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Autore: GazettE_no_Aijin    07/07/2009    3 recensioni
La gelosia è un mostro dagli occhi verdi che schernisce la carne di cui si nutre (W. Shakespeare). "Perchè la gelosia deve legarsi così tanto all'amore?"
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aoi, Reita
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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d&c

titolo: Distress and Coma

autore: GazettE_no_Aijin

genere: triste, sentimentale, malinconico

avvertimenti: slash, OOC probabilmente

Sono le 3.44 del mattino e sto ancora fissando fuori dalla finestra.

E’ ancora buio, e fuori non c’è praticamente nessuno, ovviamente.

Ma non c’era verso che riuscissi a dormire, forse per il mal di testa che l’aspirina non ha tolto per niente, o forse perché fa troppo male sapere che non ci sei.

Aspetto di vedere l’alba.

Voglio tornare a vedere l’alba dopo tutto il buio.

Voglio vedere il sole sorgere ancora e portarsi via questa inutile tristezza, e questi inutili ricordi.

Anche se in fondo lo so che non se ne andranno.

Sono le 3.50 del mattino e non c’è nessun motivo per cui qualcuno stia bussando alla mia porta.

Non so chi sia, ma non ho alcuna voglia di aprire.

E’ molto meglio rimanere qui, a guardare lo stesso immobile paesaggio da ore, e aspettare.

Ma la mia attesa è interrotta anche dal suono del telefono. Rispondo senza neanche guardare chi è, pur di far smettere la fastidiosa suoneria che non concilia per niente il mio mal di testa.

“apri, ti prego”

“che cavolo vuoi reita?”

Inutile dire che sei l’ultima persona che vorrei in casa mia.

“scusarmi prima di tutto…e poi…ho dimenticato qualcosa da te…”

“non mi risulta ci sia niente di tuo qui in giro, e le scuse non mi servono a nulla, quindi sparisci!”

“no, davvero…c’è qualcosa…e dovrei assolutamente riprenderla”

Giro rapidamente gli occhi intorno alla stanza, cercando qualcosa che potrebbe essere suo prima di aprirgli.

Non ha lasciato niente qui.

Non mi sembra ci sia niente, eppure mi rimane il dubbio che mi sia sfuggito qualcosa.

E io non voglio che ci sia assolutamente nulla di suo in casa mia.

Nulla a parte me.

Non c’è nulla di suo se non quello che rimane del mio cuore in pezzi.

Quello sarà suo per sempre.

Attacco il telefono nervoso, e mi decido finalmente ad aprire la porta con sguardo irritato “ e va bene, ma muoviti che ho da fare”

“nessuno può avere qualcosa da fare alle 4 del mattino Aoi!”

“io si! Quindi vedi di andartene presto!”

Si avvia velocemente in camera da letto, come se davvero ci fosse qualcosa che ha perso lì.

Mi passa per la mente che forse potrebbe essergli scivolato via un anello o qualcosa di simile, e che forse sta cercando quello, ma c’è una parte di me che sa che non ha lasciato nulla.

Si è portato via tutto.

Tutto anche di me.

La mia anima, il mio cuore in pezzi.

Potevi portarti via anche questo stupido sentimento.

Potevi portarti via l’amore che provo per te.

A me non serve se non posso avere te.

Quando qualche minuto dopo ricompari in salotto, improvvisamente lo sento.

Fa male rivederti qui, esattamente come ieri sera.

Fa male sapere che è stato solo un gioco, che è stata solo una bella scopata per te, e che hai detto tante belle parole a cui io ho stupidamente creduto.

Fa male ancora di più perché so che è colpa mia.

Non avrei mai dovuto fidarmi.

“non hai dimenticato nulla, non è vero?” gli dico sperando che non senta il dolore nella mia voce

“no…”

“vattene allora. Non hai più nulla da fare in casa mia Reita…anzi, non so neanche perché ti ho fatto entrare!”

“mi dispiace Aoi, davvero…ma non è come credi”

“non voglio sentire una stupida scusa qualsiasi”

Non voglio sentire le tue parole, non mi interessa che cosa ti inventerai.

Perché avevi promesso.

Avevi promesso che non te ne saresti andato, che saresti rimasto con me, mi avevi detto di dormire tranquillo.

Ma stamattina non c’eri.

C’erano solo i ricordi, e il mio dolore.

E quello non puoi cancellarlo con una misera scusa.

“non inventerò nulla Aoi…è solo la verità che vorrei dirti”

“la verità…verità è una parola grossa Reita. Una parola che non dovresti dire dopo ieri sera. Vai Reita…abbiamo tutti e due di meglio da fare che raccontare stupide storie per sistemare ciò che non può essere sistemato”

“se volessi mentirti, non sarei qui, non credi?”

“per quanto mi riguarda puoi essere ovunque, che non mi importerebbe comunque”

“ieri sera non la pensavi così però…”

“le idee si cambiano”

“ma lasciami spiegare almeno…”

“vuoi raccontarmi la tua bella storiella falsa e ipocrita a che scopo esattamente? Pensi che ci crederò? Come puoi pretendere che mi fidi di te?”

Non voglio sentirti.

Non voglio vederti in casa mia, non voglio vederti in assoluto.

Voglio rimanere solo adesso.

