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Autore: heliodor    14/06/2018    3 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Klarisa
 
Bryce salì sul castello di poppa per guardare meglio e godersi lo spettacolo. E il vento caldo e carico di umidità che li guidava verso la rada.
Il porto di Malinor si apriva davanti a loro. Il fiume che tagliava in due la città era abbastanza largo e profondo da poter accogliere i vascelli più grandi. Lungo le sponde del fiume i malinoriani avevano eretto decine di moli e magazzini e pontili per l'attracco delle imbarcazioni più piccole.
Prima di entrare nel porto vero e proprio, un'ampia semiluna che poteva ospitare fino a cinquanta navi in una sola volta, una lancia si avvicinò al fianco della nave.
"Chi è?" domandò Elvana incuriosita.
Donorin fece un rapido cenno ai suoi uomini. "Un pilota mandato dalla capitaneria di porto della città. Spetta a lui governare la nave nell'ultimo tratto del nostro viaggio."
L'uomo, piuttosto corpulento, si issò a fatica oltre la murata.
Donorin gli andò incontro mostrando un ampio sorriso. "Dezem, amico mio. Quanto tempo è passato dall'ultima volta che ci siamo visti?"
L'uomo, rubizzo in viso, sbuffò. "Non abbastanza per le mie tasche. L'ultima volta le hai svuotate giocando a dadi."
"È stata una serata fortunata" disse Donorin gioviale. "Se vuoi posso concederti la rivincita."
"Lasciamo stare per ora. Il vecchio della torre ha proibito il gioco d'azzardo, che l'Unico lo fulmini."
Bardhian tossì.
Dezem lo guardò e impallidì. "Ma voi siete... lui è..."
Il sorriso di Donorin si allargò. "Tranquillo, amico mio. Il principe Bardhian non farà certo caso al modo in cui vi siete riferito al suo nobile zio."
Bryce guardò Bardhian.
"Mio zio Zaro è il capo delle guardie cittadine. Risiede nella Torre Vecchia, ma non è anziano come dice quell'uomo."
Dezem gli rivolse un profondo inchino. "Non avevo idea che foste su questa nave, altezza. Nessuno mi ha avvertito."
Bardhian sembrò imbarazzato e non aggiunse altro.
Fu Vyncent a farsi avanti. "Il principe non ti farà niente, ma abbiamo premura di attraccare. Cosa ne dici ci portare questa nave su uno dei moli?"
Bryce annuì decisa. Lei non avrebbe saputo usare parole migliori di quelle.
Dezem annuì e corse al timone.
Pochi minuti dopo la nave stava attraccando a uno dei moli.
Mentre sbarcavano le poche cose che si erano portati dietro, Bryce andò da Donorin. "Per i tuoi servigi" disse allungandogli una borsa piena di monete.
Lui la soppesò. "È più di quanto avevamo pattuito."
"Un piccolo regalo per la bella cena che ci hai regalato l'altro giorno."
Donorin fece un leggero inchino. "Che la tua via sia dritta, Bryce di Valonde. Spero che tu riesca in qualunque impresa ti appresti ad affrontare."
"E io spero che un giorno tu riesca a vedere quelle terre di cui parlano i tuoi antenati."
Donorin sorrise.
Bryce tornò da Elvana e gli altri e prese il suo zaino. Le sembrò più leggero di quando si era imbarcata.
Si guardò attorno.
Il molo somigliava a quello di Valonde. C'erano le stesse facce: volti cotti dal sole, mani callose che tiravano funi o intrecciavano reti, voci concitate di chi vendeva il pescato o contrattava un passaggio diretto chissà dove.
Per un attimo fu assalita dalla nostalgia.
Lo sto facendo davvero, pensò. Non posso più tornare indietro. In ogni caso non avrei abbastanza monete per pagarmi il viaggio di ritorno. Poco male.
"Vogliamo andare?" fece Elvana impaziente.
Bryce guardò Bardhian. "Tocca a te" disse.
