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Autore: Pinca    23/06/2018    6 recensioni
-Sai Ari....- oramai l'attenzione, nonostante il nuovo arrivato, era completamente catalizzata sul rosso che sembrava finalmente tornato serio, ma un sorrisetto lo tradì.
-In vita mia credo di non averti mai voluto così tanto...-
Oramai Boris e Sergey lo fissavano increduli con gli occhi sgranati. Kai si sentì come investito da una doccia fredda.
-...ma così tanto bene come in questo momento.-
La cosa bella era che era stato talmente convincente che Ariel stessa non riuscì a pensare che la stesse prendendo per il culo perché, in effetti, era stato sincero. Per la prima volta da quando Yuri la conosceva, Ariel Mayer aveva fatto, anche se inconsapevolmente, qualcosa per il suo personale piacere: rendere Kai Hiwatari vulnerabile.
Kai si portò una mano alla fronte massaggiandola compulsivamente, gli altri due erano rimasti a bocca aperta, forse troppo sconvolti e preoccupati.
-Si può sapere chi cazzo è che l'ha rotto?- chiese brusca Ari completamente disgustata e seccata dalle buffonate del capitano. Cielo, Yuri era un sentimentalotto, era vero ma non in modo così ripugnante!
-Fino a ieri sera funzionava normalmente!- continuò nervosamente pretendendo una risposta da Sergey e Boris.
-Non ne ho la minima idea!- biascicò Sergey. -Stamattina sembrava normale....-
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Takao Kinomiya, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Return of revange'
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47 47. Perfect Dranzer

 

