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Autore: Lady Lara    14/07/2018    4 recensioni
Tratto dall'incipit.
“Mi dispiace … mi dispiace veramente … ma il mio cuore deve restare di ghiaccio!”
La sua mente se ne stava facendo una convinzione e stava alzando dei muri spessi intorno a quel cuore. Ne aveva bisogno perché … perché quegli occhi verdi e quelle labbra di ciliegia, erano riusciti a scalfire quel ghiaccio irrimediabilmente!
Una giovanissima Emma Swan, studentessa universitaria, incontra "casualmente" un giovane che sconvolgerà la sua vita e la condizionerà nelle sue scelte professionali e sentimentali. Il destino è spesso crudele e la vita lascia traumi difficili da superare. L'amore a volte può essere un trauma, specialmente quando ti viene strappato agli albori, quando le speranze sono tante e i sentimenti sono potenti ma, una nuova possibilità fa risorgere la fenice dalle sue ceneri. Emma si chiederà come si è potuta ingannare e innamorare in breve così profondamente. Dovrà lavorare duramente su se stessa per erigere i muri che la proteggeranno, ma se la fenice risorgerà dalle sue ceneri? Sboccerà ancora l'amore? Sarà Emma la fenice? O sarà il bellissimo uomo misterioso che, da un quadro visto in un museo, tormenta i suoi sogni con i suoi magnetici occhi azzurri?
Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 26
Sotto copertura
(I parte)
 
 
Novembre 2008. Colombia

L’Avvocato Robert Rogers era sceso dalla sua Jeep Cherokee impolverata e guardava l’entrata principale de la “Residencia en la Meseta”. L’edificio era molto ampio, completamente racchiuso da una alta muraglia intonacata di calce bianca. Gli occhi azzurri dell’uomo, dietro i vetri di un paio d’ occhiali da vista in tartaruga, notarono, con apparente noncuranza, le telecamere puntate su di sé. Il muro di cinta era bordato di filo spinato e, nei punti dove si intuiva lo spazio di terrazzini, si vedevano, apparire e sparire, le teste dei guardiani armati della tenuta di Don Antonio Santa Cruz, il maggiore coltivatore di cotone e caffè della zona collinare di Mesa de Yamby, situata tra le cittadine di Miraflores e La Pedrera. Quella era una parte della Colombia del sud, la più vicina all’Amazzonia e, per tal motivo, distanziandosi dalla Cordigliera, degradava in colline ed infine nella zona pianeggiante che confluiva poi, direttamente nell’ampio spazio dell’Amazzonia.
Nonostante il mese di novembre volgesse alla fine, il caldo tropicale si faceva sentire e il candido elegante completo di lino del giovane Avvocato, non gli sembrava abbastanza leggero per il clima. Nel suo ruolo di Responsabile e dirigente di una delle maggiori Agenzie Assicurative Internazionali, era doveroso presentarsi con il giusto abbigliamento e quella camicia azzurra, con la sottile cravatta rossa, accompagnata a quel completo estivo, indossato su un fisico snello e atletico, lo rendevano perfetto.
Prese dal sedile la sua ventiquattrore e si sistemò meglio gli occhiali sul naso con l’altra mano. Il brillio rosso del rubino cabochon, che ornava il grosso anello che aveva all’anulare, colpì gli occhi del guardiano sul terrazzino a destra dell’entrata.
 
– Altolà gringo!
 
L’uomo sul terrazzino gli puntava un mitra contro. Rogers sollevò sia la mano con la valigetta che l’altra.
– Sono Mister Robert Rogers amigo! Sono atteso da Don Antonio Santa Cruz!
 
Come se avesse pronunciato una parola d’ordine, l’uomo abbassò l’arma e fece un cenno con la testa a qualcuno dietro la recinsione. La pesante porta in legno si aprì automaticamente e l’ospite atteso fu immesso in un florido giardino tropicale, abbellito da fontane zampillanti.
Da come si presentava all’esterno la Residencia, non si sarebbe sospettata l’opulenta eleganza interna. Scalinate ornate da vasi ad anfora e aiuole di stupende orchidee, conducevano all’entrata della villa patronale. La veranda che dava sull’uscio era ornata da una chiomosa buganvillea fuxia-violacea.
Rogers osservò che i milioni di dollari di Don Antonio Santa Cruz, gli potessero ben permettere i servigi di abili architetti paesaggisti e di numeroso personale!
 
Uno degli addetti del padrone di casa lo introdusse nell’ampio ingresso, dicendogli di accomodarsi su una delle poltrone in vimini, Don Antonio sarebbe arrivato presto.
Rogers si guardava intorno, sapeva di essere osservato dalle telecamere. Doveva individuarle tutte e contarne il numero. L’impianto per la sicurezza era piuttosto moderno da quanto valutò, non sarebbe stato facile per lui piazzare delle cimici in punti strategici. Un piccolissimo errore gli sarebbe potuto costare la vita.
Un rumore di porta che si apriva e richiudeva, si sentì alla sua sinistra. Si voltò da quella parte, tenendo la valigetta sulle ginocchia.
Una bella donna dai lunghi capelli ondulati e neri, alta sul metro e sessanta, con le curve generose e perfettamente proporzionate, avvolte in un attillato e coloratissimo vestito floreale, dalla scollatura procace, si diresse sinuosa verso di lui. Davanti alle sue gambe, rese più affusolate dai sandali a tacco alto, camminava un bell’esemplare di leopardo, tenuto al guinzaglio dalla sua mano sinistra. La fiera mostrò i denti all’ospite, emettendo il suo profondo verso roco.
Rogers strinse la mascella ornata da una barba ben curata, provocando il guizzo di un muscolo facciale.
 
– Seňor Rogers! Benvenuto a Residencia Santa Cruz! Sono Paula Santa Cruz. Mio marito è impegnato nel suo studio, la riceverà presto! Ha paura della mia Begy?
 
La donna guardava maliziosamente il giovane avvocato, soppesando attentamente ogni dettaglio della sua persona. Rogers cercò di recitare la parte del timoroso e timido giovane assicuratore.
 
– Confesso, madam, che quel ruggito mi abbia intimorito!
 
La donna rise divertita, aprendo le labbra rosse su dei bianchissimi denti regolari.
 
– La mia “micetta” ha solo bisogno di coccole! Non riesce ad essere cattiva con un bel ragazzo!
 
Rogers capì il doppio senso celato nelle parole della donna, associate ad una movenza seducente e ad un batter di ciglia che erano una esplicita avance. Sapeva bene del fascino che esercitava sulle donne e Paula Santa Cruz, a quanto pareva, non ne era immune.
La donna si mise seduta sulla poltrona in vimini, vicina alla sua, e accavallò le gambe in modo sensuale.
 
