betrayal.

Sistole, diastole.
Il cuore di Ibuki batteva piano mentre si rivestiva. Si sentiva sporco, probabilmente avrebbe dovuto fare una doccia una volta tornato a casa.
00.21
Ormai Shidou doveva essere rincasato, incastrandosi tra le lenzuola scure del letto matrimoniale che dividevano da quasi un anno, pensando a dove fosse e perché non fosse a casa con lui, sebbene il giovane Munemasa avesse dato un più che esaudiente spiegazione a quella sua mancanza.
Un guaio in famiglia, dormirò da mia madre.
In realtà, quella che aveva definito come ‘’ sua madre ‘’ altri non era che la giovane Nozaki, che or ora sopita tra le coperte allungava una mano come a cercarlo, spostandola qualche istante dopo, ormai abituata a quelle sue mille mancanze, a quel suo fuggire nella notte abbandonandola a sè stessa.
Probabilmente Ibuki la amava, più di quanto amasse Shidou e più di quanto avrebbe potuto amare sè stesso ma la paura lo tratteneva nemica.
Shidou era la stabilità, la pace, la quiete tanto a lungo ricercata.
Sakura invece era capricciosa, egocentrica e talvolta persino ostile.
Eppure lui la amava.
Perché sì, sebbene duro nei modi, Ibuki altro non aveva fatto in quel tempo se non cercare di tenere a sè entrambi, legato da quell’affetto per Shidou, e quell’amore passionale e carnale per Sakura.
Si passò una mano sulla fronte, e sospirò prima di infilare la t-shirt nera.
Era diventato davvero una persona ignobile ed a testimoniarlo vi era ciò che era successo all’inizio di quella loro relazione clandestina.
15 Febbraio 2014, rispettivamente diciotto e diciannove anni.


‹‹　Dacci un taglio Sakura, non può essere mio.　 ››
‹‹　A letto ci vengo solo con te.　 ››
‹‹　Chi me lo assicura?　 ››


( .. )
‹‹　Non sono una puttana.　 ››
‹‹　Non ho mai detto questo.　 ››
‹‹　Lo hai lasciato intendere.　 ››

Ibuki sospirò, si domandò come avesse fatto a perdonarlo per quella sua mancanza di tatto, per quella sua incapacità di affrontare un argomento tanto delicato come una gravidanza  con lei che quel giorno, la paura, ce l’aveva dipinta negli occhi chiari.
Avevano detto addio, ad Aki qualche settimana dopo, quando rivolgendosi ad una ginecologa aveva forzato l’aborto di Sakura lasciandola con la nausea ed un senso di vuoto tale da spostare anche la più pesante e alta delle montagne.
L’aveva sentita piangere il giorno dopo, ma non era stato abbastanza coraggioso da entrare in bagno e consolarla. Inutile è dire che non si parlarono a lungo, che il silenzio era calato tra loro come una lama ed inevitabilmente si erano allontanati l’uno dall’altra.
L’aveva chiamata Aki, nella sua testa. Non seppe spiegarsi perché dopo anni ancora la immaginava come una bambina. Gli occhi come quelli della madre, il carattere pungente come quello del padre.
La ginecologa li aveva guardati, li aveva definiti bambini ed al tempo ricordava di essersi arrabbiato parecchio, infondo quella nella sua testa era soluzione più consona a loro due, a quelle loro scappatelle dove capitava.
Ma il sentimento era forte, intricato e lastricato nel corpo e nel cuore.
Nella mente e nell’anima.
Ibuki aveva ceduto, il capo gli era scivolato nel grembo della giovane e aveva pianto come un infante implorando il suo perdono. Implorandola di esserci per sempre di non lasciarlo.
E Sakura aveva accettato, per amor suo.

‹‹　Stai andando via?　 ››, era stato la di lei sottile voce a sollevarlo dai tanto intricati pensieri. Ibuki deglutì e sfilò la maglietta, buttandosi a letto con lei.
‹‹　Ho cambiato idea.　 ››
‹‹　Mh? Come mai?　 ››
‹‹　Così.　 ›› bonfonchiò prima di sfilare con un calcio anche i pantaloni e gettarli chissà dove, non che gli importasse molto.  Le braccia cinsero delicate la vita della giovane. Conosceva alla perfezione ogni suo spigolo, ogni sua morbidezza ed incastrarsi con essi non era poi tanto difficile come aveva immaginato da ragazzino, quando la loro relazione era iniziata e tutto gli sembrava più difficile.
Miss Dior - Blooming Bouquet.
Le labbra si posarono delicate contro il suo collo, percorsero appena la linea morbida della spalla, lambirono appena la costellazione di nei che aveva sul braccio magro.
Sakura rise, e quel suono gli riempì il cuore, gli occhi, il petto.
Era stato con uno scatto felino che gli era saltato addosso, aveva preso a mordicchiarle le guance, facendo sì che nuovamente potesse sentirla ridere mentre cercava di fare resistenza, nonostante non ci riuscisse per niente.
‹‹　Ti amo.　 ››

                                                            Per la prima volta.


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   Angolo dell'Autrice   — ;

Questa volta vorrei preservar per me poche righe, quanto più per ringraziare chi mi aiuta a trovare la forza ogni volta di continuare questa # ff nonostante in pochi la seguano.
Volevo ringraziare dal profondo del cuore la ragazza che mi fa venire ogni volta le lacrime agli occhi quando vedo una sua recensione e che non mi fa smettere mai di sorridere e trovar la voglia di scrivere, fomentandomi con le sue parole a fare sempre meglio.
Grazie mille Lila May.
@northernlights