Fandom: RPT Storico
Titolo: Brother's Bond
Personaggi: Enrico IV d'Inghilterra, Enrico Beaufort, Thomas Swynford, nominati Katherine Swynford, Richard II, John Beaufort, John of Gaunt
Rating: NC13
Note: Ho recentemente letto il romanzo della o'Brien incentrato su Giovanna di Navarra, che si collega molto bene a quello su Elisabetta di lancaster, della medesima autrice. Inoltre ... "Katherine " di Anya Seton è una pietra miliare del romanzo storico
Note2: Timeline? 1399
Nota3: Enrico IV ( 1367-1421 ) fu uno dei re inglesi più inaspettati. Figlio di Giovanni di Gaunt, quartogenito di re Edoardo III, e di Blanche di Lancaster si ritrovò spinto alla ribellione quando Riccardo II gli negò l'eredità paterna. Armò un esercito, torno in patria e depose il re, che era suo cugino di primo grado, e prese la corona, da lui discendono i Lancaster
Note4: Enrico Beaufort, vescovo di Winchester e poi cardinale ( 1375-1447 ) era il fratellastro del re, figlio di John di Gaunt e della sua amante Katherine Swynford,. Quando suo padre sposò sua madre lui e i suoi fratelli vennero legittimati ma non poterono avanzare pretese al trono. Paradossalmente da suo fratello John discendono i Tudor. Enrico era forse il più intelligente e il più istruito dei fratelli beaufort, fu precettore e reggente per il giovane Enrico VI
Note5: Thomas Swynford ( 1367-1432 ) era il figlio di Katherine e del suo primo marito, sir Hugh Swynford. Cresciuto con i fratellastri e con i figli dell'amante della madre fu molto legato a Enrico IV, tanto che gli venne affidata la custodia del deposto Riccardo II,
Note6: ci sono fondati motivi per credere che Thomas Swynford abbia lasciato morire di fame Riccardo II, o che ne abbia comunque affrettato la morte, quanto sapesse il re, se sia stato lui a dare l'ordine o meno, è tuttora fonte di domande, sicuramente qualcosa accadde dopo che venen scoperta uan congiura capitanata da John Hollanda, fratelalstro di Riccardo II
Note 7: " Pesante è la testa che porta la corona ", Shakespeare, Henry IV atto III scena I, testo originale: " Heavy is the head that wears the crown ", passatemela
Arrivò
di notte, come concordato col
Vescovo.
Sebbene fosse cresciuto a corte si
trovava più a suo agio nelle sue terre ma il problema si
stava ingigantendo
sempre di più e per questo lo avevano convocato. Sapeva che
doveva esserne
onorato, se non fosse stato per sua madre a quest’ora sarebbe
stato un nobile
come tanti ma allo stesso tempo gli era impossibile non disprezzarli
sapendo
quanto poco lo tenessero in stima. Eppure gli avevano affidato il loro
tesoro
più prezioso e lui ne stava avendo cura, anche se le spese
si stavano
dimostrando eccessive e lui non aveva credito illimitato.
Fu sorpreso
nel vedere il Vescovo in
persona attenderlo, si era aspettato un valletto o un paggio fidato,
non
addirittura il Vescovo in persona, doveva trattarsi di una questione di
grande
entità e soprattutto grave, conosceva fin troppo bene il
Vescovo, niente di
quello che faceva era lasciato al caso, un autentico Lancaster.
<<
Se tu sei qui lui deve essere
davvero in pericolo >> lo salutò prima che
l’altro gli facesse strada,
lui aveva il volto ruvido e un po’ rozzo di suo padre
Swynford e il Vescovo il
volto delicato dei Plantageneti ma gli occhi … quelli erano
gli stessi,
retaggio della signora loro madre, quegli occhi urlavano al mondo la
loro
parentela, la stessa che entrambi si sforzavano di dissimulare durante
le poche
occasioni in cui si presentava a corte.
<< Lui ti spiegherà tutto,
sapevamo che sarebbe stato difficile >>
replicò il Vescovo prima di
bussare velocemente due volte alla porta, doveva essere un segnale
pensò lui
quando la porta si aprì. Erano solamente loro tre
pensò prima di inchinarsi,
l’altro era pur sempre il suo re, il suo nuovo re.
<<
Hai fatto buon viaggio, Thomas?
>> lo salutò il re dopo che si fu
inginocchiato.
<< Un viaggio veloce ma non buono,
domani sera conto di tornare a Pontefract, sire >>
rispose, aveva una
grande responsabilità e non avrebbe deluso nessuno, anche
lui faceva parte
della famiglia alla fine.
<< Avrei preferito saperti a corte
per qualche giorno ma comprendo il motivo, lui come sta?
>> gli domandò
il re mentre il Vescovo versava a tutti e tre da bere, forte e
gagliardo vino
francese, l’ideale per scaldare le ossa in una notte come
quella.
