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Autore: dreamlikeview    30/06/2018    6 recensioni
"Blind Date - Meet your soulmate" è un rinomato sito di incontri online, molta gente ama iscriversi per incontrare la propria anima gemella, ma Dean Winchester, studente del college, non crede nell'amore. Quando però il suo amico Benny lo sfida ad iscriversi al sito per sedurre una persona a caso, con in palio mille dollari, il ragazzo lo fa e conosce Castiel Novak, uno studente di recitazione dal cuore spezzato. La sfida sembra semplice, ma in realtà, per Dean sarà la più difficile.
[Destiel, human!AU, college!AU, student!Dean, student!Cas, mini-long]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Desclaimer: I personaggi non mi appartengono, per mia sfortuna, tutto ciò non è finalizzato per offendere nessuno, e io da questo scritto non ci guadagno nulla (come al solito, ci perdo la faccia)


Avviso: Questi due sono così #married che ispirano sempre cose. Il sito ovviamente non esiste, l'ho inventato per la storia, lo so... anche voi vorreste loggarvi e sperare di chattare con Dean Winchester... anche io. LOL
Enjoy!
P.s Alto contenuto di fluff, attenzione alle carie e al diabete!
_______


Dean si svegliò sentendo un piacevole solletico sotto al mento e un braccio abbandonato attorno al suo torace, e non appena riuscì a ricordare chi fosse e dove fosse, sorrise automaticamente. Aveva appena passato la notte più bella di tutta la sua vita con il suo quasi ragazzo, Castiel; non avevano ancora parlato di quello, e Dean ne era un po’ spaventato, non sapeva come dovesse comportarsi in quel momento, doveva chiederglielo? Era ovvio che stessero insieme? Lui non lo sapeva, perché Castiel era la prima relazione seria e ufficiale che avesse mai avuto in tutta la sua vita. Dopo che Castiel era stato da lui, il giorno prima, avevano passato tanto tempo a parlare, a chiarirsi, chiusi nella sua stanza. Il ragazzo gli aveva raccontato ogni cosa, ogni relazione andata male, ogni ragazzo che aveva approfittato della sua ingenuità da ragazzino, ogni ragazzo che gli aveva frantumato il cuore, gli aveva raccontato di quel tale, Jason, che lo aveva illuso e poi lo aveva tradito; gli aveva raccontato ognuna di quelle esperienze negative che lo avevano portato alla triste conclusione che l’amore non esistesse, ma poi lo aveva incontrato, ed aveva cambiato idea. Perché tu eri l’unico che ero destinato ad incontrare, perché tu sei la metà che mi mancava, gli aveva detto in un modo così dolce, che lo aveva visto sciogliersi come neve al sole davanti ai suoi occhi. Avevano deciso di uscire, per passare del tempo insieme e ricominciare in qualche modo quel rapporto che tra di loro era appena iniziato, aprendo ognuno il proprio cuore con l’altro, in modo totalmente sincero.
Castiel al suo fianco si mosse lentamente, appoggiando meglio la testa sul petto di Dean, esattamente all’altezza del suo cuore, lì dove poteva sentirlo battere con forza contro la cassa toracica. Il biondo lo guardò innamorato, era l’essere più adorabile che avesse mai avuto il piacere di vedere in vita sua. Gli accarezzò delicatamente i capelli, e con la mente volò di nuovo alla sera prima. Erano stati a cena fuori, in una paninoteca, dove avevano mangiato degli hamburger favolosi, poi avevano preso un gelato, e poi Castiel gli aveva chiesto di accompagnarlo nel suo appartamento, quello che una volta aveva diviso con Michael, e, dopo averglielo mostrato, improvvisamente lo aveva baciato con tenerezza, prima piano, assaporando le sue labbra, appoggiandogli una mano sulla guancia per tenere il suo volto più vicino possibile, poi aveva intensificato il bacio, rendendolo più passionale, e travolto dal momento, Dean non si era accorto che erano arrivati in camera di Cas, quest’ultimo lo aveva delicatamente spinto sul letto, ed aveva sorriso, un sorriso così bello che aveva sciolto il cuore di Dean. «Sai che non sono vergine, vero?» aveva domandato Castiel, abbassandosi sul suo collo e iniziando a lasciare piccoli baci delicati, il biondo aveva provato a mormorare qualcosa in proposito, ma era assuefatto da lui, e dai baci che gli stava lasciando addosso scendendo lentamente sul petto, e quello era diverso, il modo in cui Castiel si stava comportando era diverso, quei baci erano diversi dai baci privi di sentimento dati e ricevuti nei bagni dei locali, era diverso dalla passione scaturita solo dall’eccitazione a causa dell’alcool, era diverso dal sesso con degli sconosciuti. Perché, Dean ne era consapevole, tra di loro non sarebbe mai stato solo sesso «Posso prendermi cura di te e del tuo cuore spezzato da quei bastardi?» gli aveva poi chiesto, sorridendo «Posso farmi perdonare per essere stato anche io stronzo come loro e non aver capito cosa stessi perdendo?» aveva chiesto in modo sensuale accarezzando il torace seminudo del biondo. Dean aveva annuito, e aveva lasciato che le cose accadessero nel modo in cui dovevano andare. Quello era fare l’amore, nel più totale e letterale significato di quelle parole. Castiel, d’altra parte, era l’unico a cui si era concesso.
