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Autore: VvFreiheit    24/06/2018    5 recensioni
La Mikandy più lunga che sia mai stata scritta.
La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015.
1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione.
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Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercando da quella posizione i suoi occhi, che ancora se ne stavano in contemplazione del pavimento della stanza. “Scusami” disse scandendo con dovizia ogni suono di quella parola.
“Grazie” rispose Mika inaspettatamente. Andy sorrise chiudendo gli occhi e lasciando che nella maglia del moro si celasse la sua emozione, stringendolo più forte a sé. Un grazie che esprimeva tanto, che possedeva nel profondo tutti le ragioni per cui era venuto alla luce in quel preciso istante.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Andy Dermanis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A conferma della sua tesi, Mika fece lo gnorri per alcuni attimi, poi gli sorrise di sbieco, sfoderando tutta la sua aria furba e birichina.

“Mah… chissà…” bofonchiò con un sorrisone uscendo dall’ascensore, le cui porte si erano appena spalancate sul corridoio ocra del loro piano.

-*-*-*-*-*-*-

“Ma io ti aaamoooooo!!!!” trillò Andy quando dopo una giornata a zonzo per Bangkok, seduti sul treno in partenza verso una direzione a lui ancora sconosciuta, strappò la carta colorata con cui Mika aveva avvolto la guida turistica di Lonely Planet, sulla cui copertina svettava il tempo khmer della città di Angkor Wat.

Mika non riuscì a trattenere una risata orgogliosa, a quella dichiarazione esplicita, ed eccitata al contempo, che gli aveva appena dedicato.

“Dio quanto è bello sto posto!!” aveva sussurrato Andy con due occhi a cuoricino, una sera di qualche mese prima, con gli occhi incollati all’ennesimo documentario della National Geographic su cui la tv londinese era sintonizzata per gran parte del tempo quando il greco si trovava a casa, con somma gioia del coinquilino, nonché proprietario della villetta.

Mika aveva alzato gli occhi dal tablet su cui stava leggendo le ultime news, memorizzando quel posto e quella richiesta implicita, uscita spontanea dalla bocca del compagno, serbandola al sicuro in un cassettino della sua memoria, sicuro gli sarebbe tornata utile in un futuro non troppo venturo.

Ed ora che il suo piano era stato, quasi completamente, svelato, l’espressione di pura estasi e amore dipinta sul viso diafano del suo ragazzo, lo fece sentire letteralmente in paradiso.

“Ti conosco troppo bene biondino mio” si vantò con fare orgoglioso e sfacciato, affondando più comodamente del sedile del vagone che a gran velocità dalla Tailandia li stava portando verso la Cambogia.

Andy gli sorrise innamorato, senza riuscire a non dargli ragione “…mi tocca ammettere che è vero…” asserì mordendosi un labbro per non ridere di sé stesso a quella ammissione che tanto gli stava costando.

“Tra l’altro, due piccioni con una fava… Era dall’anno scorso che ti dovevo un viaggio in Tailandia” ricordò andando a prelevare dalla memoria quella promessa che Andy gli aveva strappato dopo aver accettato la sua folle idea di vacanza di Capodanno alternativa, che un anno e un mese prima l’aveva portato a congelare in una tenda a – 25°.

“Ecco! Sì! Infatti!! E sono stato bravo che non ti ho rotto le scatole in questi 13 mesi di attesa” si beò il più giovane, assumendo un’aria da ragazzo diligente.

“Avrei da ridire in merito…” si oppose però Mika, ciondolando la testa di lato non troppo convinto.

Andy lo squadrò assottigliando gli occhi “Sentiamo…” lo spronò a continuare, quasi con tono minaccioso.

È vero… non hai insistito sul viaggio in Tailandia…” confermò facendo sorridere Andy di pura soddisfazione “Ma sul fatto che tu non abbia rotto le scatole in questi mesi, mi sento di dissentire!” concluse fissandolo insistentemente, trattenendosi dal ridergli in faccia, notando l’espressione mutare repentinamente, aggrottando le sopracciglia e incrociando le braccia al petto.

Non replicò, troppo impegnato a fingersi offeso per dargli la soddisfazione di ricevere una risposta.

Dopo un lungo momento fu quindi Mika a farsi avanti nuovamente, riaprendo il dialogo.

“Come sei puccioso quando fai l’offeso” commentò sorridendogli, facendogli abbassare la guida che stava leggendo.

Il sopracciglio alzato con cui lo squadrò, fece scoppiare il moro in una sonora risata.

“Mika… puccioso…? Parli come le tue fan adesso??” domandò con aria da maestro scontento.

