Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    05/08/2018    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La caduta dei giganti
 
"Sono qui fuori" disse un soldato giungendo di corsa. "Tutto intorno al palazzo."
L'arconte uscì sul terrazzo, seguita da Joyce e Marq.
Guardando in basso, Joyce vide la piazza riempirsi di soldati armati di scudo e lancia con i colori di Theroda. Stimò che fossero duecento, trecento al massimo, più un paio di dozzine di streghe e stregoni.
Le forze di Falgan si erano radunate ai limiti della piazza, formando un anello che circondava il palazzo dell'arconte. C'erano almeno tremila soldati e forse un centinaio di streghe e stregoni a giudicare dai mantelli che vedeva mischiati tra le corazze e le lance.
Una figura umana si staccò dagli invasori e avanzò verso i soldati schierati nella piazza. "Chi è che comanda qui?" chiese con voce ferma.
Joyce la riconobbe. Era quella di Dwili.
"Ho io il comando" disse l'arconte Bermal facendo udire la sua voce nella piazza.
Dwili alzò la testa. "Lord Falgan ha conquistato questa città. La risparmierà se ti arrenderai. In caso contrario, lasceremo che bruci fino alle sue fondamenta."
"Perché lord Falgan non è qui per trattare la mia resa di persona?" domandò l'arconte.
"Stai solo cercando di guadagnare tempo" disse Dwili. "Arrenditi e basta, così questi bravi soldati potranno tornare alle loro famiglie sulle loro gambe e non in un sudario."
Una dozzina di soldati di Theroda volsero i loro sguardi verso l'arconte. Joyce li immaginò implorare gli dei che la donna accettasse quelle condizioni, per quanto fossero dure.
"Fai venire qui Falgan" disse l'arconte. "Non mi arrenderò davanti a una strega che non si è nemmeno presentata."
Dwili fece una smorfia e tornò tra i ranghi.
Pochi muniti dopo ci fu agitazione tra gli assedianti. Una figura imponente avanzò verso la piazza scortata da una dozzina di soldati e stregoni.
Falgan, pensò Joyce.
Il comandante dell'esercito invasore si fermò davanti ai soldati schierati in difesa e guardò in alto. "Arconte" gridò. "Sono Falgan, comandante di questa armata. Per nome e per conto dell'alleanza che combatte contro Malag e la sua orda, ti ordino di arrenderti e consegnarmi la città. In cambio, io mi impegno a non punirvi per esservi alleati con le forze dell'arcistregone."
"Falgan" disse l'arconte. "Vedi forse le forze di Malag in questa città?"
"Hai concluso un accordo con Gauwalt per consegnargli la città" rispose Falgan.
"Dimostralo."
L'uomo rise sguaiato. "Lo farò, ma solo dopo aver raso al suolo la tua bella città. Questo posso garantirtelo."
L'arconte sospirò affranta. "Re Andew sarà informato di ciò che hai fatto qui oggi. So che è un amante della giustizia e della lealtà e tu non hai rispettato né l'una né l'altra."
"Siamo in guerra arconte Bermal" disse Falgan. "Mettiamo da parte certi discorsi filosofici degni degli eruditi delle accademie. Ti propongo un accordo. Vedo che accanto a te c'è quel farabutto di Occhi Blu, un noto spergiuro e traditore che ha cercato di assassinare persino il suo maestro, oltre ad aver attaccato svariati membri del suo circolo stregonesco. Consegnamelo e io ne terrò conto."
L'arconte indicò Joyce. "Io ho qui la spia che hai usato per introdurti in città."
"Quella lì? Non so chi sia. Puoi anche tenertela stretta."
"Visto?" fece Marq. "Ecco di chi ti sei fidata."
Non poteva sapere che Joyce si era presentata a Falgan sotto mentite spoglie. Mormorò la formula della trasfigurazione e divenne Sibyl.
Marq la guardò stupito. "Sei riuscita a sorprendermi, lo ammetto."
Joyce lo ignorò e si sporse dal terrazzo. "Falgan, sono io, Sibyl. Ricordi la promessa che hai fatto?"
Falgan rise. "Ora mi ricordo di te. Non so di cosa stai parlando."
"Hai promesso di consegnarmi Occhi Blu in modo da poterlo processare" disse Joyce.
"Forse l'hai sognato."
Joyce si sentì fremere. "Non l'ho sognato. Ti sei impegnato davanti ai tuoi uomini, l'hai dimenticato? Io credo di no e nemmeno loro. Se non mantieni la tua parola che cosa penseranno di te?"