Dean lanciò un altro fugace sguardo al ragazzo che dormiva ancora appoggiato a lui, e sorrise ancora, il solo pensiero di ciò che avevano condiviso quella notte, era capace di farlo tremare ancora di passione e desiderio. Mai in vita sua gli era capitato di diventare così vulnerabile con qualcuno, era stato meraviglioso fare l’amore con Cas, diventare un tutt’uno con lui, andare contro il suo stesso ego e il suo orgoglio; aveva amato e si era lasciato amare, mentre mormorava il nome di Castiel, mentre gemeva contro la sua bocca, mentre l’altro con dolcezza e attenzione lo faceva suo. Poteva sentire ancora il suo cuore battere a mille al ricordo di ciò che era successo. La sua prima volta, non letteralmente. La prima volta che aveva fatto l’amore, la prima volta che non era stato guidato solo da una scommessa o da una sfida, la prima volta che era stato amato, la prima volta che aveva amato, la prima volta che si era sentito felice. La prima volta che aveva donato se stesso a qualcuno, senza aver paura di ritrovarsi con il cuore spezzato tra le mani. Guardò ancora quello che sperava di poter ritenere il suo ragazzo e decise che quello era un momento che andasse immortalato. Dal comodino, prese il suo cellulare aprì la fotocamera intera, e sorrise inquadrando se stesso e il moro sul suo petto e scattò la foto. La osservò attentamente e poi sorrise soddisfatto, e ripose il cellulare sul comodino, Cas non doveva per forza venire a conoscenza di quello scatto. Gli lasciò un delicato bacio tra i capelli, e con delicatezza lo fece appoggiare sul cuscino. Una grande nottata, non poteva che essere seguita da una deliziosa colazione a letto, preparata da Dean. In fondo, Cas non aveva mai assaggiato i suoi french toast, e Cas meritava di assaggiarli, perché Cas meritava tutte le cose migliori del mondo. Come mai avesse scelto proprio lui, non lo avrebbe mai capito forse, ma gli era grato per averlo fatto. Si sentiva felice e completo, finalmente. In tutta la sua vita non si era mai sentito così. Quella era un’altra prima volta, una prima volta che non aveva messo in conto. Sperava solo che per Cas fosse lo stesso.
Arrivato in cucina, sperò che nella dispensa di Cas ci fosse tutto il necessario per preparare la colazione. Per fortuna, il ragazzo aveva deciso di tornare a vivere lì, ed aveva fatto un po’ di scorte, così trovò quasi tutto il necessario; afferrò del pan brioche e poi iniziò a preparare la pastella con l’uovo, un pizzico di sale, il latte e il suo tocco segreto, un pizzico di cannella, che ricordava il sapore delle torte che sua madre preparava quando era piccolo. Mise la padella unta di burro sul fuoco e iniziò a preparare la colazione per Cas, contemporaneamente mise su il caffè e prese del succo di frutta dal frigo. Man mano che preparava, riponeva tutto su un piatto largo che avrebbe dovuto essere un vassoio, non aveva nessuno di quei bei vassoi di legno con i manici che si vedevano nei film. Ne avrebbe comprato presto uno, perché Cas meritava anche di avere la colazione su uno di quei bei vassoi di legno. Impilò in ordine i french toast appena cotti in un piattino, una veloce spruzzata di zucchero al velo, per rendere tutto ancora più dolce, poi sistemò le due tazze di caffè, due bicchieri pieni di succo di frutta, e il piattino sul piatto più grande. Poi ricordò una cosa, non aveva mai dato a Cas la scatola di cioccolatini che gli aveva preso quel giorno, se aveva fortuna, era ancora nella sua auto, gettata da qualche parte nel cofano; così si rivestì in fretta e corse alla sua auto. Quando la trovò, esattamente nel cofano, e con sua grande fortuna era ancora intatta, tornò in casa di Cas e decise di mettere anche quella tra le varie cose. Appena ebbe finito, osservò la sua opera con un enorme sorriso sulle labbra, e in quel momento realizzò che si stava trasformando in uno di quei ragazzi sdolcinati, che facevano di tutto per rendere felice il proprio compagno. Quando raggiunse Cas nella sua stanza, lo svegliò con un delicato bacio sulla guancia, e lo vide sorridere per il gesto che aveva appena fatto, decise che sì, per Cas, per vedere quel sorriso sulle sue labbra, per renderlo felice, poteva diventare romantico e smielato, perché con Cas si sentiva diverso, si sentiva felice, si sentiva vivo, completo.
«Buongiorno» sussurrò al suo orecchio, quando lo vide ridestarsi.
«Ehi» mormorò il moro «Wow, sono french toast quelli?» domandò.
«Sono i miei famosi french toast. Sam non te ne ha mai parlato?» chiese sedendosi accanto a lui, mettendo il piatto tra di loro «Mi offendo se non te ne ha mai parlato».
«Mi dispiace, Dean, non abbiamo mai avuto modo di parlare dei tuoi french toast» disse leggermente rammaricato, afferrando una delle forchette che Dean aveva sapientemente appoggiato sul piatto grande «Posso?»
«Sono tutti tuoi» rispose baciandogli la guancia «Io, uhm, ti ho preparato la colazione» disse.
«Ho notato» disse sorridendo «E questi?» chiese indicando la scatola di cioccolatini.
