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Autore: heliodor    19/07/2018    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Il nemico del mio nemico
 
"Tre settimane" disse Bryce entrando nella sala a passo di marcia. "Dovevamo restare qui per tre giorni e invece sono già passate tre settimane."
Elvana, seduta sulla comoda poltrona imbottita, emise un grugnito. "Almeno non possiamo lamentarci dell'ospitalità. I malinor ci trattano come ospiti di riguardo."
"Io direi più prigionieri, di riguardo" disse Bato.
"Tieni a freno la lingua, tu" disse Elvana con tono di rimprovero.
"Dico solo quello che penso."
"Tienitelo per te" disse Elvana dura. "Queste vecchie mura potrebbero avere occhi e orecchie."
"Stai dicendo che ci spiano?" chiese Bato allarmato.
Elvana scrollò le spalle. "Come faccio a saperlo? La vista speciale non può vedere oltre le mura. Potrebbero esserci dei passaggi segreti che non conosciamo."
"Nessuno vi sta spiando, ve lo posso assicurare" disse Bardhian arrivando in quel momento
E con lui c'era Vyncent.
"Dov'eravate finiti voi due?" chiese Bryce. "Stavo per venirvi a cercare."
"Ci allenavamo" disse Vyncent. "E voi dovreste fare lo stesso per passare il tempo."
Bryce non aveva voglia di allenarsi né di perdere altro tempo. Voleva andare via da Malinor e cercare Malag e sua sorella. "Tuo padre si è deciso a darmi udienza?"
Bardhian arrossì. "Non so ancora niente a riguardo."
"Insisti" disse Elvana. "Finché non ci dirà che cosa vuole immagino che non ci lascerà partire."
"Le strade sono pericolose..." disse Bardhian.
Elvana scattò in piedi. "Anche noi" disse in tono minaccioso.
Bato impallidì. "Hai appena detto che le mura..."
"Agli inferi questo dannato posto" esclamò Elvana. "Andiamo via e basta. È chiaro che re Alion non vuole ascoltarci."
Bryce stava per dirle che aveva ragione, quando nella sala fece il suo ingresso Klarisa. Tutti, Bardhian compreso, le rivolsero un'occhiata ostile.
"Ho interrotto qualcosa? Una discussione familiare?" fece la donna con tono ironico. "Se è così posso ripassare più tardi."
"Non hai interrotto niente" disse Bryce. "Ci stavamo solo chiedendo quando re Alion ci accorderà un'udienza."
"Presto" disse Klarisa.
"Per voi quando è presto?" chiese Elvana.
Bryce le scoccò un'occhiataccia.
"Presto" ripeté Klarisa. "Ma ora sei desiderata da Mire, principessa Bryce."
"Mire?"
"La consigliera vuole parlarti. In privato" disse la donna.
Bryce annuì. "Dille che ci andrò presto."
Klarisa ghignò. "Come vuoi."
"Aspetta" disse Vyncent.
Klarisa si voltò. "C'è altro?"
"Di' alla consigliera Mire che Bryce verrà oggi stesso."
Bryce fece per protestare ma lui le fece cenno di tacere.
Klarisa annuì. "Come vuoi, ma cercate di mettervi d'accordo sui chi ha il comando del vostro piccolo gruppo" disse con tono ironico.
Quando ebbe lasciato la stanza, Bryce prese da parte Vyncent. "Che ti prende? Devo essere solo io a parlare o non rispetteranno la mia autorità."
"Devi meritartela l'autorità" disse Vyncent.
"Vuoi metterla in dubbio? Vuoi tu il comando? Credi che re Alion ti riceverebbe?"
"No, ma inimicarci l'unico possibile alleato a Malinor non ci gioverà" disse Vyncent.
Bryce sentì il risentimento e la rabbia scemare. "Hai ragione. Ho reagito senza pensarci. Mire non si mai dimostrata ostile."
"So che avete parlato a lungo nei giorni scorsi" disse Vyncent.
Bryce annuì. "Mire mi sembra preoccupata e vuole che ce ne andiamo il prima possibile. Nemmeno a lei piace il comportamento del re."
"Se vuole che ce ne andiamo perché dovremmo considerarla un'alleata?" chiese Elvana.
