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Autore: Clan della rosa    19/07/2018    1 recensioni
Hi guys!
Primo accesso come “ Il Clan della Rosa” e prima storia sulle nostre tartarughe ninja!
Siamo nella città di New York, tutto sembra filare per il verso giusto: le tartarughe sono riuscite a fermare i loschi piani del Clan del Piede e finalmente, dopo un lungo tempo, con Shredder fuori dai piedi, possono godersi un momento di tranquillità conducendo le loro vite come normali ragazzi di 20’anni.
Troppo bello vero? Infatti sono qui a posta per stravolgere ancora una volta il destino dei nostri mutanti!
Le cose tra April e Donatello si incrineranno vertiginosamente a seguito di una rivelazione inaspettata.
Michelangelo scoprirà il mondo dell’autolesionismo a seguito di un incidente costato la vita ad una persona a lui molto cara
Leonardo capirà che, nonostante Shredder sia fuori dai giochi, non tutto è finito, ancora una volta, qualcuno si celerà nell’ombra tramando oscuri piani ( No! Non sono io!)
Casey rivelerà un segreto a Raffaello capace, in poco tempo, di impossessarsi di anima, mente e corpo della tartaruga dalla fascia rossa.
Un ultima cosa? A New York arriverà una squadra di ginnaste per l’annuale competizione regionale, tra di loro vi è una ragazza, il suo nome?Leggete e scopritelo!
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Erano al'incirca le 8 e mezza della sera ed April stava per terminare i propri preparativi: finì indossando una collanina con un piccolo ciondolo a forma di tartaruga (strano vero?). Una volta terminata l’opera si osservò allo specchio per essere sicura che ogni cosa fosse al posto giusto; per l’occasione aveva scelto dei jeans chiari, molto aderenti, strappati sulle ginocchia e un maglietta grigia con una scollatura a cuore, anche questa, aderente sui fianchi. Si piaceva, si sentiva bella.
Legò i capelli in uno chignon e mise un po’ di mascara sugli occhi. Prese il suo piccolo zainetto ed uscì.
Camminò per un paio di minuti prima di arrivare in un piccolo parchetto con delle altalene e qualche panchina sparsa qua e là. Ovviamente, qualunque cosa non fosse Central Park, non aveva un filo d’erba e quel parchetto non faceva eccezione. Invece di un bel manto erboso aveva un cupo strato di cemento.
Guardò l’ora nel suo telefonino: indicava le 8:45. Sospirò. Donatello sarebbe arrivato tra pochi minuti.
Per ingannare l’attesa decise di camminare attorno al “parchetto d’asfalto”; quando ebbe completato il 3° giro sentì dei gridolini non poco distanti da dove si trovava. Decise di seguirli e una volta trovato un posticino dove potersi nascondere osservò la scena che le si presentava davanti. Aveva pensato a molte cose sentendo quelle urla, perfino che il Clan del piede fosse tornato… ma questo? No, andava decisamente fuori dai propri schemi
Poco distante da lei c’erano due ragazze, molto belle dovette ammettere, la prima più alta della seconda, aveva dei lunghi capelli biondi quasi bianchi, per quando riguardava l’altra ragazza… era certa di averla già vista da qualche parte ma momentaneamente non ricordava dove.
April sobbalzò quando un gruppo di ragazzine si avvinò alle due: in mezzo al caos creatosi in pochissimo tempo, la ragazza tentò di percepire alcune frasi ma capì solo “Autografo” “Idolo” e “ginnaste”
I pensieri della ragazza si bloccarono quando una mano si poggiò delicatamente sulla sua spalla. April sobbalzò ed estrasse il ventaglio che portava sempre con se e minuziosamente nascosto sotto agli abiti.
Quando i suoi occhi castani riconobbero quelli ambrati di Donatello, April abbassò l’arma scusandosi.
-Devo dire che i tuoi riflessi sono notevolmente migliorati, April-
La ragazza visibilmente imbarazzata pronunciò un timido “grazie”
L’attenzione di Donatello si spostò poi sull’abbigliamento della ragazza e arrossì


-Emh… devo dire… che… sei..-
Altre urla
-Ma che succede qui?-
-Era quello che stavo cercando di capire… da quello che ho sentito quelle due fanno parte di una squadra di ginnaste, sono arrivate ieri mattina per la competizione di domani-


Donnie osservò meglio la scena
-Da quel gruppo di ragazzine indemoniate si può dire che sono abbastanza popolari… quelle due…-
April non parlò, si limitò ad osservare la scena.
I due come si fossero dimenticati del perché fossero li, insieme, da soli, alle 9.00 di sera, cominciarono a fare ipotesi sulle ragazze
-Per me, hanno vinto qualcosa di importante e ora sono l’idolo delle ragazzine-
-Secondo me, invece, hanno salvato qualcuno grazie alla loro agilità nella ginnastica artistica-
Scoppiarono a ridere e solo allora April si strinse a Donnie in un abbraccio che non aveva affatto i caratteri della semplice amicizia.
Si staccarono  di qualche centimetro, Donnie portò un ciuffo di capelli dietro l'orecchio destro della ragazza e la baciò.
Era una bacio tenue e dolce.
Quando si staccarono i due sorridere, ma in quella sera si poteva fare di tutto tranne che godersi il momento, infatti, le due ragazze cominciarono a correre e con l’agilità di un gatto riuscirono a saltare in uno dei tetti, proprio vicino alla coppia.
-Donnie non devono vederti! Nascondiamoci, veloce!-
 