– Mi parli un po’ di lei mentre mio marito è ancora impegnato! Mi sembra molto giovane per il ruolo che riveste! 
- Le assicuro madam che sono abbastanza vecchio per avere l’esperienza che necessita.
 
Sperò che lei cogliesse il sottointeso doppio senso di risposta al suo precedente, anche se andava a farsi friggere l’aria da timido.
Paula lo guardò di sbieco, sorridendo con la bocca tirata su un lato. Si, aveva colto il messaggio.
 
– Da dove viene Robert? Il suo accento non è tipicamente americano!
– Vero Paula! Sono Irlandese!
 
Le aveva risposto ricambiando il chiamarsi per nome. Il gioco seduttivo era già iniziato tra loro.
 
– C’ è una Seňora Rogers che l’aspetta in Irlanda?
– No, non sono sposato. Il mio lavoro mi porta in giro per il mondo fin troppo spesso per avere una donna fissa!
– Meglio una in ogni porto?
– Può darsi!
– Mia moglie le sta facendo il terzo grado Mister Rogers?
 
Don Antonio Santa Cruz era arrivato in tutta la sua possenza. Era un uomo corpulento, aveva il doppio mento e due grosse borse cadenti sotto gli occhi. I baffi spessi e ingrigiti gli contornavano la bocca, scendendo verso il mento. Rogers calcolò che avesse almeno il doppio dell’età di sua moglie e dal suo aspetto si rese conto del motivo di “bisogno di coccole” della donna. Sicuramente non era stato un matrimonio d’amore quello della bella Paula, o forse era stato solo per l’amore del portafogli rigonfio di Don Antonio!
 
– Assolutamente no Don Antonio, sua moglie è una padrona di casa molto piacevole!
 
Aveva detto le ultime parole voltandosi verso la donna che, ancora seduta, accarezzava Begy, la quale faceva le fusa come un grosso gatto.
 
– Gradisce una fresca bibita al lime Robert?
– Volentieri madam!
 
Quasi apparendo dal nulla, una cameriera si presentò al battito di mani della padrona di casa, per ricevere l’ordine. Poco dopo si ripresentò con una caraffa di bibita verdognola ghiacciata e tre grossi bicchieri di vetro colorato.
Dopo una mezzora di quegli ospitali convenevoli,  Antonio Santa Cruz condusse Rogers nel suo studio per parlare di affari.
Il giovane avvocato aveva da proporre al ricco coltivatore, una serie di formule assicurative molto convenienti …
 
– In base alla quantità di ettari delle sue coltivazioni potrà avere un utile assicurativo di elevata percentuale in caso di disastro ecologico e qualsiasi danno alle sue colture, per parassiti o altri danni esterni che potrebbero diminuire la produzione …
 
Don Antonio lo ascoltava molto attentamente, seduto dietro la sua scrivania in massiccio legno di ebano. Con i gomiti sui braccioli della sua elegante e comoda poltroncina in cuoio, teneva i polpastrelli delle due mani uniti davanti al proprio mento e continuava ad osservare il giovane avvocato, con un sorriso crescente sulle labbra. 
 
– Sei molto giovane per il lavoro che fai!
 
Ad un tratto interruppe Rogers per quell’osservazione poco consona a quanto l’assicuratore gli stava dicendo.
 
– Crede Mister Santa Cruz?
– Quanti anni hai giovanotto?
-  Presto 29! Pensa che la mia età mi renda meno credibile e affidabile?
– No! Credo che se ti hanno dato questo incarico tu sia un tipo che ci sa fare parecchio!
– La ringrazio!
- Dammi del tu e chiamami Antonio!
– Con onore!
– Puoi dirlo amigo! Non lo permetto con tanta facilità! Ma tu mi piaci parecchio! Gradisci un goccetto? Una Tequila messicana?
– Con mucho gusto Antonio!
 
Don Santa Cruz si alzò dalla sua poltrona e si diresse al carrellino poggiato al muro, dove campeggiava un grosso quadro di Fernando Botero. Per quanto poco si potesse intendere di arte, Rogers capì che quello fosse un Botero originale, ne aveva viste di opere di quel pittore al museo nazionale di Bogotà! Al di sopra notò un’altra telecamera che puntava verso la scrivania. Non avrebbe potuto piazzare la cimice sotto il bordo della scrivania, sarebbe stato visto. Si alzò per dirigersi verso il Don e passò la mano lungo il bordo della massiccia superficie di legno, aveva un’altra idea. Il padrone di casa intanto era voltato di spalle.
 
– Le tue proposte sono molto interessanti Robert! Intendo vagliarle una per una …
- Ti lascerò i vari contratti che ti ho proposto Antonio, quando avrai pensato e riflettuto potrai farmi sapere, non ho fretta! Ho diversi clienti da vedere a Bogotà nei prossimi giorni!
– Siamo distanti dalla capitale! Dove alloggi?
– Sono a Miraflores questi giorni, al Thunderbird Principal, mi trovi lì se vuoi!
– Mmm! Ti piace il lusso vedo! È un cinque stelle internazionale!
– Sono del parere che la vita vada vissuta al meglio delle possibilità!
– Il tuo compenso ti permette questo tenore di vita?
– Non quanto vorrei Antonio, ma riesco a trovare il modo per riuscirci!
 
Antonio Santa Cruz gli diede il bicchiere in mano e sorseggiò dal suo guardandolo di sottecchi. Si, il giovanotto gli sembrava “molto” sveglio e per la sua età doveva essere veramente abile se riusciva a vivere in quel modo, mantenendosi un posto di responsabilità!
 
– Vorresti guadagnare di più amigo?!
– I soldi mi piacciono Antonio! Non posso dire il contrario!
– Mi ricordi me alla tua età. Ero affamato di soldi! Mio padre era morto spezzandosi la schiena a lavorare la terra di un padrone e io giurai a mia madre e a me stesso che non avrei fatto la sua fine né io né la mia famiglia. Ho fatto di tutto per arrivare dove sono ora! Non ho guardato in faccia a nessuno. Mia moglie morì dando alla luce mio figlio … oggi avrebbe la tua età e sarebbe stato il mio braccio destro. L’avrei fatto studiare negli Stati Uniti, nella migliore Università …
 
L’uomo ingoiò un altro abbondante sorso di Tequila. Rogers vide i suoi muscoli facciali irrigidirsi, mentre il suo sguardo vagava sul muro di fronte, come se vedesse ancora la moglie e il figlio perduti. In quel momento Rogers si sentì emotivamente vicino a quell’uomo che era in realtà sotto la sua mira.
 
– Mi dispiace Antonio …
- Naah! Sono passati quasi trent’anni ormai! Non fa più male! Paula ha saputo  cancellare il dolore!
– Una donna notevole!
 - Ti piace mia moglie giovanotto?
– Una donna così bella non potrebbe non piacere Antonio.
 
