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Autore: vanessie    29/06/2018    2 recensioni
La storia sviluppa alcuni personaggi di mia invenzione presentati nella fanfiction "Sunlight's Ray".
Una vicenda ricca d'amicizia, amore e problemi della vita quotidiana con cui ogni adolescente si trova a fare i conti...narrati da una prospettiva femminile e maschile. Non mancherà un pizzico di fantasy e un richiamo ai personaggi originali della Meyer!
Per avere una migliore visione delle cose sarebbe meglio aver letto Sunlight's Ray 1-2-3, in caso contrario potete comunque avventurarvi in Following a Star!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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FOLLOWING A STAR

 

Capitolo 118

“Sei sempre la stessa?”

 

 

POV Evelyn

Mi svegliai dopo una notte quasi insonne, durante la quale non avevo fatto altro che pensare a lui, a quanto fosse stato bello parlargli di nuovo, vederlo sorridere, sentire la sua voce. Perché non riuscivo a chiudere quel capitolo della mia vita? Perché continuavo a vederlo come il ragazzo dei miei sogni? Con grande fatica lo misi in un angolo della mia mente e mi alzai dal letto. Mi truccai, indossai qualcosa di carino, scegliendo un paio di pantaloni neri aderenti e una camicetta color albicocca.

 

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Raggiunsi la sala colazioni e iniziai a fare un giro lungo il tavolo del buffet scegliendo cosa mangiare e cosa bere. Notai dei posti a sedere liberi, così mi accomodai. Mangiai con tranquillità, dando un’occhiata al quotidiano poggiato sul tavolo, sul quale lessi alcune notizie. Quando alzai lo sguardo, vidi Kevin impegnato al tavolo del buffet, dove stava prendendo la sua colazione. Ecco…addio calma, il cuore palpitò sempre più in fretta, un leggero tremito dovuto all’emozione e all’ansia di rivederlo mi investì. Si accorse della mia presenza, poiché mi fece ciao con la mano. Camminava verso di me, bello come sempre, con un completo elegante blu scuro e maglietta bianca. Aveva gli occhiali da sole e un’espressione seria sul viso, sperai vivamente che li avesse messi per nascondere il fatto che si fosse appena svegliato, non perché avesse trascorso la notte in maniera più interessante con qualche altra donna del convegno. Perché quel pensiero mi ingelosiva? Lo risalutai e sperai che i passi che stava facendo nella mia direzione non lo portassero proprio lì da me…forse si sarebbe fermato prima…no…mi raggiunse.

 

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Indicò il posto libero davanti al mio “È libero?” mi domandò “Sì” risposi. “Siamo già a martedì, secondo giorno di convegno!” esclamò alzandosi gli occhiali sulla testa “Già…” risposi imbarazzata. “So che nel fine settimana organizzeranno qualcosa di carino per intrattenerci. Mi pare di aver capito musica dal vivo” affermò “In realtà pensavo di uscire dall’hotel sabato o domenica, magari un giro per Belfast. Tu che farai?” chiesi. Lui mi guardò dritta negli occhi e accennò un sorrisetto “Non ho mai visto Belfast” rispose. “Puoi sempre approfittarne per vederla questo weekend” gli suggerii “Pensavo di…poterti accompagnare infatti” “Kevin io…non so se è una buona idea!” esclamai “Perché?” “Beh insomma, non è semplice parlare con te come se niente fosse, dopo i nostri trascorsi” ammisi “Siamo solo due persone che frequentano insieme un convegno, tutto qua” concluse. Mi alzai in piedi e con cortesia mi congedai allontanandomi da lui. Mi misi seduta in sala congressi e poco dopo iniziai a seguire le relazioni dei vari esperti del settore, totalmente distratta dalla pazza voglia che avevo di accettare la sua proposta di trascorrere insieme il fine settimana.

 

POV Kevin

Evelyn mi aveva lasciato da solo a finire la colazione, si era allontanata in tutta fretta, senza lasciarmi il tempo di dirle che non volevo essere sfacciato quando avevo detto di voler visitare Belfast insieme. Abitavano in due continenti diversi e lontani, quando mai ci saremo rivisti? Volevo solo trascorrere qualche bel momento con lei. Finii di mangiare e mi recai nell’auditorium per ascoltare il convegno. Le prime relazioni furono piuttosto interessanti, la quarta invece totalmente noiosa…presi il telefono per ingannare il tempo e avviai WhatsApp. Trovai due messaggi, uno di mia sorella Amy e uno di Jonathan, risposi ad entrambi e poi decisi di fare un tentativo. Feci scorrere l’elenco dei contatti nella speranza che tra questi apparisse anche quello di Evelyn…non sapevo infatti se il suo vecchio numero di cellulare fosse ancora attivo o meno. Lo selezionai, cliccai sulla foto che aveva scelto come immagine del profilo e mi ci incantai per qualche minuto. Era stupenda, perfetta, meravigliosa. Sembrava una foto recente, se ero fortunato quello poteva ancora essere il suo numero, così provai a scriverle qualcosa.