Bryce guardò Bardhian. "Che cosa sai di lei?"
"È la consigliera di mio padre, ma non ho idea di cosa si dicano in privato. È una persona molto riservata e non viene certo a confidarsi con me."
"Ma che tipo di persona è? Questo almeno lo saprai" insistette Bryce.
Bardhian arrossì. "È fedele. E gode della fiducia indiscussa di mio padre."
"Allora perché vuole che ce ne andiamo, mentre il re ci sta trattenendo in città?" si chiese Elvana.
"Lo scoprirò" disse Bryce.
 
Mire la convocò nel tardo pomeriggio, dopo il pranzo che Bryce consumò in privato come era solita fare.
Due valletti la condussero allo studio della consigliera, chiuso da una pesante porta di legno decorata con fregi d'oro e argento.
Dopo essere stata annunciata, Bryce poté entrare nello studio. Oltre a una biblioteca fornita di centinaia di volumi, vi era una grande mappa del continente vecchio appesa al muro. Malinor, notò, era contrassegnata da una stella dorata mentre tutte le altre città da una d'argento.
Mire l'attendeva in piedi di fronte alla grande finestra che dava sul parco che circondava il castello.
"Come stai?" le chiese.
"Bene, come al solito. Mai stata meglio come in queste settimane" disse Bryce con tono polemico. "Volevi parlarmi?"
Mire annuì. "So che sei arrabbiata con Alion."
"Io non..."
"Non c'è bisogno di usare mezze parole, Bryce di Valonde" disse la consigliera. "So che il carattere del re è incostante e capriccioso, irruento e collerico a volte, ma col tempo ho imparato a controllare il flusso di quel fiume in piena che è Alion."
Era la prima volta che la sentiva parlare in questi termini del re.
Se davvero ci stanno spiando, pensò Bryce, ci cacceremo nei guai. Tutte e due.
Invece annuì. "Mi stai dicendo cose che so già. Dimmi qualcosa che non conosco."
Gli occhi di Mire evitarono i suoi. "La tempesta tanto temuta sta per arrivare" disse la donna.
"A cosa ti riferisci? Malag?"
"Nazedir è stata attaccata dalle forze di Rancey" disse la donna. "O almeno così dicono le voci che abbiamo raccolto."
Rancey, pensò Bryce. Era lui che aveva cercato di rapire Joyce. Doveva sapere dove si trovava. Per un attimo fu tentata di uscire di corsa e mettersi in viaggio per Nazedir.
"Abbiamo anche saputo che è morto" proseguì Mire.
"Hanno visto il cadavere?"
"Dicono che sia rimasto sepolto sotto le macerie di un tempio, durante una battaglia" disse Mire. "Altre voci parlando di una strega rossa che lo avrebbe affrontato e ucciso in duello."
"Ci sono almeno due streghe con questo soprannome nell'esercito dell'alleanza" disse Bryce. "E sono certa che nessuna delle due sia stata a Nazedir."
"Lo so anche io, ma questo dicono le voci. La cosa buffa è che si parla di una strega rossa anche a Mar Qwara."
Quella storia l'aveva sentita anche Bryce. Ne avevano parlato dei soldati che aveva ascoltato una sera.
"Non può essere un caso" pensò a voce alta.
"Lo penso anche io" disse Mire. "E mi piace pensare che abbiamo un alleato che si sta dando da fare dove l'alleanza non è ancora arrivata."
"Anche a me."
"Ma per il momento dobbiamo concentrarci sulle cose importanti. Come ti dicevo, Malag è arrivato ai nostri confini."
Bryce sentì la tensione salire. "Ha attaccato uno degli avamposti di Malinor?"
"No" si affrettò a dire Mire. "Ed è questa la notizia peggiore. Sembra che stia puntando verso la città di Orfar. Di questo passo la cingerà d'assedio tra un paio di settimane al massimo."
"Non la conosco" disse Bryce. C'erano tante città indipendenti che formavano regni piccoli e piccolissimi ed era impossibile ricordarli tutti.