Santa Cruz gli si avvicinò al viso con sguardo profondo, guardandolo negli occhi, penetrando le lenti degli occhiali cerchiati in tartaruga, come se volesse leggergli nell’anima.
 
– Se diventerai un mio fedele amico, ti tratterò come se fossi veramente mio figlio e ti farò miliardario! Tradiscimi e ti passo alla garrota con le mie mani! Paula è la cosa più importante della mia vita. È giovane … troppo giovane per un vecchio come me! Ma l’amo e non esiterei un secondo a distruggere l’uomo che le dovesse solo posare lo sguardo addosso!
– Non ti do torto Antonio! Un gioiello va custodito con la totale sicurezza. Non sono il tipo che tocca la donna di un amico!
 
Santa Cruz sorrise sotto i lunghi baffi grigi.
 
– Ora devo andare! Sarò per altri tre giorni a Miraflores, poi tornerò a Bogotà, fammi sapere … senza impegno naturalmente!
– Naturalmente!
 
Don Antonio gli aprì la porta e gli fece strada verso il corridoio.
 
– Paula il “mio” amigo sta andando via!
– Così presto? Perché non resta a pranzo con noi Robert! Ci potrebbe parlare del suo paese! Non l’ho mai visitato.
– Abbiamo un clima completamente diverso da qui, non so se le piacerebbe Paula! Grazie dell’invito comunque, ma ho affari urgenti!
– Daremo un ricevimento domani sera … cosa ne dici amore mio? Invitiamo il tuo nuovo amico? Ci saranno molte belle seňoritas! Magari qualcuna sarà di suo gusto!
– Perché no amigo! Vieni domani sera! Ti presenterò alla crema di Mesa de Yamby!
– Muchas gracias! Ci sarò! A domani sera.
 
Una guardia scortò Robert Rogers fino all’uscita della cinta muraria e gli richiuse con aria ostile il grande portone dietro. Con la sua ventiquattrore in una mano, prese con l’altra le chiavi dalla tasca della giacca e aprì automaticamente la Jeep, vi salì e ripartì a gran carriera. Sorrise ormai distante. Aveva stabilito il “contatto”!
 
***
 
– Dici che sia pulito Antonio? 
- Spero di si Paula! Potrebbe esserci veramente utile! I miei informatori non hanno trovato nulla su di lui. Vediamo se ci ha lasciato un regalino. Controlla le registrazioni, io controllo lo studio.
 
Mentre Paula eseguiva l’ordine del marito, egli si avviò velocemente nel suo studio. Esaminò il bordo della scrivania, ogni scanalatura. La poltroncina dove il giovane era stato seduto, il carrellino delle bibite, dove lo aveva visto posare il bicchiere e apparentemente in modo casuale la mano sinistra. Ogni punto in cui l’avvocato irlandese si era avvicinato fu esaminato con attenzione.
 
– Allora Antonio?
– Nessun regalino tesoro!
– Pulite anche le registrazioni! Sembra affidabile!
– Me lo dirai domani sera Paula, quanto sia affidabile! Vieni ora, andiamo a pranzo!
 
Con sguardo furbo, Paula si leccò le labbra. Non era il pranzo che stava pregustando!
 
Uscirono dalla stanza e chiusero la porta. Non fecero caso che una mano veloce, come quella di un prestigiatore, avesse inserito una microspia dietro la sottile fessura dello stipite in legno d’ebano che bordava la porta.
 
***
 
Per il ricevimento di quella sera, la Segňora Santa Cruz aveva chiamato a servire altro personale. Tutta gente conosciuta e fidata, abitante nel vecchio villaggio a ridosso della Residencia, lo stesso villaggio dove aveva avuto i natali lo  Don Antonio Santa Cruz. Rogers sapeva che l’uomo, da quando si era arricchito, non solo si era fatto costruire quella “residenza-fortezza”, aveva portato migliorie colossali al villaggio e il benessere per la sua gente. Un uomo così generoso era molto amato, ma anche molto temuto.
 
– Caro Robert! Eccovi qui finalmente!
 
La bella padrona di casa, elegantissima nel suo vestito da sera nero dotato di un lungo spacco laterale, si diresse sicura di sé, ad accoglierlo, tendendogli la mano destra. Rogers prese la mano galantemente e la portò alle labbra.
 
– I miei omaggi madam, siete bellissima ed elegante!
– Mmm! Volete adularmi Robert?
– No Paula, volevo solo evidenziare la realtà!
– Posso evidenziare anche io, mio caro, che anche voi siete particolarmente affascinante con questa mise total black?
 
 
Paula gli si era messa a braccetto e lo stava conducendo verso il punto centrale della ressa di ospiti, dove suo marito teneva banco con le sue battute spiritose.
Tra belle ragazze, donne di mezza età e uomini eleganti, tre individui erano di spalle e conversavano allegramente con il padrone di casa, mentre i camerieri passavano tra loro con i vassoi pieni di bicchieri di bibite, sia alcooliche che analcooliche.
 
– Un mojito Paula?
– Perché no Robert!
 
L’avvocato irlandese prese due bicchieri di mojito dal vassoio che il cameriere gli stava porgendo e ne offrì uno alla donna. Mentre lei sorseggiava il suo drink, Rogers si soffermò a guardarla. Era una vera bellezza latino-americana. La scollatura ad incrocio, del vestito nero che indossava, lasciava intuire che non avesse messo il reggiseno sotto l’abito, ma il seno sodo e procace, risaltava magnificamente. Le spalle erano lasciate nude dai due lembi di stoffa che, incrociandosi sul seno, finivano poi annodati dietro al collo sottile e alto. Aveva optato per un’acconciatura raccolta e gli orecchini lunghi, in oro bianco, che ne esaltavano l’eleganza del collo.
Paula, preso il primo sorso di quell’ottimo drink al lime e rum, lo guardò stendendo le labbra rosse in un sorriso smagliante. Era molto desiderabile! Rogers ne era cosciente, ma ebbe l’impressione che i suoi occhi castani non sorridessero insieme alle sue labbra. Quella donna aveva qualcosa di enigmatico e il sesto senso di Rogers gli suggeriva di stare in guardia.
 
– Venite con me da mio marito Robert, sarà contento che siete venuto!
 
Ancora con il bicchiere in una mano, Paula mise l’altra nuovamente al braccio del giovane, incamminandosi verso Don Antonio.
 
– Eccolo qua il mio giovane amigo irlandese! Stavo giusto parlando delle tue offerte ai miei amigos! Segňores vi presento il Dottor Robert Rogers!
 
Due dei tre uomini, che in precedenza aveva visto di spalle, si voltarono completamente verso di lui.
 
– Don Pedro Savillo, il mio confinante, Don Guy De Torres, mio socio e …
 
Rogers vide voltarsi lentamente il terzo uomo, il meno alto del gruppetto. La sua sorpresa fu fortunatamente celata grazie all’addestramento alla massima freddezza e distacco, ma dovette ammettere che non si sarebbe aspettato di trovare lì quell’uomo.
 