Vorrei vivere in eterno nella tua perfetta luce chiara, ma purtroppo non posso.

Se non mi è concesso essere felice, allora è meglio se te ne vai.

Non voglio vivere in un falso inganno creato nella speranza di essere felici.

Non voglio soffrire.

Ho sempre avuto paura di stare male, e non voglio che ciò accada.

Vorrei solo poter dimenticare le tue parole, vorrei poter dimenticare tutto.

Stupidi sentimenti.

A che cosa servono se ti fanno solo soffrire?

“non me lo aspetto infatti…non dato quello che pensi…sei convinto che sia andato da Ruki stamattina vero?”

“che ti frega che cosa credo io!”

“smettila di comportarti come un bambino Aoi! Lo sai che mi frega eccome…perché mi importa tutto di te, anche la cosa più stupida diventa importante se riguarda te..”

“smettila, non rifilarmi queste belle parole perché non servono più…”

“va bene allora, lasciami dire almeno che avrei voluto che sapessi una cosa, ma purtroppo non ho avuto modo di dirtela. Lo so, immaginavo che non mi avresti ascoltato perché non è nel tuo modo di comportarsi, ma ci tenevo a dirtelo, quindi…se mai vorrai sentirla, se mai crederai che sarà abbastanza importante da poterti rubare 5 minuti di tempo, sarò sempre qui, aspetterò sempre.”

Le 4.30 del mattino, inizio a veder sorgere il sole.

La sua pallida luce chiara illumina debolmente il salotto e si posa su di noi con un riflesso rosa.

Anche ieri ero sveglio per te all’alba.

Ma ieri tu non c’eri.

Ancora tu in casa mia, un’altra notte, ancora tu che te ne andrai, ma questa volta lo voglio io.

Perché non potevi restare ieri?

Non sarebbe stato perfetto se non te ne fossi andato?

Di certo ora non sarei qui all’alba a sentire le tue parole che mi fanno così male.

Come se ogni parola fosse talmente affilata da tagliarmi in profondità, come se aprissero tante piccole ferite sulla mia pelle, e tante ne apriranno ancora.

Sanguino, ed è colpa tua.

Vattene adesso, non voltarti, non girarti a guardarmi, non voglio farti vedere che sto piangendo, ancora una volta, per te.

Non voglio farti vedere che anche se adesso ti sto allontanando da me, tutto ciò che vorrei è che rimanessi con me per sempre.

Non posso negare che una parte di me vuole terribilmente sapere quella che tu definisci la verità, vuole solo un piccolo motivo in più per credere alla storia che mi racconterai, e far tornare tutto a posto, farti tornare con me.

Ma non voglio più dar retta al mio cuore, l’ho già fatto una volta, e mi ha portato a piangere alle 5 di mattina, mentre esci da casa mia.

Mi volto verso il tavolo per prendere le sigarette e noto distrattamente delle piccole gocce che scivolano lungo i vetri delle finestre come le mie lacrime scivolano sulle mie guancie.

Fisso per un secondo la scatoletta aperta con dentro l’ultima aspirina.

Tu sei la causa del mio mal di testa.

Tu sei la causa del mio dolore, e del mio amore.

Strano come dolore e amore siano sempre legati a doppio filo.

Piove.

E il pallido riflesso rosa e oro dell’alba è stato portato via completamente da nuvoloni neri e carichi di pioggia.

Torno a fissare fuori dalla finestra l’acqua che cade.

Ha un qualcosa di rilassante.

Cade come cadono uno per volta tutti i pezzi di me che non possono stare insieme senza di te.

Perché manca il pezzo più importante.

Manca il mio cuore.

Perché l’hai portato via tu.

Poi portarti via anche il sole, Reita?

Poi portarti via la tua luce, oltre al mio cuore?

 

Sono proprio poco in ritardo ne? Non soffocatemi plis *fa gli occhi dolci*

Ho iniziato a scriverlo alle 2 del mattino, e ho finito alle 5.30 nel pieno del temporale. Ho messo spesso l’ora, che corrisponde a quella che vedevo io ogni volta che guardavo l’orologio.

Devo ringraziare il tempo che mi ha ispiratoXD

Per qualche motivo che non so mentre scrivevo continuavo ad ascoltare “Sumire” che all’inizio mi pareva non c’entrasse nulla con la storia, poi diciamo che ci ho ripensatoXD

Voglio ringraziare qui chi ha commentato “Forever Love” e mi scuso si non averlo fatto primaçOç

Grazie a chi ha letto il vecchio capitolo, che ormai risale a secoli fa

Grazie a GothicGirl, sono veramente felice di riuscire a farti entrare così tanto nella storia, sono felice che ti prenda e grazie per i complimenti*O* spero che ti piaccia anche questo capitolo, che è in un ritardo paurosoXD  ancora, grazie^^

Grazie a Rukisan, l’essere infascettato is goneXDD ma torna, eh se tornaXD  Non uccidermi plis *fa occhietti dolci* e non sembri una pazza isterica, tranquillaXD  ho aggiornato non in ritardo, di più, ma aggiornerò più in fretta da questa settimana promesso*O* grazie per i commenti che lasci sempre, aspetto presto di sentire cosa pensi di questo capitolo*O*

  
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