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Autore: heliodor    17/06/2018    4 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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I Malinor
 
Bryce non si era aspettata quelle parole e rimase sorpresa. Guardò Bardhian, il cui sguardo era tutto per l'uomo dall'aria imponente che si ergeva in mezzo agli altri.
Al suo fianco vi era una donna dall'aria minuta e i capelli grigi, ma lo sguardo attento. Gli occhi erano scuri e penetranti e stavano fissando lei.
Fu proprio la donna a farsi avanti e indicare l'uomo al suo fianco. "Re Alion di Malinor" disse con voce sottile.
Bryce si esibì in un leggero inchino. "Bryce, principessa di Valonde."
Alion portava una barba ispida e folta, di color castano come i suoi capelli. Per l'occasione indossava il mantello color nero e platino del circolo di Malinor e una corona d'argento sormontata da otto stelle dorate.
Fece un passo avanti e la osservò. "Ti facevo più imponente" disse con voce profonda. "Se dovessi dar fede a quello che dicono nei porti del continente, ti avrei creduta più alta e con i capelli più lunghi."
Bryce lo fissò senza sapere che cosa dire. "Se ti ho deluso mi dispiace" disse infine.
Alion scrollò le spalle. "Non ha importanza, principessa Bryce. Non ho mai conosciuto tuo padre, ma una vota ho incontrato Marget, tua madre."
Quella era una novità.
La donna al fianco del re si fece avanti. "Il principe Ronnet di Malinor" disse indicando un giovane che poteva avere due o tre anni più di Vyncent. A differenza del padre, era alto e slanciato e i suoi capelli e gli occhi erano chiari e non aveva traccia di barba sul viso dai tratti regolari. Mentre la fissava non smise di sorridere, neanche quando si fece avanti.
"La famosa strega dorata è giunta a Malinor" disse il principe di Malinor. "Quale onore. Ora sì che vinceremo la guerra."
"Non basteranno dei bei capelli a vincere contro l'esercito del rinnegato" disse uno degli altri ragazzi.
A differenza dell'altro, era basso e tarchiato e somigliava al re.
"Il principe Lirian di Malinor" disse la donna con tono quasi rassegnato.
"Parla più forte, Mire" disse il ragazzo con tono sgarbato. "E non dimenticare che sono io il maggiore e spetta a me l'onore di essere presentato per primo."
Klarisa si schiarì la voce. "Stai al tuo posto, Lirian. Abbiamo un ospite."
Per tutta risposta, Lirian scrollò le spalle e se ne andò, rientrando nella fortezza.
Mire sospirò rassegnata. "Il principe Kandal e la principessa Thereza" disse indicando i due ragazzi fino a quel momento rimasti in disparte.
Thereza doveva avere l'età di Joyce, forse un anno in più o meno, impossibile dirlo. Aveva capelli lunghi e scuri raccolti in due trecce.
Kandal era basso e magro e sembrava reggersi a malapena in piedi. Non doveva avere più di dodici o tredici anni.
Nessuno dei due parlò, limitandosi a un leggero inchino.
"È un onore per me fare la vostra conoscenza" disse Bryce dando fondo a tutte le sue competenze in fatto di etichetta. Di quelle cose si erano sempre occupati suo padre e sua madre e Khone ed Erix al circolo.
Lei non era fatta per quello e si trovava a suo agio sul campo di battaglia o in una palestra del circolo di Valonde.
"Io sono Mire" disse la donna. "Prima consigliera del re" aggiunse.
"È un onore conoscere anche te."
La donna la ricambiò con un'occhiata silenziosa e triste.
"Saremo onorati di averti a cena come nostra ospite gradita" disse il re.
"Accetterò solo se l'invito sarà esteso ai miei compagni di viaggio."
"Era sottinteso" rispose il re, ma a Bryce non sfuggì il cambio di tono.
Klarisa l'accompagnò all'interno della fortezza. L'entrata era sormontata da numerosi archi che formavano una lunga navata al termine della quale vi era una nuova scalinata e, in cima, il trono.
Questo era un semplice sedile di pietra grigia. Alle sue spalle, lungo il muro, erano allineati decine di vessilli e bandiere di ogni foggia e colore.
Bryce non ne riconobbe nessuno.
"I nemici sconfitti da Malinor in battaglia" disse Klarisa. "La nostra storia è molto lunga e affonda nel mito" proseguì.
Alion si congedò poco dopo lasciandoli soli.
Bryce prese da parte Bardhian. "Non hai salutato i tuoi familiari."