<< Ancora vivo, lo tratto meglio
che posso ma ha continue pretese e mi costa fior di quattrini, ho
moglie e
figli da mantenere, io >> rispose, era sicuro che lo
avessero convocato
per un altro motivo, conosceva fin troppo bene i suoi interlocutori.
<< Avrai quanto ti abbiamo
promesso, gli è giunta voce del complotto? >>
domandò il Vescovo, mentre
anche il re si irrigidiva. Aveva sentito parlare del complotto, come
tutti ma
aveva dato ordine che non ne parlassero al suo prigioniero,
l’altro doveva
capire che la situazione era mutata e che niente e nessuno avrebbe
potuto
liberarlo.
<< Ho dato ordine di tacergli le
notizie, a meno che non abbia origliato dubito che sospetti la
verità >>
ammise, i soldati spesso erano chiacchieroni, bastava un po’
d’acquavite per
sciogliere le loro lingue e allora … allora poteva essere
tutto perduto.
<< Se ti senti minacciato allora
sostituiscili, organizza dei turni o altro >> lo
ammonì il Vescovo,
bastardo arrogante.
<< So come occuparmi dei miei
soldati, Holland vive ancora? >> domandò,
quello era l’importante,
Holland doveva morire.
<< Se n’è occupata la contessa
Joan, Holland è morto e nessuno oserà
più mettere in discussione la mia corona
>> replicò il re, tutti e tre sapevano che
quello era falso, vi era un
altro re, più legittimo di lui e ancora vivo.
<< Richard vive ancora, fratello.
Thomas, quanto potrebbe sopravvivere ancora? >>
domandò il Vescovo.
<< Mesi, forse anni, a meno che …
>> replicò facendo cadere la frase, che gli
altri la interpretassero come
desideravano.
<< Io vi lascio, ci sono questioni
che un re non deve sapere. Hal, occupati di tutto tu, Thomas
… agisci secondo
gli interessi della nostra famiglia, e ora fratelli miei io vi lascio
>>
si congedò il re, una mossa saggia pensò Thomas.
Osservò
il Vescovo, da bambini erano
cresciuti insieme, tutti loro, e sebbene l’altro fosse il
nipote di un re lui
era legittimo, l’unione dei suoi genitori era stata sancita
dalla legge e
questo lo rendeva superiore ad Hal. Poi sua madre aveva sposato il duca
e lui
aveva approvato, sapeva bene del legame che li aveva uniti per tanti
anni, lui
e Margaret avevano beneficiato di quel legame e considerava il duca
come un
padre non avendo conosciuto il suo ma questo significava che Hal e i
suoi
fratelli sarebbero divenuti legittimi e quello gli era intollerabile.
<< Tua sorella Elisabeth come ha preso
la decisione di suo fratello di renderla vedova? >>
domandò sardonico e
vide un guizzo d’odio negli occhi di Hal, allora suo fratello
era capace di
provare emozioni dopotutto.
<< Non bene ma Henry vuole farla
risposare, nemmeno Maggie ha preso bene la notizia ma John si
è preso il titolo
di duca di Somerst dunque siamo tutti contenti >>
replicò Hal con un
sorriso, sapeva bene che parlare delle fortune dei suoi fratellastri lo
faceva
fremere.
<< Non mi chiedi come stia nostra
sorella Margaret? >> domandò frustrato.
<< In salute, tranquilla nel suo
convento e posso renderla badessa, ma ora parliamo del nostro
… progetto
>> puntualizzò Hal.
<< Mi costa del denaro, pretende
di dormire in un vero letto e mangia, mangia troppo. Quel che
è peggio talvolta
viene a scoprire ciò che tento di tenergli nascosto, se ha
saputo del complotto
non è stato per merito mio >>
sbottò lui, sarebbe stato tutto più facile
se … .
<<
Ci sarebbe un sistema per
liberare noi, e l’Inghilterra, dalla sua scomoda presenza. I
Mortimer sono un
problema, la Scozia è sempre pronta ad attaccarci e non mi
fido del Galles, non
abbiamo bisogno di lui, non ora che il re nostro fratello sta pensando
a nuove
nozze >> gli rispose Hal, lui sarebbe stato la mente e
lui il braccio.
<< Sua Eminenza mi suggerisca come
fare. Chi ha intenzione di sposare nostro fratello? >>
domandò, la
seconda domanda era pura cortesia.
<< Fai circolare la voce che non
vuole mangiare … e risparmia la tua cucina e i tuoi boschi
dalla sua fame. Mio
fratello il re ha tre candidate: la piccola vedova, utile per calmare
la
Francia, madama di Berry, per non perdere il duca di Borgogna, e madama
di
Bretagna, anche se questa è solo una fantasia stupida, vi
è chiaro sir Thomas?
>> replicò il Vescovo Beaufort.