Falgan rise. "Hai una bella lingua. Forse te la farò tagliare o forse no. Se sei davvero fedele all'alleanza come dici di essere, perché non catturi l'arconte e occhi Blu e chiudiamo questa storia?"
"Non volevo rubarti questo onore" disse Joyce ghignando. "Ma se non sei capace di farlo da solo, potrei farci un pensiero."
Falgan smise di ridere. "Sei una dannata impertinente, ma mi piaci. Forse non ti ucciderò se ora convinci l'arconte e Occhi Blu ad arrendersi."
"Credo di poterlo fare, ma tu devi giurare davanti a tutti che non farai loro del male e non distruggerai Theroda."
"Mi chiedi molto in cambio di poco."
"Prendere o lasciare" disse Joyce. Dentro di se pregò di averlo convinto.
Falgan si voltò verso i suoi uomini, come se cercasse un consiglio o l'approvazione. Quando tornò a guardare in alto disse: "E sia, te lo prometto. Non toccherò nessuno dei bravi cittadini di Theroda, se loro non opporranno resistenza."
"L'arconte deve lasciare il palazzo senza che le venga fatto del male e Occhi Blu viene con me" disse Joyce. "Ci darai due cavalli freschi per lasciare la città e provviste per una decina di giorni."
Falgan sospirò. "C'è nient'altro che vuoi?" chiese con tono canzonatorio.
"Giuralo" disse Joyce. "Davanti ai tuoi soldati."
"Lo giuro con la mano sul cuore, hai la mia parola" disse Falgan mettendosi la mano sul petto. "Può bastare così?"
Joyce si voltò verso l'arconte. "È il massimo che posso fare. Ora dipende da voi."
"Andiamo giù" disse l'arconte.
"Non mi farò catturare senza combattere" disse Marq.
"Falgan ha promesso" disse Joyce. "Ti lascerà libero."
"Di venire con te per essere processato" disse lui.
"È una menzogna" disse Joyce. "Appena oltre le mura ti lascerò andare."
"Non mi fido della tua parola" disse Marq precedendola verso l'uscita.
Joyce sospirò rassegnata e lo seguì.
I soldati nella piazza si aprirono per lasciarli passare. L'arconte in testa, Marq dietro di lei e Joyce in coda alla piccola fila.
Cercò di ignorare gli sguardi dei soldati, ma poteva immaginarli. Rabbia, sconforto e gratitudine.
Non tutti sembravano felici o sollevati per quella resa. In lontananza si vedevano ancora i bagliori degli incendi appiccati dagli invasori e molti dovevano essere ansiosi di tornare dalle loro famiglie.
Sperando che ci fosse ancora qualcuno ad attenderli.
Falgan li attese con pazienza. L'espressione soddisfatta sul viso.
"Hai preso la decisione giusta. Arconte Bermal."
La donna si fermò a qualche metro di distanza. "Spero che tu tenga fece alla parola data."
"Mi credi uno spergiuro come quello lì?" Falgan indicò Marq con un cenno della testa.
Marq rispose con un ghigno. "Se ti conoscesse come ti conosco io, si guarderebbe bene dal darti fiducia."
"Fino a prova contraria" disse Falgan. "Sei lo spergiuro traditore. Il voltagabbana che ha levato la mano contro il suo stesso maestro."
"Avevo i miei motivi, lo sai" disse Marq.
Falgan fece un gesto vago con la mano. "Voi traditori siete tutti uguali. Dovrei lasciare che la truppa faccia giustizia da sola, invece di sporcarmi le mani con te."
"Hai promesso" disse Joyce.
Falgan brontolò qualcosa. "Attenta alle parole che usi, ragazzina impertinente. Non so chi ti credi di essere, ma stai cominciando a stancarmi."
"Vuoi rimangiarti la parola data?" lo provocò Joyce. Era rischioso ma non poteva permettere a Falgan di ripensarci.
"No" disse l'uomo. "Come promesso, siete liberi di andare. Prendete due cavalli e sparite per sempre. Ma se ti rivedo, ragazzina, giuro che te la farò pagare cara. Mi hai capito?"
Marq lo guardò con aria di sfida. Joyce lo spinse via verso il limitare della piazza. Nessuno dei soldati assedianti si mise in mezzo e furono liberi di andare.
Come aveva promesso Falgan, c'erano due cavalli ad attenderli.
Joyce saltò i sella imitata da Marq. Poco dopo cavalcarono verso il cancello occidentale.
Mentre attraversavano la città Joyce notò i visi affranti degli abitanti di Theroda che stavano realizzando che cosa era successo. Pregò che Falgan mantenesse la sua parola, ma per loro non poteva fare molto.