– Mister Robert French, un mio vecchio amico americano che è venuto a trovarmi con la sua bella figlia!
 
In quel momento una ragazza vivace, dai capelli color mogano, si portò al fiano del sedicente Mister French, prendendogli il braccio con ambedue le mani e stringendosi a lui con aria affettuosa.
 
– E questa è la nostra Miss Belle!
 
Padre e figlia erano vestiti elegantemente per la serata. La ragazza indossava un lungo abito di organza azzurra, un colore particolarmente intonato ai suoi occhi, e il “genitore” era in smoking nero con papillon.
 
Rogers fece un sorriso sghembo nell’allungare il braccio per dare la mano in segno di saluto ai primi due uomini e poi al terzo.
 
– Robert Rogers? Irlandese quindi!
– Si Mister French! 
- Peccato! Non mi piacciono gli irlandesi!
– Peccato veramente Mister French se avete un pregiudizio!
– Ho ricevuto un grave torto da un irlandese … difficile da dimenticare!
– Mi dispiace per lei, ma non siamo tutti uguali no?
– Questo è vero! Ma in qualche modo mio caro, lei mi fa pensare a quell’uomo!
-  Deve averle fatto veramente un grave torto allora!
– Mi ha portato via mia moglie!
 
Don Antonio aveva seguito ogni parola scambiata dai due “gringos” e a sentire che la moglie del suo amico era stata soffiata da un irlandese, lo fece guardare verso la propria, che sorrideva sfiorando con le  labbra il drink che si era portato appresso.
 
– Signori miei! Questa sera solo allegria per tutti! Lasciamo stare i brutti ricordi vecchio mio! Il nostro giovane Dottor Rogers non ha nulla a che vedere con le vostre vicende!
 
Don Antonio aveva cercato di sdrammatizzare il momento imbarazzante, dando una pacca sulla spalla ad entrambi gli uomini e poi invitandoli nuovamente a bere. I due cercarono di comportarsi in modo neutrale, ma Rogers notò che Mister French continuasse a guardarlo sospettosamente.
 
L’ Agente in incognito Killian Jones, sotto lo pseudonimo di Robert Rogers, aveva davanti a sé il Professore Robert Gold, ricercato da mesi negli Stati uniti, e la giovane studentessa sua amante Lucy Anderson.
 
“Come immaginavo nel cambiare identità si sono fatti passare per padre e figlia. Difficile crederlo con l’atteggiamento di lei nei suoi confronti! Gold non mi ha mai visto, lo so per certo. Brocowsky non ha dato le mie fotografie a Manguso, era monitorato, ma le informazioni precedenti, se Manguso gliene ha parlato, potrebbero far saltare la mia copertura. Gold sa che Kim Steward è vivo ed è un agente della D.E.A.!”
 
– Caro ragazzo! Ho letto attentamente le tue bozze di contratto!
– Bene! Vedo che ti hanno suscitato curiosità dunque!
– Infatti! Vorrei parlare con te di alcune modifiche che credo si possano portare ai contratti in relazione ai miei prodotti …
- Ne possiamo parlare quando vuoi Antonio!
– Puoi tornare domani pomeriggio? Vorrei condurti direttamente nei campi e mostrarti dal vivo la piantagione!
– Antonio, vengo con piacere anche se devo confessarti che non saprei distinguere una pianta d’insalata da un’altra! Non sono un esperto di botanica!
 
Don Antonio rise divertito.
 
– Non è necessario che tu lo sia, ho i miei agronomi e i miei botanici di fiducia, tutta gente esperta e soprattutto “fedele”.
– La fedeltà è una caratteristica essenziale per mantenere la fiducia, sono sicuro che chi lavora per te lo sia, anche la tua generosità è un incentivo!
 
Don Antonio scrutò attentamente il viso dell’irlandese. Forse aveva visto bene in lui. Era un giovane avido abbastanza da essergli fedele per un bel quantitativo di dollari? Don Antonio lo sperò, poiché quel giovane gli ispirava sentimenti di simpatia.
 
– Posso parlarti un attimo Antonio?
 
Mister French, alias Mister Gold, si era avvicinato ai due con quella richiesta al padrone di casa.
 
– Certamente amico mio, vieni nel mio studio! Con permesso giovanotto!
– Prego Antonio!
 
L’agente speciale in incognito, Killian Jones, guardò allontanarsi i due uomini, mentre Paula gli si riaccostava al fianco.
 
– Stanno per iniziare le danze Robert! Vi piace ballare?
– Se ho la compagnia di una bella dama, si Paula!
– Conoscete il Tango Argentino?
– Abbastanza!
– Allora non vi resta che cercarvi la vostra “bella dama”!
– Ho davanti la più bella della festa! Permettete che vi inviti a ballare con me?
 
Era quanto Paula stesse desiderando che lui dicesse. Rispose con un semplice sorriso ed un inclinare delicato della testa, porgendogli la mano, che lui prese conducendola al centro della pista.
Il primo ballo fu della padrona di casa che, come si conveniva, diede inizio alle danze.
Il tango è di per sé un ballo molto sensuale e il tango argentino lo è più di ogni altra variante.
I presenti assistettero alla performance del giovane Avvocato e della moglie di Don Antonio Santa Cruz. Il loro silenzio era più assordante della musica, nell’osservare le movenze sensuali della coppia. Il nome stesso del ballo, derivante dal latino tangere, implicava il contatto fisico dei corpi e quello che si osservava tra i due stava sprigionando una tale chimica, da lasciare senza fiato e accaldati gli spettatori. I bacini dei due ballerini erano uniti nei movimenti all’unisono delle loro gambe. Ruotarono l’una intorno all’altro. Lui si ritrovò dietro di lei che alzava le braccia nude verso la sua testa, mentre lui le accarezzava, riprendendole le mani e riportandola frontalmente a sé. La mano dell’uomo si muoveva lenta e carezzevole lungo il fianco e la gamba della donna, scoperta dallo spacco dell’abito, fino a prenderla sotto l’incavo del ginocchio, noncurante del sollevarsi sensuale del vestito nero, e facendola aderire maggiormente a sé. Lei rispondeva ad ogni movimento. I visi vicinissimi, con gli occhi puntati negli occhi e le labbra ad un soffio di bacio. Finì la musica del tango e nessun altro aveva preso l’iniziativa di ballare, ognuno incantato dalla sensualità magica che avevano saputo creare i due.
Si sentì un unico applauso.
 
– Molto bravi! Bravi veramente, complimenti!
 
Don Antonio era tornato, accompagnato da Mister French e si stava complimentando per la performance. Il resto dei presenti, a quel caldo consenso, fece sentire con uno scroscio di applausi anche il proprio.
Paula si sciolse dall’avvocato irlandese, lanciandogli un ultimo sorriso e si diresse a dare un bacio e un abbraccio al marito. Si avvicinò anche Rogers.
 
