Videogiochi > Sonic
Segui la storia  |       
Autore: Knuckster    04/07/2018    5 recensioni
Evento Argus. Il fenomeno che ha sradicato dal suolo di Mobius un'intera civilizzazione, che ha intrappolato il Clan di Nocturnus nei meandri di Twilight Cage, che ha sconvolto il mondo come lo si conosceva in maniera del tutto imprevista. Ma è davvero solo questo? Sonic the Hedgehog e i suoi compagni, per la prima volta, si ritrovano ad affrontare forze universali ed eterne molto più grandi di loro. Un gruppo di membri eletti di un pericoloso Cenacolo sta preparando il terreno per l'arrivo della misteriosa entità Argus... ed una cosa è sicura: dopo il suo avvento, nulla sarà più come prima.
Sonic e il suo gruppo hanno davvero quello che ci vuole per fermare questa nuova immortale minaccia?
01/03/2019 - STORIA COMPLETATA. A partire da adesso, ci sarà una revisione completa, capitolo per capitolo, con correzioni al contenuto e al layout, riassunte volta per volta in note a piè pagina. Grazie di cuore a tutti coloro che hanno seguito questa storia gigantesca per tutti questi cinque anni!
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Sonic the Hedgehog: A Blue Bolt Saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
guerra4
Logo Legacy of Argus

L'arte della guerra (Quarta parte)

    - Quelli alla crema sono buonissimi, però preferisco di più quelli al cioccolato -

    - Oh, sì! Il cioccolato è insuperabile. E’ il preferito anche di Cheese -

    Kira, Cream e Cheese erano comodamente adagiati sullo spazioso e soffice letto della prima a gustarsi una tazza di tè, con una valanga di pasticcini come contorno. Non si poteva certo dire che nei quattro giorni precedenti si fossero annoiati, considerando che si erano immersi in ogni tipo di attività tutti e tre insieme. Avevano giocato ad ogni possibile gioco di società che Cream avesse mai concepito, con la coniglietta che sportivamente aiutava Kira nei momenti in cui c’era bisogno di leggere, facendo poi finta di non ricordare le informazioni acquisite quando non era il suo turno. Avevano cucinato diversi manicaretti, visto dei film, prontamente descritti a Kira nei particolari che non poteva vedere da Cream, e si erano raccontate storie di paura quando scoccava la mezzanotte. Kira aveva anche insegnato a Cream a cucire, in modo che la coniglietta potesse confezionare degli abiti nuovi per le sue bambole e poi, una volta migliorata sempre di più, anche degli abiti per Cheese, per sé stessa o per sua madre.

    Per Kira, quelli erano indubbiamente stati i giorni più felici della sua vita da un’eternità a quella parte. Cream riusciva a non farle minimamente pesare il suo handicap, offrendosi spontaneamente e con grande diligenza di assisterla nei momenti in cui la sua cecità diventava un ostacolo quasi insormontabile. La coniglietta la aiutava con estrema spontaneità, senza lamentarsene un istante o farle intendere che fosse una seccatura. Chiusa com’era sempre stata in quella stanza, non aveva mai potuto godere della compagnia di qualcuno così piacevole come quella bambina. Era come se il suo più grande desiderio fosse stato miracolosamente esaudito.

    Dal canto suo, Cream non riusciva allo stesso modo a godersi le giornate di gioco con la sua nuova amica. Nonostante fossero sempre indaffarate, Cream sentiva la mancanza dell’aria aperta. Era ben attenta a non far trapelare questo suo sentimento, per paura di dare un dispiacere a Kira. Sapeva che per lei notte e giorno, interno ed esterno erano purtroppo la stessa cosa e non voleva che rivelare il suo intimo desiderio di uscire da quella stanza la potesse mettere a disagio.

    Ancora di più di quello, a Cream mancava sua madre e mancavano Sonic, Amy e tutti gli altri. Essendo mancata all’appuntamento a Central City, non aveva neanche avuto ancora modo di sapere con esattezza cosa fosse successo a Geoffrey. E, come se non bastasse, rimanendo reclusa in quella stanza, non poteva dare il suo contributo alla battaglia contro il Cenacolo di Argus che, ne era sicura, era ormai imminente. Per quanto fosse estremamente piacevole la compagnia di Kira e avesse trovato in lei una nuova preziosa amica, Cream sentiva anche il bisogno di vedere qualcun altro. L’unica altra anima viva che aveva incrociato di sfuggita in quei giorni erano quelli che Kira chiamava “gli assistenti di mio fratello”, che venivano periodicamente a portare cibo, vestiti puliti e tutto ciò che Kira chiedeva esplicitamente e di cui aveva bisogno.

    - C’è qualcosa che non va, Cream? - domandò pacatamente Kira, ad un tratto.

    La coniglietta si riscosse da una specie di momentaneo torpore. Nonostante per Kira fosse ovviamente impossibile decifrare le espressioni sul volto di Cream, sembrava quasi avere un sesto senso per quando la coniglietta era pensierosa o giù di corda. Eppure, si diceva, si sforzava in ogni modo di non essere taciturna, l’unico modo logico per cui la ragazza potesse capire che c’era qualcosa che non andava. A volte Cream pensava quasi che Kira riuscisse a leggere nel pensiero.

    - Oh, no, niente, tranquilla - si affrettò a rispondere lei - Stavo… soltanto assaporando un altro pasticcino. Ne avrò mangiati almeno dieci, ma sono troppo buoni -

    Kira rimase in silenzio per qualche secondo. Cream studiò la sua espressione, per capire se ci fosse rimasta male, ma non trovò alcuna risposta.

    - Ti sei stufata di rimanere qui, non è vero? - disse infine lei.

    Il suo non era un tono di accusa, ma piuttosto di rassegnato dispiacere.

    - Oh, no… io sto benissimo insieme a te! - replicò subito Cream - E’ soltanto che… vorrei poter uscire per qualche ora, anche solo per avvertire la mamma che sto bene. O salutare i miei amici -

    - Mi dispiace, mi sono comportata da vera egoista nel non pensare a queste cose -

    - Non devi sentirti dispiaciuta, davvero! In fondo ci siamo divertite tanto insieme -

    Di colpo, alla coniglietta venne in mente un’idea.

