Fumetti/Cartoni americani > Teen Titans
Segui la storia  |       
Autore: Pmaradona10    18/07/2018    1 recensioni
La magia è sempre stata una componente importante della vita dei Teen Titans e soprattutto della vita di Raven. Quando però Trigon, il malefico padre di Raven, decide di tentare di impossessarsi di nuovo della ragazza, essa capisce che non riuscirà a sconfiggerlo contando solo sull'aiuto dei suoi amici. Basterà l'aiuto del più grande mago del mondo per sconfiggere uno dei demoni più potenti in assoluto? I Titans ce la faranno ugualmente a batterlo anche dopo il loro scioglimento e riusciranno a collaborare con alcune tra le più potenti entità magiche del mondo, senza lasciarsi condizionare dai travagli interiori di queste ultime e aiutandosi reciprocamente come una vera squadra, superando le apparenti ostilità?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Raven, Robin, Sorpresa, Trigon, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Londra. Un mese dopo.

-Proseguono incessanti i lavori di ricostruzione del centro di Metropolis, ad ormai quasi trenta giorni dalla sua parziale distruzione ad opera di un essere alieno non ancora bene identificato, ma che è stato prontamente sconfitto dalla squadra di eroi nota ai molti come i “Teen Titans”-

-Affanculo ‘ste stronzate. Frank, puoi spegnere la tv per piacere? O almeno leva la BBC, perché dicono solo cazzate-

John Constantine era tornato alla sua solita vita di tutti i giorni, la “fottuta vita londinese”, come amava definirla. E in quel momento era nel bel mezzo di una delle sue interminabili serate, che egli amava trascorrere con un whiskey e molte birre. Con lui, come sempre, c’era Chas Chandler.

-Allora, John, non mi hai fatto sapere più niente di come è andata quella faccenda con Zatanna e quella ragazza americana…-
-Vuoi davvero saperlo?- chiese annoiato il mago biondo, finendo di bere l’ultimo goccio della sua birra
-Beh certo!- rispose entusiasta Chas
-Allora offri tu la prossima birra. Per me una Guinness, prego-

Dopo aver fatto cenno al barista, Chas avvicinò il suo sgabello a quello dell’amico e con una gomitata lo invitò a parlare

-Beh Chas, alla fine quella ragazza non era una semplice ragazza, ma la figlia di un demone ultradimensionale. Simpatico vero? Visto che suo padre stava cercando di venire nella nostra dimensione facendo pressione nella sua mente, abbiamo prima provato ad esorcizzarla alla vecchia maniera, ma poi, fallito il nostro piano, abbiamo dovuto combattere quel demone bastardo una volta venuto sulla terra-
-Ed ha quasi distrutto Metropolis? E fatto centinaia di migliaia di vittime?-
-Abbassa quella cazzo di voce, coglione!-
-Scusa, John. Ho capito che questa storia ti rende nervoso, se non ti va di parlarne non ti preoccupare-
-Non è tanto per la storia in sé, ma per la questione di Zatanna. Le avevo chiesto di raccontare una cazzata ai membri della Justice League, una volta arrivati sul posto, giusto per rimanere pulito da tutta quella faccenda, capito? Non volevo che mi rompessero il cazzo nell’interrogarmi riguardo tutte le vittime e il modo in cui avevo sconfitto il demone- rispose Constantine portandosi alla bocca la bottiglia di birra appena consegnatagli dal barista
-E quindi?- chiese comprensivo Chas, posando una mano sulla spalla dell’amico
-E quindi niente, non la sento da un mese, proprio da quella famosa giornata. Quindi non so neanche cosa abbia detto a quelli della League. Ma tutto sommato, chi se ne fotte. Meglio non saperlo, meglio abituarsi già da ora a quello che farò quando deciderò di ritirarmi, ovvero passare giornate intere al bar- disse abbassando lo sguardo e facendo un altro sorso della sua birra
-Vabbè dai ma che vuol dire? Non puoi telefonarla? Hai il suo numero di telefono? Qualcosa per rintracciarla? Del resto, non è stata la tua fidanzata?- chiese propositivo Chas, bevendo anch’egli
-Sì, ce l’ho, ma non è questo il punto. Sai qual è? E’ che le avevo finalmente chiesto di andare a vivere insieme, ma lei mi aveva risposto in maniera abbastanza vaga. Quindi mi aspettavo io una cazzo di telefonata. Già il fatto che non si sia fatta sentire lo prendo come un rifiuto-
-E che cazzo te ne fotte, John! Tieni a lei o no? Chiamala tu! Chiediglielo di nuovo- lo incitò nuovamente Chas
-Sai bene che non lo farò. Del resto, io sono sempre John Constantine, sono destinato ad essere solo. E alla fine saremo solo io e te, ad essere ancora in vita- disse amaramente John Constantine, guardando fisso negli occhi del tassista
-Già- disse malinconico Chas, chinando il capo e abbassando lo sguardo, in modo da non incrociare quello dell’amico
-Una bottiglia di Johnnie, Frank. Pago io- aggiunse poi Chas, per spezzare quell’imbarazzante e fin troppo triste silenzio che si era creato tra i due

Finita la bottiglia del superalcolico e giunte ormai le tre del mattino, i due amici furono costretti a lasciare il bar.