Tutto si aspettava tranne che fosse così dannatamente eccitante!
Non aveva esagerato, non aveva detto tanto per dire. Ari aveva semplicemente detto la verità: il nuovo Dranzer era veramente qualcosa di orgasmico!
Gli era piaciuto? Da impazzire!
Era qualcosa di inaspettato, di unico.
Era eccitante, potente, adrenalina pura, quel beyblade lo incendiava letteralmente. 
Non riusciva a scollare gli occhi dal beyblade blu elettrico che ancora incredulo e sconvolto stringeva tra le sue dita.  
L'incontro con Ari era stato come un giro sulle montagne russe. Era riuscita a creare un beyblade che letteralmente lo mandava su di giri. Quel demonio aveva aggiunto al suo classico Dranzer molte delle caratteristiche di Black Dranzer. Dopo averlo provato sul campo, prima con altri blader e poi con lei e il suo Drawind, era arrivato alla conclusione che quel beyblade era la perfezione, l'apoteosi. 
Racchiudeva tutto ciò che desiderava, tutto ciò che lui era, tutto ciò che provava, ed era stata lei a crearlo. Lei, che aveva ammesso di aver studiato Black Dranzer anni prima e di averne ripreso alcuni elementi, aveva progettato e forgiato un beyblade sulla sua anima.
-Hai proprio la faccia che mi aspettavo, di uno che ha appena fatto il miglior sesso della sua vita!- esclamò Ari avvicinandosi a lui con passo baldanzoso, sfoggiando il sorriso soddisfatto di una che sa di aver appena fatto centro. Dopo tutto era stato un rischio aggiungere quelle caratteristiche, non sapeva come avrebbe potuto reagire Kai. Avrebbe anche potuto aborrirle e rigettarle indignato così come avrebbe potuto trovarle irresistibili.
Kai aveva il cuore a mille che gli martellava nel petto. Si sentiva frastornato e non aveva neanche capito cosa gli aveva detto. Si voltò verso di lei e la guardò. Non si era accorto che gli si era avvicinata così tanto. 
-Cosa?- le chiese confuso guardandola negli occhi, quegli occhi carichi di malizia.
-Appunto!-
Ari si mordicchiò il labbro inferiore senza riuscire a smettere di sorridere e scosse la testa divertita dall'espressione palesemente sconvolta sul volto di Kai. Gli era piaciuto proprio tanto se non l'aveva nemmeno sentita. Che soddisfazione!
Ma in quel momento Kai avendola proprio davanti a sé l'unica cosa che sentiva era l'impulso di baciarla, baciarla fino a toglierle il fiato come lei lo aveva tolto a lui. Era l'unica cosa alla quale riusciva a pensare in quel momento, prenderle il viso tra le mani e baciarla. Non sapeva nemmeno con che autocontrollo si stava riuscendo a trattenere, ma era talmente forte il desiderio che quasi gli sembrò di vederlo davanti i suoi occhi.
-Allora?- 
La voce di Ari lo destò da quel sogno ad occhi aperti. 
La stava fissando, magari a bocca aperta.... Sì, a bocca aperta! Sperava solo di non arrossire, quella mattina non aveva nemmeno la sciarpa dietro la quale nascondersi! E i segni blu? Neanche i segni blu si era fatto prima di uscire di casa. Era uscito con l'essenziale addosso perché l'unico suo pensiero era provare quel beyblade!
Si stava facendo i film mentali proprio davanti a lei che continuava a ridere di lui e della sua reazione. Lo trovava divertente?! Non lo era, non lo era affatto! Era assurdo, umiliante e ridicolo! 
Abbassò gli occhi sul beyblade stretto nel suo pugno, ancora incredulo e si ritrovò suo malgrado a ripensare all'appassionato incontro appena giocato. 
-Niente....- biascicò appena mentre il beyblade si faceva più sfocato. -È perfetto... -
Non sapeva come ma si ritrovo a fissare il tavolo da lavoro in fondo al laboratorio. Ari gli stava dicendo qualcosa, forse qualcosa di importante, ma non riusciva a seguire una sola parola. La avrebbe volentieri zittita tappandole la bocca con la propria, infilarle di prepotenza la lingua in bocca e non solo lì. Con la mente andò molto, molto oltre, molto più giù, e diamine sì che quello sarebbe stato un modo degno di ringraziarla per Dranzer e dimostrarle quando apprezzasse il suo lavoro! 
Forse era colpa di tutta l'adrenalina che aveva ancora in circolo, o del nuovo Dranzer, o di Ari che quella mattina era stranamente attraente, anche se in tuta e i capelli annodati alla meno peggio... ma avrebbe volentieri sfogato tutta l'energia accumulata su di lei, e in un attimo davanti agli occhi non ebbe più la realtà ma l'immagine ben nitida di quello che avrebbe voluto farle a ridosso di quel tavolo, prenderla da dietro e farla gemere senza controllo.
-Ehi, hai capito cosa ti ho detto o vuoi che ti lasci dieci minuti da solo con Dranzer?-
Avvampò. Sentì il viso andare in fiamme fino all'attaccatura dei capelli. Voleva morire! Abbassò il capo e cercò di nascondersi facendo finta di sistemarsi i capelli, e dovette ricredersi. Magari aveva lasciato la sciarpa a casa ma, per fortuna, aveva avuto la brillante idea di portarsi la felpa e tenerla annodata intorno alla vita. Decisamente la scelta migliore della giornata! 
Una cosa era certa: doveva darsi una calmata!
-Avevo pensato a Dranzer O, ma il beyblade è il tuo...
-Per cosa sta la "O"?- chiese cercando disperatamente di concentrarsi su quello che stava dicendo la ragazza di fronte a lui. 
Cielo, ce l'aveva davanti! Un po' di dignità, di autocontrollo! Che diamine gli stava prendendo? 
-Orgasmico, ovviamente!-
Quasi gli uscirono gli occhi dalle orbite. Lo disse con la sua solita disinvoltura, spiazzandolo completamente. 
Or... Orgasmico? Non riusciva nemmeno a pensare a questa parola senza che automaticamente non gli venisse in mente il viso della ragazza, la sua bocca schiusa e le sue dita che cercavano disperatamente appiglio sulla superficie liscia del tavolo mentre si contorceva di piacere sotto di lui.
Improvvisamente avvertì un caldo tremendo. 
No, assolutamente, il suo nuovo Dranzer non poteva chiamarsi così! 
Ari si strinse nelle spalle indifferente. Dopo tutto da Kai non si aspettava certo che le chiedesse di battere il cinque per il nome assolutamente geniale che gli aveva trovato. Più un'occhiataccia, tanta indignazione, ma anche il fatto che fosse arrossito come un verginello ci stava a pennello.
-Dai, avevi proprio la faccia di uno che è appena venuto!- continuò scherzosamente dandogli un leggero pugno sulla spalla per sdrammatizzare.
Basta, questo era troppo! Kai fece un passo indietro e poi un altro sotto lo sguardo sempre più confuso di Ari. 
Per quanto potesse essere vagamente attraente lei o straripante la voglia di dimostrarle tutta la sua gratitudine per il nuovo beyblade, era arrivato alla conclusione che l'unico vero problema era lui, come sempre!