    - Perché non chiedi a tuo fratello se possiamo uscire insieme per qualche ora? Ti farà bene prendere un po’ d’aria. Potrei farti conoscere la mamma ed Amy -

    Kira sospirò. Se Cream aveva pensato che la proposta potesse tirarle su il morale, non fece altro che renderla ancora più sconsolata.

    - Non me lo permetterebbe mai. Dice sempre che lì fuori è un posto pericoloso per me e che sono più al sicuro qui dentro, dove ho tutto quello di cui ho bisogno -

    - Bè, è anche un po’ d’aria fresca quello di cui hai bisogno - replicò Cream, ragionevolmente - Non staremmo via tanto -

    - Tu non conosci Seth - spiegò Kira, tormentandosi con le dita le pieghe del vestito - Lui mi vuole un gran bene, so che è così. Però è iperprotettivo, fino a diventare soffocante. Da quando la mamma non c’è più, noi… -

    - Seth? -

    Cream non voleva interrompere la sua amica, ma quel nome aveva acceso un segnale d’allarme nella sua testa. Dove lo aveva già sentito? 

    - Tuo fratello si chiama Seth? -

    - Sì, è il suo nome - ribatté Kira, leggermente confusa - Buffo, non mi è mai venuto in mente di dirtelo -

    - Hai… hai detto che ha un incarico a livello governativo. Non sai di cosa si tratta più di preciso? -

    Kira fece spallucce.

    - Non mi ha mai spiegato nel dettaglio, ma mi ha sempre ripetuto che sta lavorando per rendere il mondo un posto più sicuro. E che quando avrà terminato il suo incarico, allora potrò uscire di qui insieme a lui. Magari non manca ancora molto, sai? Magari puoi aspettare ancora un altro po’ e dopo potremo… -

    Cream si alzò di colpo dal letto e Kira si ammutolì di colpo. Cheese svolazzava attorno a loro, emettendo ogni tanto uno squittio preoccupato.

    - Cosa c’è che ti turba? - domandò la ragazza.

    - Io conosco un Seth. Cioè, non l’ho mai visto, ma Sonic ed Amy ne hanno spesso parlato. Mi hanno spiegato qual è il suo piano. E’ lui che stanno combattendo -

    - Combattendo? - Kira si lasciò andare ad una risatina nervosa - Perché dovrebbero combattere mio fratello? -

    - Da quanto tempo sei qui dentro? - chiese Cream, cercando di nascondere l’ansia con un tono quanto più cortese possibile.

    Kira non rispose subito. Si prese del tempo per rifletterci su.

    - Io… non so dire con certezza. E’ difficile per me tenere conto del tempo che passa. Perché me lo chiedi? -

    - Io credo che… non ci si possa fidare di tuo fratello. Seth è una persona malvagia. E’ lui che Sonic e gli altri miei amici stanno combattendo. Vuole fare del male a tanta gente -

    A quel punto, anche Kira si alzò dal letto. Aveva i pugni stretti ed era visibilmente offesa da quelle parole.

    - Con che diritto dici una cosa del genere? - sbottò, con una nota tremolante nella voce - Mio fratello si è sempre preso cura di me, sin da quando ero piccola. Mi ha nutrito, protetto e accudito. Cosa può esserci di malvagio in questo? -

    - Io… mi dispiace, Kira, non intendevo offenderti -

    Cream era profondamente dispiaciuta, ma era più che convinta delle sue parole e intendeva difenderle a tutti i costi. La cosa che più la scioccava era realizzare che una persona mite e gentile come Kira potesse essere la sorella di una crudele come Seth. E, ancora di più, la spaventava la conclusione che, probabilmente, non era affatto un’ospite, ma una prigioniera.

    - Però sono davvero convinta di quello che dico. Come mai altrimenti tuo fratello non ti ha mai detto in cosa consiste di preciso il suo lavoro? -

    - Avrà le sue buone ragioni - replicò Kira, ostinata.

    Cream chinò il capo, affranta. Cheese tentò di consolarla, dandole delle piccole pacche sulla spalla.

    - Vorrei che ci fosse un modo per farti credere a ciò che dico. Noi siamo amiche, vero? E le amiche sono sincere le une con le altre -

    La ragazza sciacallo non trovò nulla da obiettare in quel frangente. Cream sperava con tutto il cuore che decidesse di crederle. Non si rendeva conto della persona orribile che era suo fratello, ma lei ricordava alla perfezione tutti i racconti di Sonic ed Amy su quello che aveva fatto e che intendeva fare.

    - Forse c’è un modo - mormorò infine, cercando a tentoni la mano di Cream.

    La coniglietta gliela prese subito, contenta della fiducia concessa.

    - Cosa posso fare perché tu mi creda? -

    - Non lo faccio da tantissimo tempo, ma… dovrei ancora esserne in grado -

    Kira portò delicatamente entrambe le sue mani sulle tempie della coniglietta e le poggiò piano. Cream non fece obiezioni, anche se non riusciva a spiegarsi che cosa stesse facendo. Kira chiuse gli occhi e si concentrò. La gemma sulla sua fronte brillò per un fugace istante.

    In un lampo, i poteri psichici di Kira le consentirono di viaggiare nella mente della piccola Cream. Riuscì nitidamente a vedere tutto quanto, ad avere accesso ai suoi ricordi e a viverli in prima persona come se tutto ciò che vedeva fosse accaduto a lei stessa. Nella miriade di immagini che scorsero in un lampo nella sua testa, vide due ricci, uno blu e una rosa, e riuscì perfino a provare gli stessi sentimenti che Cream provava per loro: affetto, calore, rispetto, sincerità.

    Ascoltò ciò che i due avevano da dire sullo sciacallo di nome Seth, il Gran Cerimoniere del Cenacolo di Argus, e del suo sordido piano per consentire l’arrivo di un’entità che avrebbe sterminato tutti coloro che, secondo lui, non erano degni di condividere il pianeta con gli esseri prescelti, gli esseri più forti. Sentiva quelle parole forte e chiaro, come se fossero state pronunciate nel suo orecchio in quello stesso momento.

    Avvertì la paura, avvertì l’inquietudine, gli stessi che aveva sentito Cream quando le due persone che più rispettava e su cui più poteva contare al mondo le stavano raccontando di quale orribile mostro fosse Seth. Eppure, non poteva essere vero, non poteva essere di suo fratello che stavano parlando, il suo unico punto di riferimento nella vita, l’individuo che l’aveva curata e accudita per tutta un’esistenza.