– Non sapevo fossi un abile tanghero  Robert!
– Non lo sapevo nemmeno io Antonio! Merito della vostra Segňora! È lei l’abile tanghera, penso che sarebbe capace di far sembrare un abile ballerino anche un manico di scopa!
 
I presenti, che avevano sentito, risero alla battuta, mentre gli altri ospiti, invogliati dal desiderio di emulare i due ballerini precedenti, iniziarono a concedersi il tango seguente.
Don Antonio riprese ad intrattenere altri ospiti, Mister French, allontanandosi, si riunì a quella che era stata presentata come sua “figlia” e Paula, con non chalance, prese per mano Rogers, conducendolo verso un magnifico angolo del giardino, dove un gioco d’acqua e alberi tropicali, creavano una zona fuori dagli sguardi degli altri ospiti. C’era un ampio dondolo in quel punto e sicuramente durante il giorno si manteneva al fresco con le fronde degli alberi. Paula invitò a sedersi Rogers e, con sua sorpresa, gli si sedette sulle ginocchia.
 
-  Ma Paula cosa st …
 
Lei gli portò le mani agli occhiali in tartaruga e glieli tolse, lasciandolo sorpreso e con un’espressione del viso decisamente preoccupata.
 
– Hai un bel viso lo sai Robert? Avrei voluto toglierti questi occhiali da ieri, è un peccato coprire questi lapislazzuli!
– Sei gentile Paula, ma non credo che dovremmo star …
- Stai zitto Robert!
 
Dandogli quell’ordine categorico, la donna si avventò vorace sulle sua labbra, avvicinandosi con il seno al suo petto e trattenendo la testa di lui con le mani.  Nonostante il desiderio di approfondire quel bacio, da parte della donna, e l’iniziale ricambiare di Rogers, questi ad un certo punto le prese le mani e la staccò da sé.
 
– No Paula! Non è né il momento né il luogo!
– Dimmi dove e quando e io verrò da te!
– Paula io non posso!
– Perché non puoi? Non ti piaccio?
– Sei bellissima, te l’ho già detto! Ma sei la moglie di un mio amico!
– Gli voglio bene, ma non ho quello di cui ho bisogno con lui! 
- Quell’uomo ti ama! Ti fa vivere nel lusso! Cosa non ti da di cui hai bisogno?!
– Due braccia forti e giovani, un corpo come il tuo, così tonico e muscoloso, i tuoi occhi  …
 
Paula stava percorrendo con le mani il torace di Rogers e lui non poteva nascondere che qualche brivido glielo provocasse veramente.
 
– Ti desidero Robert! Voglio che tu sia mio!
 
Con un colpo di reni Rogers si rimise in piedi e riportò in piedi anche la donna.
 
– Non tradisco un amico con la sua donna! Per quanto bella e sexy essa sia! In un altro frangente non avrei avuto nessuno scrupolo. Tu sei tutto ciò che di più importante lui abbia! Non posso fargli una cosa del genere! Perdonami Paula e comprendimi!
 
Dette quelle ultime parole Rogers si riprese gli occhiali posati sul sedile del dondolo, li rimise e si allontanò, tornando verso il resto degli invitati. Paula, con un certo rammarico, lo guadò allontanarsi contro luce. Sorrise tra sé. Il Dottor Robert Rogers aveva “superato la prova”. Antonio avrebbe potuto fidarsi di lui!
La donna rimase ancora un attimo lì, tra le fronde della vegetazione. Osservò sparire tra gli ospiti Rogers. Si portò le dita alle labbra, come a voler risentire il contatto precedente e si passò la lingua su di esse, assaporando ancora la traccia di lime e Rum che aveva condiviso con il giovane.
 
“Avrai pur superato la prova Robert e mio marito ne sarà contento! Ma io ho deciso che sarai comunque mio!”
 
Con un sorriso sensuale ed ironico sul viso, la Segňora Santa Cruz si lisciò felinamente i fianchi, riordinando il vestito che indossava, poi, come se nulla fosse accaduto,  seguì i passi dell’Irlandese, tornando al centro del ricevimento. Incrociò lo sguardo di suo marito e l’occhiata che gli  rinviò fu il tacito segnale che il suo esperimento avesse avuto buon esito. Vide il suo attempato consorte sorridere soddisfatto. Si guardò intorno tra gli ospiti a cercare l’alta ed elegante figura di Rogers. Lo vide che conversava amabilmente con una graziosa segňorita. La ragazza pendeva dalle sue labbra, ammaliata dal suo bel viso. Paula ne provò uno spontaneo fastidio e preferì voltarsi per prestare attenzione alla moglie di Don Savillo, che intenzionata a scambiare due chiacchiere, si stava dirigendo verso di lei con il suo passo sbilenco e la sua mole di grasso tremulante sotto il vestito di seta nera, cucito su misura per lei.
 
– Paula cara! Un ricevimento veramente ben riuscito!
– Grazie Consuelo …
- Ma quel bel giovanotto che sta parlando con la mia Pepita è da molto che frequenta la tua casa?
– No, non è molto …
- Un giovane veramente affascinante e pare interessato alla mia bambina!
– Non mi da questa impressione Consuelo! Sta facendo due chiacchiere come ha fatto con altre segňoritas! È un uomo d’affari molto impegnato, non ha tempo per flirtare!
– Se lo dici tu!
 
Paula aveva risposto con un tono piuttosto acido alla Segňora Consuelo Savillo, infastidita dal possibile interesse che Rogers potesse avere per Pepita e dagli sguardi che molte delle donne presenti riservavano al suo aitante ospite.
Consuelo si allontanò ballonzolando verso un’altra ospite sua conoscente, mentre Paula prendeva un altro drink dal vassoio che le porgeva uno dei camerieri.
Ad un certo punto le si avvicinò uno dei paramilitari di suo marito, che per l’occasione aveva tolto la mimetica per indossare un completo scuro, più adatto alla serata.
 
 
Rogers continuava a sorridere e a conversare con Miss Pepa Savillo, ma non aveva mai distolto l’attenzione da ciò che lo circondava, specialmente da Don Antonio Santa Cruz e sua moglie. Vide uno degli uomini della sicurezza avvicinarsi alla donna e parlarle sommessamente, poi  lei lo seguì velocemente, assentandosi dalla festa senza dire nulla a nessuno.
 
“Che sta succedendo ora?”
 
