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Autore: Werewolf1991    17/08/2018    0 recensioni
Sei lettere. Sei storie.Un nome. Una raccolta di brevi one-shot, non collegate fra loro. Dal quinto capitolo
R:Rufflet
Mentre mi stringi forte tra le tue braccia, penso che sia valsa la pena, di scoprire che era tutto un inganno. Almeno adeso sono libero, di vivere con te la mia vita…
Ti voglio bene, Mamma.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Aerodactyl

 

Il cielo oggi sembra tranquillo, ma a giudicare dall’odore dell’aria, non lo sarà ancora per molto. Guardando verso la foresta, scorgo dei Cranidos che scorrazzano lungo i sentieri alberati, probabilmente intenti ad inseguire qualche bel bocconcino.

E, a tal proposito, dovrei proprio mettere qualcosa sotto i denti anch’io. Solo che non so bene che cosa. Forse un bel Omanyte? Magari di quelli ancora piccoli, così sarà più semplice afferrarli al volo. O, forse è meglio un Kabuto? No, quelli sono troppo duri anche da piccoli.

Osservo il panorama che si estende sotto di me, mi godo il vento che mi sfiora le ali ben spiegate e che mi solletica dolcemente le zampe e la coda, che guizza velocemente da una parte all’altra, mentre i miei occhi scrutano il terreno con attenzione, pronti ad afferrare ogni minimo movimento delle mie possibili prede. Nel frattempo tutto il verde costituito dagli alberi e dagli arbusti lentamente svanisce, per far spazio a quella terra morbida e chiara, che si trova a ridosso del cielo di terra.

Non mi è mai piaciuta la vegetazione. Tutti quei rami mi impediscono la visuale, mi rallentano i movimenti e rischiano di farmi restare impigliato.

Non mi piace affatto quando devo posarmi sugli alberi, quella roba verde e molliccia mi da fastidio sotto le zampe e per di più, tutti quegli odori mi rendono difficile seguire una traccia olfattiva, perché mi confondono. Sono rimasto a bocca asciutta tante volte, quando sono andato li.

 

Invece, quando mi trovo sul cielo di terra, è veramente bello cacciare. L’acqua ha un odore diverso, ma gradevole, e anche l’aria è molto più fresca. Da li non ci sono rami in cui restare impigliato od odori molesti che mi disturbano. È inebriante.

 

La parte che mi piace di più tuttavia, è quando finalmente avvisto una preda. La osservo per un po’, poi faccio in modo che si accorga di me. Mi diverte molto notare le espressioni che fanno le mie prede quando mi vedono arrivare. Però, cerco anche di non turare troppo per le lunghe la caccia, altrimenti non sarei mai sazio, e mi stancherei troppo.

 

Oh, ecco finalmente un bel bocconcino! Un piccolo Omanyte che si è incautamente allontanato dalla sua mamma. Spiacente, piccoletto! Questo ti costerà caro.

 

Adesso mi preparo, salgo all’altezza migliore e, appena arrivato, mi lancio in picchiata. Ecco, ormai sono vicinissimo e-

Hey! E questo chi diavolo è? Che diamine di creatura ho davanti? Sembra un incrocio tra un volatore ed uno strisciatore, e poi ha delle ali strane, che sembrano coperte da una strana peluria, solo che è la pelliccia più strana che abbia mai visto. Ed ha anche delle zampe strane, quasi come degli artigli striminziti!

 

Ma se crede che mi farò portare via la preda si sbaglia di grosso. Come si  permette di arrivare qui, e sottrarmi la preda da sotto le zampe? Adesso lo inseguo e gliela faccio vedere io!

 

Devo riconoscere che il nuovo arrivato vola piuttosto bene, per essere tutto pelle e ossa! Ma quella è la mia preda, quindi non posso permettergli di farla franca.

 

E nel frattempo, piove acqua anche dal cielo. Bene! Adesso si che dovrò sforzarmi per acchiappare quel farabutto dallo strano aspetto.