Il ragazzo non rispose.
Kandal si avvicinò con andatura incerta. "Sei davvero la strega dorata?"
Bryce non sapeva cosa rispondere. "È il soprannome che mi hanno dato."
"Solo le grandi streghe e stregoni hanno un soprannome" spiegò Bardhian.
"Se tu ne avessi uno, sarebbe Il Grande Incapace" disse Ronnet avvicinandosi.
Bryce incontrò il suo sguardo penetrante e distolse subito gli occhi.
Bardhian era arrossito all'istante.
"Non essere antipatico, Ron" fece Kandal.
"Andiamo, non si può più scherzare tra fratelli? Bard, non te la sarai presa, spero."
Bardhian scosse la testa. "Sono diventato più forte" disse con una punta d'orgoglio.
Ronnet ghignò. "Davvero? Accetteresti una sfida, qui e ora?"
Bardhian esitò. "Devo chiedere il permesso a Vyncent."
"E chi sarebbe?"
"La mia guida."
Ronnet fece spallucce. "Lui non c'è ora e non può darti il permesso, quindi che vuoi fare?"
"Io non posso..."
Ronnet sospirò. "Ecco perché non sei ancora pronto. Un vero stregone adulto sa quando non ha più bisogno di chiedere il permesso alla sua guida."
Questo è vero, pensò Bryce. Lei lo aveva imparato due settimane dopo l'inizio della guerra, quando aveva disubbidito a un ordine di Erix ed era partita con un manipolo di streghe e stregoni alla conquista di un avamposto.
La sortita aveva avuto successo e all'alba del giorno dopo, quando era tornata al campo, si era aspettata che Erix andasse su tutte le furie. Invece si era limitata a chiederle se avevano avuto delle perdite.
Dopo quell'episodio era stata ammessa alle riunioni di guerra degli altri generali e di suo padre.
"Devi ancora farne di strada" disse Ronnet.
Bryce vide con la coda dell'occhio che Thereza la stava osservando.
La ragazza non le aveva ancora rivolto la parola e ogni volta che lei la guardava distoglieva subito gli occhi.
O sono sfrontati o sono timidi, pensò Bryce. I Malinor non conoscono le vie di mezzo.
Thereza sembrò vincere i suoi timori e si avvicinò. "È vero che a Valonde indossate pelli di animali?"
"Che cosa?" fece Bryce sorpresa da quella domanda.
Kandal rise. "Non starla a sentire."
Thereza arrossì.
"È una vecchia leggenda" disse Bardhian. "Nel continente vecchio tutti credono che le persone dall'altra parte del mare vivano come dei selvaggi."
"Non volevo offenderti" disse Thereza con espressione affranta. "Perdonami se l'ho fatto."
"Non sono offesa. In effetti" aggiunse. "Alcuni popoli delle montagne vivono ancora nelle grotte e indossano pelli di animali."
I suoi tutori gliene avevano parlato un paio di volte. Oltre le terre civilizzate cominciavano i territori sconosciuti. Circa due terzi del grande continente, stando a quello che dicevano gli esploratori che si erano spinti fino a quelle terre lontane, erano inesplorati.
Al confine con quelle terre sorgevano montagne e foreste che erano abitate dai popoli selvaggi. Erano uomini e donne che vivevano senza re e stregoneria, non costruivano case né forgiavano monete.
Si diceva che al padre di suo nonno, Adhar, alcuni esploratori avessero fatto dono di una famiglia di selvaggi: padre, madre e due figli piccoli.
Adhar li aveva accolti a corte e aveva fatto in modo che ricevessero un'istruzione, vestiti e una sistemazione dignitosa.
Tutto sembrava andare per il meglio, ma un giorno il padre aveva ucciso la moglie e i figli e poi si era tolto la vita gettandosi da una torre.
Adhar aveva vietato a chiunque di portare altri selvaggi in città e da allora nessun li aveva più visti.
Klarisa, che si era allontanata lasciandola sola, tornò in quel momento. "La tua stanza è pronta. Se vuoi seguirmi te la mostrerò."
Il suo alloggio era ampio e lussuoso. Le pareti di pietra grigia erano state rivestite con pannelli di legno pregiato. C'erano mobili dall'aria solenne e preziosa e un intenso profumo veniva diffusa da candele che ardevano sui candelabri.
Mezza dozzina di ancelle, tutte giovani tranne una, attendeva in silenzio fuori dalla stanza.