"Ti faccio vedere." Mire si avvicinò alla mappa e indicò un punto a oriente di Malinor, seguendo col dito una strada che da questa portava a una città indicata da una scritta in argento. "Questa è Orfar." C'erano altre città a breve distanza. "È la capitale di una federazione più grande formata da nove città indipendenti, ma se cadrà, tutte le altre la seguiranno. È un regno piccolo, ma importante."
"Re Alion che vuole fare? È un'occasione unica per attaccare Malag e sconfiggerlo. Ho visto che le armate di Malinor si stanno radunando e anche gli alleati..."
"Il re non muoverà un dito per salvare Orfar" disse Mire abbassando gli occhi. "Se potesse, ne accelererebbe la caduta."
Bryce sgranò gli occhi. "Che stai dicendo? Non capisco."
Mire sospirò. "La storia del continente vecchio è molto più antica del vostro e così anche le rivalità sono molto più profonde e radicate. Anche di fronte a una minaccia così grave come Malag i governanti di questi antichi regni non riescono ad andare oltre il loro retaggio. Le tradizioni contano molto per noi. Orfar è stata sempre una rivale di Malinor. Per secoli, se non millenni, le due città si sono combattute per il controllo delle vallate che le separano."
"Ma adesso c'è la pace, no?"
"Essere in pace non vuol dire essere amici" disse Mire. "Devi capire che non è facile convincere queste persone a collaborare dopo tanti secoli di ostilità.
"Sono certa che se il re di Orfar chiedesse l'aiuto di Malinor, re Alion non potrebbe tirarsi indietro."
"Ho i miei dubbi, ma il punto è che la regina di Orfar, Skeli, non ha chiesto aiuto a Malinor e non lo farà, se la conosco bene."
"È assurdo" disse Bryce. Non riusciva a credere alle sue orecchie. Persino Ninghotris e Londolin avevano messo da parte la loro storica rivalità per lottare unite contro Malag.
"Come ti ho detto, il continente vecchio è molto più antico. Non so se Skeli pensi davvero di riuscire a respingere da sola l'attacco di Malag, ma una cosa è certa: se fallirà, l'intera federazione cadrà nelle mani dell'orda e per Malinor le cose si faranno più dure."
"Il re sa di questa situazione?"
"Ovviamente sì" disse Mire. "Ne è consapevole."
"Allora deve fare qualcosa" disse Bryce.
"Ho provato a convincerlo a fare un primo passo verso Skeli, a inviarle un messaggio di distensione, ma è stato inutile."
"Voglio parlargli io" disse Bryce.
"Non credo che tu o qualcun altro possa riuscire a smuoverlo dai suoi convincimenti."
"Ho il dovere di provarci" disse Bryce. "Io sono parte dell'alleanza e parlo a nome suo." Le mostrò il sigillo di Taloras che Vyncent le aveva affidato.
Mire lo soppesò con attenzione. "È un semplice pezzo di metallo. Non penso che funzionerà, ma puoi provarci."
"Vuoi dire che mi farai avere un'udienza?"
"Gli chiederò se può accordartela, ma non ti assicuro niente" disse la consigliera.
"Ti ringrazio."
Le ore e i giorni successivi trascorsero senza che niente accadesse. Bryce divenne sempre più inquieta e si sentiva di cattivo umore.
Aveva spiegato la situazione agli altri subito dopo il discorso con Mire, cercando aiuto e consiglio dagli amici.
"Agli inferi questo maledetto posto" aveva detto Elvana. "Prendiamo le nostre cose e andiamo a Orfar da soli."
"Per fare cosa?" aveva domandato Vyncent.
"Hai dimenticato che siamo qui per uccidere Malag?" aveva fatto lei a muso duro.
"Come potrei, visto che lo ripetete almeno due vote in ogni frase?" Vyncent si era alzato ed era andato alla finestra. "Non è pensabile affrontare Malag da soli. Per quanto Bryce sia forte, non può vincere questa guerra da sola. Ci servono alleati. Ci serve l'aiuto di re Alion."
"Se lui non vuole darci un esercito" aveva detto Bryce fissando un punto davanti al suo naso. "Forse la regina Skeli lo farà."
"Orfar non è Malinor" aveva ribattuto Vyncent.
"Orfar è comunque meglio di niente" aveva replicato Bryce.
