Ho strappato la pelle del pensiero
Con morsi e tagli profondi
Ho squarciato con margini precisi
Fin dentro le tempie in cui giaci
Sei
L’ebrezza che si eleva sotto i miei piedi
Quando mi sospendo fra te e l’infinito
Nel nostro rapporto anarchico
Fatto di punti e tabelloni
Hai
Il succube potere delle mie membra
Quando ti appropri dei miei salti
Facendomi incendiare il respiro
Bevo
dalla tua pelle color del tramonto
Di un arancione vivo che violenta i sensi
Che deturpa il mio viso angelico
Facendomi vibrare fin dentro le ossa
Mi lasci
Disperato alla ricerca del diametro perfetto
Fin l’ultima briciola del millimetro
In cui congiungi ogni mio spasimo
Appropriandoti con lussuria di ogni attenzione
Taccio
Nell’ascolto di quell’istante preciso
In cui baci i miei palmi perforandoli di attesa
Percorrerò con lo sguardo ,
Bruciandoti,
Ogni singola linea tracciata del campo
Pestandola fino a farla sprofondare nella rincorsa forsennata di fugaci secondi
Mi annienti e mi riempi con movimenti scanditi
Fatti dei battiti di quattro tempi furenti
Facendo gocciolare copiose le mie volontà testamentarie
In un gioco che sposo fino alla morte
Fin l’ultima goccia di ogni sospiro
Siamo
Io e te in questo incontro di corpi
Dove non appare una fine precisa
E ricomincerò domani
Nella lussuriosa passione di questo tuo amante
Che ha consumato le dita
Tastandoti il diametro da ogni direzione
Impresso
Scolpito
Come il punteggio che tieni sempre a mente
Mi sfidi,
Nell’arroganza di un incantesimo perverso
Estirpandomi il piacere dal petto
Quando stanco torno a sdraiarmi
Sul parquet lucido del tuo corpo