    Poi Kira visualizzò un’ultima immagine nella mente di Cream. Era un po’ più confusa delle altre, probabilmente perché era un ricordo piuttosto sfocato. Aveva inseguito il borseggiatore di sua madre in un vicolo. Qualcuno l’aveva presa alle spalle e la stava soffocando. Prima che il mondo attorno a lei si tingesse di nero, Cream ricordava di aver lanciato una rapida occhiata sopra di lei… dove uno sciacallo stava assistendo all’intera scena con un ghigno soddisfatto. E non c’era dubbio su chi fosse quello sciacallo.

    Kira interruppe il contatto con la memoria di Cream. Si ritrasse spaventata. La coniglietta la guardò con preoccupazione, incerta su cosa fosse successo di preciso. Poi vide delle lacrime rigarle il viso. E a quel punto, Cream capì che non avrebbe più dovuto cercare di convincerla.

   


    - Tutto questo non ha senso! A cosa potrà mai portare tutto questo odio? -

    Shadow non riusciva ancora a capacitarsi di quanto stava succedendo in città negli ultimi giorni. O meglio, non credeva che una cosa del genere sarebbe potuta accadere così in fretta e, soprattutto, perché istigata da un buffone come poteva essere Trick. Aveva grande familiarità su come le masse potessero temere e rivoltarsi contro il diverso, ma mai prima di allora aveva assistito ad un degenerare così rapido. Probabilmente, ad alimentare tutto quel caos era lo stato d’ansia e d’agitazione scatenato dalle anomalie meteorologiche che, ormai, imperversavano da settimane. Trovare qualcuno con cui prendersela era un modo semplice, quanto selvaggio, di sfogare la rabbia e la paura.

    - Le persone sono così, Shadow - replicò Maria, sospirando - Noi due lo sappiamo bene -

    Erano entrambi seduti su un confortevolissimo divano foderato di seta, nella villa di Mission Street di cui Seth aveva concesso l’utilizzo a lui e Maria per “recuperare in tranquillità tutto il tempo perduto”. Stavano guardando l’ultimo notiziario locale, in cui si riportavano gli ennesimi episodi di vandalismo e violenza ai danni di alcuni cittadini mobiani. Sebbene Shadow fosse stato inizialmente riluttante a ritornare lì, in quanto gli ricordava la prima cocente sconfitta subita per mano di Seth, era convinto che Maria meritasse di essere trattata come una regina e quella villa sontuosa possedeva tutte le comodità del caso.

    - Stavolta però è diverso - sottolineò Shadow, cupo - Questa volta sono stati istigati da quel pagliaccio di Trick. E so perfettamente per chi lavora lui -

    - Ancora non ti fidi di Seth? - domandò Maria, sorridendo divertita.

    Alla sola vista del sorriso di lei, Shadow si sentì sciogliere e sorrise a sua volta.

    - Per me è ordinaria amministrazione. La cosa che mi stupisce è che tu ti fidi così tanto di lui -

    - Immagino che il tempo ci dirà se avrò avuto ragione o meno a farlo - concluse la ragazza.

    - Tu hai sempre visto il meglio nelle persone - incalzò Shadow, non senza una nota di dolcezza nella voce - Ma come puoi vedere del buono nel piano di Seth? Guarda che cosa ha scatenato in quattro giorni! -

    - La calma arriva sempre dopo la tempesta - proferì lei, in tono solenne - Probabilmente Seth pensa che tutto questo sia necessario prima dell’avvento di Argus. E poi era solo questione di tempo prima che una cosa del genere succedesse. Ricordi come gli altri esseri umani hanno reagito quando sono venuti a conoscenza del Progetto Shadow? Il loro primo istinto è stato quello di imbracciare le armi per venire a fermare te e il nonno -

    - Come posso dimenticarmelo? - mormorò Shadow.

    In un baleno la sua mente tornò al giorno tragico dell’invasione della Colonia Spaziale ARK e della morte di Maria sotto ai suoi occhi. E subito dopo la sua mente effettuò un istantaneo collegamento che lo portò a ricordarsi del giorno in cui aveva abbandonato la G.U.N., dopo il suo battibecco con il Comandante Tower. Aveva definito Shadow un “pericolo reale”, nonostante si fosse messo al servizio dell’organizzazione per rimediare ai suoi errori. “Siete rimasti gli stessi di cinquant’anni fa. Siete ancora gli assassini che mi hanno portato via Maria”, era quello che Shadow gli aveva risposto. Guardare, poi, quanti altri esseri umani avessero rapidamente ceduto ai propri istinti più primitivi gli faceva capire che la sua fiducia era stata malriposta, dato che la storia era destinata a ripetersi ancora e ancora.

    - Forse è davvero quello che ci vuole - commentò allora il riccio nero, serio - Forse ci vuole una pulizia radicale e un nuovo inizio -

    - Io ho molta fiducia nel piano di Seth - disse Maria, incoraggiante - Abbiamo davvero l’occasione di ricominciare daccapo con coloro che saranno più meritevoli. Niente di quello che è successo a noi in passato dovrà più accadere a qualcun altro -

    Shadow si voltò a guardare la ragazza.

    - Mi avevi chiesto di portare la speranza alle persone di questo pianeta -

    Maria lo guardò a sua volta e sorrise.

    - Ed è quello che stai per fare, insieme al Cenacolo -


    Sentirsi gli occhi di tante persone puntati addosso non è mai una sensazione piacevole. Ancora meno lo è se si fa all’improvviso ingresso in un gruppo ben consolidato di amici e alleati. E come se non bastasse, lo è sempre meno se le persone in questione le si è conosciute… in un’altra vita, o in due.

    Shantal era all’apice della confusione. Aveva trascorso gran parte del tempo in cui Knuckles aveva fatto le presentazioni al resto del gruppo con lo sguardo basso, a tormentarsi le pieghe del vestito in preda ad un enorme imbarazzo. Non che i suoi amici fossero stati sgarbati, anzi. Si erano avvicinati a lei e si erano presentati tutti molto gentilmente, alcuni un po’ perplessi, altri semplicemente incuriositi.