Il libanese in risposta scoppiò nuovamente a ridere.

“Va beeeeh… rende l’idea!” commentò con nonchalance.

Andy a quel punto non ce la fece a restare impassibile davanti a tanta spontaneità e ridacchiò a sua volta.

Poi tornò a leggere con entusiasmo la guida appena ricevuta in dono, commentando raggiante “Che bello! La mia collezione si amplia!!”

Andy adorava le piccole guide tascabili della nota compagnia turistica e possedeva una libreria nel suo studio con una collezione invidiabile di libricini di quasi tutti i luoghi che aveva visitato da quando era adolescente al presente, molti dei quali gli erano stati regalati proprio da colui che aveva aggiunto l’ennesimo tassello che teneva tra le mani.

E proprio lui dopo quell’uscita, decise fosse giunto il suo turno di fingersi scocciato. Sospirò infatti perplesso per poi chiosare “Ceeerto. Non ‘che bello il mio ragazzo mi porta per il nostro anniversario in Cambogia dove da tanto tempo desideravo andare’ ma ‘che bello la mia collezione di guide turistiche si amplia’…”

Andy, invece di ribattere allo stesso modo, lo rimirò con sguardo innamorato, cogliendo perfettamente il sarcasmo di quella sua uscita e ridacchiando. “No beh… lo sai che colleziono guide solo di posti in cui sono stato, quindi è implicito…” spiegò con nonchalance accarezzando la copertina satinata del libricino.

Il riccio sollevò un sopracciglio, lanciandogli uno sguardo perplesso, a cui Andy rispose con una sonora risata di cuore, poi quest’ultimo allungò una mano e circondò la sua con amore.

“Ti ringrazierò con un bacio di quelli che sai tu, e non solo…” gli promise con un occhiolino “…quando saremo soli soletti io e te. Per ora, grazie infinitamente Moosie… mi conosci meglio di quanto mi conosca io… e questo dice tutto.” Gli sussurrò senza mai lasciare i suoi occhi nocciola nemmeno per un istante.

Mika gli carezzò la mano piano, attento che occhi estranei non cogliessero quel loro momento e gli regalò uno sguardo carico di tenerezza come ringraziamento.

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Svegliarsi con un Andy tanto emozionato da risultare esaltato per Mika fu tanto piacevole, quando devastante.

“Aaaandy!! Stiamo qui 3 giorni… c’è tutto questo bisogno di buttarmi giù dal letto alle 7 di mattinaaaa??” si lamentò stropicciandosi gli occhi assonnato.
Il greco, già abbigliato in pantaloncini color cachi, maglietta bianca e occhiali da sole in testa, in risposta gli lanciò le sue bermuda e maglia direttamente in testa, spronandolo con un euforico “I templi ci aspettano!

Alzati ghiro!” sparendo poi a sistemare la sua macchina fotografica, controllando di aver preso tutto ciò che poteva servirgli.

Mika rise sbuffando a quel tornado di energia che vorticava per la stanza, ma fece esattamente come gli era stato ordinato, sistemandosi in pochi attimi.

“Pronti!” esordì caricandosi lo zainetto in spalla e rubando un lungo bacio del buongiorno al compagno prima di uscire, lasciarsi la camera alle spalle e vestire i panni dei turisti fino a sera inoltrata.

“Alloooora!” il biondo estrasse la guida puntando verso il templio principale con fare raggiante leggendo ad alta voce, scandendo chiaramente ogni parola “L'Angkor Wat, il "tempio che è una città", costituisce la perfetta fusione fra ambizione creativa e devozione religiosa. I re-divinità dell'antica Cambogia cercarono di surclassare le strutture costruite dai loro antenati…”

Mika avanzava al suo fianco con mani in tasca e sguardo sognante, respirando quell’atmosfera d’altri tempi a pieni polmoni, senza che nulla potesse interferire con la sua profonda contemplazione di quei luoghi che senza bisogno di spiegazioni, gli stavano trasmettendo una serenità e una pace che pochi altri luoghi erano riusciti a insinuargli sottopelle. 

Le spiegazioni dettagliate recitate dal compagno, sorvolavano la sua mente senza lasciare quasi traccia, intento com’era a godere di tutta quell’arte.

L’indole da guida turistica del greco non durò che una manciata di minuti, venendo sopraffatta a sua volta dall’estasi artistica che anche lui non mancò di percepire con forza sempre crescente, estraendo la fotocamera e dedicandosi al suo hobby preferito, raccontare la realtà a modo suo.

