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Autore: heliodor    19/08/2018    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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 Il guerriero di ferro

 
"Scusa ragazzo, ma non ho capito che cosa ti serve, esattamente" disse l'omaccione guardandolo da capo a piedi come se stesse esaminando un grosso maiale da sventrare.
Oren cercò di non mostrare tutto il suo disagio, ma era stanco di girare per la zona dei mercati e il sole impietoso non lo aiutava.
Gli abitati di Mar Shedda sembravano a loro agio in quella calura anche se ogni tanto cercavano rifugio sotto i porticati e i colonnati che gettavano una generosa ombra, ma il mercato era un luogo aperto con pochi posti dove rifugiarsi e Oren lo stava girando da ore.
"Chiedevo se c'era una carovana in partenza per il deserto" disse Oren sforzandosi di non balbettare.
L'uomo annuì. "Ora capisco. Certo, sì, ci sono un mucchio di carovane che partono dirette verso il deserto, ma penso che non ti daranno un passaggio così facilmente."
"Perché no?"
"Ragazzo, il deserto è un luogo pericoloso. Non ci puoi andare solo per farci un giro, non so se mi spiego. Nessuno si porterebbe dietro un peso morto. Non con il cibo e l'acqua contati."
"Ma io posso pagare. E tanto."
"Risparmia i tuoi soldi. L'acqua è un bene più prezioso. Non puoi berti un sechell o un din quando sei in mezzo al mare di fuoco."
Oren non aveva idea di che cosa fosse un sechell  tantomeno che cosa fosse un din, ma immaginava che fossero importanti. "Ma deve esserci un modo per salire su una delle carovane."
"Certo che c'è" disse l'uomo.
"Quale?"
"Devi essere un mercante. O un mercenario."
Oren attese che proseguisse.
"I mercanti ingaggiano dei mercenari per le traversate più lunghe, quando trasportano qualcosa di veramente prezioso. Il deserto è infestato dai predoni e portarsi dietro qualche spada a buon prezzo è sempre un buon investimento."
"Come faccio a farmi prendere come mercenario?"
"Non ne ho idea, ma puoi provare a parlarne con Balda."
"E dove trovo questa Balda?"
"È un uomo" disse lui seccato. "E ti conviene mostrargli un po' di rispetto. Una volta era un guerriero di ferro."
"Una volta?"
"Credo prima di abbandonare i suoi compagni d'armi e mettersi in proprio. Lo sai come sono fatti i guerrieri di ferro, no?"
"Ne so qualcosa" disse Oren.
"Davvero?" chiese l'uomo serio.
Oren annuì.
L'uomo scoppiò a ridere. "Sei divertente. Per un attimo ti ho quasi creduto. "
"Dove trovo Balda?"
"Che ne so io? Chiedi di lui in giro, ma probabilmente starà trattando con qualche carovana per un servizio di scorta. Ti conviene provare a vedere dove partono i convogli."
Oren si diresse verso la zona del mercato dove venivano caricate le merci sui carri. C'era sempre una grossa attività e guardie che tenevano d'occhio chi si avvicinava, respingendo i curiosi in malo modo.
In quei due giorni si era sempre tenuto alla larga, ma ora doveva fare almeno un tentativo.
Ogni tanto dava un'occhiata al braccio. La macchia non sembrava crescere, ma lui sapeva che si stava allargando. Lo sentiva dentro la sua pelle che era così. Doveva trovare alla svelta quel guaritore e doveva farlo subito.
Aveva provato al porto chiedendo un passaggio sulle navi in partenza, ma nessuna era diretta alla città che gli interessava. La via terrestre era la più rapida, ma non quella più sicura.
"Oh, oh" disse un uomo armato di lancia e scudo mentre si avvicinava ai carri. "E tu dove vai? Chi sei?"
Oren si fermò all'istante. "Devo parlare con Balda. È importante."
"Ah, sì?" fece il soldato.
Accanto a lui ne apparvero altri due. Entrambi vestivano una lunga tunica nera che li copriva fino alle caviglie, completata da un cappuccio. La vita era stretta una fascia rossa e una spada pendeva dal fianco fino a sfiorare la terra. Dietro la schiena si intravedeva la mezzaluna di uno scudo ovale agganciato con delle cinghie.
"Che succede qui, Marth?" chiese uno dei due. Aveva il viso cotto dal sole ma gli occhi di un azzurro chiaro e i capelli biondi tradivano la sua origine straniera.
L'altro invece era grosso e massiccio, con la mascella pronunciata e una zazzera di capelli neri che si intravedeva da sotto il cappuccio.