Gauwalt sarebbe stato peggio, pensò mentre lasciavano la città passando sotto l'ingresso occidentale.
 
Solo dopo diverse miglia al galoppo, quando la città era lontana e stavano attraversando i campi devastati dall'incuria e dal passaggio delle truppe, Joyce ruppe il silenzio.
"Non hai niente da dire?"
"Cosa vuoi che dica?" disse Marq accigliato.
"Ti ho salvato la vita. E l'ho salvata all'arconte, a Belia e a Lem." Non aveva idea di dove fosse andato Tymund.
"Salvato, dici? A quest'ora Falgan avrà già impiccato l'arconte e messo a ferro e fuoco Theroda."
"Lui ha promesso..."
Marq rise. "E tu gli credi?"
"Mi ha dato la sua parola d'onore."
"Falgan non sa che cosa è l'onore?"
"E tu lo sai, Marq Occhi Blu il traditore?"
Joyce si pentì subito di aver detto quelle parole.
Marq la fissò in silenzio. "Tu non sai proprio niente di me. E fino a prova contraria sei tu la traditrice. Mi hai usato per i tuoi scopi fin dall'inizio? Era quello il tuo piano? Infiltrarti in città e scoprire il modo di colpirci a tradimento?"
"No" disse Joyce.
"Allora lo hai deciso sul momento?"
"Io sto con l'alleanza" disse Joyce. "Forse per te non significa niente, ma anche mia sorella e le persone a cui tengo in questo momento stanno combattendo contro Malag. Come potevo tradirli sapendo di averlo aiutato a conquistare Theroda? Dovevo fare qualcosa."
Marq scosse la testa. "Gauwalt avrebbe mantenuto la parola."
"Chi te lo assicura? Lo conosci di persona?"
"No, ma conosco Falgan e ti posso assicurare che..." Tirò le redini all'improvviso, fermandosi in mezzo alla strada.
Joyce lo imitò e tornò indietro al piccolo trotto.
Marq indicò il punto in cui sorgeva la città. Da dietro le mura si levavano le fiamme. "Vedi?" disse. "Ha già iniziato."
Joyce si sentì avvampare dalla rabbia. "Dobbiamo tornare indietro e ricordargli che ha dato la sua parola."
"Vacci pure se vuoi morire. Ha promesso di fartela pagare se ti rivede. E non credo che ci sia bisogno di fare tanta strada." Indicò una nuvola di polvere che si stava alzando.
Joyce si sporse per guardare meglio.
Due cavalieri erano lanciati al galoppo, seguiti da un'altra mezza dozzina a breve distanza.
"Dive andranno così di fretta?" domandò Joyce.
"Vengono per noi" disse Marq tirando le redini prima di spronare il suo cavallo. "Andiamo se non vuoi morire."
Joyce lo seguì.
Si lanciarono al galoppo ventre a terra.
"Sono Dwili e Martom" disse Marq.
"Li conosci?"
"Sono i migliori luogotenenti di Falgan. Ossi duri."
"Li vuoi affrontare?"
"Non se posso evitarlo."
Joyce si girò per guardare e vide che gli inseguitori si erano avvicinati. "Ci stanno raggiungendo."
"Maledetto Falgan" esclamò Marq.
"Che cosa c'è?"
"Ci ha dato cavalli stanchi. Il tuo è mezzo azzoppato e il mio è un ronzino. Aveva già deciso che dovevamo morire appena fuori dalle mura."
"Ma perché ci ha lasciati andare?"
"Per non perdere la faccia davanti ai suoi uomini, è ovvio. Ha mandato i suoi fedelissimi, certo che non diranno in giro quello che ha fatto."
Joyce scosse la testa. "Mi dispiace. Avevi ragione tu."
Marq ghignò. "Scuse accettate."
"Non mi stavo scusando" disse Joyce seccata. "Ho sbagliato a giudicare Falgan, ma lo rifarei."
"Non avevo alcun dubbio" disse Marq ghignando. "Da quella parte" disse uscendo dalla strada.
Joyce lo seguì.
Si lanciarono al galoppo verso una fattoria abbandonata.
Marq smontò di sella con un gesto fluido e si piazzò di fronte agli inseguitori che stavano arrivando.
Tese le braccia in avanti e tra i palmi apparve una sfera infuocata.
Joyce aveva già visto evocare una palla di fuoco, quando Vyncent l'aveva usata a Valonde per colpire il mostro evocato da Mirka, ma quella di Marq sembrava più potente. Anche a quella distanza riusciva ad avvertirne il calore.