Tra i due ragazzi cadde un piacevole silenzio. La percezione della reciproca presenza a colmare quel visibilio che aveva saputo rapire entrambe le loro menti artistiche. Un non bisogno di parole che si tramutava in sorrisi radiosi scambiati incrociandosi tra una colonna e l’altra, una statua e un bassorilievo, davanti ad una immagine scattata o di fronte ad un’incisione, indicata con fanciulla meraviglia alla propria metà di anima, che allo stesso modo, uguale ma non identico, avrebbe saputo trovare la propria interpretazione.

Andy si dedicò a quei reperti antichi, divertendosi a cogliere le giuste angolature e inquadrature, giocando con la prospettiva per creare dipinti di luce sempre nuovi, dedicando parte della sua attenzione non solo alle meraviglie locali ma anche alla sua personale meraviglia.

Sorrise fiero quando lo schermo della sua reflex gli mostrò il risultato della sua ultima creazione, che vedeva un primo piano del volto estasiato del compagno, in contemplazione di una statua di rara bellezza.

“Non so quale delle due sia l’opera d’arte migliore” sussurrò avvicinandoglisi con la fotocamera tra le mani, voltandola alla sua portata, affinché potesse vedere.

Il riccio sorrise innamorato “Quella che tiene in mano la macchina fotografica… senza dubbio” disse scoccandogli un veloce bacio sulla guancia, avvicinandolo a sé spalla a spalla.

Andy sorride, lasciando che la sua fedele amica pendesse dalla sua spalla, rivolgendo per un momento, le sue attenzioni sul moretto a fianco a lui. “Stupendo eh…?” chiese rimirando quanto avevano di fronte.

Mika annuì portando a sua volta l’attenzione ai templi, sospirando felice “Tutto stupendo… questa vacanza ci voleva proprio! Una settimana solo io e te in giro per il mondo!”

Trascorsero la giornata senza risparmiarsi, entrando dovunque potevano, immergendosi fino al collo nell’arte khmer, assorbendone ogni minuzia con fame invidiabile.

Alla sera vennero rapiti da un minuscolo ristorantino a gestione famigliare, un angolo così tipico da sembrare completamente fuori dal mondo moderno, dove assaggiarono prelibatezze locali, alcune decisamente squisite, altre più discutibili.

Rimisero piede nella loro stanza d’albergo che era ormai notte, stanchi dalla giornata ma con ancora qualche energia residua, che sapevano entrambi come avrebbero adoperato.

“Quell’enorme vasca idromassaggio ci sta guardando con aria taaaanto implorante, amore…” asserì il biondo, osservando l’imponente vasca in tek birmano che campeggiava su un lato della stanza, dall’aria tanto confortevole quanto invitante, spogliandosi la maglia con fare lento e malizioso, in direzione del moretto.

Mika sorrise di sbieco, immediatamente rapito da ciò che il suo cervello aveva intuito stesse per accadere, avanzando con passi lenti e calcolati verso colui che in quel momento gli stava lanciando sguardi sempre più lascivi.

“Oh, sì… potrebbe offendersi se non le concediamo le dovute attenzioni…” stette al gioco iniziato dal compagno, portandosi di fronte a lui, alzandosi con lentezza disarmante la maglietta bianca, non mancando di sottolineare ogni gesto con uno sguardo sempre più profondo ed un sorriso di secondo in secondo più esplicito.

Andy non attese che il capo riccioluto sbucasse dalla stoffa, si premurò di avvolgere i fianchi del libanese con entrambe le mani, tirandolo a sé e pizzicandogli coi denti la base del collo.

Mika ridacchiò appena, lanciando la maglietta per aria, andando a replicare la presa del biondo su di lui, facendo però scivolare le mani più in basso, incontrando l’ostacolo della stoffa a cui non badò, andando oltre.

“Ci staremo tutti e due lì dentro…?” chiese il biondo, lanciando un cenno verso la vasca alle spalle del fidanzato, che decisamente attirato da altro, si limitò a continuare le sue lente carezze voluttuose mormorando un roco “Uno sull’altro… direi perfettamente…” continuando la sua opera di svestizione, procedendo poi oltre, sottraendo a sua volta il biondino dall’onere di doversi occupare di quel tedioso incarico che giocoforza precedeva l’immersione in quel bagno di vapore e acque profumate.

Le bolle effimere di aria vaporizzata e schiuma zuccherina li accolsero in tutta la loro semplicità di uomini spogli di vesti, adorni di desiderio ed eros.

