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Autore: Pmaradona10    13/07/2018    1 recensioni
La magia è sempre stata una componente importante della vita dei Teen Titans e soprattutto della vita di Raven. Quando però Trigon, il malefico padre di Raven, decide di tentare di impossessarsi di nuovo della ragazza, essa capisce che non riuscirà a sconfiggerlo contando solo sull'aiuto dei suoi amici. Basterà l'aiuto del più grande mago del mondo per sconfiggere uno dei demoni più potenti in assoluto? I Titans ce la faranno ugualmente a batterlo anche dopo il loro scioglimento e riusciranno a collaborare con alcune tra le più potenti entità magiche del mondo, senza lasciarsi condizionare dai travagli interiori di queste ultime e aiutandosi reciprocamente come una vera squadra, superando le apparenti ostilità?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Raven, Robin, Sorpresa, Trigon, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Steso al suolo, Jason Blood tossì, riparandosi la bocca con una mano, per poi fare l’orrida scoperta: aveva tossito e sputato sangue. Sgranò gli occhi alla vista del liquido rosso, esattamente come aveva fatto più di mille anni prima, quando una affilatissima lancia lo trapassò.

Due lacrime nere, dovute al trucco della maga, sgorgarono dagli occhi di Zatanna, per poi solcare inevitabilmente le sue guance e infrangersi sul colletto della giacca dello smoking.

Profondamente turbata emotivamente, Starfire si lasciò andare anch’essa in un pianto disperato, nascondendo il volto contro la spalla di Nightwing, il quale si era tolto la maschera in segno di rispetto.

Le urla che provenivano dall’ibrido demoniaco erano atroci, ma anche se fossero state persino più potenti, non sarebbero state in grado di intaccare la sacralità della scena. Per i Teen Titans e la Justice League Dark non esisteva rumore, in quanto la loro attenzione era focalizzata unicamente sull’uomo che stava per perdere la vita dopo oltre un millennio a combattere le forze del male.

Una goccia di sangue cadde dal labbro inferiore dell’occultista. Una goccia di sangue si faceva lentamente strada sull’arma che aveva nuovamente tolto la vita a John Constantine. Lo stregone inglese era morto, questo lo sapeva, ma ciononostante, un brivido percorse egualmente la sua spina dorsale. Stava arrivando.
Le urla dei tre demoni cessarono. Anche loro non poterono fare a meno di percepire che qualcosa stava per arrivare, qualcosa di estremamente innaturale. Qualcosa di estremamente cattivo.

-Chi muore si rivede- disse una figura alta almeno due metri, a petto nudo, cinta unicamente di un drappo e un mantello grigio. L’essere tese il braccio verso il mago senza vita, il quale, come percorso da un rinnovato influsso vitale, serrò gli occhi.
-Beh rieccoci di nuovo, Lu. Ti va bene se ti chiamo Lu? Oppure preferisci essere chiamato Primo?- chiese ironicamente John Constantine, che si era subito riappropriato della sua irriverentissima verve.
-Non ho tempo per le tue cagate, Constantine. Sai, ho sistemato il Secondo e il Terzo all’inferno, quindi il tuo contratto adesso è valido solo con me. Ho l’esclusiva assoluta. Inutile cercare di sfuggirmi adesso, sai bene che non puoi fottere con me-
-Andiamo, Primo, ti sei così rincoglionito in così poco tempo? Secondo te sarei stato tanto stronzo da suicidarmi? Non mi sono mica tolto la vita per farmelo mettere in culo da te, oh no, non sono per niente quel tipo di persona-
-Davvero, Constantine? E cosa ne dici se ora ti prendessi e portassi all’inferno? Così, su due piedi…- disse duramente il diavolo, afferrando per il collo il mago inglese
-Allora in tal caso faresti la stronzata più grande di tutta la tua vita. E sai perché? Perché perderesti il tuo posto privilegiato su questo mondo- rispose Constantine con un filo di voce
-E con questo cosa intendi dire?- chiese la creatura, lasciando la presa e facendo precipitare l’esorcista al suolo
-Hai presente Trigon? Quel simpatico demone rosso con le corna che è fuggito dall’inferno qualche tempo fa?-
-Beh?- chiese nuovamente il diavolo, ostentando falsa sicurezza
-In questo momento si trova dietro quel cumulo di macerie e sta lottando con Etrigan e Raven, sua figlia-
-Beh, lo sconfiggeranno, ci sono riusciti pure quei quattro ragazzini anni fa-
-Già, ma se stavolta non dovessero farcela? Hai rischiato grosso anni fa…- chiese provocatoriamente il mago, puntando il dito contro il Primo dei Caduti
-Etrigan è forte, così come Raven- rispose la creatura, alzando un sopracciglio
-Sei disposto a rischiare?- ricattò Constantine
-Pezzo di merda- sbraitò il Primo dei Caduti, voltando le spalle all’esorcista, incamminandosi lentamente verso gli altri demoni

Giunto davanti alla creatura demoniaca, il diavolo alzò i palmi delle mani al cielo, e socchiudendo gli occhi, riuscì ad annullare l’incantesimo di Constantine, scindendo nuovamente i tre demoni.