«Uhm, sai quando, quando Benny è venuto a dirti della scommessa?» chiese, l’altro annuì «Era, ecco, un mese che ci conoscevamo. E li avevo presi per te. Non ho mai avuto modo di darteli, se non ora. Sono tuoi» mormorò «Forse faranno schifo, sono rimasti nel cofano della mia auto, ma ecco, io…»
«Dean…» mormorò appoggiandogli una mano sulla guancia, interrompendolo «Non avevo capito».
«Cosa? Che sono un patetico, sdolcinato, romantico del cazzo?» chiese sarcasticamente.
«Che sei il ragazzo più dolce che uno come me poteva avere la fortuna di incontrare» Dean sorrise a quelle parole, leggermente imbarazzato, e si allungò verso Cas, dandogli un delicato bacio a stampo.
«Facciamo colazione piuttosto, non so tu, ma io muoio di fame. Qualcuno stanotte mi ha sfinito» disse, tornando al suo tono di sempre, strappando un sorriso divertito al moro, che per tutta risposta, addentò uno dei french toast. Per tutto il tempo, Dean trattenne il fiato, in attesa di un commento da parte di Cas. La sua opinione era importante, ma i versi d’apprezzamento che faceva, erano eloquenti. Fecero colazione insieme, con il moro che ogni tanto si complimentava con l’altro per le sue doti culinarie e sorrideva in modo dolce, ringraziandolo per la colazione.
«Senti Cas» mormorò Dean, dandogli un bacio leggero sul collo.
«Sì, Dean?»
«C’è una cosa che morivo dalla voglia di chiederti».
«C-Cosa?»
 
Castiel non sentì più il suo cuore battere, si era fermato in quel preciso momento. Cosa doveva chiedergli Dean? E perché il suo tono lo aveva preoccupato? Santo cielo, Dean era appena stato il ragazzo più dolce del mondo, il ragazzo più adorabile che si potesse desiderare, e ora… cosa c’era che non andava? Aveva sbagliato qualcosa? Aveva fatto qualche gesto che non gli era piaciuto? Cosa? E perché adesso non parlava?
«Io, uhm» borbottò «Volevo chiederti se ti va, insomma, di essere, il mio…» sospirò «Ragazzo? Compagno? Fidanzato? Come si dice, esattamente?» domandò incerto «Insomma, vuoi stare con me ufficialmente?»
Castiel tirò un sospiro di sollievo, maledetto Dean, gli faceva prendere infarti, quando non era affatto necessario, ma poi, dopo quello che avevano condiviso la notte precedente, non era ovvio che stessero insieme? Poi ripensò alle parole che gli aveva detto Dean, le confessioni che aveva fatto, e capì il suo bisogno di chiederlo ed averne conferma. Dean si atteggiava tanto a maschio alfa della situazione, ma in realtà era un ragazzo sentimentalmente insicuro che aveva bisogno di qualcuno che si prendesse cura di lui e del suo cuore ingiustamente spezzato; Castiel era ben propenso a ripararlo e a renderlo felice, perché aveva capito, che Dean lo rendeva felice, e voleva che anche lui lo fosse. Gli aveva promesso che si sarebbe preso cura di lui, sempre. E non sarebbe venuto meno alle sue promesse.
«Sì Dean, voglio essere il tuo compagno» mormorò, avvicinando le labbra alle sue, dandogli un leggero bacio a stampo, sigillando quella promessa, non lo avrebbe abbandonato, non lo avrebbe fatto sentire solo. Come avevano potuto quelle persone far del male a una persona così bella? Come avevano potuto trasformarlo in un essere privo di sentimenti? Gli accarezzò delicatamente la guancia e sorrise contro le sue labbra, Dean fece lo stesso e appoggiò la fronte contro la sua, Castiel si beò di quei teneri istanti, non si sarebbe mai alzato da quel letto, voleva restare lì, tra le braccia di Dean ancora per un po’, e assaporare ancora i momenti che li avevano uniti la sera prima. Era stato surreale, era stato meraviglioso e con Dean si era sentito così bene, che si era chiesto come mai non lo avesse incontrato prima, come mai non avessero condiviso prima tutto quello. Dean era il ragazzo che si fingeva stronzo, ma che in realtà era dolcissimo, disposto a far tutto pur di rendere felice chi aveva accanto; lo aveva sorpreso quel risveglio così dolce, lo aveva piacevolmente sorpreso vedere Dean portargli la colazione a letto, e quei cioccolatini? Li aveva presi per festeggiare il fatto che si fossero conosciuti da un mese, come poteva resistere a tutto quello?
Innamorarsi di Dean era stato facile, perché sotto la scorza da cattivo ragazzo, si nascondeva un ragazzo che aveva solo bisogno di amare ed essere amato, che portava la colazione a letto la mattina dopo aver fatto l’amore – sì, Castiel sapeva che quello che avevano fatto loro, non era del semplice e banale sesso, era puro e semplice amore – che comprava dei cioccolatini per festeggiare il fatto che si conoscessero da un mese, e poco importava che probabilmente non fossero più commestibili, quello che importava era il gesto che Dean aveva fatto.