    E come potergli dare torto del resto? Si trovavano di fronte ad un’echidna che incarnava lo spirito e il corpo di altre due, le quali alcuni di loro avevano anche conosciuto tempo addietro. Era già difficile essere introdotti in un gruppo e far valere la propria identità, figurarsi quando questa identità era in bilico tra altre due, perdute nel tempo. A rendere la situazione ancora più paradossale, c’era il motivo per cui Knuckles l’aveva introdotta alla Resistenza.

    Il guardiano aveva spiegato con calma e chiarezza gli eventi che circondavano la bizzarra nascita di Shantal, principalmente per quelli del gruppo a cui non aveva ancora avuto modo di raccontarlo. Descrisse nei minimi dettagli il modo in cui aveva risvegliato sua madre, lo scatenarsi del suo potere misterioso durante l’invasione di Lord Ix e terminò sottolineando con vigore che era grazie a lei se avevano potuto scoprire l’esistenza della profezia dei Purificatori.

    Facendosi un po’ più di coraggio, Shantal diede una fugace occhiata al pubblico di Knuckles, durante il suo racconto. Alcuni erano concentrati e interessati, altri visibilmente stupiti e altri ancora composti e attenti. In particolare, la sua attenzione fu catturata dalla ragazza pipistrello che rispondeva al nome di Rouge, la quale stava ascoltando con un sopracciglio alzato e un’aria imbronciata. Shantal non poteva esserne sicura, ma, se qualcuno glielo avesse chiesto, avrebbe detto che c’era della gelosia in quei modi distaccati e apparentemente ostili.

    - E questo è tutto - concluse Knuckles, in tono quasi solenne - L’aiuto di Shantal ci farà molto comodo. Anzi, sono quasi sicuro che la chiave per sconfiggere il Cenacolo sia proprio lei -

    Shantal si sentì arrossire e guardò con aria distratta un punto sul soffitto, per evitare di incrociare lo sguardo degli altri.

    - Anche adesso che lo vedo, continuo a non crederci - commentò Tails, affascinato - Shade… Tikal… in un unico corpo e con una nuova identità -

    - Non c’è da stupirsi - intervenne Vector - Ne abbiamo viste di cose fuori di testa ultimamente. Ogni aiuto in più è ben accetto -

    - Come funzionano esattamente i tuoi poteri? - domandò Megan, incuriosita, con la schiettezza che la contraddistingueva.

    - Io… non lo so con precisione - rispose Shantal, con un filo di voce - Non sapevo neanche di poter fare tutte quelle cose quando… ecco… sono venuta al mondo -

    - Avremo tempo per capirlo - la rincuorò Sonic, con un sorriso incoraggiante, per poi rivolgersi a tutti gli altri - Ora dobbiamo decidere il da farsi. Prima, però, c’è una cosa di cui vorrei parlarvi -

    Amy, accanto a lui, gli diede una leggera gomitata, in modo da spronarlo a dare voce ai suoi pensieri. Il riccio blu decise di non menare il can per l’aia e di andare subito al punto.

    - Penso che Cream possa essere ancora viva! -

    Com’era logico che fosse, la rivelazione fu accolta da volti ammutoliti, fronti aggrottate ed espressioni perplesse. Shantal si sentì ancora più messa in disparte, considerando che non aveva modo di avere una specifica reazione ad un’affermazione del genere, quindi rimase in rispettoso silenzio.

    - Come può essere possibile? - domandò Mighty, cupo - C’eravamo tutti al funerale. Abbiamo visto… -

    - Non abbiamo visto un bel niente, se ci pensate - insisté Sonic, per poi raccontare per filo e per segno ciò che supportava la sua teoria.

    Parlò loro della sospetta sparizione di Cheese e di tutto quello di cui aveva già discusso con Amy, sperando in cuor suo di non essere preso per pazzo o come qualcuno che voleva cocciutamente negare una tragica realtà dei fatti.

    Al termine del suo resoconto, però, era evidente lo scetticismo di gran parte di loro. Knuckles, in particolare, aveva ascoltato tutto il racconto con le braccia conserte e l’aria infastidita, tipica di chi è costretto a sentire un sacco di quelle che ritiene fandonie.

    - Non dispiacerti, Sonic - intervenne Tails, con cautela e tentando di essere diplomatico - Ma è un po’… traballante come teoria -

    - Assurda è il termine giusto! - esclamò Knuckles.

    Sonic accusò il colpo con fermezza e la sua aria risoluta non vacillò.

    - Lo pensavo anch’io all’inizio - confessò Amy, prendendo la parola - Però è una possibilità che non possiamo scartare. Si tratta pur sempre di Cream -

    - Dovete farvene una ragione, la piccola non c’è più - insisté Knuckles, cocciutamente - Fa male a me quanto a voi, ma dobbiamo accettare la realtà dei fatti. E, soprattutto, ci sono cose molto più importanti a cui dedicare la nostra attenzione -

    Sonic cominciò rapidamente ad accalorarsi.

    - Come puoi essere così indifferente ad una possibilità del genere? Non ti importa nulla del fatto che potrebbe essere ancora viva? -

    - Mi importerebbe se ci fossero dei fatti concreti a supportare la tua teoria. Ma sono tutte solo supposizioni. E non possiamo sprecare tempo solo con le supposizioni -

    Sonic si guardò intorno, in cerca di ulteriori consensi, ma non ci voleva un genio per capire che tutti gli altri erano d’accordo con Knuckles o preferivano rimanere in disparte, per non agitare ulteriormente gli animi. Anche Tails, che di solito era sempre pronto a supportare Sonic, stava distogliendo lo sguardo, palesemente a disagio.

    - Ascoltate, non sto cercando di alimentare false speranze o di distogliere la nostra attenzione da quello che sta succedendo - spiegò il riccio, tentando di mantenere la calma - Se vi ho detto tutto questo, è perché ne sono fermamente convinto. È della vita di una bambina che stiamo parlando. Pensate a lei. Pensate a sua madre -

    - La stessa madre che si è schierata contro di noi e ci ha reso dei fuggiaschi? - intervenne Espio, serio.

    - E questo che cosa c’entra con il resto? - ribatté Sonic, quasi esasperato.