"Lei è Dauni" disse Klarisa indicando la più anziana. "Se hai bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, è a lei che ti devi rivolgere. Dauni sarà al tuo servizio per tutto il tempo che resterai qui." Indicò l'armadio. "Hai un vestito per la cena di stasera?"
"Non ho portato abiti da cerimonia" ammise Bryce.
"Poco male, lì dentro ne troverai molti. Scegline uno della tua misura, ma se non trovi qualcosa che ti piace chiedi a Dauni. I nostri forzieri traboccano di ogni tipo di abito e sapremo accontentarti."
"Non ne dubito. Quello che vorrei adesso è rivedere i miei compagni di viaggio."
"Sono per strada, ma come avrai notato il sentiero che porta qui è piuttosto lungo."
"Mi stavo giusto chiedendo se fossimo ancora in città."
Klarisa sorrise. "È la stessa impressione che fa a molti la prima volta che giungono a Malinor. La città è molto grande, come scoprirai."
"L'avevo intuito arrivando dal mare."
"È molto più estesa nell'entroterra. Abbiamo persino campi coltivati all'interno delle mura. Ora ti lascio riposare."
"Ti prego di avvertirmi quando i miei compagni arriveranno."
"Manderò un valletto" disse la donna chiudendosi la porta alle spalle.
Bryce attese un paio di minuti, poi controllò che non l'avesse chiusa a chiave.
Che sciocca, si disse. Se volevano imprigionarmi, c'erano posti peggiori in cui mettermi.
La porta si aprì e oltre di essa incontrò lo sguardo contrito di Dauni.
"La principessa desidera?"
"Vorrei fare un bagno."
"Faccio portare subito la vasca e l'acqua. La desidera calda o tiepida?"
"Calda" disse richiudendo la porta.
Dopo il bagno si sentì meglio.
Le ancelle si offrirono di asciugarla e vestirla, ma lei rifiutò.
Guardò i suoi vestiti sporchi e vissuti adagiati sul letto e andò all'armadio e lo aprì.
Come aveva detto Klarisa, era pieno di abiti di ogni misura. Alcuni erano troppo larghi o stretti, ma altri sembravano fatti per lei scelse un completo giallo limone e lo indossò.
Quindi prese il mantello blu del circolo di Valonde e se lo adagiò sulle spalle.
Qualcuno bussò alla porta.
"Avanti" disse.
Un valletto face capolino sulla soglia. "Mystra Klarisa mi ha detto di avvertirvi che i vostri compagni sono arrivati."
Bryce dimenticò il vestito e uscì quasi di corsa. "Dove sono?" chiese al valletto.
"Nell'ingresso occidentale" rispose lui intimorito dalla sua irruenza.
"Fammi da guida."
Il valletto la condusse in una sala rettangolare decorata con pannelli di legno decorato con scene di caccia.
Al centro, Vyncent ed Elvana si guardavano attorno spaesati.
Djana fu la prima a notarla. "Siamo appena arrivati" disse con voce squillante.
Vyncent si voltò di scatto e spalancò gli occhicome se fosse sorpreso di vederla.
Elvana sospirò. "Vedo che ti sei messa a tuo agio."
Solo allora Bryce si rese conto del vestito che indossava. "I miei vestiti puzzavano e avevate voi la mia roba" disse con noncuranza.
Elvana annuì. "Certo, come no. E questo buon odore? Hai fatto anche il bagno per caso?" domandò con tono accusatorio.
Bryce le rivolse un'occhiataccia. "Basta parlare di queste sciocchezze e ditemi piuttosto che cosa ne pensate."
"Di cosa?" fece Vyncent deglutendo a fatica. I suoi occhi non si erano scostati da lei da quando era entrata nella sala. "Finora non abbiamo visto niente. Ci hanno detto di restare qui fino a nuovo ordine."
"Questa gente è strana" disse Elvana.
"Sono solo diversi da noi" disse Bryce, anche se la pensava come lei. "Credo non corra buon sangue tra gli eredi di re Alion."
"Da cosa lo hai capito?" chiese Vyncent.
"È solo una sensazione. Cerchiamo di non provocarli od offenderli."
"Altrimenti?" chiese Elvana.
"Stiamo attenti e basta. Non voglio rovinare i rapporti con Malinor. Potrebbero esserci utili."
"Allora è qui che siete finiti" disse Bardhian sopraggiungendo. "Ho fatto preparare delle stanze anche per voi."
"E un bagno" fece Elvana. "E un vestito bello come questo."