Killian Jones era troppo osservatore ed esperto per non capire che stesse capitando qualcosa di importante per la sua missione. Doveva fare in modo di scoprire cosa.
La giovane Pepa Savillo gli stava raccontando della sua esperienza universitaria negli States in quel momento, ma lui la dovette interrompere bruscamente con una scusa e gentilmente si accomiatò da lei, lasciandola piuttosto delusa.
Mescolandosi tra gli ospiti, riuscì a giungere lungo la grande piscina dalle acque illuminate da varie luci, poste sui muri interni della vasca. Aveva visto Paula dirigersi da quella parte e, camminando con calma, evitando di sembrare eccessivamente troppo guardingo agli occhi delle telecamere, sparse in vari punti, si inoltrò nelle zone buie, tra il fitto delle piante tropicali, rendendosi invisibile grazie al suo abbigliamento integralmente nero.
Quando sentì la voce di Paula, capì di essere giunto. Spostando le fronde della pianta dietro la quale si era nascosto, vide la schiena nuda della padrona di casa, il suo collo proteso in avanti, mentre sovrastava qualcuno inginocchiato per terra. Vicino alla Santa Cruz c’era l’uomo che l’aveva chiamata.
 
– Sei una piccola idiota Eloise! Sai bene che non devi venire qui e ti sei presentata in pieno ricevimento!
– Segňora Paula mi perdoni! Sono disperata, non so più come provvedere a mia figlia da quando Raimundo è morto!
– Il tuo uomo era più idiota di te! Ha pagato la sua stupidità! Quella roba la doveva vendere non prenderla!
– La prego Segňora! Mi faccia parlare con Don Antonio!
– Per dirgli cosa?!
– Che mi faccia lavorare ancora per lui! La prego ho bisogno di soldi! La mia bambina oggi non ha mangiato! Non l’avrei disturbata se non fossi in queste condizioni!
– Non puoi parlare con mio marito! Non sei nemmeno gravida! Non sei utilizzabile!
– Farò tutto quello che mi chiederete!
– Sei pelle e ossa, nemmeno i tuoi muscoli possiamo usare!
– La prego Segňora, abbia pietà! Non per me ma per la mia bambina, ha appena un anno d’età è troppo piccola per stare giorni senza cibo!
– Se vuoi elemosina da me non ne avrai!
 
Con quel tono aspro Paula prese con una mano il mento della ragazza e lo sollevò. Killian, grazie ad un minimo di luce che colpì la giovane nello spostarsi della Segňora, vide il viso emaciato, ma dai tratti regolari e gradevoli della poveretta. Era veramente pelle ed ossa, aveva i capelli lunghi e di un biondo ramato, con alcune trecce disordinate tra di essi. Le sue condizioni erano pietose, anche l’abito che indossava era trasandato e sporco, di due o tre taglie più grande del necessario, dalla poca luce sembrava essere di un colore rossiccio e sicuramente aveva vissuto, come chi lo stava indossando, periodi migliori.
 
– Hai un bel visetto Eloise! Anche se hai poca carne addosso lo troverai qualche cliente interessato, in fin dei conti quello che interessa agli uomini è di divertirsi! Magari qualcuno ti ingravida e ci tornerai utile. Ora fila via di qui!
 
Con una spinta al viso, Paula la fece ricadere indietro. L’agente Killian Jones, dal suo nascondiglio stava ribollendo di rabbia nel vedere quel trattamento a quella povera disgraziata che a malapena si reggeva sulle gambe.
 
– Segňora la prego! Almeno un po’ di cibo!
 
La ragazza si era aggrappata alle gambe di Paula con la speranza per quell’ultima richiesta.
 
– Sudicia sgualdrina! Toglimi le mani di dosso che mi sporchi il vestito!
 
In un rapido movimento Paula si liberò dalla presa della ragazza e le assestò un calcio nello stomaco. Quella si piegò su se stessa con un lamento di dolore.
 
– Gomez! Buttala fuori di qui! Non farti più vedere a casa mia o tua figlia diventerà il pasto per la mia Begy, sono sicura che gradirebbe carne tenera, ma ti garantisco che si accontenterebbe anche della tua!
 
Mentre l’uomo, che l’aveva chiamata, prendeva per un braccio Eloise, trascinandola per terra senza alcuna gentilezza, Paula ruotò sui suoi tacchi per tornare dagli ospiti.
La stessa luce che aveva illuminato poco prima Eloise, illuminò il suo volto.
 
Schiacciato contro le piante tropicali, senza fiatare né muoversi, per non dar segnali della sua presenza, Killian vide l’espressione dura e crudele che si rifletteva su quel viso che fino a poco prima aveva trovato attraente. Dopo aver visto come si era comportata con quella giovane madre abbandonata a se stessa, per Killian aveva perso qualsiasi attrattiva. Ora sapeva quale potesse essere la pericolosità che aveva intuito dietro il suo sguardo, non sapeva ancora, però, che potesse essere anche peggio di così!
 
***
 
La serata era finita e Killian Jones, tornato a Miraflores, si chiuse dietro la porta della stanza d’albergo che condivideva con uno dei suoi agenti di origine messicana.
Manuel Parilla era seduto al piccolo scrittoio messo a disposizione nella stanza e sollevò gli occhi dallo schermo del portatile.
 
– Ciao Capo! Bella seratina?
– Lascia perdere Manuelito!
 
Il giovane agente rise ironico.
 
– Hai seguito la registrazione del microchip che ho messo ieri nello studio?
– Si Capitano! Ottimo lavoro! Si sente forte e chiaro!
 
Killian sorrise compiaciuto, quel microchip era una sua invenzione, non si trovava in commercio, l’aveva ideato per la sua Squadra Speciale, come altri piccoli oggetti molto utili. Si tolse il grosso anello che indossava all’anulare destro.
Facendo una leggera pressione in due punti precisi della montatura del rubino, ottenne la sua apertura, mettendo in mostra un piccolo vano segreto. Quell’anello gli era caro, non solo per il costo, lo era perché gli ricordava il momento in cui aveva fatto realizzare la Fenice per Emma. Lo stesso gioielliere aveva realizzato contemporaneamente quell’anello di cui Killian  aveva progettato il modello e il meccanismo d’apertura.
 
– Sono riuscito a piazzarne un’altra questa sera …
- Bene, l’attivo immediatamente!
 
Mentre Manuel digitava i comandi per l’attivazione sul potente computer, Captain Hook tirò fuori da una bustina di plastica altri due micochips che introdusse nel vano dell’anello.
 
– Domani Santa Cruz mi porterà a vedere le sue piantagioni, spero che si fidi abbastanza da portarmi alla piantagione di Coca. Vedrò di piazzarne una in uno dei capannoni che abbiamo visto con il satellite!  
 
Sistemate le due microspie nell’anello, si tolse gli occhiali con la montatura in tartaruga. Con un movimento deciso staccò l’asta destra dalla cerniera inserita nel musetto e la passò a Manuel.
 