Oren decise di non farsi intimorire. "Voglio parlare con Balda" disse.
"Perché?" chiese il biondo.
"Mi serve un lavoro da mercenario."
Il biondo lo studiò con attenzione. "Sai usare quello spadino che porti al fianco?"
"La punta è quella che devo rivolgere verso il nemico, giusto?" fece Oren spavaldo.
Il guerriero dai capelli neri ridacchiò.
Il biondo gli scoccò un'occhiataccia. "Sai usare solo la lingua. Tornatene a fare la vita comoda sul grande continente."
"Come hai fatto a capire che vengo da lì?" chiese Oren.
Il biondo fece una smorfia. "Da come ti muovi, da come parli, da come ti rivolgi a noi del continente vecchio. Sei un barbaro che si crede chissà chi e invece non vali niente, proprio come quelli del grande continente."
"Non è vero" protestò Oren.
"Chiediti perché qui abbiamo i più grandi ordini guerrieri del mondo conosciuto. I guerrieri di ferro, i figli del drago, le lame askadiane e persino quegli arroganti delle lame d'argento. E voi che cosa avete?"
Oren non rispose. Sul grande continente non c'erano compagnie di guerrieri con la storia e la forza di quelle del vecchio.
"Visto?" fece il biondo. "Siete servi degli stregoni. Scommetto che non saresti nemmeno capace di difenderti da solo, se ce ne fosse bisogno."
"Io so difendermi" disse Oren sguainando la spada.
Il biondo mise la mano sull'elsa della sua. "Calmati o ti farò a pezzi. Qui e ora."
Oren agitò la spada nell'aria come a saggiarne la maneggevolezza. "Sei tu che mi hai sfidato."
Il biondo strinse l'elsa della spada.
Quello dai capelli neri gli posò una mano sulla spalla e gli sussurrò qualcosa nell'orecchio. "Balda ha proibito i duelli."
Il biondo annuì e si rilassò. "È il tuo giorno fortunato, ragazzo. L'Unico ha posato il suo sguardo benevolo su di te e ha deciso di concederti qualche altro anno di vita, se girerai al largo da me e da questa città."
Oren rinfoderò la spada. "Io non me ne andrò. E voglio parlare con Balda."
Il biondo annuì. "Sei pazzo. Fare il mercenario da queste parti vuol dire guadagnare poco e vivere ancora di meno."
"Non mi interessano i soldi e in quanto al vivere poco, me ne farò una ragione" disse Oren.
"D'accordo, ti faccio parlare con Balda. Krut, sbaglio o abbiamo due posti vuoti dopo che Cena e Thratur sono stati mangiati da quello scorpione gigante?"
Il guerriero dai capelli neri scrollò le spalle. "Non sono io che porto il conto dei morti. Non chiederlo a me."
Il biondo lo invitò a seguirlo. "Vieni. Ti porto da Balda."
Oren lo seguì ma decise di stare sul chi vive, la mano appoggiata all'elsa della spada.
"Non c'è bisogno di essere così diffidente" disse il biondo. "Io mi chiamo Antigo. E quel gigante dalla scarsa intelligenza Krut."
Krut grugnì. "Questo gigante prima o poi ti farà ingoiare quella linguaccia e sputare qualche dente. O il contrario. Ancora non l'ho deciso."
Antigo rise, ma a Oren quella non sembrò una minaccia divertente. Krut sembrava serio.
I due lo scortarono a una tenda che sorgeva al limite di uno spiazzo polveroso occupato da casse e barili coperti da grossi teloni bianchi. Accanto a ognuno di essi c'erano uno o due soldati di guardia.
Antigo si fermò davanti all'ingresso della tenda. "Balda, sei dentro?"
Il velo si aprì, rivelando un uomo dall'aspetto imponente, il più alto che Oren avesse mai visto. Superava tutti di almeno un terzo del torso e la testa svettava sopra tutti gli altri.
I capelli erano castani e lunghi ben oltre le enormi spalle, tenuti in ordine con una fascia rossa. Indossava la stessa tunica nera e portava legata al fianco una spada imponente che sfiorava il terreno.
Oren non era così impressionato dal giorno in cui aveva incontrato il troll.
Il gigante lo squadrò dall'alto. "E tu chi sei? Chi è lui, Antigo?"
Il biondo si umettò le labbra. "Uno che vuole unirsi a noi come mercenario, Balda."
"Mi chiamo Oren" disse con tono fermo.