-No....- riuscì a dire solamente indietreggiando.
-No?-
Si voltò, raggiunse la porta in poche, lunghe e rapide falcate e si precipitò fuori, lasciandola lì, sola e perplessa.
Attraversò il corridoio a passo di marcia, senza guardarsi attorno e si chiuse nel primo bagno che trovò. 
Per fortuna era vuoto. Aveva un disperato bisogno di stare solo, per poter ragionare, calmarsi, potersi magari prendere a schiaffi, o schiantarsi la testa contro le mattonelle fino a sfondare il muro. 
La situazione gli stava sfuggendo di mano! Che male aveva fatto per ridursi così? Che malattia era quella!?
Sfilò i guanti e si sciacquò il viso con abbondante acqua ghiacciata, più e più volte. Che diamine di problemi aveva? Quali? Farsi delle fantasie così prepotenti su di lei in sua presenza. Okay che il nuovo bey era qualcosa di fantastico, esaltante e lui era felicissimo e avrebbe voluto dimostrarglielo, ma dal semplice impulso di abbracciarla e baciarla al volerla fare impazzire di piacere sotto di sé c'era una gran bella differenza. Questo era completamente da malato! 
E poi non avrebbe dovuto trovare provocante una scollatura o una gonna corta? Perché a lui bastava un suo sguardo per fargli partire i peggiori e squallidi film in testa? Cioè, insomma, i film mentali che si faceva non erano affatto male... proprio per niente! 
Si sciacquò ulteriormente il viso, inumidendosi anche i capelli passandovi le dita, oramai disperato. 
Si aggrappò al bordo del lavandino e prese un profondo respiro lasciando che l'acqua scivolasse lungo il mento e il naso. Quando alzò gli occhi sullo specchio però non vide solo il suo riflesso, ma anche quello di Yuri fermo sull'uscio della porta con le braccia conserte, intento a osservarlo con uno strano sorrisetto stampato in faccia.
Gli lanciò un'occhiata minacciosa. Voleva essere lasciato in pace, ma il russo parve non voler cogliere il silente invito, anzi, se possibile quello strano sorriso si allargò ancora di più, mostrano una perfetta fila di denti bianchissimi.
Gli occhi azzurri si assottigliarono scintillando di perfidia.
-Interessante!- disse solamente.
Kai distolse lo sguardo dal riflesso, e si rivolse minaccioso direttamente al ragazzo.
-Che vuoi? Che diamine hai da ridere?-
-Niente...- Yuri fece spallucce con fare innocente e si lasciò sfuggire una risatina. Schioccò la lingua e scosse la testa. -Ci ho pensato tutta la notte, sai? È tutto così magnificamente palese che non riesco a smettere di ridere!-
Kai mantenne il sangue freddo, lo stesso che poco prima nella sala del beystadio lo aveva abbandonato.
-Sparisci Yuri!- disse lapidario. Non aveva alcuna intenzione di dargli corda o soddisfazione ammettendo nulla.
Yuri gli scoppiò a ridere in faccia, e fu una fragorosa risata, fatta proprio di cuore.
-Almeno adesso so che le docce fredde non erano per Kinomiya!-
Gli occhi del rosso scintillavano di una gioia maligna e quasi folle. Oh, come se la stava godendo! Vedere l'imperturbabile Kai Hiwatari stravolto da una passione del tutto insana per quella maledetta pazza psicolabile di Ariel Mayer doveva essere proprio divertente per lui! Uno spasso!
Kai rimase immobile, all'apparenza totalmente indifferente alla derisione del ragazzo, ma dentro di sé sentiva un incendio divampare.
-Ehi Yuri, che succede?- 
Accanto al ragazzo apparve Boris, molto probabilmente attirato dalla risata dell'amico, curioso di scoprirne il motivo. Guardò all'interno del bagno, sperando forse di trovare il motivo di tanta ilarità, ma vide solo Kai.
-Mah, che dire...- disse Yuri con quel suo modo trascinato di parlare, senza riuscire a togliersi in nessun modo quel sorriso dalla faccia. -Improvvisamente, non so come, ma Kai mi sembra molto più simpatico!- 
Boris inarcò un sopracciglio e squadrò da capo a piedi il ragazzo fermo al centro del bagno, completamente scettico e un pizzico disgustato.
-Sul serio?- chiese dubbioso.
-Oh, non hai idea!- gli rispose con la voce pervasa da un piacere perverso e viscerale. Si strinse nelle spalle e si portò le mani sui fianchi e prese un profondo respiro che non gli servì a molto visto che continuò comunque a ridere come l'emerito cretino che era. 
Sembrava completamente appagato da quella consapevolezza, si guardava attorno come se per la prima volta vedesse i colori. Tanto rise che gli salirono le lacrime agli occhi. 
Kai si sentiva fremere ma non voleva assolutamente reagire. Assurdità su assurdità: non solo si era ridotto in quello stato pietoso senza riuscire a trovare una causa se non i suoi evidenti traumi infantili, perché solo così poteva spiegarselo; ora addirittura Yuri si prendeva la libertà di sfotterlo! Sembrava che non avesse aspettato altro nella sua vita se non quel momento per umiliarlo. Era inaccettabile! 
-Non riesco a spiegarmi come non abbia fatto ad accorgermene prima! È uno spasso!- continuò  delirante uscendo dal bagno asciugandosi le lacrime, lasciando lì un Boris più confuso che mai. 
In vita sua Boris non aveva mai visto ridere così di gusto Yuri e tutto ciò era disorientante. Cosa diamine aveva fatto o detto Hiwatari di tanto divertente da riuscire a fare scompigliare il suo capitano come nemmeno l'alcol e lui erano mai riusciti a fare? 
-Gradirei dieci minuti di privacy, grazie!- disse secco Kai al ragazzo rimasto lì fermo come un baccalà con tanto di bocca aperta. E doveva averlo sentito anche Yuri fuori dal bagno perché lo sentì scoppiare di nuovo a ridere più forte di prima.
-A me sembra il solito stronzo!- brontolò Boris senza capire, andandosene e richiudendosi la porta del bagno alle spalle.
E rimase finalmente solo. Fermo, accanto al lavandino, senza emettere un fiato, senza un solo pensiero. Sentiva solo un devastante vuoto dentro di sé, vuoto come quel bagno. La risata di Yuri che riecheggiava nella sua testa andò affievolendosi col passare dei minuti finché non rimase solo il proprio respiro. 
Si voltò di scatto e diede un pugno al dispenser della carta appeso al muro che si sganciò e finì a terra con un gran fracasso.  
Il respiro si fece sconnesso per l'improvviso impeto d'ira. Strinse la mano destra nella sinistra massaggiandosi le nocche doloranti per il colpo appena dato. Le cicatrici erano ancora ben visibili a distanza di un anno. Un anno da quando, guardandosi allo specchio, aveva provato tanto disgusto e disprezzo per ciò che vi aveva visto che aveva preferito mandarlo in frantumi. 