Bardhian li guidò attraverso grandi viali alberati e strette vie laterali. Mentre attraversavano la città non smise un attimo di parlare. Sembrava conoscere ogni edificio, ogni statua e ogni decorazione.
"Quella è la statua del dio dei mari, Galpi. Ogni anno si tiene una regata alla fine della quale le navi lasciano il porto e lanciano in mare dei doni per placare la sua fame. Se non lo facessimo, affonderebbe le navi con i suoi tentacoli."
"Quella invece è la vecchia residenza di Negold. Non sapete chi era? Non è possibile, è un eroe famoso a Malinor. Si dice che abbia combattuto contro i maghi supremi al fianco di Ambar e Harak."
"Quello è il dente di Amula" disse indicando una stele di marmo bianco che sembrava piantata nel terreno. Attorno era stato eretto un tempio sormontato da una cupola. "Quando Hera abbatté il gigante che voleva distruggere la città, uno dei suoi denti precipitò qui e si conficcò nel terreno."
Elvana la guardò come in cerca d'aiuto.
Bryce le fece cenno di avere pazienza.
In lontananza, videro una grande cupola svettare verso il cielo. Sotto il sole ormai alto la struttura in metallo e marmo levigato lanciava riflessi in ogni direzione.
"Quella è la sede del circolo di Malinor" disse Bardhian con orgoglio. "È il secondo edificio più grande della città. Dopo il palazzo del re, ovvio."
"Dovremo andarci" disse Bryce. Le era venuto in mente che lì avrebbe potuto trovare qualche alleato.
Bardhian annuì. "Vi introdurrò io. Conosco di persona la decana del circolo, lady Pearla."
"Ho sentito parlare di lei" disse Bato uscendo dal silenzio in cui spesso si chiudeva.
Parlava così di rado che ogni volta che lo faceva tutti gli altri si azzittivano per sentire che cosa avesse da dire.
Bardhian annuì con vigore. "È molto famosa. Cinquant'anni fa, quando Lugadur e Gargas scesero in guerra contro Malinor, lei guidò l'esercito alla vittoria. Mio nonno, re Urron, la considerava come una sorella."
"Lugadur e Gargas? Che cosa sono? Persone?" domandò Elvana.
Bardhian impallidì. "Certo che no" esclamò. "Non conosci la storia? Erano regni vassalli di Malinor, ma si rivoltarono."
"Mi stai dando dell'ignorante?" fece la strega con tono severo. "Attento a come parli o..."
Bryce le gettò un'occhiataccia.
Elvana sbuffò. "Hai ragione Bardhian, scusaci se non conosciamo la storia del tuo regno."
"Malinor è stata sempre indipendente" disse Bardhian con orgoglio. "Persino ai tempi del grande impero di Berger, quando metà del continente era unito sotto un unico re, noi..."
"Non devi rispondere con una lezione di storia a ogni nostra domanda" lo interruppe di nuovo Elvana.
Bardhian la guardò di sbieco e si azzittì.
"Cos'è quello?" chiese Vyncent indicando una torre dalle pietre grigie che svettava sopra gli altri edifici. Sembrava persino più alta della cupola del circolo di Malinor.
Bardhian assunse un'espressione triste. "Quella..."
Ancora un volta venne interrotto, stavolta da un gruppo di cavalieri che si avvicinò al piccolo trotto.
In testa al gruppo, una donna dall'aspetto fiero li indicò con un gesto veloce.
Due cavalieri si staccarono dagli altri, posizionandosi ai lati della strada.
Bryce, già in allerta alla vista dei cavalieri, preparò i dardi magici e lo scudo. "Chi sono?" chiese a Bardhian.
"È Klarisa" disse Bardhian. "Mia sorella." Ma non c'era alcun entusiasmo nella sua voce.
Klarisa indossava una cotta di maglia sopra una tunica azzurra. Sulle spalle portava il mantello color nero e ora di Malinor con i simboli del circolo: una stella circondata da otto stelle più piccole.