    - Espio non ha tutti i torti - si intromise Silver, pacatamente - Per colpa di quello che ha fatto, siamo costretti a nasconderci e a combattere la nostra battaglia con meno efficacia -

    - Quindi, mi state dicendo, che per questo non merita di scoprire se sua figlia è ancora viva o no? - intervenne Amy, irritata.

    - Sai che tengo a Cream esattamente quanto voi - disse Blaze - Quando sono arrivata per la prima volta in questa dimensione è stata la prima ad offrirmi la sua amicizia, in maniera totalmente disinteressata. Mi piange il cuore se penso a qual è stata la sua sorte, ma non possiamo ignorare la realtà dei fatti e imbarcarci in una… specie di caccia ai fantasmi -

    - Il tempo stringe, dolcezza - le fece eco Rouge - I nostri sforzi dovrebbero essere concentrati altrove e lo sai bene -

    Sonic decise di gettare al vento ogni tipo di delicatezza.

    - So di aver ragione! - esclamò, alzando la voce più di quanto non volesse - La prima cosa che faremo è andare a cercare Cream e Cheese! -

    Knuckles, fuori di sé per la rabbia, batté forte il pugno sul tavolo centrale.

    - E chi ti ha nominato leader del gruppo? - sbraitò - In cosa pensi di essere migliore di noi per decidere al nostro posto? -

    D’istinto, Sonic stava per rispondere a quella domanda, trascinato dalla collera, ma qualcosa dentro di lui lo fermò. Qualunque cosa avesse potuto dire, non lo avrebbe affatto reso soddisfatto di sé stesso. Knuckles aveva ragione e lui lo sapeva bene. Non era migliore di nessuno di loro e non aveva alcun diritto di imporre il proprio punto di vista agli altri.

    Ci fu qualche attimo di silenzio carico di tensione, prima che un segnale acustico intermittente fendesse la strana carica elettrica che si era venuta a creare. Si trattava di Omega. Alcune luci sul suo pannello anteriore cominciarono a lampeggiare.

    - Comunicazione criptata in arrivo - scandì con la sua monotona voce meccanica.

    Tails lo raggiunse subito, contento che qualcosa che lo tenesse impegnato avesse interrotto quella spiacevole conversazione. Sotto lo sguardo vigile di tutti gli altri, il volpino collegò i cavi interni di Omega allo schermo più vicino.

    - In questo modo potremo vedere e sentire tutti quanti - spiegò.

    - Cos’è questa storia? - si chiese Rouge, sospettosa - Da quando in qua ti arrivano comunicazioni criptate? Da parte di chi? -

    - Che cosa non ti è chiaro di “criptato”? - sbuffò Knuckles, ancora desideroso di attaccare brighe.

    - “Criptato” non è sinonimo di “anonimo”, genio! - ribatté Rouge, acida.

    Il battibecco ebbe vita breve, perché tutti quanti trasalirono alla vista del contenuto della comunicazione arrivata ad Omega. Non c’era audio e non era registrato alcun mittente. C’erano solo alcune foto, scattate probabilmente con una fotocamera digitale, che mostravano nel dettaglio le quattro Tavolette dei Precursori, nella loro interezza e con ogni incisione in bella vista.

    - Non ci posso credere! - esclamò Tails, all’apice della gioia - Ci sono tutte e quattro! -

    - Chi può averle mandate? - si chiese Rouge - Omega, puoi risalire alla fonte dei dati? -

    - Impossibile - replicò il robot - Accesso negato -

    - Dobbiamo stampare queste foto e portarle subito a Spagonia! - incalzò Tails, emozionato - La dottoressa Ambra Deer è l’unica in grado di tradurre le incisioni. Così potremo finalmente scoprire di più sui Purificatori… e magari scoprire come fermare l’Evento Argus! -

    - Ci pensiamo noi! - si propose Vector, con entusiasmo - La nostra auto fila più veloce del vento. Il Tornado potrebbe essere troppo vistoso, considerando che metà della popolazione ce l’ha con noi -

    - Verrò insieme a voi - disse Knuckles, ignorando gli sguardi di muta protesta di Shantal.

    - Ti mancava tanto posare gli occhi su quello schianto di professoressa, vero? - lo punzecchiò Rouge, cercando di scatenare una reazione che però si rivelò essere solo un silenzio indifferente.

    - Nel frattempo, io cercherò tracce di Cream - intervenne Sonic, risoluto - Siamo abbastanza da poterci dedicare ad entrambe le cose -

    Knuckles non diede cenno di averlo anche solo sentito. A Sonic questo non piacque, ma non aveva tempo per cercare di abbattere la proverbiale cocciutaggine del guardiano. Lo sapeva, se lo sentiva nelle ossa che Cream era ancora là fuori, magari bisognosa di aiuto. E non l’avrebbe lasciata da sola.



    - Dovete andare subito via da qui! -

    Kira era pallida e agitata. Era scossa da un percettibile tremore e continuava a sfregarsi il braccio destro, come in preda ad un incontrollabile tic nervoso. Cream e Cheese si guardarono, con aria preoccupata, totalmente incapaci di pensare a qualcosa che potesse calmare la ragazza.

    - Cerca… cerca di calmarti adesso - disse la coniglietta, cercando di prenderle la mano per rassicurarla, ma Kira si ritrasse subito.

    - No! Avevi ragione su tutto! Mio fratello è un mostro! È stato lui a portarti qui con l’inganno e a fingere la tua morte! L’ho visto chiaramente! -

    Il cuore di Cream cominciò a battere forte. La notizia la lasciò completamente spiazzata, tanto da non riuscire a trovare niente con cui rispondere.

    - Non potete rimanere qui. Dovete tornare dai vostri amici - incalzò Kira, cominciando a gironzolare per la stanza in preda ad un’ansia febbrile.

    - Ma… come facciamo? - domandò Cream, in un filo di voce - La porta è chiusa dall’esterno ed è l’unica via d’uscita -

    Kira si fermò di colpo. Le sue pupille cieche erano fisse su un punto indefinito. Trasse un profondo respiro e tese leggermente una mano in avanti, come a voler afferrare qualcosa a mezz’aria che non poteva vedere. Passò qualche secondo, in cui Cream e Cheese rimasero in un silenzio a dir poco tombale. Poi, all’improvviso, si udì un sommesso scatto. Era la serratura della porta che era stata sbloccata.