 

POV Evelyn

La vibrazione del telefono mi distrasse. Lo presi dalla borsa e notai un messaggio su WhatsApp, proveniente da un contatto che corrispondeva al nome e alla foto di Kevin. Lo cliccai, ansia alle stelle.

 

Ciao! Volevo scusarmi per prima, non volevo essere insistente o invadente. Credevo che potessimo fare un giro insieme come vecchi amici che si rivedono, pensavo che potessimo ancora raccontarci qualcosa a vicenda, come abbiamo fatto ieri sera…mi dispiace se hai frainteso! Non è mia intenzione infastidirti, non mi avvicinerò più se non vuoi.

 

Pensai a cosa rispondere sentendomi una stupida. Anche a me andava di condividere qualche ora con lui, la differenza era che Kevin aveva il coraggio di ammetterlo, io no. La differenza forse era che lui ormai mi reputava un’amica, io invece provavo ancora un amore sconfinato.

 

E: Non devi scusarti, non ce n’è motivo! Potrebbe essere una bell’idea quella di visitare Belfast con te sabato o domenica!

K: Ti va davvero?

E: Sì, certo

K: Ne parliamo dopo a quattr’occhi?

E: Va bene, ci vediamo a cena

 

Misi il telefonino in borsa e sclerai totalmente all’idea di cenare con Kevin. Le ore successive di convegno furono lunghe, l’attesa si faceva snervante. Mi alzai dalla mia poltroncina al termine della giornata e mi avviai verso l’uscita. Lo vidi ad aspettarmi accanto alla porta. Aveva uno sguardo serio e enigmatico, ma quando mi avvicinai mi sorrise, facendo splendere quel sole che aveva dentro di sé e rendendolo visibile a chiunque.

“Andiamo al ristorante dell’hotel?” mi propose, cogliendomi di sorpresa, poiché avevo immaginato di cenare nella sala destinata ai partecipanti del convegno, non credevo che volesse una cena intima “Sì” risposi. “Alcune delle relazioni di oggi mi sono sembrate un po’ noiose, ho preferito il programma di ieri” disse mentre percorrevamo i corridoi “Anch’io, anche perché erano più legate al mio ambito di studi” precisai. Kevin aprì la porta di cristallo che conduceva al ristorante e la tenne spalancata facendomi cenno di entrare. “C’è un tavolo libero per due?” chiese al cameriere, il quale ci guidò verso una zona vicina alla grande finestra, da cui si poteva ammirare il paesaggio notturno. Appesi la tracolla della borsa allo schienale della sedia e gli rivolsi un sorriso quando lo ritrovai dietro di me, intento a rivolgermi quel gesto galante di volermi sistemare la sedia mentre mi sedevo. Per evitare l’imbarazzo di restare occhi negli occhi sotto lo sguardo di altri clienti dell’hotel, presi in mano il menù e mi ci nascosi dietro. E ora che gli avrei detto? E se scoprivo che era fidanzato? E se mi usciva la bava dalla bocca nel guardarlo? “Cosa prendi?” domandò dopo interminabili minuti in cui non mi decidevo a calare il menù sul tavolo “Salmone affumicato con insalata e patate, tu?” dissi “Spiedini di pesce con zucchine, carote e patate” rispose. Facemmo le ordinazioni e inevitabilmente i nostri sguardi si incontrarono. Mi sentii imbarazzata davanti a tanta bellezza, le guance si tinsero di rosa. “Il nostro malinteso sulla visita a Belfast è risolto?” mi chiese “Sì, certo. Se vuoi sabato in tarda mattinata puoi venire con me. Avevo intenzione di fare una bella camminata nel centro storico e tornare in hotel a fine pomeriggio” spiegai “Verrò” rispose sorridendo. Ricambiai il sorriso e ritrovai quella sensazione di confortevolezza, che da sempre Kevin era riuscito a trasmettermi con il suo modo di farti sentire a tuo agio. “Che mi dici delle altre tue amiche, Thea e Drew?” domandò “Drew è fidanzata da un anno e mezzo con un ragazzo che ha incontrato sul posto di lavoro, si chiama Tobias. È un bravo ragazzo, molto gentile e disponibile. Thea invece ha finalmente deciso di dichiarare il suo amore a un ragazzo che conosce da quando era piccola, Decklan. Veniva con noi alle elementari e lei ne è sempre stata innamorata, così come lui, ma nessuno dei due si decideva a dichiararsi. Stanno insieme da un anno e sono una bella coppia” affermai. “Mi fa piacere sapere che entrambe sono felici” disse “Beh fa molto piacere anche a me” risposi. Cominciammo a mangiare assaggiando entrambi i nostri piatti, che erano veramente cucinati bene. A fine cena decidemmo di ordinare anche due Irish coffee per chiudere in bellezza. Si trattava di un caffè caldo, zuccherato, corretto con Whiskey irlandese e con uno strato di panna sulla superficie.