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- Oh andiamo! Cos’è quel muso lungo? Stiamo per uscire e divertirci non sei contenta? Finalmente vedrò qualcosa di diverso dalle solite parallele-
Dominik era sempre stata un ragazza solare, nei molti anni di amicizia, Lidia non aveva mai visto, una singola nota di tristezza sul suo volto, aveva sempre il sorriso sulle labbra anche quando le cose sembravano prendere una brutta piega, lei non si scoraggiava. Cadeva e si rialzava sempre, non permetteva che niente e nessuno riuscisse a sconfiggerla. Lidia ammirava la sua forza d’animo.
Era la sua ancora nei momenti di tristezza e lei, momenti bui ne aveva passati molti. A volte invidiava la sua amica, anche lei voleva essere forte, anche lei voleva essere una roccia, anche lei voleva avere il sorriso sulle labbra ma da molto tempo quel sorriso era sparito.
-Si… certo… molto felice…-
Dominik non fece caso alla battuta ironica di Lidia e continuò a vestirsi. Una volta finito trascinò la sua amica alla porta ed uscirono.
Camminarono per pochi metri quando in lontananza videro un piccolo locale da dove proveniva della musica.
-Andiamo li! C’è musica e scommetto che servono il tuo cocktail preferito!-


Lidia non ebbe il tempo di rispondere che Dominik era già lontana. Una volta arrivate, trovarono posto in un piccolo tavolino all’esterno. Lidia frugò nella sua borsa e ne tirò fuori un pacchetto di sigarette
-E quello cos’è?-
-Come se non avessi mai visto una sigaretta in tutta la tua vita-
-Ma certo che l’ho vista, quello che voglio dire è…-
-Fumo? Si. Perché? Mi piace, una sigaretta ogni tanto non fa male a nessuno-
Dominik stava per controbattere quando arrivò il barista, la ragazza ordinò per entrambe. Solo quando se ne fu andato riprese
-Lidia, non puoi permetterti il vizio di fumare… sei una ginnasta-
-Si e bla bla bla, Dominik è solo una sigaretta…-
Una volta arrivati i cocktails le ragazze bevvero un lungo sorso, se ne stettero per dieci minuti buoni senza proferire parole. Poi Lidia decise di rompere il silenzio
-Hai paura per domani?-

Dominik bevve l’ultimo sorso poi immerse i propri occhi smeraldo in quelli zaffiro dell’amica
-No, solo un po’ d’agitazione, penso sia normale. Comunque vada sono già felice di essere arrivata fino a qui-
Rivolse un sorriso sincero e questa volta Lidia lo ricambiò davvero
-E tu? Hai paura?-
Lidia non fece in tempo a rispondere che un gruppetto di ragazzine si avvicinarono a loro urlando
-Ahhhhh! Voi siete Lidia e Dominik! In persona? Oh mio dio! Questo è il giorno più bello della mia vita!-
Le due ragazze si guardarono sbigottite, è vero erano molto famose nel mondo della ginnastica artistica… ma così? Entrambe erano visibilmente sorprese
Le ragazze accettarono di firmare alcuni autografi ma quando videro che la situazione stava per prendere una brutta piega lasciarono il denaro per pagare i cocktails sul tavolo e se ne andarono, prima camminando lentamente poi correndo


-Mi dispiace scappare così, ma seriamente? Voglio dire… no!-
Lidia rise, si guardò indietro e notò con suo rammarico che le ragazzine le stavano ancora inseguendo.
Svoltarono l’angolo e videro appoggiate ad un muro delle impalcazioni in acciaio relativamente recenti, visto che ai lati vi erano ancora dei secchi di pittura bianca. Le due si scambiarono uno sguardo d’intesa, si diressero sicure verso quelle aste e con un salto iniziarono ad usarle come fossero delle normali parallele.
In pochissimo tempo si trovarono in cima ad un tetto, lontano da quelle ragazzine assatanate.
Dominik sentì un rumore alle sue spalle, si voltò ma con sua grande sorpresa non vide nessuno, anche Lidia l’aveva sentito, inizio a camminare e dopo pochi passi pestò qualcosa, spostò di poco il piede e sotto alla suola notò una piccola collanina con un tartaruga in miniatura.
Alzò la collanina per mostrarla a Dominik che fece spallucce.
Intanto, in un angolo coperto dall’ombra una ragazza e un mutante rimanevano in silenzio, April guardò la sua collanina con un po’ di tristezza
-Mi dispiace Donnie- sussurrò
Donatello la strinse tra le braccia e le diede un bacio sulla fronte
-Non ti preoccupare, ne comprerò un’altra-
 
 
   
 
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