    - Come ci sei riuscita? - chiese la coniglietta, sbigottita.

    - Possiedo anch’io alcuni dei poteri psichici di mio fratello - spiegò la ragazza, cupamente - Solo che… non ho mai avuto modo di svilupparli. O forse non ho mai voluto -

    - Avresti potuto uscire di qui in qualunque momento allora -

    Kira sorrise debolmente.

    - Ho sempre preferito fidarmi di Seth e non disubbidirgli. Che sciocca sono stata. Più cieca di quanto pensassi -

    Cream si protrasse subito in avanti e prese le mani della ragazza tra le sue. Le successive parole che pronunciò erano cariche di affetto sincero, tanto che Kira si sentì sciogliere il cuore.

    - Non sei affatto una sciocca. Sei una persona meravigliosa e sono fiera di poterti considerare mia amica -

    Cheese emise uno squittio che voleva significare un vigoroso assenso. Kira si sentì il respiro mozzato per un attimo, mozzato dalla commozione che quelle parole avevano suscitato in lei.

    - Vieni con noi! - incalzò subito Cream - Con Sonic e gli altri sarai al sicuro. Ti proteggeremo noi! -

    - Non posso, Cream. Se Seth non mi dovesse trovare più qui, smuoverebbe mari e monti per ritrovarmi e sareste in costante pericolo. Devo rimanere qui… e devo affrontarlo -

    - Può essere pericoloso - insisté la coniglietta, sull’orlo delle lacrime.

    - Stai tranquilla, non mi farà del male - Kira tentò di suonare quanto più confortante possibile - Non me ne ha fatto in tanti anni e non comincerà adesso -

    Cream emise un debole singhiozzio.

    - Dovete sbrigarvi. Riesco a percepire che ai piani inferiori non c’è nessuno degli alleati di mio fratello. La via è libera, ma non so per quanto ancora lo sarà. Scappate adesso! -

    Senza obiettare oltre, Cream si affrettò a raggiungere la porta, con Cheese saldamente ancorato al suo collo. Prima di oltrepassare la soglia, si voltò un’ultima volta verso Kira. La ragazza stava sorridendo.

    - È stato splendido potervi conoscere - disse, con la voce rotta dall’emozione.

    Cream avrebbe voluto che quelle parole non suonassero così tremendamente come un addio. Fu anche per questo che ciò che disse in seguito fu: - Torneremo a prenderti, Kira -

    Senza aggiungere altro, la coniglietta andò via di corsa. Kira non poteva seguirla in nessun modo, se non con il pensiero. Se non altro, se si concentrava sul suo nome e scatenava il potere per cui suo fratello l’aveva usata così a lungo, poteva avere la conferma che, da qualche parte, l’unica vera amica che avesse mai avuto al mondo esisteva ancora. E questo riusciva a confortarla almeno in parte.


    Kira non sapeva quanto tempo dalla fuga di Cream e Cheese era passato prima che si trovasse faccia a faccia con Seth. Mai prima di allora, chiusa in quella specie di gabbia dorata in cui l’aveva costretta suo fratello, si era preoccupata di tenere conto del tempo. Mai prima di allora c’era stata una motivazione valida per contare le ore e i minuti, probabilmente perché mai, prima di allora, aveva avuto modo di avere un contatto con qualcuno, del mondo esterno, che per lei avesse una tale importanza.

    Quando Seth entrò nella camera di sua sorella, dopo aver trovato la porta aperta, la preoccupazione nel suo tono di voce era più che palpabile.

    - Kira? Tutto a posto? - chiese lui, serio - Chi ha lasciato la porta aperta? E dov’è la coniglietta? -

    - L’ho lasciata andare via - replicò la ragazza, gelidamente - E sono stata io ad aprire la porta -

    Con un gesto imperioso della mano, Kira esercitò il suo neonato potere psichico e la porta si richiuse con uno schianto. Ovviamente non poteva vedere l’espressione sul volto di suo fratello, ma riuscì a percepire la sua reazione dal tono della sua voce… ed era l’ultima che si sarebbe aspettata.

    - Kira, ma… è fantastico! - esclamò Seth, raggiante come mai lo era stato - Hai sviluppato dei nuovi poteri e sono come quelli che ho io! Quando è successo? -

    Kira aveva pensato che Seth sarebbe stato furioso per il fatto che gli aveva disubbidito e aveva lasciato fuggire Cream e Cheese. Mai avrebbe detto che quello sarebbe stato l’ultimo dei suoi pensieri, cosa che rendeva tutto ciò che aveva in mente ancora più difficile. Non per questo, però, lasciò che i suoi propositi vacillassero. Tornò a rivolgersi a suo fratello con il tono più severo di cui era capace.

    - Credo di averli sempre avuti, ma non ho mai pensato di svilupparli -

    Prima che Kira potesse venire al punto che più le premeva discutere, Seth la interruppe, ancora più di prima esaltato dalla felicità. Le si avvicinò e le prese le mani con delicatezza.

    - C’è qualcos’altro che hai scoperto di saper fare? Qualche altra abilità che prima pensavi di non possedere? -

    Ancora più disorientata di prima, Kira pensò di dover ricorrere a dei modi più bruschi per far capire a suo fratello quant’era in collera. Si ritrasse alla sua presa con un gesto secco e, questa volta, fu sicura di aver colpito nel segno, anche se non poteva vederlo in faccia.

    - Perché me lo chiedi? - domandò, sprezzante - Vuoi far entrare anche me nel tuo esercito? -

    Seth si rabbuiò immediatamente.

    - Che cosa stai dicendo? -

    - Ho visto tutto quanto, Seth. L’ho visto nella mente di Cream. Ovviamente non come sei in grado di fare tu, con gli occhi, ma posso esercitare la telepatia con il contatto fisico -

    Kira credeva che suo fratello si sarebbe lasciato andare ad un altro sfogo di entusiasmo, ma il suo gesto di poco prima doveva averlo colpito più del previsto, perché quando le rispose era serio e pacato.

    - È splendido per me sapere che stai diventando sempre più speciale -

    Ci fu un attimo di silenzio.