Lo bevvi e sicuramente mi sporcai il labbro superiore di panna, Kevin ne tolse la gran parte poggiandovi il dito indice ed io leccai le mie labbra per ripulirmi. Lo osservai con quel dito sporco di panna e mi vennero in mente idee veramente sconce, che mi fecero sorridere. “Perché ridi?” mi chiese divertito dopo aver mangiato la panna che aveva sull’indice “Non lo so” mentii “La panna è buona, sentiamo l’Irish coffee” disse sorseggiandolo. Bevemmo quella bevanda calda e gustosa continuano a parlare come due vecchi amici che si ritrovano dopo tanti anni, oppure come due ragazzi che si stanno appena conoscendo. 

“Prima, quando ho provato a cercarti con WhatsApp, non ero sicuro che il tuo numero fosse rimasto quello che conoscevo” affermò. “Non l’ho cambiato, è sempre lo stesso” risposi “E tu? Sei sempre la stessa?” mi domandò provocatoriamente “Sono…la Evelyn che hai conosciuto con qualche modifica” “Modifiche? Di che tipo?” aggiunse “Beh…in questi due anni in cui ci siamo persi di vista io…sono cresciuta e alcuni miei modi di pensare hanno subito cambiamenti” spiegai. “Spero che siano solo piccole modifiche” “Ho cercato di capire meglio chi sono, cosa voglio, quali mete vorrei raggiungere…non sono più quella ragazzina di 18 anni che hai conosciuto diverso tempo fa, insomma…ho quasi 24 anni e ho imparato a gestire meglio la mia vita” ammisi “Crescere è un cambiamento positivo” “E tu Kevin?” “Anche per me ci sono state delle variazioni. Quando ci siamo incontrati la prima volta avevo 21 anni, oggi ne ho 27, per cui ho decisamente migliorato alcuni aspetti della mia vita e purtroppo ne ho peggiorati altri” rispose. “Ad esempio?” domandai curiosa, alzò le sopracciglia e poi sorrise “Dovresti conoscere la risposta” affermò. Capii nella frazione di un secondo che il peggioramento era legato alla sua vita sentimentale, derivante dalla fine della nostra relazione. La cena era finita, l’argomento stava diventando scottante ed io non potevo o forse non volevo affrontarlo. Ero emotivamente troppo coinvolta. Sospirai “Sono contenta di aver cenato con te, mi ha fatto piacere” dissi prendendo la mia borsa tracolla e alzandomi “Aspetta, non te andare” rispose alzandosi a sua volta. “Sono le 22.30 e credo di dover riposare, altrimenti domani non so come farò!” esclamai sorridendo per congedarmi nel modo più carino possibile.

“A che piano sei?” domandò prendendomi la mano “Al secondo, tu?” risposi “Al quarto. Prendiamo almeno l’ascensore insieme?” “D’accordo” affermai. Ci incamminammo all’ascensore e pigiai il tasto per chiamarlo. Nell’attesa mi appoggiai al muro retrostante e cercai di sgranchire i piedi imprigionati in quelle scarpe con tacco alto, per quel che era possibile. La porta dell’ascensore si aprì, entrammo, pigiai il pulsante del secondo piano e Kevin quello del quarto, investendomi in pieno con il suo profumo. Silenzio assordante, sorrisi di circostanza e poi…i suoi occhi nei miei, i miei nei suoi. Si avvicinò, poggiando entrambe le mani sulla parete dell’ascensore dietro di me, accanto alle mie spalle. Sollevai la testa ritrovandolo a brevissima distanza da me, mi tremavano le gambe, mi batteva il cuore all’impazzata e non riuscivo a distogliere più lo sguardo dal suo. Poggiò le labbra sulle mie, un bacetto a stampo. Poi ancora un altro, chiusi gli occhi e mandai al diavolo la mia voglia di controllare tutto, abbandonandomi solo a quello che sentivo. La sua lingua trovò la mia in un baleno, si toccarono, si rincorsero con affanno, si fermarono solo un secondo per farsi desiderare da quella dell’altro.