Avanzò al piccolo trotto dopo aver fatto un altro cenno ai cavalieri che la scortavano.
Bryce ne contò sei in tutto, compresi i due che si erano disposti sui loro fianchi, ma potevano essercene altri pronti a entrare in azione.
"Manteniamo la calma" le sussurrò Vyncent.
"Io sono calmissima" disse Bryce senza staccare gli occhi di dosso a Klarisa. Se fosse accaduto qualcosa, il primo dardo sarebbe stato per lei.
Klarisa si fermò a qualche metro di distanza e li squadrò con sguardo severo. "E così sei tornato davvero" disse con voce aspra. "Hai un bel coraggio a venire qui."
Bardhian avanzò di qualche passo. "Stiamo andando da mio padre. Spero che tu non voglia impedircelo."
Klarisa fece una smorfia. "Ma certo che no. Siamo qui per scortarvi." Indicò i cavalieri.
Bardhian guardò Bryce.
Chiamata in causa, si fece avanti. "Ti ringraziamo per il benvenuto" disse trattenendo a stento la rabbia. "Ma possiamo arrivarci da soli."
Klarisa socchiuse gli occhi. "E tu chi saresti?"
"Lei è Bryce di Valonde" disse Bardhian anticipandola. "La principessa Bryce, per l'esattezza."
Klarisa fece una smorfia. "La famosa strega dorata? La tua fama ti precede. Cosa ti porta fin qui?"
"Sono qui per parlarne con il re" disse Bryce.
"Sarà felice di ricevervi tutti quanti, ne sono certa" rispose Klarisa senza entusiasmo. "In quanto alla scorta, temo sia necessaria. Siamo in guerra e le strade di Malinor non sono sicure come una volta."
"Se è così, allora ti seguiremo" disse Bryce.
"Dovrete lasciare qui i vostri cavalli e prendere i nostri" disse la principessa di Malinor.
"Posso chiederti perché?" fece Bryce diffidente.
I nostri sono abituati alle strade tortuose di Malinor, i vostri no."
È una scusa bella e buona, pensò Bryce. Ma non voglio contraddirla. Abbiamo già troppi nemici.
"Come vuoi" disse Bryce."
A un cenno di Klarisa due cavalieri smontarono e porsero le loro cavalcature a Bardhian e Bryce. "I tuoi amici dovranno continuare a piedi." Indicò i due soldati appiedati. "Ma avranno anche loro una scorta, non temere."
"Non mi piace che vai da sola" disse Elvana a Bryce mentre questa si issava in sella.
Lei le fece cenno di abbassare la voce. "Siamo ospiti e dobbiamo fidarci di loro."
"Ma..."
"Sono con Bardhian. Non mi succederà niente, stai tranquilla."
"Stavolta sono d'accordo con Elvana" disse Vyncent avvicinandosi. "Klarisa ci vuole dividere. Quella dei cavali è una sciocchezza."
"Non ti ci mettere anche tu." Indicò Bato e Djana. "Li affido a voi. Quando arriverete a palazzo ci ritroveremo."
Seguirono Klarisa e i suoi cavalieri per le strade di Malinor. Attraversarono un lungo viale, al termine del quale sorgeva una torre alta cinquanta metri.
Le vie laterali erano affollate di curiosi che li osservavano. Gli abitanti di Malinor avevano la pelle chiara e indossavano tuniche dai colori sgargianti chiuse in vita da cinture ricamate. Tutti portavano legata in vita una borsetta. Quella degli uomini di solito era di pelle scura o di cuoio, quella delle donne aveva colori più variopinti.
Perse il conto di quelli che avevano tinto i capelli con i colori più improbabili come il rosa o l'azzurro. Una donna esibiva una capigliatura verde con ciocche gialle che le scendevano come trecce sulle spalle.
"È una moda arrivata qualche anno fa" spiegò Bardhian sporgendosi verso di lei. "Mio padre la disapprova e ha vietato ai nobili della corte di tingersi i capelli, ma alcuni lo fatto in segreto."