 

 

 

 

-Sapete cosa è meglio del sesso?- 
Ed eccolo lì, Boris! Splendido già di prima mattina, vispo e pieno entusiasmo e di voglia di parlare. Non un buon giorno di apertura, nessun preambolo. 
Era semplicemente entrato nel laboratorio pieno di gente, seguito a breve da Yuri e Sergey, si era accomodato al bancone dove stava lavorando Ariel, e aveva esordito con questo bel quesito rivolgendosi a tutti i presenti, compresi gli assistenti sparpagliati in giro e che lo ignorarono, forse troppo impauriti dal regno di terrore instaurato dalla ragazza a capo del progetto. 
Boris si guardò intorno esaltato e si sporse verso i compagni con un sorriso furbo stampato in faccia. 
Yuri lo guardò stranamente interessato e bendisposto, Ariel rivolse un fugace sguardo a lui e agli altri due appena arrivati tornando subito a concentrarsi sul computer che aveva davanti, e Sergey sospirò rassegnato.
-Illuminaci!- lo invitò quest'ultimo.
Boris schioccò le dita puntando l'indice sul biondo e rivolgendosi un sorriso smagliante e sicuro di sé.
-Grazie per avermelo chiesto, amico mio! Tenetevi forte....- continuò lasciando in sospeso la frase e passando in rassegna i compagni di fronte a lui come a volergli dare il tempo di prepararsi a ricevere la grande rivelazione del millennio. 
-Il sesso a tre! Boom!- concluse mimando un'esplosione e facendo un fischio.
Aveva sganciato la bomba! Ora si che era soddisfatto, anche se le persone davanti a lui non avevano mosso nemmeno un muscolo facciale. Di una indifferenza disarmante, ma a lui poco importava. Dopo tutto era stato lui il fortunato a svegliarsi tra le grazie di due intraprendenti biondine inglesi che l'avevano intrattenuto per buona parte della notte. 
-Mi dispiace per i monogami qui presenti...- disse lanciando uno sguardo eloquente a Sergey che non si scompose minimamente, -ma niente batte il sesso a tre!- continuò stiracchiandosi soddisfatto e tronfio delle sue conquiste . 
-Congratulazioni! Dimmi, in questo sesso a tre era compreso anche Yuri?- chiese Ariel senza distogliere l'attenzione dal monitor e continuando a digitare senza sosta. -Lo vedo un po' troppo allegro oggi....-
Yuri si lasciò sfuggire un sorrisetto furbo senza lasciarsi scalfire dal commento della ragazza. In effetti era allegro, molto allegro, anche Boris e Sergey l'avevano notato. Ma come non esserlo dopotutto? Finalmente quello stronzetto spocchioso di Kai si era praticamente fottuto con le sue stesse mani. Non era felice, di più! Yuri stava proprio godendo per la situazione in cui si era cacciato l'amico!
E da che ne aveva memoria mai si era sentito così realizzato, nemmeno i suoi fidati compagni ricordavano di averlo mai visto così. Di solito il sorriso non era contemplato come espressione standard del loro capitano, compariva solo sporadicamente in occasioni speciali e brevi, e quella mattina non si era svegliato diversamente. Ma da quando poco prima aveva incrociato Kai nei bagni non aveva smesso di sorridere. Il che risultava anche leggermente inquietante, forse perché nessuno dei presenti era abituato a vederlo così, appunto. Sembrava uno che veramente ha appena ricevuto la verità assoluta, e no... non era quella del sesso a tre annunciata da Boris che, in questo momento, lo stava guardando con un misto di preoccupazione e fastidio.
-No... non è voluto venire.- spiegò Boris tornando a rivolgersi a Sergey e Ariel. -Ma deve la prossima volta, ho bisogno di una spalla. Tu mi hai appeso da quando stai con Ayumichan!- continuò leggermente scocciato per poi tornare serio. -Ho scovato una zona dove vanno tutti gli studenti stranieri. È pieno di ragazze americane e europee! Europee, capite!? Mi mancavano, la cucina locale è troppo noiosa... e strana. Te ne accorgerai anche tu e tornerai al classico.- concluse rivolgendosi alla ragazza.
-Fortuna che ci sei sempre tu a dispozione per quando avrò bisogno di tornare alla dieta russa!- sbottò sarcastica Ariel salvando gli ultimi files su Dranzer. Ma, mentre alzava finalmente gli occhi dal computer, le passarono davanti, proprio alle spalle di Boris, due assistenti che stavano tornando alle proprie postazioni.
Il cambiamento sul suo volto fu radicale, tanto che Boris, trovandosi proprio in mezzo, per un attimo temette che si fosse incazzata con lui per qualche assurdo motivo.
-Tre, Sette!- li richiamò fulminea facendo tremare i due ragazzi e Boris. -Cosa avevo detto a riguardo?-
I due, che avevano rispettivamente i numeri tre e sette stampati su dei fogli di carta attaccati sulla schiena con dello scotch, si voltarono riluttanti verso la ragazza che li fissava con uno sguardo omicida. Ticchettava impaziente con le dita sulla superficie del tavolo, aumentando così la loro ansia. 
In tutto questo tutti e tre i compagni di squadra non trovarono nulla di strano nel fatto che gli assistenti di Ariel girassero con dei numeri sui camici. Si sarebbero sorpresi se invece lei li avesse chiamati coi loro nomi.
Tre, che evidentemente era più coraggiosa di Sette, osò rompere il silenzio e rispondere.
-Ma.... gira l'influenza, potremmo essere contagiati.....-
Il pugno di Ari si strinse e gli occhi si assottigliarono pericolosamente.
-Allora sopravvivranno i più forti.- sibilò spietata. -Fate sparire quelle fottute mascherine e riprendete a lavorare! Il prossimo che vedo con una di quelle dannate cose in faccia gliela faccio mangiare!-
I due a questa minaccia rimasero paralizzati, e fissarono i tipi russi che le stavano seduti accanto per capire se quella era solo un'esagerazione o se dovevano prenderla alla lettera. Uno di loro gli dava le spalle, quello rosso sorrideva serafico, ma lo sguardo serio di quello grosso e biondo, che non osò emettere un fiato, fece chiaramente capire che la Mayer sarebbe stata veramente capace di far mangiare una mascherina a una persona!
Si tolsero le mascherine e filarono via più velocemente possibile.
Ari torno a rilassarsi contro lo schienale della sedia girevole, cercando di ignorare in tutti i modi Yuri che in quel preciso momento la stava fissando con un'espressione ebete stampata in faccia. Forse era solo una sua impressione, forse non la stava fissando, ma dopo aver contato fino a dieci per bene due volte, non ebbe più dubbi. Spostò lentamente lo sguardo su di lui cercando di non fare caso alla sua odiosa faccia, né a quella fila di denti bianchissimi da lupo messi in bella mostra da un sorriso un po' troppo largo.
-Sei meravigliosamente folle!- le disse solamente.
Rimasero in silenzio a fissarsi a lungo, lui splendidamente sorridente, lei imperscrutabile e silenziosa. 
Boris e Sergey passando lo sguardo da Yuri a Ariel, confusi come non mai dal comportamento preoccupante del capitano.
-Cambia spacciatore, Yuri!- lo liquidò Ariel decidendo di passarci sopra, lanciandogli un'ultima occhiataccia.
Boris si sporse verso l'amico afferrandogli un lembo della maglia per attirarlo a sé.
-Se veramente mi vuoi bene amico mio, vedi di non tirare troppo la corda- gli sussurrò nervosamente all'orecchio  -e di non farla incazzare che sono qui per provare Falborg!- 
Ma Yuri lo ignorò. Accavallò le gambe con la sua solita eleganza, appoggiò il gomito sul bracciolo e il viso contro il dorso della mano. 
-Il modo in cui ogni volta esci nuove nevrosi mi affascina.- continuò imperterrito. -Questa delle mascherine mi mancava!-
Ari tamburellò con le dita sul tavolo, ora indecisa se ignorarlo ancora o togliergli quel maledetto sorriso dalla faccia e anche qualche dente. Grazie al cielo non dovette decidere. Kai arrivò proprio in quel momento, puntando dritto su di lei. Sembrava avesse mangiato un limone, quindi era tornato il Kai Hiwatari di sempre, meno male... almeno lui! 
-Eccoti di nuovo tra noi, tesoro!- esordì Ariel rivolgendogli un sorriso sornione. -Che sollievo vederti di nuovo in te, c'è qui Yuri che mi sta facendo saltare i nervi... sembra un mentecatto stamattina!-
Kai preferì non guardarlo nemmeno, anzi, per evitare ogni possibilità gli diede proprio le spalle, cosa che non sfuggì assolutamente a Yuri, come non gli sfuggì l'alzata di occhi al cielo e il modo stizzoso in cui arricciò il naso nell'udire il suo nome. 