Poi era arrivato un valletto. Re Alion acconsentiva a un'udienza per quella sera stessa.
Bryce si preparò restando chiusa nella sua stanza. Pensò a diversi discorsi da fare al re, ma in realtà non aveva idea di cosa aspettarsi. Re Alion, al di fuori delle regole imposte dall'etichetta, in quelle settimane era stato impenetrabile. Non aveva idea di quale fosse la sua agenda politica, ma sentiva che l'avrebbe scoperta a quell'udienza.
Fu Klarisa a prelevarla e portarla fino allo studio del re.
La stanza era riccamente decorata con arazzi e affreschi, disponeva di una grande biblioteca con numerosi scaffali e un ampio tavolo rettangolare al cui capo sedeva il re in una sedia intarsiata nel legno massiccio.
Era lì che il re l'attendeva, seduto e sorridente. "Benvenuta" disse accogliendola con un gesto ampio del braccio.
Bryce sedette alla sua sinistra e Klarisa prese posto di fronte a lei.
"Credevo fosse un'udienza privata" disse cercando di non lasciar trapelare troppo il suo fastidio per quella presenza.
"Klarisa è la mia seconda consigliera di maggior fiducia" disse re Alion. "Tutto quello che diremo in questa stanza non uscirà da qui, puoi starne certa."
Klarisa si limitò a sorridere e chinare la testa con un gesto educato. "Puoi fidarti di noi, Bryce di Valonde."
Chissà perché, ma di te non riesco proprio a fidarmi, si disse Bryce. Annuì con un leggero movimento della testa.
"Hai chiesto con tale insistenza di parlare con me" disse re Alion. "Adesso siamo qui. Avanti, Bryce di Valonde. Ti ascolto."
"Andrò subito al punto, maestà" disse Bryce con tono deciso. "È tuo dovere aiutare Orfar."
Re Alion sembrò sorpreso. "La regina Skeli non mi ha inviato alcuna richiesta di soccorso. Quindi immagino che ritenga di non averne bisogno."
"Quello che voi o la regina ritenete non ha alcuna importanza."
"Attenta a come parli, straniera" disse Klarisa.
Bryce la ignorò. "Non è un caso che Malag abbia deciso di attaccare Orfar e la sua federazione."
"Ovvio" disse Klarisa. "Gli orfar sono deboli e poco inclini alla guerra."
"L'arcistregone sa che siete nemici e intende sfruttare questa cosa a suo vantaggio" disse Bryce. "Conquisterà la federazione di Orfar e poi la userà come base per attaccare Malinor."
"Lo sappiamo" disse re Alion.
Bryce lo fissò negli occhi. "E nonostante questo non hai alcuna intenzione di aiutare la regina Skeli? Una vittoria contro Malag..."
"Malag è stato sopravvalutato" disse re Alion. "Malinor da sola può gestire questo malfattore in maniera più efficace di una grande alleanza."
"Ma il nostro esercito è pari al vostro, se non superiore" disse Bryce.
"Può darsi, ma è composto da tante parti che non sempre collaborano tra di loro. Klarisa, per favore mostra alla principessa Bryce l'ultimo dispaccio che ci è arrivato."
Di che dispaccio parla?, si chiese Bryce. C'è qualcosa che non so?
Klarisa prese una pergamena e la porse a Bryce. Non aveva sigilli e non era firmata. "Che significa?"
"Sono le ultime notizie sull'esercito dell'alleanza" disse re Alion. "Tuo padre è approdato con ottocento navi a Odasunde."
Odasunde, pensò Bryce. Era mille miglia a nord di Malinor, tra Berger e Azgamoor, se non ricordava male.
"E per quanto riguarda le forze di Taloras che erano partite prima" disse Klarisa. "Una tempesta le ha sorprese due settimane fa al largo della Costa di Fuoco. Pare che due terzi delle navi siano andate disperse o affondate. Una vera disgrazia."
"Ci vorranno settimane prima che riescano a riorganizzasi" disse re Alion.
Taloras aveva duecento navi, ricordò Bryce. Quasi un quinto della loro forza totale. Era più di una disgrazia. Era una vera e propria tragedia.