"Non ci vedo niente di male" rispose Bryce. A Valonde, un paio di anni prima, navi provenienti da Fraham avevano portato la moda dei cappelli elaborati come si portavano nella parte orientale del continente grande e sia lei che sua sorella ne avevano acquistati un paio di dozzine prima di stancarsi.
Era stato divertente, per un po'.
Aveva ancora una decina di quei cappelli nella sua vecchia stanza a Valonde. Aveva pensato di donarli, ma era certa che non avrebbero incontrato i gusti di nessuno.
Ricordò i giorni in cui aveva trascinato Joyce e il povero Mythey in giro per la città alla ricerca del negozio con il modello più esclusivo e bizzarro.
Quei tempi le mancavano.
La torre si avvicinò e oltre di essa intravide un folto bosco che si arrampicava su colline coperte di vegetazione.
Solo allora vide il muro di cinta che separava il giardino dal resto della città e capì che erano entrati in una zona del tutto diversa.
Sulla torre svettava la bandiera color rosso e oro di Malinor. Una dozzina di guardie scattarono sull'attenti al loro passaggio mostrando le lance in segno di saluto.
Klarisa le ignorò e così fece la sua scorta.
Bryce invece studiò i loro volti.
Erano giovani uomini di Malinor, ma non aveva idea di cosa si nascondesse dietro quegli sguardi fieri e quegli occhi che la fissavano senza tradire alcuna emozione.
Si era sempre chiesta che cosa pensassero i soldati che insieme a lei combattevano sul campo di battaglia.
Non aveva mai avuto modo di conoscerne a fondo nessuno, a parte un paio di ufficiali che l'avevano affiancata nelle campagne combattute contro l'esercito di Malag e anche loro non lasciavano trapelare molto di quello che pensavano di lei.
Suo padre e gli altri stregoni, Erix in particolare, le dicevano che il popolo e l'esercito l'ammiravano, ma era davvero così?
Nessuno metteva in discussione le sue decisioni e durante le riunioni di guerra, quando il re o Erix erano assenti, a lei spettava sempre l'ultima parola, anche se non era la strega più esperta presente.
Eppure aveva commesso parecchi errori in battaglia. Una volta aveva rischiato di perdere un intero battaglione di cento soldati e dieci stregoni solo per colpa della sua avventatezza. Aveva insistito per attaccare al calare delle tenebre invece che all'alba e il nemico li aveva colti di sorpresa.
Solo l'arrivo dei rinforzi aveva impedito che quella sortita si trasformasse in una disfatta.
Al ritorno al campo di era aspettata una ramanzina da parte di suo padre o di Erix, ma nessuno dei due l'aveva rimproverata.
Suo padre era solo felice di vederla sana e salva ed Erix aveva parlato di perdite minime che potevano facilmente rimpiazzare.
Dodici soldati e due streghe erano morti in quella battaglia e Bryce per diversi giorni aveva pensato di esserne la responsabile.
Oltre la torre iniziava un tortuoso sentiero che girava attorno alle colline. Klarisa e i suoi lo seguirono senza esitazione e lei fece lo stesso.
In breve, voltandosi, vide che la città era sparita del tutto alla vista, coperta dalle colline e dagli alberi che svettavano sopra di loro.
Avevano lasciato Malinor o quel posto sorgeva dentro le mura della città stessa?
A Valonde avevano dei parchi pubblici, ma niente di paragonabile a quello. Era come essere in un altro mondo.
Poi vide il castello ergersi da dietro una delle colline.
Per prime apparvero le punte delle torri, otto e tutte di forma quadrata, costruite ammucchiando una sull'altra pietre di colore grigio scuro.
Poi apparve l'edificio vero e proprio, di forma rettangolare e alto almeno trenta metri, con ampie finestre che affacciavano verso l'esterno.
Non c'erano mura né altre protezioni.
Chiunque, camminando, sarebbe potuto arrivare indisturbato all'ingresso, un ampio arco a volta cui si accedeva da una lunga scalinata di pietra grigia.