Si disegnò con l'indice la linea del labbro inferiore pensieroso, studiando il nippo-russo. Divertente, Kai pensava davvero che bastasse ignorarlo! 
-Sai Ari....- oramai l'attenzione, nonostante il nuovo arrivato, era completamente catalizzata sul rosso che sembrava finalmente tornato serio, ma un sorrisetto lo tradì. 
-In vita mia credo di non averti mai voluto così tanto...- 
Oramai Boris e Sergey lo fissavano increduli con gli occhi sgranati. Kai si sentì come investito da una doccia fredda.
-...ma così tanto bene come in questo momento.- 
La cosa bella era che era stato talmente convincente che Ariel stessa non riuscì a pensare che la stesse prendendo per il culo perché, in effetti, era stato sincero. Per la prima volta da quando Yuri la conosceva, Ariel Mayer aveva fatto, anche se inconsapevolmente, qualcosa per il suo personale piacere: rendere Kai Hiwatari vulnerabile. 
Kai si portò una mano alla fronte massaggiandola compulsivamente, gli altri due erano rimasti a bocca aperta, forse troppo sconvolti e preoccupati. 
-Si può sapere chi cazzo è che l'ha rotto?- chiese brusca Ari completamente disgustata e seccata dalle buffonate del capitano. Cielo, Yuri era un sentimentalotto, era vero ma non in modo così ripugnante!  
-Fino a ieri sera funzionava normalmente!- continuò nervosamente pretendendo una risposta da Sergey e Boris.
Kai mise le mani sui fianchi sempre più spazientito.
-Non ne ho la minima idea!- biascicò Sergey. -Stamattina sembrava normale....- 
-È stata Claire?- chiese a quel punto Ariel rivolgendosi preoccupata a Yuri. -Per caso ci hai fatto sesso e ti ha contagiato con la sua scintillante gioia di vivere?-
Yuri scoppiò a ridere. Oh Claire! Lei sì che si era accorta di tutto già da molto tempo.... Perché era stato così sciocco da sottovalutarla? 
-Quella cara ragazza, ha una grande sensibilità ma no, non ci ho fatto sesso.- spiegò serafico continuando a sorriderle.
-Cara ragazza?- chiese Boris incredulo incrociando lo sguardo totalmente smarrito di Sergey. Ma se non l'aveva mai sopportata!
-Basta così!- Kai perse la pazienza. Afferrò Ari per un braccio tirandola su e la trascinò lontano di qualche passo. -Dobbiamo parlare, tu e io!- 
La mollò e le si piazzò davanti guardandola dritto negli occhi determinato ad ottenere senza se e senza ma ciò che gli spettava.
-Non darai un nome così ridicolo a Dranzer!- sussurrò a denti stretti sperando di sembrare il più diplomatico possibile e di non farsi sentire dai russi. 
-Ridicolo?- Ari mise il broncio seccata e non si preoccupò di adeguare il tono della voce a quello del ragazzo. -Non ti sei visto alla fine dell’incontro, ma ti posso assicurare che Dranzer O è il nome perfetto per questo bey.-
-No, te lo proibisco!- insistette Kai sempre più nervoso, cercando di non perdere il controllo. Cazzo era del suo Dranzer che si stava parlando, era sacro! Perché non lo capiva?
-E poi pensaci, quanti altri beyblade possono vantare un nome che è una garanzia?- continuò lei senza fare caso al crescente disagio di Kai. 
-Infatti, Perfect lo è!-
-Perfect?- Ari arricciò il naso poco convinta e, nonostante si stesse parlando dell'onore del suo Dranzer, quell'espressione leggermente buffa riuscì per un attimo a distrarlo. 
-È scontato!-
-È perfetto!- ribadì secco. -Oggettivamente, i miei complimenti, hai fatto un gran lavoro su Dranzer, è bello da morire, ma non puoi chiamarlo così, lo rovini. Perfect è perfetto....- 
-Scusate....- Boris, che un po' come tutti aveva sentito ovviamente, alzò la mano intervenendo sempre più curioso. -"O" per cosa starebbe?-
Terrore puro! Kai vide gli occhi di Ari spostarsi da lui a Boris alle sue spalle, e la sua bocca aprirsi inesorabilmente. 
-Non glielo dire… non dirglielo....- la supplicò oramai nel panico. Ma era troppo tardi, il suono stava già uscendo dalle sue labbra, formando quell'odiosa parola.
-Orga...- 
Le tappò la bocca con la mano. Forse era stato preso dal panico, ma le afferrò malamente il viso per impedirle di parlare, bloccandola con l'altra mano dietro la testa.
-Organism!- si inventò sul momento lasciando di stucco anche Sergey. 
-Organism?- chiese Boris scettico inarcando un sopracciglio.
Yuri inclinò il capo osservando Kai sempre più incuriosito. 
-Sì, perché è come un organismo vivente!- spiegò Kai inventandoselo di sana pianta, continuando a tenere la bocca di Ari tappata. -Si muove, ragiona...-
-Nasce, cresce, si riproduce, invecchia, muore...- lo schernì Boris. -Ma che cazzo dici?- 
-Fatti gli affari tuoi!- lo aggredì isterico Kai avvampando, forse per la rabbia o forse per la situazione sempre più compromettente.
-Dico soltanto che mi sembra strano come nome....- continuò Boris. 
A Sergey, che era l'unico vicino al computer, basto un'occhiata per soddisfare la propria curiosità, ma non disse niente, si lasciò solo sfuggire un sorrisetto divertito. 
Kai tornò a concentrarsi su Ari, pronto a fulminarla con un'occhiataccia minacciosa, ma non appena incontro il suo sguardo avvertì qualcosa di caldo e umido premere contro il palmo della mano. Era… era la sua lingua quella che sentiva?
-Smettila di leccare!- scandì imperativo.
-Che strano, ieri notte ho detto l'esatto opposto a Rachel!- aggiunse Boris ridacchiando.
Strinse di più la presa sperando di ributtargliela dentro quella maledetta linguaccia, ma quello che ottenne fu solo di farla incaparbire. Gli afferrò la mano di scatto trattenendola sulla sua bocca e per istinto lui provò ad allontanarla. Nel giro di mezzo secondo si ritrovò a lottare per riavere indietro la sua mano, e quella che prima usava per tenerle ferma la testa ora gliela teneva premuta sulla fronte nel tentativo di staccarsela di dosso.
Finalmente lo lasciò e si ritrovo a contemplare la propria mano disgustosamente umidiccia di saliva. Guardò Ari che si stava ripulendo la bocca con un lembo della maglietta, rimanendo mezza nuda come niente fosse. Beh, visto che era la sua saliva tanto valeva ripulirsi sulla sua spalla!
-Orgasmico.- disse a bruciapelo una volta che anche Kai ebbe finito di asciugarsi fastidiosamente sulla sua spalla.
-Leccare una mano?- chiese Boris confuso.
-La mano di Kai?- aggiunse Yuri. 
Boris parve ancora più disgustato. -Avrei preferito non saperlo!- 
-Dranzer!- spiegò Ari seccata da tutte quelle cretinate. -Dranzer Orgasmic! E mi dareste ragione se lo aveste provato...-
-Hai provato Dranzer?- chiese scandalizzato Kai, sempre più frastornato dalla serie di assurdità che si stavano susseguendo. 
-Ovvio, l'ho fatto io.- gli fece presente Ari come se fosse una cosa scontata. -Provo tutti i beyblade che mi passano sotto mano. E questo Dranzer viene giusto dopo la mia moto....-
-Oh mio dio!- Boris un pugno sul tavolo alzandosi infervorato. -Lo voglio io un nome così fico per il mio beyblade! È fottutamente epico!-
Ari allargò le braccia sollevata che finalmente qualcuno comprendesse la sua arte.
-Grazie, Boris!- 
-Ecco, chiama il suo così!- le disse seccato. 
-Cioè se una ti chiede "ehi come si chiama il tuo beyblade?"- continuò Boris inscenando un quando improbabile dialogo con una sconosciuta. -Già alla parola Orgasmic le saltano via le mutande!-  
-Mi dispiace ma l'ho provato e solo Dranzer fa questo effetto.- spiegò Ariel con una alzata di spalle.
Boris ci rimase male, e deluso e mogio tornò a sedersi buttandosi sulla sedia.
-Fa niente- brontolò risentito -io preferisco avere orgasmi alla vecchia maniera, grazie a una o più belle donne.-
Quante chiacchiere inutili, penso Kai. Ma perché ancora dava ascolto a quell'idiota di Boris? Doveva ignorarlo come stava ignorando Yuri.
-Ari, ascoltami per favore!- le disse cercando di avere pazienza. -Non puoi dargli quel nome, l'hai detto tu: il bey è mio!-
Ari incrociò le braccia e sembrò farsi pensierosa.
-Tecnicamente è ancora mio.- 
-Ah capisco, ti piace proprio torturarmi!- le rinfacciò.
-Beh... sì!- ammise con una leggerezza snervante come se fosse la cosa più normale di questo mondo. -Pensavo che lo sapessi già, è uno dei miei passatempi preferiti.-
-Quindi Kai...- 
Yuri si intromise proprio in quel momento, trovando finalmente il tanto agognato spiraglio nella difesa del ragazzo per coglierlo distratto e riuscire ad attirare la sua attenzione. 