Marq la puntò verso i cavalieri che stavano arrivando e la lasciò partire.
La palla di fuoco disegnò una traiettoria perfetta ed esplose tra i cavalieri.
Joyce rimase abbagliata per un istante. Quando la vista tornò normale, vide che due cavalieri erano rimasti a terra. Gli altri continuarono a cavalcare come se niente fosse accaduto.
 Martom passò in testa al gruppo, il braccio proteso verso l'alto.
Joyce vide l'aria incresparsi attorno allo stregone.
Marq evocò un'altra palla di fuoco e la scagliò verso i cavalieri in arrivo. L'esplosione fu violenta quanto la prima, ma stavolta nessun cavaliere rimase a terra.
"Martom scudopotente" disse Marq. "Tiene fede al suo soprannome." Evocò una terza palla di fuoco e la scagliò contro i cavalieri.
Ancora una volta lo scudo di Martom assorbì l'energia dell'esplosione, disperdendola.
Joyce vide l'aria attorno ai cavalieri vibrare e incresparsi come l'acqua di uno stagno dove era stata lanciata una grossa pietra.
Marq evocò lo scudo magico. "Io prendo i soldati e quello grosso. Tu pensa a Dwili."
Joyce evocò lo scudo e nella mano destra un dardo magico.
"Con quello le farai il solletico" disse Marq.
"Guarda che so cosa fare. Ho già combattuto prima d'ora."
Marq scrollò le spalle.
Dwili passò in testa al gruppo e alzò un braccio. I cavalieri rallentarono e si fermarono. Lei e Martom smontarono da cavallo e avanzarono verso di loro.
"Voi restate qui" disse Dwili ai soldati. "Intervenite solo se ci vedete in difficoltà. Non avete alcuna difesa contro Occhi Blu, perciò restate a questa distanza se non volete morire."
I due si avvicinarono con passi lenti ma decisi.
Joyce sentì la tensione aumentare mentre li attendeva. "Non puoi colpirli con una palla di fuoco?" chiese a Marq.
"Non ho una resistenza infinita. Lo scudo consuma già la maggior parte delle mia forza vitale e se evocò troppe palle di fuoco finirò per crollare nel bel mezzo della battaglia."
"Ma con una palla di fuoco, da questa distanza..."
"Lo scudo di Martom è forte."
"Allora come faremo a colpirli?"
"Prima o poi quel bestione dovrà abbassare le difese per cercare di colpirci e allora proverò a superare il suo scudo."
Joyce non capiva lo scopo di tutte quelle strategie. Nei romanzi i duelli si risolvevano a favore dello stregone che usava la magia più potente. Non c'era difesa che potesse reggere.
Dwili e Martom si fermarono a una ventina di metri.
"Bene, bene, bene" disse la strega. "Un bel duello, a quanto pare. Finalmente mi guadagnerò la fama che mi merito uccidendo Occhi Blu."
"Ucciderò io Occhi Blu" disse Martom.
"Tu occupati della ragazzina" disse Dwili.
Martom la guardò deluso. "Non c'è onore a uccidere lei. Non ha nemmeno un soprannome."
"Ce l'ho un soprannome" urlò Joyce.
Martom la guardò stupito.
"Mi chiamano la strega rossa."
Dwili rise. "Che nome stupido. E che cosa avresti fatto per meritartelo?"
"Ho ucciso un troll da sola" disse Joyce. Quasi da sola. "E ho abbattuto un titano d'acciaio." In verità era stato Darran. "E ho ucciso Rancey." Anche questo non era del tutto vero. Rancey si era ucciso da solo evocando un sigillo di morte.
Dwili rise più forte. "Rancey? Quel Rancey? Il leccapiedi di Malag?"
"Proprio lui" disse Joyce con una punta di orgoglio.
Dwili non smise di ridere. "Il più debole dei suoi accoliti. Quando io l'ho affrontato in duello è fuggito senza voltarsi indietro."
"Resta il fatto che io l'ho ucciso e tu te lo sei lasciato scappare."
Dwili digrignò i denti. "Falgan ha ragione. Hai una linguaccia insopportabile. Te la strapperò e gliela porterò in regalo."
"Vieni a prenderla" la sfidò Joyce.
"Con vero piacere" rispose la strega.
"Avete finito?" fece Marq spazientito. "Cosa vi salta in mente di mettervi a parlare prima di un duello?"
"È stata lei a cominciare" disse Dwili. "Ma non importa. Ora facciamo sul serio." E si lanciò verso Marq.

Prossimo Capitolo Martedì 7 Agosto
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: heliodor