-Non sei così forte senza tua figlia, eh Trigon? La volta scorsa non mi hai neanche arrecato il disturbo di salire per darti una lezione, pensa un po’. Sono bastati quattro ragazzini! Ma stavolta mi hai proprio incazzare- minacciò il Primo dei Caduti, squadrando dall’alto verso il demone rosso, che, indebolitosi, aveva perso le sue enormi dimensioni e giaceva inginocchiato di fronte ad egli

Dopo aver dato una veloce occhiata a Raven, la quale giaceva distesa al suolo con indosso un mantello bianco, priva di sensi, Trigon si alzò bruscamente in piedi e cercò di dare uno spintone al Primo dei Caduti, il quale accusò il colpo impassibile. Adirato per il fallimento del suo intento, Trigon cercò di cercare la forza interiore per aumentare nuovamente di dimensioni, ma anche stavolta il suo piano non andò in porto, in quanto un nerboruto braccio giallo comparso alle sue spalle gli cinse la gola, indebolendolo ulteriormente.
-Cosa credi di fare? Non hai capito che nella tua dimensione dovrai tornare?- gli disse in un orecchio Etrigan, provocandolo ferocemente

Il Primo dei Caduti rivolse uno sguardo severo ad entrambi i demoni, poi afferrò per la gola Trigon, lo guardò fisso negli occhi e lo scagliò in cielo con una forza che non sembrava per nulla proporzionale alla sua statura. Apertosi il cielo e scomparso il demone, Etrigan rivolse uno sguardo di approvazione al diavolo, il quale lo ignorò completamente, voltandogli addirittura le spalle, incamminandosi nella direzione da cui era venuto.

Il demone giallo osservò pensieroso l’allontanarsi del Primo dei Caduti, fino a quando non arrivò Zatanna Zatara, la quale non aveva potuto non percepire la presenza sulla terra del demonio più potente dell’inferno.
-Etrigan! Che cos’è successo? Come sta Raven? E dove è andato Trigon?- chiese allarmata la maga
Il demone voltò lentamente la testa nella direzione della donna e sbuffò fiato dal naso
-Il Primo dei Caduti è arrivato, senza batter ciglio ci ha separato e con un gesto della mano Trigon ha cacciato. Ora è tornato da dove è venuto, anche se non ho capito perché ci ha fornito aiuto, secondo me qualcuno lo ha chiamato, qualcuno che tu ami ed hai sempre amato-
-Qualcuno che… John!- urlò la maga, portando le mani al volto, sporcandosi con il nero del trucco i suoi guanti bianchi
-Potrebbe non essere ancora tempo di piangerlo, ti conviene da quella parte raggiungerlo- disse serio Etrigan
-Di là? Va bene, graz… aspetta! So che la cosa non ti piacerà, ma devi raggiungere i Titani e la Justice League Dark. Jason è…-
La maga non trovò il coraggio per finire la frase
Il demone annuì in silenzio

Nonostante le scarpe con i tacchi, Zatanna corse il più veloce possibile per raggiungere John Constantine ed evitare che il suo destino si compisse. Arrivata sul posto, fu investita da un enorme bagliore di luce che la spinse a ripararsi dietro un masso.

-John Constantine, suppongo che tu debba ringraziarmi. Ho svolto il lavoro che avresti dovuto fare tu- disse il diavolo, guardando il mago inglese dall’alto verso il basso, il quale giaceva in una pozza di sangue
-Davvero? Non sei tu a dover ringraziare me? Del resto, se non ci fossi stato io ad avvertirti, ti saresti ritrovato Trigon come vicino di casa a romperti le scatole. Ma ora è tutto risolto e siamo tutti più felici- rispose sorridendo John Constantine
-Bene, ma stavolta non ti salverò come l’altra volta. Non me ne andrò senza aver preso con me un’anima. Devi scegliere: o la tua, o quella di Jason Blood-
-Ma Jason si è sempre battuto per il bene, lui merita di stare in paradiso. Non potresti semplicemente accontentarti di tutte le anime che ti ha spedito Trigon e farla finita?-
-Se nel corso di tutta la mia vita mi fossi accontentato, in questo momento sarei ancora in paradiso a leccare il Suo culo. Ma per fortuna non è così. E dunque devi scegliere. La sua anima in cambio della tua o la tua in cambio della sua. Pensaci bene-
-Lasciami vivere. Prendi la sua anima-

Sentite quelle parole, Zatanna strinse i denti in una smorfia di disgusto per l’egoismo di John Constantine.

-Davvero? Non mi aspettavo per niente questa tua scelta!- disse sarcasticamente il Primo Dei Caduti
Dal canto suo, John Constantine accennò un sorriso di approvazione, che fece incazzare ancora di più Zatanna, la quale ormai era pronta ad intervenire, nonostante non sapesse neanche lontanamente cosa fare. Ma lei non era come lui, doveva almeno provarci, e non stare alle condizioni di un demonio qualsiasi.