Si dondolò sulla sedia con disinvoltura e gli rivolse un sorriso per nulla raccomandabile. Gli occhi color ghiaccio scintillarono malvagi. 
-...Compreso quello di questa mattina, le sei debitore di quanti orgasmi precisamente?- concluse spiazzando definitivamente tutti.
Per qualche secondo Kai continuò a fissare il rosso senza avere la minima reazione a quella battuta oscena. Il suo cervello, già inceppato a causa di quel nome indegno per Dranzer, non riuscì ad elaborare una reazione. Rimase solo fermo e immobile, sicuro che tutti avessero capito di che parlava.
Ma nessuno in effetti se non Kai, aveva capito cosa intendesse con quelle parole, tanto da lasciare i due ragazzi seduti accanto a lui a bocca aperta. Dopo tutto sembrava più una battuta da Boris. Ma manco lontanamente si sarebbe sognato di farla su Ari, e non tanto per i suoi sentimenti per la ragazza, ma perché era sempre e comunque la Mayer.
E infatti, nemmeno il tempo di elaborare, che con un poderoso calcio alla sedia e un gran fracasso, Yuri si ritrovò catapultato a terra con una Ariel Mayer incazzata sopra di lui.  
-È un avvertimento Ivanov!- sibilò minacciosa.  
A quel gran tonfo tutto il laboratorio si fermò a guardare nel totale silenzio, erano tutti col fiato sospeso, tranne Kai che si stava sforzando di non ridere. Era proprio adorabile! E lo fu ancora di più quando, alla prima reazione di Yuri, Ari lo bloccò con un piede sul petto. Kai non riuscì a trattenere il ghigno per la gran soddisfazione!
-Ti sarai fottuto il cervello, ma non ci sto alle tue stronzate. Torna al tuo posto e non prenderti mai più tutta questa confidenza con me o ti sfondo! Intesi?-
-Porca troia Mayer, non ce l'avevo con te!- ringhiò rabbioso provando a tirarsi su nonostante lo schiacciasse con forza contro il pavimento. 
Ma già solo che le avesse risposto sembrò peggiorare il suo umore.
-Non me ne fotte, mi stai oggettivamente rompendo il cazzo, oggi come non mai.- si chinò in avanti e schiacciò con ancora più forza sul petto del rosso stendendolo definitivamente. -Non so cosa ti abbia fatto credere di poterlo fare, ma di' un'altra sola cazzo di parola e ti cambio i bei connotati da principessina!-
Yuri prese un profondo respiro, scrutandola seriamente scocciato all'idea di dover essere lui a cedere, nonostante il gran colpo alla schiena. Tra i due era lui quello maturo, si disse, con più buon senso e autocontrollo, ed effettivamente doveva ammettere che senza volerlo ci era andato giù pesante con lei pur di lanciare frecciatine a Kai. 
Alzò le mani in segno di resa.
-Scusa, hai ragione.- disse con tono piatto. -Me ne posso andare?- 
Ari lo studiò per diversi secondi inflessibile, valutando se concedergli tale grazia oppure no.
-Sparisci!- sibilò a denti stretti togliendo il piede dal petto del ragazzo e tornando a sedersi alla sua postazione. 
Yuri si alzò e tirò su la sedia senza fiatare. Boris aveva messo il broncio, chiaramente seccato con lui perché aveva fatto incazzare Ariel prima della prova del suo beyblade, quindi sicuramente se la sarebbe scontata con lui. Sergey chiaramente disapprovava quella sua improvvisa vena goliardica uscita proprio con la persona sbagliata. Dopo tutto Yuri aveva sempre dimostrato di avere giudizio, e nessuno dei tre riusciva a comprendere perché avesse deciso di non averne più quella mattina.
Ma Yuri non diede peso ai due compagni. Mentre si rialzava aveva realizzato che Ariel aveva effettivamente reagito alla sua provocazione per un buon motivo. E mentre passava accanto a Kai per uscire dal laboratorio, gli rivolse un sorrisetto trionfale che intaccò la ritrovata sicurezza del nippo-russo.
-Dicevamo del nome?- chiese Ari, quando il rosso scomparve dalla sua vista, con l'intento di ritrovare quella parvenza di serenità che regnava prima che le facesse definitivamente perdere la pazienza.   
-Gradirei che fosse Perfect, lo preferisco.- ribadì Kai con estrema diplomazia.
Ari fece un'espressione dispiaciuta e si stinse nelle spalle, schioccando la lingua. Kai si ritrovò a pensare che aveva proprio una faccia da schiaffi! 
-Ma vedi...- gli disse ruotando sulla sedia leggermente verso il computer alle sue spalle. -io l'ho già registrato come Dranzer Orgasmic!-
-Cambialo... per favore.-
-Qual è il problema?- chiese Boris divertito. -Non riesci a dire Orgasmic?-
-Non ho problemi a dire Orgasmic!- sbottò stizzito Kai. -È semplicemente sacrilego, stiamo parlando di Dranzer!-
-Uh uh, Dranzer è sacro....- lo scimmiottò Boris, senza trovare la complicità di Sergey che assisteva passivo e rassegnato a tutta questa diatriba. -Che discorsi da verginello!-
-Basta così!- li fermò Ari severa. 
Spostò lentamente lo sguardo da Boris a un Kai sempre più inasprito. 
-Hai ragione, il bey è tuo, cambialo pure....- concluse scostandosi dal computer con una leggera spintarella, facendo scivolare più in là la sedia sulla quale era seduta.
Kai la guardò diffidente. Troppo facile, aveva ceduto troppo presto, o forse semplicemente era troppo scocciata per mettersi a discutere con lui. Si avvicinò guardingo al computer e si mise subito a lavoro aprendo il file nominato Dranzer Orgasmic. 
Cielo, era veramente osceno!
Boris aveva incrociato le braccia e messo il broncio perché Ari gli aveva appena tolto un nuovo motivo per sfottere Kai, ma il sorriso furbo della ragazza gli fece capire che non era finita lì, e il sospiro seccato del ragazzo gliene diede conferma. 
-Hai bloccato il documento con una password!-
Così dannatamente prevedibile! Come volevasi dimostrare, non aveva ceduto affatto la stronza! Poteva aprire il file, leggere quell'accostamento indegno ma non poteva modificarlo! 
Kai abbandonò la tastiera e poggiò i palmi delle mani ai lati fissando intensamente lo schermo, ignorando i ghigni divertiti di quella cretina di Ari e quel demente di Boris. 
-Che peccato!- commentò Ari fintamente dispiaciuta, arricciandosi col dito una ciocca di capelli sfuggita dalla crocchia alta.  -Mi sa che dovrai abituartici!-
Boris ridacchiò appagato trovando irresistibile la complicità di Ari. Sergey continuava a osservarli impassibile, per lui quei due avevano uno strano modo di divertirsi.
Kai non si scompose. Si credeva più furba di lui? Bene, le avrebbe dimostrato che si sbagliava!
Digitò senza indugio sulla tastiera e dopo pochi secondi premette il tasto invio. 
-Ma davvero?-  
Girò lo schermo verso la ragazza e lentamente il ghigno si congelò, poi si afflosciò fino a rimanere a bocca aperta mentre fissava incredula il nome del file e l'intestazione in grassetto del documento.
Perfect Dranzer 
-Ma cosa…. Come diamine….- 
Ari si alzò di scatto mettendosi davanti la tastiera. Kai senza fare una piega le cedette il posto.
Provò ad inserire la password, poi un'altra, e un'altra ancora, ma nulla. Non la faceva accedere alle modifiche. In effetti Kai doveva ammetterlo, era divertente se non si era la vittima.
Si appoggiò al tavolo e incrociò le braccia godendosi il momento, la vittoria pulita e indiscussa. 
-Sei prevedibile!- le disse facendola innervosire ancora di più. 
-Cazzo....- 
Davanti agli occhi di Ari apparve per l'ennesima volta l'avviso di accesso negato.  
-Ho preimpostato la password.- le disse guardandola e scostandosi dal tavolo. -Fammi sapere se riesci ad accedere o se ti dovrai abituare.-
Si avvicinò di più a lei, mani in tasca, e le rivolse uno splendido sorriso.
-Ah, e a proposito, grazie per stamattina...- le disse.
Lei staccò gli occhi dallo schermo e voltò il capo verso il ragazzo, trovandoselo tanto vicino che per poco le punte dei loro nasi non si sfiorarono, e l'unica cosa che riusciva a vedere erano i suoi violacei occhi scaltri. 
Le fece l'occhiolino e le sorrise. 
-… in effetti ti sono debitore di un orgasmo!-
Era rimasta di ghiaccio, immobile come una statua. 
Si allontanò lanciando un ultimo sguardo agli altri due. Sergey stava scuotendo la testa completamente rassegnato, mentre Boris sembrava sul punto di esplodere. Sembrava uno di quei pupazzetti di gomma molliccia che quando li si schiaccia gli schizzano gli occhi fuori dalle orbite. Gli fece un cenno di saluto e se ne andò.
Ari improvvisamente, a quella consapevolezza, si sentì andare in fiamme.
-Ha vinto!- 