Restarono su quel letto diverso tempo, prendendosi in giro, facendosi le coccole, ridendo tra di loro e facendosi anche il solletico. Erano in una bolla dalla quale Castiel non voleva uscire, se tutto quello era un sogno, nessuno doveva svegliarlo. Era felice, finalmente dopo tanto tempo, era di nuovo sereno, ed era tutto grazie a Dean, sì, avevano avuto un’incomprensione, ma niente che non avevano risolto parlandosi e chiarendosi. Dean aveva sofferto tanto nella sua vita, ad iniziare dal rapporto privo d’amore della sua famiglia, a tutti i ragazzi che lo avevano usato, eppure Castiel sapeva che c’era ancora qualcosa, qualcosa che Dean non gli aveva detto, qualcosa di cui aveva bisogno di parlare, perché lo vedeva nei suoi occhi, qualcosa non andava. Un momento – pensò, ricordando ciò che gli aveva detto poco prima, quando gli aveva portato la colazione. Forse aveva capito.
«Parlami dei tuoi french toast» disse improvvisamente, attirando l’attenzione dell’altro «Sono davvero ottimi… come hai imparato?»
«Vuoi saperlo davvero?» chiese titubante.
«Voglio sapere tutto ciò che ti riguarda, Dean» ammise «E so che dietro una cosa semplice come i french toast, c’è qualcos’altro».
Dean sospirò pesantemente prima di parlare: «Ho imparato a farli quando ero ragazzo, avevo quattordici anni e… c’era Sammy che non stava granché bene» spiegò «La mamma era andata via da un po’, e lui era ancora piccolo, aveva solo dieci anni, e… papà era sempre-» sospirò «Beh, era lui, e stava affrontando il suo periodo oscuro. Sam non mangiava, voleva la mamma, diceva che non avrebbe mangiato fino a che non sarebbe tornata» Castiel lo ascoltava, tenendogli la mano con forza «Ma io sapevo, sapevo che non sarebbe tornata. Non potevo permettere che Sammy si facesse del male per colpa sua, allora… inventai un gioco per lui. Io avrei imparato a cucinare qualcosa a sua scelta, e lui avrebbe dovuto per forza assaggiarlo» raccontò «E la prima cosa che Sam volle furono i french toast. Li aveva visti in una stupida serie tv che guardava all’epoca» disse ancora, le labbra di Castiel si tesero in un sorriso dolce «Abbiamo mangiato french toast per una settimana, perché li adorava, letteralmente. E non potevo dirgli di no» raccontò, la sua espressione era cupa, triste, certo non erano bei ricordi quello «Poi l’ho convinto che non potevamo andare avanti con quelli, e da quel momento, ho imparato a cucinare».
«Sei molto dolce» commentò Cas, e lo vide arrossire come un tizzone, Dean non doveva essere abituato a parlare di sé e del suo passato, perché ogni volta lo vedeva in difficoltà e non sapeva mai come affrontarlo; magari insieme potevano lavorare su questo, perché si vedeva quanto Dean avesse bisogno di tirare fuori tutte quelle esperienze ed emozioni che teneva costipate all’interno di sé, si vedeva che voleva tirarle fuori ma non fosse abbastanza bravo nel farlo.
«Nah, sono solo patetico, Sam nemmeno si ricorda di questo» commentò con un sospiro. Ecco, aveva trovato il problema di Dean, il suo rapporto quasi inesistente con un fratello al quale teneva molto. Sì, poteva leggerglielo in faccia quanto volesse bene al minore, ed era sua intenzione aiutarlo a ripristinare il loro rapporto.
«Tuo fratello ti vuole molto bene, ma non riesce a dimostrartelo» disse Castiel, accarezzandogli una guancia «Secondo me dovresti frequentarlo di più, vi vedete così poco e nell’ultimo periodo vi siete visti di più solo perché frequentavi me» spiegò guardandolo negli occhi «Magari potresti iniziare a venire con me a casa di Sam, aiutarmi con alcune cose da portare qui e passare un po’ di tempo con lui».
«Forse potrebbe essere una buona idea» rispose «Forse».
«Vuoi dire che non mi aiuteresti a traslocare di nuovo qui?» chiese Castiel, fintamente accigliato.
«Mh, cosa mi dai in cambio?» domandò l’altro fingendosi pensieroso.
«Sei un idiota» disse scuotendo la testa, e dandogli un leggero pugno sulla spalla «Ma sei il mio idiota».
«Tuo e di nessun altro, Cas» alle sue parole il moro sorrise e poi lo baciò di slancio, sorridendo contro le sue labbra. Sì, era stato decisamente fortunato ad incontrarlo. Anzi, erano stati fortunati entrambi ad incontrarsi, entrambi si erano aiutati a vicenda, si erano trovati e si erano in qualche modo salvati a vicenda.
Qualche ora dopo – minuti infiniti di coccole, baci rubati e battutine dopo – Castiel alzò lo sguardo su Dean. C’era un’ultima cosa da fare, prima di poter finalmente essere felice con Dean, senza più ritornare sul passato, e doveva farlo con Dean al suo fianco, perché sapeva che farlo da solo sarebbe stato arduo e complicato.
«Dean» soffiò contro le sue labbra «Devo chiederti una cosa io, adesso».
«Spara».
«Mi accompagneresti al cimitero?» Dean sgranò gli occhi, il ragazzo capiva che la sua richiesta fosse davvero strana, ma aveva bisogno di dire addio a Michael, definitivamente, per poter guardare davanti a sé con serenità «Per favore».
«Okay, andiamo» aveva risposto, alzandosi e porgendogli la mano. Castiel aveva tirato un sospiro di sollievo, non sapeva come avrebbe fatto, se l’altro gli avesse detto di no.