Balda annuì. "La paga è di due monete al giorno. Noi ti diamo l'acqua e il cibo per tutto il viaggio. Se rubi qualcosa dal carico ti taglio una mano, se rubi qualcosa di nostro ti taglio la gola. Se uccidi o ferisci uno di noi..." rise. "Ma perché perdo tempo con te? Non saresti mai capace di uccidere o ferire uno di noi, nemmeno se fossimo legati e addormentati."
Balda rise e con lui Antigo. Krut invece rimase serio.
"Ant, ti avevo chiesto di portarmi dei guerrieri veri" disse Balda tornando serio.
"Purtroppo scarseggiano" si difese il biondo. "Tutti reclutati dall'orda o dall'alleanza."
"Ma io ho bisogno di gente vera."
"È solo per un viaggio."
"È mezzo morto questo qui" disse Balda indicando Oren. "A me servono veri guerrieri, non questi mezzi uomini del grande continente."
"Attento a come parli" disse Oren.
Balda lo fissò stupito. "Come hai detto?"
"Attento a quello che dici. Non puoi offendermi come se niente fosse." Stava perdendo la pazienza e se provocarli serviva a mostrare loro le sue capacità, che aveva da perdere? Tra poche settimane sarebbe comunque morto.
"Senti come parla" disse Balda.
"Lo dicevo che avevi una linguaccia" disse Antigo rivolto a Oren. "Ora riceverai una bella lezione."
"Zitto" disse Balda mettendo una mano in testa al biondo. "Sei tu che l'hai portato qui. Spetta a te dargli la lezione che merita."
"Andiamo, Balda" disse Antigo. "Non ci guadagno niente a ficcargli una spada nella pancia."
"Potrai prendergli le sue cose. Magari ha qualche moneta addosso. Ce l'hai ragazzo?"
Oren estrasse la spada.
Balda sgranò gli occhi. "Ma tu guarda che bella sorpresa" disse leccandosi le labbra. "Lo sapevi che aveva una lama d'argento questo qui?" chiese Balda ad Antigo.
"Io lo sapevo" disse Krut. "E mi stavo chiedendo come facesse ad averne una."
Oren non aveva idea di cosa stessero parlando. La spada che brandiva gli era stata regalata da Vyncent molto tempo prima e da allora, nonostante le molte avventure vissute, non se ne era mai separato.
"Dimmi ragazzo" disse Balda. "Com'è che hai una spada così bella?"
"È un regalo."
"Di chi?"
"Di un amico." Non era proprio così, ma per il momento poteva bastare.
Balda annuì grave. "Sei amico di una lama d'argento? Perché quella è una delle loro spade. La riconoscerei tra mille. Sono molto preziose. Quella che hai tu vale almeno cinquecento monete, forse mille. Non è che me la vuoi vendere?"
Oren scosse la testa. "Nemmeno per diecimila."
"Allora Antigo te la prenderà per me e ti ucciderà, così non soffrirai per esserti separato dalla tua preziosa spada" disse Balda. "Lo vedi come sono premuroso?"
Antigo estrasse la sua spada. Era una lama rozza e grossolana, di colore grigio scuro. La fece roteare nell'aria con un abile gioco di polso.
Krut borbottò qualcosa.
"Che c'è Krut?" fece Balda sorpreso. "Non dirmi che hai preso in simpatia questo ragazzo."
"Dico solo che se lo dovete fare, fatelo secondo le regole" disse il guerriero nero.
"Hai ragione" fece Balda. Estrasse la spada e con la punta tracciò un cerchio nella sabbia largo una ventina di passi. "Le regole sono semplici" disse rivolto a Oren. "Vince chi resta vivo. Se metti anche solo un dito fuori dal cerchio vince l'avversario. Puoi sempre scappare se non te la senti."
Antigo rise. "Allora, ragazzo?"
Oren annuì. "Ho capito" disse portandosi al centro del cerchio. "Se perdo ti do la mia spada."
"Prenderò ben più della tua spada" disse Antigo.
"Se invece vinco io, mi porterete con voi nel prossimo viaggio attraverso il mare di fuoco."
Balda rise. "Non succederà mai."
Oren lo fissò negli occhi.
Balda annuì. "Come vuoi. Se vinci ti porteremo con noi nel prossimo viaggio. E avrai paga triplicata. Contento?" Altre risate.
Oren rimase in attesa al centro del cerchio.
Antigo lo raggiunse. "Ammetto che hai coraggio. Al tuo posto io avrei buttato via la spada e sarei scappato. Forse, e dico forse, ti avrei lasciato andare. Ma ora mi costringi a farti male sul serio."
