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Autore: MartyFire    18/08/2018    3 recensioni
Questa storia racconta di come Roy e Riza scopriranno che il loro rapporto va oltre al rispetto e al semplice affetto, infatti scopriranno di amarsi. La storia incomincia da dove gli episodi di Fullmetal Alchemist Brotherhood finiscono.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang, Un po' tutti | Coppie: Roy/Riza
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Cosa ne pensi di questa Riza?” chiese Rebecca all’amica mostrandole una sciarpa di seta viola con ricami dorati.
La bionda la guardò esasperata, erano ferme a quella bancherella da più di mezz’ora e ormai anche la mercante aveva deciso di sedersi sul suo sgabello ad attendere la decisione della cliente.
“La trovo davvero splendida” le rispose poi automaticamente con un sorriso.
“Si è davvero bella, ma forse quella azzurra mi stava meglio” disse Rebecca riprendendo in mano la sciarpa che per prima l’aveva attirata.
Intanto che la mora provava per la terza volta la sciarpa, Riza si guardò nuovamente intorno, notando l’apertura di una nuova bancarella e vi si avvicinò curiosa. Vi erano esposti quei tipici copricapi usati dalle tribù del deserto per coprirsi dal sole, lo stesso mercante ne indossava uno azzurro chiaro che gli copriva anche la bocca. La maggior parte di quelli esposti erano dello stesso colore, altri erano di tonalità più scura. Riza fu attratta da uno di un bel colore blu acceso.
“Tagelmust” disse gentilmente il mercante indicandoli.
La bionda capì che quello era il nome del copricapo.
“Lo sai che sono da uomo?” le domandò Rebecca raggiungendola con indosso la sciarpa azzurra.
“Stavo solo dando un’occhiata” le rispose tornando a fissare la tagelmust blu.
“Tagelmust serve proteggere da sole e sabbia. Uomo piace ricevere tagelmust perché dire, io vuole proteggere te” spiegò loro il mercante.
Riza capì che sorrideva dalle piccole rughe ai lati dei suoi occhi e rimase molto colpita dalla sua spiegazione, così quasi senza rendersene conto comprò la tagelmust blu acceso salutando poi il mercante con un sorriso.
La sua soddisfazione per quell’impulsivo acquisto svanì non appena vide l’amica sogghignare.
“Lo regalerai a Mustang?” le domandò diretta Rebecca.
Riza si fermò di colpo guardando la tagelmust.
L’aveva presa perché appena aveva sentito la parola protezione le era venuto spontaneo pensare a Roy, ma perché? Perché era sempre lui il primo a cui pensava ogni volta che c’era un pericolo?
Le tornò in mente il dolore straziante che aveva provato quando Lust le aveva fatto credere che fosse morto o quando era stato costretto ad aprire il portare senza sapere se sarebbe tornato indietro. Guardò Rebecca che la stava osservando confusa, se lei fosse morta avrebbe sofferto allo stesso modo, ma le tornarono in mente le sue parole, quando Roy le chiese cosa avrebbe fatto dopo avergli sparato per aver preso la strada sbagliata, come gli aveva promesso in passato: “Non ho intenzione di vivere una vita spensierata in solitudine. Finita questa guerra eliminerò il mio corpo dalla faccia della terra e con esso la sua folle alchimia di fiamma”.
A quel punto la risposta le arrivò chiara come il sole: se Rebecca fosse morta avrebbe sofferto, ma prima o poi sarebbe riuscita ad andare avanti; se fosse morto Roy, non si sarebbe più ripresa, perché con lui se ne sarebbe andata anche una parte di lei.
Il motivo era così semplice, che si sentì una sciocca per non averlo capito prima: lei AMAVA Roy Mustang. Ora che lo aveva capito le sembrava di amarlo da sempre e forse era così.
“Io lo amo” ammise a bassa voce, sorridendo dolcemente mentre stringeva la tagelmust tra le mani.
Rebecca rimase scioccata; non si aspettava di certo un’affermazione del genere detta così tranquillamente. Ora però doveva riprendersi e supportare Riza.
“Finalmente ci sei arrivata” le disse con un sorriso raggiante, prima di prenderla a braccetto per condurla a casa prima del previsto.
 
