75th and
Amsterdam, NYC
1.A
New
(York) Life
…In New York,
Concrete jungle where dreams are made of
There's nothin' you can't do
Now you're in New York
These streets will make you feel brand new
Big lights will inspire you
Let's hear it for New York, New York, New York…
-
Empire
State of Mind, Jay-Z ft.
Alicia Keys
Lily
Evans
era una persona perfettamente normale.
Aveva
lunghi capelli rossi e mossi e dei brillanti occhi verdi, lentiggini
sparse sul
naso e un perenne sorriso dolce ad incresparle le labbra.
L’unica
cosa anormale della sua vita era tutto ciò che si era
lasciata alle spalle.
Una
famiglia…un migliore amico… e, soprattutto, sua
sorella Petunia.
Con
la
consapevolezza nel cuore che niente sarebbe tornato al suo posto, aveva
lasciato Cokeworth, un mese prima, un piccolo paese
dell’Inghilterra -la sua
casa, per raggiungere New York.
“E
quindi
sono nuova qui – stava dicendo ad una ragazza con guance
paffute e sguardo
gentile – e ho davvero
bisogno di un
appartamento. Ho visto l’annuncio e-”
“E
vuoi
venire qui.”
“Sì.”
Alice,
così si chiamava, la squadrò per un attimo senza
risultare, però, invadente. “Sei
una serial killer?”
Lily sbattè le ciglia, in qualche modo divertita.
“Potrei esserlo anche se ti
rispondessi di no. Ti piace rischiare?”
Lei
sorrise in modo ampio. “Ok, la stanza è
tua.”
Lily
sospirò di sollievo -non si era nemmeno accorta di aver
trattenuto il fiato per
tutto il tempo- e ricambiò il sorriso.
Fu
così
che si trasferì in una casa ampia, con il parquet, in una
stanza dalle pareti
bordeaux, dove tutto gridava finalmente casa.
“Ah,
qui
ci sono due intrusi ricorrenti… se la cosa non ti
dà fastidio.”
A
Lily era
sempre piaciuta la compagnia – anche se doveva ammetterlo,
era diffidente e
riservata in modo esagerato – ma annuì comunque
allegra. “Mi piacerebbe
conoscere nuove persone.
Fu
così
che nei suoi primi giorni da newyorkese, Lily si trovò in
casa non una sola
coinquilina…ma tre.
Frank
e
Dorcas erano sempre in cucina, o nel salotto di casa sua, come se
fossero i
proprietari dell’appartamento… ma questo,
inspiegabilmente, non le dava
fastidio…anzi.
Erano
persone
meravigliose che le rendevano meno insopportabile la mancanza di casa e
l’allontanavano
dai cattivi pensieri sulla sua vecchia vita.
“Quindi,
quel cane bastardo mi ha tirato
addosso un palloncino ad acqua”
“Quello dell’appartamento di sopra?”
“Sì! Odio lui e i suoi stupidi amici!”
Frank
non
ce la fece più e le rise in faccia. “Scusa Dor,
è difficile prenderti sul serio
quando tu odi tutti.”
Lei
lo
fulminò con lo sguardo. “Non è
assolutamente vero.”
“Già, -la difese Lily- non mi conosce bene ma non
sembra che mi odi.”
Alice
fece
un segno con la mano, che stava a significare ‘lascia
stare’. “Perché è
impossibile odiarti, con lo sguardo da cucciolo ferito
e…”
“…il
tuo
accento così british.”
Concluse Dorcas.
“Ma
io non
ho-”
“Sì,
Lily.
Comunque – continuò Dorcas senza prestarle
attenzione- non sentite mai quanto
casino fanno?”
In
realtà,
la prima notte che era stata lì, Lily se n’era
accorta eccome.
Aveva sperato che fosse qualcosa di isolato, ma dal piano di sopra
arrivavano
sempre rumori strani, scoppi e borbottii, tanto che la rossa si era
chiesta se
non si fosse trovata al di sotto di un covo di inventori pazzi.
“Io
li ho
intravisti e mi sono sembrati tipi a posto.” Disse Frank in
modo tranquillo.
“Questo
perché
sei l’estremo di Dor- ami tutte le persone anche quando ti
fregano sotto al tuo
naso.”
Le ragazze scoppiarono a ridere di fronte a un Frank allibito, che non
replicò perché
le parole di Alice erano fin troppo vere.
Fin
da
subito, Frank aveva catturato la simpatia di Lily con le sue maniere
gentili
che -al pari delle altre due ragazze- la facevano sentire a suo agio in
un
mondo per lei del tutto nuovo ed estraneo.
Non
solo,
Frank ed Alice le erano fin da subito sembrati l’incarnazione
dell’amore puro,
vero e sincero…quello da film.
Si
erano
conosciuti al college e si erano innamorati in una sola serata e per
anni
avevano continuato a coltivare quella complicità che era
solo loro.
Dopo
un
paio d’ore, mentre mangiavano una pizza rigorosamente offerta
da Dorcas -l’unica
con un po’ di soldi in tasca- Lily spezzò il
silenzio sazio che si era formato
fra loro.
“devo
assolutamente trovarmi un lavoro.”
Dorcas
sbuffò. “Certo che devi. Voi tutti dovete
ripagarmi tutto il cibo che vi offro.”
Alice
aggrottò
le sopracciglia. “Qui sotto, al MacLaren’s, cercano
una cameriera se t’interessa.’
Lily
storse
il naso. “Non era proprio quello che avevo in
mente.”
“Cosa ti piacerebbe fare?”
“Scrivere…”
Dorcas
scoppiò a ridere, facendosi andare in faccia i lunghi
capelli biondi. “Tipico
di chi viene a New York.”
“Cosa?”
“Hai
un
sogno nel cassetto, no? Quindi ti toccherà fare un
po’ di gavetta prima… So di
una scrittrice che ha tirato fuori libri da milioni di dollari e prima
era in
depressione, con una figlia e senza soldi. Magari sei la
prossima.”
Lily
rise
nervosamente. “Spero di avere una vita più
facile”
E quando mai aveva ragione?
Note
d’Autrice:
Eccomi
qui
con una nuova storia… lo so, lo so, qui la magia non
c’è!
So che la cosa può dare fastidio, ma -non so- avevo questa
storia da troppo
tempo in mente e spero che almeno un po’ possa essere
apprezzata.
Comunque,
ho lasciato un po’ di riferimenti in giro. Riuscite a capire
quali siano?
Dieci punti alla vostra Casa se mi date la risposta giusta!
Anche
se
poi ho abolito la magia e quindi anche Hogwarts e quindi anche le Case
e… e
vabè.
Lo
so, sto
straparlando!
Quindi aspetto il vostro feedback,
A
presto
Eles