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Autore: rosewhite    05/08/2018    1 recensioni
Dopo anni di fatiche e dolori Megan è finalmente dove vorrebbe essere.
Agente Speciale di un'agenzia soprannaturale segreta ora si troverà di fronte ad una nuova missione più pericolosa e controversa di quanto credeva.
Riuscirà la nostra eroina a portarla a termine oppure perirà nel tentativo?
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Emma Gryos ed Isabelle Lechaux.

Emma al momento della scomparsa, avvenuta l’anno prima, aveva ventiquattro anni ed era la prima di quattro figli. Aveva ottenuto la sua specializzazione a vent’anni. Lavorava come cameriera in un pub. Una sera, dopo aver finito il turno, era uscita dal locale ma non era mai tornata a casa. Era semplicemente scomparsa nel tragitto e qualsiasi tentativo di localizzarla tramite magia era fallito.

Dal suo conto non era stato preso niente e ciò indusse la strega a pensare che, in realtà, quella ragazza fosse morta.

Isabelle, invece, al momento della scomparsa, avvenuta tre anni prima, aveva quindici anni ed era la seconda di due figli. Era tra i migliori del suo corso per il controllo della magia, nonostante questo i suoi insegnanti la descrivevano come “lontana”, una ragazza solitaria, restia a fare amicizia con i coetanei o a parlare più del necessario. La famiglia non ne denunciò la scomparsa, fu una sua insegnante a farlo. Quest’ultima descriveva Isabelle come una ragazza brillante che era riuscita a prendere la sua specializzazione in tempi record. Le dinamiche della sua scomparsa non erano ancora completamente chiare, semplicemente i genitori un giorno si erano accorti che la ragazza non era tornata a casa a dormire ma, secondo quando raccontarono, non si erano preoccupati particolarmente. Qualsiasi tentativo di rintracciarla tramite magia era fallito.

A quel punto Megan si domandò come fosse possibile che i genitori non si accorgessero e soprattutto preoccupassero che la propria figlia, di soli quindici anni, non era tornata a casa. Iniziò dunque a pensare che probabilmente i genitori c’entravano qualcosa con la scomparsa.

Perchè gli agenti non sono andati più a fondo a questa storia?

 

Continuando ad osservare i dati, Meg entrò nella grande cucina della sede nella quale, tra una tazza di tè ed una cena al volo, si riunivano gli agenti nei loro momenti di pausa.

Immediatamente sentì la voce cristallina di Celeste, una sirena che sembrava uscita direttamente da un film di Hollywood con la sua lunga massa di capelli color oro che le scendevano in morbide onde fino alla base della schiena e gli occhi metà azzurri e metà rosa.

Quando alzò gli occhi la trovò seduta vicino l’isola della cucina mentre chiacchierava con Nevia, una pantera mannara dai tratti ispanici, con la pelle olivastra ed i capelli neri con lievi riflessi castani raccolti in una treccia laterale.

Davanti a loro c’erano due enormi tazze fumanti e svariati opuscoli di agenzie di viaggio. Entrambe si voltarono verso la strega quando entrò nella stanza.

<< Buongiorno Meg. Devi ancora andare a dormire o sei già sveglia? >> Le chiese Celeste sorridendo.

<< Sono già sveglia, se così si può dire. >> Rispose mentre metteva l’acqua sul fuoco per prepararsi il tè.

<< Ti prego, dimmi che quei fogli che hai in mano sono i programmi per una vacanza e non lavoro. >>