Si vestirono in silenzio, indossando gli abiti del giorno prima e uscirono dall’appartamento di Dean, insieme si recarono al cimitero della città, Castiel strinse la mano al biondo fino a che non arrivarono alla tomba di Michael, poi lo lasciò qualche passo più indietro, dopo un ultimo sguardo al suo ragazzo, finalmente iniziò a parlare.
«Ehi Mike» lo salutò, togliendo i fiori secchi e mettendone di freschi «Mi dispiace non essere venuto spesso ultimamente. Sono stato un po’ incasinato, ma, ehi, almeno adesso non sono più un disastro che cammina» scherzò appena, una lacrima rigò la sua guancia «Mi manchi ogni giorno, mi manchi sempre, e mi mancherai per sempre. Noi due avevano tanti progetti, avevamo una vita insieme, ma tu sei andato via troppo presto» appoggiò una mano sulla lapide e guardò la foto, in quella sorrideva, ed era meraviglioso, era raggiante e mai più avrebbe visto quel sorriso, ormai se ne era fatto una ragione «E mi hai lasciato solo, ero così perso, spaesato, che non sapevo più chi ero. Beh, quello non l’ho mai saputo, tu me lo dicevi sempre troverai la tua strada, Cassie, non so ancora se l’ho trovata, ma ci sto provando» sospirò, Dean dietro di lui non fiatava, non diceva nulla, e Castiel poteva capirlo, davvero, ma aveva bisogno del suo supporto anche silenzioso in quel momento «Farai sempre parte della mia vita e del mio cuore, Mike, ma perdonami, non sono riuscito a rimanere fedele solo a te; sono andato avanti» sorrise, guardando Dean «Un mese fa ho incontrato Dean, e so che è stupido dirlo, ma in poco più di trenta giorni è riuscito a raccogliere i pezzi del mio cuore infranto, e li ha rimessi insieme a modo suo e in qualche modo mi ha conquistato…» disse, ma la sua voce si spezzò in un singhiozzo. Dean gli fu accanto in un istante e lo abbracciò forte, stringendolo contro di sé, per fargli capire che lui c’era, e ci sarebbe sempre stato «Addio Mike» sussurrò con il volto premuto contro il petto di Dean.
«Va tutto bene, Cas» gli sussurrò il biondo all’orecchio «Ti amo».
Castiel alzò lo sguardo verso quello dell’altro, gli occhi sgranati e sussurrando un tenero «Ti amo anch’io» lo baciò con delicatezza, tenendogli i palmi sulle guance, mentre l’altro lo teneva stretto a sé per i fianchi. Finalmente, adesso era libero di guardare avanti, era libero di amare Dean come meritava, e di essere felice con lui.
 
One year later.
Tra alti e bassi, Dean e Castiel si apprestavano a festeggiare il loro primo anniversario; convivevano da quasi un anno in un appartamento nello stesso stabile di Sam e Jess, perché Dean, non voglio andare a vivere troppo lontano da loro, e così tu potrai passare più tempo con Sam, aveva detto Castiel, quando stavano cercando un posto tutto loro dove stare; sul campanello di quell'abitazione, per la gioia di Dean svettava la scritta Novak-Winchester. Alla fine Cas ci era riuscito, aveva aiutato Dean a riallacciare i rapporti con suo fratello, i due avevano discusso, litigato, e si erano insultati, ma poi si erano ritrovati, come quando erano ragazzini, prima che le rispettive vite li dividessero. Dean era grato a Castiel per tutto quello che aveva fatto per lui in quell’anno. Sembrava che loro vivessero in una sorta di favola, quasi non sembrava vero a nessuno dei due ciò che in poco meno di anno avevano costruito, c’era amore in ogni loro azione, anche nel quotidiano, come quando la sera sistemavano la cucina e Dean riponeva i piatti in alto nella credenza e diceva bonariamente  al suo compagno “Tesoro, tu e la tua altezza da hobbit avete bisogno di quella di un elfo”, e l’altro ribatteva sempre “Sei più alto solo di pochi centimetri, Dean, non esagerare”;  sì forse avevano guardato un po’ troppe volte il Signore degli Anelli, ma a chi importava? C’era amore in quei momenti imbarazzanti in cui erano soli in casa, la loro casa e, mentre guardavano un musical, si lasciavano andare in imbarazzanti duetti, le loro performance preferite erano SOS da Mamma Mia e A Lovely Night da La La Land, ma anche You’re the one that I want da Grease. E quando avevano fatto una gara di bevuta con The Other Side da The Greatest Showman? Si erano divertiti come due bambini con il nuovo giocattolo, ed erano anche quasi caduti dal divano perché troppo ubriachi. Quelli erano momenti solo loro, così intimi e pieni d’amore che nessuno poteva conoscere. C’era amore anche quando le porte sbattevano e le urla riempivano la stanza, perché se litigavano, qualsiasi fosse l’argomento della lite non c’era niente che un po’ di sesso riparatore non poteva sistemare. Ed era un anno che quell’idillio tra loro andava avanti.
«Cas?» lo chiamò Dean entrando in casa quella sera «Sei pronto?»
«Sì, dove andiamo?» chiese, sorridendo.
Dean gli si avvicinò, lo guardò per un lungo istante e: «Sorpresa» disse dandogli un bacio sulle labbra «Sei bellissimo, Cas» gli sussurrò sulle labbra.