-Mi sento proprio di merda, Chas, in tutti i sensi-
-Devi vomitare?- chiese l’amico, cingendo il braccio di Constantine sulle sue spalle
-No, quello no, ma non so se ce la faccio a tornare a casa-
-Ti accompagno io, a piedi piano piano ce la faremo. Neanche io sono in condizione di guidare il taxi-
-Grazie amico, ma… cosa dirà tua moglie?-
-Che vada a farsi fottere. Stasera tornare a casa in orario non era la mia priorità-
-Sei il mio migliore amico, Chas, spero tu lo sappia-

Arrivati all’appartamento di John Constantine, Chas aiutò il mago ad aprire la porta e poi si congedò da egli, con un caloroso abbraccio. Questo era il massimo che un uomo come Chas Chandler potesse fare.

Entrato nel suo appartamento, John Constantine fece per recarsi in bagno, ma qualcos’altro catturò invece la sua attenzione.

-Ciao, John- disse Zatanna, seduta ai piedi del letto del mago. La maga si alzò e si pose in piedi di fronte al biondo
-Zatanna Zatara, a cosa devo l’onore?- chiese Constantine, fingendo quanto più possibile indifferenza
-Sei mezzo ubriaco, John, non cercare di mostrare quella sicurezza che al momento non hai-
-E va bene, Zee, come mai sei qui?-
-Niente di speciale, passavo di qua e…-
-Passavi di qua da San Francisco? Non quadra, in questa stanza l’aria è molto rarefatta, il che indica che è appena stato usato un incantesimo di teletrasporto- la interruppe l’inglese, fingendo dubbiosità
-Spiegami una cosa: come fai a mantenere una certa lucidità pur essendo ubriaco? Io non ci riuscirei mai- disse provocatoriamente la maga, facendo un giro attorno al corpo dell’uomo, con una mano posata sulla sua spalla
-Se non ne fossi capace, non sarei John Constantine- rispose con decisione l’esorcista, sedendosi su una poltrona
-Complimenti: sei capace di fare ciò, ma non di telefonarmi- disse ancora la maga ponendosi ancora una volta statuaria davanti al biondo
-Telefonarti? Perché mai avrei dovuto telefonarti?- chiese con incertezza Constantine, il quale, sentendosi profondamente a disagio, decise di alzarsi in piedi, annullando la differenza di altezza con Zatanna
-Ah non lo so vedi tu… forse per sapere cosa io avessi detto a Batman riguardo la faccenda di Metropolis?-
-Beh chi se ne frega di quello, l’importante è che sia filato tutto liscio, con Trigon sconfitto e noi vittoriosi-
-Tutto liscio un cazzo, John, ci sono stati più di cinquantamila morti! Più dell’11 settembre! Quasi come l’attacco di Zod! Ti rendi conto?- esclamò, profondamente alterata, Zatanna
-Zee, come puoi giudicarmi dopo tutto quello che ho fatto! Avrei potuto fregarmene di tutto e basta, tanto Superman e gli altri sarebbero arrivati da un momento all’altro. E invcece mi sono messo in gioco, ho messo in gioco la mia stessa vita, dannazione!- rispose a tono il mago inglese, con la voce resa tremolante dall’alcool

Finita la sfuriata dell’uomo, Zatanna non poté fare altro che sollevare il cilindro e sistemarsi i capelli sotto di esso, con lo sguardo chino.