Scosse la testa. << Sempre e solo lavoro, Celeste. - disse sorridendo quando la sirena alzò gli occhi al cielo.- Avete visto Cat?>> Cathleen era l'altra strega presente in quella sede dell'Alleanza, alla quale Meg faceva da mentore.
<< No, ma mi sembra di aver sentito che oggi non c'è tutto il giorno. Credo sia andata dai genitori. >> Megan annuì versando l'acqua bollente nella tazza con la bustina.
<< Vieni un po' qui, io e Nevia stiamo organizzando una meravigliosa vacanza ai Caraibi. >> battè con una mano sulla sedia accanto a lei, invitandola a sedersi.
<< Io in realtà avevo proposto Mosca, ma sai come sono le sirene. - Disse Nevia alzando gli occhi al cielo con tono divertito. - Tutte mare e sole. >>
<< Tu ti rendi conto che si è permessa di propormi un posto freddo? Le temperature sono sotto lo zero! Vuole vedermi morta. Questo è un chiaro segno che sta cercando di uccidermi. - Celeste mostrò tutta la sua indignazione portandosi teatralmente una mano al petto.  - Sai cosa? Dovresti venire anche tu! Una vacanza ti farà bene. Magari incontri anche l’uomo della tua vita, chi può dirlo? >> Le fece l'occhiolino.
Meg rise.

<< Un uomo è l'ultimo dei miei pensieri, al momento.>> Mentre sorseggiò il tè, decisamente troppo caldo, lasciò in sospeso il pensiero che la maggior parte degli operativi aveva.

Avere una relazione stabile con il loro lavoro era difficile. Se stavi con un civile, ed ancor peggio con un umano, allora dovevi vivere praticamente nella menzogna, inventando scuse continue sul perché correvi ogni volta che ti squillava il telefono o del perché scomparivi per settimane o addirittura mesi mentri eri in missione. Se invece stavi con qualcuno dell’ambiente potevi non mentire, ma vivresti con la consapevolezza costante che l’altro può rimanere gravemente ferito o ucciso in qualsiasi momento, per non parlare di quando l’altra persona è nella tua stessa squadra: in quel caso la preoccupazione per quella persona rischierebbe di farti distrarre ed una distrazione, quando sei sul campo, vuol dire morte. Quindi niente civili e niente operativi. La scelta era dannatamente limitata.

<< Però effettivamente forse una vacanza dovrei farmela. Soprattutto dopo questa missione. Lavorare con Cooper mi farà venire un esaurimento nervoso. >> disse sospirando afflitta.
Entrambe le ragazze risero. Poi Celeste guardò divertita Megan con quei suoi enormi occhi metà rosa e metà azzurri e disse:

<< È vero che ha un carattere...diciamo  particolare, ma è sexy da morire. >> E le fece un altro  occhiolino.
<< Se ti piace il tipo... >> le rispose con una scrollata di spalle.

<< Stai lavorando al caso della nuova droga? >> Le chiese Nevia virando completamente l’argomento. Megan si limitò ad annuire continuando a bere.

<< Brutta storia. Ci è caduto anche uno del mio branco. È sempre stato una testa calda, effettivamente dovevamo aspettarci qualche comportamento idiota. - La pantera scosse la testa. - Hanno detto che aveva completamente perso il senno. Fortunatamente c'erano altri mannari in zona che hanno evitato che accadesse qualcosa di irreparabile. >>

Meg si iniziò a mordere l’interno della guancia.

<< Questa storia mi puzza troppo. Ci sono troppe cose senza senso. >>

<< Riuscirai a risolvere questo caso, Sherlock. Riesco a sentire da qui gli ingranaggi nella tua mente che girano. - Celeste le sorrise in modo rassicurante. - Ora decidiamo quante ore passeremo nella Spa dell’hotel a cinque stelle super lussuoso dove staremo e quale cocktail dovremmo sorseggiare per primo mentre prenderemo il sole sulla spiaggia.>>

 

Nel pomeriggio Megan andò nella sala per gli allenamenti dove l’aspettava Tyron.

I loro occhi si incrociarono appena entrò. Dopo la strigliata ricevuta dal Generale, Meg aveva deciso di cambiare approccio con lui, avrebbe provato ad essere gentile così come lo era con gli altri colleghi e, soprattutto, avrebbe cercato di non dargli fuoco.

Poteva farcela. Doveva farcela. Un atteggiamento ostile non avrebbe fatto altro che esasperare le situazione e complicare inutilmente le cose, rallentando l'operazione.

Così lo salutò e gli sorrise. Facciamo partire questa sessione di devastazione con il piede giusto.