«Nemmeno tu sei tanto male, Dean» ridacchiò. Castiel era curioso di sapere cosa avesse architettato Dean mentre era al lavoro, perché all’improvviso aveva visto arrivare un messaggio sul suo telefono che diceva “Fatti trovare pronto per le sette. A dopo, ti amo”, ma le sorprese erano iniziate fin da quella mattina, quando aveva trovato la colazione pronta, una rosa, una scatola di cioccolatini e un dolcissimo biglietto d’auguri, segno che no, non aveva dimenticato il loro anniversario, ma era dovuto uscire presto per poter finire di lavorare un po' prima.
«Mi sei mancato oggi» sussurrò Cas sulle labbra del biondo, travolgendolo in un bacio appassionato, avrebbe davvero voluto passare tutta la giornata con lui, ma ovviamente il lavoro non lo aveva consentito. Anche lui, dopotutto, era dovuto andarci, anche se aveva passato la maggior parte del tempo a fantasticare sulla sorpresa che Dean aveva organizzato per il loro anniversario, Dean sapeva sempre sorprenderlo. Mentre si stavano baciando, il telefono del suo compagno squillò, e dopo aver letto il messaggio ricevuto, Dean aveva sorriso in un modo che aveva incuriosito Cas, soprattutto perché subito dopo aver riposto il telefono in tasca, gli aveva afferrato la mano e lo aveva trascinato fuori dal loro appartamento, fino alla sua auto; atteggiamento che lo aveva davvero stupito. Che diavolo significava? Che stava succedendo? Cosa stava architettando il suo compagno? Erano appena entrati nell’auto, quando Dean gli mise una sciarpa davanti agli occhi. Questo lo incuriosì ancor di più, e non stava nella pelle, voleva scoprire cosa avesse organizzato in fretta, voleva baciarlo e ringraziarlo per il gesto.
«Dean, ma cosa?» cercò di chiedere, cercando di togliersi la sciarpa dal volto.
«Fidati di me» gli aveva detto, solamente mettendo una mano sul suo ginocchio, facendolo rilassare immediatamente, non c’era bisogno di chiederglielo, Cas gli aveva già affidato la sua vita un anno prima. E si sentiva eccitato, perché se era così agitato, voleva dire solo che voleva sorprenderlo, del resto lui era Dean Winchester, era nato per sorprendere le persone, come quando durante la sua cerimonia di laurea, lui e Benny avevano coinvolto altri laureandi in una gara di gavettoni e si erano presentati a ricevere la laurea con toga e capelli totalmente bagnati, suscitando le risate ilari dei presenti. Lo aveva sorpreso anche quando gli aveva chiesto di andare a vivere insieme, qualche mese dopo l’inizio ufficiale della loro relazione e si erano messi in cerca del loro nido d’amore. Quindi si aspettava una grande sorpresa, qualcosa che lo lasciasse di stucco, senza possibilità di replica. Quando l’altro fermò l’auto – quanto erano stati lì dentro? Mezz’ora? Di più? Di meno? Aveva perso la cognizione del tempo – sentì lui scendere dall’auto, e andare ad aprirgli la portiera per aiutarlo a scendere dalla vettura, lo aveva guidato lentamente e lo aveva sorretto mentre scendeva, quasi avesse paura di vederlo cadere e farsi molto male – e non sarebbe stata la prima volta che Dean aiutava Castiel in situazioni imbarazzanti, come quando qualche mese prima, in preda all’ansia e alla disperazione per un colloquio di lavoro, aveva passato la nottata a guardare musical, bevendo birre scandenti che non reggeva e si era letteralmente quasi ucciso perché interpretando una canzone, era quasi caduto dal divano. Se non fosse stato per Dean, che lo aveva preso al volo, al suo posto ci sarebbe stato solo un cervello fracassato sul pavimento, ne era certo.
«Seguimi, ti guido io» aveva detto, lui aveva annuito e gli aveva stretto la mano, cercando di frenare i tremiti del suo corpo dettati dall’emozione forte che stava provando. Sentì sotto i piedi qualcosa che somigliava a terreno o forse sabbia, erano fuori città allora? Dove lo aveva portato? Perché era così misterioso con lui? Moriva dalla voglia di sapere dove fosse, perché sentiva distintamente il fruscio delle onde del mare, quindi erano in spiaggia. Ma dove?
Pochi secondi dopo, e quello che era sembrato uno scalino o uno scoglio, Castiel non lo sapeva, Dean era andato dietro di lui e gli aveva tolto la sciarpa dal volto; le luci dei luna park lo abbagliarono in un momento. E Castiel rimase totalmente di stucco. Più di quanto si aspettasse, perché quello era il suo posto preferito di New York, erano a…
«Coney Island! Oh mio dio, Dean!» aveva urlato in preda alla gioia, cosa poteva desiderare di più di quello? Il suo compagno lo aveva portato nel suo posto preferito per il loro anniversario, non aveva parole, dannazione quanto poteva essere perfetto quel ragazzo? «Ma come… quando…?» cercò di chiedere, ma le parole gli morirono in gola a causa della troppa emozione, non ci credeva. Dean gli portò le mani attorno ai fianchi e lo strinse teneramente a sé. Castiel adorava il modo del biondo di stringerlo, con quel pizzico di possessività, che non guastava. Adorava letteralmente vedere le sue scenate di gelosia, quando si tratteneva a chiacchierare con i suoi colleghi troppo attraenti, Cas, sono troppo attraenti, non va bene, o quando qualcuno che non sapeva che era felicemente fidanzato, lo invitava a bere qualcosa, Dean, se presente, gli metteva un braccio attorno ai fianchi e soffiava, anzi ringhiava è felicemente impegnato, smamma, facendo sorridere in modo spontaneo Castiel, che assisteva alla scena in silenzio.