 

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Le porte si aprirono al secondo piano, le nostre bocche continuarono a ricercarsi e l’ascensore si richiuse, procedendo verso il quarto piano. Misi le mani sulle sue spalle, senza smettere di baciarlo, quando le porte si aprirono al quarto piano, lui mi sollevò da terra, portandomi verso quella che doveva essere la sua stanza. Mi lasciò con i piedi per terra vicino alla porta. Prese la chiave elettronica e, prima di strisciarla per aprire “Vuoi entrare?” mi chiese. Ero più che consapevole che se entravo ci saremo fatti coinvolgere troppo, superando un limite di non ritorno che ci avrebbe portati al sesso. Era ragionevole rifiutare, perché fare l’amore con lui che mercoledì sarebbe di nuovo scomparso dalla mia vita? Dovevo rifiutare…ma non volevo…annuii per rispondere alla sua domanda. Aprì la porta, entrai e lui richiuse.

Lasciai la borsa tracolla per terra. Infilò le dita tra i miei capelli, riprese la mia bocca, incollandola alla sua. Mi baciò il collo, spostando le mani sui miei fianchi, sganciò con impazienza i bottoni della mia camicetta, lasciandomi con il reggiseno. Prese ad accarezzarmi la schiena con la punta delle dita, facendomi rabbrividire per il piacere. I nostri sguardi si incollarono l’uno all’altro. Dio quanto avevo sognato di incrociare ancora i suoi occhi verdi! Il cuore palpitava senza sosta, mentre le sue mani si impadronivano dei miei fianchi, dei miei glutei…si inginocchiò per percorrere con i polpastrelli le mie cosce, fino alle caviglie. Un tremito di passione si impadronì delle mie facoltà fisiche e mentali. Avevo voglia di lui, una voglia profonda di sentirlo dentro di me, di provare ancora quelle emozioni che erano ormai solo un vago ricordo di quando facevamo l’amore. Kevin si rialzò in piedi e mi rivolse un sorriso appena accennato. Gli tolsi la giacca e tirai via la sua maglietta con irruenza, per poi riprendere a baciarci ancora. Ad un certo punto lasciò le mie labbra. Aprii gli occhi emettendo un debole sospiro di delusione per quell’interruzione. Non capivo esattamente che cosa stava accadendo: nella sua espressione leggevo prepotente il desiderio di noi, ma c’era qualcosa che forse lo turbava, che lo aveva spinto a smettere di baciarmi. Doveva essere quel sentimento di eccitazione misto a paura che condividevo in pieno. Non eravamo più una coppia da due anni, forse lui aveva qualche ragazza che lo aspettava in America, magari dovevamo solo essere più responsabili e fermarci in tempo, prima che quei baci appassionati sfociassero in un rapporto sessuale. Questo avrebbe significato comportarsi razionalmente, capire che appagare quella voglia folle di essere una cosa sola avrebbe poi comportato delle conseguenze difficili da accettare, lasciando in noi una sensazione di vuoto, di rammarico per un amore che non poteva più esistere. Il sangue che mi ribolliva nelle vene però era nettamente predominante tanto che, quando le sue mani fecero aprire i gancini del mio reggiseno, mandai al diavolo la razionalità e aprii la cerniera e il bottone dei suoi pantaloni. Si chinò per togliersi le scarpe e levare i pantaloni, poi mi prese in braccio. Cinsi i suoi fianchi con le gambe e avvolsi le braccia intorno alle sue spalle. Sfilò le mie scarpe e mi sdraiò sul letto, togliendomi i pantaloni e restando disteso accanto a me. Ci assaporammo l’un l’altra mentre continuavamo ad accarezzarci. La sua mano destra era finita sul mio inguine e poi sulle mie mutandine. Era imbarazzante fargli sentire che erano così bagnate, ma non riuscivo davvero a regolarmi. Il passo per restare del tutto nudi fu brevissimo. Si spostò sopra, ci guardammo profondamente negli occhi e…lo accolsi dentro di me. Cominciammo a ricercare quel perfetto movimento capace di regalarci le sensazioni di cui ci eravamo privati da due anni. Sospirai quando iniziò a muoversi ritmicamente e a fondo, sincronizzando i nostri respiri. Era un rapporto particolarmente intenso, energico, forse dettato dalla folle voglia reciproca di tutto quel contatto. Era stupendo essere sua, immergermi sul suo sguardo, baciarlo ad occhi chiusi, baciarlo ad occhi aperti, capire quanto fosse bello completarsi a vicenda. Una sensazione che avevo praticamente scordato, non riuscendo più a ricrearla con nessun altro ragazzo. E non ricordavo affatto quanto fosse meraviglioso provare tutte quelle cose. Si mise seduto, trascinandomi su con lui, giusto il tempo di sistemarci e riprendemmo a percepire quelle sensazioni uniche. “Tutto ok?” sussurrò vedendomi persa nel desiderio e nei suoi occhi. Annuii accarezzandogli i capelli. Mi avvinghiai alle sue spalle, eravamo sudati all’ennesima potenza, ma non ci importava affatto. Un gemito mi uscì dalle labbra, ci lasciammo trasportare in un’altra dimensione fatta solo di desiderio e passione, di respiri affannati, di sospiri, di puro istinto. Ero totalmente persa tra le sue braccia, abbandonata al desiderio di lui, alla folle voglia che provavo di sentirmi nuovamente sua, dopo quei due anni in cui avevo cercato invano di dimenticarlo. La sua pelle abbronzata era magnifica, il sapore delle sue labbra era meraviglioso e in generale tutto il suo modo di fare era perfetto, capace di coinvolgermi in maniera totalizzante e favolosa. Ed era così che mi sentivo in quel momento, favolosamente bene, mentre ero tra le sue braccia e per tutto il tempo in cui lo stavo accogliendo dentro di me.

