ancor prima che aprisse bocca, sembrava voler dare contro ad Umibozu:

- Ma quale macchinazione? I fatti parlano chiaro. Quei due erano a cena fuori insieme, hanno trovato la fidanzata di lui strangolata. Ma vi sembra normale che queste cose siano accadute proprio a Mick? E voi che dite di conoscerlo davvero. In quale mondo un uomo ed una donna si recano in uno dei ristoranti più prestigiosi della città se non hanno una storia? Gli omicidi a scopo di gelosia o vendetta sono all'ordine del giorno. Non siamo neanche noi immuni da certe cose! Voi che dite di conoscere tanto entrambi come brave persone! - Sbottò Ryo, non rendendosi pienamente conto del significato delle parole appena pronunciate.

A quel punto ad Hideyuki, conosciuto per la sua proverbiale pacatezza d'animo e tranquillità emotiva, si tolse con calma gli occhiali e si parò di fronte a Ryo che era seduto sulla sedia ma scostato dal tavolo. Ryo lo fissò con fare interrogativo:

- Non riesco a capire da che parte stai, Ryo... - Disse Hideyuki tranquillamente come se avesse fatto una semplice domanda. Invece per Ryo aveva fatto "la domanda". Tra i sensi di colpa, i dubbi, i fatti e quello che sentiva il suo cuore in quel momento, il poliziotto era confuso ed infatti tardava a rispondere.

Umibozu alzò un sopracciglio con sorpresa. La risposta era facile. Tutti sapevano che quei due erano innocenti e che Mick non sarebbe mai stato un assassino. Sapeva che con la sua fidanzata le cose non andavano più bene ma sicuramente non avrebbe avuto nessun motivo per ucciderla. E mentre Ryo era con lo sguardo perso nel vuoto in chissà quale dimensione, Hideyuki lo scrutò più intensamente andandogli quasi a pochi centimetri dal viso.

- Come mai non rispondi? Tu che hai sempre la risposta pronta in ogni occasione? Dubiti per caso della buona fede di Kaori? - Chiese Hideyuki in modo conciso e con tono accelerato. Si sentiva distrutto nel vedere di persona che quello che gli aveva detto Kaori era vero.

Umibozu capì che l'atmosfera si stava per scaldare, lavorava da tanti anni con Hideuki alla casa di riposo "Villa dei Cigliegi" e non l'aveva mai visto così agitato, con quel tono deciso, pronto a tagliare la testa al fidanzato di sua sorella in pochi secondi. Così, dato che si sentiva di troppo in quella piccola cucina e che gli animi stavano per prendere fuoco, decise di alzarsi e mise sul tavolo un bigliettino da visita per distogliere l'attenzione:

- Scusatemi, ma ora devo andare. Ti lascio il numero di uno degli avvocati migliori della città, chiamalo entro stasera, potrebbe esserti di aiuto. - Lo sguardo incavolato di Hideyuki si rilassò andando ad abbracciare il suo sottoposto e collega:

- Grazie Umibozu, mi sei stato di grande aiuto ma mi arrangio da solo. Kaori... - Disse rivolgendosi a Ryo e calcando molto il concetto: - ... E' innocente e ne uscirà come tale. Che tu lo voglia o no. - Ed accompagnò Umibozu alla porta.

Ryo che conosceva Hideyuki da tanto, sapeva che questa cosa l'aveva fatto infuriare e che adesso ne avrebbe subito le conseguenze. Quando infatti Hideyuki tornò in cucina non gli risparmiò nulla:

- Mi fai schifo, Kaori aveva ragione. Per correre dietro alla tua carriera ed a quella sgualdrina della tua collega, stai mettendo in discussione dieci anni di relazione fra di voi. Sei proprio un coglione! - Lo ferì Hideyuki. Ryo sapeva che il suo migliore amico ce l'aveva con lui, d'altra parte chissà cosa gli aveva raccontato Kaori. Ma una sorta di spirito vendicativo gli salì in corpo e non riuscì a fermarlo:

- Tutte queste belle considerazioni sul mio lavoro e sulla mia collega, te le ha suggerite lei? - Asserì riferito al fatto che era Kaori che non poteva vedere Saeko. Ribattè con astio. Ma Hideyuki si avvicinò minacciosamente a lui puntandogli il dito contro e dicendo cose che non pensava, ma che in quel momento erano necessarie:

- Stai veramente difendendo Saeko per abbandonare Kaori al suo destino! Ti rendi conto che la stai moralmente lasciando dopo dieci anni insieme? Mi chiedo come fai a dormire sonni tranquilli e far sopravvivere la tua coscienza... più stai con Saeko più diventi squallido come lei. - Ryo guardò altrove, non se la sentiva di dover ribattere ma non riusciva a capire come loro due ce l'avessero con Saeko che in quel momento lo stava solo aiutando.

- E' l'unica persona amica che ho in questo momento, dato che anche tu mi stai voltando le spalle. Nessuno di voi due, nè tu nè tua sorella riuscite a capire in che cavolo di casino sono invischiato! - Esclamò Ryo.

- Oh, poverino, davvero... l'unica amica che hai... sono commosso... te la scopi anche per suggellare questa rinnovata fratellanza amicale? - Esplose Hideyuki con furiosa ironia.

Lui non si era mai comportato così perchè mai ce ne era stato bisogno. Ma la situazione era decisamente sfuggita di mano. Nessuno l'aveva fatto mai arrabbiare così tanto. L'uomo che diceva di amare sua sorella da quasi dieci anni la stava abbandonando nel momento del bisogno e questa cosa Hideyuki non poteva metterla da nessuna parte.

Un pugno ben assestato arrivò sulla guancia dell'uomo con le urla di Ryo che risuonavano in tutta la casa dopo aver sferrato il pugno:

- Come cazzo ti permetti di dire una cosa simile!!! Tu non sai come mi sento io! Mi hanno anche sollevato dall'incarico! Ho dovuto consegnare pistola e distintivo e mi hanno tagliato fuori dalle indagini! Se non avessi beccato la tua cara sorellina a cena col suo collega... e... per la cronaca, l'ho chiamata questa mattina prestissimo e sai che mi ha sbattuto il telefono in faccia e... lo vuoi sapere che c'era anche un uomo in casa sua! Un fantomatico "amico" alle quattro di mattina! Tu che la vuoi sempre difendere dalla brutture del mondo come se fosse un angelo immacolato! Ti informo che, Kaori Makimura, è molto più sveglia di quello che credi! E ti vorrei anche dire che mentre noi la sera appena trascorsa la cercavamo in lungo ed in largo perchè non sapevamo dove fosse, lei si era fermata a mangiare un kebab chissà con chi... - Esplose Ryo in tutto il suo fervore, era al culmine della rabbia.

Hideyuki si riprese dal colpo. Ma non era davvero la sua guancia ad essere ferita. Era il suo animo sinceramente scioccato dall'ultima notizia che Ryo gli aveva dato. Non pensava Kaori capace di una cosa simile. Ma non avrebbe dato la soddisfazione a Ryo di cedere:

- Esci dalla mia casa. Fuori! Subito! E non farti più vedere finchè non avrai riacquistato il senno. - Sentenziò l'uomo spingendo l'altro verso l'uscita e sbattendo la porta di casa.

Dopo di che Hideyuki, una volta solo, compose il numero di Kaori: voleva delle spiegazioni su quanto Ryo gli aveva detto. Davvero si trovava a casa con uno sconosciuto alle quattro di mattina?

Mentre Ryo, uscito dal radar di Hideyuki, ripensò a quello che aveva detto. Ci era andato giù pesante. Però, prima di ritornare a casa a leccarsi le ferite, sarebbe passato da uno dei suoi locali preferiti, un night club per gay e bisex gestito da una sua amica travestito, di nome Erika.

Lei aveva gli agganci giusti per indagare sottobanco su quello che poteva essere successo il pomeriggio prima in riferimento all'omicidio di quella donna.

   
 
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