Lui ricambiò il saluto, senza sorridere, ed aggiunse:

<< Spero tu stia abbastanza comoda. - guardò con indifferenza il top ed il leggins che indossava. - Ho letto la tua scheda: buona velocità e resistenza, non avremmo bisogno di allenare questi punti. Ci concentreremo sulla lotta corpo a corpo, sperando di non farti troppo male, dato il tuo corpo umano. >> Disse l’ultima parola con una nota di disgusto che Meg ignorò prontamente, iniziando a dedicarsi allo stretching.

Osservò Tyron mentre si avvicinava alla sua felpa buttata in malo modo su una panca attaccata al muro, piegò lievemente la testa per vedere cosa avesse preso da sotto l’indumento e, quando il demone si voltò verso di lei, indossò la sua migliore espressione neutra facendo finta di concentrarsi sulla sua immagine riflessa nell’enorme specchio che copriva un’intera parete, vide comunque con la coda dell’occhio che stava nascondendo qualcosa dietro la gamba.

Quando le si avvicinò, dicendole di porgerle il braccio, Meg alzò un sopracciglio, sospettosa, ma fece come richiesto.

Iniziare con il piede giusto, ricordi Meg?

Il demone, con una velocità sovrumana, le agganciò al polso quello che sembrava una fascia d’acciaio.

Rimase un secondo ad osservarlo, confusa, quando improvvisamente si sentì svuotata ed un lampo di consapevolezza le fece riconoscere l’oggetto.

Un misto di rabbia e indignazione la pervase con una tale violenza che se il suo sguardo avesse potuto uccidere, Tyron sarebbe diventato un budino di carne e sangue in un decimo di secondo.

<< Mi hai veramente messo un dispositivo anti-magia? Ma dove cazzo hai sbattuto la testa da piccolo? >>

Tyron rimase impassibile. I suoi occhi azzurri fissi in quelli castani con pagliuzze dorate della ragazza che aveva di fronte.  

<< Voglio insegnarti a difenderti in caso non potessi usare la magia. Ho notato che ci fai troppo affidamento e questo potrebbe essere un problema. >> le disse con un tono di voce così calmo che la fece incazzare ancora di più.

<< Ma davvero? Ci faccio affidamento perché sono una strega, forse? >> Provò invano a toglierselo anche se sapeva perfettamente che, senza una placca speciale, era solo uno spreco di energie.

Il senso di oppressione che l’aveva inghiottita nel sogno si ripresentò, artigliandole lo stomaco e prosciugandole la bocca.

Ok, niente panico. - prese un respiro profondo - È un allenamento, va tutto bene. Ispira. Niente panico. Espira. Ma guarda cosa mi tocca subire.

Niente panico ragazza, stai calma, niente…

Continuava a ripetersi come un mantra.

Alla fine si meravigliò del tono di voce perfettamente calmo che riuscì ad utilizzare.

<< Ok. Faremo come vuoi tu. >>

Ma se pensi che non te la farò pagare ti sbagli di grosso, stupido Mr Armadietto dell’ Ikea. Domani tocca a me.

 

Tyron osservò attentamente le espressioni che si susseguirono sul volto di Megan: curiosità, dubbio, stupore, rabbia ed infine il vuoto.

Gli avevano detto che indossare un congegno anti-magia per una strega era un’esperienza orrenda. Si aspettava, sinceramente, che l’avrebbe aggredito o che avrebbe opposto almeno maggiore resistenza ma nel momento in cui le vide scivolare dal volto le emozioni che furono sostituire da una maschera impenetrabile, si rese conto che avrebbe preferito la sfuriata.  

Dato che quella era l’espressione che usano molti agenti quando devono uccidere, cosa che, sospettava Tyron, la strega stava facendo nella sua mente.

Annuì, senza lasciar trapelare la sua sorpresa, e si posizionò al centro della sala, ricoperto da un enorme materassino.

Quando la strega lo raggiunse si rese conto che era arrivato il momento di superare i limiti.

Per entrambi.

 
   
 
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