-E comunque… cosa hai detto a Bats e gli altri?- aggiunse il mago, addolcendo il tono
-Allora vedi che ti importa saperlo? Quando si tratta di faccende tue personali, John, il tuo interesse sale alle stelle!- commentò la mora, risistemandosi il cilindro sul capo e guardando il biondo a testa alta
-Beh ora che sei qui… tanto vale saperlo-
Zatanna lo guardò con un sorriso provocatorio.
-Gli ho detto che è intervenuto lo spettro a fermare Trigon, il tutto tramite una mia intercessione, ma ho detto a mia volta a Superman di non rivelare ai media che in realtà Metropolis era stata attaccata da un demone, ma da un semplice alieno-
-Ecco perché tutto il merito è andato ai Teen Titans-
-Già. Cosa ci vuoi fare, John, la riconoscenza della Justice League è andata ad un entità che non si manifesta ormai da anni e quella di tutta la Terra ad un gruppo di adolescenti. Zatanna Zatara e John Constantine dovranno accontentarsi delle briciole- scherzò Zatanna sedendosi sulla poltrona e accavallando le gambe
-Ti sbagli. John Constantine dovrà accontentarsi delle briciole, tu almeno sei famosa, scommetto che quando giri per strada molti ti chiedono l’autografo o una foto. Io invece quando giro per strada al massimo posso incontrare il barista e il tabaccaio incazzati perché gli devo dei soldi- disse, ridendo, il mago, sedendosi ai piedi del letto
-Già, a proposito del barista, John… stasera mi sembra che tu abbia alzato un po’ troppo il gomito, addirittura Chas ti ha dovuto accompagnare fino alla porta. Il motivo?- chiese la maga con il cappello tra le mani, giocherellandoci
-No, in realtà mi stava aiutando ad aprire la porta, come ben sai la serratura è difettosa e ci vuole più di un uomo per aprirla, quindi…- disse velocemente Constantine, con lo sguardo fisso sulle gambe della donna, coperte dalle immancabili calze a rete
-Davvero? E allora vorresti farmi credere di non aver bevuto?-
-Non voglio fartelo credere, è la verità!-
Zatanna sollevò un sopracciglio, sfidando Constantine con lo sguardo.
-D’accordo… ho bevuto, lo ammetto, ma niente di che- disse il mago sollevando le braccia per discolparsi
-Ah niente di che, solo una quindicina di birre e una bottiglia da un litro e mezzo di Johnnie Walker Blue Label- disse Zatanna sorridendo maliziosa
-Beh, potevi dirmelo che c’eri anche tu in quel bar, non c’è bisogno che mi faccia sentire in colpa per non averti offerto niente. Comunque, come mai sei a Londra? Hai uno spettacolo in qualche locale?- sbottò seccato Constantine
-John, ma che cazzo dici? Spero per te che tu sia ironico, se giusto prima hai scoperto il mio incantesimo di teletrasporto! Mi sbagliavo riguardo la tua abilità di reggere l’alcool…-
-Di certo non ti sbagliavi riguardo la mia incapacità di fare una cazzo di telefonata- commentò abbattuto il mago
-Quello è poco ma sicuro, così come è indubbio il fatto che tu non ci abbia mai saputo fare con gli esseri umani in generale-
-Che ci vuoi fare, io sono quello che alla fine di ogni storia rimane sempre da solo. Ma è proprio questo ciò che mi dà la forza di andare avanti-  sbottò il mago estraendo dalla tasca sinistra dei suoi pantaloni il pacchetto di sigarette
 
-Allora? Invece di autocommiserarti, mi vuoi spiegare bene a cosa è stata dovuta la tua sbronza?-  commentò stufa la maga osservando severamente John Constantine accendersi la sigaretta
-Perché? Credi forse di essere collegata alla mia sbronza?- disse il mago sbuffando fumo
-Togli pure il “forse”, Constantine, ma certo che sono collegata ad essa, idiota! Anzi, ne sono la causa! Invece di tracannare tutto quell’alcool avresti potuto chiamarmi e basta e dirmi una cazzata del tipo “Ehi, Z! Molla quel tuo cesso di casa a San Francisco e vieni a Londra!”. Ti sembra tanto difficile?- rispose la maga roteando gli occhi
-E tu come...?- chiese timidamente il biondo
-Praticavamo il tantra, ricordi? Siamo connessi mentalmente, quindi quando qualche ora fa ho sentito un forte mal di testa ho subito capito che qualcuno doveva starmi pensando. E quel qualcuno non potevi che essere tu, John- rispose la maga, indicando l’uomo con il dito indice, sormontato dal sempre presente guanto bianco

Il mago finse stupore

-E che cazzo John, è da mezz’ora che cerco di fartelo capire, ma tu tergiversi sempre!-
-Beh, d’accordo, mi hai fottuto, ma vuoi sapere la verità sul perché non ti ho contattata?-
Zatanna fece una smorfia di curiosità che spinse il mago inglese a continuare.
-Avevo, ehm, paura che tu mi mandassi a fanculo. Ricordi cosa mi dicesti alla festa dei Titans?- disse a bassa voce l’uomo
-Alla festa dei Titans? John, ma per caso ricordi qualcosa di quella sera? Perché in caso affermativo meriti un applauso. Dai, dico sul serio, ricordi quanto bevemmo?-
-Beh, Z, ti assicuro che quelle sera deludesti molte delle mie speranze- disse il mago fumando e abbozzando un mezzo sorriso

-Allora dimentica qualsiasi cosa ti abbia detto quella sera. In compenso però, ricordo cosa dicesti tu prima della festa-
-Davvero?-
-Sì, mi facesti promettere che ci saremmo fumati una Silk Cut assieme. E, se non ricordo male, non ho mantenuto la promessa-
-Beh, che ci vuoi fare- commentò il mago, aspirando intensamente l’ultimo tiro dalla sua sigaretta, con lo sguardo fisso su di essa
-John?- chiamò la maga, dolcemente
Il mago roteò le pupille verso la donna, con ancora la sigaretta tra le labbra
-Non espirare- aggiunse
In una frazione di secondo Zatanna fu su di lui, con entrambe le mani affondate nei suoi capelli, baciandolo intensamente e togliendogli letteralmente il respiro.
-Promessa mantenuta- disse la maga espirando fumo





ANGOLO DELL'AUTORE
Ciao a tutti, come avrete capito, la storia è ormai giunta al termine e questo è uno degli epiloghi che pubblicherò per chiarire meglio alcune situazioni lasciate irrisolte nel corso della vicenda, come ad esempio le relazioni dei vari personaggi. Insomma, se volete saperne di più, continuate a seguirmi!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Teen Titans / Vai alla pagina dell'autore: Pmaradona10