«Ci pensavo da un po’, e Benny mi ha dato una mano» spiegò ma lui di certo non voleva ringraziare Benny, perché sapeva che in tutto quello c’era il suo zampino e senza aggiungere nient’altro, gli avvolse le braccia attorno al collo e lo baciò con dolcezza e gratitudine che trasudavano da ogni poro della sua pelle. Sentì Dean ricambiare il bacio, e stringerlo possessivamente contro di sé, cingendogli i fianchi con le braccia, com’era solito fare, mentre gli altri invitati li raggiungevano urlando “Buon anniversario!”, c’erano Sam, Jessica, Benny con la sua ragazza e altri amici, ma lui era troppo impegnato a baciare il suo perfetto fidanzato per accorgersi di tutti loro. Era tutto meraviglioso, era tutto troppo, non meritava una cosa del genere, non meritava un ragazzo fantastico come Dean al suo fianco, era stato davvero tanto fortunato un anno prima quando lo aveva conosciuto. Dean lo rendeva felice come nessun altro, come neanche Michael avrebbe mai potuto fare, perché lui era il ragazzo che lo conosceva così a fondo, da organizzargli una festa a Coney Island, nel giorno del loro primo anniversario, perché lo faceva ridere quando avrebbe solo voluto piangere tutte le sue lacrime, perché Dean era colui con il quale voleva passare tutta la sua vita, e realizzarlo gli fece comparire un sorriso sul volto, che non andò via per tutta la serata.
«Ehi Romeo e Giulietta!» li ribeccò Benny, comparendo al loro fianco con accanto a sé una ragazza dai capelli rosso fuoco e gli occhi di ghiaccio, colei che era riuscita a metterlo sulla retta via, alla fine era caduto tragicamente anche lui nel baratro dell’amore «Noi vorremmo festeggiare» disse loro ridendo «E grazie, davvero, per aver apprezzato il mio duro lavoro» disse melodrammaticamente, facendo ridere i due ragazzi, che si voltarono verso di lui.
«Benny, sei sempre delicato tu» commentò Dean, divertito.
«Vuoi un bacio anche tu, Benny?» lo provocò Castiel, sentendo poi la stretta del suo compagno sui fianchi.
«No, grazie» rise il giovane scuotendo la testa «Tu passi troppo tempo con lui, Novak».
«Forse» mormorò, scuotendo la testa «Dopotutto viviamo insieme» concluse. Il siparietto comico tra loro tre fu interrotto da Jessica, che si gettò al collo prima di Castiel e poi di Dean, congratulandosi con loro in lacrime, era felice che entrambi avessero trovato la felicità che meritavano. Sam diceva che lei piangeva sempre perché era colpa degli ormoni. Jessica era incinta di sei mesi, lei e Sam si erano sposati cinque mesi prima, un mese dopo aver scoperto di aspettare il loro primo bambino; Dean e Castiel erano stati i loro testimoni, ed erano stati davvero felici partecipare a quel momento così importante; secondo l'opinione di tutti, loro erano una delle coppie affiatate, più unite che avessero mai visto, era raro vedere due persone amarsi e completarsi come loro. E per un attimo, osservando Sam che la prendeva delicatamente tra le braccia, accarezzandole il ventre gonfio, Castiel pensò che forse sarebbe stato bello che lui e Dean un giorno potessero pensare di mettere su famiglia, crescere un figlio, sposarsi… ma forse per loro due era ancora presto. Lasciò che i suoi amici lo trascinassero nella festa, fecero il consueto brindisi, lui e Dean si baciarono sotto gli occhi di tutti, che esultarono e per quelle che parvero ore, si divertì davvero.
«Ehi Cas!» lo chiamò Dean, lui si voltò immediatamente verso di lui e gli sorrise «Ho un regalo per te» disse semplicemente porgendogli un sacchetto «Non è proprio un regalo, è qualcosa che voglio condividere con te» specificò, aprendo il sacchetto e tirandone fuori una vecchia polaroid «Era di mio nonno, me l’ha lasciata in eredità quando è morto, ma non l’ho mai usata, anche se ce l’ho da una vita» spiegò lentamente, mentre Castiel pendeva dalle sue labbra. Si erano allontanati dalla festa, erano un po’ più vicini alla riva e il suo ragazzo gli stringeva la mano «Solo ora ho capito che grande regalo mi abbia fatto, voglio usarla con te» gli disse, facendogli spalancare gli occhi «Voglio immortalare i nostri momenti migliori, ma anche quelli peggiori, così quando saremo vecchi e i nostri nipoti le guarderanno, sapranno quanto ci siamo amati» aveva detto davvero nipoti? Quando pensava di non poterlo amare di più, ecco che Dean se ne usciva con quelle piccole cose che gli riempivano il cuore di gioia «Non è una cosa che ho realizzato oggi» disse poi, cosa? Dalla busta lo vide estrarre una decina di foto, tutte raffiguranti loro due, tra esse c’era anche quella scattata da Jessica, quando non erano ancora niente. Erano semplicemente loro addormentati sul divano, in una posizione tenera, appoggiati l’uno all’altro. Castiel le guardò tutte, le conosceva, alcune le aveva scattate lui, altre Dean… le aveva fatte stampare tutte? Poi ne individuò una che non conosceva, che non aveva mai visto. Erano loro due sommersi dalle lenzuola, lui aveva il volto appoggiato contro il petto di Dean e dormiva placidamente, mentre il suo ragazzo con un sorriso tenero e innamorato sul volto, in primo piano, assonnato e sorridente, scattava la foto con la fotocamera interna del cellulare.