    - E cosa hai avuto modo di vedere nella mente di una bambina da turbarti così tanto? -

    Ora anche Seth era gelido nei modi e nel tono di voce. Kira ne era lievemente intimorita, ma non per questo intendeva ritrarsi e continuare a permettergli di avere tanto potere su di lei.

    - Tanto per cominciare il fatto che l’hai rapita e hai finto la sua morte -

    - L’ho fatto soltanto per te. Perché potessi avere qualcuno accanto che ti tenesse compagnia. E a giudicare da quanto andavate d’accordo, avevo anche scelto la persona giusta -

    La freddezza di Seth fece venire la pelle d’oca a Kira.

    - Hai tolto una figlia a sua madre e ai suoi amici solo per questo? E non ti importa niente? -

    - Dovrebbe? - la rimbeccò Seth, ora più infastidito che sul chi vive - Sei tu l’unica di cui mi sia mai importato veramente -

    - Se questo è vero, allora spiegami perché mi hai sempre tenuto nascosta la verità. Sull’Evento Argus e sul Cenacolo. Su tutto quello che hai fatto finora e su quali sono i tuoi piani per il futuro -

    Quando Seth tornò a parlare, Kira avvertì immediatamente che era ancora più scosso di prima.

    - E questo come hai fatto a saperlo? -

    - Sempre tramite Cream, fratello mio. Credo che tu abbia fatto un fatale errore di calcolo nel tuo piano così ben curato. È un’amica di Sonic the Hedgehog, quello che mi sembra di aver capito è il tuo principale nemico. Cream era al corrente di tutto quello che hai fatto e scavare nella sua mente mi ha dato tutte le informazioni di cui avevo bisogno… e anche di più -

    Seth non proferì parola, cosa che diede modo a Kira di prendere il sopravvento e di liberare in un fiume di parole il peso che stava schiacciando il suo cuore.

    - Ho persino riconosciuto la voce di Sonic. Non pensavo di poterlo fare, visto che non l’ho mai incontrato in vita mia… o almeno così credevo. Era la voce di una delle persone che erano entrate in camera mia tempo fa, ricordi? Quelle che hai cacciato. E adesso capisco perché le hai cacciate. Temevi mi avrebbero rivelato la verità su di te e suoi tuoi progetti -

    Nella voce di Kira vibrava un rancore che Seth non aveva mai avvertito prima. La cosa lo feriva, più di quanto avesse mai potuto immaginare. Pensava di poter risparmiare a sua sorella tutti i retroscena del suo immenso lavoro, almeno fin quando l’Evento Argus non si fosse scatenato e il nuovo mondo fosse pronto a spalancare le sue porte a loro due. Eppure, ormai, non poteva più negare l’evidenza.

    - Vedi tu stessa - si limitò a dire lo sciacallo, prendendole nuovamente le mani e poggiandole sulle proprie tempie - Usa il tuo dono e scava nei miei ricordi. Non ti ho mai mentito prima d’ora e non comincerò adesso. La mia mente è a tua disposizione. Scopri tutto quello che hai bisogno di sapere e allora forse dopo vedrai e capirai… -

    Un po’ titubante, Kira impiegò qualche istante per decidersi a procedere. Temeva quello che avrebbe visto, ma sapeva anche che era l’unico modo per scoprire la verità, nuda e cruda, senza alcun filtro.

Quello che accadde nei secondi successivi fu assolutamente devastante per lei. Chiuse gli occhi e fu letteralmente investita da decine e decine di immagini, colori, suoni e sensazioni appartenenti ad una vita intera, più lunga di quella di qualunque altro essere vivente sul pianeta.

    Fu come essere attraversati da una scarica elettrica, come essere travolti da una valanga. Ogni singola azione che Seth aveva compiuto in vita sua, dalla più meschina alla più semplice, attraversò la mente di Kira, la quale provò anche la stessa identica sensazione che aveva provato lui in quel momento. Nessuna di queste poteva essere definita positiva o, se non altro, in linea con i principi morali di Kira. Riusciva a percepire il sadico e crudele piacere che suo fratello aveva provato nel commettere ogni tipo di atrocità nei confronti degli altri. C’era un’anziana echidna che aveva trafitto e polverizzato, un’affascinante farfalla alla quale aveva tranciato le ali di netto… e non finiva qui…

    Quando si interruppe il contatto, la ragazza era in lacrime. Il cuore martellava all’impazzata nel suo petto e sudori freddi le colavano lungo la fronte. Seth le si avvicinò automaticamente, con apprensione, ma lei si ritrasse spaventata.

    - Allora… è questo quello che vuoi fare… quello che stai cercando… di scatenare… -

    Kira era completamente fuori di sé dalla paura.

    - Tutto quello che hai visto è volto esclusivamente a creare un mondo migliore - spiegò Seth, ansiosamente - Un mondo in cui quelli come me e te non devono più nascondersi nell’ombra e vergognarsi di quello che sono -

    - Lo chiami un mondo migliore? - ribatté Kira, con voce sconvolta e squillante - Un mondo creato dallo sterminio di tutti quelli che sono diversi da te? -

    - Non ricordi come ci hanno sempre trattato? L’odio con cui ci hanno avvelenato? Le sofferenze che hanno inferto a te, me e alla mamma solo perché eravamo diversi? Migliori di loro? -

    - E questo… credi che ti giustifichi? Credi che… ti autorizzi a prendere la vita degli altri nelle tue mani? E quel che è peggio è che… io sono stata tua complice! Tutte quelle volte in cui ho usato la mia abilità per cercare le persone che mi chiedevi… era soltanto per… per perseguitare… braccare… uccidere… -

    A quel punto, Kira crollò in ginocchio. Le lacrime scorrevano copiose lungo le sue guance. Seth non l’aveva mai vista così sconvolta e questo gli stringeva il cuore in una morsa soffocante. Fu immediatamente al capezzale di lei. Cercò di cingerla con le braccia, ma lei si ritrasse, come scottata.

    - Non capisci? - sbottò Seth, in un lampo di frustrazione e rabbia - È per te che ho fatto tutto questo. È per te che ho lavorato così tanto per tutti questi anni. Per creare un mondo in cui tu potessi sentirti al sicuro dalla malvagità degli altri! -

    - Quattromila anni! - esclamò Kira, soffocando un singhiozzio - Sono viva da quattromila anni! Sono quattromila anni che mi tieni prigioniera! -

    La ragazza era caduta in una specie di crisi isterica. Seth tremava alla vista di sua sorella in quelle condizioni. Si sentiva assolutamente impotente, come mai prima di allora.