 

Ma, un momento! Sta rallentando! Quella strana peluria lo sta facendo faticare non poco! Bene, è la mia occasione!

 

Con un battito di ali deciso, lo sovrasto e mi preparo a morderlo, ma all’ultimo istante lui si gira, e sprigiona una luce fortissima dal suo corpo, per poi rovesciarmi addosso una valanga di rocce. Io indietreggio cercando di evitarne il più possibile, poi lancio un ruggito di sfida!

 

Se è la guerra che vuole, l’avrà! E detto questo, dimenticandomi quasi della mia preda, mi getto all’inseguimento, stavolta preparandomi anch’io ad attaccare, sia con la bocca, che con le rocce, e vedremo chi la spunterà!

 

Aha! Stavolta l’ho centrato! Guarda come precipita! E adesso mi butto in picchiata, e stavolta lo finisco. Intanto intorno a noi l’acqua dal cielo scende fitta fitta, sembra quasi l’assenza di luce, e solo quelle strane luci rumorose mostrano la differenza tra l’alto e il basso.

 

Ecco, gli sono sopra! Stavolta ce l’ho! O, almeno così credo, perche lui all’ultimo istante mi colpisce con una testata, ma io mi aggrappo coi denti alla sua ala, quella sua strana pelliccia bagnata quasi mi scivola, ma io affondo le zanne nella sua carne e lui emette un verso acuto di dolore.

 

Stiamo precipitando tutti e due, ma io cerco di colpirlo con le zampe e con gli artigli per fargli mollare la presa, ma lui anche fa lo stesso, è doloroso, ma entrambi resistiamo.

 

C’è da dire che lui è davvero tenace, ma anch’io so resistere. L’acqua della terra si avvicina, e se ci finiamo dentro saranno guai. Io allora cerco di spostarci più verso la terra molliccia, che attutirà l’impatto.

Lui cerca ancora di staccarmi da se, senza riuscirci. Poi, con un tonfo molto forte cadiamo a terra entrambi, io cerco subito di rialzarmi in volo, ma non ce la faccio. Lui anche sembra molto stordito, e ci guardiamo male entrambi, respirando a fatica.

 

E ora? Che fai, speri di intimidirmi con quella strana pelliccia, che ti penzola dal corpo? Guarda che con me non funziona.

Ah, ecco, vedi di andartene, e non tornare! Gli ruggisco mentre si allontana, aiutandosi sia con le ali sia con la coda. Mentre il cielo si schiarisce io lancio un ultimo ruggito di vittoria, poi mi guardo intorno, ormai la mia preda è persa, tuttavia mi sento soddisfatto. Ho insegnato a quel coso chi comanda!

 

Mi levo nuovamente in volo, cercando di avvistare qualche bel bocconcino, mentre in lontananza riecheggia l’eco del verso acuto di quell’altro.

Magari un altro giorno gli darò un’altra bella lezione, ma adesso ho proprio fame.

 

Chissà, magari potrei acchiappare una di quelle strane creature bipedi che si vedono di tanto in tanto gironzolare.

Sono piccoli, e ce ne vogliono almeno tre per riempirmi, però sono abbastanza teneri, ed in più molto facili da cacciare.

 

Solo che quando urlano mi ricordano un po’ i miei piccoli. Oh, ecco, proprio di questi parlavo. Ne vedo uscire alcuni coperti da pellicce molto corte sulla testa e sul corpo coperti da qualche strana sostanza, sembrano spaesati, e quando mi vedono i loro occhi si fanno grandi. Sento chiaramente il loro terrore nell’aria.

Mmhh, forse acchiapperò qualche Anorith invece. Si, meglio. E detto questo mi preparo per la picchiata, ripensando allo scontro con quel coso, e mi dico che ancora una volta ho dimostrato la mia superiorità.

 

Sono il re del cielo! E lo sarò per sempre.

 

 

  
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