<< Chiarissimo, bastardo. E
ovviamente dovrò riferire a Vostra Eminenza e non al re, a
lui andrà solo la
notizia della morte >> fece notare lui.
<< Pesante è la testa che porta la
corona, e quella di mio fratello soprattutto. Porta i nostri saluti
alla
signora nostra madre, lady Katherine non dovrà sapere niente
di tutto questo
>> si congedò il Vescovo prima di
abbracciarlo. Maledetto intrigante di
Winchester, quasi non poteva credere che fossero stati partoriti dalla
stessa
donna, avrebbe eseguito gli ordini ma poi … se non avesse
ottenuto quel che
voleva allora avrebbe parlato col re, era pur sempre suo fratello di
fronte
alla legge e lui era sir Thomas Swynford, figlio di sir Hugh Swynford e
di lady
Katherine, attuale duchessa vedova di Gaunt e avrebbe ottenuto quel che
voleva.
***
La
lettera era arrivata come previsto,
poche scarne parole in cui si informava che il fu re Richard era morto
d’inedia
per aver rifiutato il cibo.
La seconda lettera invece era solo per
il Vescovo e spiegava come la strada per la cella del re fosse stata
sbarrata
finché questi non aveva cessato di vivere,
un’iniziativa familiare che avrebbe
portato stabilità a tutto.
<<
Hal, cosa hai fatto? >>
gli domandò il Re, conosceva la mente fin troppo scaltra del
fratellastro.
<< Io? Vostra Maestà è in errore.
Mi scuso invece del comportamento scellerato di mio fratello che
probabilmente
pensava di farvi cosa gradita >> replicò
prontamente il Vescovo.
<< Conosco Thomas da quando
eravamo bambini. È un uomo fedele ma conosce il suo posto, a
differenza di te.
Se ha agito così non è stato di sua iniziativa, e
io non voglio saperne nulla
>> fu la risposta, eppure … eppure dietro i
Beaufort e gli Swynford c’era
lui. Se anche non aveva dato l’ordine ci aveva pensato, aveva
immaginato come
sarebbe stato ucciderlo personalmente, quel pappagallo grottesco che lo
aveva
umiliato fino al punto di non ritorno, ci aveva pensato per giorni e
ora … ora
tutti avrebbero pensato che era nato tutto da lui, anche se innocente
la sua
anima era dannata per l’eternità, come il suo
antenato che aveva il suo stesso
nome.
<<
Vostra Maestà, Henry, sapete
solo che Richard ha deciso di lasciarsi morire nonostante le cure di
nostro
fratello Swynford, se la colpa è di qualcuno è
loro: uno per aver scelto di
suicidarsi dannando la sua anima e l’altro per averlo
aiutato, anche se non era
al corrente dei suoi disegni diabolici >> fu la risposta
del Vescovo
prima di avvicinarsi alla finestra, doveva far ottenere a Thomas una
piccola
ricompensa, poi qualcosa per Margaret e infine … le spoglie
del regno sarebbero
andate ai suoi fratelli, che John e Thomas si riempissero di gioielli e
di
terre, a lui bastava il potere che la sua carica gli conferiva.
<< Credo che la verità sia
un’altra ma non voglio saperla. Ricorda il tuo posto,
fratello mio, e ricordalo
agli altri: ho dei figli e ho intenzione di risposarmi,
finché anche un solo
discendente dei Lancaster sarà in vita voi Beaufort non
metterete le mani sulla
corona >> gli ricordò il re facendolo fremere.
<< Mortimer che vuole sposare
Lizzie è il nemico, il cugino York, il re francese, loro
sono i vostri nemici,
non noi … non crearti troppi nemici senza prima procurarti
degli amici >>
gli ricordò il Vescovo, quell’uomo aveva la voce
di un vecchio, come se non
fosse mai stato giovane.
<< Mi fiderò di te, ricorda però
che io sono il re, non tu >> fu la sua risposta.
Sapeva bene
cosa avrebbero pensato di
lui, che era un usurpatore per essersi preso un trono non suo, un
assassino per
la morte di Richard e un vigliacco perché invece di
ucciderlo personalmente,
come si mormorava avesse fatto re John, aveva delegato il compito al
figlio
della sua matrigna. Lo pensassero pure, lui era innocente e questo lo
sapevano
lui e Dio ma avrebbe accettato quella colpa, ogni trono aveva un
prezzo, ogni
regno reclamava qualcosa e il suo reclamava esattamente quello: una
penitenza
per qualcosa in cui non era implicato ma che gli recava immensi
vantaggi e lo
vendicava di quell’oltraggio, suo padre sarebbe stato
orgoglioso di lui.
Avrebbe
espiato quel peccato con un
pellegrinaggio a Gerusalemme quando sarebbe stato il momento
pensò Henry
Bolinbrooke sistemando meglio la corona sul suo capo, ora era re, re
Enrico IV.