Una folla di curiosi si era radunata all'esterno del cerchio.
"Quel ragazzo ha sfidato Antigo."
"Andate a chiamare un guaritore, svelti."
"Meglio un prete."
L'eco delle risate raggiunse Oren, ma lui le ignorò. La sua attenzione era concentrata su Antigo.
Il guerriero agitò la spada come per saggiarne la maneggevolezza.
"Datevi una mossa" gridò Balda. "Non abbiamo tutto il giorno."
Antigo si lanciò all'attacco con un fendente.
Oren scartò di lato, la spada che gli sfiorò il fianco.
Antigo ruotò il busto e lanciò un altro attacco mirando all'addome, ma Oren intercettò la spada col piatto della sua e deviò il colpo, indietreggiando nello stesso momento.
Antigo roteò la spada. "Sei veloce" disse. "Ma io stavo solo scherzando. Ora farò sul serio."
Oren bloccò l'attacco successivo a mezz'aria, costringendo la spada di Antigo a scivolare di lato.
Il guerriero cercò di colpirgli le gambe, ma Oren fu più veloce e si mosse di lato, contrattaccando con un fendente che venne bloccato e respinto.
Antigo si muoveva con passi pesanti e ansimava, la punta della spada rivolta in basso. "Sei davvero veloce" disse.
È stanco, pensò Oren. È il momento di attaccarlo.
Si mosse in avanti, finse di attaccarlo all'addome e poi cambiò di colpo obiettivo, cercando di colpirlo alla spalla che reggeva la spada. So fosse riuscito a ferirlo...
Antigo si mosse di lato, deviò l'attacco dell'avversario e rispose con un fendente mirato al suo fianco.
Sbilanciato dalla parata, Oren danzò sulle gambe ma non fu abbastanza veloce. La punta della spada affondò di un paio di centimetri nella carne prima di riuscire a balzare indietro.
Antigo lo incalzò con una serie di affondi cui rispose con altrettante parate, ma sembrava animato da nuova forza.
Stava fingendo, si disse Oren. Non è affatto stanco, anzi ha risparmiato le forze per questa serie di attacchi.
Per evitare un affondo dovette balzare all'indietro di due passi e si ritrovò a ridosso della riga tracciata nel terreno.
"Non ti distrarre" gridò Antigo sfiorandogli il petto con la spada.
Oren sentì avvampare il dolore dove la punta di metallo gli aveva scavato un solco profondo un paio di centimetri, poco sotto il seno destro. Fu tentato di superare la riga, ma si trattenne.
Se perdo morirò in questa città, pensò. Non posso arrendermi ora.
Antigo alzò una mano. "Vuoi arrenderti?"
"No" rispose Oren stringendo i denti.
"Mi era sembrato che ne avessi abbastanza."
Per tutta risposta Oren si gettò all'attacco mulinando la spada a destra e sinistra.
Antigo evitò ogni assalto limitandosi a indietreggiare e girargli attorno, finché l'avversario, stanco e ansimante, non si fermò al centro del cerchio.
"Sei proprio a terra ragazzo."
Oren lo fissò con odio. A stento riusciva a reggere la spada. Le ferite gli bruciavano e il sangue stava imbrattando i vestiti. Tra poco avrebbe ceduto, in un modo o nell'altro.
"Vuoi arrenderti?" gli chiese Antigo.
"Non mi arrenderò a un idiota come te" disse Oren.
Antigo rise. "Allora morirai." Si lanciò contro di lui.
Oren si voltò e corse verso l'esterno del cerchio di sabbia.
"Dove credi di andare?" gridò Antigo. "Se non mi avessi offeso ti avrei lasciato andare, ma adesso..." Inseguì l'avversario guadagnando terreno a ogni passo. Ormai era alla sua portata. Alzò la spada per colpirlo. "Finiamola qui."
Oren si gettò a terra un attimo prima che Antigo lasciasse partire il suo fendente. Il guerriero lo superò nella foga di colpirlo alla schiena.
Antigo arrestò la sua corsa puntando i piedi nella sabbia, si voltò con un gesto fluido e sollevò la spada pronto a colpire Oren ancora a terra nella polvere.
"Ti staccherò le braccia una alla volta, ragazzo" ringhiò.
Oren vide la spada di Antigo calare verso di lui, ma una seconda spada si frappose tra lui e la morte.
Il braccio che la reggeva era quello di Krut.
Antigo lo fissò con rabbia. "Ma che fai? Avevo vinto."
Krut indicò qualcosa in basso.