John Constantine si accorse però della presenza della maga, e quando essa fece capolino da dietro il masso, il mago biondo le rivolse uno sguardo serio, annuendo con il capo. Zatanna sapeva cosa voleva intendere con quell’espressione, lei e Constantine ne avevano passate troppe insieme per non averlo capito, quello sguardo equivaleva a il più sincero dei “fidati di me”. E così, incrociato il suo sguardo, occhi neri nei suoi occhi azzurri, capì che per l’ennesima volta avrebbe dovuto fidarsi di lui.

-Allora…- iniziò il diavolo girando i palmi delle mani verso l’alto –che la tua anima sia risparmiata… per ora-
Pronunciate quelle parole, le ferite del mago si risanarono, con estrema soddisfazione da parte del demonio.
-Ora se non ti dispiace, ho un impegno con altro occultista che riesce a sfuggirmi da più di mille anni- concluse il Primo dei Caduti, voltando le spalle all’inglese ed incamminandosi verso il luogo dove giaceva Jason Blood
-E con Etrigan come la mettiamo?-
-Cosa?- sibilò il diavolo, girandosi di scatto
-Etrigan, il demone. Se prenderai l’anima di Jason Blood non tornerà anche lui all’inferno? Del resto, è quello il suo posto, giusto?-
Il Primo dei Caduti fissava Constantine con le palpebre semichiuse, infliggendogli occhiate a dir poco glaciali
-E se non sbaglio, all’inferno si è appena conclusa una guerra abbastanza sanguinosa che ti ha visto uscire vittorioso a fatica. Non sarebbe un problemino avere anche Etrigan all’inferno? Potrebbe scoppiare un’altra guerra…-

Il Primo dei Caduti tremava incessantemente. Sembrava a tutti gli effetti una pentola a pressione pronta ad esplodere. Ma lui era il Primo dei Caduti, colui che per primo si era ribellato a Dio, non poteva abbandonarsi all’ira, per il semplice fatto che era lui stesso l’ira. Perciò, si limitò ad abbassare il capo, annuendo sconsolato.

-Tu sei sempre il mio avversario, Constantine, il mio nemico, il mio diavolo. Non te lo scordare. Rimetti Etrigan nel corpo di Blood quando avrò finito. E vattene affanculo- disse il demonio, puntando il dito contro l’esorcista, per poi voltargli nuovamente le spalle e sparire dietro un cumulo di macerie.

Sparito il demonio infernale, Zatanna corse subito da John Constantine, ancora steso al suolo, abbracciandolo e stringendolo a sé.
-E’ finita, Zee. Credo che abbiamo vinto-
-Come credi che manterrà la parola? Come fai ad essere sicuro che non ti ucciderà?-
-Non può farlo, e poi io sono l’unico in grado di riportare Etrigan all’interno di Jason. Non credo proprio che gli faccia piacere avere quel grande demone bastardo all’inferno con sé-

Un bagliore di luce rischiarò la città, così forte che Zatanna dovette addirittura ripararsi la vista con la sua giacca nera. Non appena cessò, la maga abbassò lentamente il drappo nero e aprì gli occhi con estrema cautela.
-John?- chiamò titubante la maga, prima di sgranare interamente gli occhi, strofinandoseli delicatamente
Non avendo ricevuto nessuna risposta, Zatanna si alzò in piedi e iniziò a camminare freneticamente alla ricerca del mago inglese. Dopo aver inizialmente pensato al peggio, quasi si scontrò contro la figura statuaria di John Constantine che, eretto all’impiedi, fumando una sigaretta, osservava impassibile l’arrivo in volo della Justice League all’orizzonte
-Te la vedi tu con loro?- disse il mago freddo, dando ancora le spalle alla donna
-Credo di sì, o meglio, parlerò con Bruce. Mi inventerò una versione abbastanza credibile e gliela riferirò- rispose la maga, affiancandosi all’uomo in trench
-Non dimenticarti di parlare coi titani e con Boston e gli altri. Anzi, digli di andarsene direttamente, sarà meglio che l’esistenza di una Justice League Dark resti segreta-
-E tu cosa farai? Te ne andrai così su due piedi come se niente fosse successo?- sbottò Zatanna alzando un sopracciglio
-Prima metterò inisieme Jason ed Etrigan, del resto, gli incantesimi di coesione sono molto più facili di quelli di fissione. Poi toglierò il disturbo. Se qualcuno della League mi vedesse, il nostro piano andrebbe totalmente a puttane. Già mi immagino la reazione di Wonder Woman o di quel coglione con l’anello verde- precisò Constantine, gettando al suolo quel che rimaneva della sua sigaretta
-Torni a Londra?-
-Probabile-
-Fai attenzione, John-  disse teneramente Zatanna appoggiando il suo guanto vellutato sulla guancia sinistra del mago e baciando con dolcezza quella destra
John Constantine osservò con la coda dell’occhio la donna allontanarsi, sorridendo malinconicamente.
   
 
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