 

 

 

 

 

 

 

I singhiozzi riecheggiavano nella stanza candida immersa nell'innaturale luminosità della luce a neon. 
Da quando l'avevano portato lì non aveva fatto altro che piangere. 
Osservava curioso e muto da più di dieci minuti quell'esserino piccolo e gracile, scosso da continui tremiti. Era rimasto rannicchiato a ridosso della parete opposta, col viso nascosto tra le braccia incrociare e dai capelli di un buffo rosso carota.
Sembrava più piccolo di lui. Vinto da questa morbosa curiosità si decise a farsi avanti. Voleva conoscerlo. Avrebbe voluto che smettesse di piangere prima di avvicinarsi e parlargli, ma quel pianto sembrava non trovare fine.
-Tu sei un bambino!- 
Sembrava più un'esclamazione di sorpresa che una domanda. In entrambi i casi sarebbe comunque parsa una affermazione strana a chiunque. Ma era così, lui non aveva mai visto un altro bambino. E lo incuriosiva vedere una personcina piccola come lui. Sentiva come un innato senso di appartenenza.
Si fermò restando a qualche passo di distanza dal piccolo, che ostinato continuava a rimanere chiuso nella sua disperazione.
Si guardò attorno a disagio, rimanendo fermo sul posto giocando nervosamente con le manine. Si sentiva triste per lui, voleva consolarlo e tranquillizzarlo, ma sembrava non averlo manco sentito. 
-Non piangere, anche io sono un bambino come te.-  
Forse anche lui aveva avvertito lo stesso senso di appartenenza, perché finalmente la testolina ricoperta di capelli rossi emerse dalle braccia incrociate, e due languidi occhioni azzurri incrociarono finalmente quelli blu dell'altro, che immediatamente si riempirono di speranza per quel primo, agognato contatto.
E preso dall'entusiasmo si precipitò verso di lui, annullando le distanze e inginocchiandosi proprio di fronte, per studiarlo da vicino. 
Il viso era leggermente abbronzato e lentigginoso, il naso era arrossato e gli occhi gonfi, lo sguardo smarrito. Indosso aveva una tuta proprio come la sua ma rossa e blu.
-Non avevo mai visto un bambino. Tu come ti chiami? Io mi chiamo Aleksej, ma puoi chiamarmi 13 se preferisci. Credo che tu sia più piccolo di me, ma forse di poco. Quanti anni hai? Sono il primo bambino che vedi?- 
Intimorito e stordito dalla serie di informazioni e domande si strinse nelle ginocchia. 
-Voglio la mamma.- biascicò con un tremulo filo di voce.
-Ah....-
Per un lungo attimo si fissarono. L'entusiasmo di Aleksej sembrò attenuarsi. Il suo sguardo poi corse per la stanza e i suoi pensieri si mossero veloci.
-Qui non abbiamo una mamma credo, ma abbiamo un sacco di giochi!- disse alzandosi e recuperando dall'altra parte della stanza uno dei suoi giochi colorati e mostrandolo all'altro sollevandolo in aria. -Puoi giocare con me se vuoi. Vedi, questo è carino, devi mettere in ordine i numeri con le lettere....-
Iniziò a ordinare i numeri risolvendo la tabella, ma il bambino dall'altra parte della stanza lo stava fissando senza fiatare, ancora nascosto dietro le ginocchia strette al petto. 
Ma a mano a mano che risolveva il puzzle i pensieri di Aleksej presero il sopravvento rallentandolo. 
Posò il gioco per terra, e dopo qualche attimo si rivolse di nuovo allo strano bambino.
-Cosa è una mamma?-
Il bambino non disse nulla. Continuava a fissarlo silente con i suoi grandi occhioni sbarrati.
-Non vuoi dirmelo?-
Aleksej si sentì di nuovo a disagio. Il bambino osservava un mutismo integerrimo. 
-Ti chiami Spiderman?- provò ancora senza darsi per vinto. -Perché hai un disegno sulla maglietta, Spiderman?-
Il piccolo si strinse ancora di più le ginocchia al petto. 
In effetti non riusciva a vedere la sua maglietta, ma aveva letto la scritta su di essa e notato il disegno quando l'avevano portato in quella stanza, prima che si rannicchiasse a piangere. 
-Non mi chiamo Padermen.-
La voce squillante e impastata del bambino risuonò nella stanza. Finalmente una rispose a una sua domanda, anche se scontrosa era pur sempre un buon risultato.
-Padermen è lui.- disse indicandosi il disegno sul petto. 
-Ah.... e perché hai la maglietta di Spiderman?- 
-Perché Padermen è bello! Lui è forte e spara ragnatele.- 
-È stato gentile a regalarti la sua maglietta.- commentò confuso Aleksej. Per quale motivo una persona avrebbe dovuto indossare la maglietta col nome di qualcun altro? 
-E sa volare da un palazzo all'altro.- continuò a spiegare prendendo più di sicurezza.
-Forte!- 
Aleksej prese alcuni dei suoi giochi e glieli avvicinò.
Forse parlare di questo suo amico Spiderman che gli aveva donato la propria maglietta l'aveva tranquillizzato, perché si asciugò il viso con il braccio e prese uno dei giochi. 
Aleksej restò a osservarlo in silenzio mentre l'altro giocava. Ogni suo movimento, ogni gesto, l'espressione ancora imbronciata, il modo in cui cercava di capire come funzionassero i suoi giocattoli senza però riuscirci.
-Aspetta, non così, va prima questo....- gli disse ad un certo punto prendendogli dalle mani il cubo che stava cercando di inserire con la forza nella forma di un pentagono.
Ma non doveva aver apprezzato quell'intraprendenza di Aleksej che, con tanta gentilezza, intanto aveva preso a spiegargli come funzionava quel gioco.
-Voglio la mia mamma e il mio papà.- 
Aleksej posò le formine a terra e tornò serio.
-Sai dirmi come sono fatti? Così posso aiutarti a cercarli.-
Il viso del bambino finalmente si illuminò. Si alzò barcollante da terra e alzo un braccio.
-Sono così!- disse con entusiasmo.
Anche Aleksej si alzò. La mano alzata del bambino arrivava poco più sopra della sua testa.  
-Alti così?-
-Di più!-  
-E di che colore sono?- lo incalzo Aleksej.
-Mamma ha i capelli così!- spiegò il piccolo afferrando un cubo arancione. 
-Capelli?- chiese l'altro iniziando finalmente a capire. -Quindi la mamma e il papà sono persone.-
-Sì...- confermò l'altro con sempre più vivacità. -Il mio papà è forte.- 
-Come Spiderman?- 
-Come Padermen! E la mia mamma è bella, ha i capelli lunghi e due occhi così.- concluse allargando le mani come a fargli capire che aveva gli occhi grandi. 
-Una femmina?- 
Il bambino annuì con fervore. Aleksej si vece pensieroso, giocando con l'indice col labbro inferiore.
-18 è una femmina.- disse ad un certo punto. -È bella, alta così e ha i capelli lunghi. Posso chiedere a lei se è una mamma.- 
-Io voglio la mia mamma!- gli rinfacciò repentino il piccolo. 
Ma Aleksej si strinse nelle spalle senza sapere che altro fare. D'altronde era vero che non aveva mai visto un altro bambino, come era altrettanto vero che non conosceva molti adulti.
-Mh... io conosco solo 18, mi dispiace.-
Il bambino si risedette sconfortato e riprese a giocare con i giocattoli dell'altro tornando silenzioso, rattristando Aleksej.