Alla vista di Bryce Bardhian arrossì. "Tutto quello che volete. Il re ha dato ordine di trattarvi con tutti gli onori."
"Mi fa molto piacere" disse Bryce. "Ma non abbiamo molto tempo."
"Vuoi già ripartire?" chiese Bardhian deluso. "Siamo appena arrivati."
"Non partiremo subito" lo rassicurò Bryce. "Ma non ci fermeremo a lungo. Due, forse tre giorni. Ho bisogno di parlare col re da sola. E forse anche con i decani dei circolo. Ci serve tutto l'aiuto possibile. Tu puoi fare qualcosa per darci una mano?"
Bardhian annuì. "Conta su di me. Chiederò a Mire un incontro col re stasera stessa."
"Chi è Mire?" chiese Elvana. "E perché devi chiederle il permesso per incontrare tuo padre?"
Bardhian evitò il suo sguardo. "Farò tutto il possibile" disse.
Elvana non smise di fissarlo.
"Bene" disse Bryce. "Ora andate nelle vostre stanze e restateci. Riposate, fate il bagno e indossate dei bei vestiti. Non dobbiamo fare una cattiva impressione, intesi?"
Elvana annuì.
Anche Vyncent fece di sì con la testa.
I valletti li guidarono alle rispettive stanze portando il bagaglio che li aveva seguiti da Valonde.
Bryce fu felice di rivedere i suoi abiti e il logoro mantello del circolo, il primo che avesse mai avuto.
L'aveva indossato in decine di battaglie e lo considerava una specie di amuleto, anche se non credeva nella fortuna.
Tutte le sue vittorie e molte delle sconfitte erano il frutto dei suoi sforzi. Erix le aveva insegnato a prendere in considerazione ogni aspetto della battaglia. Il luogo, i poteri dei nemici, quelli dei suoi alleati, le forze che aveva a disposizione e il morale delle sue truppe.
"Un soldato sazio combatte meglio" diceva spesso Erix. "Ma un soldato troppo ben nutrito cade preda dell'ozio e dell'indolenza."
"Vuoi che li affami?" aveva chiesto Bryce.
"No, ma fai loro comprendere che devono meritarselo. Premiali, ogni tanto e puniscili, quando necessario. Meglio una decina di frustate che un'impiccagione."
Bryce aveva cercato di applicare quei consigli, ma ogni suo piano, per quanto ben congegnato, non era mai andato nel modo che si era aspettata.
Per questo non si sentiva mai del tutto sicura quando si lanciava in battaglia.
"Ieri ho avuto paura" aveva detto a suo padre dopo uno scontro molto violento nel quale aveva rischiati di essere accerchiata.
"È una buona cosa" le aveva risposto lui. "La paura ti aiuta a restare concentrata e a non fare errori."
Allora sono a posto, pensò mentre sedeva sul bordo del letto. Adesso ho tanta paura e dovrei essere molto attenta. Allora perché non riesco a concentrarmi su quello che dovrò dire al re?
Qualcuno bussò alla porta.
Doveva essere Elvana. O Vyncent.
"Avanti" disse.
Invece era la donna di Malinor di nome Mire.
"Posso disturbarti?" chiese restando sulla soglia come in attesa.
"Vieni pure" disse Bryce. In verità voleva riposarsi prima della cena, ma se la donna era venuta lì forse voleva parlarle di qualcosa importante. E anche se non lo era, non voleva sembrare sgarbata.
Si alzò e le andò incontro.
"Quel vestito ti dona" disse Mire.
"Grazie, ma non sei qui per farmi i complimenti, immagino."
Mire annuì. "So che aveva sostenuto molte battaglie e che aveva compiuto un viaggio molto lungo. Tutti siamo contenti che vi siate presi cura di Bardhian. Almeno io lo sono" aggiunse cambiando tono per un istante. Sembrò esitare.
"Ti prego, prosegui" la incitò Bryce.
"Quello che sto per dirti potrebbe sembrarti sgarbato e poco educato."
"Lascia che sia io a giudicare."
Mire sembrò esitare ancora, poi disse: "Devo chiederti di andare via e di non parlare con re Alion."
Per Bryce fu come ricevere uno schiaffo in pieno viso. "Perché dovrei farlo?"
"Per il bene di Malinor, del suo popolo e della casa regnante. E dell'intera alleanza."
"Non vedo quale rischio ci sarebbe nel..."
"Se non andrete via, sarà la fine per questo regno e la guerra contro Malag sarà persa."

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