 

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Dischiusi le labbra e mollai la presa dai suoi baci, cercando quel briciolo d’aria che mi mancava nei polmoni, quando entrambe le sue mani finirono sui miei fianchi e tutto divenne frenetico. Il culmine del piacere ci colse lasciandoci sudati, con il fiato corto, affaticati, ancora stregati l’uno dall’altra e allo stesso tempo consci che quella serata forse era stata un errore dettato dalla smania di appartenerci, ma comunque sentivo che nessuno dei due si sentiva colpevole per aver compiuto quella scelta. Restammo uniti a sbaciucchiarci, a osservarci, ad accarezzarci.

 

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Mi diede ancora un bacio e si staccò da me per andare in bagno. Quando tornò in camera presi il suo posto in bagno. Mi lavai, mi guardai allo specchio rivedendo sul mio viso quel sorriso sincero che da tempo era scomparso. Eravamo stati così presi l’uno dall’altra da aver completamente scordato ogni genere di precauzione…ma non riuscivo davvero a sentirmi in colpa. Tornai a letto ancora nuda, mi infilai sotto alle coperte poggiando la testa sul suo petto. Era così perfetto stare insieme, mi accarezzava la schiena con la punta delle dita, mi accarezzava i capelli, mi dava qualche bacio sulla testa. “Carino…” sussurrò osservando meglio l’anello che portavo al dito, alzai la testa per guardarlo e gli sorrisi “Se lui ti ha regalato un anello allora è una cosa seria!” esclamò “Non è come pensi, me l’hanno regalato mamma e papà” spiegai. Avevo bisogno di chiedergli una cosa “E tu? Sei fidanzato?” “No, non c’è nessuna” affermò intrecciando le sue dita alle mie “Non c’è più stata nessuna storia seria dopo di te” precisò. Appoggiai di nuovo la testa sul suo petto e chiusi gli occhi, ero così felice…

 

NOTE:

Buongiorno a tutte voi ^_^ Evelyn non fa altro che pensare al fatto di aver rivisto Kevin e altrettanto fa lui. Lei però vorrebbe mantenere una certa distanza, consapevole dell'alto coinvolgimento che ancora sente, mentre lui reagisce nella maniera opposta, ossia prova il forte desiderio di ricercarla e di trascorrere insieme del tempo. Alla fine è lei a capitolare, accettando di restare a cena da soli. Nuovamente si raccontano a vicenda i due anni vissuti lontani e Kevin riesce a farle una domanda un po' insidiosa, chiedendole se è rimasta la stessa di sempre.

La conversazione torna ad essere scottante, ma al momento della separazione i due si lasciano andare e si scambiano dei baci, che presto si trasformano in desiderio fisico reciproco. Non so cosa avete percepito, ma l'intenzione era quella di mostrare due ragazzi che fanno l'amore, colmi dei loro sentimenti, non certo due persone che fanno sesso. Spero che mi lasciate un commento, vi aspetto la prossima settimana,

Vanessie

   
 
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