 

 

 

 

 

 

 

-Di' un po', come è stato farsi difendere da lei?-
Ovviamente lo stava aspettando all'ascensore. Evidentemente Yuri non aveva altro da fare quella mattina per restare lì solo per poterlo infastidire, ma Kai non gli diede troppo peso. Quella pseudo provocazione gli scivolò via come l'acqua. 
Aveva ottenuto il nome che voleva per Dranzer e una vittoria schiacciante su Ari. Non sarebbe mai riuscita ad accedere alle modifiche!  
-Ci dovrai fare l'abitudine.- continuò il russo mentre attendevano l'apertura delle porte. 
Stettero in silenzio l'uno affianco all'altro, senza nemmeno guardarsi. Quando finalmente entrarono nello spazio ristretto dell'ascensore, Yuri riprese la parola.
-Stavo pensando....-
-Ciò che pensi sei pregato di tenertelo per te.- gli disse con estrema cortesia Kai. 
-Hai rinunciato ad affrontare Takao anche quest'anno per quella cazzata che dovete restare uniti. Tu ci credi veramente?- 
Continuò imperterrito osservandolo di sottecchi, per catturare ogni sua minima reazione. Dal modo in cui era rilassato e sicuro di sé, Hiwatari doveva essere riuscito ad ottenere quello che aveva chiesto.
-Tutti questi mesi, eppure scommetto che non ti ha detto niente del suo interesse per Ari.-
L'ascensore continuava a scendere, ma sembrava non abbastanza velocemente.
-Di' la verità.... non vorresti batterlo una volta per tutte?-
Kai si lasciò sfuggire una risatina, e abbasso il capo distogliendo finalmente l'attenzione dal display che indicava i piani percorsi. 
Alzò la testa e si voltò a guardare Yuri dritto negli occhi.
-Fammi capire.... stai veramente cercando di convincermi a lasciare i Bladebreakers per unirmi a voi?- 
-Sai benissimo che se lo facessi, lei sarebbe costretta a seguirti.- gli fece presente Yuri malizioso.
-Pensavo che non la volessi mai più in squadra con te. Hai cambiato idea?- 
-Neanche tu sei nella mia top teen delle persone che mi piacciono,- gli fece presente senza alcuno scrupolo -ma ogni mezzo è lecito per raggiungere l'obbiettivo.- 
-Quindi mi stai suggerendo di mollare i ragazzi in modo tale da costringere Ariel a seguirmi, allontanandola così dalla persona migliore che io conosca? Tutto questo per permetterti di costituire la tua squadra vincente?-
-Sai benissimo che insieme saremmo imbattibili.-
Kai tornò a guardare il display di fronte a lui.
-Meschino.... degno di te!-
Yuri non si offese per il meschino. Si appoggiò con la spalla alla parete, con le braccia conserte, rivolto completamente verso Kai per scrutarlo con attenzione.
-E di te...- 
-Tu pensi?-
 Kai si voltò incrociando gli occhi freddi e calcolatori del russo.
-Sinceramente mi fa più senso sapere che stava con te, o più nello specifico mi fai senso tu.- 
L'ascensore si fermò e le porte si aprirono sull'androne pieno di gente. Kai si scostò dalla parete.
-Piuttosto che favorirti rinuncio volentieri alla mia sfida con Takao.- disse uscendo e voltandosi per guardare un'ultima volta Yuri, che era rimasto all'interno dell'ascensore appoggiato alla parete, riservandogli sorriso beffardo.  
-E io ho già una squadra imbattibile, non ho bisogno di te.- 
Il sorriso di scherno era oramai scomparso dal volto glaciale di Yuri, gli occhi erano diventati spietati. 
-Sai perché è scattata in quel modo alla mia battuta, vero?- 
Le porte iniziavano a richiudersi tra i due mentre un sorriso da lupo feroce si apriva sul viso pallido del russo. Si guardarono e Yuri seppe che quell'ultima freccia scoccata era andata perfettamente a segno.
-Lo sai....- 
Le porte si chiusero e Yuri scomparve, ma un dolore intenso e pulsante si accese nel petto di Kai spezzandogli il fiato.

 

 

 



 

 

Saaaalve bella gente! Aggiorno dopo mesi e mi scuso, ma non ho mai smesso di pensare alla storia. Ci ho messo un po' per elaborare questo capitolo, non so perché ma non mi riusciva in nessun modo. Una bella altalena emotiva per il nostro adorato hiwatari. 
oltre una piccola parte dove inserisco altri elementi della storia, mi sono concentrata sul torturare Kai, perché a tutti piace e a me piace torturare i miei personaggi preferiti. Come principale aiutante abbiamo il nostro adorato Yuri e il suo lato sexy... ah no, dalla regia mi dicono che si tratta del lato perfido. Scusate, mi sono un attimo confusa, è lecito, chi non si sarebbe confuso?! Ohohoh 
Quindi, dopo aver provato a scrivere questo capitolo per mesi, e dopo averne scritto non so quante varianti penso di essere arrivata al capitolo giusto, quindi lo pubblico. Ho deciso e lo faccio, e spero anche che vi piaccia e di non aver scritto fesserie. E aggiungo che entro oggi e domani cercherò di rispondere alle recensioni degli scorsi capitoli, lo giuro. (*pernacchia dal pubblico*) 

  
   
 
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