Prima della scalinata vi era uno spiazzo largo abbastanza da accogliere una decina di navi grandi come quella di Donorin.
All'interno di esso erano allineati un migliaio di soldati armati di scudo e lancia. Le loro armature tirate a lucido brillavano sotto i raggi del sole.
Bryce affiancò Klarisa. "Non ci hai detto come facevi a sapere che eravamo sbarcati."
"Dezem" ripose la donna. "Potrà sembrare un inetto e probabilmente lo è, ma è una persona fidata. Non appena ha riconosciuto Bardhian ha mandato uno dei suoi a riferire la notizia a palazzo."
"Una spia, dunque."
"Spia? Dezem lavora per Malinor" rispose la donna. "Tutti gli abitanti della città hanno l'ordine di riferire a palazzo tutto ciò che accade di strano in città."
"Siete stati attaccati?" chiese Bryce cercando le parole giuste.
Klarisa ghignò. "Nessuno sano di mente oserebbe farlo. Le mura di Malinor sono imprendibili."
Non esistono mura imprendibili, pensò Bryce ricordando le parole che una volta suo padre aveva usato. Solo degli stupidi che stanno per essere conquistati.
Mentre si avvicinavano allo spiazzo occupato dai soldati, Bryce notò sei figure che attendevano in cima alle scale e un'altra ventina alla base. Molte di esse indossavano i mantelli color crema del circolo locale con i simboli ricamati di color scuro.
Klarisa li precedette al galoppo e tagliò in due lo schieramento dei soldati, aprendo una strada in mezzo a loro che gli altri cavalieri seguirono.
Poco prima di arrivare alle scale, rallentarono il passo fino a fermarsi.
Klarisa smontò da cavallo e invitò Bryce a fare lo stesso, ignorando il fratello che le seguì con espressione corrucciata.
"Vieni" disse la donna. "Ti presento i decani del circolo."
I decani erano sei uomini e tre donne di volti severi che li attendevano alla base della scalinata.
Bryce li guardò uno a uno aspettandosi di cogliere ostilità nelle loro espressioni, ma trovò solo sguardi impassibili.
Uno di essi, una donna dai capelli scuri e gli occhi di un blu intenso, si fece avanti con le mano dietro la schiena. "Il circolo di Malinor ti saluta, Bryce di Valonde."
"Io saluto voi" rispose inclinando la testa in avanti, ma non troppo. Voleva salutare, non dare a intendere che si stesse inchinando.
"Io sono Dere Mugwin, decana del circolo e ti porgo il benvenuto."
"Sono felice di essere qui. Il vostro circolo è molto famoso."
"Lo sappiamo bene" rispose la donna. "Non troverai streghe e stregoni più abili in tutto il continente."
Non erano le parole che Bryce si era aspettata.
Klarisa le indicò la scalinata. "Più tardi farai visita al circolo, se lo vorrai. Ora devi rendere omaggio alla famiglia regnante."
Bryce guardò Bardhian. "Avevi detto che Pearla era la decana."
Il ragazzo fece spallucce. "Sono sorpreso quanto te. È molto anziana e forse ha preferito restarsene al circolo."
Poteva fidarsi di lui? Erano mesi che mancava da casa e nel frattempo poteva essere successo di tutto in sua assenza.
Forse Elvana aveva ragione.
Non potevano fare troppo affidamento su Bardhian.
Era un bravo ragazzo e un ottimo stregone, ma...
Bryce guardò in alto. Sei volti la fissavano come in attesa.
Due apparteneva a degli adulti. Due erano giovani e sfrontati. Due erano dei ragazzini che sembravano del tutto estranei a tutto quello.
Contò quattro maschi e due femmine.
Klarisa li indicò con un ampio gesto del braccio. "Lascia che ti presenti la gloriosa dinastia dei Malinor, la famiglia che distruggerà una volta per tutte Malag e la sua orda di rinnegati."

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