    - Non essere ridicola, non sei mai stata prigioniera! Ti ho tenuta qui per proteggerti! -

    - Hai violato tutte le leggi della natura! - lo accusò Kira, ora parlando con odio e rabbia - E quello che conti di fare è ancora peggio! Io non voglio averne niente a che fare! Niente! -

    A quel punto, Seth decise di ricorrere alle maniere forti. Afferrò Kira per le spalle e la cinse con forza. Lei si divincolò, sbraitò e strepitò. Cominciò a prendere a pugni il petto di suo fratello, ma la presa di lui era più forte, più vigorosa di quanto non lo fosse lei.

    - Adesso calmati. Calmati! - le diceva lui nell’orecchio, stringendo sempre più forte per impedirle ogni movimento.

    - Ricordi la canzone che ti cantava la mamma quand’eri piccola per farti addormentare? - chiese Seth, senza lasciarla andare.

    E, come preso da uno strano incantesimo, cominciò a cantare pacatamente.

    Tienimi con te, nel tuo letto grande, solo per un po’.

    Kira continuava a divincolarsi con tutte le sue energie. Seth strinse ancora più forte.

    Una ninna nanna, io ti canterò, e se ti addormenti, io mi addormenterò.

    Erano entrambi in ginocchio sul pavimento. Gli unici suoni che si sentivano nella stanza erano lo scalciare di Kira e le parole della canzone di Seth.

    Dormono le case, dorme la città.

    Il braccio poderoso di Seth scivolò attorno alla gola di Kira. Il respiro di lei fu subito mozzato. La ragazza scalciò, gemette, si contorse come un serpente. La morsa di suo fratello si fece sempre più solida.

    Solo l’orologio suona e fa tic tac.

    Kira annaspava in cerca d’aria. Seth sentì le unghie di lei affondare nella carne del proprio braccio. Continuava a canticchiare quella ninna nanna, con la voce spezzata dal pianto.

    Anche la formica, si riposa ormai

    D’un tratto, sentì le resistenze di Kira venire meno. La sua riserva d’aria era ormai terminata e Seth avvertì il corpo di lei afflosciarsi tra le sue braccia. Sua sorella chiuse piano gli occhi ed esalò l’ultimo respiro.

    Ma tu sei la mamma e non dormi mai.

    Dopo ci fu soltanto il silenzio.

    Seth sollevò il corpo senza vita di Kira e lo adagiò delicatamente sul letto. Il viso di entrambi i fratelli era ancora umido per via delle lacrime che tutti e due avevano versato. Seth contemplò per un secondo le membra dell’unica persona che in vita sua aveva amato con accecante intensità, prima di lasciarsi andare ad un urlo di dolore.

    Urlò e urlò fino a svuotare i suoi polmoni di tutta l’aria che contenevano. La gemma sulla sua fronte esplose in un bagliore di luce azzurra. I suoi poteri urlarono insieme a lui, distruggendo in un secondo tutto ciò che lo circondava. Gli scaffali si spezzarono, i vetri si infransero, le tende si lacerarono di netto, le ceramiche andarono in frantumi, i cuscini esplosero in un vortice di piume e persino le pareti tremarono violentemente, come vittime di una scossa di terremoto.

    Quando anche l’ultimo grammo di energia si esaurì, Seth lasciò penzolare le braccia, inerti, ai suoi fianchi, ansimando per la stanchezza. Non contava più nulla di quello che aveva intorno, nulla che non fosse il corpo senza vita di Kira, una vita che lui stesso aveva tolto con la stessa facilità con cui l’aveva allungata di quattromila anni perché fosse sempre insieme a lui fino alla fine.

    Inseguire con cieca fedeltà l’Evento Argus gli era costato tutto ciò a cui più teneva… e adesso non gli rimaneva che quello. E nessuna forza, né in cielo né in terra, gli avrebbe impedito di realizzarlo.


    La piccola Cream era riuscita a fuggire, risalendo lo stretto cunicolo sotterraneo, fino a ritrovarsi all’esterno, a respirare la fresca e dolce aria della sera per la prima volta da giorni. Si fermò un istante per riprendere fiato, ma solo un istante, perché sapeva che non poteva permettersi di indugiare oltre.

    Incerta su dove fosse e verso dove dovesse dirigersi, Cream cominciò a correre alla cieca, solo per allontanarsi il più possibile dalla sua prigione. Non fu costretta a fare molta strada prima che una voce, tremendamente familiare, risuonasse alle sue spalle, costringendola a voltarsi.

    - Ah, eccoti qui finalmente! - esclamò il dottor Eggman, con un ghigno spaventoso - Non preoccuparti, piccola, adesso sei in buone mani! -

Niente più indugi, niente più attese. Il momento è finalmente arrivato. L'Evento Argus sta per cominciare... e nulla sarà più come prima! Solo due capitoli al termine del viaggio.

Legacy of Argus: Evento Argus (Prima parte)

Data di pubblicazione: 12 Luglio 2018

Note dell'autore:
Secondo la numerazione dei capitoli qui su EFP, il prossimo che pubblicherò sarà il numero 100 di questa storia.
100 capitoli e 4 anni di pubblicazione. Non mi sembra assolutamente vero di aver lavorato sodo a questa storia per così tanto tempo!
E sembra in qualche modo profetico il fatto che proprio nel capitolo 100 debba iniziare l'Evento Argus, di cui vado blaterando da anni. Finalmente potrete vedere di cosa si tratta e non posso che essere emozionatissimo all'idea di scrivere, finalmente, questa parte della storia, che, vi prometto, sarà assolutamente memorabile!
Ringrazio ancora una volta, con tutto il cuore, tutti coloro che hanno letto e seguito fedelmente la mia storia per così tanto tempo e, in particolare, tutti i fan che mi hanno, nel tempo, lasciato le loro splendide recensioni, unico e solo motivo che mi ha condotto faticosamente fino a questo punto.
La mia storia è quasi completata e la dedico a voi che l'avete letta e supportata per così tanto tempo.
Grazie!
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Sonic / Vai alla pagina dell'autore: Knuckster