"Io non ero informata" disse Bryce incredula.
"Ora lo sei" fece Klarisa soddisfatta.
"Come vedi, resta solo Malinor a dover sopportare il peso della guerra" disse re Alion. "So che hai il sigillo dei Taloras con te, ma con la flotta affondata e le forze disperse, vale meno di niente. Non vedo perché dovrei assoggettarmi al volere dell'alleanza, visto che non può fornirmi alcun tipo di aiuto e supporto."
La mente di Bryce era in tumulto. "Ma resta il fatto che Malag è un pericolo imminente per Malinor. Se non farai niente..."
"Chi ti dice che io non stia facendo niente?" disse re Alion alzando la voce. "Ho convocato i miei alleati e loro hanno risposto inviando le armate che avevo chiesto. Un esercito di trecentomila soldati e diecimila tra streghe e stregoni si prepara a marciare contro l'armata di Malag. È il più potente esercito che sia mai stato messo in campo negli ultimi dieci secoli, a voler dare fede alle antiche cronache."
"La gloriosa armata di re Alion Terzo" disse Klarisa.
Re Alion le sorrise di rimando. "Io preferisco la gloriosa armata di Malinor."
Quale umiltà, pensò Bryce. "Quando la guerra è iniziata" disse scegliendo con cura le parole. "Pensavamo di avere un vantaggio schiacciante sull'arcistregone, proprio come ne sei convinto adesso tu. Mio padre e i decani dei circoli del grande continente pensavano di risolvere la guerra in poche settimane, se non giorni. Eppure a distanza di mesi siamo ancora qui a discutere su come evitare che Malag rada al suolo le nostre città."
"Malinor non è l'alleanza e io non sono tuo padre" disse re Alion con tono duro.
"Credi di essere migliore di lui?" chiese Bryce.
"Che sfacciata" esclamò Klarisa.
Re Alion le rivolse un'occhiataccia.
"L'hai sentita anche tu" disse la donna. "Si ritiene migliore di noi."
"Combattiamo Malag da più tempo" disse Bryce.
"I nostri avi combatterono contro Malag un secolo fa" disse Klarisa. "E lo sconfissero."
"Anche i miei" ribatté Bryce. "E sul fatto che sia stato davvero sconfitto, ho i miei dubbi." Quello era un mistero che nemmeno lei era stata in grado di svelare. Le cronache dicevano che Malag era stato ucciso da Bellir in un duello finale, ma questo non spiegava il ritorno dell'arcistregone. Nessuno poteva tornare dalla morte, eppure lui c'era riuscito.
Klarisa sbuffò infastidita. Bryce capì che quella era una battaglia che non poteva vincere. "Re Alion, mi serve una tua risposta adesso. Combatterai contro Malag al fianco degli Orfar?"
"Non lo ritengo necessario né utile" disse il re. "Ritengo che sia più saggio e prudente per Malinor conservare le proprie forze per una battaglia risolutiva contro l'arcistregone. Ma quando questa verrà combattuta, dove e con quali forze, saremo noi a deciderlo."
"O Malag" disse Bryce.
Klarisa balzò in piedi. "Avevo sentito dire che eri una impertinente, ma questo è troppo."
Re Alion fece cenno alla figlia di sedersi. "La principessa Bryce è abituata così. Non darle colpe che non ha. D'altronde, lei crede di essere la strega suprema."
Stavolta fu Bryce ad alzarsi. "Col vostro permesso" disse.
Non attese una risposta per lasciare la stanza.
Fuori dallo studio trovò ad attenderla Ronnet. Il ragazzo sostava nel corridoio, la schiena appoggiata al muro e le braccia incrociate sul petto.
Bryce tentò di ignorarlo, ma lui si staccò dal muro ed esibì un largo ghigno.
"La vostra discussione è stata un fallimento, vero?"
Bryce distolse lo sguardo. "Mi spiate?"
"Qui tutti spiano tutti, Bryce di Valonde. Ma io posso aiutarti."
Bryce si fece attenta.
"Non tutti la pensiamo come mio padre. Molti pensano che lui voglia prendersi tutta la gloria per la sconfitta di Malag."
"E allora?"
"Forse so come aiutarti."

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