«E questa? Non me la ricordo» chiese, alzando lo sguardo sul suo ragazzo, vedendolo sciogliersi in un sorriso.
«Questa è della nostra prima volta, non te l’ho mai fatta vedere, onestamente non so perché» rispose il ragazzo «È stata la prima volta in cui io abbia mai fatto l’amore, e… non potevo non immortalare quel momento. Così importante per me, per noi».
«Io non ho parole, Dean…» sussurrò emozionato, baciandogli la guancia «Questa è la cosa più bella che qualcuno abbia mai fatto per me…» Dean sorrise e lo guardò negli occhi, pieno d’amore. Era teso, notò Castiel, c’era qualcosa sotto, qualcosa che ancora non aveva rivelato, perché non era da Dean essere così criptico.
«Dimmi solo di sì» sussurrò guardandolo negli occhi «E scattiamo la prima foto di una lunga serie che condivideremo» il suo tono era un po’ supplichevole, ma Castiel finse di non notarlo.
«Sembra quasi una proposta di matrimonio» commentò, solo per tenerlo un po’ sulle spine. Dean si strinse nelle spalle, in attesa, tossì leggermente e borbottò qualcosa; era così preoccupato che non riusciva nemmeno a rispondere a tono com’era solito fare in quelle situazioni.
«Beh, in un certo senso potrebbe esserlo» disse a disagio, dopo un po’ di silenzio «Se tu… ecco, volessi». Solo in quel momento, Castiel si accorse che l’altro non avesse mai tolto una mano da una tasca, oh santo cielo. E fu in quel momento, che Dean tirò fuori la mano dalla tasca rivelando un piccolo e semplice anello d’argento. Oh mio dio. Vide Dean sorridere, lasciare la polaroid per terra, e poi si inginocchiò davanti a lui sulla spiaggia, e gli prese la mano, visibilmente emozionato anche lui. Non disse nulla, aspettò che l’altro capisse.
«Sì!» esclamò, sorridendo, quasi sul punto delle lacrime, tremava d’emozione, Dean aveva architettato un modo tutto suo per chiedergli di sposarlo, un modo innovativo e completamente fuori da ogni schema, ma nello stesso tempo dolce e romantico. Fu Sam ad accorgersi della proposta, e sotto consiglio di Jess, corse a scattare una foto alla neo coppia, proprio nel momento esatto in cui Dean faceva indossare l’anello a Castiel, il quale si inginocchiò a sua volta e gli prese dolcemente il viso tra le mani, baciandolo piano, Sam scattò un’altra foto prima di lasciarli soli alla loro intimità, in quel tenero bacio carico d’amore e sentimenti che si stavano scambiando. Il segno d’inizio di una lunga vita insieme, impresso su quelle foto.
Si erano trovati, si erano completati a vicenda, e soprattutto si erano salvati a vicenda; finalmente erano pronti a partire alla volta di una nuova avventura, insieme. Era assurdo, ma entrambi dovevano tutto a una stupida scommessa, e un sito di incontri online, che si chiamava Blind date – Meet your soulmate.

 
The end.
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Hola people! 
Buon sabato sera/notte! Lo so, lo so. La settimana scorsa ho aggiornato addirittura due giorni prima e oggi a quest'ora. Ma quando ho riletto questo capitolo, ero "Oh mio dio, che schifo!" e l'ho in parte riscritto, perché non volevo propinarvi qualcosa che nemmeno a me piaceva. Anyway, questo è l'ultimo capitolo. Dopo alti e bassi, la coppietta è felice e da diabete. Avete bisogno di una dose di insulina? Mandatemi le richieste e vi manderò quanto richiesto! Scherzi a parte, spero che la conclusione vi sia piaciuta, che la storia in generale vi sia piaciuta. Come ogni volta che arrivo alla fine di una storia, sono combattuta, perché so che mi mancheranno da morire i personaggi, e la storia, ma soprattutto mi mancherete voi, che mi fate compagnia durante le settimane in cui pubblico con le vostre recensioni. Vi sono grata per tutto il supporto, per le recensioni varie, e per tutto il tempo che spendete leggendo una mia storia, recensendola ed inserendola tra seguite/preferite/ricordate. Davvero, a quasi un anno dal mio ritorno sul sito, vi sono grata per tutto il supporto dimostratomi in quest'anno. 
Vi do un arrivederci che viene dal profondo del mio cuore, con la promessa che tornerò quest'estate con altre avventure di questi due patatozzi. Ho in lavorazione una cosuccia super angst che vi piacerà, quando riuscirò a finirla. Pregate che Chuck mi dia una mano! Scherzo. Anyaway, grazie ancora, per tutto. Ci si becca prossimamente con una nuova avventura, sempre su questi canali! Stay tuned! 
Un saluto dal profondo del cuore della vostra autrice che vi vuole bene virtualmente.
   
 
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