“È bravo Generale” disse Havoc, sorpreso dopo un ulteriore colpo vicino al centro del bersaglio da parte del superiore.
“Dopo aver riottenuto la vista mi sono allenato molto, per potermi difendere nel caso non possa usare l’alchimia” spiegò posando il fucile e prendendo una bottiglietta d’acqua.
Si era allenato anche ad usare i pugnali di Hughes, ma questo era un segreto, nemmeno Riza lo sapeva. Una volta finito di bere, passò la bottiglietta ad Havoc che gli si era avvicinato.
“Come procede la sua missione personale Generale?” gli sussurrò Jean sorridendo maliziosamente per poi bere un sorso d’acqua.
Roy lo fissò serio per poi sorridere malignamente.
“Sai Havoc, mi sono allenato anche nel corpo a corpo, che ne diresti di una sfida? Se vinci tu ti racconterò tutto, ma se vinco io la smetterai di punzecchiarmi ad ogni occasione e sarai più rispettoso nei miei confronti” disse scrocchiandosi le nocche delle mani.
“Attento Generale, me la cavo piuttosto bene nel combattimento a mani nude” rispose il biondo cercando di sembrare disinvolto, ma dubitava che il suo superiore proponesse una sfida che non fosse assolutamente certo di vincere; però il pensiero di poterlo colpire senza ripercussioni lo attirava molto. Alla fine accettò e si spostarono nella parte della palestra adibita al combattimento.
Entrambi si misero in guardia e si diede inizio alla sfida.
Il primo ad attaccare fu Havoc che sfruttando la sua altezza cercò di colpire Roy alla tempia, ma il moro alzò velocemente un braccio a difesa e con l’altro cercò di sferrare un pugno allo stomaco che il biondo evitò ruotando su un lato, trovando lo spazio necessario per tentare un calcio verso il fianco ora scoperto dell’avversario. Il moro una volta colpito ne approfittò per agganciare la gamba dell’avversario e sbilanciarlo facendolo quasi cadere a terra; mentre Havoc tornava in equilibrio e cercava di riconquistare la distanza di sicurezza, Roy si abbassò e coprendo velocemente la distanza che li separava lo colpì al mento con un gancio dal basso, facendolo barcollare all’indietro.
“Ti basta Havoc?” gli domandò Roy con un sorriso.
“Siete molto veloce Generale” ammise Jean massaggiandosi il punto colpito, per poi rimettersi in guardia, subito imitato dal moro.
Andarono avanti per un’altra decina di minuti senza che nessuno dei due prevalesse, perché nonostante fosse Roy quello a mettere a segno più colpi, Havoc aveva molta resistenza e ribatteva senza sosta agli attacchi dell’avversario, così decisero che la sfida poteva considerarsi un pareggio.
Ora il biondo aveva un livido sotto il mento e lo stomaco dolorante a causa di un pugno molto forte e il moro aveva il labbro spaccato a causa di un gancio che non era riuscito ad evitare del tutto.
“In ogni caso, per rispondere alla tua domanda Havoc, faccio sempre più fatica a trattenermi” confessò Roy mentre si tamponava il labbro.
Dopo qualche secondo di silenzio Jean scoppiò a ridere, guadagnandosi un’occhiataccia infuocata da parte del superiore.
“Scusi Generale, ma devo ancora abituarmi a questa sua sincerità” disse il biondo tentando inutilmente di ricomporsi.
Roy lo guardò cercare di smettere di ridere e per un momento gli sembrò di rivivere una sua tipica conversazione con Hughes, con lui che lo rimproverava e l’amico sempre sorridente.
 
“Cos’è successo Riza? Cosa ti ha fatto capire di amare Mustang?” le domandò finalmente Rebecca dopo essersi trattenuta tutto il pranzo, mentre seduta di fronte all’amica beveva il suo caffè.
“Ho semplicemente capito che lui è parte di me, che non sopravvivrei se morisse. L’unica conclusione è che io lo amo. Lo amo per quello che è: un uomo determinato, coraggioso ed intelligente, disposto a rinunciare a tutto per raggiungere il suo sogno di proteggere tutti, eppure amo anche i suoi difetti, il suo essere infantile, pigro e testardo perché quando serve sa essere serio, infaticabile ed affidabile. Inoltre sa essere davvero dolce e…” si interruppe per poi arrossire, notando il sorriso sornione di Rebecca che stava osservando come gli occhi dell’amica si illuminassero mentre parlava di Mustang, inoltre non l’aveva mai sentita parlare tanto.
“Non ti avevo mai vista così Riza” le disse portando le tazze nel lavabo per poi aggiungere: “Cosa farai adesso?”
“Che cosa intendi?” le domandò confusa l’amica.
“Glielo dirai?” le chiese emozionata la mora.
“Assolutamente no!” rispose velocemente Riza.
A questa risposta Rebecca si sedette esasperata portandosi le mani tra i capelli.


  
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