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Autore: clairemonchelepausini    13/08/2018    2 recensioni
Le parole sono pietre, ma a volte sono petali di fiori che inebriano le nostre ore più tristi...
Tutto quello che dobbiamo fare è lasciarle entrare e viverle, attimo dopo attimo, impregnando in noi le emozioni che sono in grado di darci.
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTE
La storia è stata scritta per  "Il gioco di Aven"
 Organizzato da 
Alessia Lo Curto e Audrey Laguardiaindetto in  Il Raynor’s Hall.
Il tema era…  Tema























 
Era così banale. 
“Alla ricerca della felicità”. 
Non potevo crederci. 
Tra tanti temi doveva capitarmi proprio questo!
Io non credo… vorrei poterlo fare. Tutto ciò che mi chiede la consegna è semplice, scrivere qualcosa. Ma cosa? La domanda mi affligge. 
Cos’è davvero la felicità? 
Lentamente alzo gli occhi dal foglio che tengo stretto, vedo la professoressa girare tra i banchi e controvoglia guardo i miei compagni. 
Ecco, non lo capisco. 
Le loro espressioni sono felici, i loro sguardi soddisfatti. 
No, non lo capisco.
Ritorno a fissare la consegna, rileggo il testo al completo, apro il borsellino, prendo la penna e rimango a fissare il foglio bianco. 
«La felicità…» Provo a scrivere.
Ma perché deve essere così dannatamente difficile? 
La mia testa mi suggerisce qualcosa, ma non posso ascoltarla. Sfioro la carta davanti a me, porto la penna alle labbra per mordicchiarla e chiudo gli occhi.
 
 
«Devi essere felice»
«Non posso» sussurrai con le lacrime agli occhi.
«Ragazzina, non te lo sto chiedendo» affermò duramente lui.
«Ti prego» supplicai debolmente.
Lo sguardo, la mano che si alza e finisce rumorosamente sulla mia guancia. Ciò che venne dopo fu ricco di confusione,  ricordo però che da allora io non fui più la stessa.
 
Altro giorno, altro momento.
«Sono felice»affermai convinta, o almeno lo credevo.
«Lo sei davvero?»
«Sì» mentre un sorriso comparve sul mio volto.
«Devi crederci» sbraitò lui.
E così chiusi gli occhi aspettando già qualcosa che conoscevo. Un altro frammento di me volò via.
 
«La felicità è solo uno stato d’animo» mi sussurò.
Si avvicinò e io capiì già le sue intenzioni. Sì è preso tutto e non ha lasciato niente. Il vuoto mi colma.
Sapevo che avresti capito» sogghignò, mentre le parole riempirono la stanza e lasciai cadere il vestito. 
Non dovrei, lo so ma così fa meno male. Le conseguenze… Sarebbero peggiori.
«Grida».
Lo feci, ma una mano mi colpì il sedere. Mi arresi.
«Oddio!» Esclamai schifata.
«So- no - fe - li- ce» urlai con enfasi lasciando in me il vuoto e in lui un senso di appagamento.
Odio essere così.
 
 
Ho bisogno di eclissarmi, devo ritagliarmi un piccolo momento, andare nel mio rifugio sicuro. 
Stringo i denti, mando giù il nodo alla gola, ricaccio indietro le lacrime e respiro.
Apro gli occhi e lascio cadere la penna sul foglio. La mente si annebbia, sussulta e la coscienza parla. Strofino le mani sudate sopra i jeans, mi sistemo sulla sedia e, dopo essermi girata e guardata intorno ancora una volta, mi sento pronta.
«La felicità è uno stato d’animo, tuttavia anche qualcosa di più. E’ ciò che senti quando i raggi del sole caldo toccano la tua pelle, è quando cammini sulla spiaggia e i tuoi piedi affondano nella sabbia mentre le onde del mare cercando di raggiungerti. La felicità è vedere due anziani tenersi per mano e guardarsi con amore come il primo giorno, vedere il sorriso sul volto di un bambino. La felicità si nasconde nei posti più impensabili, nelle persone forti e in ognuno che ha smesso di cercarla. Non si può comprare, purtroppo. Il mercato ne sarebbe invaso perché tutti ne vorrebbero un pezzettino, a prescindere da sesso, razza e religione. Nasce all’improvviso, dando vita ad emozioni, sensazioni che si possono paragonare al tramonto, alla bellezza di uno sguardo. A volte è così vicina che puoi toccarla, ma sfuma proprio quando credi di esserci riuscito. Non importa quanto tu lotti per averla, a volte non ce l’hai e basta; altre è meglio non chiederla. La felicità è uno stato d’animo, ma è anche questione di fortuna».
Continuo a tenere la penna sul foglio, fisso il punto appena scritto e stringo i denti. I ricordi spingono per uscire, il dolore diventa più opprimente, soffoco un grido e tutto sparisce. 
Un momento, solo sessanta secondi e poi tutto inizia.
Tutti sono intenti a scrivere, le loro penne si muovono veloci, la professoressa ci osserva soddisfatta e io mi pento per essere venuta a scuola. 
Un altro giorno ancora. Me lo ripeto continuamente con la speranza che faccia differenza, ma non succede mai.
“Volevo solo provarci”penso.
“Forse un’altra volta” mi dico. 
Osservo silenziosamente ciò che mi circonda, chiudo gli occhi e sospiro. 
La felicità…
 
 
 
 












 
Spazio d'autrice:
Buona sera, o sarebbe meglio dire buonanotte ^_^
Mi ritrovo ad aggiornare questa raccolta pur se con enorme ritardo, infatti il contest è scaduto ma ci tenevo troppo e ho deciso comunque di pubblicarla.
Se mi chiederete da dove proviene... non so che rispondere. L'ho scritta di getto, partendo da un idea felice e triste allo stesso tempo, ma non pesavo diventasse quel qualcosa di più e mi spiace per aver creato un magone così pesante su questa protagonsita.
Magari succederà che in questa raccolta esisterà qualcosa che non sia così triste, malinconio o che tratti tematiche difficili.
Ovviamente non è mia intenzione sminuire chi si possa trovare in situazione o momenti del genere, ho il pieno rispetto delle persone e dei loro gesti o delle loro scelte.
E nulla... Spero che vi piaccia e... fatemi sapere che ne pensate perchè... Non so nemmeno se possa soddisfare qualcuno.
A me, nonostante il tema e il genere triste è piaciuta scriverla e... in molte di quelle parole mi ci sono rivista e chissà... magari anche voi.
Buonanotte.
Alla prossima,
Claire
 
   
 
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