Oren seguì la direzione dello sguardo e vide che un piede di Antigo era oltre la linea.
Ha funzionato, si disse.
Antigo fissò il piede con stupore. "Questo è impossibile."
Krut sospirò. "Il ragazzo ha vinto."
"No" gemette Antigo. "Non è possibile." Alzò la spada per colpire Oren, ma Krut intercettò di nuovo l'attacco, deviò la lama e gli sferrò un pugno sul mento.
Antigo volò all'indietro e atterrò nella polvere.
"Le regole sono le regole" disse Krut. "E tutti dobbiamo rispettarle."
Oren si rialzò. "Grazie."
Krut grugnì qualcosa. "Non ringraziarmi."
Guardò Balda. "Devi rispettare il nostro accordo."
Il guerriero guardò altrove, prima verso quelli riuniti intorno al cerchio e poi Krut. "Che vuoi fare? Il ragazzo ha vinto."
"Viene con noi nel prossimo viaggio" disse Krut.
Oren gli gettò un'occhiata dubbiosa.
Antigo, che si era rialzato, si asciugò il sangue colato dal naso col dorso della mano. "Potevi darmelo più forte già che c'eri, Balda" disse rivolto a Krut.
Il guerriero scrollò le spalle. "L'ho fatto per il tuo bene. Non volevo che il tuo onore venisse macchiato."
"Agli inferi l'onore" disse Antigo. "Mi hai rotto un paio di denti."
Oren guardò Krut. "Sei tu Balda?"
"Ti serve qualche altra prova per capirlo? Fatti curare quelle ferite da Gerthe, il nostro guaritore."
Oren si trascinò fino alla tenda di Gerthe. Gli facevano male tutti i muscoli e non solo le ferite che Antigo gli aveva inferto.
Gerthe era un uomo di mezza età che indossava una lunga tunica nera stretta in vita da una fascia rossa. "Che abbiamo qui?" chiese vedendolo entrare.
"Mi ha mandato Balda" disse Oren.
"Vediamo."
Gerthe gli applicò degli impacchi e poi fasciò le ferite. "Non sono profonde ma potrebbero infettarsi. Tra un paio di giorni ti cambierò le bende."
"Tra due giorni sarà in viaggio con una carovana" disse Krut entrando nella tenda.
Balda, si disse Oren. Il suo vero nome è Balda.
"Mi hai promesso paga tripla."
"Quella te l'ha promessa Aindal" disse Balda. "Io ti darò quello che spetta a tutti i nuovi. Come hai detto che ti chiami, ragazzo?"
"Oren."
Balda lo fissò negli occhi. "Lo sai che questo deserto non perdona, vero?"
"Così mi hanno detto."
"È bene che tu lo sappia. Siamo mercenari, non veri soldati. Se uno di noi resta indietro non torniamo a prenderlo. È chiaro?"
"Sì" disse Oren. Cominciava a pentirsi di essersi voluto unire a quelle persone, ma non poteva più tornare indietro.
"E ora dimmi che cosa ti spinge ad unirti a una banda di disperati come noi" disse Balda rilassandosi.
"Devo andare a Mar Sinti per incontrare una persona" disse Oren. Non voleva dire a Balda che era stato maledetto. Avrebbe potuto decidere di lasciarlo lì nonostante tutto.
"Spero che tu la trovi, ma per il momento Mar Sinti non è tra nei nostri piani. Ma prima o poi troverai una carovana che va proprio lì, non temere."
Non ho tutto questo tempo, si disse Oren, ma per il momento dovrò farmelo bastare.
"Hai detto che tra due giorni saremo in viaggio nel deserto. Dove andremo?"
"Questo non te lo posso dire" disse Balda. "In verità non so nemmeno se quel posto ha un nome. È da qualche parte in mezzo al deserto, nella parte meridionale. È la seconda volta che scortiamo una carovana diretta lì e finora è andato tutto bene. È un viaggio tranquillo, per questo voglio che ci vada tu, così ti abituerai al deserto."
"E se nel frattempo arriva una carovana diretta a Mar Sinti?" chiese Oren.
"Una cosa per volta ragazzo. Una cosa per volta. Comportati bene e potrei metterti su uno di quei trasporti. D'accordo?"
Oren si ritrovò ad annuire. Non era affatto d'accordo, ma per il momento non poteva fare di meglio.

Note: eccomi di ritorno da una breve vacanza con un nuovo capitolo. Riprendiamo da Oren che mancava da parecchio.
Prossimo Capitolo Martedì 21 Agosto

 
  
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