-  Inserisci la pendrive nel PC, ho scattato interessanti fotografie questa sera. Ho avuto diverse sorprese …
 
Manuel prese l’asta degli occhiali, che altro non era che un dispositivo USB, che collegato agli occhiali, dotati di una microcamera, poteva immagazzinare le foto scattate con la leggera pressione del ponte dell’occhiale o con il semplice tocco dell’asta opposta.
 
– Wow Capo! Questa si che è una bella inquadratura!
– Quale?
 
Killian si affacciò sul monitor e gli si parò davanti il primo piano delle procaci tette di Paula Santa Cruz.
 
– Credo sia la foto migliore della serata Rogers! Eri parecchio vicino, direi che ci stavi dentro con il naso!
– Finiscila Manuel! Non l’ho scattata io quella foto!
 
Manuel ridacchio.
 
– Si certo! Dicono tutti così!
– Si tratta di un selfie involontario! Paula Santa Cruz mi ha tolto gli occhiali e inconsapevolmente ha schiacciato il punto di scatto!
– Come , come?! Che stavate combinando voi due?! È praticamente appiccicata a te per la vicinanza!
– Lascia perdere Manuelito! Poco importa!
– Dai Capo! Una cosina piccante ci sta bene no? Hai provato a sedurla?
– A parte il fatto che è lei che ha provato a sedurmi, cerca di andare avanti! Nelle foto si dovrebbero vedere chiaramente anche Robert Gold e Lucy Aderson!
– Por Dios! Erano lì anche loro?!
– Si amigo! Gold ha chiesto a Santa Cruz di potergli parlare in privato e sono andati nello studio.
– Quindi il tizio che ho sentito parlare con il Don è Gold?
– Esatto Manuel!
– Ha detto cose parecchio interessanti! Ma se penso che sia lui, ora credo lo siano anche di più!
 
Digitando velocemente, Manuel ripropose la registrazione della conversazione avvenuta tra i due uomini.
 
---0---
 
Si sentì la porta dello studio aprirsi con la chiave e i due uomini entrare. Probabilmente non si erano neppure seduti. La prima voce che si sentì, Killian la riconobbe immediatamente come quella di Don Antonio.
 
– Allora vecchio mio? Di cosa dovevi parlarmi con tanta fretta?! Parti domani pomeriggio per Santo Domingo, non potevi aspettare che finisse la festa?
– Mi sembra chiaro di no Antonio! Ti fidi di quell’uomo?
– Chi? L’irlandese?
– Chi altri?!
– Ho fatto controllare le sue credenziali quando mi ha cercato e sono pulite!
– Antonio spero tu abbia ragione e che non ti stia facendo infinocchiare!  La D.E.A. ci sta alle calcagna ormai! Manguso è stato arrestato e io sono latitante da un pezzo. Se non fossi scappato con Belle a Santo Domingo non avrei potuto continuare con i nostri affari! Si è scatenata una guerra tra cartelli a Boston e dietro c’è stato un faccendiere irlandese che sapevo ucciso dai nostri rivali!
– Quindi?
– Antonio datti una svegliata! Stai invecchiando! Era una montatura! Il giovane avvocato irlandese che faceva consulenza ai cartelli, faceva il doppio gioco ed era una talpa della D.E.A. Il suo nome era Kim Steward, ma non è detto che sia il suo vero nome.
– Ma è morto no?
– Questo è il punto! Manguso, grazie alla nostra talpa nella Polizia, è venuto a sapere che è vivo e vegeto! Aveva contattato mia moglie,  con una delle sue messe in scena e ne era diventato l’amante! In questo modo le ha carpito chissà quante informazioni!
– Come sai queste cose?
– Mia moglie è scappata dopo la morte di Steward ed io ho trovato un diario dove scriveva di lui! Se ci penso, ancora avrei voglia di strangolarla con le mie mani!
– Hai trovato anche sue fotografie?
– Noo! Ma lo descriveva come un bel ragazzo bruno, irlandese, avvocato e consulente finanziario … senti, non farmi ricordare le smielate romanticherie di mia moglie o vomito! Comunque un quadro che mi ricorda questo Robert Rogers!
 
Per un po’ si sentì il silenzio pesare nella stanza. Antonio Santa Cruz stava di sicuro riflettendo su quanto Gold gli aveva appena raccontato.
 
– Quindi questo Agente della D.E.A. è ancora vivo e potrebbe essere lui … Sarebbe un peccato! Mi piace quel ragazzo!
– Da quando ti fanno sangue i bei ragazzi Antonio?
 
Gold aveva ridacchiato con una risata da folletto maligno!
 
– Non dire cazzate! Mi è piaciuto nel suo modo di fare, mi ha esposto le proposte in modo brillante … è un giovanotto in gamba e le sue credenziali sono pulite!
– Antonio vai cauto! La D.E.A. ha agenti scelti molto in gamba e creare delle coperture, in collaborazione con la C.I.A, è una sua prerogativa! Mettilo alla prova!
– Non ha piazzato cimici in questa stanza né altrove! Questa sera mia moglie lo metterà alla prova in altri modi!
 
Si sentì nuovamente la risata di Gold.
 
– Vuoi mettere la paglia vicino al fuoco Antonio? Tua moglie è giovane e bella e lui farebbe capitolare qualsiasi donna! La mia era una moglie fedele e succube, non ci ha messo molto per abbindolarla!
– Ora mi stai rompendo veramente le bolas amigo! Mia moglie sarà pure giovane e bella, ma non è una donna repressa! Mi è fedele e il nostro sodalizio va oltre l’amore!
– Scusami Antonio! Ma ho il dente avvelenato per quello che è successo!
– Per questo ti sei portato dietro quella ragazzina? Avevi bisogno di consolarti? Non me la dai a bere! Quella non è tua figlia!
 
Gold ridacchiò lascivo questa volta.
 
– Beh che dirti! Per consolarmi lo sa fare bene! Non mi vorrai giudicare proprio tu che ti sei sposato con una donna che veramente potrebbe essere tua figlia!
– No! Non sono tipo che giudica! Non mi riguarda chi ti porti a letto! Mi interessa solo degli affari che abbiamo in corso!
– Ecco! Questo è un buon argomento! Come sta andando la produzione?
– La produzione va a gonfie vele, potrei dire mai andata meglio! Il cartello di Madellin e Calì presto saranno solo una leggenda rispetto al cartello de Mesa De Yamby!
– Vuoi eguagliare Escobar e El Chapo?
– Eguagliare? No amigo! Io voglio superarli! Loro ormai sono morti, il loro impero è stato sbriciolato dagli antinarcotrafficanti. La D.E.A. degli States e quei pochi imbecilli rimasti puliti del Governo ne hanno decretato la fine! Ormai a Medellin e Cali c’è poca roba! I messicani la stanno facendo da padroni e il mio commercio con loro sta andando benissimo, grazie al mio “geniale chimico”!
– Me lo devi far conoscere prima o poi Antonio! Da quando lavora per te hai triplicato la produzione!
– Si, ma in questo periodo sta migliorando la qualità tagliandola con l’Oppio!
– Antonio, cosa ti importa della qualità! Mica la devi prendere tu no? L’importante è averne abbastanza per saziare gli imbecilli che ne fanno uso!
– Non possiamo rischiare di ammazzare tutti i nostri consumatori tagliando la cocaina con l’arsenico o con il talco! Quella porcheria va bene per i tossici che possono darci fastidio! I peggio sono gli spacciatori che la usano! Non sono affidabili sotto gli effetti della roba e ci possono combinare un sacco di guai. Guarda Raimundo cosa ha combinato! Stava per mandare all’aria un’intera partita, ma il Dottore gli ha rifilato una dose all’arsenico. Ha fatto la fine del topo!
 
