[44. Cerchio]
Le patelle hanno il sapore del mare di scoglio.
Le hanno sgusciate passandosi di mano il temperino, in bocca
il gusto della focaccia e dell’origano. Mentre il cielo, sopra Magiza, è un
ritaglio nero fra le ombre scure dei pini.
“Ancora non ci credo” borbotta Saga, ravvivando il fuoco.
“A cosa?”
“A questo” scrolla le spalle. “Che sei riuscito a
convincermi.”
“Però ti sei divertito” sogghigna Kanon, allungando pigro le
gambe sulla ghiaia tiepida di sole.
“Sì. Direi di sì” acconsente Saga. “Sei bravo a nuotare.
Sott’acqua.”
“Predisposizione naturale” ride Kanon. “Tu lo sei nelle
scalate, no?”
“Già” sorride Saga.
L’avevo
promessa.
Tempo fa (e più
precisamente qui) e anche se io sono una tartarughina imparentata con una lumachina,
piano piano ci arrivo, alle cose.
Ma ho tante
cose in ballo; forse davvero troppe perché possa dedicare a ogniuna il tempo
che spetterebbe loro.
Intanto, è
arrivata l’escrusione nel mare che Kanon aveva promesso. E siamo a Magiza. Conoscete Magiza? No? Peccato
per voi!
Magiza è una di
quelle spiagge più solitarie di Agistri, l’isola più
piccola, nascosta e meno popolata del golfo Saronica
dove ho immaginato che Saga e Kanon abbiano una
piccola casetta, o meglio un piccolo mulino a vento per casetta. Il luogo
ideale per cercare di ricostruire i rapporti, lontano dai doveri del Tempio e
dai ricordi dell’infanzia di Leonidion.
Magiza gode della maggior parte
delle caratteristiche delle spiagge dell'isola, con il litorale che
essenzialmente consiste in una sottile striscia di ghiaia, mentre lo splendido
blu delle acque, unitamente all'intenso verde circostante, dà vita ad un
paesaggio incantevole. Il fatto inoltre di essere isolata le conferisce
un'atmosfera di paradiso perduto, ideale per sfuggire alla pressione
quotidiana.
E sì: se Saga è
un appazzionato di escrusioni e arrampicate anche libere (passione che da
ragazzo condivideva con Aioros. Oggi: chi lo sa?), Kanon ha invece sempre avuto
una fascinazione tutta sua per le immersioni. Come dire: il loro destino ce l’avevano
scritto nel DNA e nelle passioni giovanili, no? Ma che ci volete fare? Crescere
in un paesino arrampicato sulle falesie con il mare davanti qualcosa del
carattere doveva pur influenzarlo. Giusto?
Intanto, vi
lascio con il cerchio delle patelle, e proverò a raccogliere idee
per Luna. Questa sì che sarà un’impresa!
Un abbraccio a
tutti quelli che non demordono!
Io non
smetterò; spero nemmeno voi.