Andy non indugiò nemmeno un istante, andando bramosamente a prendersi ciò che gli apparteneva, racchiudendo due labbra rosee di baci tra le sue, per poi lasciar scivolare entrambi oltre il pelo dell’acqua, al di sotto della fitta schiuma nivea, fino a quando il respiro concesse loro il lusso di quel silenzio ovattato.

Poi riemersero, sciogliendo il bacio, giusto il tempo di tesserlo nuovamente, insieme alle loro mani ed ai loro corpi che avvolti dall’intimità della schiuma si unirono in perfetta sincronia tra un mugolio rubato ed un bacio dato in dono.

Assaporando la passione fino all’ultimo sospiro, all’ultima carezza, alla più nobile attenzione, premura che solo due amanti sinceri sono in grado di originare. Intrecciati, connessi anima e corpo oltrepassarono la mezzanotte, andando a strappare il penultimo giorno del primo mese dell’anno, lasciando che anch’esso volasse al vento e si sgretolasse, diventando memoria.

Aggiungendo quell’attimo ai migliaia, milioni, vissuti, condivisi in 7 anni di vita trascorsa mano per mano, fianco a fianco, cuore a cuore.

Fu con un bacio, l’ennesimo tra i tanti, uguale ma speciale, dal sapore dolce e salato al contempo, che si scambiarono un augurio che era un auspicio, un desiderio che era un voto a sé stesso e all’altro.

“7 anni… è ora di cambiare ragazzo…”
E poi una battuta, uno scambio di risate ed amorevoli insulti, colonna portante delle loro giornate. Un pugno che sa d’amore, un morso malizioso, una linguaccia.

“E poi chi ti ci porta a vedere i templi dall’altra parte del mondo, sopporta i tuoi scleri euforici alle sette di mattina e le tue manie ossessivo-compulsive da documentarista in erba…? Eh…? Chi??”

Una risposta che snocciola una per una le virtù e i vizi altrui con abile efficacia, lasciando giocare la sconfinata conoscenza e comprensione della propria metà di cuore, sempre con giocosa sincerità.

“Ma sentilo… E tu dove lo trovi uno affascinante, intelligente, talentuoso, spiritoso, simpatico e bravo a letto come me…?”

La goliardia di un vanto, di una carrellata di aggettivi, disposti in ordine preciso per fomentare l’ennesimo contrattacco orgoglioso, sarcastico e ironico.

“Giusto a letto eh… nella vasca invece…”

Contrattacco che come previsto non tardò un istante a farsi udire.
“Nella vasca anche meglio… oserei dedurre dalle tue implorazioni…”    

Seguito da un rimpallo ben piazzato, che riuscì a mettere a tacere con una risata, ogni cosa di contorno.

“Ti amo… mio immodesto, antipatico, saccente greco!”

E poi un sussurro o poco più, intriso di tutto ciò che erano sempre stati e sarebbero continuati ad essere.

“Ti amo oh mio stronzo, permaloso, spocchioso libanese!”

E la conferma di avere tra le braccia, esattamente la persona che sa incastrare ogni parola e ogni gesto con il proprio, nella maniera più sfacciatamente perfetta.

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Buon pomeriggio a tutte, 
E via di vacanzine e battibecchi.
Nulla di nuovo ma sempre bello intrufolarsi fictionalmente nella loro realtà più quotidiana.
Vi lascio le caramelline per le 4 recensioni.
Prima o poi passerò anche a rispondervi, abbiate pazienza.

- “Lascia fare a Mika e ti troverà un’isoletta pressoché deserta dove ritirarsi in eremitaggio” commentò passeggiando fianco a fianco a lui tra gli arbusti rigogliosi che affiancavano la stradina in terra battuta, e l’acqua iridescente, che dalla bassa scogliera scintillava inebriando la vista e il cuore.-

- “Aaaandy! Perché devi sempre essere così insistenteee…” sbuffò punzecchiandolo, cercando di farlo tornare al suo posto e porre fine alle sue manovre corruttive.-

- La pace che trasudava da ogni cellula di Mika, era tale che nemmeno quella perturbazione della sua quiete poté lavargli di dosso la spensieratezza e la gioia che lo pervadeva; ciò che fece, fu infatti limitarsi a fargli un minimo di spazio, abbracciarlo senza nemmeno aprire gli occhi e tornare a lasciar vagare la sua mente nella quiete più assoluta, con un sorriso disteso in viso.-

- “Mio adorabile Rubber!” lo appellò come il pirata del cartone animato, strizzandogli le gote e lasciandogli un bacio salato a schiocco.-


That's all folks!
A settimana prossima!
Grazie come sempre.
Vv
  
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