Si sentì ridere ambedue gli uomini. Killian ricollegò a quanto avesse detto la giovane Eloise, Raimundo era il suo uomo! Era stato ucciso da una dose letale datagli per impedirgli di parlare evidentemente!
 
– A causa di quell’idiota di Raimundo ho perso la fiducia dei Cinesi! Tra due mesi avrei ottenuto un nuovo carico di oppio, fresco fresco da Hong Kong, invece il Taipan Li Yu Wong mi ha risposto con un bello sberleffo!
– Questa non ci voleva Antonio! Almeno il carico di aprile per il Messico e Santo Domingo partiranno come previsto?
– Quello si! Gli amici degli States ci hanno messo a disposizione un sottomarino dismesso! Fortuna che qualche amico della Marina ha saputo come riciclare quel  “ferro vecchio”! Come al solito la carretta dei miei amici pescatori arriverà all’appuntamento con il sottomarino e quello seguirà due itinerari, Messico e Repubblica Dominicana. Sai quale è il tuo compito amigo!
– Si non ti preoccupare! A Santo Domingo ho una rete formidabile!
– Hai un’altra incombenza Robert!
– Cosa vuoi Antonio?!
– Devi farti un viaggetto in Cina! Devi convincere Li Yu Wong a riprendere il commercio con noi! Senza Oppio, niente qualità e ci perdiamo i clienti migliori!
– Hai ragione Antonio, ma prima di novembre 2009 non potrò organizzarmi!
– Vedi come puoi fare! Mi piacerebbe festeggiare il prossimo Natale con una bella pista bianca e tu e la tua ragazzina siete invitati. Pensi sia disponibile per un festino con l’orgia? Sempre se ti va di condividerla con gli altri amigos!
– La mia ragazza non ha mai partecipato  a questa esperienza, ma non mi ci vorrà molto per convincerla e poi di guardarla insieme ad un altro non l’ho ancora sperimentato!
– Potrebbe piacerti! A me piace guardare Paula! Se l’irlandese si manterrà fedele, magari glielo regalo per Natale!
 
Killian e Manuel li sentirono esplodere in una fragorosa risata e di seguito sentirono che riaprivano e chiudevano la porta dello studio per tornare alla festa. Sottofondo si udiva la musica del tango che in quel momento stavano ballando la padrona di casa e l’ospite irlandese.
---o---
 
– Wow Rogers! Santa Cruz ti offrirebbe a sua moglie come regalino di Natale! Con quelle tette vorrei essere io il suo regalino!
 
Killian alzò gli occhi al cielo. Manuel era un ottimo agente, l’aveva reclutato lui stesso per le sue capacità di tecnico informatico ed elettronico, lo chiamava direttamente con il nome di copertura, sapendo di lui solo il nome in codice: Captain Hook.
 
– Manuelito! Hai sentito solo quest’ultima parte della conversazione?
– No Capo! Qui c’è un sacco di materiale per arrestare tutti e due questi bastardi!
– Verissimo! Ma ci precluderemmo di fare la pesca più grossa!
– Vuoi dire che l’azione si sposterà in Cina come supponevi?
– Direi proprio di si amico mio!
– Allora userai la mia vecchia compagna di corso!
– Esattamente! Dovrò inventarmi la giusta copertura per me e Mulan Ciang!
– Mulan ne sarà felice! So che aveva compilato il questionario per la “Squadra di Captain Hook”!
 
Manuel non poteva sapere che Mulan fosse già stata reclutata da Captain Hook e si stesse occupando della donna che lui amava, ma in fin dei conti Killian preferiva non dire tutto ai suoi uomini, la mano destra non sapeva mai cosa stesse facendo la sinistra, con lui.
 
– Devi fare una piccola indagine pe me Manuel …
- Cosa?
– Mentre ero alla festa ho assistito a qualcosa che vorrei indagare meglio … Informati su una donna, una ragazza sui 26 anni, si chiama Eloise …
- Il cognome?
– Non ne ho idea! So che è la compagna di quel Raimundo che è stato fatto fuori dal “Chimico” di Santa Cruz! Credo viva o lì al villaggio o a Miraflores, non dovrebbe essere difficile trovarla. Sicuramente è stata usata per il trasporto di cocaina mentre era incinta. So che ha una bambina di un anno e Paula Santa Cruz la rimproverava di non essere gravida per poterla usare nuovamente!
– Schifosi! Le avranno fatto ingoiare degli ovuli imbottiti di roba sapendo che non sarebbe passata ai raggi x per la gravidanza!
– Sicuramente Manuel! Lei ci potrà dire come funziona al dettaglio quest’altro tipo di smercio …
 
Un ulteriore sguardo d’intesa tra i due uomini e poi Killian Jones decise che era ora di andare a dormire. Il giorno seguente avrebbe fatto visita nuovamente ai Santa Cruz. Doveva essere molto attento. Gold aveva messo la pulce nell’orecchio al Boss di Mesa De Yamby ….
 
 
Angolo dell’autrice
 
Salve a tutti e buone vacanze a chi sta preparando la valigia o già si sta rilassando in un bel posticino.
Ho saltato una settimana ma spero ne sia valsa la pena. Il capitolo è interamente dedicato alle avventure dell’agente sotto copertura Captain Hook e si dipana contemporaneamente a quando Emma stava vivendo nel capitolo precedente. Mentre Emma sta diventando recluta dell’F.B.I., il suo innamorato si trova in Colombia, nel covo di un Boss del narcotraffico. Ho immaginato Antonio Santa Cruz con il volto dello scomparso attore Anthony Quinn, chi non lo conosce lo può cercare su internet nelle immagini in cui è più anziano. Paula Santa Cruz immaginatela con il viso della bella attrice spagnola Penelope Cruz.
Nonostante le vacanze, spero che riusciate, tra una nuotata e una dormita, a leggere e a commentare. Un grazie a chi lo farà e un grazie ai miei nuovi recensori che timidamente si sono affacciati a lasciarmi il loro gradito commento.
Un bacio e alla prossima settimana.
Lara
 
 
 

 
 
 
   
 
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